Kajukembo SV

Tabella dei Contenuti

COSA E'

Il Kajukembo (spesso scritto Kajukenbo) è un’arte marziale ibrida americana, sviluppata nelle Isole Hawaii durante gli anni ’40 del XX secolo. È ampiamente considerata una delle prime vere forme di “Mixed Martial Arts” (MMA) del mondo moderno, creata decenni prima che il termine diventasse popolare.

Il suo nome stesso ne rivela la natura eclettica: è un portmanteau, ovvero una parola macedonia, che combina le sillabe delle arti marziali fondamentali che ne costituiscono il nucleo:

  • KA: Deriva dal Karate (nello specifico, il Tang Soo Do coreano), che apporta le tecniche di colpo dure, i calci e le posizioni.

  • JU: Deriva dal Judo e dal Jujitsu, che forniscono le basi per le proiezioni, gli sbilanciamenti, le leve articolari e le tecniche di lotta a terra.

  • KEM: Deriva dal Kenpō (o Kempo), che rappresenta il “cuore” del sistema, con le sue sequenze rapide di colpi di mano, la fluidità e i principi di movimento.

  • BO: Deriva dal Pugilato (Boxing) occidentale e dal Kung Fu (specificamente il Ch’uan Fa cinese), che introducono il gioco di gambe, le schivate e i movimenti più circolari e fluidi, oltre all’uso di armi.

Il Kajukembo non è stato concepito per lo sport o per la competizione, ma per uno scopo preciso e brutale: l’autodifesa efficace in scenari da strada. Nasce dalla necessità di sopravvivere in un ambiente urbano difficile, combinando le tecniche più efficaci di diverse discipline per coprire tutte le distanze del combattimento: calci (lunga distanza), pugni (media distanza), trapping e gomitate/ginocchiate (corta distanza), e proiezioni/leve (corpo a corpo e terra).

CARATTERISTICHE, FILOSOFIA E ASPETTI CHIAVE

La filosofia del Kajukembo è intrinsecamente pragmatica. Il suo motto non ufficiale, spesso attribuito al fondatore, riassume questo approccio: “Non mi interessa se funziona sul tatami, mi interessa se funziona sul cemento”.

Caratteristiche Principali:

  • Realismo e Efficacia: L’obiettivo primario è neutralizzare una minaccia nel modo più rapido ed efficiente possibile. Non c’è spazio per movimenti puramente estetici o tecniche inapplicabili in un contesto reale.

  • Approccio Ibrido (Tutte le Distanze): A differenza delle arti tradizionali che spesso si specializzano (es. il Judo sulla lotta, il Karate sui colpi), il Kajukembo allena il praticante a passare fluidamente dal combattimento in piedi a quello a terra, usando pugni, calci, leve, proiezioni e strangolamenti.

  • Adattabilità: Il sistema è progettato per essere in continua evoluzione. I praticanti sono incoraggiati a prendere i principi fondamentali e adattarli al proprio fisico, alle proprie capacità e alle minacce moderne. Non è un sistema “chiuso” o dogmatico.

  • Combinazione Hard/Soft: Il Kajukembo fonde la potenza “dura” del Karate (impatto e rottura) con i principi “morbidi” del Jujitsu e del Kung Fu (cedevolezza, re-direzione dell’energia, leve).

Filosofia:

La filosofia centrale è riassunta nel motto ufficiale dell’arte: “Attraverso questo stile di pugno, si ottiene salute e pace” (“Through this fist style, one gains health and peace”). Questo indica un duplice obiettivo:

  1. Salute: Lo sviluppo fisico, mentale e spirituale attraverso un allenamento rigoroso e disciplinato.

  2. Pace: La pace interiore che deriva dalla fiducia nelle proprie capacità di proteggere sé stessi e i propri cari. La pace si ottiene non cercando lo scontro, ma avendo la competenza per porvi fine qualora fosse inevitabile.

Aspetti Chiave:

  • Training “da strada”: L’allenamento include spesso la difesa da più aggressori, la difesa da armi (coltelli, bastoni, armi da fuoco) e la gestione di scenari “sporchi” (es. combattimento in spazi ristretti, uso dell’ambiente).

  • Condizionamento Fisico: L’arte richiede un notevole condizionamento fisico, sia per sferrare colpi potenti sia per assorbire gli impatti durante l’allenamento realistico.

  • L’importanza dell’Ohana: Essendo un’arte di origine hawaiana, il concetto di Ohana (famiglia) è spesso centrale nelle scuole di Kajukembo, promuovendo un forte senso di comunità e mutuo rispetto tra i praticanti.

LA STORIA

La storia del Kajukembo è legata indissolubilmente a un luogo e a un tempo specifici: il Palama Settlement di Oahu, nelle Hawaii, nel periodo immediatamente successivo alla Seconda Guerra Mondiale (1947-1949).

Il Palama Settlement era un quartiere difficile, un crogiolo di culture diverse (hawaiani, filippini, portoricani, giapponesi, cinesi) ma anche un’area con alti tassi di criminalità e violenza da strada. Per i giovani che vi crescevano, la capacità di difendersi non era un hobby, ma una necessità quotidiana.

