Tabella dei Contenuti
COSA È
La Definizione Fondamentale: Oltre la Semplice Lotta
La Glima è un’arte marziale e un sistema di combattimento tradizionale scandinavo, le cui origini si perdono nell’Alto Medioevo, intrecciandosi indissolubilmente con la storia e la cultura dei popoli norreni, comunemente noti come Vichinghi. Definire la Glima semplicemente come “lotta vichinga” è corretto ma profondamente riduttivo. Non si tratta di una disciplina monolitica, ma di un termine ombrello che racchiude un ecosistema complesso di stili di lotta, ognuno dei quali si è evoluto per rispondere a esigenze diverse: dalla competizione sportiva basata sull’onore, all’autodifesa pragmatica, all’addestramento militare, fino al puro test di forza fisica.
L’etimologia stessa del termine offre una chiave di lettura cruciale. La parola “Glima” deriva dall’antico norreno e si traduce approssimativamente come “lampo”, “bagliore” o “guizzo”. Questo nome non è casuale. Non evoca un’immagine di forza statica o di lenta sopraffazione, ma piuttosto di velocità, tempismo, agilità e l’applicazione fulminea di una tecnica (bragð). La Glima, nel suo ideale, è l’arte di sbilanciare e proiettare un avversario in un batter d’occhio, spesso sfruttando il suo stesso slancio contro di lui.
A differenza di molte arti marziali orientali, la Glima non nasce dal genio di un singolo fondatore in un’epoca specifica, come il Judo con Jigoro Kano o l’Aikido con Morihei Ueshiba. È, nella sua forma più pura, un folkstyle (stile popolare): un’arte marziale che è emersa organicamente dal popolo, plasmata da secoli di esperienza pratica sul campo di battaglia, nei duelli per l’onore, nelle competizioni amichevoli durante le feste stagionali e come necessità quotidiana di sopravvivenza in un ambiente ostile.
Oggi, la Glima è conosciuta principalmente attraverso la sua variante islandese, il Brokartök, che è stato elevato a sport nazionale in Islanda, un’isola che, grazie al suo isolamento, ha agito come una vera e propria “capsula del tempo” culturale, preservando questa pratica per oltre un millennio. Tuttavia, le sue radici sono profondamente norvegesi, e varianti della Glima erano praticate in tutta la Scandinavia, dalla Svezia alla Danimarca.
Per comprendere appieno “cos’è” la Glima, è necessario smontare la sua identità in tre pilastri fondamentali che coesistono: la Glima come sport onorevole, la Glima come sistema di combattimento e la Glima come eredità culturale.
Primo Pilastro: La Glima come Sport e Codice Etico (Il Drengskap)
La componente più celebre e forse più unica della Glima, specialmente nella sua forma sportiva Brokartök (Lotta con i pantaloni), non risiede nelle sue tecniche, per quanto efficaci, ma nel suo codice etico fondante: il Drengskap.
Il Drengskap è un concetto norreno quasi intraducibile che permea l’ideale del guerriero vichingo. Può essere approssimato con termini come “onore”, “lealtà”, “correttezza”, “nobiltà d’animo” e “spirito sportivo”. Un drengr era un uomo retto, coraggioso, affidabile e giusto. La Glima non era solo un modo per allenare il corpo, ma un veicolo per forgiare il carattere e dimostrare il proprio Drengskap.
Questo codice etico non è un’aggiunta moderna o una sovrastruttura filosofica; è il nucleo operativo dell’arte. Nella Glima sportiva, vincere slealmente è considerato molto peggio che perdere onorevolmente. Questo si manifesta in regole precise:
La Posizione Eretta: I lottatori devono rimanere in posizione eretta. Piegarsi eccessivamente, rannicchiarsi o tentare di “tuffarsi” sulle gambe (come nella lotta libera moderna) è visto come un atto di viltà, un tentativo di evitare il vero confronto tecnico.
Il Movimento Costante (Stigandi): I lottatori si muovono costantemente in cerchio, in un passo quasi coreografato chiamato Stigandi (“passo”). Questo non è una danza, ma una tattica per mantenere la visione periferica, testare l’equilibrio dell’avversario e creare angoli per le tecniche (brögð). Stare fermi o “stallare” è scoraggiato.
Il Rispetto per l’Avversario: L’obiettivo è proiettare l’avversario, non annientarlo. Dopo una proiezione, non si continua a terra, non si infierisce e non si esulta in modo sguaiato. Il vincitore aiuta il perdente a rialzarsi, e ci si stringe la mano (o ci si abbraccia) prima e dopo ogni incontro.
Questa enfasi sull’onore rende la Glima uno “sport cavalleresco” che precede la cavalleria medievale stessa. Era un modo, in una società guerriera, per canalizzare l’aggressività in una forma costruttiva, permettendo ai giovani guerrieri di misurarsi senza decimarsi a vicenda prima di andare in battaglia.
Secondo Pilastro: La Glima come Sistema di Combattimento (Il Lausatök)
Se il Brokartök è l’anima cavalleresca della Glima, il Lausatök (Lotta a prese libere) ne è il cuore pragmatico e bellico. Questa è la Glima descritta nelle Saghe norrene, la Glima dell’autodifesa, del duello (Holmgang) e del campo di battaglia. È la Glima che praticava Gunnar Hámundarson o, nella sua forma più brutale, Egil Skallagrímsson.
Il Lausatök, che ha le sue radici più forti in Norvegia, è definito dalla sua efficienza e dalla sua assenza di restrizioni sportive. Come suggerisce il nome (“presa libera”), qualsiasi presa è permessa: al collo, alle braccia, al corpo, alle gambe. Anche la filosofia è radicalmente diversa:
L’Obiettivo è la Neutralizzazione: Lo scopo non è una proiezione pulita, ma la neutralizzazione totale dell’avversario. Questo include proiezioni violente (come il suplex, progettato per far atterrare l’avversario sulla testa o sulla schiena), leve articolari per spezzare arti (lás), strangolamenti (taka) e il controllo a terra (pinning).
Integrazione con le Armi: Il Lausatök è ciò che un Vichingo usava quando la sua lancia si spezzava e la sua ascia o spada andavano perse nella mischia. Era l’arte del clinch (corpo a corpo) nello spazio ristretto di uno “scudo contro scudo” (Skjaldborg). Le sue tecniche erano progettate per sbilanciare un avversario armato, rompere la sua postura, controllargli il braccio armato o creare lo spazio sufficiente per estrarre la propria arma corta (il Sax o Seax).
Assenza di Regole (Storicamente): Le Saghe sono piene di descrizioni di combattimenti di Glima che includono morsi, colpi, dita negli occhi e persino l’uso di pietre. La famosa lotta tra Grettir il Forte e il non-morto Draugr Kárr nella Saga di Grettir non è un incontro sportivo, ma una lotta disperata per la sopravvivenza che utilizza ogni mezzo necessario.
Il Lausatök moderno, praticato oggi da appassionati di HEMA (Historical European Martial Arts) e di Viking Combat, ha ovviamente introdotto regole di sicurezza. Tuttavia, la sua essenza rimane quella di un sistema di combattimento completo e senza fronzoli.
Definire “cos’è” la Glima richiede quindi di accettare questa dualità: è sia un gioco d’onore che una scienza della sopravvivenza.
Terzo Pilastro: La Glima come Eredità Culturale e Testimone Storico
La Glima è più di un’arte marziale; è un documento storico vivente. È un’attività fisica che porta impresse le tracce della società che l’ha creata.
La Testimonianza delle Saghe: Le Saghe islandesi e norrene (come la Saga di Egil, la Saga di Njáll e la Saga di Grettir) sono le nostre principali fonti scritte. In esse, la Glima non è solo menzionata, ma descritta in dettaglio. Questi testi ci mostrano “cos’era” la Glima nel contesto medievale. Era:
Un intrattenimento: Le grandi feste e le assemblee legislative (Þing, come l’Alþingi islandese) erano occasioni per grandi tornei di Glima, che attiravano folle e scommettitori.
Un risolutore di dispute: Invece di iniziare una faida di sangue (blóðhefnd) che poteva distruggere intere famiglie, una disputa d’onore o su una proprietà poteva essere risolta con un incontro di Glima.
Un addestramento militare: Testi come il Konungs skuggsjá (Lo Specchio del Re), un testo didattico norvegese del XIII secolo, raccomandavano la Glima, insieme al nuoto e al tiro con l’arco, come abilità essenziale per un uomo di corte e un guerriero.
La Glima come “Folkstyle”: A differenza delle arti marziali che si sono sviluppate in contesti feudali rigidi (come il Giappone) o in monasteri (come la Cina), la Glima si è sviluppata nelle fattorie, nei porti e sui ponti delle navi vichinghe. Questa origine “popolare” la rende pragmatica, adattabile e priva di misticismo. Non ci sono ki, chakra o concetti energetici astratti. La Glima si basa su principi fisici tangibili: equilibrio (jafnvægi), leva (stöng) e tempismo (tímasetning).
La Glima come Identità Nazionale (Islanda): Per l’Islanda, la Glima (nella forma Brokartök) è diventata un simbolo di identità nazionale. È la prova vivente della loro eredità norrena, un legame diretto con gli eroi delle Saghe che per primi colonizzarono l’isola. Promuovere la Glima è un atto di conservazione culturale, simile alla protezione della lingua islandese.
La Struttura della Glima: Le Tre Varianti Principali
Per completare la definizione di “cos’è” la Glima, è fondamentale analizzare in dettaglio le sue tre varianti principali sopravvissute. Ognuna di esse è Glima, ma risponde a una domanda diversa.
1. Brokartök (Lotta con i Pantaloni): L’Arte dell’Equilibrio
Questa è la Glima sportiva islandese, la forma più regolamentata e conosciuta. È definita quasi interamente dal suo equipaggiamento e dalle sue prese.
L’Equipaggiamento: I lottatori indossano uno speciale sistema di cinture in cuoio, il Glímubelti. Questo consiste in una cintura principale in vita e due cinghie aggiuntive che passano sotto l’inguine e si collegano alla cintura, creando punti di presa saldi sulle cosce.
La Presa (Tök): L’incontro inizia con una presa fissa e specifica. Il lottatore afferra con la mano destra la cintura dell’avversario all’altezza del fianco, e con la mano sinistra afferra i pantaloni (o la cinghia del belti) sulla coscia opposta.
Il Gioco: Da questa presa, l’obiettivo è sbilanciare l’avversario usando una delle otto tecniche principali (brögð). La vittoria si ottiene quando l’avversario tocca il suolo con qualsiasi parte del corpo diversa dai piedi (o, in alcune regole, dalle mani sotto il gomito). È un gioco di pura tecnica e tempismo, poiché la forza bruta è limitata dalla presa fissa. La posizione eretta e il movimento Stigandi sono obbligatori.
Il Brokartök è “cos’è” la Glima quando diventa uno sport d’onore, un “judo vichingo” focalizzato esclusivamente sulla proiezione pulita.
2. Lausatök (Lotta a Prese Libere): L’Arte del Combattimento
Questa è la Glima da combattimento norvegese, l’arte dell’autodifesa.
L’Equipaggiamento: Nessuna cintura speciale. Si pratica con abiti robusti o, modernamente, con uniformi da allenamento.
La Presa (Tök): Le prese sono libere (laus). Si può afferrare qualsiasi parte del corpo: polsi, collo, testa, vestiti, gambe.
Il Gioco: La postura è più bassa, più simile alla lotta libera o al Sambo. L’obiettivo è sottomettere l’avversario. Sono permesse tutte le proiezioni (incluse quelle alle gambe), le leve articolari (ai polsi, ai gomiti, alle spalle), gli strangolamenti e il controllo a terra. Storicamente, questa forma includeva anche colpi (pugni, gomitate, testate) e calci, rendendola un sistema di Mixed Martial Arts ante litteram.
Il Lausatök è “cos’è” la Glima quando deve funzionare in una situazione di pericolo reale, senza regole e senza onore imposto, ma solo con l’obiettivo della sopravvivenza.
3. Hryggspenna (Presa alla Schiena): L’Arte della Forza
Questa è la forma più antica e semplice, un test di pura forza.
L’Equipaggiamento: Nessuno.
La Presa (Tök): I due contendenti si afferrano simmetricamente. Ciascuno passa un braccio sopra la spalla dell’avversario e un braccio sotto l’ascella dell’altro, unendo le mani dietro la schiena.
Il Gioco: L’obiettivo è sollevare l’avversario da terra e proiettarlo all’indietro. Non c’è gioco di gambe complesso, non ci sono prese libere. È una prova di forza pura del core, della schiena e delle gambe, combinata con la leva.
L’Hryggspenna è “cos’è” la Glima quando viene ridotta alla sua essenza più primordiale: un test per determinare chi è il più forte.
Cosa la Glima NON È: Demistificare l’Arte
Per definire accuratamente la Glima, è altrettanto importante chiarire cosa non è, per evitare le comuni misconcezioni alimentate dalla cultura pop.
Non è una Rissa Disordinata: Sebbene il Lausatök possa sembrare brutale, è un sistema tecnico. Non è il semplice “menare le mani” che si vede nei film. Ogni presa, leva o proiezione segue principi biomeccanici precisi.
Non è (solo) Ricostruzione Storica: Sebbene la Glima sia una componente fondamentale del re-enactment vichingo, non è un’arte morta o una semplice coreografia. È un’arte marziale viva, praticata quotidianamente in Islanda e in Norvegia, con campionati moderni, regole e una progressione tecnica.
Non è Lotta a Terra (come il BJJ): La Glima, in tutte le sue forme, è un’arte prevalentemente in piedi. Il Brokartök termina non appena un lottatore tocca terra. Il Lausatök include il combattimento a terra, ma solo come fase finale per la sottomissione, non come obiettivo primario o posizione di studio (come avviene nel Brazilian Jiu-Jitsu).
Non è (solo) uno Sport Olimpico: A differenza del Judo o della Lotta Greco-Romana, la Glima non ha mai cercato (o ottenuto) un’ampia diffusione globale. È rimasta intenzionalmente legata alla sua identità culturale. Fu presentata come sport dimostrativo alle Olimpiadi di Stoccolma del 1912, ma rimase una curiosità scandinava, non un prodotto di esportazione globale.
Sintesi: L’Identità Poliedrica della Glima
Quindi, “cos’è” la Glima?
La Glima è un’arte marziale norrena, un sistema di lotta folkstyle scandinavo sopravvissuto per oltre mille anni.
È un sistema di combattimento (Lausatök), progettato per l’efficacia brutale in un contesto di sopravvivenza o militare, che integra proiezioni, leve e sottomissioni.
È uno sport cavalleresco (Brokartök), definito da un equipaggiamento unico (il Glímubelti) e da un codice etico inflessibile (il Drengskap), che eleva l’onore e la tecnica al di sopra della vittoria a tutti i costi.
È un test di forza (Hryggspenna), che rappresenta la sua forma più antica e primordiale.
È un’eredità culturale vivente, un ponte che collega il praticante moderno direttamente ai guerrieri, ai contadini e agli eroi delle Saghe vichinghe.
Definire la Glima significa definire un paradosso: è un’arte abbastanza elegante da essere chiamata “il lampo” e praticata con onore, ma abbastanza brutale da essere stata l’ultima risorsa di un guerriero vichingo in una battaglia per la vita o la morte. È l’espressione fisica della cultura norrena: pragmatica, onorevole, resiliente e incredibilmente efficace.
(Conteggio parole: 1269)
(Continuazione dell’espansione del Punto 1 per raggiungere il requisito di 7000 parole)
Parte 2: Approfondimento della Definizione attraverso il Contesto Storico-Sociale
Per comprendere veramente cosa sia la Glima, non è sufficiente descriverne le forme. È imperativo immergersi nel contesto storico e sociale da cui è emersa e che ne ha plasmato l’identità. La Glima non è nata in un vuoto; è il prodotto diretto della società norrena, un riflesso delle sue leggi, della sua etica e delle sue necessità quotidiane.
La Glima nella Società Norrena: Più di un Passatempo
Nell’immaginario collettivo, l’Era Vichinga (circa 793-1066 d.C.) è un periodo di incursioni e guerre. Sebbene questo sia vero, la società norrena era anche profondamente regolamentata, basata su leggi complesse, sul commercio e sull’agricoltura. La Glima era un lubrificante sociale che operava a tutti i livelli di questa società.
Nelle fattorie isolate della Norvegia o nei primi insediamenti islandesi, la Glima era una necessità pratica. Era un metodo di allenamento costante. I lavori agricoli sviluppavano una forza funzionale (sollevare balle di fieno, tirare reti, abbattere alberi), ma la Glima traduceva quella forza in abilità di combattimento. In un’epoca e in un luogo dove l’autorità centrale era debole o distante, la capacità di difendere fisicamente se stessi, la propria famiglia e la propria proprietà era un’abilità di vita fondamentale. La Glima, nella sua forma Lausatök, era il sistema di difesa personale del popolo.
Era anche un intrattenimento cruciale. Gli inverni scandinavi erano lunghi, bui e freddi. Riunirsi nella langhús (casa lunga) per banchettare, raccontare storie (le Saghe) e praticare la Glima era un modo fondamentale per mantenere alto il morale, rafforzare i legami comunitari e risolvere le tensioni in modo controllato. Le Saghe menzionano spesso gare di lotta che si tenevano al chiuso, dove lo spazio limitato e il pavimento scivoloso aggiungevano un ulteriore livello di difficoltà e abilità.
La Glima e la Legge: Il Holmgang
Un aspetto affascinante che definisce “cos’è” la Glima nel suo contesto originale è il suo rapporto con la legge norrena. La Glima non era solo uno sport o un combattimento, ma occasionalmente diventava uno strumento legale.
Il Holmgang (letteralmente “andare su un’isoletta”) era una forma di duello legalizzato usato per risolvere dispute. Sebbene il Holmgang spesso coinvolgesse armi (spada e scudo), le fonti suggeriscono che la lotta era una componente integrante. Le regole variavano, ma il duello si svolgeva in un’area delimitata (spesso una pelle di bue o un piccolo isolotto per impedire la fuga).
Qui, la Glima (Lausatök) diventava cruciale. Se le spade si rompevano o gli scudi venivano distrutti, il duello si trasformava in un incontro di Glima. La capacità di proiettare l’avversario, di rompergli un arto o di immobilizzarlo a terra determinava l’esito della disputa legale. In questo contesto, la Glima era letteralmente un “processo per combattimento”. Questo eleva la Glima da semplice attività fisica a istituzione socio-legale. La tua abilità nella Glima poteva significare la differenza tra vincere una causa (e la tua terra, o il tuo onore) e perderla, o addirittura morire.
La Glima nelle Assemblee (Þing)
Le grandi assemblee regionali, come il Gulaþing in Norvegia o l’Alþingi in Islanda (il parlamento più antico del mondo, fondato nel 930 d.C.), non erano solo eventi politici e legali. Erano anche grandi festival sociali, mercati e fiere. Le persone viaggiavano per giorni per partecipare.
Durante queste assemblee, i tornei di Glima erano un evento principale. Questi tornei servivano a molteplici scopi. Erano una vetrina per i giovani guerrieri che cercavano fama e prestigio. Erano un’opportunità per i capi (Jarl o Goði) di reclutare i combattenti più abili per i loro seguiti (hirð). Erano, ancora una volta, un intrattenimento di massa e un’opportunità per scommesse.
In questo contesto, la Glima che veniva praticata era probabilmente una via di mezzo tra il Brokartök e il Lausatök: abbastanza regolamentata da prevenire morti e ferite gravi (che avrebbero potuto innescare faide di sangue), ma abbastanza “libera” da testare veramente l’abilità di un guerriero. È qui che l’ideale del Drengskap era fondamentale. Un lottatore che vinceva con abilità e onore guadagnava immenso rispetto. Uno che vinceva con trucchi sleali o brutalità ingiustificata poteva essere ostracizzato socialmente.
La Glima e l’Istruzione del Guerriero: Il Konungs skuggsjá
Per capire cosa fosse la Glima per l’élite norvegese, dobbiamo guardare al Konungs skuggsjá (Lo Specchio del Re). Questo testo norvegese del XIII secolo è un dialogo tra un padre e un figlio sulla condotta, l’etichetta e le abilità necessarie per un uomo al servizio del re.
Il testo elenca le attività fisiche che un uomo dovrebbe padroneggiare. Tra queste, la Glima è citata esplicitamente, insieme al nuoto (spesso praticato in armatura), al tiro con l’arco, all’uso della lancia e alla scherma. Il Konungs skuggsjá non la tratta come un gioco, ma come una componente essenziale dell’educazione militare e fisica di un nobile.
Questo ci dice che la Glima, nel XIII secolo, era stata formalizzata al punto da essere considerata una “scienza” marziale, degna di essere studiata e praticata dalla classe guerriera d’élite, non solo dai contadini. Non era solo un folkstyle, ma anche un’arte marziale “cortese” o militare.
La Glima, quindi, è un sistema educativo. Insegna la biomeccanica, il tempismo, la strategia e, soprattutto, la gestione della paura e della pressione. Insegna a cadere senza farsi male (un’abilità vitale per un guerriero a cavallo o sul ponte scivoloso di una nave) e insegna come imporre la propria volontà fisica su un avversario che oppone resistenza.
Parte 3: Analisi Dettagliata delle Varianti – Definire attraverso la Tecnica
Abbiamo stabilito che la Glima è un termine ombrello. Ora, per raggiungere una definizione veramente completa, dobbiamo analizzare in modo quasi forense le differenze tecniche tra le sue varianti. “Cos’è” la Glima si definisce in gran parte da “come” si pratica.
Approfondimento sul Brokartök (La Lotta dei Pantaloni)
Il Brokartök è la quintessenza della Glima come “arte” e sport. La sua definizione risiede nelle sue costrizioni. L’arte fiorisce attraverso i limiti che si auto-impone.
La Presa (Tök) Analizzata:
Mano Destra (sulla cintura): Questa mano è l’ancora e il motore. Controlla i fianchi dell’avversario. Poiché la maggior parte della potenza di proiezione proviene dalla rotazione dell’anca, controllare l’anca dell’avversario significa controllare il suo centro di gravità. Tirando o spingendo con la mano destra, si può rompere la sua postura e preparare la proiezione.
Mano Sinistra (sulla coscia): Questa mano è il controllo e la leva. Impedisce all’avversario di abbassarsi troppo. Sollevando la coscia, si alleggerisce quella gamba, rendendola vulnerabile agli sgambetti (brögð). Lavora in sinergia con la mano destra per creare una coppia di forze (una che tira/spinge i fianchi, l’altra che solleva/controlla la gamba) che fa “collassare” la struttura dell’avversario.
Il Movimento (Stigandi) Analizzato: Perché il passo Stigandi? Non è una danza estetica. È una necessità tattica imposta dalle regole.
Visione Periferica: Muovendosi costantemente in cerchio (di solito in senso orario), i lottatori sono costretti a usare la visione periferica. Non possono fissare un punto (come i piedi o le mani). Devono percepire l’intero corpo dell’avversario, sentendo i minimi spostamenti di peso attraverso la presa.
Creazione di Angoli: La Glima si basa sullo sbilanciamento. È quasi impossibile sbilanciare un avversario che è statico e ben piantato. Il movimento costante costringe entrambi i lottatori a riaggiustare continuamente il loro equilibrio. In quei micro-secondi di riaggiustamento, si creano le finestre di opportunità per le tecniche.
Caricamento dello Slancio: Molte tecniche (brögð) non sono spinte statiche, ma reindirizzamenti dello slancio. Il movimento circolare carica energia potenziale (come una molla). Una tecnica di Glima spesso consiste nel bloccare improvvisamente quel movimento o nell’accelerarlo bruscamente, usando lo slancio preesistente per alimentare la proiezione.
Le Otto Tecniche (Brögð) come Definizione: L’identità del Brokartök è definita dal suo “curriculum” tecnico. Le otto tecniche principali, che ogni lottatore deve padroneggiare, sono: Hækjabrögð (sgambetto con il tallone), Launamenn (proiezione d’anca), Krossbragð (proiezione incrociata), Hnykkjabrögð (tiro improvviso), Snúningur (rotazione), Klofbragð (proiezione con spaccata), Sniðbragð (proiezione tagliata), e Hálfmáni (mezza luna). Quello che definisce queste tecniche è che sono quasi tutte basate sulle gambe e sui fianchi. La parte superiore del corpo, bloccata dalla presa fissa, serve principalmente a trasmettere la forza generata dal core e dalle gambe. Il Brokartök è una lotta di leve di gambe e fianchi.
Approfondimento sul Lausatök (La Lotta Libera)
Se il Brokartök è definito dalla restrizione, il Lausatök è definito dalla libertà e dall’adattabilità. È “cos’è” la Glima quando le regole vengono meno.
La Mentalità del “Grip Fighting”: Mentre il Brokartök inizia con la presa, il Lausatök è la battaglia per la presa. La prima fase di un incontro di Lausatök è il “grip fighting” (lotta per le prese), identica a quella che si vede nel Judo o nel Sambo. L’obiettivo è ottenere una presa dominante (ad esempio, controllare la testa e un braccio, o ottenere una presa alta sul collo) prima che lo faccia l’avversario. Questa fase iniziale è essa stessa una forma di combattimento.
Un Sistema Completo (Stand-up e Ground): Il Lausatök è un sistema di combattimento a tutto tondo.
Fase in Piedi (Proiezioni): Questa fase include tutte le proiezioni del Brokartök (adattate senza il belti), ma aggiunge l’intero arsenale della lotta libera e greco-romana: proiezioni d’anca (Hoftekast), sollevamenti (Løftetak), attacchi alle gambe (Fotkast) e proiezioni di sacrificio (dove chi attacca cade per primo per proiettare l’avversario).
Fase a Terra (Controllo e Sottomissione): A differenza del Brokartök, la lotta continua a terra. L’obiettivo diventa ottenere una posizione dominante (come la monta o il controllo laterale) per poi applicare una sottomissione.
Sottomissioni (Lás og Taka): Il Lausatök include un vasto arsenale di leve articolari (lás), in particolare ai polsi, ai gomiti e alle spalle (le leve alle gambe sono meno comuni nelle ricostruzioni storiche). Include anche strangolamenti (taka), sia sanguigni (che comprimono le carotidi) sia aerei (che comprimono la trachea).
Contesto Bellico (Lausatök e Armi): Una definizione completa di Lausatök deve includere il suo ruolo nell’ecosistema marziale vichingo. Non era quasi mai praticato “in un vuoto”. Era l’abilità di transizione tra il combattimento armato e quello disarmato.
Difesa da Armi: Molte tecniche di Lausatök sono chiaramente progettate per difendersi da un attacco di coltello (Sax) o spada, controllando il braccio armato dell’avversario.
Uso delle Armi: Altrettanto, il Lausatök serve a creare l’opportunità di usare la propria arma corta. Una proiezione violenta serve a dare al lottatore il tempo di estrarre il suo Sax per finire l’avversario a terra.
Integrazione con lo Scudo: Alcune ricostruzioni moderne di Viking Kampkunst (arte di combattimento vichinga) studiano il Lausatök nel contesto dell’uso dello scudo, usando lo scudo stesso come arma per sbilanciare (una “spinta di scudo”) e creando prese mentre si è protetti dietro lo scudo.
Il Lausatök, quindi, è il cuore del combattimento disarmato norreno, un sistema brutale, efficiente e adattabile progettato per la sopravvivenza.
Approfondimento sul Hryggspenna (La Presa alla Schiena)
Questa forma è la Glima nella sua forma più atavica. È meno un’arte e più un test.
La Pura Biomeccanica: L’Hryggspenna è un esercizio di biomeccanica pura. Con le braccia bloccate, la forza non può venire dalle spalle. Deve venire da una catena cinetica che inizia dai piedi, spinge contro il terreno, si trasferisce attraverso le gambe (quadricipiti e glutei), viene magnificata dalla torsione del core e infine applicata attraverso la presa salda delle mani.
Significato Storico: Perché questa forma era così popolare? È speculativo, ma probabile. È la forma di lotta più semplice e istintiva (due persone che si afferrano e cercano di gettarsi a terra). È anche la più sicura per una competizione improvvisata, con poche probabilità di dita negli occhi o colpi bassi accidentali.
Connessioni Mondiali: La definizione di Hryggspenna è rafforzata dal fatto che forme quasi identiche esistono in tutto il mondo. Il Scottish Backhold (Lotta Scozzese), il Gouren bretone (che ha una presa simile) e altre forme di “lotta ad abbraccio” dimostrano che questa è una soluzione universale al problema di “chi è l’uomo più forte”.
L’Hryggspenna è la Glima ridotta al suo minimo comune denominatore: la forza fisica e la leva.
Parte 4: Glima nell’Immaginario Moderno – Definizione per Influenza
“Cos’è” la Glima oggi è definito tanto dalla sua pratica moderna quanto dalla sua storia. La sua identità nel XXI secolo è stata plasmata dalla cultura pop, dalla rinascita HEMA e dal suo status in Islanda.
La Glima come Sport Nazionale Islandese
In Islanda, la Glima (Brokartök) è un’istituzione. È amministrata dalla Glímusamband Íslands (GLÍ). Viene insegnata nelle scuole. Ha un campionato nazionale ufficiale, e il vincitore viene incoronato Glímukóngur (“Re della Glima”), un titolo di enorme prestigio.
In questo contesto, la Glima è definita come uno sport moderno. Ha arbitri, un sistema a punti (oltre alle proiezioni), categorie di peso (sebbene tradizionalmente fosse a peso aperto) e un corpus di regole codificate. È stata “addomesticata” e trasformata da abilità marziale popolare a disciplina atletica formale. Questa formalizzazione l’ha salvata dall’estinzione, ma l’ha anche cristallizzata in una forma molto specifica. Per un islandese, “Glima” significa quasi esclusivamente Brokartök.
La Glima nella Cultura Pop: Lo Stereotipo Vichingo
Per il resto del mondo, la Glima è stata (ri)definita da serie TV come Vikings e The Last Kingdom e da videogiochi come Assassin’s Creed: Valhalla o God of War.
In questi media, la Glima è quasi sempre Lausatök nella sua forma più cinematografica e brutale. È la rissa da taverna, il combattimento nel fango, il suplex che spezza la schiena. È caratterizzata da prese selvagge, testate e una estetica “barbarica”.
Questa rappresentazione ha avuto un duplice effetto sulla definizione di Glima:
Positivo: Ha creato un interesse globale esponenziale. Migliaia di persone hanno cercato palestre di Glima o HEMA dopo aver visto queste serie, salvando il Lausatök (che era molto meno praticato del Brokartök) dall’oblio.
Negativo: Ha quasi completamente oscurato l’aspetto tecnico, strategico e, soprattutto, etico (il Drengskap). Ha ridotto la Glima a una “rissa vichinga”, ignorando la complessità del Brokartök e la strategia del Lausatök.
Quindi, per molte persone oggi, la Glima è quella rissa coreografata che vedono sullo schermo, una definizione tanto influente quanto storicamente incompleta.
La Glima nel Movimento HEMA (Historical European Martial Arts)
All’interno della comunità HEMA, la Glima (principalmente Lausatök) ha trovato una nuova casa. Qui, “cos’è” la Glima è definito da un approccio accademico e ricostruttivo.
I praticanti di HEMA non la praticano (solo) per sport o per fitness. La praticano per capire. L’obiettivo è ricostruire il sistema di combattimento vichingo nel modo più accurato possibile. Questo viene fatto attraverso:
Analisi delle Fonti: Studiare le Saghe non come letteratura, ma come manuali di combattimento criptati.
Archeologia Sperimentale: Capire come la Glima funziona indossando l’equipaggiamento completo (armatura di cuoio o maglia di ferro, elmo, scudo).
Lotta Comparativa: Usare altre lotte popolari (come il Sambo, il Judo, la lotta turca) per colmare le lacune lasciate dalle fonti storiche.
In questo contesto, la Glima è un campo di ricerca accademica, un’arte marziale storica “resuscitata” attraverso lo studio rigoroso, un pezzo di un puzzle più ampio del combattimento storico europeo.
Parte 5: Analisi Comparativa – Definire Glima per Contrasto
Un metodo potente per definire un concetto è spiegare cosa lo differenzia dai suoi parenti più stretti.
Glima vs. Judo (Giappone) Il Judo è l’arte marziale più comunemente paragonata al Brokartök. Entrambe sono lotte in piedi focalizzate sulla proiezione. Ma le differenze sono profonde e definiscono entrambe.
Presa: Il Judo ha il kumi-kata, una battaglia per le prese sul Judogi (uniforme). Le prese sono flessibili (manica, bavero, schiena). La Glima Brokartök ha una presa fissa sul belti. Questo cambia tutto: il Judo è una battaglia per la presa, la Glima è una battaglia dalla presa.
Stance: Il Judo ha una postura più bassa e stabile. La Glima ha una postura alta e mobile (Stigandi).
Terra: Il Judo ha il Ne-waza (lotta a terra), che costituisce il 50% dell’arte. La Glima Brokartök termina a terra.
Glima vs. Lotta Olimpica (Libera e Greco-Romana)
Obiettivo: L’obiettivo della lotta olimpica è il takedown seguito dal pin (schienata) per 3 secondi. L’obiettivo della Glima Brokartök è la proiezione pulita. Si può vincere in Glima con una proiezione che non sarebbe un pin nella lotta.
Gambe: La Greco-Romana vieta rigorosamente qualsiasi presa o sgambetto con le gambe. La Glima Brokartök dipende quasi esclusivamente da sgambetti e leve di gambe.
Etica: La lotta olimpica è uno sport moderno e aggressivo. La Glima Brokartök è uno sport d’onore. Il Drengskap impone un livello di rispetto e controllo che è diverso dalla mentalità puramente competitiva della lotta olimpica.
Glima vs. Schwingen (Svizzera) Questo è forse il parallelo più vicino. Lo Schwingen è la lotta popolare svizzera, anch’essa un folkstyle con radici antiche.
Similitudini: Entrambi usano indumenti speciali (i pantaloni di juta nello Schwingen, il belti nella Glima). Entrambi sono sport nazionali molto sentiti. Entrambi si concentrano sulle proiezioni in piedi.
Differenze: La presa dello Schwingen è diversa (una mano alla cintura sulla schiena, l’altra ai pantaloni). L’obiettivo dello Schwingen è molto specifico: proiettare l’avversario facendogli toccare la segatura con entrambe le scapole (o almeno 3/4 della schiena) contemporaneamente, mentre il vincitore rimane in piedi. La Glima è molto più permissiva sulla “caduta” (qualsiasi parte del corpo). Lo Schwingen è più lento e basato sulla forza; la Glima è più veloce e basata sul tempismo.
Questi confronti chiariscono che la Glima è un sistema unico, definito dalla sua combinazione di presa fissa (nel Brokartök), etica dell’onore (Drengskap), movimento dinamico (Stigandi) e la sua brutale controparte da combattimento (Lausatök).
Parte 6: Conclusione Sintetica – La Definizione Completa di “Cos’è” la Glima
Dopo aver esplorato le sue radici etimologiche, il suo codice etico, il suo contesto storico-legale, le sue varianti tecniche e la sua identità moderna, possiamo ora formulare una definizione completa ed esauriente di “cos’è” la Glima.
La Glima non è una singola arte marziale. È un ecosistema marziale scandinavo, un termine collettivo che descrive l’intera tradizione della lotta norrena, sopravvissuta per oltre un millennio. È l’espressione fisica della cultura che l’ha generata.
È un’arte marziale storica (HEMA): È l’arte del combattimento disarmato del Vichingo, un sistema di sopravvivenza (Lausatök) progettato per neutralizzare un avversario nel modo più rapido ed efficiente possibile, sia in un duello che sul campo di battaglia, e funziona in sinergia con il combattimento armato. È un’arte che viene oggi attivamente ricostruita e studiata.
È uno sport nazionale (Brokartök): È l’anima dell’Islanda, un gioco d’onore e abilità codificato. È una disciplina atletica moderna che utilizza un equipaggiamento unico (il Glímubelti) per forzare una lotta basata sulla tecnica, sul tempismo e sull’equilibrio, il tutto governato da un codice cavalleresco di rispetto reciproco (Drengskap).
È un test di forza (Hryggspenna): È la forma più antica e universale di lotta, un confronto primordiale di forza e leva, un residuo delle antiche competizioni popolari.
È un pilastro culturale: È un veicolo per l’identità norrena. Nelle Saghe, era uno strumento legale, un intrattenimento sociale e un requisito educativo. Oggi, è un simbolo di orgoglio nazionale per l’Islanda e un punto di connessione tangibile con l’Era Vichinga per appassionati di tutto il mondo.
In sintesi, chiedere “Cos’è la Glima?” è come chiedere “Cos’è la musica?”. La risposta non può essere singola. È un campo di studio, una forma d’arte, un’espressione culturale, uno sport competitivo e un sistema di combattimento pragmatico. La Glima è il patrimonio intangibile del combattimento norreno, preservato nel ghiaccio dell’Islanda e riportato in vita dal fuoco della passione moderna.
(Conteggio parole: 3418)
(Continuazione dell’espansione del Punto 1 per raggiungere il requisito di 7000 parole)
Parte 7: La Biomeccanica e la Fisiologia della Glima – Definire attraverso il Movimento
Una definizione completa di un’arte marziale deve trascendere la storia e la cultura per entrare nel regno della scienza fisica. “Cos’è” la Glima è, a livello fondamentale, un’applicazione specifica di principi biomeccanici e una richiesta precisa al sistema fisiologico umano. Il perché la Glima appaia come appare è una questione di fisica.
La Fisica del Brokartök: Il Problema dell’Equilibrio Forzato
Il Brokartök è un affascinante problema di fisica applicata. L’obiettivo non è sopraffare, ma ingannare il centro di gravità dell’avversario.
Centro di Gravità (COM): Ogni essere umano ha un centro di gravità (o centro di massa), solitamente situato intorno all’area pelvica. L’equilibrio si mantiene finché questo COM rimane proiettato verticalmente all’interno della base d’appoggio (l’area tra i piedi).
La Presa Fissa e il COM: La presa del Brokartök (mano destra all’anca, sinistra alla coscia) è un capolavoro di ingegneria biomeccanica. Permette un controllo diretto del COM dell’avversario. La mano destra può spingere o tirare l’anca (il COM stesso), mentre la mano sinistra può manipolare la base d’appoggio (sollevando una gamba) o alterare l’allineamento del COM rispetto a quella base.
Il Movimento Stigandi e l’Inerzia: Il movimento circolare Stigandi non è solo tattico, è fisico. Introduce un momento angolare costante (inerzia rotazionale) nel sistema. La maggior parte delle tecniche (brögð) non consiste nel creare forza da zero, ma nel manipolare questa inerzia preesistente.
Esempio: L’Hnykkjabrögð (tiro improvviso). Questa tecnica spesso funziona quando l’avversario sta “resistendo” al movimento circolare, piantandosi leggermente. L’attaccante smette bruscamente di ruotare e tira dritto. Lo slancio dell’avversario, che si aspettava una forza rotazionale, lo porta a cadere in avanti. Si usa l’inerzia dell’avversario contro di lui.
Esempio: Il Launamenn (proiezione d’anca). Questa tecnica usa il movimento circolare per “aprire” l’anca dell’avversario, per poi ruotare rapidamente il proprio corpo all’interno del suo centro di gravità, usando i propri fianchi come fulcro (una leva di prima classe) per proiettarlo.
Il Brokartök, quindi, è un’applicazione della meccanica newtoniana, un gioco di leve, fulcri e manipolazione del momento angolare.
La Fisiologia del Brokartök: L’Atleta “Lampo”
Il nome “Glima” (lampo) definisce anche il suo profilo fisiologico. Non è uno sport di resistenza pura (come una maratona) né di forza pura (come il powerlifting).
Sistema Energetico: È uno sport primariamente anaerobico alattacido. Le tecniche brögð sono esplosioni di potenza che durano da 0,5 a 3 secondi. L’atleta deve essere in grado di generare la massima potenza nel minor tempo possibile. Questo richiede un sistema nervoso altamente efficiente (alta frequenza di scarica delle unità motorie) e muscoli con un’alta percentuale di fibre a contrazione rapida (Tipo IIx).
Resistenza Specifica: Tuttavia, un incontro può durare diversi minuti, punteggiati da queste esplosioni. Ciò richiede anche un sistema anaerobico lattacido ben sviluppato per recuperare tra un tentativo di proiezione e l’altro, e un solido sistema aerobico per sostenere il movimento Stigandi per l’intera durata dell’incontro.
Forza del Core e Propriocettiva: Fisiologicamente, la Glima è uno sport di core e propriocezione. La forza isometrica richiesta per mantenere la presa e la postura eretta è immensa. La forza esplosiva del core (addominali, obliqui, erettori spinali) è ciò che collega la spinta delle gambe alla trazione delle braccia. La propriocezione (la consapevolezza del proprio corpo nello spazio) deve essere di livello élite, per sentire i minimi spostamenti di peso dell’avversario attraverso la presa.
La Biomeccanica del Lausatök: La Scienza della Rottura
Se il Brokartök è la scienza dell’equilibrio, il Lausatök è la scienza della rottura: rompere la postura, rompere le prese, rompere le articolazioni.
Grip Fighting e Leve: La biomeccanica qui è focalizzata sulla creazione di leve svantaggiose per l’avversario. Il controllo della testa, ad esempio, è fondamentale. Spingendo la testa di un avversario verso il basso (rompendo il suo allineamento posturale), il suo COM si sposta in avanti, rendendolo vulnerabile a innumerevoli proiezioni (come le ghigliottine o i takedown a due gambe).
Le Leve Articolari (Lás): Il Lausatök definisce il combattimento disarmato come un’applicazione di leve per superare i limiti anatomici.
Leva al Gomito (Armbar): Un esempio classico. È una leva di prima classe, dove il gomito dell’avversario viene posizionato su un fulcro (l’anca, l’avambraccio) e la pressione viene applicata all’estremità della leva (il polso), iperestendendo l’articolazione oltre il suo raggio di movimento naturale.
Leva al Polso: Particolarmente utili contro un avversario armato (per disarmarlo). Queste leve (di seconda o terza classe) usano la compressione e la rotazione per forzare l’articolazione del polso in angoli innaturali, causando dolore intenso e la perdita della presa.
Proiezioni ad Alto Impatto: La fisica delle proiezioni nel Lausatök è diversa. L’obiettivo non è un atterraggio “pulito”. Tecniche come il suplex (Kastabragð) sono progettate per massimizzare l’energia cinetica all’impatto. Si tratta di sollevare il COM dell’avversario sopra il proprio, per poi accelerarlo verticalmente verso il terreno. L’equazione Forza = Massa x Accelerazione è applicata brutalmente, con l’obiettivo di causare danni da commozione cerebrale o lesioni spinali.
Fisiologicamente, il Lausatök richiede tutto ciò che richiede il Brokartök, ma aggiunge una richiesta di forza di presa (grip strength) di livello superiore (per mantenere le prese senza belti) e una tolleranza al dolore e all’impatto molto più elevata.
Definizione attraverso l’Attrezzatura: L’Identità del Glímubelti
Non si può definire “cos’è” la Glima (Brokartök) senza definire “cos’è” il Glímubelti. Questo equipaggiamento non è un accessorio; è la regola fondamentale dell’arte, resa fisica.
Il Glímubelti è un pezzo di ingegneria in cuoio sorprendentemente complesso. Non è una cintura singola. È composto da:
La Cintura Principale (Lífsbelti): Una cintura robusta che cinge la vita.
Le Cinghie Inguinali (Lærsbelti): Due cinghie più sottili che partono dalla cintura principale sul retro, passano tra le gambe e si collegano alla cintura principale sul davanti (o su se stesse).
Il Punto di Presa (Tök): Queste cinghie creano un punto di presa saldo e standardizzato sulla parte superiore della coscia di ogni lottatore.
Cosa fa questo belti?
Standardizza la Presa: Rende la competizione equa. Non importa se un lottatore indossa pantaloni larghi o stretti, scivolosi o ruvidi. La presa è sempre la stessa: cuoio su mano.
Impone la Postura Eretta: La posizione delle cinghie rende quasi impossibile per un lottatore piegarsi in avanti (come nella lotta libera) senza perdere completamente la tensione sulla presa. Tira letteralmente il lottatore in una posizione eretta.
Protegge il Lottatore: Distribuisce la forza delle prese. Invece di afferrare un pugno di vestiti (che possono strapparsi) o la carne (che può essere ferita), la presa è su una cintura progettata per sopportare migliaia di ore di trazione.
Crea il “Gioco”: L’intero sistema di leve e contro-leve del Brokartök esiste a causa di questa cintura. Senza di essa, le otto tecniche brögð sarebbero quasi impossibili da applicare nel modo in cui sono intese.
Quindi, il Glímubelti è la Glima Brokartök. È la costituzione fisica dell’arte, le sue regole scritte in cuoio.
Parte 8: La Glima nel Contesto delle Arti Marziali Norrene (Kampkunst)
La Glima non esisteva in isolamento. Era una componente di un “ecosistema marziale” più ampio, spesso chiamato modernamente Viking Kampkunst (Arte del Combattimento Vichinga). Definire “cos’è” la Glima richiede di capire quale ruolo giocava in questo sistema.
Il combattimento vichingo era un sistema integrato che copriva tutte le distanze:
Lunga Distanza: Lance (sia da lancio che da spinta), giavellotti e archi.
Media Distanza: Le armi principali da mischia: l’ascia danese a due mani, la spada a una mano (usata con lo scudo) e l’ascia a una mano (anch’essa con lo scudo).
Distanza Ravvicinata (Il Clinch): Qui è dove la Glima (Lausatök) regna sovrana.
La Glima come “Transizione”
Nel caos di una battaglia (come la collisione di due Skjaldborg, o muri di scudi), le armi a lunga e media distanza diventano rapidamente inefficaci o ingombranti. La lotta si sposta inevitabilmente al clinch (corpo a corpo).
In questo contesto, la Glima è l’arte della transizione. È l’abilità che permette a un guerriero di:
Controllare l’Avversario: Usare prese di Lausatök per controllare le braccia dell’avversario (specialmente il braccio armato) o il suo scudo.
Creare Spazio (per l’Arma): Eseguire una proiezione o uno sbilanciamento non per vincere l’incontro, ma per creare una frazione di secondo di spazio per poter usare efficacemente la propria spada o ascia.
Chiudere lo Spazio (per l’Arma Corta): Usare la Glima per “soffocare” le armi lunghe dell’avversario, portandolo così vicino da poterlo neutralizzare con il Sax (il coltello da combattimento norreno). Una presa al collo o alla schiena (Hryggspenna) seguita da una pugnalata era una tattica comune.
Arma di Ultima Istanza: Se un guerriero perdeva tutte le sue armi e il suo scudo, la Glima era l’unica cosa che gli rimaneva. La sua abilità nel Lausatök determinava se poteva disarmare il suo avversario, rompergli un arto o strangolarlo.
La Glima e lo Scudo Rotondo
Le ricostruzioni moderne hanno definito ulteriormente la Glima esplorando la sua interazione con lo scudo rotondo vichingo. Lo scudo non era solo un oggetto passivo di difesa.
Lo Scudo come Fulcro: La Glima poteva essere usata per tirare un avversario contro il bordo del proprio scudo (skjaldar-rendr), usando il bordo duro come punto di pressione o per colpire.
Spinta di Scudo (Skjaldar-skot): Una spinta violenta con lo scudo per rompere la postura dell’avversario, seguita immediatamente da una tecnica di Glima (come uno sgambetto) mentre l’avversario era sbilanciato.
Quindi, “cos’è” la Glima in senso militare? È il software di combattimento a distanza ravvicinata del guerriero norreno, un sistema operativo progettato per funzionare senza armi o per integrarsi perfettamente con esse.
Parte 9: La Dimensione Spirituale e Filosofica – Oltre il Drengskap
Abbiamo discusso ampiamente del Drengskap (onore) come codice etico. Ma c’è una dimensione filosofica più profonda nel “cos’è” la Glima, legata alla visione del mondo norrena.
La Glima e il Fato (Sköp)
La mentalità norrena era profondamente fatalista. Il fato (Sköp o Ørlög) era predeterminato dalle Norne (le equivalenti norrene delle Parche). Non si poteva sfuggire al proprio destino. Quello che si poteva controllare era come si affrontava quel destino.
La Glima, in questo contesto, è un allenamento per affrontare il fato. La vera vittoria non era sconfiggere l’avversario, ma lottare con coraggio, abilità e onore fino alla fine. L’ideale era morire bene, combattendo (guadagnandosi così un posto nel Valhalla).
Questa filosofia si traduce nella pratica della Glima:
Coraggio (Hugrekki): La Glima insegna ad affrontare un avversario più grande e più forte senza indietreggiare. Insegna a controllare la paura dell’impatto e della caduta.
Resilienza (Þrautseigja): Insegna a sopportare il dolore, la fatica e la pressione di un incontro. Ci si rialza dopo ogni caduta.
Autocontrollo (Sjálfstjórn): Il Drengskap richiede un immenso autocontrollo. Non lasciare che la rabbia o la frustrazione prendano il sopravvento. Eseguire la tecnica con precisione “fredda”, anche nel caos del combattimento (o della competizione).
La Glima e l’Assenza di Misticismo
È fondamentale, per definire la Glima, notare ciò che manca. A differenza di molte arti marziali asiatiche, la Glima è quasi completamente priva di misticismo o esoterismo.
Non c’è il Ki (Giappone), il Qi (Cina) o il Prana (India). Non ci sono tecniche segrete basate su energie spirituali. Non ci sono meditazioni per coltivare l’energia interna.
La Glima è un’arte marziale del “qui e ora”. La sua filosofia è pragmatica. La sua “energia” è la fisica: la potenza muscolare applicata attraverso la leva biomeccanica. La sua “spiritualità” non è trascendentale, ma immanente: si trova nell’onore (Drengskap), nel coraggio (Hugrekki) e nell’accettazione del proprio destino (Sköp).
Questa assenza di misticismo è una caratteristica distintiva fondamentale. Rende la Glima un’arte marziale “onesta”, radicata nella realtà fisica e nell’etica interpersonale.
Parte 10: Conclusione Finale e Sintesi Definitiva
Giungiamo così a una definizione stratificata e completa di “cos’è” la Glima. Riunendo tutti questi fili – etimologici, storici, sociali, legali, tecnici, biomeccanici, fisiologici e filosofici – emerge un ritratto complesso.
La Glima è un’eredità marziale norrena, un termine ombrello che copre l’intero spettro della lotta scandinava, dall’epoca vichinga ai giorni nostri. È la testimonianza vivente di una cultura che apprezzava la forza, l’onore e l’abilità pragmatica.
È una Trinità Marziale, che si manifesta in tre forme distinte ma imparentate:
Il Brokartök: L’anima della Glima. È uno sport cavalleresco, un “gioco d’onore” islandese definito da un equipaggiamento unico (il Glímubelti) che impone una lotta in piedi basata sul tempismo, la leva e l’equilibrio (Stigandi), il tutto governato dal codice etico del Drengskap. È l’arte del “lampo” (Glima).
Il Lausatök: Il pugno della Glima. È il sistema di combattimento norvegese, un’arte marziale pragmatica e completa progettata per la sopravvivenza. Include prese libere, proiezioni ad alto impatto, leve articolari e strangolamenti. È la Glima del campo di battaglia, il software di combattimento a distanza ravvicinata del guerriero vichingo.
L’Hryggspenna: Il fondamento della Glima. È il test di forza primordiale, una forma di lotta universale ridotta alla sua essenza: due corpi che si abbracciano in una battaglia di pura potenza e leva.
È una Scienza Fisica: È un’applicazione pratica della biomeccanica, focalizzata sulla manipolazione del centro di gravità, sull’uso efficiente delle leve e sulla gestione del momento angolare. Fisiologicamente, richiede una combinazione esplosiva di potenza anaerobica, forza del core e propriocezione d’élite.
È un Documento Storico e Sociale: È un’arte folkstyle emersa dalla vita quotidiana, usata come intrattenimento, come strumento legale (Holmgang), come allenamento militare (Konungs skuggsjá) e come collante sociale durante le assemblee (Þing).
È una Filosofia Pragmatica: È un sistema per forgiare il carattere. Non attraverso il misticismo, ma attraverso la pratica fisica del coraggio (Hugrekki), della resilienza (Þrautseigja) e, soprattutto, dell’onore (Drengskap).
Infine, “cos’è” la Glima? È la risposta norrena alla domanda fondamentale del combattimento: come posso controllare un altro essere umano usando solo il mio corpo, sia per onore in uno sport, sia per sopravvivenza in una battaglia? La sua bellezza risiede nel fatto che la cultura norrena ha trovato risposte multiple a questa domanda, tutte racchiuse in un’unica, potente parola: Glima.
CARATTERISTICHE, FILOSOFIA E ASPETTI CHIAVE
Se il capitolo precedente ha risposto alla domanda “Cos’è” la Glima, questo capitolo affronta il “Perché” e il “Come”. L’essenza di un’arte marziale non risiede nel suo catalogo di tecniche, ma nello spirito che la anima e nei principi fisici che ne governano i movimenti. La Glima è un esempio straordinario di come la filosofia di un popolo possa plasmare direttamente la biomeccanica di un’arte di combattimento.
Le caratteristiche della Glima (il modo in cui appare e si pratica) non sono un insieme di regole arbitrarie. Sono la manifestazione fisica e tangibile della sua filosofia fondamentale. Aspetti come la postura eretta, il movimento costante e la preferenza per la leva sulla forza non sono semplici scelte tattiche; sono imperativi etici.
Per comprendere la Glima, bisogna analizzare questa triade inseparabile: la sua etica (il Drengskap), le sue caratteristiche fisiche (il Stigandi, la postura, la velocità) e i suoi aspetti chiave (la sua natura di folkstyle e la sua dualità sport/combattimento).
Parte 1: Il Nucleo Filosofico – Analisi Esaustiva del Drengskap
Il cuore pulsante della Glima, l’asse attorno al quale ruota ogni sua caratteristica, è un concetto norreno quasi intraducibile: Drengskap.
Spesso tradotto pigramente come “onore”, il Drengskap è un costrutto etico molto più profondo e complesso. È l’ideale della condotta maschile (e umana) nella società norrena. Un Drengr non era solo un uomo coraggioso; era un individuo integro, leale, corretto, generoso e padrone di sé. Era l’antitesi dell’uomo vile, ingannevole, sleale o brutale senza motivo.
La Glima, specialmente nella sua forma sportiva Brokartök, non è semplicemente uno sport che contiene un codice d’onore; è il codice d’onore che si manifesta come sport. Le regole sono state create specificamente per testare e rafforzare il Drengskap.
Le Componenti Fondamentali del Drengskap nella Glima
Possiamo scomporre questo concetto filosofico in diversi pilastri che si manifestano direttamente sul campo di allenamento e in gara.
1. Correttezza Assoluta (Heiðarleiki)
Questo è il principio fondamentale. Vincere è secondario rispetto a come si vince. Una vittoria ottenuta con l’inganno, la slealtà o la brutalità non è una vittoria; è una vergogna pubblica e una dimostrazione di mancanza di Drengskap.
Questa correttezza si traduce in regole non scritte che sono importanti quanto quelle scritte:
Nessun Sfruttamento dell’Infortunio: Se un avversario mostra un segno di dolore o un infortunio, un Drengr non concentrerà il suo attacco su quel punto debole. Farlo sarebbe considerato vile.
Nessuna Viltà Tattica: Concetti come lo “stallo” (evitare il combattimento per far scorrere il tempo), il piegarsi eccessivamente per proteggersi (visto come un atto di paura) o il rifiuto di ingaggiare sono attivamente scoraggiati e sanzionati.
Accettazione della Sconfitta: Un lottatore che perde onorevolmente, dopo aver dato il massimo, non ha perso nulla in termini di reputazione. Si rialza, stringe la mano o abbraccia il vincitore e riconosce la sua abilità superiore in quel giorno. Le scenate di rabbia, le proteste o il dare la colpa all’arbitro sono manifestazioni di scarso Drengskap.
2. Rispetto (Virðing)
Il rispetto nella Glima non è un formalismo, ma un’azione attiva. L’avversario non è un nemico da distruggere; è un partner necessario per testare e migliorare se stessi.
Prima dell’Incontro: I lottatori si salutano formalmente, spesso con una stretta di mano o un abbraccio leggero, guardandosi negli occhi. Questo gesto stabilisce un patto di fiducia: “Ci impegneremo al massimo, ma nel rispetto delle regole e della nostra incolumità reciproca”.
Dopo l’Incontro: Questa è la manifestazione più visibile. Il vincitore deve aiutare il perdente a rialzarsi. È un gesto obbligatorio. Non c’è esultanza sguaiata sul corpo dell’avversario caduto. L’esultanza è contenuta e rivolta al pubblico, mai contro l’avversario. Il gesto di aiutare l’altro a rialzarsi simboleggia il ritorno dalla competizione alla comunità: “La lotta è finita, siamo di nuovo fratelli”.
Durante l’Incontro: Il rispetto si manifesta attraverso il controllo. Se una proiezione viene eseguita e l’avversario cade male, il lottatore che ha eseguito la tecnica spesso allenta la presa per mitigare la caduta, anche se ciò potrebbe costargli il punto in un altro sport. La sicurezza dell’avversario è una responsabilità condivisa.
3. Autocontrollo (Sjálfstjórn)
Un Drengr è padrone delle proprie emozioni e della propria forza. La Glima è un allenamento costante di autocontrollo.
Controllo della Forza: L’obiettivo della Glima Brokartök è una proiezione pulita, un’opera di sbilanciamento. Non è un takedown brutale. I lottatori imparano a usare la quantità esatta di forza necessaria per la tecnica, e non un grammo di più. Ferire l’avversario per eccesso di foga è un grave fallimento di Sjálfstjórn.
Controllo Emotivo: La Glima è frustrante. Si è bloccati in una presa fissa, muovendosi in tondo, incapaci di trovare un’apertura. L’avversario può essere più forte o più veloce. La filosofia del Drengskap impone di mantenere la calma (la “mente fredda”). La rabbia porta a decisioni affrettate, a un uso eccessivo della forza e a errori tecnici. Il lottatore di Glima ideale è concentrato, calmo e analitico, anche sotto estrema pressione fisica.
4. Coraggio (Hugrekki)
Questo è l’aspetto più “vichingo” del Drengskap. Il coraggio non è l’assenza di paura, ma l’azione retta di fronte ad essa.
La Postura Eretta: Come vedremo nelle caratteristiche, la postura eretta è una manifestazione fisica del coraggio. È un’esposizione volontaria del proprio corpo, un rifiuto di rannicchiarsi o proteggersi. È un’affermazione: “Sono qui, ti affronto ad armi pari, da uomo a uomo”.
Affrontare Avversari Superiori: Il Drengskap si misura al meglio quando le probabilità sono avverse. Un Drengr non si tira indietro da un avversario visibilmente più grande o forte. Accetta la sfida, fa del suo meglio e, se perde, lo fa con onore. Il vero coraggio risiede nell’impegno, non nell’esito.
Come il Drengskap ha Plasmato le Regole del Brokartök
La filosofia non è rimasta astratta; è diventata il progetto per le regole. Le caratteristiche uniche del Brokartök (la lotta sportiva) sono una diretta conseguenza dell’applicazione del Drengskap.
La Presa Fissa (Glímubelti): Perché una presa fissa? Perché elimina la “lotta sporca” per le prese. Rimuove la possibilità di dita negli occhi accidentali, di prese ai vestiti strappate o di prese dolorose ai polsi o al collo. Standardizza il punto di partenza, rendendo la gara un puro test di tecnica, equilibrio e tempismo. È l’epitome della correttezza (Heiðarleiki).
Il Divieto di Lottare a Terra: Perché la Glima Brokartök finisce nel momento in cui si tocca terra? Perché la lotta a terra, nel contesto norreno, era associata al combattimento mortale (il Lausatök). Era dove si finiva l’avversario con un coltello (Sax), strangolandolo o rompendogli un arto. Interrompendo la lotta al momento della caduta, il Drengskap separa lo sport (un test d’onore) dalla battaglia (un atto di sopravvivenza).
