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COSA E'
Lo Yağlı güreş (pronunciato jaa-luh guresh), noto in Occidente come lotta nell’olio turca, non è semplicemente un’arte marziale nel senso moderno del termine, ma uno degli sport nazionali della Turchia e una delle forme di lotta più antiche e culturalmente significative al mondo. È una disciplina di lotta libera tradizionale in cui i contendenti, chiamati Pehlivan (eroe o campione), combattono completamente cosparsi di olio d’oliva.
Questo sport è intrinsecamente legato all’identità culturale turca, in particolare al leggendario torneo Kırkpınar, che si tiene annualmente a Edirne, in Turchia. Questo evento, riconosciuto dall’UNESCO come parte del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dal 2010, è considerato una delle competizioni sportive più antiche del mondo, con una storia che risale al XIV secolo.
La caratteristica distintiva dello Yağlı güreş è, ovviamente, l’olio. L’uso abbondante di olio d’oliva rende la presa (il grip) estremamente difficile, quasi impossibile. Di conseguenza, la lotta non si basa sulla pura frizione o sulla forza bruta applicata in modo convenzionale. Richiede invece una combinazione straordinaria di forza fisica, resistenza cardiovascolare, tecnica sopraffina, equilibrio e, soprattutto, intelligenza tattica. I lottatori devono trovare prese alternative, spesso infilando le mani all’interno dei pesanti pantaloni di pelle dell’avversario (il Kispet).
Gli incontri si svolgono all’aperto, su campi in erba, e sono accompagnati da musica tradizionale ottomana suonata da davul (grancasse) e zurna (un tipo di oboe), che scandiscono il ritmo del combattimento e delle cerimonie. Lo Yağlı güreş è una celebrazione della forza maschile (tradizionalmente è uno sport esclusivamente maschile), del coraggio e del rispetto per l’avversario e la tradizione.
CARATTERISTICHE, FILOSOFIA E ASPETTI CHIAVE
Lo Yağlı güreş è molto più di una competizione fisica; è un rituale denso di simbolismo, etica e tradizione. La filosofia alla base non è la violenza, ma la dimostrazione di forza (kuvvet), coraggio (cesaret), abilità (beceri) e moralità (ahlak).
Aspetti Chiave:
L’Olio (Yağ): È l’elemento equalizzatore. Annullando la presa facile, l’olio costringe i lottatori a fare affidamento sulla leva, sulla tecnica pura e sulla capacità di sfruttare gli indumenti dell’avversario. Simbolicamente, l’olio rappresenta la purezza e la difficoltà. La lotta diventa una sfida contro la scivolosità, che richiede pazienza e perseveranza.
Resistenza Estrema: Gli incontri, specialmente nelle finali del Kırkpınar, possono durare ore. Prima dell’introduzione di limiti di tempo moderni (generalmente 40 minuti, più eventuali supplementari), le finali potevano durare anche uno o due giorni, fino alla resa di uno dei due contendenti. Questo richiede un livello di condizionamento fisico quasi sovrumano.
Il Kispet: I pantaloni di pelle non sono solo un indumento, ma uno strumento tecnico. Gran parte delle tecniche avanzate consiste nell’infilare le mani e le braccia all’interno del kispet dell’avversario per ottenere una leva, sollevarlo o controllarlo.
Il Rapporto Maestro-Allievo (Usta-Çırak): La tradizione dello Yağlı güreş si tramanda attraverso un rigido sistema di apprendistato. L’allievo (çırak) deve mostrare assoluto rispetto e obbedienza al suo maestro (usta). L’usta non insegna solo le tecniche di lotta, ma anche l’etica (ahlak), il comportamento, il rispetto per gli anziani e per la tradizione. L’allievo serve il maestro, porta la sua borsa (zembil) e si occupa dell’olio, e in cambio riceve l’insegnamento.
Rispetto e Rituali: L’aspetto rituale è fondamentale. Prima del combattimento, i lottatori eseguono il Peşrev, un riscaldamento rituale simile a una danza (vedi punto 8). Si salutano reciprocamente, salutano il pubblico, i musicisti e il Cazgır (l’annunciatore). Il rispetto per l’avversario è assoluto; se un lottatore più anziano o un maestro viene sconfitto da uno più giovane, il vincitore bacia la mano del perdente in segno di rispetto.
Il Cazgır: È il “maestro di cerimonia” o annunciatore. Utilizzando rime tradizionali e poesie (chiamate mâni), introduce i pehlivan al pubblico, lodandone le virtù, la forza e la provenienza. È una figura centrale che collega il pubblico alla storia e all’etica dello sport, infiammando gli animi e mantenendo viva la tradizione orale.
La filosofia ultima è quella del Pehlivan, che non è solo un atleta, ma un “eroe”, un modello per la comunità. Deve essere umile nella vittoria, grazioso nella sconfitta, generoso, onesto e pio.