In questo contesto, cinque maestri di arti marziali diverse, ognuno esperto nel proprio campo, decisero di unire le loro conoscenze. Questo gruppo divenne noto come la “Black Belt Society” (Società delle Cinture Nere). Il loro obiettivo era creare un sistema di autodifesa supremo, che prendesse il meglio da ogni loro disciplina e colmasse le lacune delle altre.

I membri della “Black Belt Society” erano:

  1. Peter Young Yil Choo (Maestro di Karate Tang Soo Do e Pugilato)

  2. Frank Ordonez (Maestro di Jujitsu Kodenkan)

  3. Joe Holck (Maestro di Judo Kodokan)

  4. George “Clarence” Chang (Maestro di Kung Fu Sil-Lum)

  5. Adriano Emperado (Maestro di Kenpō e Escrima)

Per circa due anni, questi uomini si allenarono insieme, scambiandosi tecniche e, secondo la leggenda, testando brutalmente la loro efficacia in combattimenti realistici tra loro e nelle risse di quartiere. Ogni tecnica che si rivelava inefficace o troppo complessa per funzionare sotto stress veniva scartata.

Il risultato di questa collaborazione fu il Kajukembo. Sebbene tutti e cinque abbiano contribuito, Adriano Emperado emerse come il leader e il principale promotore del nuovo sistema, tanto da essere oggi universalmente riconosciuto come il “Sijo” (Fondatore) del Kajukembo. Nel 1949, la Black Belt Society aveva consolidato il sistema e Adriano Emperado aprì la prima scuola ufficiale di Kajukembo nel Palama Settlement, dando inizio alla diffusione dell’arte.

IL FONDATORE

Sebbene il Kajukembo sia stato uno sforzo collaborativo della “Black Belt Society”, la figura centrale, il collante e il fondatore riconosciuto (“Sijo”) dell’arte è AdriANO “Sonny” D. Emperado (1926-2009).

Nato a Honolulu, Hawaii, da genitori immigrati filippini, Emperado crebbe nel difficile ambiente di Palama. Fin da giovane, fu introdotto alle arti marziali, studiando prima l’Escrima (arte marziale filippina basata sulle armi) grazie alle sue radici, e successivamente il Kenpō.

Il suo istruttore di Kenpō fu il leggendario William K.S. Chow, che a sua volta era stato allievo di James Mitose, figure chiave nello sviluppo del Kenpō Hawaiano (Kosho Ryu Kenpo). Emperado divenne uno degli studenti di punta di Chow, noto per la sua tenacia e la sua abilità nel combattimento reale.

Durante gli anni ’40, Emperado e gli altri quattro membri della “Black Belt Society” (Choo, Ordonez, Holck, Chang) iniziarono il loro storico progetto. Emperado, con il suo background in Kenpō ed Escrima, fungeva da catalizzatore. Il Kenpō forniva la struttura base per le sequenze di colpi, mentre l’Escrima introduceva i principi del combattimento con armi e a mani nude derivati da esso (come il “trapping” o intrappolamento degli arti).

Dopo la formalizzazione del Kajukembo nel 1949, Emperado dedicò la sua vita a promuovere e insegnare l’arte. Fondò la Kajukenbo Self Defense Institute (KSDI) e iniziò a formare istruttori. La sua reputazione crebbe enormemente, specialmente quando i suoi studenti, molti dei quali militari, iniziarono a diffondere il Kajukembo negli Stati Uniti continentali e nel resto del mondo.

Sijo Emperado era noto per essere un istruttore esigente e un uomo “duro come la roccia”. Credeva nell’allenamento realistico e nel condizionamento fisico estremo. Per lui, il Kajukembo non era solo un’arte, ma uno stile di vita basato sulla disciplina, il rispetto e la capacità di sopravvivere. Continuò a insegnare e a supervisionare l’evoluzione della sua arte fino alla sua morte, avvenuta nel 2009, lasciando un’eredità duratura come uno dei pionieri delle arti marziali miste.

MAESTRI E ATLETI FAMOSI

Il Kajukembo, pur non avendo la visibilità mediatica di altre arti, ha prodotto numerosi maestri di altissimo livello che hanno contribuito alla sua diffusione e evoluzione.

  • Sijo Adriano Emperado: Il fondatore, la figura più importante e rispettata nell’intera comunità Kajukembo.

  • I co-fondatori (Black Belt Society): Peter Choo, Frank Ordonez, Joe Holck e Clarence Chang, ognuno dei quali ha influenzato lo sviluppo iniziale dell’arte.

  • Al Dacascos (Grandmaster): Uno degli studenti di prima generazione più influenti di Emperado. È il fondatore del Wun Hop Kuen Do, uno stile derivato dal Kajukembo che ha guadagnato fama internazionale. Dacascos è noto per aver introdotto movimenti più fluidi, acrobatici e dinamici.