L’Obbligo del Movimento (Stigandi): Perché non è permesso stare fermi? Perché lo stallo è visto come un atto passivo, quasi vile. È un rifiuto di “giocare”. Il Drengskap richiede un impegno attivo, un “dialogo” costante con l’avversario. Il movimento perpetuo assicura che entrambi i lottatori stiano attivamente cercando la vittoria attraverso l’abilità.
Analisi Comparativa del Drengskap
Per cogliere appieno l’unicità del Drengskap, è utile confrontarlo con altri famosi codici marziali.
Drengskap vs. Bushido (Giappone): Il Bushido, il codice dei Samurai, condivide con il Drengskap l’enfasi sul coraggio, sull’onore e sull’autocontrollo. Tuttavia, ci sono differenze fondamentali. Il Bushido è profondamente legato al feudalesimo e alla lealtà assoluta verso il proprio signore (Daimyo). Un Samurai poteva essere costretto a compiere un atto ingiusto per obbedienza. Il Drengskap è un codice più individualista; l’onore è una questione di integrità personale, non di obbedienza a un padrone. Inoltre, il Bushido include il concetto di seppuku (suicidio rituale) come modo per espiare il disonore. Il Drengskap e la cultura norrena, pur essendo fatalisti (credenza nel Sköp), non promuovevano il suicidio; promuovevano la resilienza e il “continuare a combattere” o morire gloriosamente in battaglia.
Drengskap vs. Cavalleria Medievale Europea: La cavalleria, che emerse secoli dopo l’apice dell’Era Vichinga, condivide l’ideale del rispetto (specialmente verso le donne, un concetto meno formalizzato nel Drengskap) e della prodezza in battaglia. Tuttavia, la cavalleria era spesso legata a un costrutto religioso (la difesa della cristianità) e a un’estetica romantica. Il Drengskap è più antico, più “terreno” e pragmatico. Non è legato al romanticismo o a una teologia complessa, ma a un codice di condotta sociale necessario per la sopravvivenza di clan guerrieri. È l’etica del Hird (la guardia personale di un Re o Jarl) e del contadino-guerriero libero.
Drengskap vs. Ethos Sportivo Moderno (Olimpismo): L’ideale olimpico moderno (“l’importante non è vincere ma partecipare”) suona simile, ma nella pratica lo sport moderno è spesso dominato da una mentalità “vincere a tutti i costi”. L’uso di doping, l’inganno tattico (il diving nel calcio), il trash talking e lo sfruttamento delle “zone grigie” del regolamento sono comuni. Tutto ciò è l’antitesi diretta del Drengskap. Nella Glima, sfruttare una zona grigia del regolamento sarebbe considerato disonorevole. Il Drengskap pone l’integrità al di sopra della vittoria, un concetto quasi alieno in molti sport professionistici moderni.
Parte 2: Caratteristiche Fisiche e Biomeccaniche – La Filosofia Fatta Movimento
Le caratteristiche fisiche della Glima non sono solo “come si fa”, ma “perché si fa in quel modo”. Sono la diretta conseguenza della filosofia del Drengskap, combinata con una profonda comprensione (istintiva o studiata) della biomeccanica umana.
1. La Postura Eretta (Upprétt Staða) – La Caratteristica Visiva
La prima cosa che si nota guardando un incontro di Glima Brokartök è che entrambi i lottatori stanno quasi perfettamente dritti. La schiena è eretta, la testa è alta e lo sguardo è rivolto in avanti.
La Radice Filosofica (Il Coraggio): Come accennato, questa postura è un imperativo etico. È il rifiuto della viltà. Piegarsi in avanti, rannicchiarsi o abbassare la testa è visto come un segno di paura, un tentativo di proteggersi, un rifiuto di affrontare l’avversario “faccia a faccia”. È un’esposizione volontaria, un atto di fiducia nel proprio Drengskap e nella propria abilità.
La Radice Biomeccanica (Visione e Mobilità): Stare eretti massimizza il campo visivo. Permette al lottatore di usare la visione periferica per percepire l’intero corpo dell’avversario, dai piedi alle spalle. Una postura piegata limita la visione ai piedi o alle mani. Inoltre, una postura eretta rende il corpo un’unica lunga leva. Permette un gioco di gambe (footwork) molto più rapido, agile e fluido rispetto a una postura bassa e “piantata” (come nella Lotta Libera o nel Sumo).
La Radice Tattica (Leva e Proiezione): Stando eretti, il centro di gravità (COM) è più alto. Un COM più alto è intrinsecamente meno stabile, ma anche molto più mobile e capace di generare slancio rotazionale. La Glima sfrutta questo. È più facile sbilanciare un oggetto alto e sottile che uno basso e largo. Tutta la Glima è un gioco per manipolare questo COM alto, usando i fianchi e le gambe come fulcri. Questa postura rende i lottatori vulnerabili a takedown alle gambe (come il double leg della Lotta Libera), ma è proprio per questo che la presa fissa del Glímubelti e le regole che vietano di afferrare le gambe (in Brokartök) esistono: per proteggere e incoraggiare questa postura filosoficamente corretta.
2. Il Movimento Perpetuo (Lo Stigandi) – L’Anima Dinamica
La Glima Brokartök non è statica. I lottatori non si afferrano e poi spingono. Si afferrano e immediatamente iniziano a muoversi. Questo movimento costante, quasi una danza, è chiamato Stigandi (“passo”, “camminata”).
Cos’è lo Stigandi: È un passo circolare, solitamente in senso orario, in cui i piedi non si incrociano mai (per evitare di inciampare). È fluido, ritmico e perpetuo. La regola è che non ci si può fermare per più di qualche secondo.
La Radice Filosofica (L’Impegno Attivo): Come per il Drengskap, lo Stigandi è la manifestazione dell’impegno attivo. Stare fermi è passivo, è “stallare”. Il movimento costante è un “dialogo” fisico. I lottatori “chiedono” e “rispondono” con spostamenti di peso e pressione. È un rifiuto della staticità, vista come una forma di non-combattimento.
La Radice Tattica (Creazione di Angoli e Opportunità): Lo Stigandi è il motore che crea le opportunità per le tecniche (brögð).
Gestione della Distanza: Il movimento circolare mantiene una distanza tesa e costante.
Creazione di Angoli: Muovendosi costantemente, si creano continuamente angoli di attacco. Una tecnica di Glima raramente è frontale; è quasi sempre un attacco laterale o diagonale, reso possibile da un passo dello Stigandi.
Sbilanciamento Continuo: Il movimento costringe entrambi i lottatori a riadattare costantemente il loro equilibrio. In quei micro-secondi in cui un piede si solleva per fare un passo, il lottatore è su una gamba sola e vulnerabile. Lo Stigandi è una caccia a quel micro-secondo di vulnerabilità.
Mascheramento: Il ritmo costante dello Stigandi può diventare ipnotico. Le tecniche (brögð) sono spesso un’improvvisa rottura di quel ritmo: un passo più lungo, un arresto improvviso, un cambio di direzione. Il movimento nasconde l’attacco.
La Radice Fisica (Momento Angolare): Lo Stigandi non è solo footwork; è fisica. Il movimento circolare carica il sistema “lottatore-avversario” di momento angolare (inerzia rotazionale). Molte proiezioni di Glima non si basano sul sollevare l’avversario, ma sull’accelerare, decelerare o reindirizzare bruscamente questo momento angolare preesistente, usando l’inerzia dell’avversario contro di lui. È un sistema incredibilmente efficiente dal punto di vista energetico.
3. Il “Lampo” (Glima) – Velocità, Tempismo e Leva sopra la Forza Bruta
Il nome stesso dell’arte, Glima (“lampo”, “guizzo”), ne definisce la caratteristica esecutiva primaria. Non è un’arte di spinta lenta (come il Sumo) o di sollevamento statico (come la Greco-Romana). È un’arte di esplosioni fulminee.
Tempismo (Tímasetning): Questo è forse l’aspetto tecnico più importante. La Glima è l’arte del tempismo. A causa dello Stigandi e della postura eretta, ci sono finestre di opportunità incredibilmente brevi in cui l’avversario è sbilanciato. Il bragð (tecnica) deve essere applicato in quel preciso istante. Un centesimo di secondo prima, l’avversario è stabile. Un centesimo di secondo dopo, si è già riequilibrato. Tutta la pratica della Glima è un allenamento per percepire e sfruttare quel “lampo” di opportunità.
Leva (Stöng): Il Grande Equalizzatore: La Glima è un sistema progettato per permettere a un individuo tecnicamente abile di sconfiggere un avversario più forte. La forza bruta (spingere dritto contro dritto) è quasi inutile a causa della postura eretta e della presa fissa. La vittoria si ottiene attraverso la leva. Le tecniche di Glima usano il corpo dell’attaccante come un sistema di leve. I fianchi diventano un fulcro, le gambe diventano leve per sollevare o sgambettare, e la presa fissa permette di applicare la forza nel punto esatto per massimizzare l’effetto della leva (come insegnava Archimede). Un Hækjabrögð (sgambetto col tallone) non richiede forza; richiede di posizionare il proprio tallone (fulcro) nel punto giusto e usare la rotazione del corpo (leva) per far cadere l’avversario sopra di esso.
Forza Funzionale vs. Forza Massimale: La Glima non premia la forza massimale (es. sollevare 200 kg). Premia la forza funzionale:
Forza Esplosiva: La capacità di generare massima forza nel minor tempo (il “lampo”).
Forza Isometrica: La forza necessaria per mantenere la presa (sul belti) e la postura eretta (il core) contro la pressione dell’avversario. Questa è una forza “statica” ma estenuante.
Forza del Core: Tutta la potenza della Glima proviene dal core (addominali, obliqui, bassa schiena), che trasferisce la potenza generata dalle gambe (attraverso lo Stigandi) alla parte superiore del corpo (attraverso la presa). Un lottatore di Glima ha un core d’acciaio.
4. La Presa Fissa (Glímubelti) – La Caratteristica Definitiva
Mentre il belti è stato menzionato come una creazione della filosofia, come caratteristica fisica esso definisce e costringe l’intera lotta. Lottare con il Glímubelti è un’esperienza marziale unica.
La Lotta diventa Tattile, non Visiva: Poiché la presa è fissa e la postura eretta, i lottatori non guardano le mani o i piedi. Si guardano negli occhi o “nel mezzo”. L’intero combattimento è percepito attraverso la sensibilità tattile (propriocezione). Si “sente” il minimo spostamento di peso dell’avversario, la tensione nei suoi fianchi, la sua intenzione di muoversi. La Glima Brokartök è una “lotta cieca” fatta ad occhi aperti.
Un Gioco di Scacchi Fisico: La presa fissa rimuove la variabile caotica del grip-fighting (la battaglia per le prese, fondamentale nel Judo o nel BJJ). Questa rimozione non semplifica la lotta; la rende più complessa, come gli scacchi. Poiché entrambi i giocatori hanno gli stessi “pezzi” (le prese) nello stesso posto, la vittoria dipende interamente dalla strategia posizionale, dal tempismo e dalla capacità di calcolare le mosse successive.
Limitazione che Crea Creatività: I limiti imposti dal belti (non puoi mollare la presa, non puoi cambiare presa) costringono i lottatori a diventare incredibilmente creativi all’interno di quei limiti. Ha forzato lo sviluppo delle otto famiglie di tecniche (brögð), ognuna delle quali è una soluzione ingegnosa al problema di come proiettare un uomo da una presa simmetrica e fissa.
Parte 3: Aspetti Chiave – La Sintesi di Filosofia e Caratteristiche
Gli aspetti chiave sono i concetti generali che emergono dall’interazione tra la filosofia del Drengskap e le caratteristiche fisiche della Glima.
Aspetto Chiave 1: La Dualità Inerente (Brokartök vs. Lausatök)
Un aspetto fondamentale per capire la Glima è la sua “doppia personalità”. La Glima non è una cosa sola. È un sistema che si scinde in due modalità operative quasi opposte, che riflettono la dualità della società norrena stessa (una società con leggi e onore, ma anche capace di guerra brutale).
Brokartök (Lotta con i Pantaloni): L’Arte dell’Onore. Questa è la Glima del Drengskap. È la Glima della competizione, della festa, della comunità. Le sue caratteristiche (postura eretta, Stigandi, presa fissa) sono progettate per prevenire l’infortunio e massimizzare il test di abilità e onore. È un sistema “civilizzato”.
Lausatök (Lotta a Prese Libere): L’Arte della Sopravvivenza. Questa è la Glima della battaglia, del duello (Holmgang), dell’autodifesa. Qui, l’unico aspetto chiave è l’efficacia (Árangur).
Filosofia: Il Drengskap qui è ridefinito. Non significa “essere gentili”, ma “vincere per sopravvivere” e “proteggere i propri compagni”. La correttezza è secondaria alla necessità.
Caratteristiche: Tutte le caratteristiche del Brokartök vengono gettate via.
Postura: Diventa bassa, protettiva, simile a quella della lotta moderna, per proteggersi da attacchi alle gambe e per generare potenza di spinta.
Movimento: Non c’è Stigandi. C’è un movimento esplosivo, “in and out”, o una battaglia di spinta statica.
Prese: Le prese sono libere, aggressive e dolorose (al collo, ai polsi, alla testa).
Tecniche: Include tutto ciò che è vietato nel Brokartök: attacchi alle gambe, lotta a terra, leve articolari, strangolamenti e, storicamente, colpi (pugni, gomitate, morsi).
Questo aspetto chiave è cruciale: la Glima è un sistema marziale adattivo. Possiede un “interruttore” filosofico e tecnico che le permette di passare da sport cavalleresco a sistema di combattimento letale, a seconda del contesto.
Aspetto Chiave 2: Il Pragmatismo Norreno (L’Assenza di Misticismo)
Un aspetto chiave che definisce la Glima in contrasto con molte arti marziali (specialmente orientali) è il suo assoluto pragmatismo. È un prodotto della mentalità norrena: pratica, diretta, senza fronzoli.
Nessuna Energia Esoterica: Nella Glima non esiste il concetto di Ki (giapponese) o Qi (cinese). Non ci sono “colpi a distanza”, “punti di pressione segreti” o tecniche basate sulla coltivazione dell’energia interna.
La “Spiritualità” è Immanente: Tutta l’energia della Glima è fisica e osservabile: potenza muscolare, leva biomeccanica, tempismo. La sua “spiritualità” non è trascendente (cercare l’illuminazione), ma immanente (radicata nel mondo reale). La spiritualità della Glima si trova nel Drengskap (un codice etico interpersonale), nella Natura (la forza e la resilienza richieste dall’ambiente scandinavo) e nel Fatalismo (la filosofia norrena dello Sköp, o fato, che insegna ad affrontare il proprio destino con coraggio).
La Tecnica è Scienza, non Magia: Le tecniche (brögð) sono viste come soluzioni a problemi meccanici. Come faccio a far cadere quest’uomo che mi tiene? La risposta è un’equazione di leve e tempismo. Questo approccio pragmatico rende la Glima un’arte marziale “onesta”: ciò che vedi è ciò che ottieni.
Aspetto Chiave 3: Glima come Sistema Educativo (Uppeldi)
La Glima non è mai stata concepita solo come un sistema di combattimento o uno sport. Era, ed è tuttora in Islanda, un sistema educativo fondamentale per forgiare il carattere.
Insegnare a Cadere (Falla): La prima, e più importante, lezione di Glima non è come proiettare, ma come cadere. Imparare a cadere in sicurezza (rilassandosi, dissipando l’impatto) è un’abilità pratica vitale. Ma è anche una profonda lezione filosofica. Insegna al praticante a non aver paura della sconfitta, ad accettare la caduta come parte del processo e a rialzarsi immediatamente.
Forgiare la Resilienza (Þrautseigja): L’allenamento della Glima è fisicamente estenuante. La forza isometrica della presa, lo sforzo cardiovascolare dello Stigandi, l’impatto delle cadute: tutto questo costruisce la resilienza fisica e mentale.
Insegnare il Drengskap: In un mondo moderno che spesso manca di codici etici chiari, la Glima (Brokartök) è una scuola di etica in azione. Non si parla solo di onore; lo si pratica ad ogni allenamento. Si impara a controllare la propria rabbia, a rispettare l’avversario e a valorizzare la correttezza sopra la vittoria.
Aspetto Chiave 4: L’Equilibrio (Jafnvægi) come Metafora Centrale
Se dovessimo ridurre la Glima a un unico aspetto chiave, sarebbe la ricerca dell’Equilibrio (Jafnvægi). Questo concetto permea l’arte a ogni livello.
Equilibrio Fisico: È l’obiettivo tattico evidente. L’intera lotta è un gioco per rompere l’equilibrio fisico dell’avversario mantenendo il proprio.
Equilibrio Emotivo: È l’obiettivo filosofico del Sjálfstjórn (autocontrollo). Mantenere l’equilibrio tra aggressività e controllo, tra paura e coraggio.
Equilibrio Etico: È il cuore del Drengskap. Trovare l’equilibrio tra il desiderio di vincere e l’obbligo di essere corretti.
Equilibrio Sistemico: È la dualità del Brokartök e del Lausatök. L’equilibrio tra la Glima come sport onorevole per la comunità e la Glima come strumento efficace per la sopravvivenza.
La Glima, quindi, non è solo un’arte marziale. È un sistema olistico per sviluppare un essere umano completo, in equilibrio tra forza fisica, acutezza mentale ed etica rigorosa, il tutto racchiuso nell’ideale norreno del Drengr.
Conclusione: La Sintesi Inseparabile
Le caratteristiche, la filosofia e gli aspetti chiave della Glima non sono sezioni separate di un manuale; sono un unico tessuto intrecciato.
La filosofia del Drengskap (onore, correttezza, autocontrollo) è il filo dell’ordito.
Le caratteristiche fisiche – la postura eretta (coraggio), lo Stigandi (impegno attivo) e la velocità/leva (intelligenza sulla forza bruta) – sono i fili della trama.
Il risultato di questo intreccio è il tessuto della Glima: un’arte marziale unica dove l’etica è la biomeccanica, e il movimento è la filosofia. La Glima è la dimostrazione vivente che il modo in cui un popolo combatte (o compete) è un riflesso diretto di ciò in cui crede.
LA STORIA
Introduzione: Un’Arte Marziale come Documento Storico
La storia della Glima non è semplicemente la cronaca di un’arte marziale; è la storia stessa dei popoli scandinavi. È un filo ininterrotto che lega il guerriero germanico dell’Età del Ferro, descritto da Tacito, all’atleta olimpico di Stoccolma nel 1912 e al praticante di HEMA (Historical European Martial Arts) del ventunesimo secolo. Tracciare la sua evoluzione significa navigare attraverso la mitologia norrena, la brutale realtà dell’Epoca Vichinga, la profonda trasformazione teologica e politica del Medioevo, l’oscurità del dominio straniero e l’esplosione del nazionalismo romantico.
A differenza delle arti marziali orientali, la Glima non ha un fondatore, un tempio di origine o un singolo testo sacro. La sua storia deve essere meticolosamente assemblata da frammenti: è scritta nelle descrizioni letterarie delle Saghe, codificata nei testi di legge medievali, menzionata di sfuggita nei manuali di corte, preservata nel folklore delle valli più isolate della Norvegia e, soprattutto, custodita gelosamente come sport nazionale nell’incredibile “capsula del tempo” culturale che è l’Islanda.
Questa è la cronaca di come un sistema di combattimento per la sopravvivenza sia diventato un test d’onore, poi un simbolo di identità nazionale e, infine, un’eredità marziale globale.
Parte 1: Le Radici della Forza – Origini Mitologiche e Pre-Vichinghe (fino al 793 d.C.)
La storia della Glima inizia prima della storia scritta, nel regno del mito e nelle tradizioni orali dei popoli germanici. Per queste culture, la forza fisica e l’abilità nella lotta non erano semplici attributi, ma virtù divine.
La Glima nel Mito: Gli Dèi come Lottatori
Le fonti primarie per la mitologia norrena, l’Edda Poetica (una raccolta di poemi orali più antichi) e l’Edda in Prosa (compilata nel XIII secolo dallo storico e politico islandese Snorri Sturluson), sono piene di riferimenti alla lotta. Queste storie, sebbene scritte in epoca cristiana, riflettevano i valori di un’epoca precedente.
Il dio Thor (Þórr) è l’archetipo del lottatore. Sebbene noto per il suo martello Mjöllnir, molte delle sue più grandi imprese sono compiute a mani nude.
La Lotta con Elli: La storia più famosa si trova nel racconto del viaggio di Thor a Útgarða-Loki, il re dei giganti. Per umiliare Thor, il re lo sfida a una serie di prove. L’ultima è un incontro di lotta contro un’anziana donna di nome Elli. Thor, il dio più forte, lotta con tutte le sue forze ma viene lentamente costretto a inginocchiarsi. Si scopre poi che Elli era la personificazione della Vecchiaia (Elli significa “vecchiaia” in norreno), l’unica avversaria che nessuno, nemmeno un dio, può sconfiggere. Il punto cruciale non è la sconfitta di Thor, ma il fatto che la “lotta” (glíma o fang) fosse considerata la prova di forza definitiva.
La Sconfitta di Hrungnir: In un altro mito, Thor sconfigge il gigante Hrungnir. Dopo che il suo martello ha frantumato l’arma del gigante, Thor lo atterra e lo finisce a mani nude, ma rimane intrappolato sotto la gamba del gigante caduto.
Questi miti non sono manuali tecnici, ma servono a uno scopo storico fondamentale: stabiliscono la lotta come un’attività divina e un valore culturale supremo. Essere un abile lottatore significava emulare gli dèi.
Il Contesto Germanico: I Guerrieri di Tacito
Prima che i “Vichinghi” emergessero come forza storica, erano parte di un più ampio mosaico di tribù germaniche. Lo storico romano Tacito, nel suo trattato De origine et situ Germanorum (Germania) del 98 d.C., ci offre uno spaccato di questa cultura pre-vichinga.
Tacito descrive i guerrieri germanici come fisicamente imponenti, temprati da un ambiente ostile e ossessionati dalla reputazione in battaglia. Parla dei loro giovani che si allenano nudi, indurendo i loro corpi contro il freddo e praticando costantemente esercizi fisici. Sebbene non usi la parola “Glima”, descrive una cultura marziale in cui il combattimento disarmato e la prodezza fisica erano fondamentali per lo status sociale di un guerriero. È da questo brodo primordiale di cultura guerriera germanica che la Glima ha iniziato a prendere forma.
Prove Archeologiche e l’Età di Vendel
L’archeologia dell’Età del Ferro germanica e dell’Età di Vendel (il periodo immediatamente precedente all’Epoca Vichinga, c. 550-790 d.C.) supporta questa visione.
Pietre Runiche e Pettorali: Alcune delle prime pietre runiche e dei pettorali (placche decorative) trovati in Svezia e Norvegia mostrano figure in pose che sono state interpretate come combattimenti rituali o prese di lotta.
Corredi Funebri: Le sepolture dei guerrieri di quest’epoca, come quelle di Vendel e Valsgärde in Svezia, sono ricche di armi (spade, elmi, scudi), indicando una società aristocratica e guerriera. Questi uomini non avrebbero fatto affidamento solo sulle loro armi; l’addestramento al combattimento corpo a corpo sarebbe stato una seconda natura, una necessità per quando la linea degli scudi si fosse rotta.
In sintesi, la storia della Glima pre-793 d.C. è la storia della sua fondazione culturale. Non era ancora un'”arte” codificata, ma un insieme di abilità di combattimento e di prove di forza profondamente radicate nella religione e nella struttura sociale dei popoli scandinavi. Era l’espressione istintiva di una cultura guerriera.
Parte 2: L’Età d’Oro – La Glima nell’Epoca Vichinga (c. 793 – 1066 d.C.)
L’Epoca Vichinga, tradizionalmente datata dall’incursione al monastero di Lindisfarne nel 793 d.C. alla Battaglia di Stamford Bridge nel 1066, è il periodo formativo che ha trasformato la Glima da un insieme di pratiche popolari a un sistema di combattimento sofisticato e a un’istituzione sociale. Questo non fu un caso; furono le condizioni storiche uniche di quest’epoca a forgiare l’arte.
Il Contesto Storico: L’Esplosione Vichinga
L’Epoca Vichinga fu un periodo di improvvisa e violenta espansione dalla Scandinavia. Spinti da una combinazione di sovrappopolazione, cambiamenti politici interni, opportunità commerciali e innovazione tecnologica (la nave lunga vichinga, o langskip), i Norreni “esplosero” in Europa e oltre.
Questa nuova realtà storica creò tre “crogioli” principali in cui la Glima fu forgiata e perfezionata: il campo di battaglia, la nave lunga e la nuova società coloniale islandese.
1. Il Crogiolo del Campo di Battaglia: Nascita del Lausatök
L’Epoca Vichinga fu un’era di guerra quasi costante. Il guerriero vichingo non era un soldato professionista in senso moderno, ma un contadino, un commerciante o un proprietario terriero che prendeva le armi per la razzia (víking) o per servire il suo Jarl (conte) o Re.
L’Ecosistema Marziale: L’equipaggiamento standard era lancia, scudo, ascia o spada. La tattica principale era lo Skjaldborg (muro di scudi). La Glima, in questo contesto, era l’abilità di ultima istanza.
La Rottura del Muro di Scudi: Il muro di scudi era un’impresa brutale di spinta e colpi di lancia. Ma inevitabilmente, il muro si rompeva, e il combattimento degenerava in una mischia caotica. A distanza ravvicinata, le lance erano inutili e le spade difficili da manovrare.
Il Dominio del Clinch: Questo era il dominio del Lausatök (la lotta a prese libere). Era il sistema che insegnava a un guerriero come sopravvivere nel clinch (corpo a corpo). Le sue tecniche erano progettate per:
Controllare le Armi: Afferrare il polso della spada dell’avversario.
Creare Aperture: Usare una leva o uno sbilanciamento per spostare lo scudo dell’avversario e creare un’apertura per la propria ascia o coltello (il Sax).
Disarmare e Neutralizzare: Applicare leve articolari dolorose (al polso, al gomito) per forzare l’avversario a lasciare l’arma.
Proiezioni Letali: Eseguire proiezioni (come il suplex o proiezioni d’anca) non per un punto, ma per far atterrare l’avversario violentemente sulla sua stessa armatura, su una roccia o semplicemente per portarlo a terra, dove era indifeso contro un colpo di grazia.
Le Saghe, sebbene scritte più tardi, sono piene di questi combattimenti brutali. Nella Saga di Egil Skallagrímsson, Egil, un guerriero noto per la sua ferocia, usa regolarmente la lotta, i morsi e le dita negli occhi per sconfiggere i suoi nemici in combattimenti disperati. Questo era il Lausatök: non uno sport, ma un sistema di combattimento totale progettato per la sopravvivenza.
2. Il Crogiolo della Nave Lunga: Forgiare l’Equilibrio
La singola più grande innovazione tecnologica dell’epoca fu la nave lunga. Questo capolavoro di ingegneria navale permise l’espansione vichinga. Ma creò anche una serie unica di sfide fisiche.
La Vita in Mare: I viaggi potevano durare settimane o mesi. I guerrieri erano stipati in uno spazio incredibilmente angusto, con poco spazio per muoversi.
La Necessità di Allenamento: Per evitare l’atrofia muscolare e la noia, i Vichinghi si allenavano a bordo. Il Konungs skuggsjá (Lo Specchio del Re), sebbene del XIII secolo, menziona l’importanza dell’addestramento fisico in ogni circostanza.
Nascita dell’Equilibrio (Jafnvægi): Praticare la Glima sul ponte ondeggiante, scivoloso e stretto di una nave lunga in mezzo all’Atlantico del Nord è un incubo biomeccanico. Questo ambiente forzò lo sviluppo di quelle che oggi sono le caratteristiche distintive della Glima:
Equilibrio Dinamico: La capacità di rimanere in piedi non su una superficie stabile, ma su una in costante movimento.
Forza del Core: Tutta la stabilità doveva provenire dal core (addominali e bassa schiena), non dalla “radicamento” al suolo.
Velocità (“Lampo”): Le tecniche dovevano essere fulminee. Un lento tentativo di sollevamento sarebbe stato rovinato da un’onda improvvisa. L’arte del “lampo” (glima) divenne essenziale.
È molto probabile che la postura eretta e il gioco di gambe fluido (che si evolverà nello Stigandi) abbiano avuto origine non solo da un codice d’onore, ma dalla necessità pratica di lottare su una piattaforma instabile dove cadere significava finire in mare.
3. Il Crogiolo Islandese: Dalla Sopravvivenza allo Sport (Il Þing e il Diritto)
Mentre i Vichinghi in Norvegia, Danimarca e Svezia si consolidavano in regni, un gruppo di coloni (principalmente norvegesi in fuga dalla tirannia di Re Harald Bellachioma) colonizzò l’Islanda a partire dall’874 d.C.
L’Islanda divenne il laboratorio culturale più importante per la Glima. In questa terra nuova, senza un re, i coloni crearono una repubblica oligarchica unica, governata dalla legge.
L’Alþingi (L’Assemblea Nazionale): Fondato nel 930 d.C., l’Alþingi era il cuore della società islandese. Non era solo un parlamento; era un festival nazionale di due settimane. La gente veniva da tutto il paese per commerciare, risolvere dispute legali, celebrare matrimoni e socializzare.
La Glima come Evento Sociale: Durante l’Alþingi, i tornei di Glima erano l’intrattenimento principale. Erano la versione islandese delle Olimpiadi. Vincere all’Alþingi portava fama, prestigio e persino vantaggi politici. Le Saghe sono piene di eroi (come Gunnar Hámundarson dalla Saga di Njáll o Grettir Ásmundarson dalla Saga di Grettir) la cui reputazione era costruita tanto sulla loro abilità nella Glima quanto sulla loro prodezza con le armi.
La Glima come Strumento Legale (Il Holmgang): In una società senza una forza di polizia esecutiva, le dispute dovevano essere risolte in altro modo. La via legale era il tribunale (il Lögrétta). La via extralegale era la faida di sangue. E in mezzo c’era il Holmgang (letteralmente “andare su un’isoletta”). Il Holmgang era un duello legalizzato per risolvere dispute su terra, eredità o onore. Aveva regole precise (spesso combattuto su una pelle di bue o un’area delimitata). Sebbene iniziasse con le armi, spesso degenerava in lotta. Saper lottare (Lausatök) era essenziale per vincere un Holmgang. Tuttavia, il Holmgang iniziò ad essere abusato. I Berserkir e altri “bulli” lo usavano per rubare legalmente terra ai contadini (sfidavano, vincevano e prendevano la proprietà). Questo abuso divenne un problema sociale.
La fine dell’Epoca Vichinga fu segnata da due eventi storici cruciali che avrebbero trasformato la Glima per sempre:
La Cristianizzazione della Scandinavia (c. 965-1030 d.C.): L’Islanda adottò formalmente il Cristianesimo all’Alþingi nel 1000 d.C.
Il Bando del Holmgang: A causa dei suoi abusi e della nuova morale cristiana (che vedeva il duello come un atto pagano), il Holmgang fu bandito. L’Islanda lo bandì nel 1006, la Norvegia poco dopo.
Con la fine della guerra di razzia su larga scala e il bando del duello legale, la Glima perse i suoi due contesti principali. Il brutale Lausatök non era più una necessità quotidiana. Ma l’amore per la lotta e il suo ruolo sociale all’Alþingi rimasero.
Questo vuoto creò la necessità di una nuova forma di Glima: una forma che conservasse l’abilità, la forza e l’onore, ma rimuovesse il pericolo letale. Questo fu l’inizio della transizione storica verso la Glima come sport.
Parte 3: Il Medioevo Scandinavo – L’Età della Formalizzazione (c. 1066 – 1500)
L’Epoca Vichinga si concluse, ma la Glima non scomparve. Al contrario, entrò nella sua “Età d’Oro” della formalizzazione. Questo periodo vide la Glima trasformarsi da un insieme di abilità guerriere pagane a un’arte cortese cristiana e uno sport popolare codificato.
Questo cambiamento fu guidato da due forze: la Chiesa e la Corte Reale.
La Cristianizzazione e la Trasformazione del Drengskap
L’adozione del Cristianesimo ebbe un effetto profondo. La Chiesa si oppose a molte tradizioni norrene:
Bando del Paganesimo: I rituali e i sacrifici agli dèi (come Thor, che era il patrono della Glima) furono vietati.
Bando della Violenza Ingiustificata: Il Holmgang fu abolito. La faida di sangue fu scoraggiata (anche se continuò per secoli, specialmente in Islanda durante l’Età degli Sturlungar).
Tuttavia, la Chiesa fu anche pragmatica. Invece di sradicare la cultura guerriera, la cooptò. L’ideale del Drengskap (l’onore del guerriero vichingo) non fu eliminato, ma fuso con l’ideale della Cavalleria Cristiana.
Il coraggio fu reindirizzato verso la difesa della Fede.
L’onore fu ridefinito come correttezza, autocontrollo e protezione dei deboli (un ideale cavalleresco).
In questo nuovo contesto, la Glima (Lausatök), con la sua brutalità, divenne problematica. Ma la Glima come sport – come test di abilità e forza praticato con onore – si adattava perfettamente a questo nuovo ideale cristiano-cavalleresco.
La Nascita Storica del Brokartök
È quasi certamente in questo periodo (XI-XIII secolo) che il Brokartök (Lotta con i pantaloni/cintura) emerse come forma sportiva dominante. La sua stessa esistenza è una risposta storica al problema del Lausatök.
La Presa Fissa (Glímubelti): L’invenzione della cintura da Glima fu un atto di genio normativo. Essa imponeva la correttezza.
Impediva le prese libere (al collo, al viso, ai polsi).
Impediva la lotta a terra (perché si perdeva la presa).
Forzava la postura eretta (l’ideale del Drengskap e della cavalleria).
Lo Sport come Alternativa: Il Brokartök divenne il sostituto socialmente accettabile del Holmgang. Le dispute potevano ancora essere “risolte” con la lotta, ma in modo sicuro, sportivo e onorevole durante le feste e le assemblee.
L’Approvazione Reale: Il Konungs skuggsjá (Lo Specchio del Re)
La prova più importante dello status della Glima in questo periodo non proviene da una Saga, ma da un testo didattico reale norvegese: il Konungs skuggsjá, scritto intorno al 1250 d.C. per l’educazione dei figli di Re Håkon Håkonsson.
Questo testo è un dialogo tra un padre e un figlio su come diventare un perfetto cortigiano, mercante e guerriero al servizio del Re. In un’epoca di cavalleria e scolastica cristiana, il testo elenca le abilità che un nobile deve padroneggiare. Accanto allo studio del latino, della teologia, delle lingue straniere e delle buone maniere a tavola, il padre consiglia un rigoroso allenamento fisico:
Tiro con l’arco
Scherma (spada e scudo)
Uso della lancia
Nuoto (spesso in armatura)
E, esplicitamente, la Glima.
Questo è un documento storico di valore inestimabile. Ci dice che, 250 anni dopo la fine dell’Epoca Vichinga, la Glima non era vista come un rozzo passatempo da contadini o un residuo pagano. Era un’arte marziale cortese, una componente essenziale dell’educazione di un nobile, approvata e praticata ai massimi livelli della società medievale norvegese.
L’Età delle Saghe: La Letteratura come Conservazione (Islanda, XIII-XIV sec.)
Paradossalmente, le grandi storie dell’Epoca Vichinga (le Saghe Islandesi) furono scritte durante questo periodo medievale, 200-300 anni dopo gli eventi che descrivono.
Un Atto di Conservazione: Scrittori come Snorri Sturluson (lui stesso un potente capo e lottatore, assassinato nel 1241) guardarono indietro alla loro “Età degli Eroi” (l’Epoca Vichinga) con un misto di orgoglio e nostalgia.
La Glima nelle Saghe: Le Saghe sono piene di Glima.
Saga di Grettir: Descrive la sua famosa lotta con il non-morto Kárr, ma anche molti incontri sportivi.
Saga di Njáll: Descrive l’atletismo di Gunnar Hámundarson, “il migliore in tutti gli sport”.
Saga di Egil: Descrive la Glima nella sua forma più brutale (Lausatök).
Queste Saghe, lette ad alta voce durante i lunghi inverni islandesi per secoli, fungevano da manuali di conservazione. Ricordavano costantemente agli islandesi la loro storia e la loro arte marziale. Anche quando l’Islanda perse la sua indipendenza a favore della Norvegia (con il “Vecchio Patto” del 1262), e poi insieme alla Norvegia passò sotto il dominio danese (Unione di Kalmar, 1397), la lettura delle Saghe e la pratica della Glima divennero atti di resistenza culturale.
Mentre nel resto della Scandinavia medievale la Glima si mescolava con altre forme di lotta europee, in Islanda essa veniva gelosamente custodita, protetta dal suo isolamento geografico e dalla sua vibrante tradizione letteraria.
Parte 4: L’Era della Sopravvivenza e del Declino (c. 1500 – 1880)
Questo lungo periodo, dalla Riforma Protestante all’alba del nazionalismo romantico, fu l’età più buia per la Glima. L’arte perse il suo prestigio cortese e la sua funzione militare, rischiando di scomparire. La sua storia in questo periodo è una storia di divergenza: il quasi-oblio in Norvegia e la tenace sopravvivenza in Islanda.
La Causa del Declino: La Rivoluzione della Polvere da Sparo
La ragione principale del declino della Glima (e di molte arti marziali europee) fu tecnologica. L’avvento della polvere da sparo e delle armi da fuoco sul campo di battaglia, a partire dal XVI secolo, rese obsoleto l’addestramento al combattimento corpo a corpo per i soldati.
Fine dell’Arte Militare: Lo Skjaldborg fu sostituito da formazioni di picchieri e moschettieri. La Glima Lausatök perse la sua funzione militare primaria. L’addestramento militare si concentrò sulla disciplina di fuoco, sulla marcia e sulla baionetta, non sul clinch.
Centralizzazione e Smilitarizzazione: I re danesi, che governavano sia la Norvegia che l’Islanda, centralizzarono il potere. I contadini furono smilitarizzati. Il vecchio ideale del contadino-guerriero vichingo morì.
Il Quasi-Oblio in Norvegia
In Norvegia, la Glima (principalmente il Lausatök) regredì. Senza una funzione militare o cortese, sopravvisse solo come tradizione popolare (folkstyle) in valli estremamente remote e culturalmente isolate, come il Setesdal.
Qui, veniva praticata durante matrimoni e feste, mescolandosi con altre lotte regionali.
Perse il suo nome formale e la sua struttura. Divenne semplicemente “lotta” (tak).
Senza una tradizione letteraria scritta (come quella islandese) e senza un isolamento geografico totale, fu quasi completamente dimenticata dalla cultura norvegese dominante, che guardava a Copenaghen e all’Europa continentale.
La Tenace Sopravvivenza in Islanda
L’Islanda, al contrario, fu il salvatore della Glima. Ma fu una sopravvivenza per necessità e isolamento.
Isolamento Geografico: L’Islanda era un’isola remota, una delle colonie più povere e dimenticate della corona danese. Questo isolamento la protesse dalle influenze culturali e militari europee. Non c’erano eserciti moderni, né accademie militari.
L’Età della Povertà: L’Islanda fu colpita da secoli di povertà, esacerbata dal monopolio commerciale danese e da disastri naturali. Il più terribile fu l’eruzione del Laki (Móðuharðindin) nel 1783-84, che uccise oltre il 20% della popolazione e la maggior parte del bestiame.
La Glima come “Riscaldamento”: In questo contesto di povertà estrema, in case di torba fredde e umide, la Glima sopravvisse per una ragione pratica. Era un modo per i contadini di riscaldarsi, di mantenersi in forma e di rompere la monotonia dei lunghi inverni.
La Tradizione Orale (Rímur): La tradizione letteraria delle Saghe si evolse nei Rímur – lunghi poemi epici cantati, che spesso raccontavano le storie degli eroi delle Saghe. Questi Rímur venivano recitati mentre la gente lavorava la lana (kvöldvaka), e spesso erano accompagnati da incontri di Glima.
La Glima sopravvisse, ma era allo stremo. Era diventata un rozzo passatempo da contadini, praticato per necessità e tradizione, lontano dalla gloria dell’Alþingi medievale o dalla corte del Re di Norvegia. Viaggiatori europei che visitarono l’Islanda nel XVIII e all’inizio del XIX secolo la descrissero come una curiosa e primitiva forma di lotta popolare.
Senza un intervento, si sarebbe estinta, diventando una nota a piè di pagina nelle Saghe che nessuno praticava più.
Parte 5: La Rinascita – Nazionalismo, Politica e Olimpiadi (c. 1880 – 1950)
La fine del XIX secolo vide un’inversione di tendenza drammatica. La Glima fu salvata dall’orlo dell’estinzione e trasformata nell’icona culturale che è oggi. Questa rinascita non fu un caso, ma fu guidata dalla forza più potente dell’epoca: il Nazionalismo Romantico.
Il Contesto: L’Ascesa del Nazionalismo Romantico
In tutta Europa, i popoli cercavano di definire la propria identità nazionale, spesso in opposizione agli imperi che li governavano (l’Impero Austro-Ungarico, l’Impero Ottomano, l’Impero Russo).
Questa ricerca di identità si basava sulla “riscoperta” del passato “glorioso” di un popolo: il suo folklore, la sua lingua, la sua musica e le sue tradizioni.
In Italia c’era il Risorgimento che guardava all’Impero Romano. In Germania, Wagner scriveva opere basate sui miti germanici. In Finlandia, veniva compilato il Kalevala.
L’Indipendenza Islandese e la Glima come Simbolo
L’Islanda non fece eccezione. Un potente movimento per l’indipendenza dalla Danimarca, guidato dall’eroe nazionale Jón Sigurðsson, prese piede.
Gli intellettuali islandesi cercarono simboli per dimostrare che l’Islanda non era una semplice provincia danese, ma una nazione con una storia antica e nobile.
Trovarono quel simbolo nell’Età d’Oro delle Saghe e nella lingua norrena (che l’islandese moderno preservava quasi intatta).
In questo contesto, la Glima non era più un rozzo gioco da contadini. Divenne la prova vivente dell’eredità vichinga. Era l’arte di Egil, Grettir e Gunnar. Praticare la Glima divenne un atto patriottico.
La Formalizzazione: Da Passatempo a Sport Moderno
Questa nuova febbre nazionalistica portò alla formalizzazione.
Intellettuali e appassionati iniziarono a studiare la Glima, a raccogliere le sue regole (che erano state tramandate oralmente) e a promuoverla attivamente.
Vennero fondate le prime associazioni sportive. L’obiettivo era “pulire” la Glima, standardizzarla e presentarla al mondo come uno sport moderno e sofisticato.
Questo processo culminò nella fondazione del Glímusamband Íslands (GLÍ), la Federazione Islandese di Glima, nei primi anni del XX secolo. Questa fu la transizione storica definitiva da folkstyle a sport codificato.
Fu in questo periodo che il Brokartök fu definitivamente scelto come la forma “ufficiale” della Glima, poiché incarnava perfettamente gli ideali di onore (Drengskap), tecnica ed eleganza che la nuova nazione voleva proiettare. Il Lausatök, più brutale, fu messo da parte perché non si adattava a questa immagine.
La Celebrità Globale: Jóhannes Jósefsson e le Olimpiadi del 1912
La Glima aveva bisogno di un ambasciatore, e lo trovò in Jóhannes Jósefsson (1883-1968), noto come il “Re della Glima” (Glímukóngur).
Jóhannes fu un atleta fenomenale e un uomo di spettacolo carismatico. All’inizio del XX secolo, viaggiò in Europa e negli Stati Uniti, sfidando lottatori di ogni stile (Greco-Romana, Catch wrestling) e mostrando la Glima in esibizioni teatrali.
Divenne una celebrità internazionale, l’incarnazione del “Vichingo nobile”. La sua fama portò un’enorme attenzione sulla piccola isola dell’Islanda e sulla sua lotta per l’indipendenza.
Il culmine di questa rinascita arrivò nel 1912, alle Olimpiadi di Stoccolma.
In uno spirito di celebrazione delle culture nordiche, la Svezia (che aveva governato la Norvegia fino al 1905) incluse la Glima come sport dimostrativo.
Una squadra di lottatori islandesi, guidata da Jóhannes Jósefsson, si esibì di fronte a un pubblico internazionale, compresi i reali.
L’esibizione fu un trionfo. Gli osservatori rimasero sbalorditi dall’eleganza, dalla velocità e dalla natura cavalleresca (il Drengskap) della Glima, così diversa dalla forza bruta della lotta Greco-Romana.
Questo evento consacrò la Glima sulla scena mondiale e ne solidificò lo status in patria. Poco dopo, nel 1916, il GLÍ fu formalmente istituito, e la Glima divenne una materia obbligatoria nelle scuole islandesi.
La storia della Glima in questo periodo è la storia di un salvataggio miracoloso. Salvata dall’oblio da un movimento politico, fu ripulita, codificata e presentata al mondo come il gioiello della corona della cultura islandese.
Parte 6: L’Era Contemporanea – Sport Nazionale e Rinascita Marziale (c. 1950 – Oggi)
La storia della Glima nel XX e XXI secolo si divide in due binari paralleli: la sua vita stabile come sport nazionale in Islanda e la sua sorprendente rinascita come arte marziale da combattimento nel resto del mondo.
Binario 1: La Glima come Sport Nazionale Islandese (Il Brokartök)
Dopo che l’Islanda ottenne la piena indipendenza nel 1944, la Glima Brokartök fu ufficialmente consacrata come sport nazionale.
L’Istituzione del Glímukóngur: La competizione più importante divenne il campionato nazionale. Il vincitore non era solo un campione; veniva incoronato Glímukóngur (Re della Glima). Questo titolo, assegnato ancora oggi, è uno degli onori più grandi in Islanda. Il “Re” diventa una celebrità nazionale, un simbolo vivente della tradizione.
Stabilità e Conservazione: Per decenni, la storia della Glima è stata una storia di stabilità. È governata dal GLÍ, praticata nelle scuole e celebrata nei suoi campionati annuali. Ha un sistema a punti, arbitri e categorie di peso. È diventata un’istituzione moderna e sana.
Conservazione Pura: L’Islanda ha protetto il Brokartök con un certo conservatorismo. Le regole sono rimaste in gran parte invariate, concentrandosi sulla purezza della tecnica e sul Drengskap. Questa forma sportiva è un gioiello culturale perfettamente conservato.
Binario 2: La “Seconda Rinascita” – Il Ritorno del Lausatök
Mentre l’Islanda celebrava il Brokartök, il Lausatök (la forma da combattimento) era, a tutti gli effetti, estinto. Era il “fratello perduto”, quello descritto nelle Saghe ma che nessuno praticava più.
La sua rinascita è un fenomeno storico molto recente, guidato da due forze esterne all’Islanda:
Il Movimento HEMA (Historical European Martial Arts): A partire dagli anni ’80 e ’90, un movimento globale di studiosi e artisti marziali ha iniziato a “resuscitare” le arti marziali europee perdute, usando manuali storici e archeologia sperimentale (come la scherma medievale tedesca e italiana).
Il Re-enactment Vichingo: Parallelamente, la popolarità dei festival vichinghi e della rievocazione storica ha creato una “domanda”. I rievocatori, armati di scudi e spade, si sono chiesti: “Cosa facevano i Vichinghi quando perdevano le armi?”
Questi due movimenti hanno iniziato a guardare alle Saghe, al Konungs skuggsjá e ai frammenti di lotta popolare sopravvissuti in Norvegia. Si sono resi conto che la Glima islandese (Brokartök) era solo una parte della storia.
La Ricostruzione del Lausatök: Figure chiave, specialmente in Norvegia, hanno iniziato un meticoloso processo di ricostruzione. Hanno studiato le tecniche di lotta popolare sopravvissute nelle valli (come nel Setesdal), le hanno confrontate con le descrizioni delle Saghe e le hanno sistematizzate.
Figure Moderne: Personalità come Tyr Neilsen in Norvegia sono diventate figure di spicco in questo movimento, creando un curriculum di Viking Glima o Combat Glima (Lausatök) che include prese libere, proiezioni, leve e lotta a terra, basandosi sui principi descritti nelle fonti storiche.
La Glima nell’Era di Internet e della Cultura Pop
La storia più recente della Glima è guidata dalla globalizzazione e dai media.
L’Effetto “Vikings”: Serie TV di enorme successo globale come Vikings e The Last Kingdom e videogiochi come Assassin’s Creed: Valhalla e God of War hanno creato un interesse senza precedenti per la cultura norrena.
Domanda Globale: Questi media mostrano combattimenti che, sebbene coreografati, sono chiaramente basati sul Lausatök (prese, proiezioni, combattimenti nel fango).
La Nuova Onda: Ciò ha creato un’esplosione di interesse. Piccoli gruppi di Glima (sia Brokartök che Lausatök) stanno spuntando in tutto il mondo, dagli Stati Uniti alla Germania, dalla Gran Bretagna all’Italia. Internet e i social media permettono a questi gruppi isolati di connettersi, condividere tecniche e imparare da istruttori norvegesi o islandesi.
Conclusione: Un Filo Storico Ininterrotto
La storia della Glima è una straordinaria saga di sopravvivenza. È un’arte che è nata dai miti degli dèi, è stata forgiata nel fuoco della guerra vichinga e nell’acqua gelida dell’Atlantico.
È un’arte che è stata abbastanza flessibile da trasformarsi da brutale strumento di combattimento (Lausatök) a elegante arte di corte (Konungs skuggsjá), per poi diventare uno sport cavalleresco (Brokartök).
È sopravvissuta a secoli di dominio straniero, povertà e disastri naturali, conservata come un segreto in una remota isola, protetta dalla sua stessa letteratura.
È stata resuscitata da un movimento politico nazionalista, diventando il simbolo di un’intera nazione e guadagnandosi un posto sulla scena olimpica.
E oggi, la sua storia continua. Mentre la sua forma sportiva prospera in Islanda, la sua antica anima combattiva (il Lausatök) viene riportata in vita da un movimento globale. Pochi, se non nessuno, sport o arti marziali possono vantare un filo storico così lungo, così ricco e così intimamente connesso con la nascita, la sopravvivenza e la rinascita di un intero popolo.
CHI È IL SUO FONDATORE, STORIA DEL FONDATORE
Parte 1: Il Paradosso del Fondatore – Perché la Glima Non Ha un “Padre”
La domanda “Chi ha fondato la Glima?” è, nel contesto delle arti marziali, la più naturale e, nel caso della Glima, la più complessa a cui rispondere. La risposta breve, che apre a un’indagine molto più profonda, è che la Glima non ha un fondatore.
Questa assenza non è una lacuna nella documentazione storica; è la caratteristica distintiva fondamentale dell’arte stessa.
Per comprendere questo vuoto, bisogna prima definire cosa intendiamo per “fondatore” nel mondo marziale. Arti come il Judo, l’Aikido o il Karate Shotokan sono creazioni moderne o pre-moderne, nate dalla visione, dalla sintesi e dal genio di un singolo individuo. Jigoro Kano (1860-1938) non ha scoperto il Judo; lo ha creato nel 1882, distillando e riformando filosoficamente le antiche arti del Jujutsu. Morihei Ueshiba (1883-1969) ha “fondato” l’Aikido dopo un percorso marziale e spirituale personale.
Questi fondatori hanno stabilito un curriculum, un nome, una filosofia e una data di nascita. La Glima non possiede nessuno di questi elementi.
La Glima come “Folkstyle”: Un’Arte Nata dal Popolo
La Glima appartiene a una categoria diversa e molto più antica di arti marziali: il “folkstyle” (o stile popolare). Un folkstyle non viene inventato da un maestro; emerge organicamente da un popolo nel corso di secoli, plasmato dalle necessità della vita quotidiana, dalle condizioni ambientali, dalla struttura sociale e dal contesto bellico.
La Glima non è un’invenzione; è un’evoluzione. È l’espressione collettiva e anonima del popolo norreno. Le sue tecniche non sono state decise in un dojo, ma testate, affinate e tramandate in tre contesti spietati:
Il Campo di Battaglia: Come sopravvivere nel caos di un muro di scudi (Lausatök).
L’Ambiente: Come mantenersi in equilibrio sul ponte scivoloso di una nave lunga.
La Società: Come risolvere dispute e intrattenersi durante le feste e le assemblee (Þing).
Chiedere chi ha fondato la Glima è come chiedere chi ha fondato la lingua norrena. Nessuno l’ha fatto. È cresciuta, si è adattata ed è cambiata con il popolo che la parlava e la praticava. La sua origine è anonima perché è l’opera collettiva di migliaia di guerrieri, contadini, pescatori e Jarl (nobili) dimenticati.
L’Antichità come Ostacolo alla Paternità
La Glima è semplicemente troppo antica. Le sue radici affondano nell’Età del Ferro germanica, molto prima che la Scandinavia avesse una cultura della scrittura diffusa. Quando le prime fonti scritte (le Saghe) apparvero nel XII e XIII secolo, la Glima era già considerata un’arte antica, un’eredità degli “eroi” e degli “antenati”. Gli autori delle Saghe non avevano idea di chi l’avesse “inventata” più di quanto noi sappiamo chi abbia inventato la ruota.
Di conseguenza, la storia della Glima non è la storia di un “fondatore”, ma una catena ininterrotta di custodi, archetipi, codificatori e riformatori. Non esiste un “padre” della Glima, ma esiste una stirpe di figure che ne hanno garantito la sopravvivenza, ne hanno definito l’ideale e l’hanno traghettata nel mondo moderno. È la loro storia che deve essere raccontata.
Parte 2: I Fondatori Archetipici – Gli Eroi delle Saghe e gli Dèi
Se un fondatore storico non esiste, la cultura norrena ha compensato creando “fondatori” archetipici. Queste sono le figure mitologiche e leggendarie che, attraverso le loro gesta, hanno definito l’ideale della Glima. Non l’hanno inventata, ma hanno mostrato al mondo cosa significasse praticarla.
Thor: Il Fondatore Divino
Il “fondatore” spirituale della Glima, nel senso più profondo, è il dio Thor (Þórr). Nella mitologia norrena, Thor non è solo il dio del tuono; è il campione di Ásgarðr, il protettore dell’umanità (Miðgarðr) contro le forze del caos (i giganti, o Jötnar). E, cosa fondamentale, è un lottatore.
Mentre altre divinità (come Odino) usano l’astuzia e la magia, Thor risolve i problemi con la forza diretta, l’integrità e una preferenza per il combattimento corpo a corpo. La sua famosa lotta con il gigante Hrungnir, dove, dopo aver distrutto l’arma del gigante, lo atterra e lo finisce a mani nude, è un esempio di Lausatök.
Ma la sua storia più significativa è la lotta contro Elli (la Vecchiaia), menzionata nell’Edda in Prosa di Snorri Sturluson. Nel castello del gigante Útgarða-Loki, Thor viene sfidato a una prova di lotta contro un’apparentemente fragile vecchia. Thor lotta con tutta la sua immensa forza, ma non riesce a smuoverla e viene, lentamente, costretto a mettere un ginocchio a terra. La “vecchia” si rivela essere la personificazione della Vecchiaia, l’unica avversaria che nessuno può battere.
Questa storia “fonda” diversi principi della Glima:
La Lotta come Prova Suprema: Anche per il dio più forte, la lotta è il test definitivo di valore.
L’Ineluttabilità: Stabilisce un tono fatalista (tipico della cultura norrena).
Tecnica contro Forza: In alcune interpretazioni, la Vecchiaia vince non con la forza, ma con la stabilità e la leva, costringendo Thor a sbilanciarsi, un principio fondamentale della Glima.
Praticare la Glima, per un Vichingo, significava emulare Thor. Era un’attività sacra, benedetta dal dio più amato del pantheon.
Gunnar Hámundarson: Il Fondatore dell’Ideale (Il Drengskap)
Passando dal mito alla leggenda letteraria, la figura più importante come “fondatore” dell’ideale sportivo (Brokartök) è Gunnar Hámundarson, uno degli eroi principali della Saga di Njáll.
Gunnar non è descritto come un bruto, ma come l’atleta perfetto. La Saga dice che “non aveva eguali negli sport” ed era un uomo di grande onore e autocontrollo. Incarna il Drengskap. La storia che definisce Gunnar come l’archetipo del lottatore di Glima è il suo incontro con Skarphedin Njálsson (un uomo noto per il suo carattere sarcastico e difficile). Durante una festa, i due decidono di lottare per sport. La lotta è dura, e a un certo punto Skarphedin, forse accidentalmente, graffia Gunnar, facendolo sanguinare leggermente.
Questo è un momento di crisi. Nella società norrena, il primo sangue versato in una lite richiedeva vendetta e poteva scatenare una faida mortale. L’intera sala ammutolisce, aspettando la reazione di Gunnar. Gunnar, invece di esplodere di rabbia, guarda il sangue, si pulisce il naso e, con calma, fa una battuta a Skarphedin, minimizzando l’accaduto. La tensione si spezza, la festa continua e la faida viene evitata.
In questo singolo atto, Gunnar “fonda” l’etica della Glima sportiva:
L’Autocontrollo (Sjálfstjórn): Il controllo delle proprie emozioni è più importante della vittoria.
Lo Sport > La Violenza: Distingue nettamente la lotta come gioco (Brokartök) dalla lotta come combattimento (Lausatök).
Il Rispetto (Virðing): Preserva l’onore di entrambi e la pace della comunità.
Gunnar Hámundarson è il “fondatore” del Drengskap in azione, l’ideale a cui ogni praticante di Glima Brokartök aspira ancora oggi.
Grettir Ásmundarson: Il Fondatore della Glima da Combattimento (Il Lausatök)
Se Gunnar è il fondatore dello sport, Grettir “il Forte” Ásmundarson, protagonista della Saga di Grettir, è il fondatore archetipico della Glima come sopravvivenza (Lausatök).
Grettir è l’anti-eroe: un uomo immensamente forte, ma maledetto, irascibile, solitario e fuorilegge. Non ha l’eleganza sociale di Gunnar. Le sue lotte non sono sport; sono battaglie disperate per la vita.
L’episodio che definisce la Glima da combattimento è la sua leggendaria lotta con il non-morto (draugr) Kárr il Vecchio nel tumulo funerario di Kárr. Grettir entra nel tumulo per recuperare un tesoro e viene attaccato dal cadavere rianimato. La descrizione della lotta è un manuale di Lausatök primordiale:
Presa Libera: I due si afferrano “con prese possenti”. Non ci sono regole, non c’è belti.
Lotta a Terra: La lotta si sposta per tutto il tumulo, distruggendo tutto. Non finisce alla prima caduta.
Brutalità Totale: È una lotta di forza bruta, leve e posizionamento, combattuta nell’oscurità totale.
L’Obiettivo è la Fine: Grettir alla fine riesce a portare il draugr a terra, a bloccarlo, ed estrae la sua spada corta (il Sax) per tagliargli la testa, l’unico modo per “uccidere” un non-morto.
Grettir “fonda” l’ideale del Lausatök: è una lotta totale, integrata con le armi, il cui unico obiettivo è la neutralizzazione completa dell’avversario. Non c’è onore, solo sopravvivenza.
Questi eroi – Thor, Gunnar e Grettir – agiscono come i “fondatori” culturali. Hanno fornito alla Glima i suoi miti fondativi, i suoi dilemmi etici e i suoi archetipi di combattimento, definendo l’intero spettro dell’arte, dalla sportività onorevole alla brutalità necessaria.
Parte 3: I Fondatori Storici della Preservazione – I Custodi del Sapere (XIII sec.)
Mentre gli eroi delle Saghe sono leggendari, ci sono figure storiche anonime o semi-anonime che hanno agito come “fondatori” dell’identità intellettuale e letteraria della Glima. Senza di loro, la Glima sarebbe rimasta un’arte popolare non scritta e sarebbe probabilmente morta nel Medioevo.
Snorri Sturluson: Il Fondatore della Tradizione Letteraria (1179-1241)
Se c’è una singola persona responsabile della nostra comprensione moderna della cultura norrena, è Snorri Sturluson. Snorri era uno storico, poeta, politico e goði (capo) islandese, una delle figure più potenti del suo tempo. Era anche, con ogni probabilità, un praticante di Glima, come ci si aspettava da un uomo del suo status.
Snorri non ha inventato la Glima, ma l’ha incisa nella storia. Il suo atto di fondazione fu letterario:
L’Edda in Prosa: Scrivendo l’Edda (c. 1220), Snorri ha raccolto e sistematizzato i miti norreni che erano stati tramandati oralmente per secoli. È grazie a lui che abbiamo le storie dettagliate di Thor come lottatore (la lotta con Elli, ecc.). Ha “fondato” la connessione divina della Glima.
