Il sistema di insegnamento proposto da Funakoshi Gichin in Giappone negli anni ’30 del XX secolo, non trovava affatto il favore dei suoi giovani allievi, né nello spirito, né nella sua forma tecnica, troppo vicina ai suoi originali cinesi. Il maestro che, all’epoca, aveva più di sessant’anni, non fu capace, o perlomeno rifiutò, di adattarsi. Suo figlio, Yoshitaka, a partire dal 1938 si mise a capo dell’evoluzione dello stile, introdotto nel 1922 da suo padre. Yoshitaka, che aveva una forte personalità e il cui orgoglio ferì numerosi discepoli formati dal padre (a cominciare da Otsuka Hironori che preferì abbandonare lo Shotokan per fondare il Wado-ryu), voltò le spalle all’insegnamento di suo padre (era quello dello Shuri-te
di Itosu Yasutsune per ricollegarsi a quello di Azato Anko il cui stile (anch’esso Shuri-te) era fortemente impregnato di elementi tecnici e spirituali della scuola giapponese di sciabola Jigen-ryu di cui Azato era ugualmente esperto. Da qui le posizioni basse, i movimenti soprattutto di schivata, un forte senso del Kime, tutti aspetti che, per il loro marcato senso marziale, costituivano un elemento di rottura rispetto al Karate educativo di Itosu che voleva trasmettere Funakoshi Gichin. Si sa però che quest’ultimo era stato allievo di Azato più a lungo di quanto lo fosse stato di Itosu, per cui questo suo percorso procedeva da una scelta. Si ritiene, tuttavia, che, formato alle tecniche del Jigen-ryu da Azato, egli non volesse trasmetterle che a suo figlio (che non poteva averne avuto conoscenza da altre fonti).
L’evoluzione dello stile Shotokan, attribuito al «genio» di Yoshitaka, probabilmente non fu altro che un ritorno alle concezioni di Azato, fortemente impregnate dell’etica dei Samurai (e che non esistevano nelle scuole rimaste vicine alle loro fonti cinesi). Questo perché Yoshitaka, aveva subito la pressione esercitata dal governo militare giapponese, in misura sempre maggiore, sulle scuole di arti marziali del Paese a partire dal 1935. Il governo militare era interessato a che vi si formassero dei combattenti fedeli e capaci di arrivare fino al sacrificio supremo per la sicurezza della nazione, così Yoshitaka fece proprio l’orientamento verso il combattimento di una pratica che alla fine lo portò a formare delle unità d’urto destinate a ogni forma di combattimento ravvicinato, allontanandosi di molto dalle motivazioni di suo padre. Yoshitaka morì nel 1945, in seguito a una tubercolosi. Suo padre, allora molto anziano, non riprese più la direzione del suo stile Shotokan.
Fonte; Enciclopedia delle Arti Marziali – LUNI EDITRICE
a cura di Francesco Dore