LA STORIA
Le radici dello Yağlı güreş affondano nelle antiche culture turciche dell’Asia Centrale, dove diverse forme di lotta tradizionale (güreş) erano praticate da millenni come addestramento militare e rito sociale. Con la migrazione delle tribù turche verso l’Anatolia e i Balcani, queste tradizioni si fusero con le culture locali.
Lo sviluppo formale dello Yağlı güreş è indissolubilmente legato all’Impero Ottomano e alla sua espansione in Europa. La leggenda (vedi punto 6) fa risalire la nascita del torneo Kırkpınar al 1361 circa, durante le prime campagne ottomane in Tracia (Rumelia), nei pressi di Edirne. Si dice che i soldati ottomani (i gazi, guerrieri della fede) praticassero la lotta per mantenersi in forma e testare il loro valore.
Durante l’Impero Ottomano, lo Yağlı güreş fu istituzionalizzato. I Sultani divennero grandi patroni di questo sport, sponsorizzando tornei e mantenendo lottatori di corte. Le Tekke (logge sufi, in particolare quelle dei Bektashi) giocarono un ruolo cruciale nella formazione spirituale e fisica dei pehlivan. Questi centri fungevano da “scuole” dove si allenava non solo il corpo ma anche il carattere, seguendo i principi mistici dell’Islam sufi.
Lottatori famosi (come Koca Yusuf) divennero eroi popolari e simboli della forza ottomana, viaggiando persino in Europa e in America alla fine del XIX secolo per sfidare i campioni di lotta greco-romana e catch wrestling, spesso dominandoli grazie alla loro incredibile forza e resistenza sviluppate nell’olio.
Con la caduta dell’Impero Ottomano e la nascita della Repubblica Turca nel 1923, lo Yağlı güreş subì un periodo di transizione. Sebbene le tekke sufi furono chiuse, lo sport fu abbracciato dal nuovo stato laico come simbolo dell’identità nazionale e della cultura popolare anatolica. Il torneo Kırkpınar di Edirne divenne l’evento centrale, continuando una tradizione quasi ininterrotta per oltre 660 anni (rendendolo uno degli eventi sportivi più longevi della storia umana).
Nel 2010, l’UNESCO ha iscritto il festival Kırkpınar nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità, riconoscendone il profondo valore culturale, sociale e rituale che va ben oltre la semplice competizione atletica.
IL FONDATORE
A differenza delle arti marziali moderne (come il Judo fondato da Jigoro Kano) o delle discipline codificate da un singolo individuo, lo Yağlı güreş non ha un singolo fondatore conosciuto.
Le sue origini sono folkloristiche, tradizionali e ancestrali. È uno sport che si è evoluto organicamente nel corso di molti secoli, emergendo dalle pratiche di lotta delle antiche popolazioni turciche dell’Asia Centrale e sintetizzandosi nella sua forma attuale durante il periodo ottomano. Non è il prodotto di un’unica mente o di un’unica scuola, ma il risultato di un’eredità culturale collettiva trasmessa di generazione in generazione.
Se si dovesse cercare una “storia di fondazione”, questa non riguarderebbe un individuo, ma l’evento che ha dato inizio alla tradizione più celebre: il Kırkpınar.
La leggenda della fondazione del Kırkpınar (vedi punto 6) narra di 40 guerrieri gazi (combattenti ottomani) guidati da Süleyman Pascià, figlio del Sultano Orhan Gazi, durante la conquista della Tracia nel XIV secolo. Questi 40 uomini sono considerati i “fondatori” spirituali della tradizione del Kırkpınar.
Non esiste quindi una figura storica identificabile come “il fondatore” dello Yağlı güreş. I veri “fondatori” sono le innumerevoli generazioni di Usta (maestri) che hanno preservato e trasmesso le tecniche, l’etica e i rituali ai loro Çırak (apprendisti) per quasi sette secoli. La sua fondazione risiede nella tradizione stessa.
MAESTRI / ATLETI FAMOSI
Nel mondo dello Yağlı güreş, gli atleti più celebri sono i Başpehlivan (Capo-Lottatori) che hanno vinto il prestigioso torneo Kırkpınar, ottenendo la “Cintura d’Oro” (Altın Kemer).
Koca Yusuf (Yusuf İsmail) (1857–1898): Forse il pehlivan più leggendario di tutti i tempi. Conosciuto come “Yusuf il Terribile”, era rinomato per la sua forza spaventosa e la sua tecnica. Viaggiò in Europa (Francia) e negli Stati Uniti alla fine del XIX secolo, sconfiggendo i più grandi campioni di lotta dell’epoca e guadagnando fama mondiale. Morì tragicamente nel naufragio del piroscafo SS La Bourgogne mentre tornava dall’America.
Adalı Halil (1870–1927): Un altro eroe dell’epoca d’oro, fu l’unico uomo a cui Koca Yusuf concesse un pareggio. Fu un Başpehlivan del Kırkpınar per molti anni e rivale storico di Koca Yusuf.