L’Heimskringla: In questa saga dei re norvegesi, Snorri ha registrato la storia e la cultura dei primi scandinavi, inclusa la loro etica guerriera.
Il Contesto delle Saghe: Sebbene non abbia scritto tutte le Saghe degli Islandesi (come Njáll o Grettir), la sua opera ha dato il via all’epoca d’oro della scrittura delle saghe. Questi testi, scritti da autori a lui contemporanei o successivi (e spesso anonimi), hanno registrato le gesta degli eroi-lottatori.
Snorri e i suoi colleghi scrittori di saghe sono i “fondatori” della Glima come documento storico. Hanno trasformato un’arte marziale orale in un corpus letterario, assicurando che, anche se la pratica fosse morta, la sua memoria e i suoi ideali sarebbero sopravvissuti.
L’Autore del Konungs skuggsjá: Il Fondatore della Glima “Cortese” (c. 1250)
Contemporaneamente in Norvegia, un’altra figura (anch’essa anonima) stava compiendo un diverso atto di fondazione. Come menzionato in precedenza, il Konungs skuggsjá (Lo Specchio del Re) è un manuale didattico scritto per l’educazione dei figli del re Håkon Håkonsson.
L’autore di questo testo è un “fondatore” cruciale perché ha compiuto una trasformazione sociologica della Glima.
Da Arte Pagana a Disciplina Cristiana: In un’epoca in cui la Chiesa stava sopprimendo le tradizioni pagane, l’autore (probabilmente un ecclesiastico o un cortigiano di alto rango) ha “battezzato” la Glima.
Elevazione a Studio Nobile: Includendo la Glima accanto al latino, alla teologia e alla scherma cavalleresca, l’autore l’ha “fondata” come un’arte marziale cortese. Non era più solo la rissa da battaglia del Berserker o il gioco da contadino. Era una disciplina degna di un principe, una componente essenziale dell’educazione di un gentiluomo.
Questo atto di fondazione intellettuale ha garantito alla Glima il prestigio e l’approvazione necessari per sopravvivere e prosperare nelle corti reali del Medioevo scandinavo, dissociandola dal suo passato pagano più brutale.
Il Popolo Islandese: I Fondatori della Sopravvivenza (c. 1400-1850)
Forse il “fondatore” più importante di tutti non è un singolo individuo, ma un collettivo: il popolo islandese durante i secoli bui del dominio danese e della povertà estrema.
Dopo il Medioevo, la Glima scomparve dalle corti norvegesi e danesi, dimenticata e sostituita da nuove mode militari. In Norvegia, sopravvisse a malapena in valli isolate.
In Islanda, tuttavia, la situazione era diversa. In questo periodo (l'”Età della Povertà”), l’Islanda era una colonia dimenticata, afflitta da carestie, eruzioni vulcaniche (come il Laki) e un clima rigido. La sopravvivenza era un incubo quotidiano. In questo contesto, la Glima non è sopravvissuta per caso. È stata attivamente preservata da contadini e pescatori anonimi.
Tradizione Orale (Kvöldvaka): La sera, nelle buie e affollate case di torba (torfbæir), le famiglie si riunivano per lavorare la lana. Per passare il tempo, recitavano le antiche Saghe e cantavano i Rímur (poemi epici basati sulle Saghe).
La Glima come Pratica: E, per scaldarsi e per onorare le storie che stavano raccontando, praticavano la Glima. Si svolgeva sul pavimento di terra battuta della baðstofa (il soggiorno/camera da letto comune).
Fondazione per Necessità: Questi islandesi anonimi sono i “fondatori” della continuità della Glima. Non l’hanno praticata per sport o per la guerra (non c’erano eserciti), ma come atto di resistenza culturale e per necessità fisica (per scaldarsi e mantenersi in forma).
Senza questo atto collettivo e anonimo di fondazione, durato 400 anni, la Glima sarebbe morta. Gli eroi delle Saghe sarebbero stati solo personaggi letterari, e la rinascita del XIX secolo non avrebbe avuto nulla da far rinascere.
Parte 4: I Fondatori della Glima Moderna (Brokartök) – Il Rinascimento Nazionale (c. 1850-1950)
Il XIX secolo ha visto la nascita della Glima moderna. Questo processo ha avuto bisogno di nuovi fondatori: catalizzatori politici, codificatori intellettuali e un ambasciatore carismatico.
Jón Sigurðsson: Il Fondatore del Contesto (1811-1879)
Jón Sigurðsson è il padre fondatore della nazione islandese moderna. Fu il leader del movimento per l’indipendenza dalla Danimarca. Sebbene non fosse un “fondatore” di Glima nel senso tecnico, fu il catalizzatore che ne permise la rinascita.
Il movimento nazionalista romantico di Jón Sigurðsson si basava sull’idea che l’Islanda fosse una nazione unica con una storia gloriosa (l’Età delle Saghe) e una lingua pura (l’islandese). Questa ideologia creò la domanda di simboli nazionali. La Glima, l’arte di Gunnar e Grettir, era il simbolo perfetto. Era un’eredità vichinga pura, incontaminata dal dominio danese. Jón Sigurðsson ha “fondato” il motivo per cui la Glima doveva essere salvata. Ha trasformato un gioco da contadini dimenticato in un tesoro nazionale, un pilastro dell’identità islandese.
Gli Intellettuali Ginnasti: I Fondatori della Codificazione
Sulla scia del movimento di Jón Sigurðsson, una nuova generazione di intellettuali, poeti e, soprattutto, insegnanti di ginnastica, prese in mano la Glima. Il loro obiettivo era “ripulirla”, standardizzarla e renderla uno sport moderno degno di una nazione moderna.
Questi uomini (spesso anonimi nei registri, ma potenti nelle loro azioni) sono i veri “fondatori” del Brokartök come lo conosciamo:
Standardizzazione: Hanno viaggiato per il paese, osservando le diverse varianti regionali della Glima, e le hanno unificate in un unico corpus di regole.
Codificazione: Hanno definito le otto tecniche principali (brögð), stabilito il sistema a punti e finalizzato il design del Glímubelti (la cintura).
L’Epica del Brokartök: Hanno “fondato” la narrativa moderna della Glima: hanno scelto di promuovere il Brokartök, con la sua etica del Drengskap e la sua postura eretta, come l’unica “vera” Glima, perché rappresentava l’ideale cavalleresco e onorevole della nuova nazione. Hanno attivamente soppresso o ignorato le forme di Lausatök (lotta libera) sopravvissute, considerandole troppo rozze e “non civilizzate”.
Jóhannes Jósefsson: Il Fondatore dell’Immagine Globale (1883-1968)
Se gli intellettuali hanno codificato la Glima, Jóhannes Jósefsson l’ha venduta al mondo. È la figura più vicina a un “fondatore” unico che la Glima abbia mai avuto. È il Jigoro Kano o il Morihei Ueshiba della Glima, non per averla inventata, ma per averla definita nel XX secolo.
Jóhannes non era un intellettuale; era un atleta fenomenale.
Il Glímukóngur: Vinse il titolo di “Re della Glima” (Glímukóngur) in Islanda e divenne un eroe nazionale.
L’Ambasciatore: Capendo il potenziale della Glima, Jóhannes divenne uno showman e un ambasciatore culturale. Nei primi anni del 1900, viaggiò in Europa e negli Stati Uniti. Si presentava come “Jóhannes l’Islandese” o “Il Vichingo Moderno”, spesso indossando un costume vichingo stilizzato.
Le Sfide: Si esibiva in teatri e arene sportive, dimostrando la Glima e sfidando i lottatori locali di altri stili (Greco-Romana, Catch Wrestling). La sua combinazione di forza, velocità “lampo” e cavalleria (aiutava sempre i suoi avversari a rialzarsi) affascinava il pubblico.
Fondatore della Fama: Jóhannes “fondò” l’immagine pubblica della Glima. Non era più una curiosità antropologica; era un’arte marziale efficace e nobile.
Il Momento Fondativo: Stoccolma 1912
L’atto di fondazione più importante di Jóhannes avvenne alle Olimpiadi di Stoccolma del 1912. La Glima fu inclusa come sport dimostrativo. Jóhannes Jósefsson guidò la squadra nazionale islandese. La loro esibizione fu il momento culminante. Il pubblico internazionale, abituato alla forza statica della Greco-Romana, rimase sbalordito dall’eleganza, dalla velocità e dal movimento perpetuo (Stigandi) della Glima. L’esibizione fu un trionfo diplomatico e culturale per l’Islanda, che all’epoca era ancora sotto la Danimarca. Ha dimostrato al mondo che l’Islanda era una nazione con una cultura unica e sofisticata.
Jón M. Ísaksson e il Glímusamband Íslands (GLÍ)
Sulla scia del successo di Stoccolma, l’atto finale di fondazione moderna fu la creazione di un’istituzione. Il Glímusamband Íslands (GLÍ), la Federazione Islandese di Glima, fu formalmente istituita nel 1916. Figure come Jón M. Ísaksson, che in seguito scrisse il libro fondamentale Íslenzk glíma (Glima Islandese), furono i “padri fondatori” di questa organizzazione. Il GLÍ divenne il custode ufficiale dell’arte. Ha “fondato” la Glima come sport moderno, con campionati regolari, arbitri certificati e un programma di insegnamento obbligatorio nelle scuole.
Questi uomini – Jón Sigurðsson (il catalizzatore), gli intellettuali anonimi (i codificatori), Jóhannes Jósefsson (l’ambasciatore) e i fondatori del GLÍ (gli istituzionalisti) – sono i veri “fondatori” della Glima Brokartök.
Parte 5: I Fondatori del “Rinascimento Perduto” – La Rifondazione del Lausatök (c. 1980-Oggi)
La storia dei fondatori non finisce qui. Il processo di codificazione del Brokartök aveva deliberatamente tagliato via metà dell’arte: il Lausatök, la forma da combattimento di Grettir e dei guerrieri vichinghi. Per quasi tutto il XX secolo, il Lausatök è stato considerato estinto. La sua “rifondazione” è un fenomeno storico recente, guidato da una nuova generazione di fondatori.
I Custodi Norvegesi: Il Popolo del Setesdal
Come in Islanda, la sopravvivenza dei frammenti di Lausatök è dovuta a “fondatori collettivi” anonimi. In Norvegia, in valli incredibilmente remote e culturalmente conservatrici come il Setesdal, le antiche forme di lotta popolare (folk wrestling) sopravvissero ai matrimoni e alle feste, all’insaputa del mondo esterno. Questi contadini norvegesi non la chiamavano “Lausatök”. Aveva nomi locali. Ma conservava i principi: prese libere, proiezioni aggressive, nessuna regola di onore. Essi hanno “fondato” la linea di trasmissione fisica, il seme da cui il Lausatök poteva essere fatto ricrescere.
I Ricostruttori (HEMA): I Fondatori della Sintesi
A partire dagli anni ’80 e ’90, la nascita del movimento HEMA (Historical European Martial Arts) e l’esplosione della rievocazione storica vichinga hanno creato la “domanda” per la Glima da combattimento.
I “fondatori” di questa rinascita sono ricercatori e artisti marziali, principalmente in Norvegia e Scandinavia.
Tyr Neilsen e altre figure contemporanee sono i “fondatori” del moderno Lausatök (spesso chiamato Viking Glima o Combat Glima).
Il loro atto di fondazione è stato un lavoro di sintesi accademica e marziale:
Studio delle Fonti: Hanno analizzato le descrizioni di combattimento nelle Saghe (Grettir, Egil) come se fossero manuali tecnici.
Studio dei Testi: Hanno studiato il Konungs skuggsjá per capire il contesto militare.
Ricerca sul Campo: Hanno viaggiato nelle valli come il Setesdal, imparando e registrando i frammenti di lotta popolare sopravvissuti.
Sintesi: Hanno combinato queste tre fonti per ricostruire un curriculum di Lausatök praticabile, efficace e storicamente plausibile, completo di leve, proiezioni e lotta a terra.
Questi uomini sono, a tutti gli effetti, i “fondatori” di un’arte marziale perduta, usando l’archeologia marziale per resuscitarla.
Parte 6: Conclusione – Il Fondatore come Popolo e come Custode
La Glima non ha un fondatore, perché il suo fondatore è il popolo norreno (Þjóðin). È un’arte che appartiene a una cultura, non a un uomo.
La sua storia non è la biografia di un singolo genio, ma una staffetta epica, durata oltre 1200 anni, in cui “fondatori” di tipo diverso hanno raccolto il testimone per salvarla dall’estinzione.
I Fondatori Mitici (Thor, Gunnar, Grettir) hanno dato alla Glima la sua anima e i suoi ideali.
I Fondatori Letterari (Snorri Sturluson, Autore del Konungs skuggsjá) le hanno dato la sua memoria e il suo prestigio.
I Fondatori della Sopravvivenza (Il Popolo Islandese) le hanno dato la continuità attraverso i secoli bui.
I Fondatori del Rinascimento (Jón Sigurðsson, Jóhannes Jósefsson, GLÍ) le hanno dato la sua forma moderna e la sua fama (Brokartök).
I Fondatori della Ricostruzione (I Ricercatori HEMA) le hanno restituito la sua anima combattiva perduta (Lausatök).
La Glima è un’eredità vivente. Non ha avuto bisogno di un padre fondatore, perché ha avuto qualcosa di molto più potente: un’intera nazione e, ora, una comunità globale, che agisce come suo custode collettivo.
MAESTRI/ATLETI FAMOSI DI QUEST'ARTE
Parte 1: Introduzione – Ridefinire il “Maestro” e la “Fama” nel Contesto della Glima
Analizzare i “maestri” e gli “atleti famosi” della Glima richiede un fondamentale cambiamento di prospettiva rispetto a come concepiamo questi termini nelle arti marziali più globalizzate come il Karate, il Kung Fu o il Brazilian Jiu-Jitsu. La Glima non ha un sistema di cinture, non ha una gerarchia di Dan e non ha mai prodotto “Grandi Maestri” (Grandmaster) nel senso di figure semi-mitiche a capo di stili mondiali.
L’identità della Glima è radicata nel concetto di Drengskap (onore), e la sua fama è un riflesso di questo.
Definire il “Maestro” (Meistari) nella Glima
Nella Glima, un Meistari non è semplicemente un tecnico superiore o il detentore di un “grado”. Poiché non esiste un sistema di graduazione formale, la maestria viene riconosciuta in modi più organici:
Il Custode (Varðmaður): Un maestro è prima di tutto un custode della tradizione. È un individuo che non solo conosce le tecniche (brögð), ma incarna la filosofia del Drengskap. La sua responsabilità non è la gloria personale, ma assicurare che l’arte venga trasmessa intatta e con la giusta etica alla generazione successiva.
Il Campione (Kóngur/Drottning): Nella Glima Brokartök, la maestria è spesso dimostrata attraverso la competizione. Vincere il titolo di Glímukóngur (Re della Glima) o Glímudrottning (Regina della Glima) è il riconoscimento pubblico della propria superiorità atletica e tecnica. Un campione regnante è, de facto, un maestro.
Il Ricercatore (Fræðimaður): Nel contesto del Lausatök (lotta da combattimento), un “maestro” è colui che ha dedicato la sua vita a ricostruire l’arte perduta, studiando le Saghe, le fonti storiche e le tradizioni popolari. È un maestro nel senso accademico e marziale del termine.
Definire l'”Atleta Famoso” (Frægur Glímumaður)
La “fama” nella Glima è, per la maggior parte della sua storia, un fenomeno locale. L’Islanda, per secoli, è stata una nazione piccola e isolata. Essere un “atleta famoso” non significava fama mondiale, ma orðstír (reputazione) all’interno della propria comunità. Un grande lottatore era una celebrità locale o nazionale, il suo nome conosciuto in ogni fattoria, le sue gesta raccontate durante le kvöldvaka (veglie serali).
La Glima non ha un “Royce Gracie” che ha scioccato il mondo, né un “Bruce Lee” che l’ha portata al cinema. Ha avuto, tuttavia, un ambasciatore globale (Jóhannes Jósefsson) e, prima di lui, una serie di archetipi leggendari le cui “statistiche” sono registrate non su siti web, ma nelle pagine delle Saghe.
Questa esplorazione si dividerà quindi in queste categorie distinte di maestri e atleti:
Gli Archetipi Leggendari: Gli eroi delle Saghe la cui fama ha fondato gli ideali dell’arte.
Gli Eroi Popolari (Pre-Codifica): I campioni locali del XVIII e XIX secolo, la cui fama è preservata nel folklore.
L’Ambasciatore Globale: L’uomo che ha portato la Glima nel XX secolo e sul palcoscenico mondiale.
I Re e le Regine (Glímukóngar og Glímudrottningar): I campioni nazionali dell’era moderna (Brokartök).
I Maestri della Ricostruzione: I fondatori moderni del Lausatök.
Parte 2: Gli Archetipi Leggendari – Fama e Maestria nelle Saghe
Le prime “celebrità” della Glima sono gli eroi delle Saghe Islandesi. Questi testi, scritti nel XIII secolo su eventi dei secoli IX-XI, sono i primi “media sportivi” della Scandinavia. La loro fama è così duratura che sono ancora oggi nomi familiari in Islanda.
Gunnar Hámundarson: L’Atleta Famoso come Ideale
Gunnar, eroe tragico della Saga di Njáll, non è famoso per una singola vittoria, ma per essere l’atleta completo. La saga lo descrive come “grande e forte… poteva colpire o lanciare con entrambe le mani… nuotava come una foca, e non c’era sport in cui qualcuno potesse competere con lui; è stato detto che non aveva eguali”.
La Fama: La sua “fama” (orðstír) era la sua reputazione di invincibilità atletica. La sua abilità nella Glima era data per scontata, una parte del suo pacchetto di “eroe perfetto”.
La Maestria: La sua maestria non era tecnica, ma etica. Come discusso nel capitolo sul Drengskap, la sua gestione della lotta con Skarphedin, dove evita una faida dopo essere stato ferito, lo stabilisce come il “maestro” della Glima come sport.
L’Atleta: La saga descrive anche la sua agilità fisica in combattimento, un’applicazione diretta dell’allenamento della Glima. Nella sua famosa ultima resistenza, da solo nella sua casa di Hlíðarendi, la sua capacità di muoversi, saltare (si dice che potesse saltare la sua stessa altezza in armatura completa) e combattere da tutte le posizioni riflette l’allenamento di un glímumaður di livello élite.
La fama di Gunnar è quella dell’ideale irraggiungibile, l’atleta-cavaliere prima ancora che la cavalleria esistesse.
Grettir Ásmundarson: Il Maestro della Forza Bruta (Lausatök)
Grettir “il Forte”, protagonista della Saga di Grettir, è un tipo di atleta completamente diverso. La sua è la fama dell’emarginato, del fuorilegge (útlagi) e della forza mostruosa.
La Fama: Grettir era famoso non per aver vinto tornei, ma per aver compiuto imprese di forza sovrumane e per aver combattuto (e vinto) contro avversari non umani.
La Maestria (Tecnica): Grettir è associato a una specifica “mossa” di Glima, che è passata alla storia come Grettisfang (la Presa di Grettir) o Grettistak (il Sollevamento di Grettir). Questa non è una delle eleganti tecniche del Brokartök. È una presa di Lausatök. La sua lotta più famosa, contro il non-morto (draugr) Kárr il Vecchio nel tumulo funerario, è una lezione di maestria nel Lausatök. Quando Grettir si trova in difficoltà, bloccato sotto il draugr, non usa una tecnica sportiva. Esegue un Grettisfang: un sollevamento esplosivo e disperato con la schiena e le gambe, che proietta Kárr all’indietro, permettendo a Grettir di liberarsi e afferrare la sua spada corta (sax).
L’Atleta: La sua lotta contro l’orso in Norvegia, i suoi combattimenti contro altri berserkir e fuorilegge, e la sua ultima resistenza contro i suoi assassini sull’isola di Drangey, tutto dimostra un’atletica basata sulla potenza, la resilienza e l’applicazione pragmatica del Lausatök.
Grettir è il “maestro” archetipico della Glima come sopravvivenza. La sua fama è quella del lottatore più forte e temuto d’Islanda.
Egil Skallagrímsson: Il Maestro del Combattimento Sporco
Egil, l’eroe-poeta e guerriero della Saga di Egil, è l’archetipo dell’anti-Gunnar. È brutto, irascibile, avido e incredibilmente pericoloso. La sua fama non deriva dall’onore, ma dall’efficacia letale.
La Fama: Egil era famoso per la sua intelligenza poetica e la sua assoluta ferocia.
La Maestria: La sua “maestria” nella Glima era puramente Lausatök, e nella sua forma più “sporca”. Egil non esitava a usare tecniche proibite. In una lotta giovanile, quando l’avversario si rivela più forte, Egil lo morde alla gola, strappandogli la carne.
L’Atleta: In un duello (holmgang) contro Atli, Egil usa la Glima per sconfiggerlo. Quando la sua spada si rivela inefficace contro lo scudo incantato di Atli, Egil getta via le armi, si lancia su Atli, lo afferra in una presa di Glima (Lausatök), lo sbatte a terra e lo morde a morte alla gola.
Egil è il “maestro” della Glima come strumento di guerra totale. La sua fama è un avvertimento: un vero guerriero vichingo sa lottare, e non lotterà secondo le regole sportive.
Questi tre atleti leggendari stabiliscono i confini della Glima: l’onore di Gunnar (Brokartök), la forza di Grettir (Lausatök) e la brutalità pragmatica di Egil (Lausatök da combattimento).
Parte 3: Gli Eroi Popolari – I Maestri dell’Era Oscura (c. 1700-1900)
Dopo il Medioevo, la Glima scomparve dalle corti e sopravvisse come tradizione popolare. In questo periodo, i “maestri” non erano re o eroi di saga, ma contadini e pescatori leggendari, la cui fama era locale ma intensa.
Þorsteinn “Stóri” Ásgeirsson (Þorsteinn il Grande): Il Gigante Contadino
Vissuto nel XIX secolo, Þorsteinn “Stóri” (il Grande) di Skógar è una figura di transizione tra il folklore e la storia moderna. Era un contadino rinomato per la sua immensa statura e forza, e considerato il più grande lottatore di Glima del suo tempo.
La Fama: La sua fama è preservata in storie popolari e aneddoti. Si dice che nessuno potesse sconfiggerlo. Le storie della sua forza e della sua abilità nella Glima venivano raccontate in tutta l’Islanda.
La Maestria: La sua maestria era quella del folkstyle. Non c’erano ancora campionati ufficiali, ma la sua reputazione era indiscussa. Le sue “vittorie” avvenivano in feste locali, matrimoni e raduni di contadini. Rappresenta la Glima nella sua forma più pura e non codificata, un legame vivente con l’era delle Saghe.
Guðmundur “Glímu” Pétursson: Il Maestro del Popolo
Un’altra figura leggendaria del XIX secolo, Guðmundur Pétursson (spesso chiamato semplicemente Guðmundur Glímu), era un altro lottatore di fama diffusa.
La Fama: Come Þorsteinn, la sua fama era basata sulla reputazione popolare. Era considerato un campione imbattuto in un’epoca prima dei campionati formali.
Il Contesto: Questi uomini erano i “Glímukóngar” prima che il titolo fosse formalizzato. Erano i depositari della tecnica in un’epoca in cui la Glima era minacciata dall’oblio. La loro maestria consisteva nel mantenere viva la pratica attraverso la loro stessa eccellenza, ispirando i giovani a continuare un’arte che non aveva più alcuna funzione militare o cortese.
Questi maestri popolari sono cruciali perché formano il ponte tra Grettir e i campioni del XX secolo. Senza la loro tenace conservazione dell’arte a livello di villaggio, non ci sarebbe stato nulla da far rivivere per i nazionalisti romantici.
Parte 4: L’Ambasciatore – L’Uomo che ha Definito la Glima Moderna
Se la Glima ha un “Grande Maestro” nel senso moderno, una figura che si erge al di sopra di tutte le altre nell’aver plasmato l’arte e averla presentata al mondo, quella figura è una sola: Jóhannes Jósefsson.
Jóhannes Jósefsson (Il “Vichingo Moderno”): (1883-1968)
Jóhannes non ha inventato la Glima, ma l’ha “fondata” agli occhi del mondo. La sua biografia è la storia della transizione della Glima da passatempo locale a sport internazionale.
Origini e Dominio in Islanda Nato ad Akureyri, nel nord dell’Islanda, Jóhannes era un atleta naturale di proporzioni impressionanti. In un’epoca in cui il nazionalismo islandese stava riscoprendo la Glima come simbolo nazionale, Jóhannes ne divenne il campione indiscusso.
Atleta e Campione: Vinse il titolo di Glímukóngur (Re della Glima) in Islanda, dimostrando una superiorità tecnica e fisica che lo rese un eroe nazionale.
Il Maestro del Brokartök: La sua maestria risiedeva nella perfetta esecuzione del Brokartök. Incarnava l’ideale: era forte, incredibilmente veloce (“il lampo”), e praticava con un impeccabile Drengskap.
La Transizione a Showman e Ambasciatore Jóhannes capì che la sua missione non era solo vincere in Islanda. In un’epoca di grandi lottatori professionisti e circensi (come George Hackenschmidt o Frank Gotch), Jóhannes decise di portare la Glima in Europa e America.
Il Personaggio: Creò il personaggio di “Jóhannes l’Islandese” o “Il Vichingo Moderno”. Spesso si esibiva in costumi stilizzati, combinando la sua abilità atletica con un carisma da showman.
Il Tournée: Viaggiò estensivamente, esibendosi in teatri, sale da musica e arene sportive a Copenaghen, Londra e negli Stati Uniti.
La Sfida: La sua routine non era solo una dimostrazione. Era una sfida aperta. Sfidava i lottatori locali di qualsiasi stile (Greco-Romana, Catch-as-catch-can) a sconfiggerlo secondo le regole della Glima.
Maestria nell’Adattamento: Glima contro il Mondo La vera maestria di Jóhannes divenne evidente quando si confrontò con altri stili.
Alle Olimpiadi di Londra (1908): È un fatto storico cruciale. Jóhannes partecipò alle Olimpiadi del 1908, prima che la Glima fosse uno sport dimostrativo. Gareggiò nella Lotta Greco-Romana (categoria Pesi Medi). Si piazzò al quarto posto, un risultato fenomenale per un atleta proveniente da un’arte così diversa, che dimostra la sua incredibile capacità atletica e la trasferibilità delle abilità della Glima (equilibrio, forza del core, sbilanciamenti).
Contro la Lotta Catch (Catch-as-catch-can): Questa era la sfida più difficile. Il Catch wrestling (l’antenato del moderno pro-wrestling e dell’MMA) includeva sottomissioni dolorose (leve articolari, strangolamenti) che erano l’antitesi del Drengskap. Jóhannes dovette adattarsi. Le sue esibizioni dimostrarono che la Glima (nella sua forma Brokartök) era un sistema di takedown superiore. La sua velocità e il suo Stigandi (movimento) gli permettevano di sbilanciare e proiettare i lottatori di catch prima che potessero afferrarlo e portarlo a terra nel loro mondo.
Contro la Greco-Romana: Qui la Glima eccelleva. La Greco-Romana vieta le prese alle gambe, concentrandosi sulla parte superiore del corpo. L’abilità della Glima nell’usare i fianchi, le torsioni e le proiezioni veloci la rendeva un avversario formidabile.
Il Trionfo di Stoccolma (1912) Il culmine della sua carriera di atleta-ambasciatore furono le Olimpiadi di Stoccolma del 1912. Come discusso nel capitolo sulla Storia, la Glima fu inclusa come sport dimostrativo.
Jóhannes come Maestro-Capitano: Jóhannes guidò la squadra islandese. L’esibizione fu un trionfo. Egli non si presentò come un lottatore da circo, ma come il capitano di una squadra nazionale che presentava uno sport nobile.
L’Impatto: L’esibizione, eseguita con impeccabile Drengskap (i lottatori si aiutavano a vicenda a rialzarsi dopo ogni proiezione), eleganza e velocità, affascinò il pubblico e i reali. La Glima fu improvvisamente vista come una “ginnastica cavalleresca”, un’arte marziale sofisticata.
Eredità di Jóhannes Jósefsson Jóhannes è il “maestro” più famoso della Glima per diverse ragioni:
Fondatore dell’Immagine Pubblica: Ha definito l’immagine della Glima per il mondo intero.
Il Ponte: Ha traghettato la Glima da un passatempo contadino del XIX secolo a uno sport internazionale del XX secolo.
Il Maestro Pratico: Fu il primo a dover insegnare e spiegare la Glima a un pubblico straniero, diventando il primo vero “maestro” in senso globale.
La sua fama è l’unica nella storia della Glima ad aver trasceso i confini dell’Islanda per raggiungere un riconoscimento veramente mondiale.
Parte 5: I Re e le Regine – La Fama Nazionale nell’Era Moderna (Brokartök)
Dopo Jóhannes Jósefsson e la fondazione del Glímusamband Íslands (GLÍ) nel 1916, la Glima si istituzionalizzò. La “fama” divenne un titolo ufficiale: Glímukóngur (Re della Glima) per gli uomini e, più tardi, Glímudrottning (Regina della Glima) per le donne. Questi titoli vengono assegnati al vincitore del campionato nazionale islandese.
Essere un Kóngur o una Drottning non è solo una vittoria sportiva. È un onore nazionale. I vincitori diventano celebrità, icone dell’identità islandese e, per definizione, “maestri” dell’arte.
Sigurður Greipsson (1897-1985): Il Re Maestro e Pedagogo
Dopo l’era di Jóhannes, Sigurður Greipsson divenne una delle figure più dominanti e rispettate.
L’Atleta: Fu incoronato Glímukóngur sei volte negli anni ’20 (1920-1923, 1927, 1928). La sua era è stata un’epoca di dominio assoluto.
Il Maestro (Pedagogo): La fama di Sigurður non è legata solo alle sue vittorie. È famoso per ciò che ha fatto dopo. Come molti grandi maestri, ha dedicato la sua vita all’educazione. Fondò una scuola innovativa (Skógræktarstöðin á Ásbrekku), che combinava l’istruzione accademica con il lavoro fisico (riforestazione, un compito vitale in Islanda) e, naturalmente, la Glima.
L’Eredità: Sigurður è il “maestro” che ha solidificato il legame tra la Glima e la costruzione del carattere nazionale. Ha incarnato l’idea che un lottatore di Glima non fosse solo un atleta, ma un cittadino modello, forte, disciplinato e dedito al miglioramento della propria nazione.
Jón Einarsson (1927-2009): Il Re della Tecnica
Un’altra figura leggendaria del XX secolo, Jón Einarsson da Héraðsdalur, è stato Glímukóngur per tre volte (1948, 1950, 1951).
La Maestria Tecnica: Jón era famoso non per la forza bruta, ma per la sua tecnica impeccabile. Era considerato uno dei lottatori più “puri” e tecnici, un maestro dello Stigandi (il movimento) e del tempismo.
Il Maestro come Standard: In un’epoca in cui la Glima competeva con l’atletica leggera e il calcio, Jón Einarsson e altri campioni come lui hanno mantenuto alto lo standard dell’arte. La loro fama assicurava che la Glima rimanesse lo “sport dei re” in Islanda.
Ragnheiður Guðmundsdóttir: La Regina Fondatrice (Glímudrottning)
La storia delle atlete famose nella Glima è più recente, ma non meno importante. Sebbene le donne storicamente non partecipassero ai tornei formali, la Glima femminile è esplosa nella seconda metà del XX secolo. La figura fondatrice di questa era è Ragnheiður Guðmundsdóttir.
L’Atleta Dominante: Ragnheiður è stata la prima vera “superstar” della Glima femminile. È stata incoronata Glímudrottning (Regina della Glima) per ben undici volte (1987, 1989-1998). Questo decennio di dominio assoluto non ha eguali.
La Fama: La sua fama è immensa. Ha fatto per la Glima femminile ciò che Jóhannes Jósefsson ha fatto per la Glima maschile un secolo prima: l’ha legittimata, l’ha resa popolare e ha dimostrato un livello di eccellenza che ha ispirato migliaia di giovani ragazze a praticare lo sport nazionale.
La Maestra: La sua maestria non è solo nelle sue undici vittorie. È nell’aver creato lo standard per le lottatrici future. È diventata il modello da battere, la “maestra” la cui tecnica tutte le altre studiavano.
Marín Laufey Davíðsdóttir: La Regina Moderna
Nell’era contemporanea, la fama è sostenuta da atlete come Marín Laufey Davíðsdóttir.
L’Atleta: Marín Laufey è stata una delle lottatrici più dominanti del XXI secolo, vincendo il titolo di Glímudrottning diverse volte.
La Fama Moderna: La sua fama è diversa da quella di Jóhannes. È amplificata dai media moderni e dai social network. Rappresenta la Glima in un’Islanda moderna, globale e connessa.
La Maestra: Come campionessa, agisce come “maestra” e modello per la nuova generazione. È la prova che la Glima non è un pezzo da museo, ma uno sport vivo, vibrante e competitivo, capace di produrre atleti di livello mondiale.
Altri Re (Kóngar) e il Loro Ruolo
Molti altri nomi riecheggiano nella storia del titolo di Glímukóngur, ognuno famoso per il proprio stile:
Guðmundur “Múli” Guðmundsson: Un campione multiplo noto per la sua potenza e il suo stile aggressivo.
Pétur “Glímu” Gústavsson: Un altro campione del XX secolo la cui fama è legata alla sua maestria tecnica.
Collettivamente, questi Re e Regine sono la galleria dei “famosi” della Glima. La loro maestria è certificata dalla competizione. Sono la “linea di sangue” atletica dell’arte, ogni campione un anello che collega il presente agli eroi delle Saghe.
Parte 6: I Maestri della Ricostruzione – I Fondatori Moderni del Lausatök
Esiste un’altra categoria di “maestri” che è emersa negli ultimi decenni. Questi non sono campioni di Brokartök. Sono i “maestri” del Lausatök (la lotta da combattimento), l’arte perduta di Grettir ed Egil. La loro fama non è nazionale (come i Kóngar), ma è globale all’interno delle nicchie del HEMA (Historical European Martial Arts) e della rievocazione vichinga.
Questi maestri sono ricercatori, storici e combattenti.
Tyr Neilsen: Il Maestro come Ricostruttore
Una delle figure più prominenti nella rinascita del Lausatök è il norvegese Tyr Neilsen.
Il Contesto: Neilsen e altri come lui si sono resi conto che il Brokartök islandese era solo metà della storia. La Glima da combattimento descritta nelle Saghe (Lausatök) era andata perduta.
La Maestria (Ricerca): La sua “maestria” è un atto di archeologia marziale. Ha “fondato” (o meglio, rifondato) un curriculum di Lausatök, che egli chiama Viking Glima o Kamp-Glima (Glima da Combattimento).
La Metodologia: Il suo metodo, e quello di altri ricostruttori, definisce questa nuova forma di maestria:
Analisi delle Fonti Primarie: Studiare le Saghe (Grettir, Egil) e i testi legali (come il Konungs skuggsjá) non come letteratura, ma come manuali di combattimento.
Studio delle Fonti Popolari: Ricercare e imparare i frammenti di lotta popolare (folk wrestling) sopravvissuti nelle valli più remote della Norvegia (come il Setesdal), che si ritiene contengano il “DNA” del Lausatök medievale.
Sperimentazione: Combinare queste fonti e testarle in sparring dal vivo, spesso con l’equipaggiamento dell’epoca (tuniche, scudi) per capirne l’applicazione pratica.
La Fama e l’Influenza: Tyr Neilsen è “famoso” tra migliaia di praticanti di HEMA e appassionati di cultura vichinga in tutto il mondo. I suoi libri (come Viking Glima) e i suoi seminari internazionali hanno, di fatto, creato una nuova linea di trasmissione per un’arte che era morta.
Il Maestro: È un “maestro” nel senso di sensei o sifu: è il capo di una scuola (uno stile di Glima ricostruito) e i suoi studenti sono la sua linea di successione.
Altri Maestri del HEMA (La Comunità dei Ricercatori)
Oltre a Neilsen, la “maestria” del Lausatök è spesso collettiva. Figure all’interno della comunità HEMA in Scandinavia, Germania, Regno Unito e Stati Uniti hanno contribuito a questo sforzo.
La Loro Fama: È una fama accademica e marziale. Pubblicano articoli, tengono lezioni e vincono tornei di lotta HEMA.
La Loro Maestria: Risiede nella loro capacità di interpretare testi oscuri e tradurli in movimenti di combattimento efficaci e praticabili.
Questi maestri della ricostruzione sono l’avanguardia della Glima. Stanno riportando in vita l’altra metà dell’arte, assicurando che la Glima di Grettir ed Egil non sia solo una nota a piè di pagina, ma un’arte marziale viva e respirante nel XXI secolo.
Parte 7: Conclusione – Il Maestro come Eroe, Atleta e Custode
La galleria dei “maestri e atleti famosi” della Glima è radicalmente diversa da quella di qualsiasi altra arte marziale. È un pantheon che attraversa 1200 anni di storia, dal mito alla realtà.
Gli Eroi Letterari (Gunnar, Grettir): Sono i “maestri” degli archetipi. La loro fama è immortale, incisa nella letteratura mondiale. Ci insegnano perché lottare: per l’onore (Gunnar) o per la sopravvivenza (Grettir).
L’Ambasciatore Globale (Jóhannes Jósefsson): È il “maestro” della presentazione. La sua fama è storica, l’uomo che ha messo la Glima sulla mappa mondiale. Ci ha insegnato come mostrare la Glima.
I Re e le Regine (I Kóngar e le Drottningar): Sono i “maestri” della competizione. La loro fama è nazionale, l’apice dello sport islandese. Ci insegnano come vincere con onore (Brokartök).
I Ricostruttori (Neilsen e il HEMA): Sono i “maestri” della ricerca. La loro fama è di nicchia ma globale, all’interno della comunità marziale. Ci stanno re-insegnando come combattere (Lausatök).
In definitiva, la fama nella Glima non è mai fine a se stessa. Un vero “maestro” di Glima, sia esso un campione nazionale o un ricercatore HEMA, non cerca la gloria personale, perché ciò violerebbe il Drengskap. La loro fama è il sottoprodotto della loro vera funzione: agire come varðmaður – un custode, un guardiano dell’eredità – assicurando che il “lampo” della Glima non si spenga mai.
LEGGENDE, CURIOSITÀ, STORIE E ANEDDOTI
L’Anima Narrativa della Glima
Un’arte marziale non è solo un catalogo di movimenti fisici; è un’entità culturale viva, che respira attraverso le storie che racconta. Nel caso della Glima, le leggende, le curiosità e gli aneddoti non sono semplici ornamenti, ma costituiscono la sua spina dorsale filosofica, il suo manuale d’istruzioni morale e il suo certificato di nascita.
A differenza di arti codificate in dojo o templi, la Glima è nata nelle langhús (le case lunghe) durante le veglie invernali, sui ponti scivolosi delle navi lunghe e nei campi fangosi delle assemblee legislative (i Þing). La sua tradizione non è stata scritta in manuali tecnici, ma nelle Saghe: narrazioni epiche che mescolano storia, mito e dramma. Le sue “regole” non sono state dettate da un singolo maestro, ma sono emerse da aneddoti di onore e da necessità pratiche.
Questo capitolo si immerge nell’anima narrativa della Glima. Esploreremo le leggende fondative che definiscono i suoi archetipi (l’eroe, l’anti-eroe, il mostro), analizzeremo le curiosità uniche che la separano da ogni altra arte di combattimento, e racconteremo le storie e gli aneddoti storici che ne hanno assicurato la sopravvivenza, dall’era vichinga al palcoscenico olimpico.
Parte 1: Leggende dalle Saghe – La Fondazione Narrativa
Le Saghe Islandesi, scritte principalmente nel XIII secolo su eventi dei secoli precedenti, sono la fonte primaria per comprendere la Glima nel suo contesto originale. Non sono manuali, ma contengono descrizioni di combattimenti così vivide da fungere da guida. Queste leggende stabiliscono i due poli dell’arte: l’onore (Brokartök) e la sopravvivenza (Lausatök).
Il Campione del Drengskap: La Leggenda di Gunnar e Skarphedin
La Saga di Njáll (Njáls saga) è forse la più grande e complessa delle Saghe. Il suo eroe, Gunnar Hámundarson, non è solo un guerriero, ma l’atleta perfetto. La leggenda che definisce il cuore della Glima sportiva non è un combattimento mortale, ma un aneddoto sportivo che quasi finisce in tragedia.
La Scena: Siamo a un’assemblea (Þing) o a una grande festa. La Glima è l’intrattenimento principale. Gunnar, l’eroe amato da tutti e l’atleta imbattibile, decide di lottare con Skarphedin Njálsson. Skarphedin è il contrario di Gunnar: non è bello, è sarcastico, cupo e noto per il suo carattere difficile. C’è già tensione nell’aria.
La Lotta: I due, entrambi lottatori di altissimo livello, si affrontano. La lotta è dura, un’esibizione di abilità per la folla. Sono alla pari. Ma durante un movimento rapido, Skarphedin, forse accidentalmente o forse no (la saga lascia l’ambiguità), graffia Gunnar sul viso (o sul naso, a seconda della traduzione).
L’Aneddoto (Il Momento di Crisi): Il sangue appare sul volto di Gunnar. L’intera sala ammutolisce. Questo non è più uno sport. Nella società norrena, governata da faide di sangue, il “primo sangue” versato in una lite è un’offesa grave che richiede vendetta. Gunnar, il guerriero più letale d’Islanda, ha ora il diritto legale e sociale di attaccare Skarphedin per vendicare il suo onore ferito. Un’intera faida di sangue sta per iniziare per un graffio.
La Risoluzione (Il Drengskap): Gunnar, vedendo la situazione, guarda il sangue. Invece di estrarre la sua alabarda, si pulisce il viso. Guardando Skarphedin, fa una battuta secca, minimizzando l’incidente. Dichiara l’incontro finito e si siede. La tensione si spezza. La festa continua.
Analisi della Leggenda: Questo aneddoto è forse la storia più importante dell’intera Glima. È la leggenda fondativa del Drengskap. Gunnar dimostra che un vero “maestro” non è colui che vince, ma colui che ha un Sjálfstjórn (autocontrollo) così assoluto da poter distinguere tra un incidente sportivo e un insulto da combattimento. Sceglie la pace della comunità sopra l’orgoglio personale. Questa leggenda è il motivo per cui il Brokartök (la Glima sportiva) è così ossessionato dal rispetto, dall’aiutare l’avversario a rialzarsi e dal non ferire: è un’arte progettata per prevenire la faida, non per iniziarla.
L’Anti-Eroe: Egil Skallagrímsson e il “Lato Oscuro”
Se Gunnar rappresenta l’ideale sportivo, Egil Skallagrímsson, l’eroe-poeta della Saga di Egil, rappresenta l’efficacia brutale del Lausatök. Egil è l’opposto di Gunnar: brutto, avido, irascibile, ma un genio poetico e un guerriero terrificante.
La Leggenda (La Lotta Giovanile): La saga racconta che già da bambino, Egil aveva un temperamento violento. Durante una partita di knattleikr (un gioco con mazza e palla simile all’hurling), un altro ragazzo lo atterra. Infuriato, Egil torna a casa, afferra un’ascia e uccide il ragazzo. Questo stabilisce il suo carattere. In un’altra occasione, durante una festa, un uomo di nome Berg-Önundr lo sfida. Egil, sentendosi insultato, lo attacca. La saga descrive una rissa caotica, che culmina con Egil che “getta l’uomo a terra e gli morde la gola, strappandogliela”.
L’Aneddoto del Holmgang: Da adulto, Egil deve combattere un holmgang (duello legale) contro Atli. Egil scopre che la sua spada non può tagliare lo scudo di Atli (forse incantato). Egil getta via le armi, si lancia su Atli, lo afferra in una presa di Lausatök, lo sbatte a terra con tale violenza da fargli cadere la spada di mano. Immobilizzatolo, Egil “gli morde la gola fino a ucciderlo”.
Analisi della Leggenda: Le storie di Egil sono la “leggenda” del Lausatök. Mostrano cosa succede quando il Drengskap viene rimosso e rimane solo l’obiettivo della sopravvivenza. Egil usa la Glima come un sistema di combattimento totale (Mixed Martial Arts). Non esita a usare morsi, colpi o a integrare la lotta con le armi. Queste leggende sono preziose perché ci ricordano che la Glima non è solo uno sport cavalleresco; è nata come un sistema di combattimento letale. Egil è il maestro della Glima come guerra.
Il Mostro e l’Eroe: La Leggenda di Grettir e il Draugr
La Saga di Grettir (Grettis saga) ci fornisce l’archetipo del lottatore di Lausatök più famoso, Grettir “il Forte”. È un eroe tragico, un fuorilegge (útlagi) maledetto, condannato a vagare per l’Islanda. La sua fama deriva dall’affrontare non solo uomini, ma mostri.
La Leggenda (La Lotta nel Tumulo): Grettir decide di recuperare il tesoro dal tumulo funerario del vichingo Kárr il Vecchio. All’interno, il cadavere di Kárr è rianimato come un draugr (un non-morto incredibilmente forte e malevolo). Inizia una lotta nel buio del tumulo.
La Descrizione: La saga descrive una pura battaglia di Lausatök. “C’era poco spazio, e lottarono a lungo e ferocemente… Il draugr strinse Grettir con prese possenti.” La lotta è brutale, i due si scontrano con i mobili e le pareti del tumulo. Questa non è una lotta di tecnica elegante; è una rissa disperata per la sopravvivenza.
L’Aneddoto (Il Grettisfang): Il momento cruciale arriva quando Grettir è in svantaggio, forse caduto o bloccato sotto il mostro. Con un ultimo, esplosivo sforzo di tutta la sua forza, Grettir esegue una mossa che diventerà leggendaria: il Grettisfang (la Presa di Grettir) o Grettistak (il Sollevamento di Grettir). Con questo sollevamento, probabilmente una sorta di proiezione o un sollevamento da terra (simile a un moderno suplex o a un deadlift esplosivo), riesce a liberarsi e a portare il draugr a terra in una posizione vulnerabile.
La Conclusione: La Glima da sola non basta. La leggenda mostra la sua integrazione con le armi. Una volta immobilizzato il draugr, Grettir afferra la sua spada corta (sax) e taglia la testa del mostro, l’unico modo per distruggerlo.
Analisi della Leggenda: Questa storia è fondamentale. È la “storia di fantasmi” definitiva della Glima. Stabilisce il Lausatök come un’arte per affrontare l’ignoto, il sovrumano e l’orrore. Il Grettisfang è diventato un termine proverbiale in Islanda per indicare un ultimo sforzo di forza erculea. È la leggenda che consacra la Glima come l’arte marziale dell’eroe norreno, capace di sconfiggere persino i non-morti.
Parte 2: La Leggenda Filosofica – Thor e la Vecchiaia
Mentre le Saghe forniscono leggende umane, la mitologia norrena ci dà la leggenda filosofica della Glima. Questa storia, dall’Edda in Prosa di Snorri Sturluson, è forse la più profonda.
La Sfida di Thor a Útgarðr
Thor, il dio della forza e patrono dei lottatori, viaggia con Loki e altri compagni verso Útgarðr, la fortezza del re dei giganti, Útgarða-Loki. Il re dei giganti, un maestro dell’illusione, decide di umiliare gli dèi con una serie di sfide.
Le Sfide Illusorie: Loki viene sfidato a una gara di velocità nel mangiare e perde contro Logi (il Fuoco Selvaggio). Un altro compagno, Þjálfi, viene sfidato a una gara di corsa e perde contro Hugi (il Pensiero).
La Sfida di Thor: A Thor vengono proposte tre sfide:
Svuotare un corno potorio (ma il corno è collegato all’oceano).
Sollevare un gatto (ma il gatto è in realtà Jörmungandr, il Serpente del Mondo).
Infine, Útgarða-Loki dice, con scherno: “Dato che sei così forte, vediamo se riesci a lottare con la mia vecchia balia, Elli.”
La Leggenda (La Lotta contro Elli): Thor, insultato ma obbligato ad accettare, vede entrare una donna anziana, fragile e curva. Si afferrano. Thor, il più forte di tutti gli esseri, usa tutta la sua forza divina. Ma non riesce a smuoverla. La vecchia rimane salda. La lotta continua, e Thor, con stupore e frustrazione, sente le sue forze venire meno. Lentamente, ma inesorabilmente, l’anziana donna costringe il dio del tuono a mettere un ginocchio a terra. L’incontro viene interrotto. Thor è sconfitto e umiliato.
La Rivelazione: Il giorno dopo, mentre gli dèi lasciano la fortezza, Útgarða-Loki rivela l’inganno. Il corno era l’oceano. Il gatto era il Serpente del Mondo. E la vecchia? “La tua ultima impresa è stata la più sbalorditiva,” dice il gigante. “Hai lottato contro Elli [che significa ‘Vecchiaia’ in norreno], e non c’è mai stato né ci sarà mai nessuno che la Vecchiaia non riesca, alla fine, a far cadere.”
Analisi della Leggenda: Questa è la leggenda filosofica suprema della Glima. È una storia che insegna l’umiltà. Ci dice che la forza bruta, anche quella di un dio, ha un limite. Esistono “leggi” fondamentali (come il tempo e l’invecchiamento) che nessuna forza può sconfiggere. È una storia sulla natura della forza, della limitazione e del destino (Sköp). Per un lottatore di Glima, questa leggenda è un monito: non fare affidamento solo sulla tua potenza, perché un giorno incontrerai una “Elli” che non potrai sopraffare. La tua unica speranza risiede nella tecnica, nel tempismo e, infine, nell’accettazione.
Parte 3: Le Curiosità Uniche – Ciò che Rende la Glima Diversa
La Glima è definita da un insieme di curiosità, regole e attrezzature che non si trovano in nessun’altra arte marziale del mondo. Queste non sono stranezze; sono le soluzioni ingegnerose ai problemi posti dalla filosofia del Drengskap.
Curiosità Suprema 1: Il Glímubelti (La Cintura della Glima)
L’oggetto più curioso e importante della Glima Brokartök è il Glímubelti. Non è un accessorio; è il motore dell’arte.
Il Design Unico: Non è una singola cintura come quella del Judo. È un sistema complesso di cinghie di cuoio. È composto da:
Una robusta cintura principale (spesso larga 5-8 cm) che cinge la vita.
Due cinghie inguinali/cosciali. Queste partono dalla cintura principale sul retro, passano tra le gambe e si collegano di nuovo alla cintura principale sul davanti (o su se stesse).
Come Funziona: Questo sistema crea due punti di presa saldi e standardizzati sulle cosce di chi lo indossa, oltre alla cintura in vita.
La Presa Fissa (Tök): L’esistenza del belti permette la regola più strana della Glima: la presa fissa. Prima che l’incontro inizi, i lottatori si afferrano in modo specifico e simmetrico. Solitamente, la mano destra afferra la cintura dell’avversario all’altezza del fianco, mentre la mano sinistra afferra la cinghia sulla coscia dell’avversario.
Una Curiosità Tattica (Niente “Grip Fighting”): Questa singola regola cambia tutto. Il 90% delle lotte moderne (Judo, BJJ, Lotta Libera) è dominato dal grip fighting (la battaglia per ottenere una presa dominante). La Glima elimina completamente questa fase. È come iniziare una partita a scacchi con i pezzi già in posizione d’attacco.
La Funzione Filosofica: Perché questa curiosa cintura? È il Drengskap reso fisico.
Impone l’Onore: Impedisce prese “sporche” (al collo, al viso, ai vestiti).
Impone la Postura Eretta: Il modo in cui le cinghie tirano rende quasi impossibile piegarsi in avanti (un segno di viltà) senza perdere la stabilità. Costringe i lottatori a stare dritti, “faccia a faccia”.
Impone l’Equità: Assicura che entrambi i lottatori abbiano esattamente la stessa presa. La vittoria non può derivare da una presa fortunata o più forte, ma solo da una tecnica, un tempismo e una leva superiori.
Aneddoto (Il Belti come Patto): Indossare il belti e afferrare quello dell’avversario è un aneddoto fisico. È un patto non verbale che dice: “Lottiamo secondo le regole dell’onore”.
Curiosità Suprema 2: Lo Stigandi (Il Passo Circolare)
La seconda cosa che un osservatore nota è che i lottatori di Glima non stanno fermi. Si muovono costantemente in cerchio (di solito in senso orario), in un passo fluido e ritmico chiamato Stigandi (“passo”, “camminata”).
La Curiosità: “La Danza Vichinga”: A un occhio inesperto, sembra una danza. Ma è l’esatto contrario: è un sistema tattico di caccia.
La Funzione Tattica: Lo Stigandi è il motore che crea le opportunità per il “lampo” (Glima).
Sjónhending (Vista): Muovendosi costantemente, i lottatori sono costretti a usare la visione periferica, non potendo fissare un singolo punto.
Jafnvægi (Equilibrio): Il movimento perpetuo costringe entrambi i lottatori a essere in uno stato di costante sbilanciamento e ri-bilanciamento. Ogni passo solleva un piede da terra, creando una finestra di vulnerabilità di una frazione di secondo.
Tímasetning (Tempismo): Lo Stigandi crea un ritmo. Le tecniche (brögð) sono un’improvvisa rottura di quel ritmo: un passo più lungo, un arresto improvviso, un cambio di direzione. Si usa il ritmo per mascherare l’attacco.
La Funzione Filosofica: Stare fermi (“stallare”) è visto come passivo, codardo e una violazione del Drengskap. Lo Stigandi è l’impegno attivo, un “dialogo” fisico costante.
Curiosità 3: Etimologia – Il Nome “Glima”
Il nome stesso dell’arte è una curiosità. Glima deriva dall’antico norreno e significa “lampo”, “guizzo” o “bagliore”.
Analisi: Questo nome è profondamente significativo. Non si chiama “Forza” o “Presa”. Si chiama “Lampo”. Questo ci dice che il valore fondamentale dell’arte non è la forza bruta, ma la velocità e il tempismo.
L’Aneddoto del “Lampo”: La Glima ideale è una tecnica (bragð) applicata così rapidamente che l’avversario è a terra prima di capire cosa sia successo. È un “guizzo” di genio biomeccanico. Il nome stesso è un’istruzione: “Sii veloce, non forte”.
Curiosità 4: Le Scarpe Speciali (Glímuskór)
Anche l’abbigliamento dei piedi è una curiosità. I lottatori di Brokartök indossano scarpe speciali, le glímuskór.
Design: Assomigliano a mocassini leggeri o scarpe da danza, fatte di pelle morbida. Spesso hanno una forma che si adatta perfettamente al piede, quasi come un calzino.
Funzione: Il loro design non è casuale.
Agilità: Permettono la massima flessibilità del piede e della caviglia, necessaria per il complesso gioco di gambe dello Stigandi e per le tecniche di sgambetto.
Sicurezza (Drengskap): Essendo morbide, impediscono di ferire l’avversario (ad esempio, calciando accidentalmente uno stinco). Una scarpa moderna con suola dura sarebbe un’arma.
Presa: Offrono una presa migliore sul pavimento di legno rispetto ai piedi nudi, ma permettono comunque al lottatore di “sentire” il terreno.
Curiosità 5: Il Titolo di Glímukóngur (Re della Glima)
Il premio per il campionato nazionale islandese non è una medaglia d’oro, ma un titolo. Il vincitore maschile è incoronato Glímukóngur (Re della Glima) e la vincitrice femminile Glímudrottning (Regina della Glima).
La Curiosità Sociale: Questo non è un titolo sportivo; è un titolo di nobiltà sociale. Per un anno, il Kóngur o la Drottning è una celebrità nazionale, un simbolo dell’identità islandese.
La Cerimonia: La “incoronazione” è un evento serio. Il vincitore riceve il Grettisbelti (la Cintura di Grettir), un trofeo itinerante che è la “corona” della Glima. È un onore così grande che definisce la vita di una persona. Questo lega lo sport moderno direttamente agli eroi delle Saghe, come Grettir.
Parte 4: Storie e Aneddoti Storici – Dal Ponte della Nave all’Olimpiade
Oltre alle leggende, la Glima è ricca di storie e aneddoti storici che ne illustrano l’evoluzione e il carattere.
Storia 1: Glima á Skipi (La Glima sulla Nave Lunga)
Un aneddoto persistente, menzionato in fonti secondarie e nel folklore, è che i Vichinghi praticassero la Glima sui ponti delle loro navi lunghe (langskip) durante i lunghi viaggi attraverso l’Atlantico.
La Storia: Immaginate un gruppo di guerrieri annoiati, stipati su un ponte di legno largo forse 3-4 metri, che ondeggia e viene spazzato dalle onde gelide. Per mantenersi in forma, combattere la noia e stabilire la gerarchia, praticano la Glima.
Analisi della Storia: Che sia storicamente accurato al 100% o meno, questo aneddoto è fondamentale. È una “storia delle origini” per le caratteristiche uniche della Glima.
Perché l’Equilibrio è Tutto: Lottare su una piattaforma così instabile rende la forza bruta inutile. Un lottatore che si “pianta” per spingere verrebbe sbalzato fuori bordo dalla prima onda.
Perché la Velocità è Tutto: L’unica cosa che funziona è l’equilibrio dinamico, la forza del core e la capacità di eseguire una tecnica in una frazione di secondo di stabilità.
Perché la Postura Eretta: Una postura bassa da lottatore ti farebbe perdere l’equilibrio. Una postura eretta, come quella di un marinaio, ti permette di adattarti al beccheggio della nave.
Conclusione: Questa storia, vera o apocrifa, è la spiegazione perfetta del perché la Glima si sia evoluta in modo diverso dalla lotta continentale. È un’arte marziale “navale”, nata sull’acqua.
Storia 2: Il Trionfo di Stoccolma (1912)
La storia più importante della Glima moderna è la sua apparizione come sport dimostrativo alle Olimpiadi di Stoccolma del 1912.
Il Contesto: L’Islanda era ancora una provincia povera della Danimarca, in lotta per l’indipendenza. Jóhannes Jósefsson (il “Re della Glima”) e la squadra nazionale islandese arrivarono a Stoccolma per mostrare la loro arte al mondo.
L’Aneddoto (La Dimostrazione): La squadra si esibì nello stadio olimpico. Il pubblico, abituato alla forza statica e muscolare della Lotta Greco-Romana (l’evento principale), vide qualcosa di completamente alieno. Videro uomini in piedi, muoversi in un “passo di danza” ritmico (Stigandi), per poi esplodere in proiezioni fulminee (brögð). E poi, l’aneddoto più scioccante per il pubblico del 1912: dopo ogni singola proiezione, il vincitore immediatamente aiutava l’avversario caduto a rialzarsi, gli stringeva la mano o lo abbracciava, e ricominciava.
La Reazione: I resoconti dell’epoca descrivono lo stupore del pubblico. Non era uno “sport da combattimento” come lo conoscevano; era uno “sport cavalleresco”. I giornali svedesi ed europei ne parlarono in termini entusiastici, lodando l’eleganza, la velocità e, soprattutto, l’incredibile sportività (il Drengskap).
L’Impatto: Questa storia è il “battesimo” internazionale della Glima. L’esibizione fu un trionfo diplomatico per l’Islanda, dimostrando che non erano solo una colonia di pescatori, ma gli eredi di una cultura vichinga nobile e sofisticata. Ha consacrato il Brokartök come l’immagine ufficiale della Glima.
Aneddoto 3: Jóhannes Jósefsson contro il Mondo
Jóhannes Jósefsson, il “Glímukóngur” e ambasciatore, viaggiò in Europa e in America. Le storie dei suoi incontri sono leggendarie.
L’Aneddoto (Glima vs. Catch): Negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, lo stile dominante era il Catch-as-catch-can (l’antenato della lotta libera e dell’MMA), che includeva dolorose sottomissioni (hook). Jóhannes sfidava questi lottatori secondo le regole della Glima.
La Storia: I lottatori di catch, abituati a tuffarsi alle gambe o a cercare prese al collo, erano completamente disorientati. Erano costretti a stare in piedi, ad afferrare il belti e a muoversi nello Stigandi. In questo “gioco”, erano principianti. Jóhannes, il maestro del tempismo, li proiettava ripetutamente, spesso senza che loro capissero come.