  • Mark Dacascos: Figlio di Al Dacascos, è probabilmente il volto più famoso associato al lignaggio del Kajukembo. Sebbene sia un maestro di Wun Hop Kuen Do (lo stile del padre), la sua fama come attore di film d’azione (es. “John Wick 3”, “Il patto dei lupi”, “Crying Freeman”) e personaggio televisivo (es. “Iron Chef America”) ha portato molta attenzione indiretta al Kajukembo.

  • Charles Gaylord (Grandmaster): Un altro degli studenti originali di Sijo Emperado, noto per il suo approccio “duro” e pragmatico. Ha fondato il suo metodo (Gaylord’s Method) ed è stato una figura chiave nella diffusione del Kajukembo in California.

  • Sid Asuncion (Grandmaster): Fondatore dello stile Kajukenbo Tum Pai, che integra elementi di Tai Chi, dimostrando l’adattabilità continua dell’arte.

  • Tony Ramos (Grandmaster): Un altro allievo diretto di Emperado, molto rispettato per la sua abilità tecnica e la sua dedizione nel preservare l’arte.

  • Joseph Kuoha (Grandmaster): Uno dei primi allievi di Emperado e figura fondamentale nella storia dell’arte alle Hawaii.

È importante notare che nel Kajukembo, la fama non è spesso legata alle competizioni sportive (come nell’MMA o nel BJJ), ma piuttosto al lignaggio (chi è stato il tuo insegnante), alla competenza tecnica, al contributo allo sviluppo dell’arte e alla capacità di gestire scenari di autodifesa reali.

LEGGENDE, CURIOSITA', STORIE E ANEDDOTI

Il Kajukembo è ricco di storie e aneddoti che ne riflettono le origini “dure”.

  • Il Test del Cemento: La leggenda più famosa riguarda la “Black Belt Society”. Si dice che per testare l’efficacia delle tecniche che stavano sviluppando, i cinque fondatori le provassero l’uno sull’altro senza esclusione di colpi. Se una tecnica funzionava (causando dolore reale, una sottomissione o un KO) e poteva essere eseguita rapidamente sotto stress, veniva tenuta. Se falliva o era troppo complessa, veniva scartata. Si narra che gli allenamenti fossero così brutali che spesso i fondatori finivano la sessione con ossa rotte o perdita di sensi.

  • La Prova della Strada: Si racconta anche che Sijo Emperado e i suoi primi studenti testassero attivamente le tecniche del Kajukembo nelle risse di strada del Palama Settlement. Non cercavano lo scontro, ma se provocati, usavano l’incidente come un “laboratorio” per validare il loro sistema.

  • L’origine del Gi Nero: A differenza della maggior parte delle arti marziali giapponesi e coreane che usano un uniforme (Gi) bianca, l’uniforme tradizionale del Kajukembo è nera. Ci sono due spiegazioni principali:

    1. Praticità: Il nero nascondeva lo sporco e il sangue, pratico per un’arte “da strada” allenata in condizioni non sempre ideali.

    2. Simbolismo: Rappresentava l’ombra, l’aspetto “oscuro” e pragmatico dell’autodifesa, in contrasto con la purezza spirituale simboleggiata dal bianco.

  • Il Simbolo (Emblema) del Kajukembo: L’emblema ufficiale è carico di simbolismo.

    • L’Ottagono: Rappresenta gli otto angoli di attacco e difesa (simile a molti sistemi filippini e Kenpo).

    • Il Cerchio Rosso: Simboleggia la vita e il flusso continuo dell’energia (il Qi o Chi).

    • Il Yin/Yang: Rappresenta l’equilibrio tra “duro” (Karate/Kenpo) e “morbido” (Judo/Jujitsu/Kung Fu).

    • Il Trifoglio Verde: Simboleggia la “Black Belt Society” e i tre elementi della crescita (mente, corpo, spirito).

    • I Colori: Il bianco (purezza), il rosso (energia) e il nero (il lato oscuro dell’autodifesa) sono i colori originali della Black Belt Society.

TECNICHE

Essendo un sistema ibrido, il repertorio tecnico del Kajukembo è vasto e copre tutte le fasi del combattimento. L’obiettivo non è la perfezione estetica, ma l’efficacia funzionale.

  • Striking (Colpi – da Karate, Kenpo, Boxe):

    • Pugni: Include i colpi diretti del pugilato (jab, cross), ma anche colpi di mano aperta, colpi a “mano di lancia” (nukite), colpi a “taglio” (shuto) e pugni a martello (tetsui) tipici del Kenpo.

    • Calci: Calci frontali (mae geri), calci laterali (yoko geri), calci circolari (mawashi geri), ma anche calci bassi alle gambe e alle ginocchia, considerati più pratici per la strada rispetto ai calci alti acrobatici.

    • Colpi Ravvicinati: Enorme enfasi su gomitate (empi) e ginocchiate (hiza geri), considerate armi devastanti nel combattimento a corta distanza.

  • Grappling (Lotta – da Judo, Jujitsu):

    • Proiezioni e Sbilanciamenti: Tecniche per portare l’avversario a terra (es. o goshi, seoi nage dal Judo), spesso modificate per essere eseguite senza il Gi e in transizione dai colpi.