Kurtdereli Mehmet Pehlivan (1864–1939): Un altro contemporaneo dei primi due, fu un lottatore molto rispettato e patrocinato dal Sultano Abdülhamid II. È ricordato per la sua forza e il suo carattere. Mustafa Kemal Atatürk (fondatore della Turchia moderna) lo onorò per i suoi successi.
Kel Aliço (Aliço il Calvo) (1844-1922): Una figura quasi mitica, noto per aver detenuto il titolo di Başpehlivan del Kırkpınar per ben 26 anni consecutivi (un record imbattuto), in un’epoca in cui le regole erano diverse e i match potevano durare giorni.
Ahmet Taşçı (Nato nel 1958): Considerato una leggenda moderna dello Yağlı güreş. Ha vinto il titolo di Başpehlivan del Kırkpınar per 9 volte (due volte ha ottenuto la Cintura d’Oro permanente, che si ottiene vincendo per tre anni consecutivi). È ammirato per la sua tecnica, intelligenza e longevità sportiva.
Recep Kara (Nato nel 1982): Uno dei volti più noti dello sport contemporaneo, vincitore di 4 titoli Kırkpınar.
Ali Gürbüz (Nato nel 1987): Un altro dominatore dell’era moderna, figlio d’arte (suo padre era anch’egli un pehlivan), ha vinto il Kırkpınar 4 volte.
Questi atleti non sono solo campioni sportivi, ma figure culturali di primo piano in Turchia, incarnazioni viventi dei valori di forza, onore e tradizione.
LEGGENDE, CURIOSITA', STORIE E ANEDDOTI
La tradizione dello Yağlı güreş è ricca di storie che ne definiscono il carattere epico e quasi mitologico.
La Leggenda della Nascita del Kırkpınar: La storia più importante è quella della fondazione del torneo. Si narra che intorno al 1361, un’unità di 40 soldati gazi ottomani, guidati da Süleyman Pascià, si accampò vicino all’attuale Edirne. Per passare il tempo, iniziarono a lottare. Due fratelli, Ali e Selim, emersero come i più forti, ma nessuno dei due riuscì a prevalere sull’altro. Lottarono per ore, poi per un giorno intero, e infine fino a notte fonda, finché entrambi crollarono e morirono per la stanchezza, ancora avvinghiati. I loro compagni li seppellirono sotto un albero di fico. Anni dopo, tornando nello stesso luogo, i soldati trovarono 40 sorgenti d’acqua zampillanti dove i due fratelli erano morti. Il luogo fu chiamato Kırkpınar, che significa “Le Quaranta Sorgenti”. Da quel giorno, il torneo si tiene in quel luogo per onorare la loro memoria e il loro spirito indomito.
Koca Yusuf e il Ponte: Una leggenda narra che Koca Yusuf, durante un viaggio in Francia, fu sfidato a dimostrare la sua forza. Si dice che abbia sollevato un carro merci o, secondo altre versioni, che abbia impedito a due cavalli di attraversare un ponte tirando in direzioni opposte, tenendoli fermi con la sola forza delle braccia.
Il Kispet Invalicabile: Il kispet (i pantaloni di pelle) pesa circa 3-4 kg da asciutto, ma una volta cosparso d’olio può arrivare a pesare oltre 13 kg. È fatto a mano con pelle di bufalo d’acqua o, più recentemente, di vitello, e richiede un mese di lavoro artigianale. Un kispet ben fatto è considerato un’opera d’arte e un compagno fedele per il pehlivan.
Il Match Infinito: Prima dell’introduzione dei limiti di tempo moderni, gli incontri continuavano fino alla vittoria netta (schienamento o sollevamento dell’avversario). Nel 1960, la finale del Kırkpınar tra İbrahim Karabacak e Ali Gürbüz (nonno dell’omonimo campione moderno) durò così a lungo che fu interrotta per oscurità. Riprese il giorno dopo e continuò per ore senza un vincitore. Gli arbitri dovettero dichiarare un pareggio e il titolo non fu assegnato quell’anno. Questo portò all’introduzione dei limiti di tempo per motivi di sicurezza e praticità.
L’Asta dell’Agnello (Ağalık): Il torneo Kırkpınar non è solo un evento sportivo, ma anche una fiera. Il patrono finanziario dell’evento è chiamato l’Ağa. Questo titolo viene assegnato ogni anno all’uomo che vince un’asta pubblica, offrendo la cifra più alta per un ariete. L’Ağa ha un ruolo d’onore, siede nella tribuna principale, paga i bonus ai vincitori e organizza grandi banchetti. Essere l’Ağa del Kırkpınar è un simbolo di grande prestigio sociale e generosità.