L’Impatto: Queste storie (e la sua incredibile performance piazzandosi 4° nella Greco-Romana alle Olimpiadi del 1908) non sono solo vanti. Sono la prova storica dell’efficacia della Glima come sistema di takedown.
Storia 4: La Rinascita del Lausatök (L’Aneddoto del Setesdal)
Questa è una storia moderna. Per decenni, il Lausatök (la lotta da combattimento) era considerato estinto, un’arte morta conosciuta solo dalle Saghe.
La Storia (La Ricerca): Ricercatori norvegesi (come Tyr Neilsen e altri nel movimento HEMA) iniziarono a cercare tracce di questa arte perduta. Sapevano che non era sopravvissuta in Islanda (dove il Brokartök l’aveva soppiantata).
L’Aneddoto (La Scoperta): La leggenda moderna narra che questi ricercatori si recarono nelle valli più remote e culturalmente isolate della Norvegia, come il Setesdal. Lì, trovarono contadini e anziani che praticavano ancora una forma di lotta popolare (folk wrestling) ai matrimoni e alle feste, che non chiamavano “Glima”, ma che aveva caratteristiche uniche. Questa lotta popolare non aveva il belti, permetteva prese libere, includeva proiezioni violente e assomigliava molto più alle descrizioni di Grettir che a quelle di Gunnar.
L’Impatto: Questa “scoperta” fu l’anello mancante. Combinando queste tecniche popolari sopravvissute con le descrizioni delle Saghe, i ricercatori hanno potuto ricostruire il Lausatök. Questa storia è una vera e propria “archeologia marziale”, un aneddoto moderno di come un’arte marziale morta possa essere resuscitata.
Conclusione: Il Potere della Storia
Le leggende, le curiosità e le storie della Glima sono inseparabili dall’arte stessa. Senza la leggenda di Gunnar, il Drengskap sarebbe solo una regola. Senza la leggenda di Grettir, il Lausatök sarebbe solo una rissa.
La curiosità del Glímubelti è la filosofia dell’onore resa cuoio. La curiosità dello Stigandi è la tattica del “lampo” resa movimento. E le storie di Jóhannes Jósefsson a Stoccolma sono la prova che un’arte marziale basata sul rispetto può affascinare il mondo.
La Glima, quindi, non si impara solo con il corpo, ma con la mente. Imparare la Glima significa imparare queste storie. Un praticante non sta solo eseguendo una proiezione; sta partecipando a un’epica norrena che continua da oltre mille anni.
TECNICHE DI QUEST'ARTE
Parte 1: Introduzione – La Filosofia della Tecnica (Bragð)
Per comprendere l’arsenale tecnico della Glima, è fondamentale prima comprendere il termine norreno Bragð (plurale: Brögð). Questa parola non si traduce semplicemente come “tecnica” nel senso di un movimento memorizzato. Un bragð è un “atto astuto”, uno “stratagemma”, un “trucco” o, più poeticamente, un “lampo” di intuizione fisica.
Questo concetto è la chiave. La Glima, specialmente nella sua forma sportiva Brokartök, non è un sistema di forza bruta. Non si tratta di imparare a sollevare un avversario. Si tratta di imparare a ingannarlo, a manipolare il suo equilibrio e a usare la sua stessa forza e il suo slancio contro di lui.
Il nome stesso dell’arte, Glima (“il lampo”), definisce la sua tecnica. Un bragð non è un lento e faticoso atto di sopraffazione; è un’esplosione di tempismo, leva e velocità che idealmente si conclude in una frazione di secondo.
L’intero sistema tecnico della Glima poggia su un paradosso: l’arte marziale di un popolo famoso per la sua forza (i Vichinghi) è, nella sua forma più pura, un’arte progettata per rendere la forza irrilevante.
Questo capitolo analizzerà in modo esaustivo l’arsenale tecnico della Glima, suddividendolo non solo per stile (Brokartök, Lausatök, Hryggspenna), ma anche per principi biomeccanici. Esamineremo le tecniche fondamentali, le “famiglie” di movimenti e i principi fisici che li rendono efficaci.
Parte 2: I Principi Fondamentali – Le “Tecniche Nascoste”
Prima di poter eseguire un singolo bragð, un praticante di Glima deve padroneggiare un insieme di abilità fondamentali. Queste non sono “tecniche” nel senso di proiezioni, ma sono i pilastri su cui si costruisce ogni proiezione. Senza la padronanza di questi elementi, nessun bragð può funzionare.
Il Tök (La Presa): Il Motore dell’Arte (nel Brokartök)
La tecnica più unica e fondamentale del Brokartök è la sua presa fissa, resa possibile dal Glímubelti (la cintura da Glima). Questa presa non è un preludio alla lotta; è la lotta.
Analisi Biomeccanica della Presa: La presa standard è asimmetrica e altamente specializzata.
La Mano Destra (La Mano di Potenza/Ancora): Questa mano afferra la cintura dell’avversario (belti) all’altezza del fianco destro (o talvolta sulla schiena). La sua funzione è controllare il centro di gravità (COM) dell’avversario. È l’ancora. Tirando o spingendo con questa mano, si può rompere la postura dell’avversario, farlo inclinare in avanti o indietro e, soprattutto, guidare la rotazione dei suoi fianchi. È la mano che “guida” la proiezione.
La Mano Sinistra (La Mano di Leva/Controllo): Questa mano afferra la cinghia sulla coscia sinistra dell’avversario. Questa mano ha una funzione completamente diversa. È la leva. Non tira con potenza. La sua funzione è:
Impedire l’Abbassamento: Previene che l’avversario si pieghi (un atto di viltà) o abbassi il suo COM, rendendolo più difficile da proiettare.
Sollevare e Alleggerire: Con una leggera trazione verso l’alto, questa mano “alleggerisce” la gamba sinistra dell’avversario, rendendola un bersaglio perfetto per gli sgambetti (fótbrögð).
Creare la Coppia di Forze: Lavorando in sinergia, la mano destra che spinge/tira i fianchi e la mano sinistra che solleva la coscia creano una “coppia di forze” (un momento torcente) che fa collassare la struttura dell’avversario.
La Tecnica Tattile: La padronanza del Tök (presa) è una tecnica di sensibilità tattile. I maestri di Glima “vedono” con le mani. Attraverso la tensione costante della presa, sentono i minimi spostamenti di peso dell’avversario, la contrazione dei suoi muscoli e la sua intenzione di muoversi, spesso prima che il movimento stesso inizi.
Lo Stigandi (Il Passo): Il Motore Tattico
La seconda tecnica fondamentale è lo Stigandi (il passo, il movimento circolare). È vietato stare fermi. Questo movimento costante, quasi una danza, è un sistema tattico incredibilmente sofisticato.
Analisi Biomeccanica dello Stigandi: Si tratta di un passo circolare, solitamente in senso orario, in cui i piedi non si incrociano mai. La postura è eretta, la schiena dritta, la testa alta.
Lo Stigandi come Tecnica Offensiva:
Creazione di Angoli: Lo Stigandi non è difensivo. È una “caccia” costante a un angolo di attacco. Muovendosi in cerchio, si espone costantemente il lato e la schiena dell’avversario.
Sbilanciamento Continuo: Forza entrambi i lottatori a essere in uno stato di equilibrio dinamico. Ogni passo solleva un piede da terra, creando una vulnerabilità di una frazione di secondo. La Glima è la caccia a quella frazione di secondo.
Caricamento dello Slancio: Il movimento circolare carica il sistema di momento angolare (inerzia rotazionale). Molti brögð non creano forza da zero, ma reindirizzano o bloccano bruscamente questo slancio preesistente.
Lo Stigandi come Tecnica Tattica:
Mascheramento: Il ritmo costante e ipnotico dello Stigandi nasconde l’intenzione. L’attacco (il bragð) è un’improvvisa rottura di quel ritmo: un passo più lungo, un arresto improvviso, un cambio di direzione esplosivo.
Controllo della Distanza: Mantiene la distanza e la tensione (sul belti) costanti, permettendo al lottatore di “sentire” l’avversario.
La Postura Eretta (Staða): La Tecnica Filosofica
La terza tecnica fondamentale è la postura eretta. Nel Brokartök, piegarsi eccessivamente è illegale e disonorevole.
Funzione Biomeccanica:
Altezza del COM: Mantiene il centro di gravità (COM) alto. Un COM alto è meno stabile ma molto più mobile e più facile da ruotare (essenziale per le proiezioni d’anca).
Mobilità dei Fianchi: Una postura eretta libera i fianchi, permettendo la rotazione esplosiva necessaria per la maggior parte dei brögð. Una postura piegata “blocca” i fianchi.
Visione: Mantiene la testa alta, massimizzando la visione periferica (essenziale nello Stigandi).
Funzione Tattica: Questa postura è l’essenza del Brokartök. È una scelta deliberata che vieta le tecniche di forza bruta (come le spinte frontali o i takedown alle gambe, che richiedono una postura bassa) e incoraggia le tecniche di tempismo, leva e rotazione.
Padroneggiare queste tre “tecniche nascoste” – la presa sensibile, il movimento perpetuo e la postura eretta – è il 90% della Glima Brokartök. Le proiezioni sono solo la logica conclusione della loro corretta applicazione.
Parte 3: Analisi Esaustiva – Le Tecniche del Brokartök
L’arsenale del Brokartök è tradizionalmente raggruppato in circa otto “famiglie” principali di tecniche (brögð). Tuttavia, ci sono decine di varianti e sotto-tecniche. Analizzeremo le più importanti per principio biomeccanico.
Categoria 1: Fótbrögð (Tecniche di Piede e Gamba)
Questa è la famiglia di tecniche più “pura” della Glima. Non si basano sul sollevamento, ma sul puro sbilanciamento e sull’uso delle gambe come leve e fulcri.
TECNICA: HÆKJABRÖGÐ (Sgambetto con il Tallone)
Traduzione: “Trucco del tallone”.
Concetto: È l’epitome del “lampo”. È una tecnica di tempismo puro, progettata per far inciampare l’avversario su un ostacolo (il proprio piede) mentre è in movimento.
Descrizione Biomeccanica:
Il Contesto (Stigandi): L’opportunità sorge durante lo Stigandi, nel momento esatto in cui l’avversario sta spostando il peso in avanti sul suo piede destro (se ci si muove in senso orario).
L’Azione: L’attaccante esegue un rapido cambio di passo. Con un tempismo fulmineo, posiziona il suo tallone destro (o talvolta la pianta del piede) immediatamente dietro il tallone o la caviglia destra dell’avversario.
La Presa (Tök): Contemporaneamente all’azione del piede, le mani agiscono di concerto. La mano destra (sulla cintura) tira l’avversario sopra il piede bloccato. La mano sinistra (sulla coscia) solleva leggermente la gamba sinistra dell’avversario, assicurando che tutto il suo peso sia sulla gamba destra che sta per essere bloccata.
La Caduta: L’avversario, con lo slancio in avanti e la caviglia bloccata, inciampa e cade all’indietro o lateralmente.
Principio Fisico: È una Leva di Prima Classe (Fulcro nel mezzo).
Fulcro: Il tallone dell’attaccante.
Resistenza: La caviglia/gamba dell’avversario.
Sforzo: La trazione delle braccia e lo slancio del corpo dell’avversario.
Opportunità Tattica: Si usa contro un avversario che “cammina” pesantemente, che si muove in modo ritmico o che sta cercando di spingere in avanti. È una tecnica reattiva.
Varianti:
Hælkrækja (Aggancio col Tallone): Una versione più “attiva” in cui si aggancia attivamente il tallone dell’avversario e lo si tira via.
Hælbana (Colpo di Tallone): Una versione più aggressiva (più vicina al Lausatök) in cui si colpisce la caviglia o il tendine d’Achille.
Concetto Filosofico: Questo è il bragð dell’intelligenza. Non richiede quasi nessuna forza, solo un tempismo perfetto. Incarna l’ideale della Glima di sconfiggere la forza con l’astuzia.
TECNICA: KROSSBRAGÐ (Sgambetto Incrociato)
Traduzione: “Trucco incrociato”.
Concetto: Una tecnica potente e visivamente impressionante in cui l’attaccante usa la propria gamba per “falciare” entrambe le gambe dell’avversario.
Descrizione Biomeccanica:
Il Contesto (Stigandi): Questa tecnica rompe il flusso circolare. L’attaccante ha bisogno di creare un angolo, spesso facendo un passo leggermente all’esterno dell’avversario.
L’Azione: L’attaccante solleva la sua gamba esterna (es. la sinistra) e la fa oscillare con forza attraverso il corpo dell’avversario, colpendo entrambe le sue gambe (o la gamba anteriore) all’altezza dello stinco o del ginocchio.
La Presa (Tök): Questa è una tecnica di rotazione. Mentre la gamba falcia, tutto il corpo dell’attaccante ruota. La mano destra (sulla cintura) tira con forza, trascinando l’avversario nella rotazione. La mano sinistra (sulla coscia) solleva e controlla, impedendo all’avversario di scappare.
La Caduta: L’avversario viene falciato e cade pesantemente sul fianco o sulla schiena.
Principio Fisico: Momento Angolare e Forza Centrifuga. La tecnica genera un’enorme potenza rotazionale. La gamba che falcia agisce come una lama che taglia la base dell’avversario, mentre le braccia ne trascinano la parte superiore del corpo.
Opportunità Tattica: Si usa contro un avversario ben piantato, o uno che sta resistendo al movimento circolare. È una mossa potente per rompere una situazione di stallo.
Varianti: Esistono molte varianti a seconda che si attacchi la gamba anteriore, quella posteriore o entrambe, e a seconda dell’altezza della falciata (caviglia, stinco, ginocchio).
TECNICA: SNIÐBRAGÐ (Proiezione Tagliata)
Traduzione: “Trucco tagliato” o “fetta”.
Concetto: Simile al Krossbragð, ma più sottile. Invece di una falciata ampia, è uno sgambetto preciso e veloce contro la parte esterna della caviglia dell’avversario.
Descrizione Biomeccanica:
Il Contesto (Stigandi): Durante il movimento circolare.
L’Azione: L’attaccante usa il bordo esterno del proprio piede (il “taglio”) per colpire o bloccare la parte esterna della caviglia dell’avversario (di solito il piede anteriore).
La Presa (Tök): La mano destra (cintura) tira l’avversario lateralmente, facendolo cadere sopra la sua stessa caviglia bloccata. La mano sinistra (coscia) aiuta a spingere l’anca dell’avversario sopra il punto di blocco.
Principio Fisico: Sbilanciamento Laterale. È un attacco al piano laterale dell’equilibrio. Bloccando la caviglia, si crea un fulcro, e le braccia spingono il centro di gravità dell’avversario oltre quel fulcro.
Concetto Filosofico: È una tecnica di precisione chirurgica. Come l’Hækjabrögð, premia il tempismo e la precisione sulla forza.
Categoria 2: Mjaðmabrögð (Tecniche d’Anca) e Lyftur (Sollevamenti)
Queste tecniche sono generalmente più potenti e richiedono un maggiore impegno fisico, utilizzando i fianchi dell’attaccante come fulcro.
TECNICA: LAUNAMENN (Proiezione d’Anca / “Uomo Segreto”)
Traduzione: “Uomo segreto” o “Uomo nascosto”. Il nome suggerisce un attacco a sorpresa.
Concetto: È la classica proiezione d’anca, simile all’O Goshi del Judo, ma adattata alla presa Glima. L’attaccante ruota, inserisce i propri fianchi sotto il centro di gravità dell’avversario e lo proietta sopra la propria schiena.
Descrizione Biomeccanica:
Il Contesto (Stigandi): L’opportunità sorge quando l’avversario spinge in avanti o quando c’è una “pausa” nel movimento.
L’Azione (Il Perno): L’attaccante deve “entrare”. Fa perno sui suoi piedi, ruotando di 180 gradi in modo che la sua schiena sia contro il petto dell’avversario e i suoi fianchi siano sotto i fianchi dell’avversario. Questa è la parte più veloce e critica.
La Presa (Tök): Questo è il punto cruciale. La mano destra (sulla cintura) tira l’avversario su e sopra i fianchi dell’attaccante. La mano sinistra (sulla coscia) è fondamentale: solleva la gamba dell’avversario, aiutando a caricarlo sui fianchi e impedendogli di “postare” (mettere un piede a terra) per fermare la proiezione.
La Caduta: L’attaccante si piega in avanti, usando i fianchi come fulcro, e proietta l’avversario sopra la propria schiena.
Principio Fisico: Leva di Prima Classe (Fulcro nel mezzo).
Fulcro: I fianchi dell’attaccante.
Resistenza: La parte superiore del corpo dell’avversario.
Sforzo: La trazione delle braccia e il sollevamento delle gambe/schiena dell’attaccante.
Opportunità Tattica: Contro un avversario che spinge, che è più basso, o che viene “tirato” in avanti da un Hnykkjabrögð (vedi sotto).
Concetto Filosofico: Il nome “Uomo Segreto” implica che l’attacco è nascosto. L’avversario non vede i fianchi dell’attaccante finché non è troppo tardi. È una tecnica di inganno posizionale.
TECNICA: KLOFBRAGÐ (Proiezione a Spaccata / “Cleft”)
Traduzione: “Trucco della spaccata” o “del cavallo”.
Concetto: Una tecnica di sollevamento pura e potente, in cui l’attaccante si posiziona tra le gambe dell’avversario e lo solleva da terra.
Descrizione Biomeccanica:
Il Contesto: Richiede una rottura della postura. L’attaccante deve riuscire a portare l’avversario in una posizione eretta e “leggera”.
L’Azione: L’attaccante fa un passo profondo tra le gambe dell’avversario (da cui “spaccata”).
La Presa (Tök): Questo è un sollevamento. La mano destra (cintura) tira verso l’alto. La mano sinistra (coscia) solleva con forza la gamba dell’avversario.
La Caduta: Sfruttando la presa alla coscia, l’attaccante solleva l’avversario da terra e lo proietta lateralmente. È una delle poche tecniche di Brokartök che implica un sollevamento quasi completo.
Principio Fisico: Sollevamento e Leva. Simile al Launamenn ma più frontale. Si usa la gamba dell’attaccante (quella che fa il passo in mezzo) come perno e leva per sollevare il corpo dell’avversario.
Opportunità Tattica: Contro un avversario con una base larga (gambe divaricate) o che è sbilanciato all’indietro.
Concetto Filosofico: Questo è un bragð di potenza. Sebbene richieda tempismo, è una delle dimostrazioni più chiare di forza funzionale nel Brokartök.
Categoria 3: Togbrögð (Tecniche di Trazione) e Snúningar (Rotazioni)
Queste tecniche si basano meno sugli sgambetti e più sulla manipolazione della parte superiore del corpo, usando la trazione e la torsione per rompere l’equilibrio.
TECNICA: HNYKKJABRÖGÐ (Tiro Improvviso / “Jerk”)
Traduzione: “Trucco dello strattone” o “Jerk”.
Concetto: Una tecnica apparentemente semplice ma incredibilmente difficile da padroneggiare. È uno sbilanciamento puro basato su un singolo, esplosivo strattone.
Descrizione Biomeccanica:
Il Contesto (Stigandi): L’opportunità sorge quando l’avversario è “leggero” sui piedi o sta cambiando direzione, o quando ha momentaneamente allentato la sua tensione.
L’Azione (Lo Stratone): L’attaccante, senza preavviso, dà uno strattone esplosivo e violento. È un movimento di tutto il corpo, non solo delle braccia.
La Presa (Tök): La mano destra (cintura) tira con forza, di solito verso il basso e in avanti. La mano sinistra (coscia) tira verso l’alto.
La Caduta: Questa combinazione di forze (un “tiro e sollevamento” improvviso) rompe la postura dell’avversario e lo fa cadere in avanti o in ginocchio.
Principio Fisico: Forza Esplosiva e Inerzia. Si tratta di superare l’inerzia statica dell’avversario con un picco di forza. È un test di potenza anaerobica alattacida.
Opportunità Tattica: Usato come finta, come setup per altre tecniche (come il Launamenn) o come tecnica a sé stante contro un avversario distratto o stanco.
Concetto Filosofico: Questo è il “lampo” (Glima) nella sua forma più pura. Non è un bragð di leva complessa, ma di puro tempismo esplosivo.
TECNICA: HÁLFMÁNI (Mezza Luna)
Traduzione: “Mezza Luna”.
Concetto: Una tecnica di rotazione elegante che utilizza lo slancio dello Stigandi.
Descrizione Biomeccanica:
Il Contesto (Stigandi): Si usa quando il movimento circolare è ben avviato.
L’Azione: L’attaccante accelera improvvisamente la rotazione. Invece di muoversi con l’avversario, si muove attorno a lui.
La Presa (Tök): La mano destra (cintura) tira l’avversario in una rotazione stretta, quasi come se volesse farlo girare su se stesso. La mano sinistra (coscia) blocca o solleva, creando un perno.
La Caduta: L’avversario, colto nella forza centrifuga e incapace di tenere il passo con i piedi, viene fatto girare e cade verso l’esterno.
Principio Fisico: Forza Centrifuga e Momento Angolare. L’attaccante diventa il centro di una rotazione e “lancia” l’avversario verso l’esterno.
Concetto Filosofico: È una tecnica che incarna lo Stigandi. Non combatte il movimento circolare, ma lo amplifica a un livello insostenibile per l’avversario. È una tecnica fluida ed elegante.
Parte 4: Analisi Esaustiva – Le Tecniche del Lausatök (La Glima da Combattimento)
Se il Brokartök è un gioco di scacchi basato sull’onore, il Lausatök (“presa libera”) è una rissa da battaglia basata sull’efficacia. Le sue tecniche sono il “lato oscuro” della Glima, descritte nelle Saghe di Egil e Grettir. Qui, l’obiettivo non è una proiezione pulita; è la neutralizzazione.
Il Lausatök non è un singolo stile, ma un sistema di combattimento completo (un’arte marziale mista medievale). Le sue tecniche coprono tutte le fasi del combattimento disarmato.
Fase 1: Il Grip Fighting (Tök) e i Colpi (Högg)
Il Lausatök inizia senza presa. La prima “tecnica” è ottenere una presa dominante.
Prese al Collo (Kverkatök): Prese a una o due mani alla gola, usate per rompere la postura e controllare la testa.
Prese ai Polsi (Úlnliðstök): Fondamentali per il disarmo. Controllare il polso armato dell’avversario.
Prese al Corpo (Líkamsstök): Abbracci al corpo (simili alla Greco-Romana) per sollevamenti e proiezioni.
Integrazione dei Colpi: Storicamente, il Lausatök includeva colpi.
Pugni (Hnefahögg): Usati per creare aperture.
Gomitate e Testate (Olnbogahögg, Hausahögg): Devastanti a distanza ravvicinata.
Calci (Spörk): Principalmente calci bassi agli stinchi e alle ginocchia per rompere la base.
Fase 2: Le Proiezioni (Köst) del Lausatök
L’arsenale di proiezioni è molto più vasto e brutale.
TECNICA: Takedown alle Gambe (Fótaköst)
Concetto: A differenza del Brokartök, attaccare le gambe è non solo permesso, ma fondamentale.
Descrizione Biomeccanica:
Singolo (Einfaldur Fótakast): Abbassarsi, afferrare una singola gamba (caviglia o coscia) e usare la spinta della spalla e la trazione delle braccia per sbilanciare l’avversario.
Doppio (Tvívefaldur Fótakast): Il classico “double leg” della lotta libera. Abbassarsi sotto il centro di gravità dell’avversario, afferrare entrambe le gambe e spingere con la testa e le spalle per atterrarlo.
Principio Fisico: Attaccare la base. È la soluzione più diretta per abbattere un avversario in una lotta “libera”.
TECNICA: Proiezioni d’Anca e Spalla (Mjaðmaköst og Axlaköst)
Concetto: Simili al Judo, ma senza gi.
Descrizione Biomeccanica:
Proiezione d’Anca (Harai Goshi/O Goshi): Ottenere una presa alta (intorno al collo o al braccio), ruotare e usare i fianchi come fulcro per proiettare l’avversario.
Proiezione di Spalla (Seoi Nage): Passare sotto il braccio dell’avversario, caricarlo sulla schiena e proiettarlo sopra la spalla.
Principio Fisico: Leva pura, identica a quella del Brokartök (Launamenn), ma applicata da una presa libera e spesso molto più dinamica.
TECNICA: Il “Suplex” (Grettisfang / Kastabragð)
Concetto: La tecnica leggendaria del Lausatök, associata a Grettir. È una proiezione “all’indietro”, progettata per atterrare l’avversario sulla testa, sul collo o sulla parte alta della schiena.
Descrizione Biomeccanica:
La Presa: Ottenere una presa da dietro (Hryggspenna, vedi sotto) o una presa frontale molto stretta al corpo (body lock).
L’Azione (Il Ponte): L’attaccante inarca la propria schiena all’indietro in modo esplosivo (un “ponte” da lottatore), sollevando l’avversario da terra.
La Caduta: L’attaccante usa la propria spalla e la testa come perno sul terreno per completare la rotazione, schiantando l’avversario sulla schiena.
Principio Fisico: Proiezione di Sacrificio ad Alto Impatto. L’attaccante sacrifica la propria posizione (cadendo all’indietro) per infliggere il massimo danno.
Contesto: Questa non è una tecnica sportiva. È progettata per uccidere o paralizzare. È la tecnica del draugr.
Fase 3: Le Leve Articolari (Lás)
Il Lausatök è un sistema di sottomissione. Le leve (lás = “serratura”) sono usate per spezzare arti, disarmare o forzare la resa.
TECNICA: Leve al Polso (Úlnliðslás)
Concetto: Controllare e iper-estendere o iper-flettere l’articolazione del polso.
Descrizione Biomeccanica:
Iperflessione: Afferrare la mano dell’avversario e forzarla verso il suo stesso avambraccio.
Iperestensione: Piegare la mano all’indietro.
Rotazione: Torcere il polso.
Principio Fisico: Attaccare un’articolazione piccola e complessa. Richiede poca forza ma grande sensibilità.
Contesto: È la tecnica di disarmo numero uno. Applicare una leva al polso dell’avversario lo costringe a lasciare la spada o il coltello (il sax).
TECNICA: Leve al Gomito (Olnbogalás)
Concetto: La classica “armbar”. Iper-estendere l’articolazione del gomito.
Descrizione Biomeccanica:
Leva Dritta (Armbar): Isolare il braccio dell’avversario (spesso tra le proprie gambe, da terra), posizionare il fulcro (il proprio bacino o una gamba) sotto il gomito e spingere verso l’alto sul polso mentre si tira verso il basso la spalla.
Principio Fisico: Leva di Prima Classe. Il gomito è il fulcro.
Contesto: Usata per spezzare il braccio o forzare la resa.
TECNICA: Leve alla Spalla (Axlarlás)
Concetto: Simili alla “Kimura” o “Americana” del BJJ. Forzare la rotazione dell’articolazione della spalla oltre il suo limite.
Descrizione Biomeccanica:
Kimura (Rotazione Interna): Isolare il braccio, piegarlo a 90 gradi e spingere la mano verso la testa dell’avversario, torcendo la spalla.
Principio Fisico: Leva rotazionale su un’articolazione sferica.
Contesto: Estremamente potente e dolorosa, usata per controllare e sottomettere.
Fase 4: Gli Strangolamenti (Kverkatök)
Concetto: Attaccare il collo per interrompere il flusso di sangue (strangolamento sanguigno) o di aria (soffocamento).
Descrizione Biomeccanica:
Strangolamento Sanguigno (es. Rear Naked Choke): Applicare pressione sulle arterie carotidi ai lati del collo. Causa perdita di coscienza in pochi secondi.
Soffocamento (es. Ghigliottina): Comprimere la trachea, bloccando la respirazione. Più lento e più doloroso.
Contesto: La tecnica di finalizzazione più letale del Lausatök, descritta vividamente nelle Saghe (Egil che morde la gola).
Fase 5: Lotta a Terra (Gólfglíma)
Concetto: Il Lausatök non finisce con la proiezione. Continua a terra.
Tecniche Posizionali:
Monta (Ofanásæti): Sedersi sul petto dell’avversario. Una posizione dominante per colpire.
Ginocchio sullo Stomaco (Hné á Kviði): Posizione di controllo e transizione, molto dolorosa.
Ground and Pound (Högg á Gólfi): Una volta ottenuta una posizione dominante, la tecnica finale era colpire (pugni, gomitate) o, più comunemente, estrarre il Sax (coltello) per finire l’avversario.
Il Lausatök è un sistema completo, brutale e pragmatico. Le sue “tecniche” sono un catalogo di soluzioni per ogni fase di un combattimento reale.
Parte 5: Analisi Tecnica – Hryggspenna (La Presa alla Schiena)
Questa è la terza e più antica forma di Glima. È meno un’arte e più un test. Ha essenzialmente una sola famiglia di tecniche.
TECNICA: Il Sollevamento (Lyfta)
Concetto: Un test di pura forza (schiena, gambe, core).
La Presa (Tök): La presa è fissa e simmetrica. I lottatori si afferrano alla parte superiore del corpo, con le braccia allacciate dietro la schiena (un braccio sopra la spalla, uno sotto l’ascella dell’avversario).
Descrizione Biomeccanica:
La Postura: Postura bassa, gambe piegate, schiena dritta. Simile a un deadlift.
L’Azione: L’obiettivo è sollevare l’avversario da terra e, usando una torsione del core e una spinta dei fianchi, proiettarlo all’indietro o lateralmente.
La Vittoria: Si vince atterrando l’avversario sulla schiena, o facendogli toccare terra con qualsiasi parte del corpo tranne i piedi.
Principio Fisico: Forza Massimale e Leva Semplice. È un test di chi ha la catena posteriore (glutei, bicipiti femorali, schiena) più forte e chi può usare meglio i propri fianchi come leva.
Contesto: Questo è il folkstyle nella sua forma più primordiale. È la Glima di Thor e dei giganti.
Parte 6: La Tecnica Più Importante – Að Falla (L’Arte di Cadere)
Nessuna analisi delle tecniche di Glima è completa senza la tecnica più fondamentale: l’arte di cadere.
Concetto: Nella Glima, si cade sempre. Il primo e più importante bragð che ogni principiante impara non è come proiettare, ma come essere proiettato in sicurezza.
Descrizione Biomeccanica:
Rompere la Caduta (Brjóta Fallið): Simile alle cadute (ukemi) del Judo. Si impara a battere il braccio e l’avambraccio sul suolo per dissipare l’energia cinetica dell’impatto, proteggendo la testa, le spalle e la cassa toracica.
Arrotondare la Schiena: Mantenere il mento sul petto per evitare che la testa colpisca il suolo.
Rilassamento: La tecnica chiave. Un corpo teso si spezza. Un corpo rilassato assorbe l’impatto.
Contesto Filosofico e Psicologico:
Superare la Paura: Padroneggiare la caduta è una tecnica psicologica. Elimina la paura di essere proiettati, rendendo il lottatore più fluido, più rilassato e più disposto a tentare i brögð (che spesso richiedono di sbilanciarsi momentaneamente).
Il Drengskap: Imparare a cadere bene è un atto di rispetto. Permette al tuo partner di allenamento di praticare le sue proiezioni senza doversi preoccupare di ferirti.
Senza la maestria della caduta, la pratica di qualsiasi bragð di Brokartök o Lausatök è impossibile e pericolosa. È la tecnica silenziosa che permette a tutte le altre di esistere.
Conclusione: Lo Spettro della Tecnica
Le tecniche della Glima sono un microcosmo della cultura norrena. Esse coprono l’intero spettro dell’interazione umana, dalla sportività cavalleresca alla sopravvivenza brutale.
Il Brokartök è un sistema di intelligenza. Le sue tecniche (Hækjabrögð, Launamenn) sono la fisica e la leva usate come armi. Sono l’incarnazione del “lampo” e dell’onore (Drengskap).
Il Lausatök è un sistema di efficacia. Le sue tecniche (leve, strangolamenti, suplex) sono soluzioni pragmatiche a problemi letali. Sono l’eredità di Grettir e degli eroi guerrieri.
L’Hryggspenna è un sistema di forza primordiale. È il test fondamentale, la base su cui tutto il resto è costruito.
Padroneggiare la Glima non significa solo imparare una lista di brögð. Significa capire i principi di equilibrio (Jafnvægi), tempismo (Tímasetning) e leva (Stöng). E, soprattutto, significa capire quando applicare la tecnica dell’onore (Gunnar) e quando applicare la tecnica della sopravvivenza (Egil).
LE FORME/SEQUENZE
Parte 1: La Risposta Fondamentale – L’Assenza del Kata e il Paradigma Culturale
La domanda su quali siano le “forme” o i “kata” della Glima è una delle più naturali per chiunque provenga da un background di arti marziali asiatiche, e porta alla risposta più netta e culturalmente significativa: la Glima, nella sua essenza, non possiede kata.
Non esistono, né sono mai esistite, sequenze preordinate e codificate di movimenti, eseguite in solitaria contro avversari immaginari, che corrispondano al concetto giapponese di Kata, al Poomsae coreano o al Taolu cinese.
Questa assenza non è una debolezza, né una lacuna storica o un segno di “incompletezza” dell’arte. Al contrario, è la sua caratteristica distintiva più profonda, una scelta filosofica e pragmatica che rivela l’anima stessa della mentalità norrena.
Perché i Kata Non Esistono nella Glima? Il Contesto Culturale
Per capire perché la Glima ha preso una strada così radicalmente diversa, bisogna prima capire perché i kata sono nati in altre culture.
Il Contesto del Kata (Giappone/Okinawa): I kata sono emersi da una combinazione di necessità.
Segretezza: In luoghi come Okinawa, dove le armi erano proibite, le arti di combattimento (Te) venivano sviluppate in segreto. Un kata era un modo criptato per archiviare e trasmettere tecniche letali (bunkai), nascondendole in una “danza” apparentemente innocua.
Pratica di Massa: In epoche successive (come la creazione del Judo o del Karate moderno), i kata divennero un metodo pedagogico. Un singolo maestro poteva insegnare i movimenti fondamentali a decine di studenti contemporaneamente, senza la necessità di supervisione individuale.
Pratica Solitaria: Hanno permesso a un praticante di allenarsi da solo, affinando la propria forma, potenza e connessione mente-corpo in isolamento.
Misticismo e Filosofia: In molte arti, il kata è diventato una “meditazione in movimento”, un veicolo per principi filosofici e spirituali (Zen, Daoismo), che trascendeva il combattimento.
Il Contesto della Glima (Scandinavia Norrena): La Glima si è evoluta in un ambiente culturale, sociale e filosofico diametralmente opposto.
Nessuna Segretezza: La Glima non è mai stata un’arte segreta. Era un’istituzione pubblica. Veniva praticata apertamente nelle fattorie, sui ponti delle navi lunghe e, soprattutto, come evento principale nelle grandi assemblee legislative (i Þing). Non c’era nulla da nascondere; la prodezza era un vanto pubblico.
Pratica Sociale: L’arte era intrinsecamente comunitaria. Un Vichingo o un contadino islandese non si allenava quasi mai da solo. Ci si allenava nella langhús (casa lunga) durante gli inverni, ci si allenava con i compagni di navigazione, ci si sfidava alle feste. C’era sempre, sempre, un partner disponibile. La necessità di un metodo di allenamento solitario non è mai emersa.
Pragmatismo Assoluto: La mentalità norrena era (ed è) profondamente pragmatica. L’idea di praticare una tecnica contro un “avversario immaginario” sarebbe apparsa inefficiente e assurda. La Glima è un’arte basata sulla sensibilità tattile. Tutta la sua essenza risiede nel sentire l’equilibrio, la tensione e l’intenzione dell’avversario attraverso la presa (Tök). Praticare la Glima “in aria” sarebbe come cercare di imparare a nuotare sul pavimento di legno. Non si starebbe praticando nulla di rilevante.
La Glima è un’Arte Dialogica, non Monologica
Questa è la distinzione fondamentale. Un Kata è un monologo. È un discorso, una dichiarazione che il praticante fa all’universo. È introspettivo, personale e auto-contenuto.
La Glima è un dialogo. È una conversazione fisica, dinamica e imprevedibile tra due praticanti. Non può esistere senza un partner. La sua pratica non è una recitazione, ma un’improvvisazione basata su principi condivisi.
Se la Glima non ha kata, come ha risolto i problemi che i kata risolvono? Come archivia le tecniche? Come si pratica? Come si sviluppa la biomeccanica? Come si condiziona il corpo?
La risposta è che la Glima ha sviluppato i propri “equivalenti” funzionali, che sono, in molti modi, più diretti, pragmatici e integrati.
Parte 2: L’Equivalente della Pratica Solitaria – Falla (Cadute) e Stigandi (Il Passo)
Sebbene la Glima sia un’arte di coppia, esistono due elementi che un praticante può e deve allenare da solo, e che costituiscono l’equivalente più vicino a una “forma” solitaria.
Að Falla (L’Arte di Cadere): Il Kata della Resilienza
Il primo e più importante allenamento solitario nella Glima è la pratica delle cadute (Falla). Proprio come l’Ukemi nel Judo, questa è la tecnica fondamentale che permette a tutte le altre di esistere in sicurezza.
Il “Kata” della Caduta: Il praticante inizia in piedi e pratica la caduta all’indietro, laterale e (meno comune nel Brokartök) in avanti.
Biomeccanica: Questa “forma” solitaria insegna:
Protezione della Testa: La tecnica fondamentale di piegare il mento sul petto per evitare che la testa colpisca il suolo.
Arrotondamento: Arrotondare la schiena per “rotolare” con l’impatto.
Dissipazione dell’Impatto: L’atto di battere il braccio e l’avambraccio sul suolo (il breakfall) per distribuire l’energia cinetica su una superficie più ampia, proteggendo le costole, le spalle e gli organi interni.
Funzione Filosofica: Questa pratica solitaria non è solo fisica; è il “kata” psicologico della Glima. È un allenamento per superare la paura. Un lottatore che non ha paura di cadere è un lottatore rilassato, fluido e disposto a correre rischi (tentare un bragð). È la forma che insegna la resilienza (Þrautseigja), l’umiltà e la capacità di rialzarsi.
Lo Stigandi (Il Passo): Il Kata del Movimento
Il secondo elemento che può essere praticato in solitaria è lo Stigandi, il caratteristico passo circolare del Brokartök. Sebbene sia progettato per essere eseguito attorno a un partner, il modello di base del footwork può essere allenato da solo.
La Forma dello Stigandi: Il praticante si mette nella postura eretta della Glima (testa alta, schiena dritta, sguardo avanti).
Esecuzione: Inizia a muoversi in cerchio (di solito in senso orario), con passi fluidi e costanti. I piedi non si incrociano mai. Il peso è bilanciato. La parte superiore del corpo è calma e stabile, mentre i piedi sono in movimento perpetuo. Le braccia sono tenute in posizione, come se stessero afferrando il Glímubelti di un partner immaginario.
Funzione di questo “Kata” Solitario:
Sviluppo Biomeccanico: Questo è il Kihon (fondamentale) della Glima. Insegna la postura, l’equilibrio dinamico (Jafnvægi) e la coordinazione.
Condizionamento: Praticato per minuti di fila, è un incredibile esercizio cardiovascolare e di condizionamento per le gambe e il core.
Meditazione Dinamica: Questo è l’equivalente più vicino al “Zen in movimento”. Il ritmo costante, la postura eretta e la respirazione controllata possono indurre uno stato di flow (flusso).
Praticare lo Stigandi da solo è come per un pugile fare shadowboxing. Si sta praticando la forma, il movimento e la postura, preparando il corpo al “dialogo” reale con un partner.
Parte 3: L’Equivalente dell’Archivio Tecnico – I “Brögð” e le “Saghe”
Una delle funzioni primarie dei kata è quella di essere una “biblioteca vivente”, un archivio per preservare le tecniche dell’arte per le generazioni future. La Glima non usa forme, ma usa due metodi di archiviazione incredibilmente robusti.
1. Il “Bragð” come Catalogo Concettuale
La Glima non archivia le sue tecniche in una sequenza (un kata), ma in un elenco (un catalogo). Le tecniche fondamentali, specialmente nel Brokartök, sono raggruppate nelle otto famiglie principali di Brögð (stratagemmi/tecniche).
Il Catalogo degli “Otto Brögð”: Questo elenco è il “kata” concettuale della Glima. Include:
Hækjabrögð (Sgambetto col Tallone)
Launamenn (Proiezione d’Anca / “Uomo Segreto”)
Krossbragð (Sgambetto Incrociato)
Hnykkjabrögð (Tiro Improvviso / “Jerk”)
Snúningur (Rotazione) – Spesso incluso in Hálfmáni
Klofbragð (Proiezione a Spaccata)
Sniðbragð (Proiezione Tagliata)
Hálfmáni (Mezza Luna)
Come Funziona questo Archivio: Un maestro di Glima non insegna uno schema di 50 movimenti. Insegna queste 8 “famiglie” di soluzioni. Ogni bragð è un concetto. L’Hækjabrögð, per esempio, non è un singolo movimento, ma il concetto di usare il tallone per bloccare l’avversario. Esistono decine di varianti e applicazioni.
Kata vs. Bragð: Un kata è un libro che contiene molte frasi. Un bragð è una frase che può essere usata per scrivere molti libri. L’approccio della Glima è concettuale, non coreografico. Questo catalogo di brögð è l’equivalente funzionale di una libreria di kata.
2. Le Saghe come “Kata Letterari”
Questo è l’aspetto più unico della tradizione Glima. Per secoli, prima della codificazione moderna, le tecniche e la filosofia della Glima sono state archiviate non nei movimenti, ma nelle storie.
Le Saghe Islandesi (come la Saga di Njáll, la Saga di Grettir e la Saga di Egil) sono i veri “kata” della Glima.
Una Saga come Kata: Un kata giapponese contiene la tecnica (i movimenti) e il bunkai (l’applicazione, spesso nascosta). Una Saga fa la stessa cosa, ma in modo molto più esplicito:
La Tecnica: Descrive il movimento.
Il Contesto (Bunkai): Spiega perché e quando la tecnica è stata usata.
La Filosofia: Mostra l’esito morale dell’uso della tecnica.
Esempio: La “Kata di Grettir” (Lausatök):
Forma (La Storia): Grettir entra nel tumulo del draugr (non-morto) Kárr il Vecchio.
Tecnica (Il Bragð): La saga descrive una brutale lotta Lausatök. Quando Grettir è in svantaggio, usa il Grettisfang (la Presa di Grettir), un sollevamento esplosivo.
Applicazione (Bunkai): Questa “forma” ci dice che questa tecnica (un suplex o un sollevamento potente) si usa in una situazione disperata, contro un avversario sovrumano, per creare un’apertura.
Conclusione: La forma si conclude con Grettir che estrae il suo sax (coltello) e taglia la testa del draugr. Il bunkai è chiaro: il Lausatök è integrato con le armi e l’obiettivo è la finalizzazione.
Esempio: La “Kata di Gunnar” (Drengskap):
Forma (La Storia): Gunnar Hámundarson lotta con Skarphedin.
Tecnica (Il Conflitto): Gunnar viene ferito e sanguina (il primo sangue).
Applicazione (Bunkai): Invece di vendicarsi (come richiederebbe un’applicazione “da combattimento”), Gunnar minimizza l’incidente.
Conclusione: La faida viene evitata. Questo “kata” letterario non insegna una proiezione, ma la filosofia del Drengskap. È una “forma” morale.
Per secoli, gli islandesi si sono seduti nelle loro case di torba durante le lunghe notti invernali, recitando queste saghe (le kvöldvaka). Stavano, a tutti gli effetti, “praticando i loro kata”, ripassando la loro storia, la loro etica e le loro tecniche marziali attraverso la narrazione.
Parte 4: L’Equivalente della Pratica e del Bunkai – “Æfingar” (Drills Cooperativi)
Se i kata sono una pratica solitaria la cui applicazione (bunkai) è spesso un esercizio separato e interpretativo, la Glima fonde i due concetti in un’unica pratica: i drills di coppia.
Æfingar (Esercizi/Drills): Il Kata-e-Bunkai Simultaneo
Il metodo di allenamento principale della Glima, dopo aver imparato le cadute, è la pratica cooperativa delle tecniche. Questo è l’equivalente diretto della pratica del kata, ma è immediatamente applicativo.
Il Processo: L’allenamento non consiste in “100 ripetizioni di Hækjabrögð in aria”. Consiste in:
Partner A (Tori): Il praticante che esegue la tecnica.
Partner B (Uke): Il praticante che “riceve” la tecnica.
“Gefa Bragðið” (Dare la Tecnica): All’inizio, il Partner B non oppone resistenza. “Dà” la tecnica. Si muove nello Stigandi e, al momento giusto, si lascia sbilanciare e proiettare, concentrandosi su una caduta sicura.
Il “Kata” a Due Persone: Questa pratica cooperativa è, a tutti gli effetti, un kata a due persone. Sta allenando:
La Biomeccanica (Kihon): L’esecutore impara il movimento corretto, il tempismo, la leva.
L’Applicazione (Bunkai): Sta applicando la tecnica direttamente su un corpo umano reale, non sull’aria.
Il Flusso: Man mano che i praticanti migliorano, questo “dare” e “prendere” diventa un flusso continuo, un flow drill. I due partner si muovono nello Stigandi e, senza preavviso, uno dei due “dà” la tecnica, l’altro la “prende”, cade, si rialza e il flusso riprende.
Vantaggi rispetto al Kata Solitario (per un’Arte di Lotta):
Sviluppo Tattile: La Glima è tattile. Questo drill allena la sensibilità alla pressione, all’equilibrio e al movimento del partner, cosa che nessun kata solitario può fare.
Tempismo e Distanza Reali: Si impara il tempismo e la distanza (tímasetning e bils) su un bersaglio mobile e reale.
Pragmatismo: Non c’è “significato nascosto”. La forma è l’applicazione. Non c’è bisogno di un bunkai separato perché si sta già praticando il bunkai.
L’Assenza di “Bunkai”: Il Pragmatismo Norreno
Il concetto stesso di Bunkai (analisi/applicazione) è estraneo alla Glima, perché è un’arte priva di segreti.
Un kata di Karate può contenere un movimento che sembra un blocco, ma il cui bunkai è una leva articolare.
Un bragð di Glima non nasconde nulla. Hækjabrögð (sgambetto col tallone) non è un simbolo; è uno sgambetto col tallone. Launamenn (proiezione d’anca) è una proiezione d’anca.
L’approccio norreno è diretto. L’arte è WYSIWYG (“What You See Is What You Get”). La “forma” e la “funzione” non sono mai state separate.
Parte 5: L’Equivalente del Condizionamento e della Meditazione
I kata servono anche come forme di condizionamento fisico specializzato e come meditazione in movimento. La Glima raggiunge questi obiettivi attraverso metodi diversi ma paralleli.
Glímu-tök (Sparring): Il “Kata” del Caos
L’equivalente più diretto della Glima per unire condizionamento, tecnica e mentalità è lo sparring stesso, chiamato Glímu-tök (presa di Glima) o semplicemente Glíma.
Il Condizionamento del Kata (es. Sanchin): Alcuni kata (come Sanchin nel Goju-ryu) sono eseguiti lentamente, con tensione dinamica e respirazione controllata, per condizionare il corpo e unire mente e movimento.
L’Equivalente della Glima (Il “Gioco” di Stigandi): L’equivalente della Glima a questo “Sanchin” è la pratica dello Stigandi con la presa Tök mantenuta. Due lottatori si afferrano e iniziano a muoversi in cerchio, senza tentare di proiettarsi, ma mantenendo una tensione isometrica costante.
Analisi Fisica: Questo è un esercizio di condizionamento estenuante. Allena la forza della presa, la stabilità del core (la famosa “pancia da Glima” o glímubumbur), la resistenza delle gambe e la stabilità posturale.
Analisi Mentale: È un esercizio di “meditazione tattile”. I praticanti imparano a “sentire” ogni minimo spostamento di peso, a respirare sotto pressione e a rimanere calmi (Drengskap) mentre sono in un “abbraccio” teso. È un Sanchin a due persone, vivo e reattivo.
Glímu-tök (Sparring) come Forma Libera: Lo sparring libero è il test finale, dove tutti gli “equivalenti” del kata si uniscono:
L’archivio dei brögð viene messo alla prova.
La forma dello Stigandi diventa dinamica.
Il condizionamento viene spinto al limite.
La filosofia del Drengskap è messa sotto pressione.
Il Drengskap: Il “Kata Morale” della Glima
Infine, l’equivalente più importante e unico del kata nella Glima non è affatto un movimento fisico, ma un rituale etico.
Kata come Rituale: I kata iniziano e finiscono con un inchino (Rei). Hanno un embusen (linea di esecuzione) fisso e un ritmo preciso. Sono rituali.
Il Rituale della Glima (Il Drengskap): La Glima ha i suoi rituali, che sono il suo “kata morale”.
L’Inizio: I lottatori si avvicinano, si guardano negli occhi e si stringono la mano o si abbracciano. Questo è il “primo movimento” del kata.
La Presa (Tök): L’atto di prendere la presa fissa del Glímubelti è un rituale di consenso e onore.
La Lotta (Stigandi/Bragð): Il “corpo” del kata, eseguito con correttezza.
La Fine (Il Movimento più Importante): Dopo che un bragð ha successo e un lottatore cade, il kata morale della Glima raggiunge il suo apice. Il vincitore non esulta. Il suo primo, obbligatorio movimento è quello di aiutare l’avversario caduto a rialzarsi.
La Conclusione: I lottatori si stringono di nuovo la mano e si separano.
Questo rituale, dal saluto iniziale all’aiuto finale, è la “forma” più importante della Glima Brokartök. È una sequenza preordinata di azioni morali. È il kata del Drengskap. Mentre un kata giapponese allena un guerriero a combattere da solo, il “kata” del Drengskap allena un individuo a essere un membro onorevole della comunità.
Parte 6: E se il Lausatök Avesse delle “Forme”?
Finora abbiamo parlato principalmente del Brokartök. Ma che dire del Lausatök (la lotta da combattimento)? Essendo più caotico e orientato alla sopravvivenza, ha degli equivalenti dei kata?
Niente Forme, ma Scenari (Bunkai Puro)
Il Lausatök, come il suo fratello sportivo, non ha kata solitari. Sarebbe ancora più inutile, dato che è un’arte di combattimento totale basata sulla reazione a un attacco.
L’equivalente del “kata” nel Lausatök è l’addestramento basato su scenari. Questo è l’approccio che i moderni ricostruttori (come nel movimento HEMA) utilizzano, basandosi sulle descrizioni delle Saghe.
Forma 1: Difesa da Arma (es. Sax/Coltello):
Kata: “Avversario immaginario attacca con un coltello”.
Equivalente Glima (Drill): Il Partner A attacca (lentamente, con un coltello di legno) con un fendente o un affondo. Il Partner B pratica la “forma” del Lausatök: deviare, controllare il polso armato (con un úlnliðslás o leva al polso) ed eseguire una proiezione o un disarmo.
Forma 2: La Lotta da Taverna (Rissa):
Kata: “Avversario immaginario afferra o spinge”.
Equivalente Glima (Drill): Il Partner A afferra il bavero del Partner B. Il Partner B pratica la “forma” di rompere la presa, ottenere una presa dominante al collo (kverkatök) ed eseguire una proiezione d’anca (come il Launamenn, ma senza belti).
Forma 3: L’Integrazione Arma/Lotta (Il “Kata” di Grettir):
Equivalente Glima (Drill): Due partner iniziano a lottare in piedi (Lausatök). Uno dei due esegue una proiezione. A terra, il lottatore in posizione superiore pratica la “forma” di controllare l’avversario con le ginocchia (es. hné á kviði – ginocchio sullo stomaco) mentre estrae il suo sax (coltello) per una finalizzazione.
L’archivio del Lausatök, quindi, non è una “danza” solitaria, ma un insieme di soluzioni ad alta percentuale di successo per scenari di violenza specifici. Ancora una volta, la “forma” e l’ “applicazione” (bunkai) sono la stessa identica cosa.
Conclusione: La Forma della Glima è il Dialogo
In conclusione, la Glima non ha kata perché la sua filosofia fondamentale rifiuta il concetto di pratica marziale come monologo.
Un’arte marziale con i kata (come il Karate) è come la musica classica. Un musicista (il praticante) può eseguire una sonata di Beethoven (il kata) da solo, in perfetta aderenza a una partitura scritta secoli fa (la forma). È un’interpretazione personale di una composizione fissa.
Un’arte marziale come la Glima è come il Jazz. Non può esistere senza un’orchestra (almeno un partner). Non c’è una partitura fissa, ma un insieme di regole e scale (i brögð, lo Stigandi, il Drengskap). La “forma” non è una composizione memorizzata; è l’improvvisazione che emerge quando due musicisti iniziano a suonare insieme.
Gli “equivalenti” del kata nella Glima sono quindi ovunque:
Sono nel passo solitario dello Stigandi.
Sono nelle cadute (Falla) che si praticano da soli.
Sono nel catalogo concettuale degli Otto Brögð.
Sono nelle storie epiche delle Saghe, che archiviano la tecnica e la morale.
Sono nei drills cooperativi (æfingar), dove forma e funzione diventano una cosa sola.
E, soprattutto, sono nel rituale del Drengskap, la “forma” che definisce l’anima dell’arte: aiutare il proprio partner a rialzarsi.
La forma della Glima non è un’ombra sul muro di una caverna; è la connessione tattile, viva e respirante con un altro essere umano.
UNA TIPICA SEDUTA DI ALLENAMENTO
La Struttura dell’Apprendimento
Una sessione di allenamento di Glima (Glímuæfing) non è semplicemente un’ora di attività fisica o di apprendimento di tecniche di autodifesa. È un rituale culturale strutturato, un evento pedagogico che affonda le sue radici in una tradizione secolare di trasmissione orale e fisica. È l’ambiente controllato in cui i principi filosofici (come il Drengskap) e quelli fisici (come il Jafnvægi o equilibrio) vengono instillati e messi alla prova.
La struttura di una tipica seduta di allenamento, specialmente in Islanda dove si pratica il Brokartök (Lotta con i pantaloni) come sport nazionale, è formalizzata e segue una progressione logica. Il suo scopo non è solo quello di insegnare a “vincere”, ma di formare un Glímumaður (lottatore di Glima) completo, che possieda tecnica, forza, resistenza e, soprattutto, carattere.
Al contrario, una sessione di allenamento della Glima da combattimento, il Lausatök (Lotta a prese libere), come viene ricostruita oggi dai praticanti di HEMA (Historical European Martial Arts) e di Viking Kampkunst, segue una struttura diversa, con un’enfasi sull’efficacia marziale, scenari di combattimento e sottomissione.
Questo capitolo analizzerà in modo esaustivo la composizione di una sessione di allenamento di Brokartök, dall’arrivo al commiato, per poi confrontarla con i principi di una sessione di Lausatök, fornendo un quadro completo di come questa antica arte venga trasmessa nel mondo moderno.
Parte 1: Il Contesto Preliminare – L’Arrivo e la Preparazione (Undirbúningur)
La seduta di allenamento non inizia con il fischio dell’istruttore, ma nel momento in cui il praticante entra nell’ambiente di allenamento, spesso una palestra o un centro sportivo dedicato (Glímuhús).
L’Ambiente Sociale e l’Abbigliamento
L’atmosfera è una componente chiave. La Glima è uno sport comunitario. I praticanti non si allenano in isolamento; c’è un forte senso di squadra e di legame. I praticanti più esperti (i meistarar o i campioni) si mescolano con i principianti (nemendur). La gerarchia è basata sul rispetto e sull’abilità, non su un sistema formale di cinture colorate, che è completamente assente.
Il primo atto rituale è l’abbigliamento. Non si indossa un’uniforme nel senso di un gi da Judo o Karate. Per il Brokartök, l’abbigliamento è composto da:
Abbigliamento Sportivo: Solitamente pantaloncini robusti e una maglietta.
Glímuskór (Scarpe da Glima): Vengono indossate le caratteristiche scarpe di pelle morbida, simili a mocassini, progettate per la flessibilità e per non ferire l’avversario.
Il Glímubelti (La Cintura da Glima): Questo è il pezzo di equipaggiamento centrale e la sua vestizione è il vero inizio della sessione.
L’Atto Rituale: Indossare il Glímubelti
Il Glímubelti non è un accessorio. È lo strumento pedagogico che definisce l’intera arte del Brokartök. Il processo di indossarlo è una curiosità tecnica in sé e un momento di transizione psicologica.
Il Processo Fisico: Il belti è un sistema complesso. Il praticante deve prima allacciare la cintura principale (la lífsbelti) saldamente intorno alla vita. Poi, deve far passare le due cinghie inguinali/cosciali (lærsbelti) sotto l’inguine e fissarle correttamente alla cintura principale sul davanti.
La Tensione: La tensione deve essere perfetta. Se è troppo lenta, le prese non saranno salde e la cintura si sposterà, rendendo le tecniche inefficaci e pericolose. Se è troppo stretta, limita il movimento e la respirazione. I praticanti esperti impiegano tempo per regolare il loro belti, assicurandosi che sia una “seconda pelle”.
Il Significato Psicologico: Questo atto è una preparazione mentale. Indossando il belti, il praticante sta letteralmente “imbrigliando” se stesso nelle regole e nella filosofia dell’arte. Sta accettando il patto del Drengskap. Da questo momento in poi, non è più solo un atleta in palestra; è un Glímumaður, vincolato a un insieme di regole d’onore. È l’equivalente del cavaliere che indossa la sua armatura prima di un torneo.
Una volta che tutti i partecipanti hanno indossato l’equipaggiamento, la lezione può iniziare formalmente.
Parte 2: La Fase Iniziale – Riscaldamento (Upphitun)
L’Upphitun (riscaldamento) nella Glima non è un’attività generica. È altamente specifica e progettata per preparare il corpo ai movimenti unici e alle sollecitazioni dell’arte. Dura tipicamente dai 15 ai 20 minuti ed è suddivisa in tre fasi: generale, specifica/solitaria e specifica/di coppia.
Fase 1: Riscaldamento Generale (Almenn Upphitun)
Questa fase ha lo scopo di aumentare la frequenza cardiaca, il flusso sanguigno ai muscoli e la temperatura corporea.
Movimento Cardiovascolare: Inizia con una corsa leggera per la palestra (spesso in cerchio, imitando già il flusso dello Stigandi), seguita da esercizi dinamici come jumping jack, skip (ginocchia alte), o calci nel sedere.
Mobilità Articolare (Liðleiki): L’istruttore (kennari) guida poi la classe attraverso una serie di esercizi di mobilità dinamica. Questa non è una mobilità casuale; è mirata:
Spalle e Colonna Vertebrale Toracica: Rotazioni delle braccia, torsioni del busto. Essenziali per la potenza rotazionale delle proiezioni e per assorbire l’impatto delle cadute.
Fianchi (Mjaðmir): Circonduzioni delle anche, leg swing (oscillazioni delle gambe). I fianchi sono il motore della Glima Brokartök (per il Launamenn) e la loro mobilità è fondamentale.
Ginocchia e Caviglie: Flessioni e rotazioni leggere. Le caviglie sono cruciali per la stabilità nello Stigandi e per l’applicazione delle tecniche di piede (fótbrögð).
Fase 2: Riscaldamento Specifico Solitario (Sértæk Upphitun – Einn)
Qui la Glima si differenzia da molti altri sport. I praticanti iniziano a eseguire movimenti che sono la base dell’arte, ma da soli.
Pratica dello Stigandi (Il “Kata” del Passo): L’istruttore chiede alla classe di disperdersi e di praticare lo Stigandi (il passo circolare) da soli. I praticanti assumono la postura eretta, tengono le mani come se afferrassero un belti immaginario e iniziano il passo ritmico, fluido, circolare. Questo serve a:
Attivazione Neuromuscolare: Richiama il modello di movimento fondamentale dell’arte.
Riscaldamento dei Piedi: Riscalda specificamente i muscoli dei piedi, delle caviglie e dei polpacci.
Focus Mentale: È una forma di shadowboxing, che sposta la mente del praticante dalla “palestra” alla “Glima”.
Movimenti “Animali”: Spesso vengono inclusi movimenti a terra che aumentano la propriocezione, come bear crawl (camminata dell’orso) o crab walk (camminata del granchio), per preparare il corpo alla possibilità di cadere e rialzarsi.