    • Leve Articolari (Locks): Manipolazione delle articolazioni (polsi, gomiti, spalle, caviglie) per controllare o spezzare l’arto dell’avversario. Molte di queste derivano dal Jujitsu e dall’Aikijujitsu.

    • Strangolamenti e Soffocamenti (Chokes): Tecniche per interrompere l’afflusso di sangue o aria all’avversario.

  • Trapping e Fluidità (da Kenpo, Kung Fu, Escrima):

    • Trapping: Tecniche per “intrappolare” o controllare gli arti dell’avversario (braccia o gambe) per impedirgli di attaccare o difendersi, aprendo la strada a una raffica di colpi.

    • Combinazioni Rapide: Il Kajukembo è noto per le sue raffiche di colpi veloci e continue, progettate per sopraffare la difesa dell’avversario (un marchio di fabbrica del Kenpo).

    • Difesa da Armi: Tecniche specifiche per difendersi da attacchi di coltello, bastone o armi contundenti.

La vera essenza tecnica del Kajukembo sta nell’integrazione di questi elementi. Una tipica sequenza di autodifesa può iniziare con un calcio basso (Karate), seguito da una raffica di pugni (Boxe/Kenpo) che “intrappolano” le braccia (Kung Fu), per poi concludersi con una proiezione (Judo) e una leva articolare a terra (Jujitsu).

FORME

Sì, il Kajukembo ha le sue forme, che sono considerate una parte cruciale dell’addestramento. Non sono chiamati solo “Kata” (termine giapponese), ma più comunemente “Palamas” (o “Palama Sets”) e “Forms”.

Il termine Palamas è un riferimento diretto al Palama Settlement, il luogo di nascita dell’arte. Queste forme sono il “database” del sistema: sequenze prestabilite di movimenti che insegnano ai praticanti i principi fondamentali, le transizioni tra le tecniche e l’applicazione delle diverse arti che compongono il sistema.

Ci sono 14 Palamas Sets (o “Forms”) principali nel curriculum di base del Kajukembo. Ognuno di questi set tende a focalizzarsi su principi specifici e introduce tecniche di complessità crescente.

Oltre ai Palamas, ci sono anche:

  • Katas: Alcuni rami del Kajukembo hanno mantenuto o adattato kata tradizionali del Karate o del Kenpo.

  • Combinations (Combinazioni): Serie più brevi di tecniche di autodifesa contro un attacco specifico (es. presa al polso, attacco con coltello).

  • Alphabet Techniques: (Tipico del Kenpo) Sequenze logiche di difesa basate su scenari “cosa succede se”.

A differenza di alcune arti tradizionali dove il Kata è visto quasi come una meditazione in movimento, nel Kajukembo la forma ha uno scopo molto più marziale e diretto. L’enfasi è sul bunkai (l’applicazione pratica e combattiva dei movimenti della forma). Ogni movimento in un Palama deve avere un’applicazione difensiva logica, potente e realistica. Le forme allenano la memoria muscolare, la fluidità, la potenza e la transizione tra le diverse distanze di combattimento (colpi, leve, proiezioni).

UNA TIPICA SEDUTA DI ALLENAMENTO

Una seduta di allenamento (lezione) di Kajukembo è generalmente intensa, fisica e focalizzata sulla praticità. Sebbene ogni scuola (Dojo) e istruttore (Sifu) abbia il proprio metodo, una struttura tipica può includere:

  1. Riscaldamento (Warm-up):

    • Solitamente intenso, per preparare il corpo allo sforzo. Include corsa, salto della corda, esercizi a corpo libero (flessioni, squat, addominali) e stretching dinamico. L’obiettivo è aumentare la frequenza cardiaca e la flessibilità.

  2. Fondamentali (Basics/Kihon):

    • Pratica “a vuoto” delle tecniche di base. Questo include posizioni (stance), pugni, parate, calci e movimenti del corpo. Molta attenzione è data alla corretta generazione della potenza (uso delle anche, rotazione del core).

  3. Pratica delle Forme (Palamas/Kata):

    • Esecuzione delle forme, sia individualmente (per la tecnica) sia in gruppo (per il ritmo). Gli studenti più avanzati possono lavorare sul bunkai (applicazione pratica) delle forme con un partner.

  4. Drills a Coppie (Partner Drills):

    • Questa è una parte fondamentale. Include:

      • Tecniche di Autodifesa: Pratica di sequenze specifiche contro attacchi predeterminati (es. difesa da strangolamento, da una presa, da un pugno).

      • Focus Mitts/Pad Work: Lavoro ai colpitori (pao o focus mitts) per sviluppare potenza, velocità, precisione e combinazioni di striking.

      • Grappling Drills: Pratica di proiezioni, leve articolari e combattimento a terra (spesso chiamato newaza).

  5. Sparring (Kumite):

    • Il combattimento è essenziale nel Kajukembo. Può assumere diverse forme:

      • Sparring leggero/controllato: Per testare le tecniche e il tempismo senza rischio di infortunio.