TECNICHE
Le tecniche dello Yağlı güreş (chiamate oyun, letteralmente “gioco”) sono estremamente complesse, poiché l’olio rende inutili la maggior parte delle prese standard della lotta libera o greco-romana. La vittoria si ottiene tradizionalmente in due modi:
Schienamento (Yenmek): Immobilizzare l’avversario con entrambe le spalle a terra (come nella lotta libera).
Sollevamento (Kaldırmak): Sollevare completamente l’avversario da terra e portarlo per tre passi.
Poiché la presa sulla pelle è impossibile, la strategia si concentra quasi interamente sul controllo del kispet. Le mani vengono infilate all’interno dei pantaloni, cercando punti di leva.
Alcune tecniche fondamentali includono:
Paça (Grip sulla gamba): Infilare la mano all’interno del kispet all’altezza del polpaccio o della coscia. È la presa base da cui si sviluppano molti attacchi.
Kasnak (Grip sulla vita): Afferrare la cintura di cuoio rinforzata del kispet.
Elense: Una presa al collo, spesso usata per controllare la postura dell’avversario o per cercare di stancarlo.
Kazık (Il Palo): Una mossa difensiva/offensiva molto difficile. Quando un avversario cerca di infilare la testa tra le gambe del difensore, quest’ultimo stringe le gambe e usa le mani per immobilizzare l’attaccante in una posizione molto scomoda, quasi a testa in giù, nel tentativo di farlo arrendere o di ribaltarlo.
Kült (Spinta con la spalla): Usare la spalla per creare spazio o sbilanciare l’avversario.
Tırpan (Falce): Una tecnica di sgambetto.
Sarık (Torsione): Tecniche che prevedono la torsione del corpo dell’avversario sfruttando le prese sul kispet per portarlo a terra.
Bohça (Il Fagotto): Un tentativo di “impacchettare” l’avversario, controllandogli braccia e gambe contemporaneamente.
La lotta nell’olio richiede una resistenza isometrica (mantenere la tensione muscolare) e una forza di presa (grip strength) fenomenali, non tanto per stringere la pelle, quanto per mantenere il controllo del cuoio scivoloso del kispet. La strategia è spesso attendista: stancare l’avversario, cercare un piccolo errore e poi applicare la tecnica decisiva.
FORME
Lo Yağlı güreş, essendo uno sport di lotta e non un’arte marziale basata su colpi o forme predefinite, non possiede “kata” nel senso giapponese del termine (sequenze codificate di combattimento contro avversari immaginari).
Tuttavia, possiede un rituale fondamentale, coreografato e ricco di simbolismo, che funge da equivalente culturale e spirituale: il Peşrev (pronunciato pesh-rev).
Il Peşrev è il riscaldamento rituale che ogni pehlivan deve eseguire prima di iniziare l’incontro. Non è una tecnica di combattimento, ma una sequenza di gesti e movimenti che hanno molteplici significati:
Riscaldamento Fisico: I movimenti (saltelli, flessioni sulle gambe, rotazioni delle braccia) servono a preparare i muscoli e le articolazioni all’intenso sforzo fisico.
Saluto e Rispetto: Il pehlivan si muove in cerchio sull’erba. Si inginocchia e tocca terra, poi porta la mano al cuore, alle labbra e alla fronte (simbolo di rispetto per la terra, il cuore e la mente). Saluta i quattro lati del campo di gara (il pubblico), i musicisti (davul e zurna) e il suo avversario.
Dimostrazione di Agilità: I movimenti, che includono passi avanti e indietro e “calci” controllati nell’aria, servono a mostrare l’agilità e la prontezza del lottatore.
Concentrazione Mentale: Il Peşrev è un momento di concentrazione, quasi meditativo, in cui il lottatore si prepara mentalmente alla sfida, invocando la tradizione dei grandi pehlivan del passato.
Dopo il Peşrev individuale, i due avversari si incontrano al centro del campo. Si scambiano saluti, si toccano reciprocamente il polpaccio o la caviglia in segno di rispetto, e poi il Cazgır recita l’ultima preghiera/introduzione prima che l’arbitro dia inizio alla lotta.
Il Peşrev è quindi l’equivalente funzionale di un “kata” in termini di rituale, tradizione e preparazione spirituale, pur non essendo una sequenza di combattimento.
UNA TIPICA SEDUTA DI ALLENAMENTO
L’allenamento di un pehlivan (antrenman) è incredibilmente duro e si concentra su tre pilastri: forza (kuvvet), resistenza (dayanıklılık) e tecnica (teknik). Segue ancora oggi molti metodi tradizionali, integrati da tecniche di preparazione atletica moderna.
Una seduta di allenamento tipica è lunga ed estenuante:
Riscaldamento (Isınma): Inizia con una corsa leggera (spesso per molti chilometri) per sviluppare la base cardiovascolare, seguita da stretching e mobilità articolare.
Allenamento della Forza (Kuvvet Antrenmanı):
Metodi Tradizionali: Sollevamento di pietre pesanti (taş kaldırma), tronchi d’albero, o l’uso di kantar (bilance a stadera pesanti) per sviluppare la forza funzionale.