Fase 3: La Tecnica Fondamentale – Að Falla (L’Allenamento della Caduta)
Questa è la parte più importante del riscaldamento e forse dell’intera sessione, specialmente per i principianti. L’arte della Glima non è proiettare; è sopravvivere alla proiezione. L’allenamento della caduta (Falla) è l’equivalente dell’ Ukemi del Judo.
Pedagogia della Caduta: L’istruttore non dice “cadete”. Guida la classe attraverso una progressione.
Da Seduti: I praticanti si siedono, piegano il mento sul petto (per proteggere la testa) e si lasciano rotolare all’indietro, battendo entrambi gli avambracci e le mani sul materassino nel momento dell’impatto. Questo insegna il tempismo e la dissipazione dell’energia.
Da Accovacciati: Si passa a una posizione accovacciata, si ripete la caduta all’indietro e laterale, aumentando l’altezza e l’impatto.
Da in Piedi: Infine, la caduta completa. I praticanti si lasciano cadere all’indietro o lateralmente, applicando i principi di protezione della testa e di rottura della caduta.
Scopo Fisico: Condizionare il corpo all’impatto, costruire la “memoria muscolare” per cadere in sicurezza.
Scopo Psicologico: Questo è il “kata morale” della Glima. È l’allenamento dell’umiltà e della fiducia. Si impara che cadere non è fallire, ma è una parte integrante del processo. Rimuove la paura, che è il più grande ostacolo all’apprendimento. Un praticante che non ha paura di cadere può allenarsi in modo rilassato e fluido.
Cadute di Coppia (Cooperative): La fase finale del riscaldamento. I praticanti si mettono in coppia. Uno esegue una proiezione lenta e controllata (es. una semplice trazione), e l’altro si concentra sull’eseguire una caduta perfetta. C’è già una connessione con il partner, una costruzione della fiducia (traust).
Parte 3: Il Cuore della Sessione – L’Apprendimento Tecnico (Bragðaæfing)
Questa è la fase centrale dell’allenamento, che dura dai 30 ai 45 minuti. È dedicata all’apprendimento (nám) e al perfezionamento (fínpússun) delle tecniche specifiche, i Brögð (stratagemmi).
La pedagogia della Glima è pragmatica, ciclica e basata sulla coppia. Non esistono kata solitari. La tecnica si impara sempre in relazione a un partner.
La Struttura della Lezione (La Scelta del “Bragð”)
Solitamente, l’istruttore (kennari) sceglie una o due “famiglie” di brögð su cui concentrarsi per l’intera sessione. Ad esempio, la lezione potrebbe essere incentrata sulle tecniche di piede (fótbrögð) come l’Hækjabrögð (sgambetto col tallone), o sulle tecniche d’anca (mjaðmabrögð) come il Launamenn (proiezione d’anca).
L’insegnamento di un bragð segue una progressione in tre fasi.
Fase 1: Dimostrazione e Spiegazione (Sýnikennsla og Útskýring)
L’istruttore richiama la classe. Seleziona un praticante esperto e dimostra la tecnica, spesso più volte.
La Dimostrazione: La prima dimostrazione è a piena velocità, per mostrare il “lampo” (glima), il tempismo e la fluidità. Poi, la ripete lentamente, scomponendo il movimento in parti.
La Spiegazione Orale: Questo è un retaggio della tradizione orale. L’istruttore spiega i perché. Non dice solo “metti il piede qui”. Spiega:
Il Tempismo (Tímasetning): “Fai questo nel momento in cui il tuo avversario sta trasferendo il peso su quel piede durante lo Stigandi.”
Il Principio (Grundvallaratriði): “Questo bragð non usa la forza. Usa la sua leva. Stai creando un fulcro con il tuo tallone.”
Il Lavoro della Presa (Tök): “Mentre il tuo piede blocca, la tua mano destra [sulla cintura] tira in avanti, e la tua mano sinistra [sulla coscia] solleva. Le mani fanno il lavoro di sbilanciamento.”
Fase 2: Pratica Cooperativa – “Gefa Bragðið” (Dare la Tecnica)
Questa è la fase più cruciale dell’apprendimento della Glima, l’equivalente funzionale sia del kata che del bunkai asiatico, fusi insieme.
Divisione in Coppie: I praticanti si mettono in coppia, idealmente di dimensioni e abilità simili, anche se l’allenamento con partner diversi è incoraggiato.
Ruoli Definiti: Ci sono due ruoli:
L’Esecutore (Tori): Colui che pratica il bragð.
Il Ricevente (Uke): Colui che “riceve” la tecnica.
Il Concetto di “Gefa Bragðið” (Dare la Tecnica): Questo è fondamentale. L’Uke non è un avversario; è un partner cooperativo. Il suo ruolo è quello di “dare” la tecnica.
L’Uke non oppone resistenza.
L’Uke si muove correttamente nello Stigandi per permettere al Tori di trovare il tempismo.
L’Uke si concentra sull’eseguire una caduta (Falla) perfetta e sicura, fidandosi che il Tori non lo proietterà con violenza.
Il Processo: Il Tori esegue la tecnica 5-10 volte. La sua attenzione è sulla biomeccanica, sul posizionamento dei piedi, sulla coordinazione delle mani. L’Uke si concentra sulla caduta.
L’Inversione (Skipti): Dopo un numero prestabilito di ripetizioni, i ruoli si invertono. Ora il Tori diventa l’ Uke.
Scopo Pedagogico: Questo metodo Æfing (drill) è l’unico modo per allenare un’arte basata sul tempismo e sulla sensibilità tattile.
Si allena il Tori: Sviluppa la memoria muscolare per la proiezione.
Si allena l’Uke: Sviluppa la memoria muscolare per la caduta.
Si allena la Coppia: Sviluppa la fiducia (traust) e il flusso (flæði), i prerequisiti per un allenamento sicuro ed efficace.
Fase 3: Pratica con Resistenza Graduale (Aukin Mótstaða)
Dopo che entrambi i partner hanno padroneggiato il movimento in modo cooperativo, l’istruttore introduce il passo successivo.
Resistenza Leggera (25-50%): Ora l’Uke non “dà” più la tecnica così facilmente. Continua a muoversi nello Stigandi, ma offre una leggera resistenza isometrica (tensione) nella presa. Non cerca di contrastare attivamente la tecnica, ma costringe il Tori ad applicarla con più precisione, tempismo e potenza.
Il “Gioco” del Tempismo: Questa fase è cruciale per le tecniche di tempismo come l’Hækjabrögð. L’Uke non “espone” più il suo tallone; il Tori deve trovare il momento giusto durante lo Stigandi per applicare lo sgambetto.
Sviluppo della Sensibilità: È qui che il praticante impara a “sentire” (finna) l’equilibrio dell’avversario attraverso il belti. Impara a sentire quando l’avversario è “leggero” su un piede o “pesante” su un altro.
Fase 4: Integrazione e Combinazione (Samþætting)
La fase finale dell’apprendimento tecnico.
Tecnica contro Tecnica: L’istruttore può chiedere ai praticanti di “giocare” solo con due tecniche. Esempio: “Praticate solo Hækjabrögð e Launamenn”. Il Partner A cerca di eseguire uno sgambetto, il Partner B si difende e cerca di contrattaccare con una proiezione d’anca.
Flusso (Flæði): I praticanti esperti possono entrare in un flow drill (esercizio di flusso) dove si muovono continuamente nello Stigandi, scambiandosi brögð a bassa intensità, concentrandosi sulla fluidità del movimento da una tecnica all’altra, e su cadute e rialzi rapidi.
Parte 4: La Fase di Condizionamento Specifico (Sértæk Þjálfun)
Spesso, verso la fine della parte tecnica, o come blocco separato, viene inserita una fase di condizionamento fisico specifico per la Glima. Questo non è un condizionamento generico da palestra; è progettato per costruire il tipo esatto di forza richiesto dall’arte.
Forza Isometrica (Stöðuæfingar): L’Allenamento della Tensione
La Glima Brokartök richiede un’enorme forza isometrica per mantenere la postura eretta e la presa (Tök) contro un avversario che resiste.
Il “Gioco della Statua”: Due partner si afferrano con la presa Tök. L’obiettivo non è proiettare, ma semplicemente mantenere la propria postura e rompere quella dell’ avversario (es. costringerlo a piegarsi) usando solo la tensione della presa e la forza del core.
Stigandi sotto Tensione: Praticare lo Stigandi per 2-3 minuti di fila mantenendo una forte tensione isometrica. Questo è un esercizio incredibilmente estenuante per le spalle, gli avambracci e il core.
Forza Esplosiva (Sprengikraftur): L’Allenamento del “Lampo”
La Glima è “il lampo”. Richiede potenza esplosiva.
Drills di “Hnykkjabrögð”: I praticanti, in coppia, praticano l’esplosivo “strattone” (Hnykkur) per sbilanciare il partner, senza necessariamente completare la proiezione. È un allenamento per il sistema nervoso centrale.
Drills di Sollevamento (Lyftur): Per tecniche come il Klofbragð. Il Tori pratica l’ingresso e il sollevamento parziale del partner da terra, concentrandosi sulla potenza esplosiva dei fianchi e delle gambe. Il partner viene appoggiato a terra, non proiettato.
Forza della Presa (Gripstyrkur)
Trazione del Belti: Un partner si siede sul pavimento mentre l’altro, tenendo il belti del partner, lo trascina per la palestra.
Esercizi Specifici: Vengono spesso utilizzati esercizi per gli avambracci, poiché una presa debole è il primo punto di fallimento nel Brokartök.
Parte 5: La Pratica Libera – Glímu-tök (Lo Sparring)
Questa è la fase culminante della sessione, dove tutti gli elementi vengono messi insieme. È importante notare che la parola “sparring” è fuorviante, poiché implica un’aggressione che è l’antitesi della Glima Brokartök. Il termine corretto è Glíma o Glímu-tök (presa di Glima).
Il “Dialogo”, non il “Combattimento”
Il Glímu-tök è visto come un “dialogo” fisico. I due lottatori si impegnano in un “gioco” (leikur) per testare l’un l’altro. L’obiettivo non è infliggere dolore o “vincere” a tutti i costi. L’obiettivo è applicare un bragð pulito, tecnico e fulmineo.
Il Rituale Iniziale: Due lottatori si fronteggiano. Si salutano (stretta di mano). Prendono la presa Tök sul belti dell’altro.
L’Inizio (Stigandi): L’istruttore o uno dei lottatori dice “Byrja!” (Inizia!). Immediatamente, iniziano lo Stigandi.
Il Gioco: Ora la resistenza è al 100%. Entrambi i lottatori cercano attivamente un bragð. Sfruttano il tempismo, applicano finte, cercano di “sentire” un’apertura. È una partita a scacchi fisica e ad alta velocità.
L’Esito (La Proiezione): Uno dei due lottatori trova un’apertura ed esegue un bragð. L’avversario cade.
Il Rituale Finale (Il Momento del Drengskap): Questo è il momento pedagogico più importante. La lotta si ferma immediatamente nel momento in cui l’avversario tocca terra (con qualsiasi cosa tranne i piedi). Il vincitore non esulta. Non si pavoneggia. Il suo primo, istantaneo e obbligatorio atto è quello di aiutare l’avversario caduto a rialzarsi. Si stringono di nuovo la mano. Poi, si riposizionano, riprendono la presa Tök e ricominciano il dialogo.
La Gestione della Sessione
L’istruttore gestisce questa fase. I praticanti lottano in round (ad esempio, 2-3 minuti) e poi cambiano partner. È fortemente incoraggiato a lottare con tutti: più alti, più bassi, più esperti, meno esperti.
Lottare con un Maestro: Per un principiante, lottare con un maestro è un’esperienza di apprendimento. Il maestro non “distrugge” il principiante. Lo guida, gli permette di “sentire” le tecniche e lo proietta con un controllo perfetto.
Lottare con un Principiante: Per un maestro, lottare con un principiante è un test di Drengskap. È un allenamento di controllo (Sjálfstjórn), per vincere usando la minima forza necessaria, senza spaventare o ferire il nuovo arrivato.
Parte 6: Analisi Comparativa – La Seduta di Allenamento del Lausatök
Per contrasto, una sessione di Lausatök (Glima da combattimento), come viene ricostruita oggi, ha una struttura e uno scopo completamente diversi. L’obiettivo non è l’onore (Drengskap), ma l’efficacia (árangur).
Fase 1: Riscaldamento (Upphitun)
Generale: Simile, ma probabilmente più intenso, con più condizionamento fisico (es. burpees).
Specifico (Cadute): Molto diverso. Le cadute non sono solo breakfall sicuri. Includono cadute dure (per simulare una proiezione su terreno non protetto) e rotolamenti da combattimento (per rialzarsi rapidamente).
Fase 2: Apprendimento Tecnico (Æfingar)
Assenza del Belti: Tutta la pratica è senza belti.
Fase 1: Il Grip Fighting: La prima tecnica insegnata è come ottenere una presa. Questo include prese al collo, ai polsi, alla testa, ai vestiti. È una fase caotica che è assente nel Brokartök.
Fase 2: Scenari (Sviðsmyndir): La pratica non è isolata. È basata su scenari (come descritto nel Punto 8):
Difesa da Arma: Praticare leve al polso (úlnliðslás) contro un partner con un coltello da addestramento.
Rissa da Clinch: Praticare colpi a corto raggio (gomitate, testate) seguiti da una proiezione.
Anti-Lotta: Come difendersi da un takedown alle gambe.
Fase 3: Tecniche Specifiche:
Proiezioni (Köst): Si praticano takedown alle gambe, proiezioni d’anca da prese libere e proiezioni ad alto impatto (come il suplex o Grettisfang), ma su materassini spessi e con grande controllo.
Leve (Lás): Si praticano leve articolari (a gomiti, spalle, polsi) in modo cooperativo.
Strangolamenti (Taka): Si pratica l’applicazione e la difesa da strangolamenti sanguigni e aerei.
Fase 3: Pratica Libera (Sparring)
Molto Diverso: Lo sparring di Lausatök è molto più vicino all’MMA o al Sambo.
Inizia in Piedi: I partner iniziano a distanza, combattono per la presa (grip fighting), cercano una proiezione.
Continua a Terra (Gólfglíma): La lotta non si ferma alla proiezione. Continua a terra. L’obiettivo diventa ottenere una posizione dominante (monta, controllo laterale) e applicare una sottomissione (leva o strangolamento).
Obiettivo: La “vittoria” è la sottomissione (la “resa” del partner) o, in un contesto di allenamento HEMA, la finalizzazione simulata.
La “Filosofia”: L’etica non è il Drengskap (onore), ma l’efficacia marziale. La sicurezza è garantita da regole ferree (niente colpi alla testa, solo sottomissioni controllate), ma lo spirito è quello del combattimento, non del gioco.
Parte 7: Conclusione della Sessione (Niðurlag)
In entrambi gli stili, la sessione si conclude con una fase di defaticamento e un rituale di chiusura.
Defaticamento (Kæling)
Stretching: L’istruttore guida la classe in una serie di esercizi di stretching statico, concentrandosi sui muscoli più utilizzati: fianchi, schiena, spalle e avambracci.
Respirazione: Un momento di calma per abbassare la frequenza cardiaca e riflettere sull’allenamento.
La Chiusura Rituale
La sessione termina come è iniziata: come una comunità.
Ringraziamenti: L’istruttore chiude formalmente la lezione. I praticanti si stringono la mano o si abbracciano l’un l’altro, ringraziando specificamente ogni partner con cui hanno lottato o fatto pratica.
Il Legame Sociale: Questo è il momento finale del Drengskap. Si riconosce che l’apprendimento è stato possibile solo grazie alla cooperazione e alla fiducia dei propri compagni. Si esce dalla palestra non come vincitori o vinti, ma come un gruppo unito (hópur) che ha condiviso un’esperienza.
Una tipica seduta di allenamento di Glima, quindi, è un microcosmo della cultura dell’arte: inizia con un rituale di preparazione (il belti), si concentra sull’apprendimento attraverso il dialogo cooperativo (i drills), si eleva a un test di abilità e onore (il Glímu-tök) e si conclude con un rinforzo della comunità (i ringraziamenti).
GLI STILI E LE SCUOLE
Parte 1: Un Paradigma Diverso – Comprendere “Stile” e “Scuola” nella Glima
L’analisi degli “stili” e delle “scuole” della Glima ci obbliga a dismettere immediatamente la terminologia e le aspettative modellate sulle arti marziali asiatiche. Concetti come Ryū (scuola o lignaggio in Giappone), Kwan (scuola in Corea) o Menpai (scuola o clan in Cina) sono culturalmente e storicamente estranei al mondo norreno.
Questi sistemi asiatici sono spesso caratterizzati da:
Un Fondatore Storico: Un individuo che ha creato o sintetizzato l’arte (es. Jigoro Kano per il Judo, Gichin Funakoshi per lo Shotokan).
Un Lignaggio (Linea di Trasmissione): Una catena ininterrotta da maestro (sensei, sifu) a discepolo, spesso tenuta con un certo grado di segretezza.
Un Curriculum Codificato: Un insieme fisso di kata (forme), kihon (fondamentali) e waza (tecniche).
Una Gerarchia Formale: Sistemi di graduazione (cinture, kyu, dan) che indicano il progresso e l’autorità.
La Glima non possiede quasi nessuno di questi elementi. Come discusso nei capitoli precedenti, la Glima non ha un singolo fondatore, è un’arte popolare (folkstyle) emersa organicamente dal popolo scandinavo. La sua trasmissione non era segreta, ma un evento pubblico e comunitario. Non ha mai sviluppato un sistema di graduazione formale.
Pertanto, quando parliamo di “scuole” di Glima, non ci riferiamo a lignaggi rivali con filosofie di combattimento diverse. Quando parliamo di “stili”, non ci riferiamo a interpretazioni divergenti di una stessa arte (come lo “stile della Gru” contro lo “stile della Tigre”).
Ridefinire i Termini per la Glima
Nel contesto della Glima, i termini devono essere ridefiniti come segue:
Stile (Stíll o Afbrigði): Questa è l’unica terminologia accurata. Gli “stili” della Glima sono, in termini moderni, tre diversi set di regole (rulesets). Sono tre manifestazioni distinte dell’arte, ciascuna progettata per uno scopo completamente diverso e praticata in un contesto separato. Non sono interpretazioni, ma applicazioni diverse:
Uno per lo Sport Onorevole (Brokartök).
Uno per il Combattimento Totale (Lausatök).
Uno per il Test di Forza (Hryggspenna).
Questi tre stili non sono in competizione; sono rami dello stesso albero che rispondono a domande diverse.
Scuola (Skóli): Il termine “scuola” può essere usato in due soli contesti:
La “Scuola” Istituzionale (La Casa Madre): Un’organizzazione moderna, una federazione o un organo di governo che ha codificato uno degli stili e ne supervisiona la pratica. In questo senso, esiste una “scuola” dominante per un solo stile.
La “Scuola” di Ricostruzione: Un gruppo moderno (spesso all’interno del movimento HEMA) che ha intrapreso un progetto di ricostruzione di uno stile perduto (il Lausatök), creando così un proprio curriculum e una propria interpretazione.
Questo capitolo analizzerà in modo esaustivo i tre stili fondamentali, trattando ciascuno di essi come un’entità distinta, ed esplorerà le “scuole” (organizzazioni e tradizioni) che li governano e li tramandano nel mondo antico e moderno.
Parte 2: Brokartök – Lo Stile dell’Onore e la “Scuola” Nazionale Islandese
Lo stile più famoso, più praticato e più formalizzato della Glima è il Brokartök (letteralmente “Presa ai Pantaloni” o “Presa alla Cintura”). Questo è lo sport nazionale d’Islanda e, per molti islandesi, la parola “Glima” significa esclusivamente Brokartök.
Questo stile è l’unico ad avere una “scuola” nel senso di un’istituzione singolare, unificata e indiscussa: la sua “casa madre”.
Definizione e Filosofia dello Stile
Il Brokartök è l’incarnazione sportiva del Drengskap (l’ideale norreno di onore, correttezza e nobiltà d’animo). È uno stile progettato non per ferire o neutralizzare, ma per testare l’abilità tecnica, il tempismo e l’equilibrio in un contesto di massimo rispetto.
Le sue caratteristiche distintive (la postura eretta, il movimento circolare Stigandi e la presa fissa) non sono scelte tattiche arbitrarie, ma imposizioni filosofiche. Sono regole create per costringere i lottatori a comportarsi con onore e a fare affidamento sull’abilità (“il lampo”, glima) piuttosto che sulla forza bruta o sull’aggressione.
Storia dello Stile: L’Evoluzione di una “Scuola”
Questo stile non è la Glima originale dei Vichinghi. È un’evoluzione successiva, una “riforma” medievale.
Origini (Alto Medioevo): Lo stile Brokartök emerse probabilmente in Islanda e Norvegia dopo la fine dell’Epoca Vichinga (c. 1066) e la cristianizzazione.
Il Contesto della Nascita: Con il bando del duello legale (Holmgang) e la crescente disapprovazione della Chiesa per la violenza delle faide di sangue, la società norrena aveva bisogno di un sostituto. Il Brokartök nacque come la risposta “civilizzata” al Lausatök.
L’Invenzione del Glímubelti: L’atto di genio che “fondò” questo stile fu l’invenzione dell’equipaggiamento stesso. L’introduzione del Glímubelti (la cintura da Glima) non fu un accessorio, ma la creazione di una nuova “scuola” di pensiero. Il belti imponeva la presa fissa, e la presa fissa imponeva tutte le altre regole: la postura eretta, il divieto di lotta a terra, l’enfasi sulla leva.
Sopravvivenza (1400-1850): Come discusso in precedenza, questo stile sopravvisse in Islanda grazie all’isolamento e alla tenace tradizione popolare, conservato nelle fattorie.
La “Scuola” Ufficiale (Casa Madre): Il Glímusamband Íslands (GLÍ)
Se il Brokartök è uno stile, la sua “scuola” formale e moderna è il Glímusamband Íslands (GLÍ), la Federazione Islandese di Glima.
Indirizzo della Casa Madre:
Organizzazione: Glímusamband Íslands (GLÍ)
Sede: Reykjavík, Islanda.
Affiliazione: Fa parte dell’Íþrótta- og Ólympíusamband Íslands (ÍSÍ) – la Confederazione Nazionale Olimpica e Sportiva dell’Islanda.
Sito Web:
glima.is
Storia e Fondazione della “Scuola”:
Il GLÍ fu fondato formalmente nel 1916, ma le sue origini risalgono al movimento di indipendenza islandese della fine del XIX secolo. Figure come l’eroe nazionale Jón Sigurðsson avevano acceso il nazionalismo romantico, e gli intellettuali islandesi cercarono simboli di identità nazionale. La Glima (Brokartök) fu scelta come simbolo della pura eredità vichinga.
L’esibizione trionfale della Glima come sport dimostrativo alle Olimpiadi di Stoccolma del 1912, guidata dall’atleta Jóhannes Jósefsson, fu il catalizzatore finale. La Glima aveva dimostrato il suo valore sulla scena mondiale.
La fondazione del GLÍ nel 1916 fu l’atto che trasformò uno stile popolare (folkstyle) in una “scuola” moderna e istituzionalizzata.
Il Ruolo del GLÍ come “Casa Madre”:
Il GLÍ non è solo una federazione; è il custode e l’autorità assoluta sullo stile Brokartök.
Codificazione delle Regole: Il GLÍ ha preso le regole orali e regionali del Brokartök e le ha standardizzate in un unico regolamento nazionale. Questo regolamento è la definizione dello stile.
Certificazione degli Istruttori (Kennarar): Il GLÍ gestisce la formazione e la certificazione di tutti gli istruttori ufficiali di Glima (glímukennarar). Nessuno può insegnare ufficialmente il Brokartök nelle scuole o nei club senza l’approvazione del GLÍ. Questo crea un lignaggio pedagogico unificato.
Gestione dei Campionati: Il GLÍ organizza tutti i campionati ufficiali, incluso il più prestigioso: l’incoronazione del Glímukóngur (Re della Glima) e della Glímudrottning (Regina della Glima).
Promozione (Pedagogia Nazionale): Il GLÍ lavora con il governo islandese per assicurare che la Glima sia insegnata come parte del curriculum di educazione fisica nelle scuole pubbliche. Questo rende la Glima una “scuola” nel senso più letterale del termine: un soggetto che viene insegnato ai bambini.
Il Curriculum della “Scuola” GLÍ (Il Brokartök):
Il GLÍ insegna un curriculum tecnico preciso, che è la definizione stessa dello stile. Questo “curriculum” si basa sul divieto di tutto ciò che non è tecnico o onorevole.
Principio Base: Stile di lotta in piedi, con presa fissa (Tök), postura eretta (Staða) e movimento costante (Stigandi).
Divieti (Ciò che la “Scuola” Rifiuta):
Vietato mollare la presa.
Vietato piegarsi in avanti.
Vietato stare fermi.
Vietato lottare a terra.
Vietato afferrare qualsiasi cosa tranne il belti nei punti designati.
Vietato ferire l’avversario o agire senza Drengskap.
Il “Curriculum” Approvato (Le Tecniche): La “scuola” del GLÍ insegna un curriculum basato sulle otto famiglie di Brögð (tecniche/stratagemmi). Queste sono le “materie” di studio:
Hækjabrögð (famiglia degli sgambetti col tallone)
Launamenn (famiglia delle proiezioni d’anca)
Krossbragð (famiglia degli sgambetti incrociati)
Hnykkjabrögð (famiglia dei tiri improvvisi)
Snúningur/Hálfmáni (famiglia delle rotazioni/mezza luna)
Klofbragð (famiglia delle proiezioni a spaccata)
Sniðbragð (famiglia delle proiezioni tagliate)
Altre varianti e sotto-tecniche.
La Filosofia della “Scuola”: L’obiettivo non è la vittoria, ma l’esecuzione perfetta del bragð con pieno Drengskap. La prova finale non è sconfiggere l’avversario, ma l’atto rituale di aiutarlo a rialzarsi dopo la proiezione.
“Scuole” Internazionali di Brokartök
Tutte le “scuole” (club o federazioni) di Brokartök che esistono al di fuori dell’Islanda sono, in essenza, “scuole missionarie” o “filiali” della casa madre, il GLÍ.
Contesto: Gruppi in Scandinavia, Europa (come la Germania) e Nord America praticano il Brokartök.
Il Lignaggio: Questi gruppi derivano la loro autorità e conoscenza direttamente dal GLÍ. I loro istruttori sono stati certificati dal GLÍ, o hanno imparato da istruttori certificati dal GLÍ.
Autorità: Non esiste un organismo internazionale che possa contestare l’autorità del GLÍ sul regolamento del Brokartök. Il GLÍ è la casa madre mondiale per questo stile.
Parte 3: Lausatök – Lo Stile della Sopravvivenza e le “Scuole” della Ricostruzione
Se il Brokartök è un’istituzione unificata e moderna, il Lausatök (“Presa Libera”) è il suo esatto opposto: è lo stile antico, frammentato, brutale e, fino a poco tempo fa, quasi estinto.
Definizione e Filosofia dello Stile
Il Lausatök è la Glima da combattimento. È la Glima dell’Era Vichinga, la Glima del campo di battaglia, del Holmgang (duello legale) e della sopravvivenza. È l’arte marziale descritta nelle Saghe di Egil Skallagrímsson (che mordeva la gola dei nemici) e di Grettir il Forte (che lottava con i non-morti).
La sua filosofia non è il Drengskap sportivo, ma l’efficacia marziale (árangur). L’obiettivo è uno solo: neutralizzare l’avversario nel modo più rapido ed efficiente possibile.
Il Curriculum dello Stile Antico
Questo stile è definito dall’assenza di regole sportive:
Prese Libere: È permesso afferrare qualsiasi parte del corpo (collo, testa, arti, vestiti).
Tutte le Proiezioni: Include proiezioni d’anca, sgambetti, sollevamenti e attacchi diretti alle gambe (simili alla lotta libera).
Lotta a Terra (Gólfglíma): La lotta non si ferma alla proiezione. Continua a terra.
Sottomissioni: Include un arsenale completo di Lás (leve articolari) e Taka (strangolamenti).
Integrazione: Storicamente, includeva colpi (högg) e l’integrazione con armi corte (il Sax, o coltello vichingo).
La Storia dello Stile: Morte e Frammentazione
Con la fine dell’Era Vichinga, la cristianizzazione e il bando del Holmgang, il Lausatök perse la sua funzione. Fu soppiantato in Islanda dall’emergere del Brokartök, che era socialmente più accettabile.
Il Lausatök non scomparve completamente, ma si frammentò e regredì. Non morì, ma entrò in uno stato di “sonno” culturale.
In Islanda: Fu messo da parte, considerato rozzo e “non-Glima” rispetto all’ideale nazionale del Brokartök.
In Norvegia: Sopravvisse, ma non come un’arte marziale codificata. Sopravvisse come un insieme di tradizioni popolari di lotta (folk wrestling) in valli estremamente remote e culturalmente isolate, come il Setesdal e il Telemark.
Le “Scuole” Antiche (Non Formali): Le Tradizioni Popolari Norvegesi
Queste tradizioni popolari norvegesi sono le uniche “scuole” antiche di Lausatök ad essere sopravvissute in una linea quasi ininterrotta.
Caratteristiche: Non erano “scuole” con un dojo e un sensei. Erano stili di lotta praticati ai matrimoni, alle fiere e alle feste.
Nomi: Spesso non si chiamavano “Glima” o “Lausatök”, ma avevano nomi locali (come Setesdalsrykkja – “il tiro del Setesdal”, o Hallingkast – “proiezione di Hallingdal”).
Il Lignaggio: La trasmissione era orale, da padre in figlio, da campione locale a giovane sfidante.
Importanza Storica: Queste tradizioni popolari, sebbene influenzate da altre lotte europee nel corso dei secoli, hanno preservato il “DNA” del Lausatök: le prese libere, le proiezioni aggressive e lo spirito combattivo. Sono la fonte da cui le moderne scuole di ricostruzione hanno attinto.
Le “Scuole” Moderne: La Ricostruzione (HEMA e Kampkunst)
Oggi, il Lausatök sta vivendo una rinascita esplosiva. Questa rinascita non proviene da un’unica “casa madre”, ma da un movimento decentralizzato di ricostruzione marziale.
Le “scuole” moderne di Lausatök sono, di fatto, gruppi di HEMA (Historical European Martial Arts) e di Viking Kampkunst (Arte del Combattimento Vichinga).
La “Casa Madre” del Lausatök: Un Concetto Inapplicabile
È fondamentale dichiarare che il Lausatök non ha una “casa madre” (Casa Madre). Non esiste un “GLÍ” per il Lausatök.
Natura della Ricostruzione: L’arte è stata estinta in forma codificata. La pratica moderna è un tentativo di ricostruirla basandosi su:
Le fonti letterarie (Le Saghe, l’Edda, il Konungs skuggsjá).
Le tradizioni popolari norvegesi sopravvissute.
L’archeologia sperimentale.
L’analisi comparativa con altre arti marziali.
Frammentazione: Poiché la ricostruzione si basa sull’interpretazione, diversi gruppi e maestri sono giunti a conclusioni leggermente diverse. Questo ha portato a una frammentazione sana, con diverse “scuole di pensiero” o “scuole” di Lausatök.
Organizzazioni e “Scuole di Pensiero” Notabili
Sebbene non esista una “casa madre”, esistono diverse organizzazioni e figure influenti che agiscono come “scuole” di fatto, proponendo il loro curriculum.
Scuola/Approccio 1: Il “Viking Glima” (es. Tyr Neilsen)
Figure come il norvegese Tyr Neilsen sono stati pionieri nella sistematizzazione del Lausatök per un pubblico moderno.
La “Scuola”: Creano un curriculum strutturato, spesso chiamato Viking Glima o Combat Glima, che combina le fonti delle Saghe con le tradizioni popolari norvegesi.
Curriculum: Insegnano un sistema completo: colpi, prese, proiezioni, lotta a terra e difesa dalle armi.
Organizzazione: Spesso formano le proprie federazioni (come la Viking Glima Federation o organizzazioni simili) per promuovere il loro specifico curriculum e certificare istruttori. Queste sono le “case madri” del loro specifico stile di Lausatök, ma non del Lausatök nel suo complesso.
Scuola/Approccio 2: L’Integrazione HEMA
Molti gruppi HEMA in Europa e Nord America non si uniscono a una federazione di “Glima”, ma incorporano il Lausatök nel loro curriculum più ampio di arti marziali vichinghe e medievali.
La “Scuola”: Il club HEMA locale (es. un club a Uppsala, in Germania, o negli USA).
Curriculum: Il Lausatök viene insegnato come il sistema di combattimento disarmato che accompagna la scherma con spada e scudo, l’ascia e la lancia. L’enfasi è sull’integrazione armata, sul disarmo e sul combattimento in armatura.
Organizzazione: Questi gruppi rispondono alle loro federazioni nazionali HEMA (es. HEMA Alliance, ecc.), che sono per loro natura multi-disciplinari.
Scuola/Approccio 3: Il Re-enactment (Rievocazione Storica)
Questo è un approccio meno formale ma molto diffuso. Nei gruppi di rievocazione vichinga, la Glima (Lausatök) viene praticata come un’attività storica.
La “Scuola”: Il gruppo di rievocazione (il hird).
Curriculum: L’enfasi è sull’autenticità visiva e sulla sicurezza. La pratica è spesso meno sistematica rispetto a un club HEMA ed è focalizzata su ciò che “funziona” in un combattimento simulato sul campo di battaglia.
In sintesi, lo stile Lausatök è un ecosistema di “scuole” emergenti. Non ha un’autorità centrale, ma un insieme di pionieri, ricercatori e appassionati che stanno collettivamente resuscitando un’arte perduta.
Parte 4: Hryggspenna – Lo Stile della Forza e la “Scuola” del Folklore
Il terzo e più antico stile è l’Hryggspenna (“Presa alla Schiena” o “Tensione della Schiena”). È il più semplice e, in un certo senso, il più universale.
Definizione e Filosofia dello Stile
L’Hryggspenna non è un’arte di combattimento complessa né uno sport tecnico. È un test di forza primordiale.
La Presa (L’Intero Stile): La sua “scuola” è definita dalla sua unica regola di ingaggio. I due lottatori si afferrano in una presa simmetrica e fissa: ognuno passa un braccio sopra la spalla dell’avversario e un braccio sotto l’ascella dell’altro, unendo le mani dietro la schiena.
L’Obiettivo: L’obiettivo è semplice: sollevare l’avversario da terra e proiettarlo, facendolo cadere per primo.
La Filosofia: È un test puro di forza della catena posteriore (gambe, glutei, schiena) e del core, combinato con la leva.
Le “Scuole” Antiche: Un Fenomeno Pan-Europeo
L’Hryggspenna non è un’esclusiva scandinava. Questa forma di “presa alla schiena” è una delle forme di lotta popolari più antiche e diffuse in Europa.
Contesto: Era praticata ovunque ci fossero persone che avevano bisogno di determinare chi fosse l’uomo più forte. Era il gioco da festa per eccellenza.
Le “Scuole” Cugine (Stili Correlati):
Scottish Backhold (Lotta Scozzese): Una “scuola” quasi identica, praticata agli Highland Games, con una presa fissa alla schiena.
Gouren (Lotta Bretone): Una forma di lotta celtica che, sebbene oggi abbia una giacca (roched), storicamente aveva una presa simile.
Lotta Sarda (Istrumpa): Ha elementi di presa al corpo.
La “scuola” dell’Hryggspenna è quindi la tradizione universale della lotta popolare europea.
La “Casa Madre” e le “Scuole” Moderne
Come il Lausatök, l’Hryggspenna non ha una “casa madre” o un organo di governo unificato.
Stato Attuale: Come stile indipendente, è quasi estinto.
Sopravvivenza:
In Norvegia: Sopravvive come gioco popolare (folk-game) in alcuni festival, ma non è uno sport organizzato.
Nel HEMA/Re-enactment: È stato ripreso e viene praticato dai gruppi di rievocazione vichinga e HEMA. Non lo praticano come uno sport a sé stante, ma come una parte del repertorio della Glima, spesso come riscaldamento, come test di forza o come una delle tante forme di lotta storiche.
L’Hryggspenna è la “scuola” fondamentale. È il test di forza grezzo da cui, probabilmente, si sono evoluti i sistemi più complessi di Lausatök (per il combattimento) e Brokartök (per lo sport).
Parte 5: Tabella Comparativa – Stili e Scuole a Confronto
| Caratteristica | Brokartök (Stile Sportivo) | Lausatök (Stile da Combattimento) | Hryggspenna (Stile di Forza) |
| Obiettivo Filosofico | Testare l’onore (Drengskap), l’abilità e l’equilibrio. | Neutralizzare l’avversario (Efficacia marziale). | Testare la forza fisica primordiale. |
| Origine Storica | Evoluzione medievale (post-Vichinga). Codificata nel 1916. | L’arte originale dell’Era Vichinga (Saghe, Holmgang). | Preistorica. Tradizione popolare universale. |
| Regole Chiave | Presa fissa al belti, postura eretta, Stigandi, non a terra. | Prese libere, tutte le proiezioni, lotta a terra, leve, strangolamenti. | Presa simmetrica fissa alla schiena. Sollevamento. |
| Curriculum | Le 8 famiglie di Brögð (tecniche di leva e tempismo). | Sistema completo: colpi, prese, proiezioni, sottomissioni, armi. | Una sola tecnica: il sollevamento e la proiezione. |
| “Casa Madre” (Scuola) | Sì. Assoluta e Unificata: Il Glímusamband Íslands (GLÍ) in Islanda. | No. Frammentata. Diverse “scuole” di ricostruzione (HEMA, Viking Glima) e tradizioni popolari. | No. Estinta come sport formale. Sopravvive nel folklore e nel HEMA. |
| Stato Moderno | Sport nazionale islandese, stabile, insegnato nelle scuole. | In rapida crescita, rinascita globale (HEMA, Re-enactment). | Praticata come curiosità storica o test di forza. |
Conclusione: L’Ecosistema degli Stili e delle Scuole
L’universo della Glima non è un singolo sistema, ma un ecosistema di stili e scuole.
Abbiamo la “nazione-scuola” del Brokartök, unificata sotto l’autorità indiscussa della “casa madre” GLÍ in Islanda. Questa è una scuola con un curriculum fisso, una pedagogia chiara e una filosofia morale (il Drengskap) che definisce ogni suo aspetto. È uno stile conservato, protetto e moderno.
Abbiamo poi la “frontiera selvaggia” del Lausatök. Questo stile non ha una “casa madre”, ma ha molti “pionieri”. Le sue “scuole” sono i gruppi di ricostruzione HEMA, i club di Viking Kampkunst e le tradizioni popolari norvegesi. È un mondo frammentato, dinamico e in rapida evoluzione, che cerca di resuscitare l’antica e brutale arte da combattimento delle Saghe.
Infine, abbiamo il “fantasma” dell’Hryggspenna, la “scuola” più antica di tutte, che non è più una scuola ma un ricordo – un test di forza primordiale che sopravvive nei festival folkloristici e come esercizio di riscaldamento per i rievocatori che vogliono toccare con mano le radici più profonde della lotta norrena.
Comprendere la Glima significa accettare questa trinità: un’arte che è, allo stesso tempo, uno sport nazionale cavalleresco, un sistema di combattimento letale ricostruito e un antico test di forza popolare.
LA SITUAZIONE IN ITALIA
Parte 1: Introduzione – La Glima in Italia, un Fenomeno di Nicchia
L’analisi della situazione della Glima in Italia richiede un’immediata e fondamentale premessa: la Glima non è un’arte marziale diffusa, popolare o istituzionalizzata sul territorio italiano. A differenza di discipline come il Judo, il Karate o il Brazilian Jiu-Jitsu, che vantano federazioni nazionali riconosciute dal CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano), decine di migliaia di praticanti e una presenza capillare di palestre (dojo), la Glima in Italia rimane un fenomeno di profonda nicchia, quasi un segreto custodito all’interno di sottoculture specifiche.
Non esiste, ad oggi, una “Federazione Italiana Glima” (FIGL) o un ente nazionale dedicato esclusivamente alla sua promozione e regolamentazione.
La pratica della Glima in Italia, pertanto, non si trova nelle comuni palestre di arti marziali o nei centri sportivi. La sua sopravvivenza e la sua timida diffusione sono interamente legate a due contesti culturali paralleli, ma distinti, che hanno un interesse filologico e pratico per le antiche tradizioni nord-europee:
HEMA (Historical European Martial Arts): Le associazioni di Arti Marziali Storiche Europee, il cui scopo primario è la ricostruzione e la pratica dei sistemi di combattimento europei basati su fonti storiche (manuali, trattati).
Rievocazione Storica (Re-enactment): I gruppi di rievocazione, in particolare quelli specializzati nell’Epoca Vichinga (IX-XI secolo), che praticano la Glima come parte integrante della ricostruzione della vita e della cultura bellica norrena.
Di conseguenza, per mappare “la situazione in Italia”, non possiamo cercare una struttura verticale (come una federazione), ma dobbiamo analizzare una rete orizzontale di associazioni, club e appassionati che operano all’interno di questi due mondi. La Glima praticata in Italia è quasi esclusivamente il Lausatök (la lotta da combattimento a prese libere) e, in misura minore, l’Hryggspenna (il test di forza), poiché questi stili si adattano perfettamente al contesto HEMA e rievocativo.
Lo stile sportivo ufficiale, il Brokartök islandese, è quasi del tutto assente, a causa della sua natura altamente specifica, della necessità dell’equipaggiamento dedicato (il Glímubelti) e della mancanza di istruttori certificati dalla “casa madre” islandese.
Questo capitolo analizzerà in modo imparziale e dettagliato i contesti in cui la Glima viene praticata in Italia, le organizzazioni (nazionali ed europee) che fungono da riferimento, le ragioni culturali di questa sua natura di nicchia e le prospettive di una sua eventuale, futura espansione.
Parte 2: L’Assenza di una Struttura Federale Dedicata
La prima domanda che un praticante di arti marziali si pone è: “Chi governa questa disciplina in Italia?”. Nel caso della Glima, la risposta è nessuno, e questo “vuoto federale” è la sua caratteristica principale nel contesto italiano.
Il Paesaggio Sportivo Italiano (CONI, DSA, EPS)
Per comprendere questa assenza, è necessario capire il panorama sportivo italiano. Il CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) riconosce e governa lo sport attraverso due bracci principali:
Federazioni Sportive Nazionali (FSN): Come la FIJILKAM (Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali). Queste sono le federazioni “olimpiche” o di alto livello, una per ogni sport.
Discipline Sportive Associate (DSA) ed Enti di Promozione Sportiva (EPS): Come UISP, AICS, CSEN. Questi enti promuovono lo sport a livello di base e “per tutti”, e spesso fungono da “ombrello” per discipline non ancora abbastanza grandi da avere una propria federazione.
La Glima non rientra in nessuna di queste categorie. Non ha i numeri, la storia sul territorio italiano o la struttura organizzativa per aspirare a diventare una FSN o anche solo una DSA. Non ha una tradizione italiana. È, a tutti gli effetti, un’importazione culturale estremamente recente e su scala ridotta.
Perché un “Vuoto”?
Mancanza di Massa Critica: Semplicemente, i praticanti di Glima in Italia si contano, nel migliore dei casi, nell’ordine delle centinaia, sparsi in decine di gruppi diversi, e per la maggior parte di loro la Glima non è nemmeno la disciplina primaria (ma un’attività complementare alla scherma storica o alla rievocazione).
Mancanza di un Lignaggio Italiano: A differenza, ad esempio, della Scherma Storica Italiana (che ha una base di trattati storici italiani su cui lavorare, come quelli di Fiore dei Liberi o Achille Marozzo), la Glima è culturalmente “straniera”.
Natura Frammentata dell’Arte: Come discusso nel capitolo sugli stili, la Glima stessa è divisa. Il Brokartök (l’unico stile con una “casa madre” ufficiale, il GLÍ in Islanda) non è praticato in Italia. Il Lausatök (lo stile praticato) non ha una “casa madre” mondiale, ma è un’arte ricostruita e interpretata. Questo rende impossibile per l’Italia “affiliarsi” a un organo mondiale unico per la disciplina praticata.
Questo vuoto, tuttavia, non significa assenza di pratica. Significa che la pratica è relegata a un livello associativo privato, non governativo. La Glima in Italia è un’attività gestita da Associazioni Sportive Dilettantistiche (ASD) e Associazioni Culturali.
Parte 3: Il Contesto Principale – La Glima nel Mondo HEMA (Historical European Martial Arts)
Il terreno più fertile per la Glima in Italia è il mondo delle Arti Marziali Storiche Europee (HEMA).
Filosofia dell’HEMA in Italia
L’HEMA, noto in Italia anche come Scherma Storica, è un movimento che mira a ricostruire le arti marziali europee basandosi rigorosamente su fonti storiche (trattati, manuali, codici). La filosofia non è quella di uno sport moderno, ma di una ricostruzione marziale.
In questo contesto, la Glima (specificamente il Lausatök) trova un posto logico e cruciale. Per le associazioni HEMA che non si concentrano solo sulla tradizione italiana, ma studiano anche le tradizioni germaniche, nordiche o vichinghe, la Glima è la risposta alla domanda: “Cosa faceva un guerriero norreno quando perdeva la lancia e lo scudo?”.
Il Lausatök, quindi, non viene praticato come uno sport a sé stante, ma come:
Il Sistema di Combattimento Disarmato: L’equivalente del Jujutsu per il Samurai o del Pancrazio per l’oplita.
Un’Arte Integrata: Viene studiato in relazione all’uso delle armi. Le tecniche (leve, proiezioni) vengono analizzate per la loro efficacia nel disarmare un avversario armato di sax (coltello) o nel creare lo spazio per usare la propria arma.
Disciplina Complementare: Molti schermidori HEMA praticano la lotta storica (che sia Glima o Lotta Italiana) per migliorare l’equilibrio, la sensibilità (il feeling) e la gestione della distanza ravvicinata (close quarters), abilità fondamentali anche nella scherma.
Le Organizzazioni “Ombrello” dell’HEMA in Italia
Poiché la Glima è praticata all’interno delle sale HEMA, le organizzazioni di riferimento per i praticanti italiani sono le federazioni e gli enti che governano l’HEMA. È fondamentale essere chiari: queste organizzazioni non sono “federazioni di Glima”, ma enti multidisciplinari di cui alcuni membri praticano, tra le altre cose, la lotta storica nordica.
FISAS (Federazione Italiana Scherma Antica e Storica)
Descrizione: La FISAS è una delle realtà storiche e più strutturate per la Scherma Storica in Italia. Nasce con un forte focus sulla tradizione italiana della scherma.
Ruolo (Imparziale): La federazione si occupa principalmente di promuovere e regolamentare la pratica e la competizione nella scherma con armi storiche (spada, spadino, sciabola).
Glima nel Contesto FISAS: La lotta (chiamata genericamente lotta storica) è vista come una disciplina complementare. Alcune delle sue sale d’arme affiliate (Accademie o Società) che hanno un interesse per i sistemi non italiani (come quelli nordici) possono includere moduli di studio sul Lausatök.
Sito Web:
https://www.fisas.it
UISP (Unione Italiana Sport Per tutti) – Settore HEMA/Scherma Storica
Descrizione: La UISP è uno dei più grandi Enti di Promozione Sportiva (EPS) in Italia. All’interno della sua struttura, ha un settore dedicato alle “Discipline Orientali” e alle attività come la Scherma Storica e l’HEMA.
Ruolo (Imparziale): La UISP fornisce un “ombrello” legale, assicurativo e promozionale per centinaia di discipline. Il suo settore HEMA organizza circuiti competitivi, formazione per istruttori e promuove l’attività a livello di base.
Glima nel Contesto UISP: Come per la FISAS, la Glima/Lotta Storica è una componente del panorama HEMA. Le ASD affiliate alla UISP che si occupano di HEMA nordico praticano il Lausatök come parte del loro curriculum. La UISP (e le leghe ad essa collegate) è spesso l’organizzatore di tornei HEMA che possono includere categorie di “Lotta Storica” (che in un contesto vichingo sarebbe, di fatto, Glima).
Sito Web:
https://www.uisp.it/scherma
Altre Reti e Associazioni (Livello Locale) Oltre a questi enti nazionali, la pratica HEMA (e quindi della Glima) vive a livello di singole associazioni.
Associazioni Sportive Dilettantistiche (ASD): Sono i singoli “club” o “sale d’arme” dove la pratica ha luogo. Esempi includono (ma non si limitano a) la Sala d’Arme Achille Marozzo (la più grande rete italiana, sebbene focalizzata principalmente sulla tradizione italiana) o l’Accademia Romana d’Armi.
La Pratica: In queste sale, un istruttore (spesso un ricercatore autodidatta o formatosi tramite seminari internazionali) tiene corsi. Una lezione di “Combattimento Vichingo” potrebbe includere un’ora di scudo e ascia, seguita da mezz’ora di Glima (Lausatök) per coprire la parte disarmata.
Parte 4: Il Secondo Contesto – La Glima nella Rievocazione Storica (Re-enactment)
Il secondo ambiente in cui la Glima prospera in Italia è quello, forse ancora più di nicchia, della rievocazione storica vichinga.
Filosofia della Rievocazione in Italia
La Rievocazione Storica (o Living History) ha uno scopo diverso dall’HEMA.
HEMA: L’obiettivo è ricostruire l’arte marziale per renderla efficace e praticabile in un contesto moderno (sparring, competizione).
Rievocazione: L’obiettivo è ricostruire la cultura per renderla accurata e autentica in un contesto dimostrativo.
Per un gruppo di rievocazione vichinga, la Glima è una componente culturale fondamentale, tanto quanto la tessitura, la forgiatura o la navigazione.
La Glima nel Contesto Rievocativo
Nei campi e nei festival vichinghi organizzati in tutta Italia, la Glima viene praticata in due modi:
Dimostrazione Culturale: Come intrattenimento per il pubblico. I rievocatori, nei loro abiti storici, mettono in scena incontri di Glima (spesso Hryggspenna per il suo impatto visivo e la sua semplicità, o Lausatök coreografato) per mostrare come i Vichinghi si intrattenevano e risolvevano le dispute.
Allenamento Interno: Come attività interna al gruppo per l’allenamento fisico e la coesione. Praticare la Glima (Lausatök) in armatura leggera (cuoio, gambeson) e su un terreno accidentato (un prato, fango) è un esercizio di “archeologia sperimentale” per capire le difficoltà reali del combattimento.
Le Organizzazioni “Ombrello” della Rievocazione in Italia
Anche in questo caso, non esistono “federazioni di Glima”, ma consorzi e associazioni culturali che ospitano gruppi vichinghi.
CERS (Consorzio Europeo Rievocazioni Storiche)
Descrizione: Un’organizzazione italiana che funge da rete per centinaia di gruppi di rievocazione di epoche diverse (romani, medievali, rinascimentali, e anche vichinghi).
Ruolo (Imparziale): Il CERS si occupa di standard di sicurezza, assicurazioni e organizzazione di grandi eventi multi-epoca. Non detta il curriculum di Glima, ma fornisce il contesto in cui i gruppi vichinghi possono praticarla e mostrarla.
Sito Web:
https://www.cers.it
Associazioni Culturali (Livello Locale) La vera pratica avviene in associazioni culturali specifiche focalizzate sull’Epoca Vichinga. Queste “scuole” (nel senso di gruppi) sono il cuore pulsante della Glima rievocativa in Italia.
Esempi di Gruppi: Associazioni come “La Compagnia del Corvo” (Emilia-Romagna), “Jamtland” (Lazio), “Fortebraccio” (Umbria) e molte altre. Questi gruppi studiano attivamente le fonti (le Saghe) per ricostruire non solo il combattimento, ma anche la vita quotidiana, e la Glima è una parte fondamentale di questo studio.
Parte 5: Gli Organi di Riferimento Mondiali ed Europei – Gli “Ancoraggi” Esteri
Data l’assenza di una leadership nazionale italiana, i praticanti italiani (sia HEMA che rievocatori) devono guardare all’estero per trovare una “casa madre” o un punto di riferimento. Questi riferimenti sono, tuttavia, divisi in base allo stile.
La “Casa Madre” del Brokartök: Il Glímusamband Íslands (GLÍ)
Per lo stile sportivo Brokartök (che, si ribadisce, è quasi inesistente in Italia), l’autorità mondiale è unica, assoluta e indiscutibile.
Organizzazione: Glímusamband Íslands (GLÍ) – La Federazione Islandese di Glima.
Sede: Reykjavík, Islanda.
Ruolo: È la “casa madre” mondiale. Fondata nel 1916, il GLÍ codifica le regole, certifica gli istruttori (kennarar) e organizza i campionati mondiali (che sono, di fatto, i campionati nazionali islandesi a cui partecipano ospiti stranieri).
Riferimento per l’Italia: Qualsiasi tentativo di fondare una “scuola” (skóli) ufficiale di Glima Brokartök in Italia dovrebbe cercare la guida e la certificazione del GLÍ. La mancanza di istruttori certificati dal GLÍ sul territorio italiano è il principale ostacolo logistico alla diffusione di questo stile.
Sito Web:
httpsa://www.glima.is
La “Casa Madre” del Lausatök: Un Concetto Inesistente
Per lo stile Lausatök, la situazione è opposta. Non esiste una “casa madre” o un organo di governo mondiale unificato.
Natura della Ricostruzione: Il Lausatök è un’arte marziale ricostruita (reconstructed martial art). La sua pratica si basa sull’interpretazione accademica delle fonti storiche (le Saghe, i testi di legge) e sulla trasmissione di tradizioni popolari frammentate (come quelle norvegesi).
I “Poli di Influenza”: I praticanti italiani di HEMA e rievocazione non si rivolgono a una federazione, ma a diversi “poli di influenza” o “scuole di pensiero” in Europa:
Scuole Norvegesi di Kampkunst: Gruppi in Norvegia che hanno lavorato per decenni sulla ricostruzione del Viking Kampkunst (arte del combattimento vichinga), che include il Lausatök. Figure come Tyr Neilsen (Norvegia) sono stati influenti nel pubblicare libri e tenere seminari, creando un curriculum di “Viking Glima” che molti gruppi internazionali (inclusi alcuni italiani) usano come riferimento.
La Rete HEMA: Il riferimento principale è la comunità HEMA stessa. Istruttori italiani viaggiano per partecipare a grandi eventi HEMA europei (come Swordfish in Svezia) dove si tengono workshop e tornei di lotta storica (spesso chiamata Glima o Viking Wrestling). Importano poi questa conoscenza nei loro club.
Federazioni Europee di Glima (Orientate al Lausatök): Esistono tentativi di creare federazioni europee (come la European Glima Federation o simili) che si concentrano sul Lausatök. Queste sono spesso iniziative private di maestri specifici e non hanno l’autorità governativa del GLÍ.
In sintesi, un praticante italiano di Glima (Lausatök) fa parte di una comunità di ricercatori HEMA decentralizzata e internazionale.
Parte 6: Analisi Socio-Culturale – Le Ragioni della Nicchia Italiana
Per raggiungere una comprensione completa della “situazione in Italia”, non basta elencare le organizzazioni; bisogna analizzare perché la Glima non ha attecchito come altre arti marziali.
La “Concorrenza” Culturale: L’Armizare e la Scherma Italiana
L’Italia ha una delle tradizioni marziali storiche più ricche, documentate e prestigiose del mondo. Il movimento HEMA in Italia è nato, logicamente, con la riscoperta dei propri maestri: Fiore dei Liberi (XIV sec.), Filippo Vadi (XV sec.), Achille Marozzo (XVI sec.).
Priorità Nazionale: La maggior parte delle sale d’arme HEMA in Italia (come la grande rete della Sala d’Arme Achille Marozzo) si concentra sulla Scherma Storica Italiana (SSI) e sull’Armizare (il sistema di combattimento integrato di Fiore dei Liberi).
Lotta Italiana: L’Armizare include un vasto e sofisticato sistema di lotta (lotta o abrazare), che è, di fatto, l’equivalente italiano del Lausatök.
Conclusione: Un praticante HEMA italiano ha già un sistema di lotta storica “nativo” da studiare, spesso considerato più tecnico e sicuramente più pertinente alla tradizione della scherma italiana. La Glima (Lausatök) rimane quindi un interesse secondario, praticato solo da quei gruppi che si specializzano tematicamente in culture “straniere” (i Vichinghi, i Germani).
La “Concorrenza” Sportiva: BJJ, Lotta e Judo
Se un italiano oggi vuole imparare la lotta, ha opzioni incredibilmente popolari, efficaci e accessibili.
Judo e Lotta (Olimpica/Libera): Hanno una presenza capillare, sono riconosciute dal CONI (tramite la FIJILKAM) e offrono un percorso olimpico.
Brazilian Jiu-Jitsu (BJJ) e Grappling: Sono esplosi in popolarità grazie alle MMA (Mixed Martial Arts). L’Italia ha una scena di BJJ e Grappling molto competitiva (sotto federazioni come la FIGMMA).
Il Problema del Brokartök: Lo stile sportivo ufficiale della Glima, il Brokartök, non può competere con queste discipline per diversi motivi:
Barriera Logistica: Richiede il Glímubelti, che deve essere importato dall’Islanda.
Barriera Tecnica: Il suo set di regole è “alieno”. La postura eretta, la presa fissa e il divieto di lotta a terra sono l’esatto opposto di ciò che un praticante di BJJ o Lotta Libera impara.
Barriera Competitiva: Il percorso di un lottatore di BJJ in Italia porta a campionati europei e mondiali (IBJJF, AJP). Il percorso di un lottatore di Brokartök porta… al campionato nazionale in Islanda.
Il Paradosso dell’Immaginario Collettivo (Media vs. Realtà)
C’è un paradosso fondamentale che frena la Glima in Italia.
La Domanda (Creato dai Media): Serie TV di enorme successo come Vikings, The Last Kingdom e videogiochi come God of War o Assassin’s Creed: Valhalla hanno creato un’enorme “domanda” per il “combattimento vichingo”.
L’Offerta (La Realtà):
I fan dei media cercano il Lausatök: la lotta brutale, nel fango, con proiezioni violente. Trovano questa pratica solo nei gruppi HEMA/Rievocazione, che però richiedono un approccio filologico (studio, accuratezza) che non tutti cercano.
Lo stile ufficiale, il Brokartök, che è uno sport codificato e accessibile, è l’esatto opposto di ciò che i media mostrano. È cavalleresco, tecnico, senza lotta a terra e basato sull’onore.
Il Mismatch: Il pubblico di massa non sa che la Glima è il Brokartök. Cerca il Lausatök, ma non trova “palestre di Lausatök” (perché non esistono come attività commerciale), trovando invece solo club HEMA o di rievocazione. Questo “mismatch” tra aspettativa e realtà impedisce alla Glima di diventare un fenomeno commerciale.
Parte 7: Prospettive Future – Il Potenziale di Crescita in Italia
Nonostante la sua natura di nicchia, la situazione della Glima in Italia non è statica. La sua crescita è lenta, ma è legata indissolubilmente alla crescita dei suoi due “contenitori” culturali.
Crescita tramite HEMA
L’HEMA in Italia è in costante crescita. Man mano che nuove sale d’arme aprono e più persone si interessano alla scherma storica, cresce anche l’interesse per le componenti disarmate.
La crescente popolarità dei tornei HEMA che includono categorie di “Lotta Storica” (spesso divise per regolamento: es. “Lotta Tedesca/Italiana” o “Lotta Nordica/Glima”) incentiva i club a formare i propri lottatori.
Crescita tramite Rievocazione e Media
L’impatto culturale dei media a tema vichingo è innegabile e continua a portare nuove reclute ai gruppi di rievocazione storica. Questi nuovi membri sono spesso giovani e motivati, desiderosi di imparare non solo a usare lo scudo, ma anche a lottare.
Il Ruolo dei Seminari (Workshop)
La via di crescita più probabile per la Glima in Italia (sia Brokartök che Lausatök) è attraverso seminari e workshop.
Un’associazione HEMA o un gruppo di rievocazione italiano potrebbe invitare un “maestro” certificato dal GLÍ (per il Brokartök) o un ricercatore norvegese (per il Lausatök) per un seminario di un fine settimana.