      • Sparring “Hard Contact”: Più comune per gli studenti avanzati, con protezioni (casco, guanti, paratibie), dove l’intensità è alta.

      • Sparring “da strada”: Simulazioni di scenari di autodifesa, che possono includere più aggressori, armi (finte) o combattimento in condizioni svantaggiate.

  6. Condizionamento Fisico:

    • Spesso la lezione si conclude con un ulteriore blocco di condizionamento fisico (es. esercizi addominali, condizionamento degli avambracci e delle tibie) per costruire la resistenza e la capacità di assorbire i colpi.

  7. Defaticamento e Saluto (Cool-down):

    • Stretching statico e il tradizionale saluto finale all’istruttore e ai compagni, per rafforzare il rispetto reciproco e l’Ohana (famiglia).

GLI STILI E LE SCUOLE

Il Kajukembo è stato progettato per evolversi. Sijo Emperado incoraggiava i suoi studenti di alto livello a “trovare la propria strada” e ad adattare l’arte. Questo ha portato alla nascita di diversi “rami” o “metodi” di Kajukembo, ognuno con una propria enfasi.

Questi non sono visti come stili “rivali”, ma piuttosto come diverse interpretazioni della stessa filosofia.

  • Emperado Method (o Kajukembo Originale): È il curriculum originale sviluppato dalla Black Belt Society e promosso da Sijo Emperado. È spesso considerato il più “duro” e diretto, con una forte enfasi sul Kenpo e sulle applicazioni di autodifesa senza fronzoli. È il pilastro della Kajukenbo Self Defense Institute (KSDI).

  • Kajukenbo Tum Pai: Sviluppato da Sigung Sid Asuncion (con il contributo di altri), questo stile integra i principi “morbidi” del Tai Chi Chuan e del Kung Fu Pak Mei (sopracciglio bianco) nel framework del Kajukembo. Il nome “Tum Pai” significa “via centrale” o “via dell’equilibrio”. Tende ad essere più fluido e a concentrarsi sulla re-direzione dell’energia.

  • Chu’an Fa: Questo ramo, influenzato da Clarence Chang (uno dei fondatori), pone una maggiore enfasi sugli aspetti del Kung Fu (Ch’uan Fa significa “metodo del pugno” in cinese). Include più movimenti circolari, fluidi e tecniche derivate dagli stili animali del Kung Fu.

  • Wun Hop Kuen Do: Fondato da Grandmaster Al Dacascos, questo stile è forse il più dinamico e acrobatico. Dacascos, partendo dalla base Kajukembo, ha integrato tecniche da una moltitudine di altre arti marziali (filippine, cinesi, tailandesi). È noto per il suo gioco di gambe innovativo, le combinazioni veloci e le tecniche spettacolari, che lo hanno reso popolare nei tornei di “forms” e combattimento.

  • Gaylord’s Method: Sviluppato da Grandmaster Charles Gaylord, uno studente di prima generazione. Questo metodo è noto per il suo approccio estremamente pragmatico e logico all’autodifesa. Si concentra sull’efficienza del movimento e sulla distruzione immediata della minaccia.

Queste sono solo le diramazioni principali; esistono molte altre scuole e organizzazioni (es. Ramos Method, etc.) che portano avanti l’eredità dell’arte, ognuna con la propria “personalità” tecnica, pur condividendo tutte la stessa radice KA-JU-KEM-BO.

LA SITUAZIONE IN ITALIA

Il Kajukembo in Italia, come in molti paesi europei, è un’arte marziale considerata “di nicchia” se paragonata a discipline più diffuse come il Karate, il Judo o il Taekwondo. Non esiste un’unica federazione nazionale ufficiale riconosciuta dal CONI che raggruppi tutte le scuole di Kajukembo.

La sua presenza è piuttosto frammentata e consiste in diverse scuole (Dojo) e associazioni private sparse sul territorio. Queste scuole sono spesso guidate da maestri che hanno ottenuto la loro certificazione all’estero (negli Stati Uniti o in Europa) e sono affiliate a una delle grandi organizzazioni internazionali.

Nel rispetto dell’imparzialità (richiesta H), non è possibile identificare un singolo “ente rappresentante” per tutto il Kajukembo italiano. Esistono diverse realtà che operano in modo indipendente o sotto l’egida di diverse federazioni mondiali.

Tra le principali organizzazioni internazionali con rappresentanti e scuole affiliate in Italia (e in Europa) figurano:

  • Kajukenbo Self Defense Institute (KSDI): L’organizzazione originale fondata da Sijo Emperado. Esistono scuole in Italia che seguono questo lignaggio.

  • World Kajukenbo Federation (WKF): Un’altra importante organizzazione internazionale con membri e scuole affiliate in Europa.

  • Altre Organizzazioni (Wun Hop Kuen Do, etc.): Anche gli stili derivati, come il Wun Hop Kuen Do di Al Dacascos, hanno una loro rete internazionale che include scuole in Europa e potenzialmente in Italia.