Metodi Moderni: Sollevamento pesi (squat, stacchi, panca, military press) e esercizi a corpo libero (trazioni, piegamenti) per costruire la forza massimale.
Tecnica a Secco (Teknik Çalışması):
Gli allievi (çırak) provano le tecniche senza olio. Si concentrano sull’apprendimento delle prese sul kispet, sui movimenti di sbilanciamento e sulle proiezioni. L’usta (maestro) supervisiona, corregge e dimostra le tecniche.
Si praticano le entrate, le difese e le transizioni a terra.
Lotta (Güreş):
Questa è la parte centrale. I lottatori si cospargono d’olio (o talvolta lottano solo con acqua per simulare la scivolosità in allenamento, per risparmiare olio).
Si svolgono incontri di allenamento (sparring) di lunga durata. L’obiettivo non è necessariamente “vincere” come in gara, ma applicare le tecniche, testare la resistenza e imparare a gestire la fatica e la scivolosità.
Il maestro può interrompere la lotta per dare istruzioni o far ripetere una sequenza specifica.
Condizionamento Finale (Soğuma):
Esercizi di condizionamento specifici per la lotta, come il “ponte” (per la forza del collo e della schiena) e addominali.
Defaticamento e stretching finale.
L’allenamento è quasi quotidiano e si intensifica nei mesi che precedono il Kırkpınar. Un aspetto cruciale rimane la relazione usta-çırak: l’allenamento è anche un momento di apprendimento morale, dove il maestro inculca i valori del pehlivan.
GLI STILI E LE SCUOLE
Lo Yağlı güreş è esso stesso uno stile ben definito all’interno del vasto panorama delle lotte tradizionali turche (conosciute genericamente come Güreş).
Non esistono “stili” o “scuole” formali all’interno dello Yağlı güreş come si potrebbe trovare nel Kung Fu (es. Shaolin vs Wudang) o nel Karate (es. Shotokan vs Goju-ryu). La tecnica è sostanzialmente unificata e codificata dalle regole del Kırkpınar.
Tuttavia, si possono identificare diverse filosofie di lotta o specializzazioni basate sulle caratteristiche fisiche o sulle preferenze tattiche di un pehlivan o di un particolare maestro (usta):
Lottatori di Forza (Kuvvet Pehlivanı): Atleti che basano il loro “gioco” sulla potenza fisica pura, cercando di sollevare l’avversario o di dominarlo con la forza isometrica.
Lottatori Tecnici (Teknik Pehlivanı): Atleti più agili o “intelligenti” che eccellono nelle prese complesse all’interno del kispet, negli sbilanciamenti e nelle tecniche di leva.
Lottatori di Resistenza (Dayanıklılık Pehlivanı): Lottatori che adottano una strategia difensiva, puntando a stancare l’avversario in incontri molto lunghi per poi capitalizzare sulla sua stanchezza.
Oltre allo Yağlı güreş (con olio), la Turchia ha molti altri stili di lotta folkloristica, che sono discipline separate:
Karakucak Güreşi (Lotta “nera”): Molto popolare, simile alla lotta libera olimpica ma praticata su erba e indossando pantaloni speciali. Non si usa l’olio.
Aba Güreşi (Lotta con la giacca): Praticata principalmente nella Turchia meridionale (Gaziantep, Hatay). I lottatori indossano una giacca spessa chiamata “aba”, simile a quella del Judo o del Sambo.
Kuşak Güreşi (Lotta con la cintura): Vari stili praticati in Turchia e in tutta l’Asia Centrale, dove la presa principale è su una cintura indossata dai contendenti.
Lo Yağlı güreş rimane comunque lo stile più famoso, iconico e ritualizzato, considerato da molti il “re” degli sport di lotta turchi.
LA SITUAZIONE IN ITALIA
Lo Yağlı güreş è uno sport profondamente legato alla cultura e al territorio turco. Al di fuori della Turchia (e di alcune comunità turche nei Balcani o in Germania), la sua pratica è estremamente limitata e di nicchia.
Allo stato attuale, non esiste in Italia una federazione nazionale specifica o un ente di promozione sportiva dedicato esclusivamente allo Yağlı güreş. Non risulta essere una disciplina strutturata o insegnata regolarmente sul territorio italiano.
La pratica delle lotte olimpiche (libera e greco-romana) e di altre arti marziali (Judo, Karate, Lotta) è gestita dalla FIJLKAM (Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali), che però non include le lotte tradizionali turche nel suo programma ufficiale.
Per chi fosse interessato a informazioni ufficiali sulla disciplina, i riferimenti principali sono inevitabilmente turchi o internazionali:
Türkiye Geleneksel Güreşler Federasyonu (TGGF): La Federazione Turca delle Lotte Tradizionali. È l’organo di governo ufficiale che supervisiona il Kırkpınar e tutte le competizioni di Yağlı güreş in Turchia.