Questi eventi creano un “contatto” diretto con la fonte, formano istruttori locali e generano entusiasmo, che può portare alla creazione di un corso stabile.
Parte 8: Elenco delle Organizzazioni di Riferimento (Italia ed Estero)
Come richiesto, ecco un elenco (non esaustivo, ma rappresentativo) delle organizzazioni e dei siti web di riferimento per un praticante italiano. La neutralità è mantenuta: questi enti sono elencati per il loro ruolo nel contesto, senza giudizi di valore.
Organi di Riferimento Mondiali (Case Madri)
Stile: Brokartök (Sportivo)
Organizzazione: Glímusamband Íslands (GLÍ)
Ruolo: Autorità mondiale unica e “Casa Madre” per lo stile sportivo Brokartök. Certifica istruttori e stabilisce le regole.
Sito Web:
httpsa://www.glima.is
Stile: Lausatök (Combattimento)
Organizzazione: Nessuna Casa Madre Unificata
Ruolo: Lo stile è praticato e ricostruito da una rete decentralizzata di gruppi HEMA e di Kampkunst. I riferimenti sono spesso singoli maestri o scuole di pensiero (es. in Norvegia).
Sito Web: (Non applicabile un singolo sito. I praticanti fanno riferimento a forum HEMA o a siti di specifici ricercatori).
Organizzazioni “Ombrello” Nazionali (Italia) – Contesto HEMA
Questi enti non governano la Glima, ma forniscono il contesto legale e promozionale per i club HEMA dove la Glima (Lausatök) viene praticata.
Organizzazione: FISAS (Federazione Italiana Scherma Antica e Storica)
Contesto: Federazione nazionale che promuove la Scherma Storica. Alcune sale affiliate possono praticare la lotta storica.
Sede Legale: (Variabile, fa riferimento alle segreterie regionali)
Sito Web:
https://www.fisas.it
Organizzazione: UISP (Unione Italiana Sport Per tutti) APS – Settore HEMA/Scherma Storica
Contesto: Ente di Promozione Sportiva (EPS) che fornisce un ombrello per le ASD di HEMA, che possono includere la Glima.
Sede Legale: (Sede Nazionale UISP, Roma)
Sito Web:
https://www.uisp.it/scherma
Esempi di Associazioni Locali (Italia) – Contesti HEMA e Rievocazione
Questo elenco mostra esempi di associazioni (ASD o Culturali) dove è più probabile trovare la pratica della Glima (Lausatök o Hryggspenna), in quanto specializzate in HEMA o Rievocazione Vichinga. Nota: gli indirizzi specifici delle palestre non sono elencati per motivi di privacy e variabilità, ma le città e i siti web sono forniti per riferimento.
Organizzazione: La Compagnia del Corvo ASD
Contesto: Rievocazione Storica (Epoca Vichinga) e HEMA. Molto attivi nello studio del combattimento vichingo.
Città: Piacenza (e altre sedi)
Sito Web:
https://www.compagniadelcorvo.it
Organizzazione: Jamtland
Contesto: Rievocazione Storica (Epoca Vichinga).
Città: Roma
Sito Web:
https://www.jamtland.it
Organizzazione: Sala d’Arme Achille Marozzo
Contesto: HEMA (la più grande rete italiana).
Nota: Il loro focus primario è l’Armizare e la Scherma Storica Italiana. La “lotta” è studiata principalmente in quel contesto, ma è la porta d’accesso principale all’HEMA in Italia.
Città: Molteplici sedi in tutta Italia (Bologna, Roma, Milano, ecc.)
Sito Web:
https://www.achillemarozzo.it
Organizzazione: Accademia Romana d’Armi SSD
Contesto: HEMA / Scherma Storica.
Nota: Offre corsi su più tradizioni, inclusa la lotta storica.
Città: Roma
Sito Web:
httpshttps://www.accademiaromana.it
Conclusione
La situazione della Glima in Italia è un riflesso della sua natura storica: è un’arte che sopravvive ai margini, custodita da appassionati. È un’arte “importata”, non nativa, e la sua pratica è quasi interamente confinata al mondo della ricostruzione marziale (HEMA) e culturale (Rievocazione Vichinga).
Non esiste una “scuola italiana” di Glima, né una federazione. Esistono “scuole” HEMA e gruppi di rievocazione italiani che, spinti da una passione filologica e dall’influenza dei media, dedicano parte del loro studio alla riscoperta del Lausatök.
Mentre il Brokartök rimane il lontano e onorevole sport nazionale dell’Islanda, protetto dalla sua “casa madre” (il GLÍ), la Glima che vive in Italia è la sua controparte più antica e selvaggia: un’arte da combattimento che viene faticosamente resuscitata dal passato, un pezzo di storia norrena che trova una casa inaspettata tra gli appassionati di storia italiani.
TERMINOLOGIA TIPICA
Parte 1: Introduzione – La Lingua come DNA dell’Arte
La terminologia di un’arte marziale è la sua impronta digitale genetica. È la chiave per comprenderne non solo le azioni, ma anche la filosofia, la mentalità e l’origine. Nel caso della Glima, questa impronta è particolarmente chiara, in quanto la sua lingua è il norreno (l’antica lingua dei Vichinghi) e il suo discendente diretto, l’islandese moderno.
A differenza delle arti marziali asiatiche, la cui terminologia è spesso intrisa di concetti filosofici e spirituali (come Dō [la Via], Ki/Qi [l’energia vitale] o Zen), il lessico della Glima è un riflesso quasi perfetto della cultura norrena che l’ha generata: è pragmatico, descrittivo, concreto e privo di misticismo.
Studiare la terminologia della Glima non è un semplice esercizio di memorizzazione di un glossario. È un’immersione in una visione del mondo. Le parole usate per descrivere le tecniche, i praticanti e i concetti non sono simboli astratti, ma descrizioni letterali e spesso poeticamente brutali di ciò che sta accadendo.
In questo capitolo, analizzeremo in modo esaustivo il lessico della Glima, suddividendolo per categorie. Esploreremo non solo cosa significano i termini, ma perché sono stati scelti proprio quei termini e cosa ci dicono sull’anima dell’arte, dal suo ideale cavalleresco alla sua brutale efficacia in combattimento.
Parte 2: La Trilogia Fondamentale – I Tre Termini che Definiscono l’Arte
Tre termini sono il fondamento su cui poggia l’intero edificio concettuale della Glima. Analizzare questi tre termini in profondità è il primo passo per comprendere l’intero sistema.
1. GLIMA (Il “Lampo”): Il Nome dell’Arte
La parola stessa, Glima, è la prima e più importante lezione. Deriva dall’antico norreno e il suo significato più comune è “lampo”, “guizzo”, “bagliore” o “brivido”.
Analisi Etimologica: Il fatto che un’arte marziale sia chiamata “Il Lampo” è profondamente significativo. Non si chiama Fang (un termine norreno più generico per “lotta” o “presa”, come in Grettisfang) o Afl (forza). Si chiama Glima, un termine che denota un evento istantaneo, luminoso e quasi intangibile.
Implicazioni Filosofiche e Tecniche: Il nome è un’istruzione. Ci dice che l’ideale dell’arte non risiede nella forza bruta, nella sopraffazione statica o nella lotta prolungata. La “vera” Glima, l’obiettivo a cui aspirare, è:
Velocità (Hraði): L’esecuzione deve essere rapida. Un bragð (tecnica) non è qualcosa che si costruisce lentamente; è un’esplosione.
Tempismo (Tímasetning): Il “lampo” non è solo velocità, è tempismo perfetto. È l’atto di applicare la tecnica in quella frazione di secondo di opportunità.
Sorpresa (Óvænt): Un lampo è per definizione inaspettato. La Glima ideale è una tecnica che coglie l’avversario di sorpresa, che è già a terra prima di capire cosa sia successo.
Efficienza: Un lampo è un rilascio di energia massimale in un tempo minimo. Non c’è sforzo sprecato. È l’opposto di una lotta di attrito.
Contrasto Culturale: Mentre altre arti marziali prendono il nome dai loro fondatori (es. Shotokan), dai loro principi filosofici (es. Aikido – “La Via dell’Armonia dello Spirito”) o dal loro obiettivo (es. Judo – “La Via della Cedevolezza”), la Glima prende il nome dalla qualità della sua esecuzione. È un’arte definita dal suo agire.
Il termine Glima stabilisce quindi il primo paradosso: l’arte marziale del popolo vichingo, famoso per la sua forza apparentemente brutale, è in realtà un’arte che venera la velocità, l’intelligenza e l’efficienza fulminea.
2. DRENGSKAP (La “Nobiltà d’Animo”): L’Anima Filosofica
Se Glima è il corpo, Drengskap è l’anima, almeno per quanto riguarda lo stile sportivo Brokartök. Questo termine è forse il più importante per capire la Glima moderna, ed è notoriamente difficile da tradurre con una sola parola.
Analisi Etimologica: La parola deriva da Drengr. Nell’Era Vichinga, un drengr non era solo un “uomo” (maður). Era un ideale. Un drengr era un uomo retto, coraggioso, leale, generoso, giusto e padrone di sé. Era l’antitesi dell’uomo vile (níðingur), sleale o avido. Drengskap è quindi “la qualità di essere un drengr“, che si traduce approssimativamente in “onore”, “correttezza”, “nobiltà d’animo” e “spirito sportivo” tutto in uno.
Implicazioni Pratiche: Il Drengskap non è un concetto astratto da discutere dopo l’allenamento. È un codice di regole che plasma attivamente la biomeccanica dello stile Brokartök:
La Postura Eretta: È una manifestazione di Drengskap. Piegarsi è visto come un atto di viltà, un rifiuto di affrontare l’avversario da pari a pari.
Il Divieto di Ferire: Ferire intenzionalmente l’avversario, o mirare a una vittoria “a tutti i costi”, è una violazione diretta del Drengskap.
Il Rituale Post-Proiezione: L’atto più importante: dopo una proiezione, il vincitore deve aiutare il perdente a rialzarsi. Questo è il Drengskap in azione.
La Presa Fissa (Tök): L’intero Glímubelti è un’invenzione del Drengskap, progettato per imporre l’equità ed eliminare le prese “sporche” o sleali.
Contrasto Culturale: Molte arti marziali hanno un codice etico (es. il Bushido giapponese, le “Cinque Virtù” del Wushu cinese). Ma il Drengskap è unico perché è meno legato al misticismo (come il Dō) o alla lealtà feudale (come il Bushido) e più a un codice sociale e pragmatico di integrità personale. È l’etica del guerriero-contadino libero, la cui reputazione (orðstír) è il suo bene più prezioso.
3. BRAGÐ (Lo “Stratagemma”): La Natura della Tecnica
Se Glima è l’arte e Drengskap è la filosofia, Bragð (plurale: Brögð) è l’azione. E, ancora una volta, la parola è una lezione.
Analisi Etimologica: Bragð non si traduce semplicemente come “tecnica” (che in islandese moderno potrebbe essere tækni). Il suo significato primario è “stratagemma”, “trucco”, “atto astuto” o “espediente”.
Implicazioni Filosofiche e Tecniche: Chiamare una mossa di combattimento “trucco” cambia completamente la prospettiva dell’apprendimento.
Astuzia > Forza: Un bragð non è un atto di forza; è un atto di intelligenza. È un “inganno” fisico. L’obiettivo non è sopraffare l’avversario, ma indurlo in errore.
Leva e Tempismo: Un “trucco” funziona perché sfrutta un principio (come la leva o il tempismo) in un modo che l’avversario non si aspetta. L’Hækjabrögð (sgambetto col tallone) è il bragð perfetto: non richiede forza, ma solo l’astuzia di posizionare il proprio piede nel posto giusto al momento giusto.
Il Lottatore come “Trickster”: Il lottatore di Glima ideale non è solo un atleta (come Gunnar), ma ha anche un po’ del trickster (l’imbroglione, come Loki o Odino nelle sue imprese più astute). Deve essere intelligente.
Il lessico della Glima, quindi, si basa su questi tre pilastri: un’arte di “Lampo” (Glima), governata da un codice di “Nobiltà” (Drengskap) ed eseguita attraverso atti di “Astuzia” (Bragð).
Parte 3: Il Lessico degli Stili – Le Tre Applicazioni
La terminologia distingue nettamente i tre rami principali dell’arte, descrivendoli con il pragmatismo letterale che è un marchio di fabbrica della lingua.
1. BROKARTÖK (La “Presa ai Pantaloni”)
Analisi Etimologica: La parola è una descrizione letterale dell’atto.
Brok (o Brók, plurale Brækur): “Pantaloni”, “brache”. Nell’uso della Glima, si riferisce più specificamente al Glímubelti e alle cinghie sulle cosce, che sono indossate sopra i pantaloni.
Tök: “Presa”.
Significato: “La Lotta della Presa ai Pantaloni/Cintura”.
Implicazioni del Termine: Il nome non è poetico, ma specifico. Definisce lo stile non attraverso la sua filosofia (che è il Drengskap), ma attraverso la sua regola fisica più importante e limitante: la presa fissa. Ci dice che questa è un’arte vincolata, un gioco con regole precise. L’intero stile è definito dal suo equipaggiamento e dalla presa che esso consente.
2. LAUSATÖK (La “Presa Libera”)
Analisi Etimologica: Il termine è l’esatto opposto di Brokartök.
Laus: “Libero”, “sciolto”, “slegato”, “non vincolato”.
Tök: “Presa”.
Significato: “La Lotta della Presa Libera”.
Implicazioni del Termine: Il nome è una dichiarazione di assenza di regole. È definito da ciò che il Brokartök proibisce. Ci dice che questa è la Glima “scatenata”, la Glima senza i vincoli del belti e, per estensione, senza i vincoli del Drengskap sportivo. È il termine per il combattimento reale, la rissa, l’autodifesa. Il nome stesso implica che qualsiasi presa (al collo, alle gambe, ai vestiti) è permessa. È il termine per la Glima di Egil e Grettir.
3. HRYGGSPENNA (La “Tensione della Schiena”)
Analisi Etimologica: Questo è forse il termine più biomeccanicamente descrittivo.
Hryggur: “Schiena”, “colonna vertebrale”.
Spenna: “Tensione”, “stretta”, “abbraccio”.
Significato: “La Lotta della Tensione della Schiena” o “L’Abbraccio alla Schiena”.
Implicazioni del Termine: Il nome descrive esattamente sia la presa (un abbraccio simmetrico con le mani allacciate dietro la schiena dell’avversario) sia il principio fisico richiesto per vincere (una forza isometrica e esplosiva della catena posteriore e del core). È un termine che è sia un’istruzione che un nome. Ci dice che questo è un test di forza pura, ridotto ai suoi minimi termini.
Parte 4: Il Lessico dell’Azione – I Verbi e i Concetti Fondamentali
Questi termini descrivono le azioni e i concetti fondamentali che ogni praticante deve padroneggiare.
1. Taka (verbo) / Tök (sostantivo)
Significato: “Prendere” / “La Presa”.
Analisi: Questo è il punto di contatto. L’arte della Glima (in tutti gli stili) è ossessionata dal tök.
Nel Brokartök, il tök è fisso, sacro e non può essere rotto. La maestria risiede nel “sentire” attraverso questo tök statico.
Nel Lausatök, la lotta è per il tök. La prima fase del combattimento è ottenere una presa dominante (yfirburðatök). Il tök è il termine per l’interfaccia tra i due lottatori.
2. Að Falla (verbo) / Fall (sostantivo)
Significato: “Cadere” / “La Caduta”.
Analisi: Un termine centrale. L’allenamento della Glima è, in gran parte, l’allenamento di að falla (imparare a cadere).
Brjóta fallið: “Rompere la caduta” (il breakfall).
Implicazione Pedagogica: La Glima non teme la caduta; la incorpora. La prima abilità di un lottatore è come cadere in sicurezza (öruggt fall). Questo è un termine psicologicamente cruciale, che insegna la resilienza.
3. Stíga (verbo) / Stigandi (participio presente)
Significato: “Camminare”, “fare un passo” / “Colui che cammina”, “Il movimento”.
Analisi: Questo è il termine per il footwork unico del Brokartök.
Dinamismo nel Nome: Il termine non è staða (posizione/stance), che è statico. È stigandi, un participio presente. È un termine che è esso stesso in movimento.
Implicazione Tecnica: Il nome ci dice che il footwork non è una serie di posizioni, ma un flusso perpetuo, una “camminata” circolare e ritmica. È la tecnica che carica l’inerzia e crea le opportunità per il “lampo” (glima).
4. Kasta (verbo) / Kast (sostantivo)
Significato: “Lanciare”, “gettare” / “Il Lancio”.
Analisi: Questo è il termine generico per una proiezione. È una parola pragmatica.
Connessione Bellica: È lo stesso verbo usato per kasta una lancia (spjót). Questo collega linguisticamente l’atto di proiettare un uomo all’atto di lanciare un’arma. È un’azione di potenza esplosiva.
Distinzione: Un bragð (stratagemma) è come si ottiene la proiezione. Il kast (lancio) è il risultato fisico.
5. Jafnvægi (sostantivo)
Significato: “Equilibrio”.
Analisi Etimologica: Questo è un termine magnificamente letterale.
Jafn: “Uguale”, “pari”.
Vægi: “Peso”.
Significato: “Peso uguale” o “equilibrio di peso”.
Implicazione: La Glima non ha un concetto mistico di “centro” o “ki”. Ha un concetto fisico e ingegneristico di equilibrio. L’obiettivo dell’arte è rompere il jafnvægi dell’avversario (creare un ójafnvægi) mantenendo il proprio. Il termine è una lezione di fisica.
6. Tímasetning (sostantivo)
Significato: “Tempismo”.
Analisi Etimologica: Un altro termine tecnico e sofisticato.
Tími: “Tempo”.
Setning: “Impostazione”, “posizionamento”, “messa in opera”.
Significato: “Il posizionamento nel tempo”.
Implicazione: Questo termine eleva il “tempismo” da un istinto vago a una scienza precisa. È l’abilità di posizionare la propria tecnica (bragð) nel momento esatto di vulnerabilità. Si collega direttamente a Glima (lampo) e Stigandi (il flusso che crea i momenti).
Parte 5: Il Lessico dell’Equipaggiamento e del Praticante
I termini per gli oggetti e le persone della Glima rinforzano ulteriormente l’identità dell’arte.
1. L’Equipaggiamento (Búnaður)
Glímubelti: “Cintura da Glima” (Glima + Belti). Il termine è un composto.
Lífsbelti: “Cintura della vita” (Líf = vita/corpo + Belti = cintura). La cintura principale in vita.
Lærsbelti: “Cintura della coscia” (Lær = coscia + Belti = cintura). Le cinghie inguinali.
Glímubuxur: “Pantaloni da Glima” (Glima + Buxur = pantaloni).
Glímuskór: “Scarpe da Glima” (Glima + Skór = scarpe).
Analisi: L’uso onnipresente del prefisso “Glima-” (Glímu-) è significativo. È un branding culturale. Questi non sono solo pantaloni o scarpe; sono oggetti specificamente consacrati all’arte, che li distingue dagli oggetti comuni. Questo indica un alto livello di formalizzazione e di orgoglio culturale.
2. I Praticanti (Iðkendur)
Glímumaður (pl. Glímu(menn))
Significato: “Uomo di Glima” (Glima + Maður = uomo/persona).
Analisi: Il termine standard per un praticante. Come per l’equipaggiamento, il praticante è definito dalla sua arte.
Kennari
Significato: “Insegnante”.
Analisi: Questa è una parola moderna, la stessa usata per un insegnante di scuola. È un termine deliberatamente non-gerarchico e non-mistico. Non è Sensei (maestro nato prima), Shihan (maestro di maestri), Sifu (padre/maestro) o Guru. È un kennari, un pedagogo. Questo riflette lo status moderno della Glima in Islanda come sport nazionale e materia scolastica.
Dómari
Significato: “Arbitro”.
Analisi: Dal latino dominus, attraverso il danese dommer. Un termine legale e sportivo. Mostra la transizione dell’arte in uno sport moderno e regolamentato.
Glímukóngur (maschile) / Glímudrottning (femminile)
Significato: “Re della Glima” / “Regina della Glima”.
Analisi: Questi termini sono l’eccezione spettacolare al pragmatismo. Qui, la terminologia diventa epica. Il campione nazionale non è un “vincitore” (sigurvegari) o un “maestro” (meistari). È incoronato Re o Regina.
Implicazione Sociologica: Questo lessico eleva il campionato da un evento sportivo a un rituale sociale. Collega il vincitore moderno agli antichi re e Jarl dell’Era Vichinga. È il termine che lega la Glima moderna direttamente al suo passato leggendario e al suo status di tesoro nazionale.
Parte 6: Il Lessico Tecnico – La Nomenclatura dei Brögð
I nomi delle singole tecniche sono forse l’esempio più chiaro della filosofia linguistica della Glima. Non sono numeri (come nel Taekwondo) o nomi esoterici. Sono, per la maggior parte, descrizioni letterali dell’azione o del concetto.
Categoria 1: Nomi Descrittivi (Lýsandi Nöfn) – “Cosa Fai” Questa è la categoria più ampia. Il nome è un manuale di istruzioni.
HÆKJABRÖGÐ
Termini: Hækja (o Hæll = tallone) + Bragð (trucco).
Significato: “Trucco del Tallone”.
Analisi: Il nome dice tutto. La tecnica è un “trucco” che si esegue con il “tallone”. È un nome pragmatico che si concentra sullo strumento (il tallone) e sulla filosofia (il trucco).
KROSSBRAGÐ
Termini: Kross (croce) + Bragð (trucco).
Significato: “Trucco Incrociato”.
Analisi: Descrive la forma dell’azione. L’attaccante porta la sua gamba attraverso (kross) il corpo per falciare le gambe dell’avversario.
MJAÐMABRÖGÐ
Termini: Mjöðm (anca) + Bragð (trucco).
Significato: “Trucco dell’Anca”.
Analisi: Descrive il motore della proiezione. È l’equivalente generico per “proiezione d’anca”.
FÓTABRÖGÐ
Termini: Fótur (piede/gamba) + Bragð (trucco).
Significato: “Trucco di Piede”.
Analisi: Questo è un termine-ombrello per qualsiasi tecnica che si basa principalmente sui piedi (come Hækjabrögð o Sniðbragð).
SNIÐBRAGÐ
Termini: Snið (taglio, fetta) + Bragð (trucco).
Significato: “Trucco Tagliato”.
Analisi: Descrive l’azione del piede che “taglia” o “falcidia” la caviglia dell’avversario.
HNYKKJABRÖGÐ
Termini: Hnykkur (strattone, tiro improvviso) + Bragð (trucco).
Significato: “Trucco dello Strattone”.
Analisi: Un nome puramente descrittivo per una tecnica basata su un singolo strattone esplosivo.
Categoria 2: Nomi Concettuali e Poetici – “Come si Sente” Questi nomi sono più rari ma mostrano un secondo livello di pensiero.
LAUNAMENN
Termini: Laun (segreto, nascosto) + Menn (pl. di Maður, uomo).
Significato: “Uomini Segreti” o “Uomo Nascosto”.
Analisi: Questo è un nome affascinante per una proiezione d’anca (spesso una variante specifica). Non descrive l’azione (come Mjaðmabragð), ma la sua tattica. L’attaccante “nasconde” i suoi fianchi (l'”uomo segreto”) fino all’ultimo secondo, ruotando e inserendoli sotto l’avversario quando è troppo tardi. È un nome da “trickster”.
HÁLFMÁNI
Termini: Hálfur (mezzo) + Máni (luna).
Significato: “Mezza Luna”.
Analisi: Un termine puramente poetico e visivo. Descrive l’azione rotatoria (Snúningur) dell’attaccante che “disegna” una mezza luna sul pavimento mentre fa perno e proietta l’avversario.
Categoria 3: Eponimi (Nomi da Eroi) – Il Legame con la Saga Questi sono i termini più potenti dal punto di vista culturale, che legano la pratica moderna direttamente alle leggende fondative.
GRETTISFANG
Termini: Grettir (l’eroe della Saga di Grettir) + Fang (presa, lotta).
Significato: “La Presa di Grettir”.
Analisi: Questo termine (spesso usato per una forma di sollevamento/suplex del Lausatök) è un eponimo. È come se il Judo avesse una tecnica chiamata la “Presa di Musashi”. Il nome stesso è una lezione di storia. Ricorda al praticante che sta eseguendo una mossa di potenza leggendaria, degna di un eroe che combatte i mostri.
GRETTISTAK
Termini: Grettir + Tak (sollevamento, presa).
Significato: “Il Sollevamento di Grettir”.
Analisi: Simile al Grettisfang. Un termine proverbiale in Islanda per indicare un sollevamento di forza sovrumana. L’uso di questi termini consacra le Saghe come “manuali” spirituali dell’arte.
Parte 7: Il Lessico del Combattimento (Lausatök) – La Lingua della Sopravvivenza
Infine, il lessico si sposta dal gioco onorevole alla brutale efficacia quando si entra nel dominio del Lausatök. Questi termini sono diretti, anatomici e spietati.
LÁS (sostantivo)
Significato: “Serratura”, “lucchetto”, “catena”.
Analisi: Questo è il termine generico per una leva articolare. È un termine di ingegneria. Un olnbogalás è una “serratura del gomito” (armbar). Un úlnliðslás è una “serratura del polso”.
Implicazione: Il nome è brillante. Una leva non è una “tecnica”, è una “serratura”. Implica immobilità, controllo totale e il potenziale di rottura (se la serratura viene forzata). È un termine freddo, meccanico e pragmatico.
KVERKATÖK
Termini: Kverk (gola, parte interna della gola) + Tök (presa).
Significato: “Presa alla Gola”.
Analisi: Il termine generico per uno strangolamento o una presa alla gola. È brutalmente descrittivo. Non c’è eufemismo.
Taka (sostantivo)
Significato: “Presa” o “Strangolamento”.
Analisi: Il contesto è tutto. Tök è la presa, ma Taka può essere usato per riferirsi a uno strangolamento specifico, come in Blóðtaka (strangolamento sanguigno).
HÖGG (sostantivo)
Significato: “Colpo”, “fendente”.
Analisi: Il termine per un colpo (pugno, gomitata, ecc.). È lo stesso termine usato per un “colpo” d’ascia o di spada.
Implicazione: Il lessico non fa distinzione tra un pugno e un colpo d’arma. Un högg è un högg. Questo mostra l’integrazione totale del Lausatök con il combattimento armato. Il tuo pugno (hnefahögg) è solo un’altra arma nel tuo arsenale.
GÓLFGLÍMA
Termini: Gólf (pavimento) + Glima (lotta).
Significato: “Glima da Pavimento” o “Lotta a Terra”.
Analisi: La modularità della lingua. Il Lausatök include la Glima… a terra. Il termine è semplice, logico e descrittivo.
Parte 8: Conclusione – Il Lessico come Specchio Culturale
L’esame della terminologia della Glima ci fornisce un ritratto più chiaro dell’arte di qualsiasi manuale tecnico. Il suo linguaggio è un’arte a sé stante, un ecosistema linguistico che si è evoluto per descrivere perfettamente la sua pratica.
Questo lessico ci mostra un’arte che è:
Pragmatica e Descrittiva: I nomi (Brokartök, Hækjabrögð, Hryggspenna) sono istruzioni letterali. Non c’è misticismo.
Basata sulla Fisica: I concetti (Jafnvægi – “peso uguale”, Tímasetning – “posizionamento nel tempo”, Stöng – “leva”) sono principi di ingegneria, non di fede.
Filosofica e Morale: I termini (Drengskap, Glima) definiscono un ideale di velocità, intelligenza e, soprattutto, onore.
Leggendaria e Narrativa: I termini (Grettisfang, Glímukóngur) legano indissolubilmente la pratica moderna alle Saghe fondative e all’identità nazionale.
Brutalmente Onesta: I termini del Lausatök (Lás, Kverkatök, Högg) non usano eufemismi. Chiamano il combattimento con il suo nome.
Il linguaggio della Glima è la Glima. È un sistema completo per descrivere il conflitto e la sua risoluzione onorevole, un fossile vivente dell’antica mentalità norrena che può essere letto e compreso in ogni bragð, in ogni kast e in ogni tök.
ABBIGLIAMENTO
Parte 1: Introduzione – L’Abbigliamento come Manifesto Filosofico
L’abbigliamento nelle arti marziali non è mai un dettaglio casuale. È un testo culturale, un manuale di istruzioni e un manifesto filosofico. In nessun’altra arte forse, questa affermazione è più vera che nella Glima. Il modo in cui un praticante di Glima si veste per l’allenamento o la competizione non è una questione di moda, di estetica o, nella maggior parte dei casi, di gerarchia. È la dichiarazione fondamentale dello stile che sta per praticare e della filosofia che intende incarnare.
A differenza della vasta maggioranza delle arti marziali, che hanno un’uniforme standardizzata (il Gi giapponese, il Dobok coreano), la Glima presenta un paradosso fondamentale. Possiede, da un lato, uno degli abbigliamenti più unici, specifici e restrittivi del mondo (per lo stile Brokartök) e, dall’altro, un approccio di “anti-uniforme” totale (per lo stile Lausatök).
L’abbigliamento della Glima non indica il grado o il rango. Non esistono cinture colorate, stemmi di lignaggio o sistemi di graduazione visiva. Questo è un riflesso diretto della mentalità pragmatica e ugualitaria norrena: il rango si dimostra con l’abilità (færni) e il carattere (drengskap), non con un pezzo di stoffa colorato.
In questo capitolo, analizzeremo in modo esaustivo l’abbigliamento della Glima, non come un semplice elenco di indumenti, ma come la chiave per sbloccare la comprensione dei suoi stili. Esploreremo come l’invenzione di un pezzo di equipaggiamento (il Glímubelti) non abbia solo supportato uno stile, ma lo abbia letteralmente creato, imponendo la sua filosofia attraverso la forza del cuoio. E, al contrario, vedremo come l’assenza di un’uniforme definisca l’anima pragmatica e pronta a tutto del suo gemello da combattimento.
Parte 2: L’Abbigliamento del Brokartök – L’Uniforme dell’Onore
Lo stile Brokartök (“Presa ai Pantaloni”), lo sport nazionale islandese, è definito quasi interamente dal suo abbigliamento. L’equipaggiamento non è un accessorio per la pratica; è la pratica. Senza questo equipaggiamento specifico, il Brokartök non può essere eseguito.
Questa “uniforme” non è progettata per il comfort o per l’estetica, ma per uno scopo pedagogico e normativo: è l’incarnazione fisica del Drengskap (l’ideale di onore e correttezza). Ogni pezzo di equipaggiamento è una regola non scritta che costringe i lottatori a comportarsi in un modo specifico.
L’abbigliamento completo del Brokartök si compone di tre elementi unici: il Glímubelti (la cintura), le Glímuskór (le scarpe) e l’abbigliamento sottostante (i buxur).
Analisi Approfondita 1: Il Glímubelti (La Cintura da Glima)
Questo è il cuore dell’arte, l’oggetto più importante e complesso. Il Glímubelti non è una “cintura” nel senso del Judo o del Karate. Non è un singolo pezzo di stoffa che cinge la vita. È un’imbracatura di cuoio complessa e ingegnerizzata.
Struttura e Componenti: Il Glímubelti è un sistema composto da tre parti principali:
Il Lífsbelti (La Cintura della Vita): Questa è la componente principale. È una cintura di cuoio robusta, spesso larga diversi centimetri, che si allaccia saldamente intorno alla vita del lottatore. Funziona come l’ancora centrale dell’intero sistema.
I Lærsbelti (Le Cinghie della Coscia): Queste sono due cinghie di cuoio più sottili. Partono dal Lífsbelti sul retro (spesso da un anello metallico o un punto di attacco rinforzato), passano tra le gambe del lottatore e si fissano sul davanti, o alla cintura principale stessa o chiudendosi su se stesse in un punto di presa designato sulla parte anteriore/esterna delle cosce.
Il Tök (Il Punto di Presa): La combinazione del Lífsbelti e dei Lærsbelti crea i tre punti di presa legali: uno sulla cintura in vita (tipicamente afferrato dalla mano destra dell’avversario) e uno su ciascuna cinghia della coscia (con la mano sinistra che afferra la cinghia sulla coscia sinistra dell’avversario).
La Funzione Biomeccanica (La Regola Fisica): L’impatto di questo sistema sulla biomeccanica della lotta è totale. È un pezzo di equipaggiamento che impone uno stile.
Impone la Postura Eretta (Upprétt Staða): Questa è la sua funzione più critica. Un lottatore che cerca di piegarsi in avanti (un atto considerato vile e puramente difensivo) metterà immediatamente in tensione la Lærsbelti. Questa cinghia, ancorata saldamente al Lífsbelti, tira verso il basso e all’indietro, rendendo la posizione piegata incredibilmente instabile e faticosa. L’imbracatura, di fatto, “tira” il lottatore in una posizione eretta.
Impone la Presa Fissa (Fast Tök): Poiché le prese sono definite, l’intero “gioco” del grip-fighting (la battaglia per le prese, che domina il Judo e il BJJ) è eliminato. La Glima Brokartök non è una battaglia per la presa; è una battaglia dalla presa. Questo sposta il focus dall’ottenere un vantaggio di presa alla pura applicazione del tempismo, della leva e dell’equilibrio.
Standardizza il Contatto: Assicura che entrambi i lottatori inizino da una posizione di perfetta parità. Non importa se un lottatore è più forte nella presa; la presa è standardizzata dal cuoio. La vittoria deve venire dall’intelligenza (bragð) e dal tempismo (tímasetning).
La Funzione Filosofica (L’Uniforme Morale): Il Glímubelti è il Drengskap reso tangibile.
Elimina la Lotta “Sporca”: La presa fissa e designata impedisce prese al collo, al viso, ai capelli o ai vestiti.
Impone l’Equità: Come già detto, standardizza il combattimento.
È un Patto: L’atto di indossare il belti e di prendere la presa sull’avversario è un patto non verbale. È un accordo a giocare secondo le regole dell’onore, a proteggere l’avversario e a testare solo l’abilità.
Materiali e Manifattura: I Glímubelti moderni sono ancora realizzati secondo la tradizione: cuoio spesso e robusto, trattato per essere durevole ma non abrasivo, con fibbie e rivetti in metallo pesante (ottone o acciaio) per garantire che il sistema non ceda sotto la tensione esplosiva di una proiezione (kast).
Analisi Approfondita 2: Le Glímuskór (Le Scarpe da Glima)
Il secondo pezzo di equipaggiamento unico sono le scarpe, le Glímuskór. A prima vista, sembrano mocassini o scarpette da ballo.
Struttura e Materiali: Le Glímuskór sono tradizionalmente realizzate in pelle morbida (come la pelle di vitello o di foca in passato). Sono leggere, prive di qualsiasi imbottitura rigida, e hanno una suola molto sottile e flessibile (spesso di cuoio scamosciato o pelle grezza). La scarpa avvolge il piede come un calzino, offrendo una sensazione quasi di “piede nudo”.
La Funzione Biomeccanica (Agilità e Sensibilità): Questo design non è casuale.
Libertà del Piede: La Glima Brokartök è un’arte di footwork. Il movimento costante dello Stigandi (il passo circolare) e l’applicazione di tecniche di piede e tallone (fótbrögð e Hækjabrögð) richiedono una flessibilità totale della caviglia e delle dita dei piedi. Una scarpa da ginnastica rigida o una scarpa da lotta moderna con supporto alla caviglia renderebbe impossibile l’esecuzione di queste tecniche.
Propriocezione: La suola sottile permette al Glímumaður (lottatore) di “sentire” il pavimento. Questo aumenta la propriocezione e aiuta a mantenere il Jafnvægi (equilibrio) durante il movimento dinamico.
La Funzione Filosofica (Il Drengskap ai Piedi): Questa è l’altra metà dell’uniforme morale. Perché non usare una scarpa da lotta moderna o una scarpa da ginnastica?
Prevenzione degli Infortuni: Una scarpa moderna ha bordi di gomma dura e una suola rigida. Durante un Hækjabrögð (sgambetto col tallone) o un Krossbragð (sgambetto incrociato), il contatto tra il piede dell’attaccante e la caviglia/stinco dell’avversario è inevitabile. Usare una scarpa moderna sarebbe come colpire l’avversario con un oggetto contundente. Sarebbe un’arma.
L’Atto di Rispetto: La Glímuskór, essendo di pelle morbida, rende questo contatto sicuro. Non può essere usata per ferire. Indossare queste scarpe è un’altra dichiarazione di Drengskap: “Non userò i miei piedi come armi”.
Analisi Approfondita 3: I Glímubuxur (I Pantaloni)
Il pezzo finale dell’uniforme Brokartök sono i pantaloni, o buxur.
Struttura e Materiali: Storicamente, si trattava semplicemente dei pantaloni di lana (brækur) indossati quotidianamente. Nell’era moderna, non c’è un “pantalone” ufficiale e standardizzato come il gi da Judo.
Requisiti Funzionali: L’abbigliamento indossato sotto il belti deve avere due qualità:
Robustezza: Deve essere in grado di sopportare l’attrito e la tensione estrema del Glímubelti senza strapparsi.
Vestibilità: Non deve essere troppo largo. Pantaloni larghi possono impigliarsi nel belti dell’avversario, creando una presa illegale e pericolosa.
La Pratica Moderna: Oggi, i lottatori di Brokartök indossano comunemente pantaloncini da lotta robusti, calzamaglie sportive (simili a quelle della lotta olimpica) o pantaloncini da ginnastica resistenti. Il colore e lo stile sono irrilevanti; conta solo la funzione e la sicurezza. L’enfasi non è sui pantaloni, ma sull’imbracatura che vi si indossa sopra.
Parte 3: L’Abbigliamento del Lausatök – L'”Anti-Uniforme” della Realtà
Passando allo stile Lausatök (“Presa Libera”), l’intera filosofia dell’abbigliamento si capovolge. Il Lausatök è la Glima da combattimento, la Glima delle Saghe, del campo di battaglia e della sopravvivenza.
La sua filosofia è l’efficacia marziale (árangur). La domanda fondamentale del Lausatök è: “Funziona?”. Questa filosofia si estende direttamente al suo approccio all’abbigliamento. Non esiste un’uniforme per il Lausatök. L’arte deve funzionare indipendentemente da ciò che si indossa.
Questo crea due contesti di abbigliamento principali: l’abbigliamento storico (usato nella rievocazione) e l’abbigliamento moderno (usato nell’allenamento HEMA).
Analisi 1: L’Abbigliamento Storico (Rievocazione Storica)
Quando i gruppi di rievocazione vichinga praticano il Lausatök, lo fanno indossando l’abbigliamento quotidiano o bellico dell’Era Vichinga. Questo è un esercizio di “archeologia sperimentale” che rivela come l’abbigliamento influenzasse il combattimento.
Il Kyrtill (La Tunica):
Struttura: Il capo di abbigliamento principale. Una tunica di lana o lino, che arriva tipicamente al ginocchio o a metà coscia, spesso tenuta in vita da una cintura di cuoio.
Implicazioni per la Lotta (L’Effetto “Gi”): Questa tunica è, a tutti gli effetti, un gi (come nel Judo o BJJ).
Punti di Presa: Offre decine di punti di presa. Un lottatore di Lausatök può afferrare la spalla, il bavero, la manica o la cintura della tunica dell’avversario.
Controllo e Leva: Proprio come nel Judo, queste prese sulla tunica permettono un controllo eccellente e una leva potente per le proiezioni d’anca (mjaðmabrögð).
Strangolamenti (Kverkatök): Il bavero robusto della tunica può essere usato per strangolamenti (come uno “strangolamento con bavero” del BJJ).
Svantaggi: Una tunica bagnata (di pioggia, sudore o sangue) diventa pesante. Può anche essere strappata o, in uno scenario leggendario, tirata sopra la testa dell’avversario per accecarlo e immobilizzarlo.
Le Brækur (I Pantaloni):
Struttura: Pantaloni di lana o lino, che potevano essere larghi (stile “rus”) o più aderenti, tenuti su da una cintura o un cordone.
Implicazioni per la Lotta: I pantaloni, specialmente se larghi, sono un altro punto di presa legale nel Lausatök. Afferrare un pugno di pantaloni sulla coscia o sul polpaccio è una tecnica fondamentale per sbilanciare l’avversario o preparare un takedown alle gambe, in modo molto simile a come la mano sinistra afferra i pantaloni nel Brokartök, ma senza la standardizzazione del belti.
Le Skór (Le Scarpe Storiche):
Struttura: Scarpe di cuoio semplici, spesso a una sola suola, simili alle glímuskór ma più robuste per l’uso quotidiano.
Implicazioni per la Lotta: Fornivano una certa protezione ma, su un terreno fangoso o sul ponte di una nave, la presa era precaria. Molti combattimenti storici (specialmente duelli o risse) potrebbero essere avvenuti a piedi nudi per una migliore aderenza.
Analisi 2: L’Abbigliamento da Allenamento Moderno (HEMA)
Quando il Lausatök viene praticato oggi in un contesto di allenamento HEMA (Historical European Martial Arts), l’abbigliamento storico è spesso poco pratico (la lana è calda, si strappa, è costosa). I praticanti moderni adottano quindi un abbigliamento funzionale derivato da altri sport da combattimento.
Questo ha creato un dibattito interessante: si sta praticando Lausatök in un contesto “Gi” (storico) o “No-Gi” (moderno)?
Il Contesto “No-Gi” (Senza Giacca):
Abbigliamento: Questo è l’approccio più comune, influenzato dal Grappling e dall’MMA.
Rashguard: Una maglietta sportiva sintetica, aderente.
Pantaloncini da Grappling (Vale Tudo) o Spats (Calzamaglie): Aderenti, flessibili e resistenti.
Implicazioni per la Lotta: Questo cambia radicalmente lo stile.
Niente Prese sulla Stoffa: Tutta l’enfasi si sposta dalle prese sulla tunica alle prese sul corpo: overhook, underhook, controllo della testa (collar tie), prese ai polsi.
Influenza della Lotta Olimpica: Lo stile diventa molto più simile alla Lotta Libera o Greco-Romana, con un focus sul “clinch”.
Il Dibattito: I puristi sostengono che questo non è Lausatök “autentico”, poiché l’arte storica si basava chiaramente sull’afferrare i vestiti. I pragmatici sostengono che questo allena la biomeccanica fondamentale del corpo a corpo, che è trasferibile.
Il Contesto “Gi” (Con Giacca):
Abbigliamento: Alcuni praticanti HEMA si allenano indossando l’uniforme del Judo (il Judogi), un Gi da BJJ o una giacca da scherma HEMA.
Implicazioni per la Lotta: Questo approccio è probabilmente molto più vicino all’esperienza storica. Permette ai praticanti di allenare le prese sulla tunica (kyrtill), gli strangolamenti con il bavero e le proiezioni basate sulla stoffa, che erano senza dubbio una parte enorme del Lausatök originale.
Analisi 3: L’Abbigliamento Bellico (Integrazione con l’Armatura)
Un aspetto cruciale dell’abbigliamento del Lausatök è il suo utilizzo in un contesto militare. Come si lotta indossando un’armatura?
Il Gambeson (Armatura Morbida): Un gambeson o una vápna-kyrtill (tunica imbottita) è il miglior abbigliamento da lotta. È quasi identico a un Gi da BJJ pesante. Offre prese incredibili, è quasi impossibile da strappare e fornisce imbottitura. La Glima in gambeson è un paradiso per il grappler.
La Maglia di Ferro (Brynja): Qui l’abbigliamento diventa un problema.
Niente Prese: La maglia di ferro è fatta di anelli di metallo. È scivolosa e non offre alcuna presa.
Cambiamento Tattico: Il Lausatök in maglia di ferro diventa un’arte diversa. Non si può fare affidamento sulle prese al corpo o sulla stoffa. La lotta si sposta verso:
Sbilanciamento Puro: Sgambetti, attacchi alle gambe (l’unica parte non corazzata).
Leve Articolari (Lás): Cercare i punti esposti: polsi, caviglie, collo.
Integrazione con l’Arma: La Glima diventa un modo per sbilanciare l’avversario per un secondo, creando un’apertura per pugnalarlo con il sax (coltello) in un punto debole dell’armatura (ascella, collo, inguine).
Parte 4: L’Abbigliamento dell’Hryggspenna – Il Folklore della Forza
Il terzo stile, l’Hryggspenna (“Tensione della Schiena”), è il più semplice in termini di abbigliamento.
Nessun Abbigliamento Specifico: L’Hryggspenna è un test di forza popolare, non uno sport codificato. Come tale, è sempre stato praticato con qualsiasi abbigliamento i partecipanti stessero indossando in quel momento.
Contesto Storico: Nelle Saghe o nelle feste popolari, veniva praticato con le tuniche e i pantaloni di lana di tutti i giorni. La cintura della tunica poteva offrire un punto di presa, ma la presa formale era sul corpo stesso.
Contesto Moderno (Festival): Agli Highland Games (dove si pratica il cugino Scottish Backhold) o nei festival folkloristici norvegesi, i praticanti indossano l’abbigliamento tradizionale (come il kilt o il bunad norvegese).
Contesto di Allenamento: Nei gruppi HEMA o di rievocazione, è praticato come riscaldamento o test di forza indossando una maglietta e pantaloncini.
L’abbigliamento nell’Hryggspenna è completamente irrilevante. L’unica cosa che conta è la presa simmetrica alla schiena, che bypassa tutti i vestiti per connettere direttamente i due corpi.
Parte 5: Analisi Comparativa – Il “Perché” dell’Abbigliamento della Glima
L’approccio della Glima all’abbigliamento diventa ancora più chiaro se confrontato con quello di altre arti di lotta, rivelando la sua filosofia unica.
Glima Brokartök vs. Judo (Judogi)
Scopo Simile: Entrambi usano un abbigliamento (Judogi / Glímubelti) per creare un gioco di prese.
Differenza Fondamentale:
Judo: Il Judogi è largo e robusto, progettato per essere afferrato ovunque (bavero, manica, schiena, cintura). Questo crea un “gioco” dinamico di grip-fighting.
Glima: Il Glímubelti è fisso e specifico. Le prese sono pre-determinate e non possono essere cambiate.
Conclusione Filosofica: Il Judo è un’arte sulla battaglia per ottenere una posizione dominante (la presa). La Glima Brokartök è un’arte sulla battaglia da una posizione di parità (la presa fissa).
Glima Lausatök vs. Brazilian Jiu-Jitsu (Gi vs. No-Gi)
Analogia Perfetta: L’ecosistema BJJ è diviso in “Gi” (con l’uniforme) e “No-Gi” (senza uniforme). Questo è lo specchio perfetto del Lausatök.
Lausatök (Storico/Rievocazione): È un’arte “Gi”. I praticanti indossano tuniche (kyrtill) e pantaloni (brækur), e usano attivamente la stoffa per proiezioni, controlli e strangolamenti.
Lausatök (Moderno/HEMA): È spesso allenato come “No-Gi”. I praticanti indossano rashguard e spat, e il gioco si sposta sul controllo del corpo (clinch, over/underhook), proprio come nel BJJ No-Gi.
Conclusione Filosofica: Questa dualità dimostra l’adattabilità del Lausatök. L’arte non è l’uniforme; è il principio. Il praticante deve essere in grado di applicare i principi (leve, sbilanciamento) sia che ci sia stoffa da afferrare, sia che non ci sia.
Glima (Tutti gli Stili) vs. Lotta Olimpica (Singlet)
Scopo Opposto: L’abbigliamento della Lotta (Libera e Greco-Romana) è il singlet (il costumino aderente).
Filosofia del Singlet: Il singlet è progettato specificamente per non essere afferrato. È aderente, liscio e scivoloso. Qualsiasi presa sulla stoffa è illegale.
Conclusione Filosofica: La Lotta Olimpica ha eliminato l’abbigliamento dall’equazione per concentrarsi puramente sul body-lock e sul combattimento corpo a corpo. La Glima Brokartök ha elevato l’abbigliamento (il belti) a elemento centrale dell’equazione per concentrarsi sulla leva e l’onore. Il Lausatök (storico) ha incorporato l’abbigliamento come un’arma/strumento.
Parte 6: Conclusione – Il Vestito come Testo
L’abbigliamento della Glima è, in conclusione, il testo più chiaro per leggerne l’intenzione. Non è una decorazione; è una dichiarazione di intenti.
Quando un lottatore indossa il Glímubelti, non sta indossando un’uniforme. Sta indossando un contratto. Sta indossando l’imbracatura del Drengskap, un dispositivo che lo costringe fisicamente e moralmente a combattere con onore, tecnica e rispetto. Le Glímuskór morbide ai suoi piedi sono una promessa di non ferire. L’abbigliamento del Brokartök è la sua filosofia.
Quando un lottatore si spoglia di questi vincoli per praticare il Lausatök, fa una dichiarazione diversa. Indossando una tunica da rievocazione, accetta la realtà di un’arte “Gi”, dove i vestiti sono armi e strumenti. Indossando un rashguard moderno, dichiara che l’arte deve funzionare anche senza di essi, in un contesto di pura biomeccanica “No-Gi”.
In entrambi i casi, l’abbigliamento della Glima è definito dal suo pragmatismo. Non c’è spazio per la vanità. Non c’è un gi nero per i maestri o uno bianco per i principianti. C’è solo l’equipaggiamento che serve allo scopo: nel Brokartök, lo scopo è l’onore; nel Lausatök, lo scopo è la funzione.
ARMI
Parte 1: Il Paradosso Centrale – La Glima come Arte Disarmata (Hönd-við-Hönd)
L’analisi del rapporto tra la Glima e le “armi” ci pone di fronte a un paradosso fondamentale. Per definizione, la Glima è un’arte di combattimento disarmato. Il suo termine-ombrello nel norreno medievale era hönd-við-hönd (“mano a mano”), l’antitesi diretta del combattimento armato (vápnaskipti, “scambio di armi”).
A differenza di altre arti marziali che integrano la pratica delle armi nel loro curriculum di base (come il Kendo/Kenjutsu per il Samurai, o il Silat con il kris), la Glima, nella sua forma più pura, non ha armi. Non esiste una “lancia da Glima” o una “spada da Glima”.
Tuttavia, liquidare la Glima come un’arte “senza armi” e chiudere il discorso sarebbe un errore storico e marziale profondo. Sarebbe come analizzare la pistola di un soldato moderno senza considerare il suo addestramento nel combattimento corpo a corpo, che è progettato per funzionare in relazione alla sua arma.
La Glima non è nata in un vuoto. Non è stata inventata in un monastero pacifico o in un dojo sportivo. È emersa dal fango, dal sangue e dall’acciaio dell’Epoca Vichinga. È un’arte marziale forgiata da un popolo guerriero, la cui vita e la cui morte dipendevano da un ecosistema di combattimento complesso.
Per comprendere il ruolo delle “armi” nella Glima, dobbiamo prima dividere l’arte nei suoi due stili principali, che hanno filosofie opposte riguardo alle armi:
Il Brokartök (Lo Stile dell’Anti-Arma): Questo è lo stile sportivo, cavalleresco. Come discusso, la sua stessa creazione fu un atto di rifiuto del combattimento armato. È nato per sostituire il Holmgang (il duello legale armato), che era stato bandito. Il Brokartök è la Glima dopo che le armi sono state deposte all’ingresso della sala, governata dal Drengskap (onore). In questo stile, le armi sono concettualmente e fisicamente assenti.
Il Lausatök (Lo Stile dell’Integrazione): Questo è il “fratello” da combattimento, l’arte della sopravvivenza. È la Glima delle Saghe, del campo di battaglia e del duello mortale. Il Lausatök non è un sistema alternativo alle armi; è il sistema operativo che gira in sottofondo, pronto a subentrare o a supportare l’uso delle armi.
Questo capitolo, quindi, non analizzerà le “armi della Glima”. Analizzerà il rapporto cruciale e complesso tra lo stile Lausatök e l’arsenale standard del guerriero vichingo. Il Lausatök è il “collante” marziale, l’abilità che gestisce le transizioni critiche:
Quando un’arma viene persa, rotta o non è disponibile.
Quando la distanza di combattimento diventa troppo ravvicinata per un’arma lunga.
Quando un avversario è corazzato e le lame sono inefficaci.
Quando è necessario creare un’apertura per usare un’arma corta.
Parte 2: L’Ecosistema del Combattimento Norreno – Definire il Ruolo del Lausatök
Per capire come la Glima interagisce con le armi, dobbiamo prima mappare il Viking Kampkunst (l’arte del combattimento vichinga) nel suo complesso. Era un sistema integrato che copriva tutte le distanze (o fasi) del combattimento.
Fase 1: La Distanza Lunga (Proiettili e Lance) Il combattimento iniziava a distanza. Questo era il dominio del:
Arco (Bogi): Usato nelle battaglie navali e nelle fasi iniziali a terra.
Giavellotto (Gefla): Lance leggere da lancio per sfoltire le prime file.
Lancia Lunga (Spjót): L’arma primaria del campo di battaglia, usata in formazione (lo Skjaldborg, o muro di scudi) per colpire da una distanza di sicurezza.
Relazione con la Glima: In questa fase, nessuna.
Fase 2: La Distanza Media (Armi da Mischia Primarie) Una volta che le linee si scontravano o il muro di scudi si rompeva, il combattimento passava alla distanza media. Questo era il dominio di:
Ascia Danese (Breiðöx): L’arma d’assalto a due mani, devastante ma lenta.
Spada (Sverð) e Scudo (Skjöldr): La combinazione standard per il duello e la mischia.
Ascia (Öx) e Scudo (Skjöldr): L’alternativa più comune ed economica alla spada.
Relazione con la Glima: La Glima qui è un’ancora di salvezza. È ciò che accade quando un colpo viene parato e le armi si “legano”, o quando l’avversario entra dentro l’arco dell’arma.
Fase 3: La Distanza Ravvicinata / Il Clinch (Il Dominio della Glima) Questa è la distanza “corpo a corpo”. Accade quando i due combattenti sono così vicini che le armi della Fase 2 diventano ingombranti, inefficienti o inutili. Questo è il territorio del Lausatök.
Scenario 1 (Il Muro di Scudi): Due Skjaldborg si scontrano. Diventa una partita di spinta. I guerrieri cercano di agganciare gli scudi, di creare varchi. La Glima è usata per tirare un avversario fuori dalla linea, per sbilanciarlo e creare un’apertura per un colpo.
Scenario 2 (Il Duello): Due combattenti legano le loro armi. Invece di separarsi, uno dei due “entra”, spingendo l’arma avversaria di lato e cercando di controllare il corpo.
Scenario 3 (L’Arma Persa): Un guerriero perde la sua ascia o la sua spada si spezza. Ora è disarmato contro un avversario armato. La sua unica speranza è la Glima: chiudere la distanza, controllare il braccio armato e cercare un disarmo o un atterramento.
È in questa “Distanza 3” che il Lausatök interagisce direttamente con l’arsenale. Analizziamo ora questa interazione, arma per arma.
Parte 3: Analisi dell’Arsenale – La Glima in Relazione alle Armi Specifiche
Arma 1: Il Sax (Seax) – L’Arma “Partner” del Lausatök
L’arma più intimamente connessa alla Glima Lausatök non è l’ascia o la spada, ma il Sax (o Seax).
Descrizione dell’Arma: Il Sax era un coltello da combattimento lungo, pesante, a filo singolo. Variava in dimensioni da un grande coltello da cintura a un corto “spadino” (uno scramasax). Era l’arma di riserva di ogni guerriero, portata orizzontalmente sulla schiena o al fianco. Era uno strumento, un coltello multiuso e un’arma letale.
La Glima come “Sistema di Consegna” per il Sax (Uso Offensivo): Il Lausatök è il mezzo per portare l’avversario in una posizione in cui il Sax può essere usato.
Il Principio: In un combattimento caotico, tentare di estrarre un coltello e colpire un avversario in piedi è difficile e rischioso. Ma se l’avversario è a terra e immobilizzato, la finalizzazione è certa.
L’Esempio Leggendario (Grettir vs. Kárr): La storia della lotta di Grettir il Forte contro il draugr (non-morto) Kárr il Vecchio nel tumulo funerario è il manuale d’istruzioni perfetto. Grettir lotta contro Kárr nel buio, una brutale battaglia di Lausatök. Grettir alla fine riesce a usare la sua forza e una tecnica di Glima (il Grettisfang) per atterrare e immobilizzare il mostro. La lotta non finisce qui. La saga dice che mentre lo teneva fermo, Grettir afferrò la sua spada corta (sax) e tagliò la testa del draugr.
Analisi Tattica: La Glima (Lausatök) non era l’atto finale; era la Fase 3 (Il Clinch) e la Fase 4 (La Lotta a Terra). Il Sax era la Fase 5 (La Finalizzazione). Il Lausatök è il sistema di grappling che ti permette di arrivare alla Fase 5. Questo concetto è identico al moderno addestramento militare CQC (Close Quarters Combat) o alle arti marziali come il BJJ, dove si ottiene una posizione dominante (es. la monta) per poi colpire o accedere a un’arma.
La Glima come “Difesa” contro il Sax (Uso Difensivo): L’altro lato della medaglia è: cosa succede se l’avversario estrae il suo Sax?
Il Problema: A distanza ravvicinata, un coltello è un’arma terrificante.
La Soluzione del Lausatök: L’intero repertorio di leve articolari (lás) del Lausatök è, in gran parte, un sistema di difesa dalle armi corte.
Úlnliðslás (Leva al Polso): La tecnica di Glima più importante contro un coltello è il controllo del polso (úlnliður). Invece di cercare di colpire l’avversario, il praticante di Glima si concentra sul controllo del braccio armato.
Biomeccanica del Disarmo: Il Lausatök insegna a deviare l’affondo, afferrare il polso armato e applicare immediatamente una leva rotazionale o un’iperestensione (un úlnliðslás). Il dolore intenso e la minaccia di una frattura del polso costringono l’avversario a lasciare l’arma.
Transizione: Una volta controllata l’arma, il praticante di Glima è tornato nel suo mondo. Può passare dalla leva al polso a una leva al gomito (olnbogalás) o a una proiezione d’anca (mjaðmakast), usando il braccio controllato per atterrare l’avversario, per poi recuperare il Sax caduto.
Il Sax e il Lausatök, quindi, non sono due argomenti separati. Sono due metà dello stesso sistema di combattimento a distanza ravvicinata.
Arma 2: Lo Scudo (Skjöldr) – L’Arma Tattica Integrata
È un errore comune pensare allo scudo vichingo (lo skjöldr rotondo) solo come un pezzo di equipaggiamento difensivo. Nella pratica norrena, era un’arma offensiva e tattica, e la sua interazione con la Glima è profonda.
Lo Scudo come Strumento di Sbilanciamento (Offensivo):
Skjaldar-skot (“Colpo di Scudo”): Un guerriero poteva usare il bordo (skjaldar-rendr) o la faccia del suo scudo per colpire (skot) l’avversario. Questo non era pensato per ferire, ma per sbilanciare.
L’Interazione con la Glima: Questo colpo di scudo è il “setup” perfetto per un bragð (tecnica) di Glima.
Il guerriero colpisce il nemico con lo scudo, rompendone la postura e costringendolo a indietreggiare.
In quella frazione di secondo di sbilanciamento (ójafnvægi), il guerriero “segue” lo scudo, chiude la distanza ed esegue una tecnica di Glima (come uno sgambetto, fótbragð, o un attacco alle gambe) per completare l’atterramento.
Lo scudo è l’equivalente di un jab di un pugile: non è il colpo da KO, ma è quello che prepara la mossa finale.
Il Contesto del Muro di Scudi (Skjaldborg): Come accennato, il muro di scudi è la tattica di battaglia principale. Quando due muri di scudi si scontrano, la battaglia smette di essere una scherma elegante e diventa una “rissa da rugby” brutale.
La Lotta del Muro di Scudi: I guerrieri in prima linea spingono con i loro scudi, cercando di rompere la linea nemica.
La Glima nel Muro: Qui, il Lausatök è essenziale. I guerrieri agganciano i loro scudi a quelli nemici, per poi:
Tirare: Usare la forza della Glima per tirare un avversario (e il suo scudo) fuori dalla formazione, esponendolo ai colpi delle lance della seconda fila.
Spingere e Sgambettare: Spingere con lo scudo e contemporaneamente usare le tecniche di piede del Lausatök per sgambettare il nemico, facendolo cadere e creando un varco.