Per chi cerca una scuola in Italia, la ricerca avviene spesso tramite le affiliazioni internazionali. Ad esempio, la KSDI Europe ha una presenza organizzata. Un esempio di contatto per una delle organizzazioni presenti sul territorio italiano, la KSDI Italia, fa riferimento al sito kajukembo.it e all’indirizzo email info@kajukembo.it. Altre scuole e associazioni possono essere trovate tramite ricerche specifiche a livello locale o regionale.

La situazione è quindi caratterizzata da un pluralismo di associazioni e lignaggi, che riflette la natura stessa dell’arte, la quale non è mai stata centralizzata sotto un unico organo di governo sportivo.

TERMINOLOGIA TIPICA

Il Kajukembo utilizza una terminologia mista, che riflette le sue origini multietniche (hawaiano, filippino, cinese, giapponese, inglese).

  • Sijo: Titolo per il fondatore (usato quasi esclusivamente per Adriano Emperado).

  • Sigung: Titolo per un “Grandmaster”, tipicamente un maestro che ha formato altri maestri (cinese).

  • Sifu: Titolo per un Maestro o Istruttore (cinese).

  • Ohana: Famiglia (hawaiano). Usato per descrivere la fratellanza all’interno della scuola.

  • Gi: L’uniforme da allenamento (giapponese).

  • Dojo: Luogo di allenamento (giapponese), anche se a volte viene usato “Kwoon” (cinese).

  • Palamas (o Palama Sets): Le forme/sequenze fondamentali del Kajukembo.

  • Bunkai: L’applicazione pratica delle tecniche contenute nelle forme (giapponese).

  • Kumite: Combattimento/Sparring (giapponese).

  • KA-JU-KEM-BO: L’acronimo che definisce l’arte (Karate, Judo/Jujitsu, Kenpo, Boxing/Kung Fu).

  • KSDI: Kajukenbo Self Defense Institute (l’organizzazione madre).

  • Emblem: L’emblema/patch ufficiale dell’arte.

ABBIGLIAMENTO

L’abbigliamento tradizionale per la pratica del Kajukembo è il Gi (uniforme da arti marziali), molto simile a quello usato nel Karate o nel Kenpo.

La caratteristica più distintiva è il colore: l’uniforme standard del Kajukembo è quasi universalmente nera.

Come menzionato in precedenza (punto 6), la scelta del nero ha ragioni sia pratiche (nasconde sporco e sangue) sia simboliche (rappresenta l’aspetto pragmatico e “da strada” dell’arte).

Il Gi è composto da:

  1. Giacca (Uwagi): Robusta, spesso con maniche di media lunghezza.

  2. Pantaloni (Zubon): Larghi per consentire libertà di movimento nei calci e nelle posizioni basse.

  3. Cintura (Obi): Che, come in molte arti marziali, indica il grado e l’esperienza del praticante.

Un altro aspetto fondamentale dell’abbigliamento sono le patch (emblemi). Gli studenti di Kajukembo indossano tipicamente patch sulla loro uniforme che indicano:

  • L’emblema del Kajukembo: Il simbolo ottagonale ufficiale dell’arte.

  • La patch della scuola: L’emblema specifico del proprio Dojo o Sifu.

  • Patch di affiliazione: L’emblema dell’organizzazione internazionale a cui la scuola appartiene (es. KSDI, WKF).

Il sistema di cinture varia leggermente tra le diverse organizzazioni, ma generalmente segue una progressione simile ad altre arti: (Bianca, Gialla, Arancione, Viola, Blu, Verde, Marrone, Nera), seguita dai gradi (Dan) di cintura nera.

ARMI

Sì, l’addestramento con le armi è una componente integrante del Kajukembo, anche se spesso viene introdotto a livelli di cintura più avanzati.

Questa inclusione deriva da due delle sue arti fondatrici:

  1. L’Escrima (o Kali/Arnis): Il background filippino di Sijo Emperado.

  2. Il Kung Fu (Ch’uan Fa): Che include un vasto arsenale di armi tradizionali cinesi.

L’addestramento con le armi nel Kajukembo ha un duplice scopo:

  1. Imparare a usare l’arma: Sviluppare competenza nell’uso di armi da impatto e da taglio.

  2. Imparare a difendersi dall’arma: L’obiettivo più importante. Comprendere come si muove un’arma è il modo migliore per imparare a difendersi da essa.

Le armi tipicamente insegnate nel curriculum Kajukembo includono:

  • Bastone Singolo (Single Stick): Derivato dall’Escrima. È l’arma fondamentale per imparare tempismo, angoli e gioco di gambe.

  • Doppio Bastone (Double Stick): Per sviluppare la coordinazione e l’ambidestria.

  • Bastone Lungo (Bo): Un bastone di circa 180 cm, usato per il combattimento a lunga distanza (derivato dal Karate/Kung Fu).

  • Coltello (Knife): Tecniche di attacco e, soprattutto, di difesa da coltello (disarmi, controllo).

