e un altro Maestro se ne va

Il mondo del karate è in lutto per la scomparsa del Maestro Hiroshi Shirai, avvenuta il 9 ottobre 2024 a Milano, all’età di 87 anni. Shirai, nato a Nagasaki il 31 luglio 1937, è stato una figura di spicco nel mondo del karate, contribuendo in modo significativo alla diffusione dello stile Shotokan in Italia e nel mondo.

 

 

 I Rimpianti del Mondo del Karate

La perdita di Hiroshi Shirai lascia un vuoto incolmabile nel cuore di molti praticanti e appassionati di karate. La sua dedizione, passione e insegnamenti hanno ispirato generazioni di karateka. Shirai non era solo un maestro di tecnica, ma anche un mentore che ha saputo trasmettere i valori profondi delle arti marziali: rispetto, disciplina e crescita personale. La sua scomparsa è un duro colpo per tutti coloro che hanno avuto il privilegio di allenarsi sotto la sua guida e per l’intera comunità del karate che ora si trova a riflettere sulla sua eredità e sull’importanza di mantenere vivi i suoi insegnamenti.

La Deriva Occidentale delle Arti Marziali

Negli ultimi decenni, le arti marziali in Occidente hanno subito una trasformazione significativa. Quello che una volta era un percorso di crescita personale e spirituale è stato spesso ridotto a una mera competizione per trofei e riconoscimenti. Le gare e i campionati, sebbene importanti per misurare le abilità tecniche, hanno talvolta oscurato l’essenza stessa delle arti marziali. La ricerca del successo a tutti i costi ha portato molti praticanti a concentrarsi esclusivamente sulla vittoria, trascurando gli insegnamenti filosofici e morali che sono alla base del karate e di altre discipline marziali.

Hiroshi Shirai ha sempre sottolineato l’importanza dell’autodifesa e della crescita personale nel karate, criticando la tendenza a focalizzarsi solo sulle competizioni. La sua visione del karate come arte marziale completa, che include sia l’aspetto fisico che quello mentale e spirituale, è un monito per tutti noi a non perdere di vista ciò che rende il karate una disciplina unica e preziosa.

 

F. Dore

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