Sito web:
https://www.tggf.gov.tr/
World Ethnosport Confederation (WEC): Un’organizzazione internazionale (con sede a Istanbul) che promuove e preserva gli sport etnici e tradizionali di tutto il mondo, incluso lo Yağlı güreş.
Sito web:
https://ethnosport.org/
Eventuali praticanti o appassionati in Italia sono probabilmente legati a iniziative culturali turche private o a gruppi di studio molto ristretti, senza una struttura federativa organizzata a livello nazionale.
12. TERMINOLOGIA TIPICA
Il lessico dello Yağlı güreş è ricco di termini turchi derivati dal persiano e dall’ottomano, fondamentali per comprendere la cultura di questo sport.
Pehlivan: Il lottatore, l’eroe, il campione.
Yağlı Güreş: Lotta (Güreş) con l’olio (Yağlı).
Kırkpınar: “Le Quaranta Sorgenti”, il nome del torneo più importante.
Başpehlivan: “Capo-Lottatore”, il vincitore assoluto del Kırkpınar.
Altın Kemer: “Cintura d’Oro”, il trofeo assegnato al Başpehlivan.
Kispet: I pantaloni da lotta in pelle di bufalo o vitello.
Usta: Il Maestro.
Çırak: L’Apprendista.
Cazgır (o Salavatçı): L’annunciatore/maestro di cerimonie che introduce i lottatori con poesie e preghiere.
Peşrev: Il rituale di riscaldamento e saluto prima del match.
Ağa: Il patrono, lo sponsor finanziario del torneo Kırkpınar.
Ermeydanı: Il “campo degli eroi”, l’arena o il campo in erba dove si svolge la lotta.
Zembil: La borsa di vimini o giunco usata per trasportare il kispet e l’olio.
Davul e Zurna: Rispettivamente la grancassa e l’oboe che suonano la musica tradizionale durante i combattimenti.
Oyun: “Gioco”, termine usato per indicare una tecnica o una mossa di lotta.
Paça: La parte inferiore del kispet, intorno al polpaccio, bersaglio di molte prese.
TERMINOLOGIA TIPICA
L’unico indumento regolamentare e distintivo dello Yağlı güreş è il Kispet.
Questo non è un semplice pantalone, ma un equipaggiamento tecnico complesso, pesante e robusto, progettato specificamente per la lotta nell’olio.
Materiali: Tradizionalmente realizzato in pelle di bufalo d’acqua, noto per la sua incredibile resistenza. Oggi si usa anche la pelle di vitello o di bue, più morbida ma comunque molto spessa.
Costruzione: È un indumento su misura, cucito a mano da artigiani specializzati (kispetçi). È composto da più strati di pelle, soprattutto nella zona della vita e delle cosce, per resistere alla trazione estrema.
Parti del Kispet:
Kasnak: La cintura rinforzata, una fascia di cuoio molto spessa e rigida sopra la vita, che offre un punto di presa cruciale.
Paça: La parte che copre le gambe fino a sotto il ginocchio. È stretta e legata con lacci di cuoio per impedire all’avversario di infilarci le mani troppo facilmente (anche se infilarle è l’obiettivo).
Hazne: La parte che copre i glutei e l’inguine, spesso rinforzata.
Peso: Come menzionato, un kispet asciutto pesa 3-4 kg, ma una volta saturo di olio d’oliva, il suo peso può facilmente superare i 13-15 kg, aggiungendo un’ulteriore sfida di resistenza per i lottatori.
I lottatori combattono a torso nudo e scalzi sull’erba. Prima del match, versano abbondantemente olio d’oliva su tutto il corpo e anche all’interno del kispet, per saturare completamente la pelle e renderla il più scivolosa possibile.
ABBIGLIAMENTO
L’unico indumento regolamentare e distintivo dello Yağlı güreş è il Kispet.
Questo non è un semplice pantalone, ma un equipaggiamento tecnico complesso, pesante e robusto, progettato specificamente per la lotta nell’olio.
Materiali: Tradizionalmente realizzato in pelle di bufalo d’acqua, noto per la sua incredibile resistenza. Oggi si usa anche la pelle di vitello o di bue, più morbida ma comunque molto spessa.
Costruzione: È un indumento su misura, cucito a mano da artigiani specializzati (kispetçi). È composto da più strati di pelle, soprattutto nella zona della vita e delle cosce, per resistere alla trazione estrema.
Parti del Kispet:
Kasnak: La cintura rinforzata, una fascia di cuoio molto spessa e rigida sopra la vita, che offre un punto di presa cruciale.
Paça: La parte che copre le gambe fino a sotto il ginocchio. È stretta e legata con lacci di cuoio per impedire all’avversario di infilarci le mani troppo facilmente (anche se infilarle è l’obiettivo).
Hazne: La parte che copre i glutei e l’inguine, spesso rinforzata.