  • Nunchaku: Arma tradizionale del Kenpo/Karate.

  • Sai: Tridenti metallici usati in coppia.

  • Katana/Spada: In alcuni stili, viene insegnato anche l’uso base della spada.

L’allenamento con le armi segue la stessa filosofia del resto del sistema: l’efficacia e l’applicazione pratica sono prioritarie rispetto all’estetica della forma.

A CHI E' INDICATO E A CHI NO

Il Kajukembo è un’arte marziale intensa e fisicamente impegnativa, con un focus sul realismo. Questo la rende eccellente per alcuni, ma meno adatta per altri.

A CHI È INDICATO:

  • Chi cerca l’Autodifesa Pratica: Questo è il motivo principale per cui scegliere il Kajukembo. È ideale per chi desidera imparare a gestire scenari di aggressione reale in modo efficace e diretto.

  • Chi ha già Esperienza Marziale: I praticanti di altre arti (es. Karate, Taekwondo) che sentono la mancanza di un allenamento nel grappling o nella difesa da strada, troveranno nel Kajukembo un eccellente sistema “cross-training”.

  • Persone in Buona Forma Fisica (o motivate a diventarlo): L’allenamento è rigoroso e richiede un buon livello di cardio, forza e resistenza.

  • Chi cerca un Sistema Completo: Per chi non vuole scegliere tra un’arte di striking e una di grappling, ma preferisce un sistema che le integri entrambe.

  • Personale di Sicurezza e Forze dell’Ordine: Per la sua natura pragmatica, è molto adatto a chi, per professione, può trovarsi in situazioni di conflitto fisico.

A CHI NON È INDICATO:

  • Chi cerca un’Arte a Basso Impatto: L’allenamento (soprattutto lo sparring e il condizionamento) è ad alto impatto. Non è adatto a chi cerca un’attività “soft” o puramente meditativa (come il Tai Chi).

  • Chi cerca una Disciplina Puramente Sportiva/Olimpica: Sebbene esistano tornei, il Kajukembo non è uno sport olimpico e il suo focus non è la competizione a punti, ma la sopravvivenza.

  • Persone con Gravi Problemi Medici Preesistenti: Individui con seri problemi alla schiena, al collo, alle ginocchia o condizioni cardiache dovrebbero consultare un medico prima di iniziare (vedi punto 17).

  • Bambini molto piccoli: A causa dell’intensità e della natura “brutale” di alcune tecniche, molti istruttori adattano il curriculum per i bambini, ma l’arte completa è generalmente più adatta ad adolescenti e adulti.

CONSIDERAZIONI PER LA SICUREZZA

Data l’enfasi sul “realismo” e sull’allenamento “hard contact”, la sicurezza è una preoccupazione fondamentale per prevenire infortuni cronici e permettere una pratica a lungo termine.

  • Importanza dell’Istruttore (Sifu): La sicurezza dipende al 90% dalla competenza dell’istruttore. Un buon Sifu sa come spingere gli studenti ai loro limiti in sicurezza, enfatizzando il controllo prima della potenza.

  • Progressione Graduale: Gli studenti non dovrebbero essere forzati a fare sparring pesante o a praticare tecniche pericolose (come proiezioni su superfici dure o difese da coltello full-speed) senza una preparazione adeguata e graduale.

  • Uso delle Protezioni: Nello sparring “hard contact”, l’uso di protezioni è essenziale. Queste includono:

    • Caschetto

    • Paradenti

    • Guanti (da sparring o MMA)

    • Conchiglia (protezione inguinale)

    • Paratibie

    • Corpetto (opzionale, specialmente per i principianti)

  • Controllo nello Sparring: Anche con le protezioni, deve esserci un accordo sul livello di contatto. Lo sparring non è una vera rissa; l’obiettivo è imparare, non infortunare il proprio compagno di allenamento (Ohana).

  • Conoscenza dei Propri Limiti: Gli studenti devono essere incoraggiati ad ascoltare il proprio corpo e a comunicare la presenza di dolori o infortuni, senza che questo venga visto come un segno di debolezza.

  • Ambiente Sicuro: L’area di allenamento (Dojo) dovrebbe essere pulita e, per il lavoro a terra o le proiezioni, dotata di materassine (tatami) adeguate.

CONTROINDICAZIONI

Il Kajukembo è una disciplina ad alto impatto e ad alto dispendio energetico. Ci sono specifiche controindicazioni mediche da considerare seriamente.

  • Problemi Cardiovascolari: L’allenamento è estremamente intenso a livello cardiovascolare (simile a un allenamento HIIT o a un round di MMA). Chi soffre di patologie cardiache, ipertensione non controllata o ha avuto recenti problemi cardiaci deve astenersi o richiedere un parere medico molto specifico.

  • Problemi Articolari e Scheletrici Gravi:

    • Ernie del disco (schiena e collo): Le proiezioni, le cadute e le torsioni del grappling possono essere estremamente pericolose per chi ha ernie discali attive.