Hryggspenna (Presa alla Schiena): Se un guerriero riesce a superare la linea, può afferrare un nemico da dietro (una presa di Hryggspenna) e trascinarlo via, esponendo la schiena della formazione.
La Glima come Difesa contro lo Scudo (Difensivo): Lo scudo dell’avversario è un ostacolo. Il Lausatök insegna come neutralizzarlo. Le prese sono usate per controllare non solo il braccio armato, ma anche il braccio dello scudo, per tirare lo scudo di lato e creare un’apertura per un colpo o per una presa al corpo.
Lo scudo, quindi, non è un’armatura passiva. È un partner attivo nella Glima da battaglia, usato per sbilanciare, spingere e creare le aperture che la lotta poi sfrutta.
Arma 3: La Lancia (Spjót) – La Transizione dalla Distanza al Corpo a Corpo
La lancia era l’arma più comune ed economica sul campo di battaglia vichingo. La sua interazione con la Glima è una storia di transizioni e di fallimenti dell’arma.
Il Fallimento dell’Arma: La Glima entra in gioco quando la lancia fallisce:
L’Asta si Spezza: In combattimento, l’asta di legno si spezza. Il guerriero si ritrova con un bastone rotto in mano, contro un nemico che sta caricando. La sua unica opzione è gettare i resti e passare immediatamente al Lausatök (e al Sax).
L’Avversario è “Sotto la Punta”: La lancia è un’arma lunga. È quasi inutile se il nemico riesce a superare la punta e a entrare in distanza di clinch.
La Glima come Contro-Misura alla Lancia: Il Lausatök è il sistema perfetto per sconfiggere un lanciere.
Il Principio: “Passare la punta”. Un praticante di Glima sa che la sua zona di sicurezza è dentro la portata efficace della lancia.
La Tattica: Il guerriero avanza (spesso dietro uno scudo), para la punta della lancia e continua ad avanzare, chiudendo la distanza.
Il Clinch: Una volta arrivato al corpo a corpo, il lanciere è quasi indifeso. La sua lancia è un ingombro. Il praticante di Glima può ora applicare qualsiasi tecnica: afferrare l’asta della lancia e usarla come leva per proiettare il lanciere (simile al Bo-jutsu o all’Aikido con il Jo), o semplicemente ignorare la lancia, afferrare il corpo e proiettarlo.
La “Mezza Lancia”: Come i maestri di scherma medievale, un guerriero vichingo esperto poteva usare la Glima con la lancia. Se l’avversario è troppo vicino, invece di gettare l’arma, il guerriero può afferrare la lancia a metà (mezza lancia) e usarla come un bastone corto per colpire, parare e creare leve in combinazione con il suo footwork di Glima.
Arma 4: L’Ascia (Öx) e la Spada (Sverð) – La Lotta nella Distanza dell’Arma Primaria
L’ascia (sia la pesante Breiðöx a due mani che la handsöx a una mano) e la spada (sverð) erano le armi da taglio regine della mischia. La loro interazione con la Glima è una danza ad altissimo rischio di controllo e disarmo.
Glima contro l’Arma (Difesa): Questa è la situazione più pericolosa: disarmato contro un avversario armato di ascia o spada.
Il Principio Tattico: Entrare nell’Arco: Il Lausatök insegna a non indietreggiare di fronte a un colpo. Indietreggiare ti espone alla parte più veloce e pericolosa dell’arma (la testa dell’ascia o l’estremità della spada). La tattica corretta è entrare, muovendosi dentro l’arco del colpo, verso la spalla dell’avversario.
Il Controllo dell’Arma (Vápnastjórn): Una volta dentro, l’obiettivo non è colpire, ma controllare. Il praticante di Glima usa entrambe le mani per afferrare il braccio armato dell’avversario (al polso, al gomito, alla spalla).
Dal Controllo alla Sottomissione: Questo controllo si trasforma immediatamente in una tecnica di Glima:
Una leva al gomito (olnbogalás) o al polso (úlnliðslás) per spezzare il braccio o forzare il disarmo.
Una proiezione d’anca (mjaðmakast), usando il braccio controllato per sbilanciare e atterrare l’avversario.
Una presa al corpo da dietro (Hryggspenna) per sollevare e schiantare l’avversario a terra.
Glima tra Armi (Il Duello/Holmgang): Lo scenario più comune nelle Saghe è il duello (Holmgang) in cui entrambi i combattenti sono armati.
Il “Binding” (Legare le Armi): Le spade o le asce si scontrano e rimangono “legate” (come nella scherma storica).
La Transizione: In questo momento di stallo, il combattimento cessa di essere una scherma e diventa una Glima. I combattenti, ancora con le armi in pugno, si afferrano a vicenda con le mani libere (o con le braccia armate stesse).
La Glima Armata: Si spingono, cercano di sbilanciarsi, usano gli elmi per colpire (testate). L’obiettivo è usare una tecnica di piede del Lausatök per far inciampare l’avversario mentre si è ancora legati.
Esempio: Un guerriero lega la sua spada con quella del nemico. Con la mano sinistra (dello scudo), afferra il collo dell’avversario. Contemporaneamente, usa un Hækjabrögð (sgambetto col tallone) per farlo cadere. Una volta a terra, può finirlo con il Sax o con la spada.
L’ascia e la spada, quindi, non annullano la Glima. Al contrario, il combattimento con queste armi crea costantemente le situazioni di clinch e di stallo che solo la Glima può risolvere.
Parte 5: La Glima come Soluzione all’Armatura (Brynja og Hjálmr)
Forse il ruolo più critico del Lausatök nel contesto bellico non era contro le armi, ma contro l’armatura.
Il Problema dell’Armatura: Un guerriero vichingo di alto rango indossava un hjálmr (elmo) e una brynja (cotta di maglia).
Il Fallimento delle Lame: Un colpo di spada o il fendente di un’ascia sono notoriamente inefficaci contro una cotta di maglia di buona qualità. Le lame non tagliano gli anelli di ferro.
La Glima come Soluzione: Quando un guerriero si trovava di fronte un “carro armato” corazzato, colpirlo con la spada era uno spreco di energia. L’unica soluzione era il Lausatök. Il grappling è la risposta storica e moderna al combattimento contro un avversario corazzato.
La Glima sconfigge l’armatura in tre modi principali:
1. Sconfitta tramite Trauma Cineticico (Forza d’Impatto) L’armatura ferma i tagli, ma non ferma la forza d’impatto (il trauma da corpo contundente).
La Tecnica: Il Grettisfang (il suplex o una proiezione ad alto impatto).
L’Effetto: Un guerriero afferra un avversario in cotta di maglia, lo solleva e lo schianta al suolo (o contro un albero, o il bordo di uno scudo).
Il Risultato: La brynja è intatta, ma l’uomo all’interno ha subito un trauma massiccio. L’impatto con il terreno può causare commozione cerebrale (se l’elmo colpisce), rompere le costole, danneggiare gli organi interni o spezzare il collo. L’armatura non protegge dalla gravità e dalla forza cinetica di una proiezione di Glima.
2. Sconfitta tramite Leva Articolare (Lás) L’armatura protegge il muscolo, ma non l’articolazione.
La Tecnica: Olnbogalás (leva al gomito) o axlarlás (leva alla spalla).
L’Effetto: Le articolazioni (gomito, spalla, ginocchio, polso) sono i punti deboli di qualsiasi armatura. Un praticante di Glima che ottiene il controllo di un arto può applicare una leva.
Il Risultato: La cotta di maglia non può impedire al gomito di iperestendersi. Il guerriero può spezzare il braccio dell’avversario dentro la sua armatura, neutralizzandolo permanentemente.
3. Sconfitta tramite Puntamento (Il Modello “Grettir”) Questo è il metodo più comune: usare la Glima per accedere ai punti deboli.
La Tecnica: Qualsiasi proiezione o takedown del Lausatök per portare l’avversario a terra.
L’Effetto: Una volta che l’avversario corazzato è a terra, è come una tartaruga rovesciata. È pesante e goffo.
La Finalizzazione: Il praticante di Glima ottiene una posizione dominante (come la monta o il ginocchio sullo stomaco). Questo gli dà il tempo e la stabilità per estrarre la sua arma “partner”, il Sax.
Il Risultato: Con l’avversario immobilizzato dalla Glima, il vincitore usa il Sax non per tagliare la brynja, ma per pugnalare nei punti deboli (gaps) che l’armatura non può coprire: l’ascella, l’inguine, la visiera dell’elmo o il collo (tra elmo e brynja).
Contro un avversario corazzato, la Glima non è un’opzione; è l’unica opzione. È il sistema di controllo che permette all’arma (il Sax) di fare il suo lavoro.
Parte 6: Armi Improvvisate – La Filosofia del Lausatök
Infine, il Lausatök, nella sua forma più pragmatica, non fa distinzione tra “disarmato” e “armato”. Fa distinzione tra “vittoria” e “sconfitta”.
L’Esempio di Egil: Come menzionato in precedenza, le Saghe sono piene di eroi che usano armi improvvisate in un contesto di Glima. Egil Skallagrímsson, in più di un’occasione, quando la lotta era contro di lui, ha fatto ricorso a un’arma che portava sempre con sé: i suoi denti. Il suo famoso morso alla gola di Atli è un’applicazione di Lausatök.
Pietre, Bastoni, Elmi: Un guerriero che atterra un avversario può usare una pietra vicina. Può usare il suo stesso elmo (se lo toglie) per colpire.
La Filosofia: L’arma della Glima Lausatök è l’opportunità. Il sistema allena il praticante a usare leve, proiezioni e sbilanciamenti per controllare un avversario, e poi a usare qualsiasi cosa sia a portata di mano (i denti, una pietra, il Sax, il terreno stesso) per finalizzare l’incontro.
Conclusione: L’Arma è il Guerriero
La Glima non ha armi. È l’arte del corpo come arma.
Nello stile Brokartök, questa è una verità filosofica. Il corpo è l’arma, ma è un’arma usata con l’onore (Drengskap) di un cavaliere, per dimostrare superiorità tecnica senza causare danni. L’arma è il “lampo” (glima), la leva, il tempismo. Le armi fisiche (spade, asce) sono state ritualmente bandite da questa “scuola”.
Nello stile Lausatök, questa è una verità pragmatica. Il corpo è l’arma principale, il sistema operativo che non si spegne mai. Le altre armi (ascia, spada, lancia) sono solo “applicazioni” o “strumenti” che questo sistema operativo può eseguire o neutralizzare. La Glima Lausatök è l’arte che permette al guerriero di vincere quando la sua lancia si spezza, quando la sua spada viene parata, quando il suo nemico è troppo vicino o quando la sua armatura rende la sua stessa lama inutile.
L’arma più pericolosa nell’arsenale vichingo non era l’acciaio della sua ascia, ma il guerriero che sapeva cosa fare quando quell’ascia falliva. Quell’abilità era la Glima.
A CHI È INDICATO E A CHI NO
Una Domanda, Due Risposte Nette
Determinare a chi sia indicata la Glima e a chi no è un esercizio complesso che non ammette una risposta univoca. La ragione risiede nel fatto che la “Glima” non è un’arte monolitica, ma un termine ombrello che copre almeno due discipline radicalmente diverse per filosofia, finalità e profilo di rischio: lo stile sportivo Brokartök e lo stile da combattimento Lausatök.
Un individuo che troverebbe la sua vocazione nel Brokartök potrebbe detestare il Lausatök, e viceversa. Il profilo psicologico, fisico e motivazionale del praticante ideale per uno stile è spesso l’esatto opposto di quello per l’altro.
Pertanto, questa analisi deve essere necessariamente divisa. Non stiamo valutando l’idoneità per un’unica arte, ma per due percorsi paralleli che condividono un’antica ascendenza. La scelta di praticare la Glima dipende interamente da ciò che l’individuo cerca: un gioco cavalleresco di abilità e onore, o la ricostruzione pragmatica di un sistema di combattimento per la sopravvivenza.
Parte 1: Il Profilo Ideale – A Chi È Indicato il Brokartök (Lo Stile Sportivo)
Il Brokartök è lo sport nazionale islandese, la Glima del Drengskap (onore) e del Glímubelti (la cintura). È un’arte altamente codificata, sicura e basata sulla tecnica.
1. Il Profilo Psicologico e Filosofico: Il “Cavaliere” Moderno
L’Individuo alla Ricerca del Drengskap: Il Brokartök è indicato per chi è stanco della mentalità del “vincere a tutti i costi” che pervade molti sport moderni. È per l’individuo che pone l’onore, il rispetto e la correttezza al di sopra della vittoria stessa. Il rituale di aiutare l’avversario a rialzarsi dopo ogni proiezione non è un optional, è il cuore dell’arte. È indicato per chi cerca un’arte marziale che costruisca il carattere prima dei muscoli.
Il Praticante Comunitario: A differenza di discipline più individualiste, la Glima Brokartök è profondamente comunitaria. È per chi cerca un legame sociale, un senso di appartenenza a una squadra (hópur) e un ambiente di allenamento basato sulla fiducia reciproca (traust) e sulla cooperazione, anche in un contesto competitivo.
Il Paziente e il Pensatore: L’arte è un gioco di scacchi fisico. La presa fissa (Tök) e il movimento costante (Stigandi) possono essere frustranti per l’impaziente. È indicata per l’individuo metodico, che apprezza la profondità tecnica, che ama studiare il tempismo (tímasetning) e la leva (stöng), e che trova piacere nella “conversazione” tattile della presa piuttosto che nell’esplosione caotica.
2. Il Profilo Fisico: L’Atleta dell’Equilibrio
Chi Padroneggia l’Equilibrio e il Core: Il Brokartök non premia la forza bruta massimale. Un uomo muscoloso che cerca di “sollevare” l’avversario sarà facilmente sconfitto. È indicato per chi ha, o vuole sviluppare, un Jafnvægi (equilibrio) eccezionale. L’intera arte si basa sulla forza del core e sulla stabilità posturale.
L’Atleta Veloce e Coordinato: Il nome Glima (“lampo”) lo suggerisce. L’arte è per chi apprezza la velocità esplosiva, il footwork agile e la coordinazione fine. È un’arte di tempismo, non di potenza. Atleti provenienti dalla danza, dalla ginnastica o da altre arti di lotta basate sulla proiezione (come il Judo) si troveranno a proprio agio.
Chi Cerca un Allenamento Completo e Sicuro: Essendo uno sport codificato con regole severe contro le prese pericolose e la lotta a terra, il Brokartök è un allenamento per tutto il corpo relativamente sicuro. È indicato per persone di tutte le età che desiderano un’attività fisica esigente, ma con un rischio di infortunio controllato (inferiore, ad esempio, al rugby o all’MMA).
3. Il Profilo Motivazionale: L’Appassionato di Cultura
L’Islandofilo e l’Appassionato di Storia: È il percorso ideale per chi è affascinato dalla cultura islandese e dalla storia vichinga, ma che non è interessato alla violenza del combattimento. È per chi ha letto le Saghe di Gunnar Hámundarson e vuole praticare l’arte dell’atleta-cavaliere, non del berserker.
Il Lottatore di Altre Discipline (Judo, Aikido): È indicato per i praticanti di altre arti marziali (specialmente Judo e Aikido) interessati a un crossover culturale. Troveranno concetti familiari (proiezioni, equilibrio, cadute) applicati in un contesto di regole completamente nuovo e affascinante.
Parte 2: Le Controindicazioni – A Chi NON È Indicato il Brokartök
Nonostante la sua nobiltà, il Brokartök è una delusione per molti.
1. Il Profilo Psicologico: Il Combattente “Puro”
Chi Cerca l’Autodifesa “da Strada”: La controindicazione è assoluta. Il Brokartök è inutile per l’autodifesa. Le sue regole (presa fissa, postura eretta, divieto di lotta a terra) sono l’esatto opposto di ciò che serve in uno scontro reale. Chi si iscrive pensando di imparare a “combattere come un vichingo” rimarrà profondamente deluso.
Il Praticante di MMA o BJJ: Questo individuo sarà probabilmente frustrato a morte. La domanda “Perché non posso rompere la presa?”, “Perché non posso andare a terra?”, “Perché devo stare dritto?” renderà la pratica insopportabile. L’assenza di sottomissioni e di lotta a terra lo rende un’arte “incompleta” ai loro occhi.
L’Ego Competitivo: Chi è motivato solo dalla vittoria e vede l’avversario come un “nemico” troverà il Drengskap soffocante. L’obbligo di aiutare l’avversario a rialzarsi è l’antitesi dell’esultanza aggressiva.
2. Il Profilo Fisico: L’Atleta “Statico”
Chi Basa Tutto sulla Forza Bruta: Il bodybuilder o il powerlifter che cerca di applicare la sua forza massimale nel Brokartök si troverà perennemente sbilanciato e proiettato da avversari più piccoli ma più veloci. La forza che non è integrata nel core e nel tempismo è inutile.
L’Individuo Impaziente: Chi non ha la pazienza di padroneggiare il footwork (lo Stigandi) e la sensibilità tattile (il Tök) si annoierà. Non c’è una gratificazione immediata di potenza.
3. Il Profilo Motivazionale: L’Estremista
Chi Cerca il “Vero” Combattimento Vichingo: L’appassionato di cultura pop (ispirato da serie TV o videogiochi) che cerca il fango, il sangue e le asce, troverà il Brokartök una versione “annacquata” e quasi “femminile” di ciò che si aspettava. Cerca l’arte di Grettir, ma trova quella di Gunnar.
Parte 3: Il Profilo Ideale – A Chi È Indicato il Lausatök (Lo Stile da Combattimento)
Il Lausatök (“Presa Libera”) è l’altra metà della Glima. È l’arte da combattimento delle Saghe, ricostruita modernamente dai gruppi HEMA e di rievocazione. È caotica, pragmatica e pericolosa.
1. Il Profilo Psicologico e Filosofico: Il Ricercatore-Guerriero
L’Appassionato di HEMA e il Ricostruttore: Questo è il candidato numero uno. È l’individuo che pratica la Scherma Storica (HEMA) e si chiede: “Cosa succede quando perdo la spada?”. È il rievocatore vichingo che vuole capire l’autenticità del combattimento sul campo di battaglia.
Il Ricercatore Pragmatico: È indicato per chi ha una mentalità da “ingegnere inverso”. Il Lausatök è un’arte frammentata e ricostruita. È per chi ama il processo di ricerca, sperimentazione e fallimento, piuttosto che ricevere un curriculum già pronto e infallibile.
Il Praticante “Senza Filtri”: È per chi cerca l’efficacia marziale senza i fronzoli dell’onore sportivo. È per l’individuo che vuole capire come Egil Skallagrímsson poteva mordere la gola di un nemico, come si applica una leva per spezzare un braccio, come ci si integra con un coltello (Sax).
2. Il Profilo Fisico: L’Atleta Resiliente
Chi Ha un’Alta Tolleranza al Dolore e al Disagio: Il Lausatök non ha il belti o le glímuskór. Si pratica spesso con abiti ruvidi (tuniche di lana) o in “No-Gi” (rashguard). Si lotta su materassini, ma anche su erba o terra. È un’arte di prese al collo, leve dolorose e cadute ad alto impatto (come i suplex). È indicata per chi accetta il dolore e il disagio come parte del processo di apprendimento.
Il Praticante Robusto: A differenza del Brokartök, qui la forza fisica e la potenza esplosiva sono un vantaggio enorme. La capacità di sollevare e schiantare un avversario (Grettisfang) è una tecnica centrale. È per chi ha una costituzione robusta e una buona base di forza.
3. Il Profilo Motivazionale: Il Lottatore Pragmatico
L’Appassionato di MMA/BJJ/Lotta: Ironia della sorte, la persona non indicata per il Brokartök è il candidato ideale per il Lausatök.
Il Lottatore di BJJ: Troverà un mondo familiare di leve (Lás) e strangolamenti (Taka), ma applicato in un contesto diverso (partenza in piedi, integrazione con armi).
Il Lottatore (Wrestler): Troverà la sua casa nel clinch, nei takedown alle gambe e nelle proiezioni ad alto impatto.
Il Praticante di MMA: Apprezzerà il concetto di “combattimento totale” (integrazione di colpi, lotta e finalizzazioni) che il Lausatök storico rappresenta.
Parte 4: Le Controindicazioni – A Chi NON È Indicato il Lausatök
Il Lausatök è tanto affascinante quanto pericoloso e non è per tutti.
1. Il Profilo Psicologico: Il Cercatore di Sicurezza
Chi Teme il Caos e l’Infortunio: Il Lausatök è, per sua natura, caotico. Non c’è una presa fissa. Le tecniche sono progettate per ferire (leve, strangolamenti). Sebbene l’allenamento moderno sia fatto in sicurezza, il rischio di infortunio è intrinsecamente molto più alto che nel Brokartök. Non è indicato per chi cerca un passatempo rilassante o per chi ha paura del contatto fisico intenso.
Il Praticante di Brokartök “Puro”: Chi si è innamorato del Drengskap, dell’eleganza e della sicurezza del Brokartök, troverà il Lausatök barbaro, rozzo e privo di onore.
2. Il Profilo Fisico: Le Controindicazioni Mediche
Questa è la controindicazione più importante e non negoziabile.
Chi ha Infortuni Pregressi: Il Lausatök è assolutamente controindicato per chiunque abbia problemi cronici o acuti a collo, schiena (in particolare ernie discali) o ginocchia. Le proiezioni ad alto impatto (come i suplex), gli atterramenti non controllati e le leve articolari applicate con forza possono essere catastrofici per articolazioni già compromesse.
Chi Ha una Bassa Tolleranza all’Impatto: Le cadute non sono sempre i breakfall puliti del Brokartök. Sono “cadute da combattimento”. Chi non è fisicamente e mentalmente preparato all’impatto violento dovrebbe evitare questo stile.
3. Il Profilo Motivazionale: Chi Cerca la “Verità” Codificata
L’Allievo che Cerca il “Maestro”: Come discusso, il Lausatök non ha una “casa madre” o un curriculum unificato. È un’arte ricostruita. Chi cerca un Sensei che detenga la “verità” e un chiaro percorso di cinture (bianca, blu, nera) sarà frustrato. Troverà invece istruttori che sono, prima di tutto, ricercatori, che spesso dicono “non lo sappiamo per certo, ma questa è la nostra migliore interpretazione”.
Conclusione: I Due Sentieri della Glima
In conclusione, la Glima offre due sentieri che si rivolgono a due tipi di persone fondamentalmente diverse:
1. Il Brokartök è indicato per il “Cavaliere”. È per l’individuo che cerca l’auto-perfezionamento morale attraverso un’attività fisica. È per chi valorizza la comunità, il rispetto, la sicurezza e la profondità tecnica di un “gioco” sportivo. L’obiettivo è il Drengskap: diventare una persona migliore attraverso la pratica dell’onore.
2. Il Lausatök è indicato per il “Ricercatore-Guerriero”. È per l’individuo che cerca l’autenticità storica attraverso la sperimentazione marziale. È per chi valorizza l’efficacia, la resilienza, l’intensità e la comprensione pragmatica del combattimento. L’obiettivo è l’Árangur: capire come vincere in uno scontro senza regole.
La scelta non è tra uno stile “migliore” e uno “peggiore”, ma tra due filosofie che rispondono a due domande diverse: “Come posso vincere con onore?” o “Come posso sopravvivere?”.
CONSIDERAZIONI SULLA SICUREZZA
La Doppia Natura della Sicurezza nella Glima
Affrontare il tema della sicurezza nella Glima significa comprendere due paradigmi di rischio distinti. Qualsiasi arte di lotta comporta un rischio intrinseco di infortunio, ma la Glima, essendo divisa negli stili di Brokartök e Lausatök, presenta due profili di sicurezza completamente diversi. Le metodologie per prevenire gli infortuni sono, di conseguenza, specifiche per lo stile praticato.
Per il praticante, la sicurezza non è un concetto passivo, né una responsabilità esclusiva dell’istruttore (kennari). È un’abilità attiva, un insieme di metodologie e una responsabilità personale e condivisa. Nel Brokartök, la sicurezza è integrata nel sistema stesso; le regole sono i protocolli di sicurezza, nate dalla filosofia del Drengskap (onore). Nel Lausatök, un’arte da combattimento ricostruita, la sicurezza non risiede nelle regole (che sono poche), ma in una metodologia di allenamento rigorosa e cooperativa.
Questo capitolo è rivolto al praticante attivo e analizza le azioni concrete e le metodologie da adottare durante la pratica per minimizzare i rischi e garantire la longevità nell’arte.
Parte 1: Il Fondamento Universale – La Preparazione (Upphitun)
Indipendentemente dallo stile, la singola causa più comune di infortuni (strappi muscolari, distorsioni) è una preparazione fisica inadeguata. Un praticante non può entrare in un Glímu-tök (sparring) o in un drill tecnico senza una preparazione fisica e mentale. Il riscaldamento (Upphitun) non è un optional.
Riscaldamento Generale vs. Specifico
Il riscaldamento generale (corsa leggera, jumping jack) serve ad aumentare la temperatura corporea e il flusso sanguigno. Ma la vera prevenzione degli infortuni risiede nel riscaldamento specifico (Sértæk Upphitun). Il vostro riscaldamento deve preparare le articolazioni e gli schemi motori specifici della Glima.
Mobilità Articolare (Liðleiki): Le articolazioni fredde sono rigide e vulnerabili.
Fianchi (Mjaðmir): La Glima (specialmente il Brokartök) è un’arte basata sulle anche. Esercizi come circonduzioni delle anche, leg swing e affondi profondi sono essenziali per preparare l’articolazione coxo-femorale alle rotazioni esplosive del Launamenn (proiezione d’anca) o del Krossbragð (sgambetto incrociato).
Colonna Vertebrale (Hryggur): La torsione è costante. Rotazioni del busto, flessioni laterali e “cat-cow” (flesso-estensione della colonna) preparano i muscoli intervertebrali e il core.
Spalle (Axlir): Cruciali per la caduta (Falla). Rotazioni delle braccia e circonduzioni controllate.
Caviglie (Ökklar): Il Stigandi (il passo) richiede caviglie mobili e stabili. Rotazioni delle caviglie e sollevamenti sui polpacci sono necessari.
Attivazione Neuromuscolare: Il corpo deve “ricordare” i movimenti prima di eseguirli sotto stress.
Pratica dello Stigandi (Solo): Muoversi in cerchio, praticando il footwork del Brokartök senza partner. Questo attiva i propriocettori e prepara al ritmo della lotta.
Pratica della Postura (Lausatök): Praticare in solitaria i cambi di livello e i movimenti di ingresso per i takedown alle gambe, preparando le ginocchia e la schiena allo sforzo.
Parte 2: Il Pilastro della Sicurezza – L’Arte di Cadere (Að Falla)
Questa è la considerazione di sicurezza più importante in assoluto, specialmente nel Brokartök, dove si viene proiettati costantemente. La caduta non è un fallimento; è un’abilità (bragð) tanto quanto la proiezione. Un praticante che non padroneggia la caduta è un pericolo per sé stesso e per i suoi compagni.
La Responsabilità dell’Uke (Chi Riceve)
Voi, come Uke (colui che riceve la tecnica), siete attivamente responsabili della vostra sicurezza.
Protezione della Testa (Höfuðvörn): La regola non negoziabile. Nell’istante in cui percepite la perdita di equilibrio, il mento deve andare sul petto. Questo impedisce alla testa di colpire il suolo e previene le commozioni cerebrali.
Non Resistere alla Caduta (Combattere la Gravità): L’infortunio più comune (distorsioni al ginocchio, alla caviglia) avviene quando un praticante combatte la proiezione. Se il vostro equilibrio è compromesso, non cercate di “piantare” un piede per salvarvi. Accettate la caduta. Rilassatevi e fidatevi della vostra tecnica di caduta. Un corpo teso si spezza; un corpo rilassato dissipa l’energia.
Brjóta Fallið (“Rompere la Caduta”): La tecnica del breakfall (battere il suolo) è vitale.
Come: Si colpisce il materassino con l’intero avambraccio e il palmo della mano, con un angolo di circa 45 gradi rispetto al corpo.
Cosa Non Fare: Non cadete mai sul gomito, sul polso o con il pugno chiuso. Non atterrate con il braccio teso dietro di voi (rischio di lussazione della spalla).
Perché: L’impatto sonoro della mano sul materassino è il suono dell’energia cinetica che viene dissipata, salvando le vostre costole e i vostri organi interni.
Rotolamento (Rúllun): Atterrate sulla parte carnosa della schiena o del fianco e usate lo slancio per rotolare, piuttosto che atterrare “piatti”.
Un praticante deve dedicare almeno il 10% di ogni sessione alla pratica attiva delle cadute, fino a quando non diventano un riflesso incondizionato.
Parte 3: Sicurezza nel Brokartök – L’Etica del Controllo
Lo stile Brokartök è intrinsecamente progettato per la sicurezza. Le sue regole sono protocolli di sicurezza. Come praticante, la vostra sicurezza e quella del vostro partner dipendono dal rispetto di queste regole, che sono l’applicazione fisica del Drengskap (onore) e dello Sjálfstjórn (autocontrollo).
La Responsabilità del Tori (Chi Esegue)
Voi, come Tori (colui che esegue la proiezione), siete responsabili del vostro partner.
Non Usare la Forza Bruta: Il Glímubelti vi dà prese perfette. La tentazione, specialmente per i principianti, è di usare la forza muscolare per strappare e tirare. Questo è pericoloso e inefficiente. La sicurezza deriva dall’usare il “lampo” (glima): la tecnica, il tempismo e la leva. Se state usando la forza, state sbagliando (e rischiate di infortunare il vostro partner per eccesso di potenza).
Controllare l’Atterraggio: Il vostro obiettivo è una proiezione pulita, non un’annientamento. Nelle tecniche potenti come il Launamenn (proiezione d’anca), non dovete “schiantare” il partner al suolo. Dovete guidare la sua caduta, mantenendo la presa sul belti per controllare la sua discesa, per quanto possibile.
Il Divieto di “Driving Through”: Non “guidate attraverso” l’avversario dopo che è caduto. La lotta si ferma istintivamente nel momento in cui l’avversario tocca terra.
La Sicurezza nell’Equipaggiamento
Il Vostro Belti: Un Glímubelti difettoso (cuoio crepato, rivetti allentati) è un grave rischio. Se si rompe a metà di una proiezione, entrambi i praticanti possono cadere in modo incontrollato. La manutenzione dell’equipaggiamento è una considerazione di sicurezza primaria.
Le Glímuskór: Le scarpe morbide sono obbligatorie per una ragione. Praticare il Brokartök (con i suoi fótbrögð, tecniche di piede) con scarpe da ginnastica o, peggio, a piedi nudi (rischio di dita rotte) è una violazione della sicurezza. Le glímuskór proteggono i piedi e, soprattutto, proteggono gli stinchi e le caviglie del vostro partner.
Il Rituale come Sicurezza L’atto rituale di aiutare il partner a rialzarsi dopo ogni proiezione non è solo una formalità. È un protocollo di sicurezza attivo. È un “check-in” fisico e mentale. Permette a entrambi i praticanti di resettare, assicura che il partner caduto stia bene e rinforza la mentalità cooperativa che previene l’escalation aggressiva.
Parte 4: Sicurezza nel Lausatök – La Gestione del Rischio Marziale
Il Lausatök è un’arte da combattimento. Il suo profilo di rischio è ordini di grandezza superiore a quello del Brokartök. Le tecniche sono progettate per rompere articolazioni e strangolare.
Qui, la sicurezza non deriva da regole restrittive, ma da una metodologia di allenamento rigorosa, consensuale e cooperativa. Il praticante di Lausatök deve avere un livello di autocontrollo e consapevolezza ancora più elevato.
La Regola d’Oro: Il “Tap” (Að “Tappa”)
Il “tap” (battere sul partner, sul materassino o dire verbalmente “tap” o “stopp”) è il contratto sacro del Lausatök.
La Vostra Responsabilità (come Uke): Tappate presto e spesso. Il “tap” non è una sconfitta; è un riconoscimento che la tecnica è stata applicata correttamente. Non c’è eroismo nel resistere a una leva articolare fino al punto di rottura. State solo ritardando il vostro allenamento di sei mesi (il tempo di guarigione).
La Vostra Responsabilità (come Tori): Rispettate il “tap” istantaneamente. Non appena lo sentite o lo percepite, la vostra presa deve rilasciarsi completamente. Mantenere la presa per un secondo in più è una violazione della fiducia e il modo più rapido per ferire un partner e perdere il rispetto della palestra.
Metodologia di Sicurezza per le Leve Articolari (Lás)
Le leve (lás) come l’Olnbogalás (armbar/leva al gomito) o l’Axlarlás (shoulder lock/leva alla spalla) sono pericolose.
Applicazione Controllata: In allenamento (æfing), le leve non si applicano mai in modo esplosivo (come si farebbe in un combattimento reale). Si applicano lentamente, fluidamente e con controllo.
Cercare la Posizione, Non la Sottomissione: Il vostro obiettivo nel drill non è “rompere” il braccio, ma “raggiungere la posizione” da cui potreste rompere il braccio. Una volta assicurata la posizione di leva, applicate la pressione gradualmente, dando al vostro partner tutto il tempo di tappare.
Non Torcere e Tirare: Le articolazioni (specialmente ginocchia e spalle) sono deboli contro le forze di torsione. Siate estremamente cauti con qualsiasi leva che torce un’articolazione (es. heel hook, sebbene non tipico della Glima, o kimura/axlarlás).
Metodologia di Sicurezza per gli Strangolamenti (Taka)
Distinguere Sanguigno da Aereo: Voi e i vostri partner dovete conoscere la differenza.
Strangolamenti Sanguigni (Blóðtaka): (Es. Rear Naked Choke). Comprimono le arterie carotidi. Sono (relativamente) sicuri da praticare, poiché portano alla perdita di coscienza in 6-10 secondi. Il “tap” è essenziale.
Strangolamenti Aerei (Kverkatök): Comprimono la trachea (le vie aeree). Questi sono estremamente pericolosi. Possono schiacciare la cartilagine, sono dolorosi e richiedono molto più tempo per funzionare. Come regola generale di sicurezza, gli strangolamenti aerei non dovrebbero mai essere applicati con piena forza in allenamento. Si praticano la posizione e il controllo, ma non la compressione.
Metodologia di Sicurezza per le Proiezioni (Köst)
Il Lausatök include proiezioni ad alto impatto (es. suplex o Grettisfang) progettate per atterrare l’avversario sulla testa o sulla schiena.
Il Divieto Assoluto di “Spiking”: Proiettare un avversario sulla testa o sul collo è vietato in qualsiasi allenamento responsabile. È un tentato omicidio, non una tecnica di allenamento.
Allenare per Parti: Queste tecniche pericolose devono essere scomposte.
Si Pratica l’Ingresso: L’ingresso e la presa (es. il body lock da dietro).
Si Pratica il Sollevamento (Lyfta): Si solleva l’avversario solo di pochi centimetri e lo si riaccompagna a terra.
Si Pratica l’Atterraggio (Simulato): L’atterraggio viene trasformato. Invece di un suplex all’indietro, il Tori guida la proiezione lateralmente, facendo rotolare l’avversario sulla propria spalla per un atterraggio sicuro sul fianco o sulla schiena.
La Gestione dello Sparring (Glímu-tök) Lo sparring di Lausatök è la fase a più alto rischio. La sicurezza qui è un contratto verbale.
Definire le Regole: Prima che due praticanti inizino, devono concordare le regole. “Solo lotta?”, “Catch-and-release (si rilascia la sottomissione appena ottenuta) o si tappa?”, “Intensità al 50% o al 70%?”.
La Responsabilità dell’Esperto: Se state lottando con un principiante, la vostra responsabilità per la sicurezza è al 100%. Il vostro obiettivo non è “vincere”, ma “controllare” la lotta e dare al principiante un’esperienza di apprendimento sicura.
Conclusione: La Sicurezza come Responsabilità Condivisa (Sameiginleg Ábyrgð)
La sicurezza nella Glima non è un singolo oggetto, ma una cultura. La vostra longevità in quest’arte non dipende da quanto siete forti, ma da quanto siete intelligenti.
Nel Brokartök, la sicurezza è una filosofia. È praticare l’autocontrollo (Sjálfstjórn) per proteggere il vostro partner, rispettando le regole che sono state progettate per questo scopo.
Nel Lausatök, la sicurezza è una metodologia. È praticare la cooperazione nel caos, fidarsi del proprio partner, tappare presto e rispettare il tap altrui istantaneamente.
In entrambi gli stili, la sicurezza inizia con un riscaldamento intelligente e specifico, è radicata nella padronanza della caduta, e dipende, in ultima analisi, dalla vostra capacità di essere un partner di allenamento responsabile, non solo un avversario.
CONTROINDICAZIONI
Valutare l’Idoneità alla Pratica
L’avvicinamento a qualsiasi arte marziale o sport da combattimento richiede un’onesta e rigorosa valutazione della propria idoneità fisica e psicologica. La Glima, in particolare, presenta una sfida unica a causa della sua netta divisione stilistica. Non esiste un’unica risposta alla domanda “Chi non dovrebbe praticare la Glima?”, poiché le controindicazioni per lo stile sportivo Brokartök (basato sull’onore e sul controllo) sono nettamente diverse da quelle per lo stile da combattimento Lausatök (basato sull’efficacia marziale e ad alto impatto).
Questo capitolo è rivolto al potenziale allievo e analizza le condizioni preesistenti, sia fisiche che psicologiche, che possono rendere la pratica della Glima sconsigliabile o, in alcuni casi, assolutamente pericolosa. L’informazione che segue ha uno scopo puramente informativo e non sostituisce in alcun modo una consultazione medica specialistica. Qualsiasi individuo con una condizione preesistente deve obbligatoriamente consultare un medico e un fisioterapista, spiegando nel dettaglio le sollecitazioni dell’arte (torsioni, proiezioni, impatti, leve articolari), prima di iniziare qualsiasi forma di allenamento.
Parte 1: Controindicazioni Assolute – Condizioni che Sconsigliano Qualsiasi Forma di Glima
Esistono alcune condizioni mediche preesistenti così significative da rendere la pratica di qualsiasi stile di Glima, incluso il “sicuro” Brokartök, un rischio ingiustificabile. Queste condizioni sono generalmente sistemiche o strutturali e sono incompatibili con un’attività che prevede cadute, torsioni e picchi di sforzo anaerobico.
Condizioni Cardiovascolari Gravi e non Controllate
La Glima, specialmente nel Brokartök, è definita dal suo nome (“lampo”). Non è uno sport di resistenza lenta, ma di sforzi anaerobici esplosivi. L’esecuzione di un Bragð (tecnica) o la resistenza isometrica della presa (Tök) provocano rapidi e intensi picchi di pressione sanguigna.
Patologie Specifiche: Individui con ipertensione grave non controllata, cardiomiopatie, aritmie note (come la fibrillazione atriale non gestita) o una storia recente (ultimi 6-12 mesi) di infarto del miocardio o ictus.
Perché è Controindicato: Il picco di sforzo (manovra di Valsalva) richiesto per una proiezione o per resistere a una presa può essere sufficiente a innescare un evento cardiaco acuto.
Osteoporosi Severa
La prima e più fondamentale abilità che si apprende nella Glima è Að Falla (l’arte di cadere). La pratica consiste nel cadere e rialzarsi, ripetutamente.
Patologie Specifiche: Osteoporosi conclamata o osteopenia grave.
Perché è Controindicato: Le ossa fragili sono incompatibili con l’impatto di un breakfall (caduta controllata). Anche una caduta tecnicamente perfetta, progettata per dissipare l’energia, può causare fratture (al polso, all’anca, alla spalla o alle vertebre) in un individuo con una densità ossea compromessa.
Disturbi della Coagulazione (Emofilia)
La Glima è uno sport di contatto. Anche nel Brokartök, il contatto fisico è costante, le prese sono salde e gli impatti (anche se controllati) sono inevitabili.
Patologie Specifiche: Emofilia o altri disturbi gravi della coagulazione.
Perché è Controindicato: Il rischio di emorragie interne, ematomi muscolari profondi o sanguinamento articolare (emartro) a seguito di un impatto minore o di una torsione è troppo elevato.
Instabilità Spinale Grave
Questa è una controindicazione meccanica fondamentale. La Glima, in tutti i suoi stili, sottopone la colonna vertebrale a forze significative di torsione, compressione e flessione.
Patologie Specifiche: Spondilolistesi attiva (scivolamento di una vertebra), fratture vertebrali recenti, fusione spinale (artrodesi) recente o instabile, stenosi spinale grave.
Perché è Controindicato: Qualsiasi proiezione (Kast) comporta un impatto sulla schiena, e le tecniche di torsione (come l’Hálfmáni o il Launamenn) applicano forze di taglio dirette alla colonna. Per chi ha un’instabilità strutturale, il rischio di danni neurologici permanenti è inaccettabile.
Disturbi Neurologici non Controllati
Patologie Specifiche: Epilessia non controllata farmacologicamente.
Perché è Controindicato: Lo sforzo fisico intenso, lo stress dello sparring (Glímu-tök) o persino l’impatto di una caduta potrebbero agire da trigger per una crisi epilettica. Avere una crisi mentre si è bloccati in una presa o a mezz’aria durante una proiezione è un rischio catastrofico per il praticante e per il suo partner.
Parte 2: Controindicazioni Specifiche per il Brokartök (Stile Sportivo)
Il Brokartök è progettato per la sicurezza. Le sue regole (presa fissa, niente lotta a terra, niente leve) eliminano molte delle cause di infortunio comuni in altre arti di lotta. Tuttavia, le sue regole uniche creano sollecitazioni specifiche che rendono la pratica sconsigliata a chi ha debolezze in quelle aree.
Instabilità Cronica delle Ginocchia
Questa è forse la controindicazione più comune per il Brokartök.
Patologie Specifiche: Storia di lesioni ai legamenti (LCA, LCP, collaterali), lesioni meniscali non risolte, condropatia grave.
Perché è Controindicato: Il Brokartök si basa sullo Stigandi, un movimento circolare costante, spesso con il peso su una gamba. Questo pone un’enorme sollecitazione torsionale e di taglio sul ginocchio. Inoltre, molte tecniche fondamentali sono attacchi diretti alle gambe:
Krossbragð (Sgambetto Incrociato): Comporta una falciata contro lo stinco o il lato del ginocchio.
Hækjabrögð (Sgambetto col Tallone): Blocca la gamba, creando un fulcro contro cui il corpo viene proiettato. Se il ginocchio è instabile, queste tecniche (anche se applicate correttamente) possono facilmente portare a una nuova lesione o a un peggioramento di quella esistente.
Instabilità Cronica delle Caviglie
Patologie Specifiche: Distorsioni frequenti, legamenti della caviglia lassi.
Perché è Controindicato: Simile al ginocchio. Lo Stigandi richiede un footwork agile e costante su una superficie piana. Le tecniche di Hækjabrögð e Sniðbragð (taglio) applicano forze dirette all’articolazione della caviglia. Una caviglia instabile cederà sotto questa pressione, portando a distorsioni continue.
Patologie della Spalla (Instabilità Cronica)
Patologie Specifiche: Lussazioni ricorrenti della spalla.
Perché è Controindicato: Sebbene il Brokartök vieti le leve articolari (Lás), la tecnica fondamentale di caduta (Falla) richiede un breakfall (battere il braccio). Questo atto, se eseguito in modo errato o sotto la forza di una proiezione potente, può facilmente causare una lussazione in un’articolazione già compromessa. La presa fissa (Tök) impone anche uno stress isometrico costante sulla cuffia dei rotatori.
Condizioni Lombari Croniche (Parte Bassa della Schiena)
Patologie Specifiche: Ernia del disco (lombare) attiva o recente, sciatica cronica.
Perché è Controindicato: La postura eretta e la presa fissa del Brokartök impongono un carico isometrico e torsionale costante sulla regione lombare. I praticanti devono resistere alla trazione dell’avversario usando il core. Tecniche come il Launamenn (proiezione d’anca) richiedono una rotazione esplosiva dei fianchi e della parte bassa della schiena. Questi movimenti possono aggravare gravemente una condizione discale esistente.
Parte 3: Controindicazioni Assolute e Relative per il Lausatök (Stile da Combattimento)
Se le controindicazioni per il Brokartök sono legate allo stress specifico delle sue regole, quelle per il Lausatök sono legate alla sua natura di arte da combattimento totale. Il Lausatök include prese libere, proiezioni ad alto impatto (come i suplex), leve articolari e strangolamenti. Qui, le controindicazioni diventano molto più severe e numerose.
Qualsiasi Patologia della Colonna Cervicale (Collo)
Questa è la controindicazione assoluta numero uno per il Lausatök.
Patologie Specifiche: Ernie discali cervicali, stenosi cervicale, storia di “colpi di frusta” (whiplash) gravi, instabilità vertebrale cervicale.
Perché è Assolutamente Controindicato: Il Lausatök attacca attivamente il collo.
Strangolamenti (Kverkatök): La pratica include strangolamenti sanguigni e aerei. Questi applicano una pressione immensa sulle strutture del collo.
Prese alla Testa: Molte proiezioni si impostano controllando la testa (head-lock, collar tie).
Proiezioni ad Alto Impatto: Tecniche come il Grettisfang (suplex o Kastabragð) sono progettate per atterrare l’avversario sulla parte alta della schiena e sulle spalle, creando un rischio enorme di impatto e compressione cervicale, anche quando praticate su un materassino. Iniziare a praticare Lausatök con un collo compromesso è un rischio inaccettabile di paralisi o danni neurologici.
Qualsiasi Patologia Discale della Colonna (Lombare o Toracica)
Patologie Specifiche: Ernia del disco, sciatica.
Perché è Assolutamente Controindicato: A differenza del Brokartök, le proiezioni del Lausatök sono ad alta ampiezza. Il praticante non solo cade, ma viene lanciato. L’impatto di un suplex o di un takedown in stile lotta libera su una colonna vertebrale con un disco già compromesso può essere catastrofico.
Ipermobilità Articolare e Instabilità Cronica
Patologie Specifiche: Sindrome di Ehlers-Danlos, ipermobilità articolare generalizzata, storia di lussazioni multiple (gomito, spalla, ginocchio).
Perché è Assolutamente Controindicato: Il Lausatök è un’arte basata sulle Lás (leve articolari). Il suo scopo è trovare e iperestendere le articolazioni. Se le articolazioni di un individuo sono già naturalmente instabili o ipermobili, non c’è “margine di sicurezza”. Sarà quasi impossibile per il praticante distinguere tra una leva applicata e il normale raggio di movimento, e sarà estremamente facile per un partner di allenamento causare una lussazione o un danno grave senza nemmeno applicare una forza significativa.
Sindrome Post-Concussiva o Storia di Concussioni Multiple
Patologie Specifiche: Qualsiasi individuo che si sta riprendendo da una commozione cerebrale o che ha una storia di TBI (Trauma Cranico) multipli.
Perché è Controindicato: Il rischio di impatto accidentale alla testa nel Lausatök non è trascurabile. Le cadute sono dure, il ground and pound (colpi a terra) può essere simulato e il clinch è violento. Il cervello ha bisogno di un recupero completo e qualsiasi ulteriore trauma può portare a danni a lungo termine (CTE – Encefalopatia Traumatica Cronica).
Parte 4: Controindicazioni Psicologiche e Motivazionali
Infine, esistono controindicazioni non fisiche. L’idoneità a un’arte marziale dipende anche dalla mentalità del potenziale allievo.
L’Ego Incontrollato e l’Aggressività (Il “Bullo”)
Questa è una controindicazione per la sicurezza degli altri praticanti.
Controindicato per il Brokartök: L’intera arte è costruita sul Drengskap. Un individuo con un ego ipertrofico, che non sa perdere, che usa la forza eccessiva e che si rifiuta di rispettare il rituale (come aiutare il partner a rialzarsi) è un cancro per la palestra. Viola la filosofia dell’arte e verrà inevitabilmente allontanato.
Controindicato per il Lausatök: In un’arte pericolosa come il Lausatök, un ego incontrollato è una vera e propria arma. È l’individuo che non “tappa” (non si arrende) per orgoglio (rischiando l’infortunio) o, peggio, che applica una leva o uno strangolamento con troppa forza o troppo a lungo, ferendo deliberatamente i compagni di allenamento. Le palestre serie di HEMA e Lausatök hanno una politica di tolleranza zero per questo comportamento.
La Paura Estrema del Contatto Fisico o del Dolore
Controindicazione: Una normale apprensione è sana e viene superata con l’allenamento (specialmente la paura di cadere). Ma una vera e propria fobia del contatto fisico, del dolore o della caduta può rendere l’apprendimento impossibile.
Perché: La Glima è un’arte di lotta. Il contatto è al 100%. Il feedback è il dolore (nel Lausatök) o la caduta (nel Brokartök). Se questa risposta genera panico, il praticante non può imparare e diventa un pericolo per sé stesso, irrigidendosi e causando infortuni.
La Ricerca dell’Efficacia Immediata (La “Pillola Magica”)
Controindicazione: Individui che cercano di imparare a “combattere come un vichingo” in un fine settimana, ispirati da un film.
Perché (Brokartök): Saranno profondamente delusi. Troveranno un’arte lenta, tecnica e filosofica (lo Stigandi) che ha zero applicazioni di autodifesa.
Perché (Lausatök): Saranno sopraffatti. Troveranno un’arte complessa, frammentata e fisicamente estenuante che richiede anni di studio (tra fonti storiche e pratica fisica) per essere compresa.
Il Rifiuto della Cooperazione
Controindicazione: L’individuo “solitario” che vuole solo colpire un sacco o praticare forme.
Perché: La Glima non ha forme solitarie (kata). È un’arte dialogica. L’apprendimento avviene solo attraverso la pratica cooperativa con un partner. Richiede fiducia e la capacità di essere sia un buon Tori (esecutore) che un buon Uke (ricevente).
Conclusione: La Consultazione come Atto di Responsabilità
Determinare la propria idoneità alla Glima è il primo atto di intelligenza marziale. Se il Brokartök esclude principalmente coloro che hanno problemi cronici alle articolazioni inferiori (ginocchia, caviglie) e alla zona lombare a causa del suo footwork torsionale unico, il Lausatök esclude categoricamente chiunque abbia una qualsiasi instabilità della colonna vertebrale (specialmente cervicale) o articolazioni compromesse, a causa della sua natura ad alto impatto e dell’uso di leve e strangolamenti.
Per il potenziale allievo, la conclusione deve essere pragmatica: se si soffre di una qualsiasi delle condizioni sopra menzionate, la decisione di iniziare non deve essere presa alla leggera. La consultazione con uno specialista medico è il primo passo obbligatorio.
CONCLUSIONI
Un’Arte Marziale Come Testo Storico
Al termine di questa analisi esaustiva, che ha attraversato la storia, la filosofia, la tecnica, i protagonisti e il contesto culturale della Glima, emerge una conclusione inequivocabile. La Glima non è semplicemente “un’arte marziale” da aggiungere all’elenco che include il Karate, il Kung Fu o il Judo. È un fenomeno culturale unico, un “fossile vivente” che, più di ogni altra disciplina di combattimento europea, è riuscito a traghettare l’autentica mentalità norrena nel ventunesimo secolo.
La sua importanza non risiede in un’ipotetica superiorità marziale o in una diffusione globale. La sua importanza risiede nella sua purezza e nella sua dualità. È un’arte che non è stata filtrata, modificata o “modernizzata” per adattarsi a un palcoscenico olimpico o a un’arena di mixed martial arts. È rimasta, nelle sue due forme principali, un riflesso speculare e incontaminato della cultura che l’ha generata.
Comprendere la Glima significa, in ultima analisi, comprendere il paradosso del mondo vichingo: una società capace di ferocia pragmatica e di una quasi incomprensibile brutalità (Lausatök), ma governata al contempo da un codice etico, legale e d’onore incredibilmente rigido e sofisticato (Drengskap, Brokartök). La Glima non è solo un prodotto di questa cultura; è questa cultura, espressa attraverso il movimento fisico.
La Glima come “Anti-Arte Marziale” Orientale
Una delle conclusioni più evidenti è come la Glima serva da perfetto contro-altare filosofico alle arti marziali orientali, definendosi più per ciò che non è.
L’Assenza di Misticismo e il Trionfo del Pragmatismo La Glima è un’arte marziale del “qui e ora”. Il suo lessico, come analizzato (Punto 12), è una testimonianza di questo pragmatismo. Non esiste un concetto di Ki o Qi. Non c’è una “Via” (Dō) spirituale che porta all’illuminazione. I suoi termini fondamentali sono lezioni di fisica e ingegneria:
Jafnvægi (Equilibrio) significa letteralmente “peso uguale”.
Stöng (Leva) è un termine di meccanica.
Tímasetning (Tempismo) è “il posizionamento nel tempo”.
Persino la sua tecnica principale, il Bragð, si traduce in “stratagemma” o “trucco”. Questo rivela una mentalità che valorizza l’intelligenza astuta e la soluzione pratica rispetto alla perfezione formale o alla ricerca spirituale. La Glima non chiede al suo praticante di “svuotare la mente”, ma di usarla in modo astuto e fulmineo.
L’Assenza di Gerarchia e l’Arte “Popolare” Come evidenziato (Punto 4), la Glima non ha un fondatore. Questa non è una lacuna storica, ma la sua caratteristica più potente. Non è l’arte di un singolo maestro, ma un folkstyle, un’arte popolare. Appartiene al popolo (Þjóðin). Di conseguenza, non ha mai sviluppato il sistema gerarchico di Dan e Kyu (le cinture colorate) che definisce quasi ogni arte marziale moderna. Il rango nella Glima non è un pezzo di stoffa indossato; è l’Orðstír (la reputazione) che ci si guadagna sul campo. L’unica “cintura” che conta è il Grettisbelti, il trofeo itinerante assegnato al Glímukóngur (il Re della Glima), che non è un “grado” ma una corona: un riconoscimento di superiorità dimostrata, non un certificato di partecipazione. Questa mentalità è un riflesso diretto della società repubblicana e meritocratica dell’antica Islanda.
Il Paradosso Centrale: L’Anima Bicefala della Glima
La conclusione più importante è che non si può parlare di “Glima” al singolare. L’arte esiste in uno stato di dualità quasi schizofrenica, un’anima bicefala che incarna i due volti del suo popolo.
Il Volto dell’Ordine: Brokartök, l’Arte del “Þing” Il Brokartök (la lotta sportiva) non è solo uno sport; è un sistema legale e sociale. È la Glima di Gunnar Hámundarson (Punto 5, 6), l’atleta-cavaliere.
L’Anti-Duello: Come analizzato (Punto 3), questo stile è nato per sostituire il duello armato (Holmgang). È un’arte di combattimento progettata specificamente per non ferire, per prevenire la faida di sangue.
Il Glímubelti come “Contratto”: L’abbigliamento (Punto 13) non è un’uniforme, è un “contratto di cuoio”. Indossando il Glímubelti, i due lottatori firmano un patto. La presa fissa (Tök) e la postura eretta (Staða) imposte dall’imbracatura sono le clausole fisiche del Drengskap (l’onore).
La Filosofia della Sicurezza: Le metodologie (Punto 9, 16) del Brokartök sono definite dalla sicurezza. L’atto di aiutare l’avversario a rialzarsi dopo la proiezione non è gentilezza; è l’obiettivo finale dell’arte. È la dimostrazione che la comunità e l’onore sono più importanti della vittoria individuale. Il Brokartök è la Glima del Lögberg (la Roccia della Legge), l’arte di una società ossessionata dalle regole e dall’ordine.
Il Volto del Caos: Lausatök, l’Arte del “Víking” Il Lausatök (la lotta a prese libere) è il gemello oscuro. È la Glima originale, quella del campo di battaglia, della sopravvivenza pragmatica. È l’arte di Egil Skallagrímsson (Punto 5), che vinceva i duelli mordendo la gola dell’avversario.
L’Integrazione Marziale: Questa Glima non vive in un vuoto. Come analizzato (Punto 14), il Lausatök è il “sistema operativo” del guerriero vichingo. È ciò che accade quando la lancia si spezza, quando lo scudo si rompe, o quando l’armatura del nemico rende la spada inutile.
L’Arma “Partner”: Il Lausatök è il sistema di grappling progettato per portare l’avversario in una posizione in cui l’arma secondaria, il coltello Sax, può essere usata per la finalizzazione. È la Glima di Grettir il Forte che, nella leggenda, immobilizza il mostro non-morto per poi decapitarlo (Punto 6).
L’Anti-Drengskap: Qui, l’onore non è la correttezza, ma l’efficacia (árangur). Le sue tecniche (Punto 7) sono l’esatto opposto del Brokartök: attacchi alle gambe, proiezioni ad alto impatto (come il suplex o Grettisfang), Lás (leve articolari) e Taka (strangolamenti).
Questa dualità non è una contraddizione. È un ritratto completo. Il Vichingo era sia il contadino-legislatore che partecipava al Þing (Brokartök), sia il guerriero che razziava le coste (Lausatök). La Glima è l’unica arte marziale che ha preservato entrambi questi aspetti in stili distinti e puri.
La Glima nel Contesto Moderno: Un’Eredità, Non un Prodotto
Nel XXI secolo, la Glima si trova in una posizione unica. Non è, e probabilmente non sarà mai, un fenomeno di massa. La sua “situazione” (Punto 11) in paesi come l’Italia è di nicchia, confinata in circoli di rievocazione e HEMA. Questa “irrilevanza” commerciale è, paradossalmente, la sua più grande forza.
Il Valore del Brokartök: Un Antidoto Culturale Il Brokartök non cerca di competere con il Judo alle Olimpiadi o con il BJJ nei tornei di grappling. Non è “utile” per l’autodifesa da strada (Punto 15). La sua utilità moderna è etica. In un’epoca di sport professionistici dominati dal “vincere a tutti i costi”, dall’ego e dall’aggressività, il Brokartök è un antidoto. È uno sport la cui regola principale è l’onore. È la prova vivente che una competizione fisica può essere un atto di comunità e di rispetto reciproco. Il suo valore non è nel combattimento, ma nella costruzione del carattere. È, come protetto dal Glímusamband Íslands (GLÍ), un tesoro nazionale islandese e un patrimonio dell’umanità.
Il Valore del Lausatök: L’Archeologia Sperimentale Il Lausatök, d’altra parte, sta vivendo una rinascita globale grazie al movimento HEMA (Arti Marziali Storiche Europee). Il suo valore non è (e non dovrebbe essere) quello di un sistema di autodifesa moderno; esistono sistemi più diretti e testati (come il BJJ o la Boxe). Il suo valore è storico e accademico. È “archeologia sperimentale”. Permette a un ricercatore, a un rievocatore o a un appassionato di arti marziali di rispondere alla domanda: “Come combatteva veramente un Vichingo?”. Praticare il Lausatök non è solo allenamento; è un atto di ricostruzione, un modo per connettersi fisicamente con le Saghe. È la comprensione di come il corpo umano risolve il problema della violenza in relazione ad asce, scudi e cotte di maglia.
Conclusione Finale: Il Filo Ininterrotto
La Glima, in tutte le sue forme, è giunta fino a noi perché non è mai stata solo un insieme di tecniche. È sempre stata una storia. Non avendo forme solitarie (kata) (Punto 8), la sua conoscenza è stata tramandata attraverso due metodi: il dialogo fisico (la pratica di coppia) e il dialogo narrativo (le Saghe).
È un’arte marziale che non ha mai separato il suo corpo dalla sua anima. L’anima è la filosofia norrena: un fatalismo pragmatico (affrontare il destino con coraggio) e un profondo senso dell’onore personale (Drengskap). Il corpo è la tecnica: un sistema basato sulla fisica reale (Jafnvægi, Stöng) e sull’astuzia fulminea (Bragð, Glima).
In conclusione, la Glima è più di uno sport e più di un’arte da combattimento. È un documento storico vivente. È l’eredità di una cultura complessa, preservata nel ghiaccio dell’isolamento islandese (Brokartök) e ora resuscitata dalle braci del passato attraverso la ricerca accademica (Lausatök). Praticarla oggi non è un invito a diventare un Vichingo, ma un’opportunità unica di comprendere fisicamente una delle mentalità più affascinanti e influenti della storia umana.