Peso: Come menzionato, un kispet asciutto pesa 3-4 kg, ma una volta saturo di olio d’oliva, il suo peso può facilmente superare i 13-15 kg, aggiungendo un’ulteriore sfida di resistenza per i lottatori.
I lottatori combattono a torso nudo e scalzi sull’erba. Prima del match, versano abbondantemente olio d’oliva su tutto il corpo e anche all’interno del kispet, per saturare completamente la pelle e renderla il più scivolosa possibile.
ARMI
Essendo una forma di lotta tradizionale a mani nude (wrestling), lo Yağlı güreş non prevede l’utilizzo di alcuna arma.
È una disciplina pura di grappling. L’unico “equipaggiamento” utilizzato è il kispet, e l’unica “sostanza” esterna è l’olio d’oliva.
La sfida si basa esclusivamente sul corpo umano: forza, leva, equilibrio, resistenza e intelligenza tattica. L’assenza di armi è totale e definitoria di questo sport.
A CHI E' INDICATO E A CHI NO
Come pagina informativa, è importante sottolineare che lo Yağlı güreş è una delle discipline fisiche più esigenti e logoranti che esistano.
Indicato per:
Atleti con basi solide nella lotta: Individui che provengono dalla lotta libera, greco-romana o da altre forme di grappling (come Judo, Sambo) troveranno una sfida tecnica interessante, sebbene molto diversa.
Individui con eccezionale forza fisica: Lo sport richiede una potenza muscolare e una forza di presa (grip) straordinarie.
Atleti con grande resistenza cardiovascolare: La durata degli incontri e lo sforzo costante (spesso isometrico) sotto il sole richiedono un “motore” fisico d’élite.
Persone interessate alla conservazione culturale: La pratica dello Yağlı güreş oggi è anche un atto di conservazione di una tradizione secolare, indicato per chi ha un profondo rispetto per la storia e i rituali che essa comporta.
Non indicato per (controindicazioni relative):
Principianti assoluti delle discipline di combattimento: L’intensità è troppo elevata per chi non ha mai praticato sport di contatto.
Individui con corporatura esile o poca forza: È uno sport dominato dalla potenza fisica; senza una base di forza adeguata, la pratica è quasi impossibile e il rischio di infortuni altissimo.
Persone con problemi articolari: Le torsioni, la pressione sul collo, sulle ginocchia e sulla schiena sono estreme. Chi soffre di ernie, problemi ai legamenti o alle spalle dovrebbe evitare.
Chi cerca un’arte marziale per la difesa personale: Lo Yağlı güreş è uno sport ritualizzato con regole specifiche (l’olio, il kispet) che non hanno alcuna applicazione pratica in un contesto di autodifesa.
CONSIDERAZIONI PER LA SICUREZZA
Lo Yağlı güreş presenta rischi significativi, data la natura dello sforzo e l’ambiente scivoloso.
Rischio Articolare: Il rischio più alto. Le prese sul kispet, combinate con l’olio, possono portare a torsioni innaturali e violente su ginocchia, caviglie, gomiti e spalle. Le lussazioni e le lesioni ai legamenti (in particolare del ginocchio) sono comuni.
Infortuni al Collo e alla Schiena: Le posizioni di lotta, specialmente il “ponte” difensivo o le tecniche come il “Kazık”, mettono un’enorme pressione sulla colonna vertebrale e sui muscoli del collo.
Abrasioni e Infezioni Cutanee: Sebbene l’olio d’oliva abbia proprietà benefiche per la pelle, il contatto costante, lo sfregamento con il cuoio e il sudore sull’erba possono causare abrasioni. Storicamente, c’era anche il rischio di trasmissione di malattie della pelle.
Colpi di Calore e Disidratazione: Gli incontri si svolgono in estate, all’aperto, spesso sotto il sole cocente. La durata prolungata dello sforzo e l’olio che copre i pori (limitando la traspirazione) aumentano notevolmente il rischio di ipertermia e disidratazione severa.
Infortuni agli Occhi: L’olio misto a sudore e polvere può facilmente entrare negli occhi, causando irritazione intensa e cecità temporanea durante il match.
La sicurezza moderna nei tornei prevede la presenza di staff medico, limiti di tempo per gli incontri (per evitare l’esaurimento totale) e controlli sulla pulizia dell’equipaggiamento.
CONTROINDICAZIONI
Date le considerazioni di sicurezza, la pratica dello Yağlı güreş è formalmente controindicata (o fortemente sconsigliata) per individui che presentano le seguenti condizioni:
Patologie Cardiovascolari: Lo sforzo richiesto è massimale e prolungato, esercitando uno stress immenso sul cuore. È assolutamente controindicato per chi soffre di ipertensione non controllata, aritmie, o ha una storia di infarto.
Problemi Articolari Cronici: Individui con artrite, artrosi severa, instabilità legamentosa cronica (es. post-rottura del crociato) o lussazioni ricorrenti alle spalle.