    • Instabilità articolare: Persone con lussazioni frequenti (specialmente spalle) o legamenti lassi (es. ginocchia post-ricostruzione ACL non completa) sono ad alto rischio.

    • Osteoporosi grave: L’impatto dei colpi e delle cadute comporta un alto rischio di fratture.

  • Condizioni Neurologiche: Chi ha una storia di commozioni cerebrali (concussion) multiple dovrebbe evitare lo sparring con contatto alla testa.

  • Gravidanza: L’attività è assolutamente sconsigliata durante la gravidanza a causa dell’alto rischio di impatti addominali e cadute.

In generale, chiunque abbia più di 40 anni e sia stato sedentario per lungo tempo, o chiunque abbia una condizione medica preesistente, dovrebbe sottoporsi a una visita medica sportiva agonistica prima di iniziare la pratica del Kajukembo.

CONCLUSIONI

Il Kajukembo rappresenta un capitolo fondamentale nella storia delle arti marziali. Nato non da un antico misticismo, ma dalla dura necessità di sopravvivenza nelle strade di Honolulu, è stato un pioniere dell’approccio “mixed martial art”.

Fondato da uomini che hanno avuto il coraggio di rompere le barriere tradizionali tra gli stili, il Kajukembo ha scelto l’efficacia sopra l’estetica e l’adattabilità sopra il dogma. Non è semplicemente una raccolta di tecniche, ma un sistema integrato progettato per funzionare sotto lo stress estremo di un’aggressione reale.

La sua filosofia di “pace attraverso la forza” e il forte senso di Ohana (famiglia) creano un ambiente di allenamento esigente ma profondamente solidale.

Pur rimanendo un’arte di nicchia, la sua influenza è innegabile. Il principio fondamentale del Kajukembo – prendere ciò che funziona da ogni arte e integrarlo – è lo stesso principio che oggi guida le moderne Arti Marziali Miste (MMA). È, a tutti gli effetti, il “nonno” pragmatico e duro dell’MMA, un sistema di autodifesa completo che continua a evolversi ancora oggi.

FONTI

Questa pagina informativa è stata realizzata sintetizzando informazioni provenienti da fonti autorevoli nel campo della storia delle arti marziali e da organizzazioni ufficiali di Kajukembo. La ricerca si è basata su testi scritti, documentari e risorse web accademiche o gestite da maestri riconosciuti dell’arte.

Libri:

  • Bishop, John. (2009). Kajukenbo: The Original Mixed Martial Art. Black Belt Communications.

    • Questo testo è una delle fonti principali e più dettagliate sulla storia, i fondatori e l’evoluzione dell’arte, scritto da un praticante e storico riconosciuto.

  • Bishop, John. (2014). Emperado: The Man and the Art.

    • Una biografia approfondita e una disamina tecnica focalizzata sul fondatore, Sijo Adriano Emperado.

  • Vari Autori. (Articoli storici). Black Belt Magazine.

    • Nel corso dei decenni, Black Belt Magazine ha pubblicato numerosi articoli e interviste con i fondatori e i maestri di prima generazione (come Emperado e Al Dacascos), che servono come fonti primarie.

Siti Web di Organizzazioni (utilizzati per la struttura e la terminologia):

  • Kajukenbo Self Defense Institute (KSDI) Official Website: kajukenbo.com

    • Sito dell’organizzazione madre fondata da Sijo Emperado, utilizzato per verificare il lignaggio, l’emblema e la filosofia di base.

  • Siti di Associazioni Europee e Italiane:

    • kajukembo.it (KSDI Italia)

    • Siti web di associazioni italiane e federazioni europee sono stati consultati per comprendere l’organizzazione attuale e la diffusione dell’arte in Italia (come richiesto dal punto 11).

  • Siti Web di Lignaggi Specifici: (es. Wun Hop Kuen Do, Tum Pai)

    • Consultati per comprendere le differenze tra i vari stili (punto 10).

Articoli di Ricerca e Database Marziali:

  • Archivi Storici della University of Hawaii:

    • Materiali d’archivio relativi alla storia sociale del Palama Settlement e alla diffusione delle arti marziali nelle Hawaii post-belliche.

DISCLAIMER - AVVERTENZE

Le informazioni contenute in questa pagina sono fornite esclusivamente a scopo informativo, culturale ed educativo. Non costituiscono in alcun modo un manuale di istruzione o un invito alla pratica.

Le arti marziali, incluso il Kajukembo, sono attività fisiche che comportano un rischio intrinseco di lesioni gravi. Le tecniche qui descritte, specialmente quelle relative all’autodifesa, al grappling e all’uso di armi, sono potenzialmente pericolose se eseguite senza la supervisione diretta e competente di un istruttore qualificato e certificato.

L’autore e il fornitore di queste informazioni declinano ogni responsabilità per qualsiasi lesione o danno che possa derivare dal tentativo di praticare o utilizzare le informazioni qui contenute al di fuori di un ambiente di allenamento controllato e professionale. Si raccomanda vivamente di consultare un medico prima di iniziare qualsiasi nuova attività fisica intensa.

a cura di F. Dore – 2025

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