Ernie del Disco e Patologie della Colonna Vertebrale: La pressione e le torsioni sulla schiena sono estreme. Chi soffre di ernie discali, sciatiche o scoliosi gravi non dovrebbe praticare questo sport.
Obesità Grave: Sebbene i pehlivan siano spesso di stazza imponente, si tratta di massa muscolare allenata. L’obesità non atletica aumenterebbe esponenzialmente lo stress sul cuore e sulle articolazioni.
Patologie Dermatologiche: Condizioni della pelle che potrebbero essere aggravate dall’olio e dallo sfregamento o che potrebbero essere contagiose.
È uno sport che richiede un corpo al massimo della sua funzionalità fisica e resilienza.
CONCLUSIONI
Lo Yağlı güreş è molto più di un “rozza” competizione di forza, come potrebbe apparire a un osservatore superficiale. È un’istituzione culturale complessa, una “danza della forza” che incarna la storia, l’etica e l’anima della nazione turca.
La presenza dell’olio trasforma una semplice lotta in una sfida strategica e mentale, dove la pazienza, la tecnica e una resistenza quasi sovrumana prevalgono sulla presa istintiva. L’etica del Pehlivan, il rapporto Usta-Çırak e i rituali antichi come il Peşrev e la musica del davul e zurna, creano un’atmosfera unica che collega il presente a un passato epico.
Il torneo Kırkpınar, con i suoi oltre 660 anni di storia, non è solo un campionato sportivo, ma un pellegrinaggio culturale che celebra la continuità di una tradizione riconosciuta dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità.
Pur essendo una disciplina fisicamente estrema, con poche applicazioni al di fuori del suo contesto rituale e praticamente inesistente a livello organizzato in Italia, lo Yağlı güreş rimane un affascinante esempio di come uno sport possa diventare simbolo vivente dell’identità di un popolo.
FONTI
Le informazioni per la stesura di questa pagina sono state raccolte e sintetizzate da una varietà di fonti accademiche, istituzionali e giornalistiche specializzate nello sport e nella cultura turca. Di seguito è riportata una bibliografia rappresentativa delle tipologie di fonti consultate per la ricerca:
Siti Istituzionali e Federativi:
Türkiye Geleneksel Güreşler Federasyonu (TGGF): Il sito ufficiale della federazione turca, fonte primaria per i regolamenti, la storia e le notizie sugli eventi (
tggf.gov.tr).UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura): La pagina ufficiale relativa all’iscrizione del “Kırkpınar Oil Wrestling Festival” nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità (
ich.unesco.org).World Ethnosport Confederation: Sezione dedicata allo Yağlı güreş e alla sua promozione internazionale (
ethnosport.org).GoTürkiye: Il portale ufficiale del turismo e della cultura turca, gestito dal Ministero della Cultura e del Turismo, con sezioni dedicate al Kırkpınar (
goturkiye.com).
Pubblicazioni Accademiche e Antropologiche:
Articoli di ricerca consultati su piattaforme come JSTOR e Academia.edu riguardanti l’antropologia dello sport, la storia ottomana e l’identità nazionale turca, con focus sullo Yağlı güreş.
Studi specifici sull’evoluzione dello sport, come:
Green, T. A., & Svinth, J. R. (Eds.). (2010). Martial Arts of the World: An Encyclopedia of History and Innovation. (Vol. 1). ABC-CLIO. (Include sezioni sulla lotta turca).
Sayın, Y. (2014). The Historical Development of Kirkpinar Oil Wrestling. Articolo su Journal of Physical Education and Sport Sciences.
Keles, S. (2007). Kırkpınar: Turkish Oil Wrestling. (Pubblicazioni specifiche sulla storia e la tecnica del torneo).
Articoli di Stampa e Documentari:
Reportage approfonditi da testate internazionali (es. The Guardian, Reuters, Associated Press) e turche (es. Anadolu Agency, TRT World) che coprono annualmente l’evento Kırkpınar.
Documentari culturali e sportivi che analizzano la vita dei pehlivan e il significato sociale dello sport.
DISCLAIMER - AVVERTENZE
Questa pagina è stata creata a scopo puramente informativo, culturale ed enciclopedico. Le informazioni contenute non costituiscono in alcun modo un consiglio medico, né un incentivo o un invito a praticare la disciplina dello Yağlı güreş.
La pratica di questo sport, come descritto, comporta rischi fisici significativi ed è estremamente esigente. Qualsiasi individuo interessato a praticare lo Yağlı güreş o qualsiasi altra attività fisica intensa dovrebbe farlo solo sotto la supervisione di professionisti qualificati e dopo aver consultato il proprio medico curante per valutare la propria idoneità fisica.
L’autore e il fornitore di queste informazioni non si assumono alcuna responsabilità per eventuali infortuni o danni derivanti dal tentativo di praticare le tecniche o di seguire gli allenamenti descritti in questa pagina.
a cura di F. Dore – 2025