FONTI
Le informazioni contenute in questa pagina informativa provengono da un’analisi approfondita e da una sintesi di un corpus eterogeneo di fonti. Data l’assenza di un singolo “manuale” onnicomprensivo per la Glima (un’arte che è stata trasmessa oralmente per la maggior parte della sua storia), la creazione di questo documento ha richiesto un lavoro di ricerca a più livelli, assimilabile a un’indagine filologica e di archeologia sperimentale.
Il processo di ricerca si è basato sulla triangolazione di tre diverse categorie di fonti:
Fonti Primarie (Testi Storici): Il nucleo della ricerca. Si tratta dei testi letterari, legali e mitologici medievali scandinavi (principalmente islandesi e norvegesi) che descrivono la Glima nel suo contesto originale.
Fonti Secondarie (Analisi Accademiche e Moderne): Opere di storici, archeologi e praticanti moderni che hanno analizzato le fonti primarie, ricostruito le tecniche e codificato gli stili.
Fonti Istituzionali e Digitali: I siti web e le pubblicazioni degli organi di governo ufficiali (per il Brokartök) e delle principali “scuole” di ricostruzione (per il Lausatök).
L’obiettivo non era solo quello di elencare le tecniche, ma di comprendere la filosofia (come il Drengskap), il contesto (come l’integrazione con le armi) e la pedagogia (come si svolge un allenamento) che rendono la Glima un’arte marziale unica. Le informazioni sono state vagliate per garantirne la coerenza e l’imparzialità, distinguendo chiaramente tra i fatti storici e le interpretazioni moderne.
Parte 1: Fonti Primarie (Storiche e Letterarie)
Le fondamenta di questo documento poggiano sulla letteratura norrena. Queste fonti sono state consultate non come fiction, ma come “manuali di combattimento” etnografici e culturali. Ci dicono cosa fosse la Glima, chi la praticava e, soprattutto, perché la praticava.
Snorri Sturluson, Edda in Prosa (c. 1220 d.C.)
Descrizione della Fonte: L’Edda in Prosa è l’opera fondamentale dello storico, poeta e politico islandese Snorri Sturluson. È il nostro manuale principale sulla mitologia norrena e sulla poetica scaldica.
Contributo alla Ricerca: Questa fonte è stata essenziale per stabilire le radici mitologiche e filosofiche della Glima (Punti 3, 5 e 6).
La Leggenda di Thor vs. Elli: La sezione Gylfaginning (L’Inganno di Gylfi) contiene l’aneddoto cruciale della lotta di Thor contro la vecchia Elli, che si rivela essere la personificazione della “Vecchiaia”. L’analisi di questa storia ha fornito la base per comprendere la Glima come un test supremo di forza (anche per gli dèi) e ha introdotto i temi norreni del fatalismo e dell’umiltà di fronte a forze ineluttabili (Punto 6).
Thor come Archetipo: La figura di Thor come dio della forza, ma anche come lottatore (glímumaður), è stata stabilita tramite quest’opera. Questo ha fornito il contesto “divino” per l’arte, spiegando perché fosse così venerata (Punto 5).
Limitazioni: L’Edda di Snorri non è un manuale di Glima. È una raccolta di miti scritta da un cristiano del XIII secolo. Le sue descrizioni sono letterarie e non tecniche, ma il loro valore nel definire la mentalità dell’arte è inestimabile.
Autori Vari, Edda Poetica (Raccolta c. XIII sec., da fonti orali precedenti)
Descrizione della Fonte: Una raccolta di poemi in norreno, tramandati oralmente dall’epoca vichinga e trascritti in Islanda nel XIII secolo.
Contributo alla Ricerca: Questa fonte ha fornito la base etica del praticante di Glima, in particolare attraverso il poema Hávamál (“Il Discorso dell’Eccelso”).
Il Codice del Drengskap: L’Hávamál non menziona la Glima, ma delinea il codice di condotta ideale dell’uomo norreno: coraggio, lealtà, ospitalità, autocontrollo e pragmatismo. L’analisi di questo testo è stata fondamentale per definire il concetto di Drengskap (Punto 2), che è l’anima filosofica dello stile Brokartök.
Mentalità Guerriera: Altri poemi, come quelli del ciclo di Sigurðr, hanno contribuito a delineare l’ethos guerriero che informa il Lausatök (Punto 14).
Saga di Grettir (Grettis saga Ásmundarsonar) (c. XIV sec.)
Descrizione della Fonte: Una delle più famose Saghe degli Islandesi, che narra la vita tragica del fuorilegge e anti-eroe Grettir “il Forte”.
Contributo alla Ricerca: Questa saga è stata la fonte primaria assoluta per la comprensione del Lausatök (Glima da combattimento).
L’Archetipo del Maestro (Punto 5): Ha definito Grettir come l’archetipo del lottatore di Lausatök.
Tecniche (Punto 7): Ha fornito il nome e il contesto per il Grettisfang (“La Presa di Grettir”) e il Grettistak (“Il Sollevamento di Grettir”), interpretati come proiezioni ad alto impatto (es. suplex).
Leggende (Punto 6): È la fonte dell’aneddoto più famoso della Glima da combattimento: la lotta di Grettir contro il non-morto (draugr) Kárr il Vecchio. Questa storia è stata analizzata non come un racconto di fantasmi, ma come un manuale di combattimento.
Integrazione con le Armi (Punto 14): L’analisi della lotta con Kárr è stata cruciale. Ha dimostrato che il Lausatök non è un’arte a sé stante, ma un sistema di grappling progettato per immobilizzare un avversario (anche sovrumano) al fine di finalizzarlo con un’arma corta (il Sax, o coltello).
Controindicazioni (Punto 17): La natura brutale dei combattimenti di Grettir (che spesso provocano morte o mutilazioni) ha contribuito a definire il profilo di rischio del Lausatök.
Saga di Egil (Egils saga Skallagrímssonar) (c. XIII sec.)
Descrizione della Fonte: La saga dell’eroe-poeta e guerriero vichingo Egil Skallagrímsson, noto per il suo genio poetico e la sua ferocia incontrollabile.
Contributo alla Ricerca: Questa fonte è stata utilizzata per definire il lato più “sporco” e pragmatico del Lausatök, l’arte come strumento di guerra totale.
Tecniche Proibite (Punto 7, 14): L’analisi dei combattimenti di Egil, in particolare la sua abitudine di mordere la gola dei suoi avversari (come nel duello con Atli), ha dimostrato che il Lausatök storico includeva tecniche “sleali” oggi bandite da qualsiasi sport.
L’Anti-Drengskap (Punto 2, 5): Egil è servito come perfetto contro-esempio filosofico. Rappresenta l’efficacia marziale (árangur) priva dell’onore sportivo (drengskap), definendo così i confini del Lausatök.
Saga di Njáll (Njáls saga) (c. XIII sec.)
Descrizione della Fonte: Considerata da molti il capolavoro della letteratura delle Saghe, è un’epopea complessa che tratta di onore, legge e faide di sangue.
Contributo alla Ricerca: Questa saga è stata la fonte primaria per la comprensione del Brokartök (Glima sportiva) e del suo contesto sociale.
L’Archetipo del Maestro (Punto 5): Ha definito l’eroe Gunnar Hámundarson come l’atleta ideale, l’incarnazione del Drengskap.
La Leggenda Fondativa (Punto 6): Ha fornito l’aneddoto cruciale della lotta tra Gunnar e Skarphedin. L’analisi di questo evento (dove Gunnar rifiuta di vendicarsi per un graffio) è stata la chiave per spiegare come la Glima sportiva si sia evoluta come meccanismo per prevenire le faide di sangue.
Contesto Sociale (Punto 3): Ha dipinto un quadro vivido di come la Glima fosse un intrattenimento centrale nelle feste e nelle assemblee (Þing).
Konungs skuggsjá (Lo Specchio del Re) (Norvegia, c. 1250 d.C.)
Descrizione della Fonte: Un testo didattico norvegese scritto in forma di dialogo tra un padre e un figlio, che delinea l’educazione, le maniere e le abilità richieste a un cortigiano e guerriero al servizio del re Håkon Håkonsson.
Contributo alla Ricerca: Questa è stata una fonte storica non letteraria di valore inestimabile.
Status della Glima (Punto 3): È la prova inconfutabile che la Glima, nel XIII secolo, non era solo un gioco da contadini. Era una disciplina marziale cortese, parte integrante dell’addestramento militare di un nobile, alla pari della scherma, del tiro con l’arco e dell’equitazione.
Curriculum Militare (Punto 14): Ha contribuito a situare la Glima all’interno di un “ecosistema marziale” più ampio, confermando il suo ruolo nell’addestramento del guerriero.
Parte 2: Fonti Secondarie (Opere Accademiche e di Ricostruzione)
L’analisi delle fonti primarie è stata guidata e integrata da opere moderne di storici e ricostruttori che hanno tradotto la letteratura in pratica.
Jón M. Ísaksson, Íslenzk glíma (Glima Islandese) (Pubblicato a Reykjavík, 1950)
Descrizione della Fonte: Questo è il “manuale” fondamentale del Brokartök. Jón M. Ísaksson è stato una figura centrale nella codificazione e promozione della Glima come sport nazionale nel XX secolo.
Contributo alla Ricerca: È stata la fonte primaria per tutti gli aspetti tecnici, pedagogici e filosofici dello stile Brokartök.
Tecniche (Punto 7): Ha fornito la base per la catalogazione delle otto famiglie principali di Brögð (Hækjabrögð, Launamenn, Krossbragð, ecc.). Le descrizioni delle tecniche sportive in questo documento sono basate sulla sua codificazione.
Abbigliamento (Punto 13): Ha fornito i dettagli tecnici sul Glímubelti (la cintura) e le Glímuskór (le scarpe) e sulla loro funzione.
Pedagogia (Punto 9): Ha informato la descrizione della “tipica seduta di allenamento”, in particolare la progressione dal riscaldamento (Upphitun) ai drills cooperativi (“Gefa Bragðið”) e allo sparring (Glímu-tök).
Filosofia (Punto 2): È la fonte moderna che collega esplicitamente la pratica sportiva al concetto di Drengskap.
Tyr Neilsen, Viking Glima: The Viking Art of Fighting (Paladin Press, 2012)
Descrizione della Fonte: Un’opera moderna del ricostruttore norvegese Tyr Neilsen. È uno dei pochi manuali pubblicati dedicati esclusivamente alla ricostruzione del Lausatök (Glima da combattimento).
Contributo alla Ricerca: È stata la fonte principale per definire il Lausatök come un sistema di combattimento moderno e praticabile.
Metodologia (Punto 10): Ha fornito un esempio di come il Lausatök venga ricostruito, combinando fonti delle Saghe con tradizioni di lotta popolare norvegese (come quelle del Setesdal).
Tecniche (Punto 7): Ha fornito il curriculum del Lausatök: prese (Tök), proiezioni (Köst), leve (Lás) e strangolamenti (Taka). Le descrizioni delle leve al gomito, al polso e delle proiezioni ad alto impatto sono state informate da questo tipo di ricostruzione.
Sicurezza (Punto 16): L’analisi delle controindicazioni e delle metodologie di sicurezza per il Lausatök (Punti 16 e 17) è basata sulla necessità di gestire le tecniche pericolose descritte in queste ricostruzioni.
William R. Short (in collaborazione con Hurstwic), Viking Weapons and Combat Techniques (Westholme Publishing, 2011)
Descrizione della Fonte: Un’opera di archeologia sperimentale e ricostruzione marziale prodotta dal gruppo di ricerca Hurstwic.
Contributo alla Ricerca: Questa fonte è stata assolutamente cruciale per l’analisi dell’integrazione armata (Punto 14).
L’Ecosistema Marziale: Ha fornito il contesto che definisce il Lausatök come la soluzione alla “distanza ravvicinata” (il clinch).
Glima vs. Armi/Armature: L’analisi di come la Glima (Lausatök) viene usata contro un avversario armato (disarmo del Sax), con un’arma (lo scudo come strumento di sbilanciamento) e contro l’armatura (l’uso di proiezioni e leve per sconfiggere la cotta di maglia) è stata pesantemente informata dalle ricerche di archeologia sperimentale di Hurstwic.
Jesse Byock, Viking Age Iceland (Penguin Books, 2001)
Descrizione della Fonte: Un’analisi accademica della società islandese dell’Era Vichinga, scritta da un eminente professore di Antico Norreno.
Contributo alla Ricerca: Questa fonte non parla di Glima in dettaglio, ma è stata fondamentale per costruire il contesto sociale e legale (Punto 3).
L’Alþingi e il Holmgang: Ha fornito i dettagli storici sull’assemblea nazionale islandese (Alþingi), sulla struttura legale e sul ruolo del duello (Holmgang).
La Nascita del Brokartök: L’analisi di Byock della transizione dell’Islanda da una società di faide a una società basata sulla legge ha supportato la tesi che il Brokartök sia emerso come sostituto “civilizzato” del duello armato.
Parte 3: Fonti Istituzionali e Digitali
Infine, la ricerca si è basata sulle informazioni fornite dalle organizzazioni ufficiali e dalle comunità online che praticano e promuovono la Glima oggi.
Organizzazioni Istituzionali (Case Madri e Organi di Governo)
Glímusamband Íslands (GLÍ) – La Federazione Islandese di Glima
Sito Web:
httpsa://www.glima.isContributo alla Ricerca: Questa è stata la fonte primaria ufficiale per tutto ciò che riguarda lo stile Brokartök.
Informazioni Ottenute:
Definizione Ufficiale (Punto 1, 10): La definizione del GLÍ del Brokartök come sport nazionale.
Regolamento (Punto 7, 13): Le regole ufficiali (presa fissa, divieti, abbigliamento).
Storia Moderna (Punto 3, 5): Informazioni sulla fondazione del GLÍ (1916), sul ruolo di Jóhannes Jósefsson e sulle Olimpiadi del 1912.
Elenco dei Campioni (Punto 5): I registri ufficiali dei vincitori del titolo di Glímukóngur e Glímudrottning.
Terminologia (Punto 12): L’uso corretto della terminologia islandese moderna per la pratica sportiva.
Organizzazioni di Lausatök (Ricostruzione)
Contesto: Come specificato nel Punto 10 e 11, il Lausatök non ha una “casa madre” (Casa Madre) unificata. La ricerca ha dovuto basarsi su un’analisi delle “scuole” di ricostruzione.
Contributo alla Ricerca: I siti web e i materiali di gruppi HEMA e di Viking Kampkunst sono stati usati per:
Definire lo Stile (Punto 1, 10): Capire come il Lausatök viene definito e praticato oggi.
Metodologia (Punto 9): Informare la descrizione di una “tipica seduta di allenamento” di Lausatök, che è basata su scenari e sparring ad alto contatto.
Diffusione (Punto 11): Mappare la presenza di questo stile nel mondo HEMA e della rievocazione.
Organizzazioni “Ombrello” e di Riferimento per l’Italia (Punto 11)
Per analizzare la situazione in Italia, la ricerca ha identificato i contesti HEMA e di Rievocazione Storica, che sono “governati” da enti più grandi.
FISAS (Federazione Italiana Scherma Antica e Storica)
Sito Web:
https://www.fisas.itContributo alla Ricerca: Il sito è stato analizzato per comprendere il contesto della Scherma Storica in Italia e per confermare come la “lotta storica” (che include la Glima nordica) sia una disciplina complementare, ma non centrale.
UISP (Unione Italiana Sport Per tutti) APS
Sito Web (Settore Scherma/HEMA):
https://www.uisp.it/schermaContributo alla Ricerca: Analogo alla FISAS, il sito della UISP è stato consultato per confermare il suo ruolo di Ente di Promozione Sportiva (EPS) che fornisce un “ombrello” legale e organizzativo alle ASD di HEMA, all’interno delle quali si trova la nicchia dei praticanti di Glima.
Siti di Associazioni Culturali e ASD (Rievocazione/HEMA)
Contributo alla Ricerca: Sono stati analizzati i siti web di diverse associazioni italiane di rievocazione vichinga e HEMA (come quelle menzionate nel Punto 11). Questa analisi ha confermato che la Glima praticata è quasi esclusivamente il Lausatök e l’Hryggspenna, ed è trattata come una componente della ricostruzione del “combattimento vichingo”, integrata con lo studio delle armi.
La combinazione di queste tre tipologie di fonti – la letteratura epica delle Saghe, l’analisi accademica dei ricostruttori moderni e le pubblicazioni ufficiali delle federazioni – ha permesso di costruire il ritratto completo, sfaccettato e storicamente accurato della Glima presentato in questo documento.
DISCLAIMER - AVVERTENZE
Natura e Scopo Esclusivo delle Informazioni
Le informazioni contenute in questa pagina informativa sulla Glima sono fornite esclusivamente a scopo culturale, accademico e informativo generale. Questo documento rappresenta una sintesi e un’analisi di una vasta gamma di fonti storiche, letterarie, accademiche e istituzionali (come dettagliato nel Punto 19: Fonti e Bibliografia).
Non è, e non deve essere interpretato come, un manuale tecnico, una guida all’allenamento, un testo istruttivo, né una fonte di consulenza medica, legale o professionale di alcun tipo. L’obiettivo di questo testo è fornire una panoramica olistica di un’arte marziale storica, del suo contesto filosofico e della sua evoluzione, e non di promuoverne la pratica o di fornire istruzioni per l’esecuzione.
Esclusione di Garanzia su Accuratezza e Completezza
Sebbene sia stato fatto ogni sforzo per garantire che le informazioni presentate siano accurate e aggiornate al momento della stesura, gli autori e i distributori di questo documento non forniscono alcuna garanzia, esplicita o implicita, riguardo l’assoluta accuratezza, completezza o attualità dei contenuti.
Si deve comprendere che la Glima, in particolare lo stile Lausatök (lotta da combattimento), è in gran parte un’arte marziale ricostruita. Le sue tecniche e la sua filosofia sono dedotte da fonti (le Saghe Norrene) che sono primariamente testi letterari, mitologici e storici, non manuali tecnici. Di conseguenza, l’interpretazione di queste fonti varia significativamente tra i diversi gruppi di ricerca, scuole HEMA (Historical European Martial Arts) e praticanti moderni. Le descrizioni delle tecniche del Lausatök presentate in questo documento rappresentano una sintesi di interpretazioni comuni e non costituiscono l’unica “verità” o la forma “corretta” dell’arte.
Anche per quanto riguarda lo stile sportivo Brokartök, sebbene sia codificato dall’organo di governo ufficiale (il Glímusamband Íslands – GLÍ), le regole e le loro interpretazioni possono evolversi. Le informazioni qui contenute non sostituiscono la consultazione dei regolamenti ufficiali e aggiornati forniti direttamente da tale organo.
Assunzione del Rischio Inerente alla Pratica Marziale
Il lettore deve essere pienamente consapevole che la Glima, in tutte le sue forme, è un’attività fisica di contatto e ad alto impatto. La pratica di qualsiasi arte marziale o sport da combattimento comporta un rischio intrinseco, significativo e inevitabile di infortunio fisico.
Questi rischi includono, ma non sono limitati a:
Infortuni Articolari: Distorsioni, lussazioni (in particolare a spalle, gomiti, polsi, ginocchia e caviglie), e danni ai legamenti o ai menischi, specialmente durante l’applicazione di tecniche di leva (Lás) nel Lausatök o durante le torsioni dello Stigandi nel Brokartök.
Infortuni Muscolari e Tendinei: Strappi, stiramenti e tendiniti dovuti allo sforzo esplosivo (bragð) o alla tensione isometrica.
Impatto e Fratture: Rischio di fratture (ad esempio a costole, polsi, clavicole) derivanti da cadute (Falla), anche se eseguite su superfici protette (materassini).
Traumi Cranici e Cervicali: Rischio di commozione cerebrale o lesioni alla colonna vertebrale (specialmente cervicale), in particolare nel Lausatök, che include proiezioni ad alto impatto (come il Grettisfang o suplex) e strangolamenti (Kverkatök).
Infortuni Gravi: Il rischio di infortuni gravi che possono portare a disabilità permanente o, in casi estremi, alla morte, sebbene raro, non può essere escluso, specialmente nella pratica incauta dello stile Lausatök.
Qualsiasi individuo che, dopo aver letto questo documento informativo, decida di intraprendere la pratica della Glima o di qualsiasi attività fisica ad essa ispirata, lo fa a suo esclusivo e totale rischio. L’individuo assume volontariamente e consapevolmente la piena responsabilità per qualsiasi infortunio, perdita o danno, sia a sé stesso che a terzi, che possa derivare da tale pratica.
Questo Documento NON È Materiale Istruttivo
Si ribadisce nel modo più assoluto che questo testo non è una guida “come fare” o un manuale di auto-apprendimento. Le descrizioni delle tecniche (Punto 7) e delle sessioni di allenamento (Punto 9) sono fornite a scopo puramente descrittivo ed enciclopedico.
Tentare di apprendere o eseguire una qualsiasi delle tecniche di Glima (in particolare le proiezioni, le cadute, le leve articolari o gli strangolamenti) basandosi unicamente sulle descrizioni scritte in questo documento è estremamente pericoloso e sconsigliato.
L’apprendimento sicuro ed efficace di qualsiasi arte marziale di lotta richiede la supervisione diretta, personale e continua di un istruttore qualificato e certificato.
Per il Brokartök, questo significa un kennari (insegnante) certificato dal Glímusamband Íslands (GLÍ).
Per il Lausatök, questo significa un istruttore esperto all’interno di un’organizzazione HEMA o di rievocazione riconosciuta, che dia priorità a metodologie di allenamento sicure, cooperative e controllate (come descritto nel Punto 16).
Gli autori e i distributori di questo documento non si sostituiscono in alcun modo a un istruttore qualificato. La lettura di questo testo non conferisce alcuna competenza o qualifica per praticare o insegnare la Glima.
Esclusione di Consulenza Medica
Questo documento contiene sezioni informative riguardanti la fisiologia (Punto 22), le considerazioni sulla sicurezza (Punto 16), le controindicazioni (Punto 17) e la gestione degli infortuni (Punto 25).
Queste informazioni sono presentate a scopo puramente informativo e non costituiscono in alcun modo consulenza medica, diagnosi o parere sanitario.
L’idoneità fisica e psicologica alla pratica della Glima è una questione complessa che deve essere valutata da un medico professionista (medico di base, medico dello sport, fisioterapista o specialista ortopedico).
Gli elenchi di controindicazioni (Punto 17) non sono esaustivi e sono intesi solo come guida generale. Un individuo potrebbe avere una condizione non elencata che rende la pratica della Glima sconsigliabile.
Consulto Obbligatorio: Prima di iniziare la pratica della Glima o di qualsiasi nuovo regime di esercizio fisico intenso, è responsabilità obbligatoria del potenziale praticante consultare il proprio medico curante per ottenere un’autorizzazione formale.
Non si deve mai ritardare la ricerca di un parere medico professionale, né ignorare un consiglio medico, a causa di informazioni lette in questo documento.
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Questo documento (in particolare nei Punti 11 e 19) elenca diverse organizzazioni, federazioni, associazioni e siti web di terze parti (come GLÍ, FISAS, UISP, e vari gruppi HEMA o di rievocazione).
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approfondimenti
ANALISI COMPARATIVA: QUESTA ARTE NEL CONTESTO DELLE LOTTE TRADIZIONALI MONDIALI
Parte 1: Introduzione – La Sfida di “Collocare” la Glima
Collocare la Glima nel panorama mondiale delle lotte tradizionali (folk wrestling) è un esercizio complesso. La Glima non è un singolo punto sulla mappa, ma un’intera linea che attraversa due poli opposti del combattimento. Qualsiasi analisi comparativa che tenti di trattarla come un’entità monolitica è destinata a fallire.
Come analizzato nei capitoli precedenti, la Glima esiste in due forme filosofiche e tecniche principali:
Il Brokartök (Lotta Sportiva): Un “gioco” cavalleresco basato su una presa fissa, un equipaggiamento unico (Glímubelti), una postura eretta, un movimento costante (Stigandi) e una filosofia di onore (Drengskap). L’obiettivo è una proiezione pulita; la lotta a terra è assente.
Il Lausatök (Lotta da Combattimento): Un sistema di combattimento totale a prese libere, progettato per la sopravvivenza. Include proiezioni, lotta a terra, leve articolari (Lás), strangolamenti (Taka) e, storicamente, colpi e integrazione con armi.
Per condurre un’analisi comparativa significativa, dobbiamo quindi smontare la Glima e confrontare i suoi componenti con le loro controparti globali. Confronteremo il Brokartök con altre lotte popolari “cavalleresche” e sportive, e il Lausatök con altri sistemi di combattimento e grappling totali.
Un terzo stile, l’Hryggspenna (presa alla schiena), rappresenta una forma di lotta quasi universale e sarà trattato come un “antenato comune” che si ritrova in molteplici culture.
Parte 2: Il Brokartök – Confronto con le Lotte “Cavalleresche” (Jacket/Belt Wrestling)
Il Brokartök appartiene a una vasta famiglia di lotte popolari europee che sono definite da due cose: l’uso di indumenti speciali (giacche, cinture, pantaloni robusti) per le prese e una filosofia di “gioco” onorevole piuttosto che di “combattimento” letale.
Glima Brokartök vs. Schwingen (Svizzera)
Questa è forse la comparazione più vicina e più affascinante, poiché entrambe le arti sono folkstyle sopravvissuti, altamente ritualizzati e simboli di identità nazionale.
Filosofia e Contesto: Similissimi. Entrambi sono l’evento principale di festival nazionali (il Þing islandese, l’Schwingfest svizzero). Entrambi sono governati da un codice d’onore. Nello Schwingen, il vincitore ha il dovere di pulire la segatura dalla schiena del perdente, un atto di Drengskap quasi identico all’aiutare a rialzarsi nella Glima.
Abbigliamento e Prese (La Differenza Chiave):
Glima: Utilizza il Glímubelti, un’imbracatura complessa. Questo crea una presa fissa e asimmetrica (mano destra alla cintura, mano sinistra alla coscia) che viene stabilita prima dell’inizio. Il grip-fighting è assente.
Schwingen: Utilizza pantaloni robusti di juta (Sennenhosen) con una cintura (Gurt). La presa è fissa e simmetrica: una mano afferra la cintura sulla schiena, l’altra afferra i pantaloni alla coscia.
Movimento e Stile:
Glima: Postura alta, eretta. L’arte è definita dal movimento perpetuo e ritmico (Stigandi). È un gioco di tempismo, leva e velocità (“il lampo”).
Schwingen: Postura più bassa, quasi accovacciata. È una lotta molto più statica, un test di potenza esplosiva e sollevamento. Le tecniche sono lenti “caricamenti” seguiti da proiezioni potenti.
Obiettivo:
Glima: Far toccare all’avversario il suolo con qualsiasi parte del corpo tranne i piedi.
Schwingen: Molto più specifico. L’obiettivo è una caduta “perfetta” (Lamm), in cui l’avversario atterra con entrambe le scapole (o 3/4 della schiena) contemporaneamente sulla segatura (Sägemehl).
Analisi Comparativa: Sebbene filosoficamente gemelli, la Glima e lo Schwingen sono tecnicamente divergenti. La Glima ha eliminato la forza bruta a favore del tempismo (grazie allo Stigandi). Lo Schwingen ha elevato la forza di sollevamento a forma d’arte.
Glima Brokartök vs. Lucha Canaria (Isole Canarie, Spagna)
Questa è una comparazione sorprendentemente parallela, proveniente da un’origine geografica completamente diversa (influenzata dai Guanci).
Filosofia e Contesto: Molto simile. È uno sport di squadra e individuale praticato per onore (nobleza). È un gioco, non un combattimento, con un’enorme enfasi sul rispetto.
Abbigliamento e Prese:
Glima: Il Glímubelti (imbracatura di cuoio).
Lucha Canaria: I lottatori indossano pantaloni speciali (pantalón de brega) arrotolati. La presa iniziale (agarre) è specifica: ogni lottatore afferra il pantalone dell’altro con una mano, mentre l’altra mano può essere appoggiata a terra o sul braccio dell’avversario.
Movimento e Stile:
Glima: Postura eretta, movimento circolare su un pavimento di legno.
Lucha Canaria: Postura eretta e agilissima, ma praticata in un cerchio di sabbia (terrero). L’agilità e l’intelligenza (maña) sono più importanti della forza.
Obiettivo (La Somiglianza Chiave):
Glima: Far toccare il suolo con qualsiasi parte del corpo tranne i piedi.
Lucha Canaria: Esattamente lo stesso. L’obiettivo è sbilanciare l’avversario e fargli toccare la sabbia (terrero) con qualsiasi parte del corpo tranne la pianta dei piedi. Non c’è lotta a terra.
Analisi Comparativa: La Lucha Canaria e il Brokartök sono cugini tecnici quasi identici. Entrambi sono giochi di puro sbilanciamento (Jafnvægi) da una postura eretta, dove la minima perdita di equilibrio porta alla sconfitta. La Glima lo fa attraverso un movimento ritmico e una presa fissa alta; la Lucha Canaria lo fa attraverso finte, leve e l’uso dell’instabilità della sabbia.
Glima Brokartök vs. Gouren (Bretagna, Francia)
Filosofia e Contesto: Un’altra lotta celtica/europea basata sull’onore e sul giuramento (serment).
Abbigliamento e Prese:
Glima: Presa fissa e asimmetrica sul Glímubelti.
Gouren: Si indossa una giacca robusta (Roched). Le prese sono dinamiche (c’è grip-fighting), ma limitate alla giacca sopra la cintura.
Obiettivo:
Glima: Qualsiasi tocco a terra.
Gouren: L’obiettivo è il Lamm, la caduta perfetta (entrambe le scapole a terra prima di qualsiasi altra parte).
Analisi Comparativa: Il Gouren è filosoficamente simile, ma tecnicamente più vicino al Judo, a causa della sua presa dinamica sulla giacca. La Glima Brokartök rimane unica nel suo aver eliminato la battaglia per le prese.
Glima Brokartök vs. Judo (Giappone)
Il Judo è il paragone più noto, ma spesso il più fuorviante.
Filosofia: Entrambi hanno un nucleo etico (Drengskap vs. Jita Kyoei/Seiryoku Zen’yo).
Abbigliamento e Prese (La Differenza Abissale):
Glima: Presa fissa, asimmetrica, sul belti.
Judo: Presa dinamica (Kumi-kata) sul Judogi (giacca e pantaloni).
Analisi Tecnica: Il 90% del Judo in piedi è la battaglia per ottenere un Kumi-kata dominante. La Glima Brokartök inizia dopo quel punto. Inoltre, il Judo è un sistema di combattimento completo che dedica circa il 50% del suo curriculum alla lotta a terra (Ne-waza): immobilizzazioni (Osaekomi-waza), strangolamenti (Shime-waza) e leve (Kansetsu-waza).
Conclusione: Il Brokartök non è “lo Judo vichingo”. È, al massimo, un “sotto-gioco” del Judo, iper-specializzato nella sola fase di proiezione (Nage-waza) e da una presa fissa e innaturale.
Parte 3: Lausatök – Confronto con i Sistemi di Combattimento Totale
Il Lausatök (“Presa Libera”) è l’arte da combattimento, che include prese libere, proiezioni, lotta a terra e sottomissioni. Per confrontarlo, dobbiamo guardare ai sistemi di grappling e MMA, sia moderni che storici.
Glima Lausatök vs. Sambo (Russia)
Questa è la comparazione più forte e diretta per il Lausatök come sistema di combattimento.
Filosofia e Contesto: Entrambi sono sistemi ibridi progettati per l’efficacia. Il Sambo è stato creato negli anni ’20 in Unione Sovietica come sistema di combattimento ufficiale per l’Armata Rossa, fondendo le lotte popolari sovietiche (come il Chidaoba georgiano, il Trântă moldavo) con il Judo. Il Lausatök è un ibrido antico, fuso sul campo di battaglia vichingo.
Abbigliamento e Prese:
Lausatök (Storico): Lottato con abiti quotidiani (tunica, pantaloni), quindi un’arte “Gi”.
Sambo (Sportivo): Lottato con una giacca (Kurtka), cintura e pantaloncini.
Tecniche:
Proiezioni: Entrambi usano un arsenale illimitato: proiezioni d’anca (dal Judo/Lausatök), attacchi alle gambe (dalla Lotta Libera/Lausatök) e sollevamenti (dalla Greco-Romana/Hryggspenna).
Sottomissioni: Qui sta la differenza chiave. Il Sambo Sportivo proibisce gli strangolamenti, ma è famoso per il suo arsenale vasto e letale di leve alle gambe (leglock). Il Lausatök, basandosi sulle fonti delle Saghe (Egil, Grettir), includeva strangolamenti e si concentrava sulle leve alle braccia (per il disarmo). Le leve alle gambe sembrano essere state meno centrali.
Varianti:
Il Combat Sambo (che aggiunge colpi) è la reincarnazione moderna quasi perfetta del Lausatök storico (che integrava colpi e armi).
Analisi Comparativa: Il Sambo e il Lausatök sono fratelli spirituali. Entrambi sono la risposta pragmatica alla domanda: “Qual è il sistema di lotta più efficace?”. Il Sambo è la versione del XX secolo, il Lausatök è la versione del X secolo.
Glima Lausatök vs. Lotta Olimpica (Libera e Greco-Romana)
Il Lausatök è il genitore concettuale da cui si sono specializzate le lotte olimpiche.
vs. Greco-Romana: La Greco-Romana è una parte del Lausatök. È la lotta del clinch a braccia alte, senza prese sotto la vita. Il Lausatök la include, ma non è limitato da essa. L’Hryggspenna è una forma di lotta Greco-Romana/Backhold primordiale.
vs. Lotta Libera (Freestyle): La Libera è anch’essa una parte del Lausatök: la componente di attacco alle gambe (i takedown).
Analisi Comparativa: Il Lausatök è un sistema di combattimento, mentre la Lotta Olimpica è uno sport puro. La differenza fondamentale è che il Lausatök aggiunge due elementi vietati: 1) Prese ai vestiti (se indossati) e 2) Sottomissioni (leve e strangolamenti). Un lottatore di Libera sarebbe un eccellente praticante di Lausatök, ma dovrebbe imparare l’intero sistema di sottomissioni e come usare la giacca (se presente).
Glima Lausatök vs. Brazilian Jiu-Jitsu (BJJ) / Grappling No-Gi
Contesto: Il BJJ è un’arte specializzata quasi interamente nella lotta a terra (Ne-waza nel Judo).
Analisi Comparativa:
Lausatök: È un’arte top-down. L’enfasi è sulla proiezione (Kast) e sulla finalizzazione rapida a terra, spesso con una finalità bellica (creare lo spazio per un’arma, come il Sax).
BJJ: È un’arte bottom-up. Spesso accetta (o “tira”) la posizione a terra, vedendola come la fase principale del combattimento.
Tecniche: Il Lausatök (moderno, No-Gi) e il BJJ No-Gi condividono molte delle stesse leve (Lás) e strangolamenti (Taka), ma la strategia è diversa. Il Lausatök è un’arte di takedown e controllo, mentre il BJJ è un’arte di guardia e sottomissione.
Glima Lausatök vs. Yağlı Güreş (Lotta nell’Olio, Turchia)
Filosofia: Entrambi sono test estenuanti di forza e resistenza.
Abbigliamento e Prese: Qui c’è l’opposizione totale.
Lausatök: Le prese sono facili (pelle nuda o vestiti).
Yağlı Güreş: I corpi sono coperti d’olio d’oliva. Le prese sono quasi impossibili.
Tecniche: L’Yağlı Güreş è un’arte di “anti-presa”. Richiede una forza di presa sovrumana e tecniche uniche per controllare un avversario scivoloso (come infilare la mano nel Kispet, il pantalone di cuoio). Il Lausatök, al contrario, si basa sul presupposto di una presa salda.
Analisi Comparativa: Sono due estremi opposti del grappling. L’Yağlı Güreş allena la forza in condizioni di presa quasi nulle; il Lausatök allena la tecnica in condizioni di presa totali.
Parte 4: Hryggspenna – Il Legame Universale della “Presa alla Schiena”
Lo stile Hryggspenna (“Tensione della Schiena”) non è tanto uno stile da confrontare, quanto un “fossile vivente” da identificare in altre culture. È la forma di lotta più semplice e diffusa.
Definizione: Presa simmetrica e fissa intorno alla parte superiore del corpo, mani allacciate dietro la schiena. L’obiettivo è sollevare e proiettare.
La Comparazione Diretta: Scottish Backhold (Lotta Scozzese)
Identità Tecnica: Lo Scottish Backhold, praticato negli Highland Games, è quasi identico all’Hryggspenna. La presa è la stessa. L’obiettivo è lo stesso (far cadere l’avversario).
Altre Lotte “ad Abbraccio”:
Lotta Sarda (Istrumpa): Una delle prese fondamentali è l’Istrumpa stessa, un abbraccio al corpo.
Lotta Islandese (varianti): Esistono varianti dell’Hryggspenna con prese diverse (es. Axlartök – presa alle spalle).
Analisi Comparativa: L’Hryggspenna non è un’invenzione “vichinga”. È una tecnologia di lotta umana universale. È il modo più semplice, equo e onorevole per due persone di determinare chi è il più forte senza ricorrere ai colpi. La sua esistenza in Scandinavia, Scozia, Sardegna e innumerevoli altre culture dimostra un’origine comune o un’evoluzione convergente.
Parte 5: Conclusione – L’Incomparabile Dualità della Glima
L’analisi comparativa rivela che la Glima non ha un singolo “gemello” nel mondo. È un’arte unica a causa della sua dualità preservata.
Molte culture avevano questa stessa dualità: una lotta popolare (folkstyle) per le feste e un sistema di combattimento (warfare) per la battaglia. La maggior parte delle culture ha perso uno dei due.
Il Judo ha codificato la sua forma di combattimento, ma le sue radici popolari sono oscurate.
Lo Schwingen ha preservato la sua forma popolare, ma ha perso la sua applicazione bellica.
La Glima è forse l’unica tradizione al mondo che ha preservato entrambi i lignaggi in forme quasi pure, anche se una (Lausatök) ha richiesto una moderna ricostruzione dalle sue stesse fonti (le Saghe) e dalle sue tradizioni popolari frammentate.
Il Brokartök si colloca nel pantheon delle grandi lotte popolari “cavalleresche” (come Schwingen, Gouren e Lucha Canaria). Si distingue da tutte per la sua combinazione unica di una presa fissa asimmetrica (il Glímubelti) e di un movimento ritmico obbligatorio (lo Stigandi), che la rendono un gioco di tempismo e leva senza pari.
Il Lausatök si colloca tra i sistemi di combattimento totali (come il Sambo, il BJJ No-Gi e le lotte olimpiche). Si distingue per il suo contesto storico: è un’arte progettata per integrarsi con l’arsenale dell’Era Vichinga (scudi, armature e, soprattutto, il Sax), un contesto che i suoi “cugini” moderni non condividono.
La Glima, quindi, non è solo una lotta. È un intero albero genealogico del combattimento europeo, dal suo tronco primordiale (Hryggspenna) ai suoi due rami principali: il fiore dell’onore (Brokartök) e la spina della sopravvivenza (Lausatök).
LA SCIENZA DELLA PRESTAZIONE: FISIOLOGIA E BIOMECCANICA DELLA GLIMA
Parte 1: Introduzione – Decodificare il “Lampo”
L’analisi scientifica della prestazione nella Glima offre una visione affascinante di come un’arte marziale possa evolversi in simbiosi con i principi della fisica e della biologia umana. La Glima, nel suo nome stesso (“il lampo”, “il guizzo”), suggerisce che la sua essenza non risiede nella forza bruta, ma in un’applicazione straordinariamente efficiente dell’energia e della meccanica.
Per un’analisi scientifica, è imperativo smettere di considerare la Glima come un’entità singola. La “scienza della prestazione” del Brokartök (lo sport nazionale islandese) è radicalmente diversa da quella del Lausatök (l’arte da combattimento ricostruita) e dell’Hryggspenna (il test di forza).
La scienza del Brokartök è la fisica dell’instabilità controllata. È un problema di ingegneria: come si può proiettare un avversario da una posizione eretta obbligatoria, con una presa fissa e su una base di appoggio in costante movimento? È un’arte che ha eliminato molte variabili per concentrarsi quasi esclusivamente sulla leva (Stöng), sul tempismo (Tímasetning) e sull’equilibrio (Jafnvægi).
La scienza del Lausatök è la fisica della sopravvivenza pragmatica. È un sistema di combattimento totale, un problema a variabili infinite: prese libere, lotta a terra, leve articolari, strangolamenti e la minaccia di armi. Qui, la fisiologia della potenza anaerobica e la biomeccanica delle sottomissioni diventano centrali.
La scienza dell’Hryggspenna è la biomeccanica pura della forza massimale, un test quasi da powerlifting sulla catena posteriore e sulla capacità di sollevamento.
Questo capitolo analizzerà in modo esaustivo i pilastri fisiologici (come il corpo genera energia e forza) e biomeccanici (come quella forza viene applicata nello spazio) che definiscono la prestazione in tutti gli stili di Glima.
Parte 2: Analisi Fisiologica – I Motori della Glima
La fisiologia dell’esercizio studia come il corpo risponde e si adatta allo stress fisico. Nella Glima, lo stress è complesso: richiede esplosioni istantanee, resistenza isometrica e un recupero rapidissimo.
Sezione 2.1: I Sistemi Energetici – Alimentare il “Lampo”
Il corpo umano utilizza tre sistemi principali per produrre ATP (la “moneta” dell’energia): il sistema anaerobico alattacido, il sistema anaerobico lattacido e il sistema aerobico. La Glima non ne usa uno solo, ma li orchestra tutti, con un’enfasi drammatica sui primi due.
Il Sistema Anaerobico Alattacido (ATP-PCr): Il “Glima”
Questo è il sistema del “lampo”. È il motore della Glima.
Meccanismo: Questo sistema utilizza le riserve di Adenosina Trifosfato (ATP) e Fosfocreatina (PCr) immediatamente disponibili nelle cellule muscolari. Non richiede ossigeno (anaerobico) e non produce acido lattico (alattacido).
Caratteristiche: Fornisce un’esplosione di energia massimale, ma ha una durata estremamente breve (da 0 a circa 10-15 secondi).
Applicazione nella Glima (Brokartök): Questo sistema alimenta il Bragð (lo stratagemma, la tecnica). L’esecuzione di un Hækjabrögð (sgambetto col tallone) o di un Launamenn (proiezione d’anca) non è un atto di resistenza; è un’esplosione che dura forse 0,5-2 secondi. È un puro evento ATP-PCr. Tutta la fase dello Stigandi (il movimento circolare) è una “caccia” al momento giusto per innescare questa esplosione.
Applicazione nella Glima (Lausatök): Questo sistema alimenta il takedown esplosivo (come un double-leg), l’applicazione di una leva fulminea (Lás) o una proiezione ad alto impatto (Grettisfang).
Implicazioni per l’Allenamento: Un lottatore di Glima deve allenare specificamente questo sistema attraverso drills esplosivi, sprint brevi e allenamento pliometrico.
Il Sistema Anaerobico Lattacido (Glicolisi): Sostenere la Lotta
Questo sistema subentra quando lo sforzo esplosivo supera i 10-15 secondi, o quando sforzi esplosivi vengono ripetuti senza un recupero completo.
Meccanismo: Utilizza il glicogeno (zucchero) immagazzinato nei muscoli per produrre ATP senza ossigeno. Il sottoprodotto di questa reazione è l’acido lattico (lattato e ioni idrogeno).
Caratteristiche: Fornisce alta energia per un periodo di tempo limitato (da 15 secondi a circa 2 minuti). È il sistema che causa la sensazione di “bruciore” muscolare e affaticamento.
Applicazione nella Glima (Brokartök): Questo sistema domina il Glímu-tök (l’incontro di sparring). Sebbene il Bragð sia alattacido, il mantenere la tensione isometrica della presa (Tök) e la postura eretta (Staða) contro un avversario che resiste, il tutto mentre ci si muove nello Stigandi, è uno sforzo glicolitico immenso. Un singolo round di Glima, che può durare diversi minuti, spinge il praticante in una profonda zona lattacida.
Applicazione nella Glima (Lausatök): È il motore principale del clinch e della lotta a terra (Gólfglíma). Una lotta prolungata per ottenere una posizione dominante o per difendersi da una sottomissione è un esempio perfetto di sforzo anaerobico lattacido.
Implicazioni per l’Allenamento: La prestazione è definita dalla capacità di “tollerare l’acido lattico”. L’allenamento deve includere sparring ad alta intensità, circuit training e drills prolungati che simulino la durata di un incontro.
Il Sistema Aerobico (Ossidativo): La Base e il Recupero
Questo sistema è spesso sottovalutato negli sport di potenza, ma è fondamentale.
Meccanismo: Utilizza l’ossigeno per convertire grassi e carboidrati in ATP.
Caratteristiche: È (quasi) illimitato, ma produce energia a un ritmo molto più lento. È il sistema della “resistenza”.
Applicazione nella Glima:
Recupero: Questa è la sua funzione più critica. Un sistema aerobico efficiente è ciò che permette al corpo di ricaricare il sistema ATP-PCr tra un bragð e l’altro, e di smaltire l’acido lattico più velocemente tra un round di sparring e il successivo. Un lottatore con una base aerobica scadente potrà eseguire un solo bragð esplosivo, ma poi sarà “finito” per il resto dell’incontro.
Sostenere lo Stigandi: Il movimento a bassa intensità dello Stigandi (quando non si è sotto tensione) è alimentato principalmente dal sistema aerobico.
Profilo Fisiologico Complessivo
L’atleta di Glima ideale non è un maratoneta (puramente aerobico) né un sollevatore di pesi (puramente alattacido). È un atleta anaerobico dominante con un’eccellente capacità di recupero aerobico. È un profilo molto simile a quello di un lottatore olimpico, di un judoka o di un giocatore di hockey su ghiaccio.
Parte 3: Fisiologia della Prestazione – Le Componenti della Forza (Afl)
La Glima non è un’arte di “forza bruta”, ma è un’arte di forza specifica. Il modo in cui la forza viene generata, applicata e sostenuta è altamente specializzato.
Sezione 3.1: Forza Isometrica (Stöðuafl) – L’Anima del Brokartök
La forza isometrica è una contrazione muscolare in cui la lunghezza del muscolo non cambia (non c’è movimento).
Applicazione nel Brokartök: È la componente di forza più importante di questo stile.
La Presa (Tök): Mantenere la presa fissa sul Glímubelti richiede una forza isometrica devastante negli avambracci, nelle mani e nelle spalle. Se la presa cede, la lotta è persa.
La Postura (Staða): Mantenere la postura eretta obbligatoria contro un avversario che tira, spinge e cerca di sbilanciare è un esercizio isometrico per l’intera catena posteriore, l’addome e i muscoli lombari.
La “Glímubumbur” (La Pancia da Glima): Questo è un termine del folklore islandese che descrive il fisico di molti grandi campioni di Glima. Non sono “scolpiti” con addominali definiti (sei addominali), ma possiedono un core spesso, denso e incredibilmente potente, simile a quello di un powerlifter o di uno strongman. Questo è il risultato di anni di allenamento della forza isometrica del core. La Glímubumbur è un “muro” muscolare progettato per resistere alla torsione e trasferire la potenza.
Applicazione nel Lausatök: È fondamentale nel clinch (es. mantenere un underhook o un collar-tie) e nella lotta a terra (mantenere una posizione dominante come il controllo laterale o la monta).
Sezione 3.2: Forza Esplosiva (Potenza) (Sprengikraftur) – Il “Lampo”
La potenza è la capacità di applicare la forza nel minor tempo possibile (Forza x Velocità).
Rate of Force Development (RFD): Questo è il termine scientifico per “esplosività”. È la velocità con cui un atleta può raggiungere il picco di forza. Nella Glima, l’RFD è più importante della forza massimale.
Applicazione nel Brokartök: È il Bragð. Un Hækjabrögð (sgambetto col tallone) non funziona se applicato lentamente. Deve essere un “lampo” che sorprende l’avversario. Questo richiede un altissimo RFD nei muscoli delle gambe e dei fianchi.
Applicazione nel Lausatök/Hryggspenna: È il sollevamento. Il Grettisfang (il suplex) non è un sollevamento lento; è un’esplosione della catena posteriore (glutei, bicipiti femorali, schiena) che “lancia” l’avversario.
Il Ciclo Stiramento-Accorciamento (SSC): Molta della potenza della Glima deriva dall’uso del riflesso miotatico (SSC). Lo Stigandi non è solo un movimento, è un caricamento. È un leggero “rimbalzo” ritmico che pre-allunga i muscoli (come caricare una molla) prima di esplodere nel bragð.
Sezione 3.3: Forza Massimale (Hámarksafl) – Il Test dell’Hryggspenna
La forza massimale è il peso massimo che si può sollevare in un singolo sforzo.
Applicazione nel Brokartök: È la componente meno importante. A causa delle regole (postura eretta, presa fissa, niente sollevamenti diretti), un atleta non può usare la sua forza massimale (es. da squat o deadlift) in modo efficace. La leva batte la forza.
Applicazione nell’Hryggspenna: È l’unica componente. L’Hryggspenna è un test di forza massimale quasi puro, simile a un deadlift con presa mista o a un sollevamento da strongman (es. Atlas Stone).
Applicazione nel Lausatök: È molto importante. La capacità di sollevare fisicamente un avversario per un takedown ad alto impatto dipende dalla forza massimale.
Sezione 3.4: Forza Resistente (Þolkafl) – Durare nell’Incontro
È la capacità di sostenere contrazioni muscolari ripetute o isometriche nel tempo.
Applicazione: È la capacità di mantenere quella presa isometrica devastante (Sezione 3.1) per l’intera durata di un incontro di 5 minuti, anche in uno stato di affaticamento lattacido. È la resistenza degli avambracci, delle spalle e del core.
Parte 4: Fisiologia della Prestazione – L’Adattamento Neuromuscolare
Questa è la scienza “nascosta” della Glima, ciò che separa il maestro dal principiante. Non si tratta di quanto sono grandi i muscoli, ma di quanto efficientemente il cervello li controlla.
La Propriocezione (Jafnvægi) – L’Arte dell’Equilibrio
La propriocezione è la capacità del corpo di percepire la propria posizione nello spazio. Nella Glima, questo è il senso primario.
Il Concetto di Jafnvægi (Equilibrio): La Glima è, letteralmente, un “gioco di equilibrio”. Il Brokartök è progettato per massimizzare l’instabilità (postura eretta, movimento costante).
Meccanismi Fisiologici:
Sistema Vestibolare (Orecchio Interno): Fornisce informazioni sull’orientamento della testa e sull’accelerazione.
Fusi Neuromuscolari e Organi Tendinei del Golgi: Recettori nei muscoli e nei tendini che informano il cervello sulla lunghezza e sulla tensione muscolare.
Meccanocettori: Recettori nella pelle e nelle articolazioni (specialmente nei piedi) che “sentono” il suolo.
Applicazione: Un maestro di Glima ha una propriocezione di livello élite. Durante lo Stigandi, il suo cervello sta elaborando migliaia di input al secondo per mantenere il proprio centro di gravità sulla sua base di appoggio mobile, mentre cerca di manipolare quello dell’avversario.
L’Abilità Tattile (Snertiskyn) – “Vedere” con le Mani
Questa è forse la componente più sofisticata della Glima Brokartök.
Il Tök come Strumento Sensoriale: La presa fissa (Tök) sul Glímubelti non è solo un vincolo; è un’interfaccia sensoriale.
Meccanismo: Le mani sono piene di meccanocettori (corpuscoli di Pacini, Meissner, ecc.). Attraverso la tensione costante del belti, il praticante esperto non ha bisogno di vedere l’avversario; lo sente.
Applicazione: Il praticante può “sentire” un micro-spostamento di peso, un’intenzione di muoversi, una contrazione muscolare dell’avversario prima che il movimento sia visibile. L’Hækjabrögð (sgambetto col tallone) non è un’azione visiva; è una reazione a un segnale tattile di alleggerimento del peso che viaggia dalla mano sinistra (sulla coscia) al cervello del lottatore.
La Coordinazione e l’Attivazione (Samhæfing)
Coordinazione Intermuscolare: La capacità di attivare i muscoli giusti nella sequenza corretta. Un Launamenn (proiezione d’anca) non è un “tiro di braccia”. È una catena cinetica: spinta della gamba -> rotazione esplosiva dell’anca -> trazione isometrica della spalla -> tiro delle braccia. Il cervello deve orchestrare questa “sinfonia” in una frazione di secondo.
Reclutamento delle Unità Motorie: L’esplosività (RFD) deriva dalla capacità del cervello di “accendere” quante più unità motorie possibili simultaneamente (sincronizzazione). L’allenamento della Glima è un allenamento neurale per migliorare questa efficienza di reclutamento.
Parte 5: Analisi Biomeccanica – La Fisica del Brokartök
La biomeccanica è l’applicazione della meccanica (fisica) ai sistemi biologici. Il Brokartök, con le sue regole rigide, è un laboratorio di fisica perfetto.
Sezione 5.1: Il Paradosso della Stabilità – COM e BOS
Centro di Gravità (COM): Il punto di equilibrio teorico del corpo.
Base di Appoggio (BOS): L’area sotto i piedi.
La Stabilità: La stabilità è massima quando il COM è basso e la BOS è larga (es. un lottatore di Sumo).
Il Paradosso del Brokartök: Il Brokartök impone deliberatamente la condizione di massima instabilità:
Postura Eretta (Staða): Mantiene il COM più alto possibile.
Stigandi (Movimento): Mantiene la BOS in costante movimento e spesso la riduce a un solo piede.
Conclusione: Il Brokartök non è un gioco di stabilità; è un gioco di gestione dell’instabilità. Vince chi riesce a mantenere il proprio equilibrio precario (Jafnvægi) per una frazione di secondo in più rispetto all’avversario.
Sezione 5.2: La Leva (Stöng) – L’Equalizzatore
La Glima è l’arte della leva (Stöng). È come un atleta più piccolo sconfigge uno più grande.
Leva di Prima Classe (Fulcro nel Mezzo):
Esempio: L’Hækjabrögð (sgambetto col tallone).
Analisi: L’avversario (Resistenza) sta avanzando. L’attaccante posiziona il suo tallone (Fulcro) dietro la caviglia dell’avversario. L’attaccante tira con le braccia (Sforzo), ma in realtà è lo slancio stesso dell’avversario che fornisce lo sforzo. L’avversario viene “fatto inciampare” sul fulcro.
Leva di Prima Classe (Applicazione 2):
Esempio: Il Launamenn (proiezione d’anca).
Analisi: L’attaccante inserisce la propria anca (Fulcro) sotto il COM dell’avversario. La parte superiore del corpo dell’avversario è la Resistenza. La trazione delle braccia e il sollevamento della schiena dell’attaccante sono lo Sforzo.
Leva di Terza Classe (Sforzo nel Mezzo):
Esempio: L’azione della mano sinistra sulla coscia (Lærsbelti).
Analisi: Il ginocchio dell’avversario è il Fulcro. Il peso della sua gamba è la Resistenza. L’attaccante tira verso l’alto sulla coscia (Sforzo). Questo è meccanicamente svantaggioso per sollevare un grande peso, ma è veloce. Serve per alleggerire rapidamente la gamba.
Sezione 5.3: La Coppia di Forze (Torque) – Il Motore Nascosto
Questo è il concetto biomeccanico più avanzato e cruciale del Brokartök. Una coppia di forze (torque) è una forza rotazionale.
Il Problema: Come si fa a ruotare un avversario che sta resistendo, usando solo una presa fissa?
La Soluzione (Il Tök): La presa asimmetrica del Brokartök è un motore di torsione.
Mano Destra (sulla cintura/fianco): Tira o spinge tangenzialmente.
Mano Sinistra (sulla coscia): Tira o spinge in una direzione diversa.
Analisi Biomeccanica: L’attaccante non tira mai l’avversario dritto verso di sé. Questo è inefficiente. L’attaccante applica una coppia di forze: la mano destra spinge l’anca destra dell’avversario, mentre la mano sinistra tira la sua coscia sinistra.
Il Risultato: Queste due forze parallele e opposte creano una coppia di forze (torque) che fa ruotare il bacino dell’avversario attorno al suo asse verticale (la colonna vertebrale).
Conclusione: La Glima non è un’arte di trazione lineare; è un’arte di rotazione (torque). Lo Stigandi (movimento circolare) amplifica ulteriormente questo principio, usando il momento angolare per aiutare a “rompere” la struttura dell’avversario. Una tecnica come l’Hálfmáni (“Mezza Luna”) è una pura applicazione di questo principio: accelerare il momento angolare dell’avversario fino a che i suoi piedi non possono più tenere il passo.
Parte 6: Biomeccanica Applicata – La Fisica del Lausatök
L’analisi biomeccanica del Lausatök è più caotica, ma si concentra su due aree: il takedown e la sottomissione.
Sezione 6.1: La Biomeccanica del Takedown (Senza Regole)
Il Lausatök non ha le restrizioni del Brokartök. L’obiettivo è portare l’avversario a terra nel modo più efficiente.
Abbassare il COM: A differenza del Brokartök, i praticanti di Lausatök adottano una postura bassa, simile a quella della lotta. Questo abbassa il loro COM, rendendoli più stabili e posizionandoli per attaccare il COM dell’avversario (i fianchi) o la sua base (le gambe).
Attacchi alle Gambe (Fótaköst): I takedown a gamba singola o doppia sono biomeccanicamente efficienti perché attaccano il punto più debole del sistema (la BOS). L’attaccante usa la propria testa e le spalle per creare una leva contro i fianchi dell’avversario (Fulcro), mentre le braccia rimuovono la base (le gambe).
Proiezioni ad Alto Impatto (Kastabragð/Grettisfang): Il suplex. Questa è una biomeccanica terrificante. L’attaccante posiziona il proprio COM sotto quello dell’avversario, lo solleva (spesso usando la forza massimale della catena posteriore) e poi usa un ponte esplosivo per accelerare il COM dell’avversario (e la sua testa) verso il suolo. La forza dell’impatto ($Forza = Massa \times Accelerazione$) è massimizzata.
Sezione 6.2: La Biomeccanica della Sottomissione (Lás)
Le leve articolari (Lás = “serratura”) sono la scienza dell’anatomia applicata. Sono leve progettate per distruggere.
Il Principio della Leva (Armbar): L’Olnbogalás (leva al gomito) è una leva di prima classe perfetta.
Fulcro: Il bacino o l’avambraccio dell’attaccante, posizionato sotto l’articolazione del gomito dell’avversario.
Resistenza: Il busto e la spalla dell’avversario che cercano di resistere.
Sforzo: Le mani dell’attaccante che applicano una pressione verso il basso sul polso dell’avversario (il punto più lontano dal fulcro, massimizzando la leva).
L’Obiettivo: Il sistema muscolare-scheletrico è progettato per resistere alla contrazione, non all’iperestensione. Un lás non combatte il muscolo; attacca il legamento e la capsula articolare.
Strangolamenti (Kverkatök): La biomeccanica qui è idraulica e pneumatica.
Sanguigno (Blóðtaka): Applica pressione alle arterie carotidi. Questo interrompe il flusso di sangue (ossigeno) al cervello, causando perdita di coscienza. È un attacco al sistema circolatorio.
Aereo: Applica pressione alla trachea. Interrompe il flusso di aria ai polmoni. È un attacco al sistema respiratorio.
Parte 7: Conclusione – La Scienza dell’Efficienza Norrena
L’analisi scientifica della prestazione nella Glima svela un’arte di una raffinatezza e un’efficienza sorprendenti.
Fisiologicamente, la Glima forgia un atleta ibrido unico: un corridore di 400 metri (dominanza lattacida) con l’esplosività di un saltatore in alto (alattacido) e la capacità di recupero di un maratoneta (aerobico). Il suo allenamento della forza è un equilibrio tra la tensione isometrica di un ginnasta (il core e la presa) e la potenza esplosiva di un sollevatore di pesi olimpico (l’RFD).
Biomeccanicamente, la Glima è un trattato di fisica applicata.
Il Brokartök è un sistema geniale. Ha “inventato” un gioco che neutralizza la forza bruta e costringe i partecipanti a padroneggiare concetti fisici avanzati: l’equilibrio dinamico (gestione del COM su una BOS mobile), la propriocezione tattile (usare il Tök come un sensore) e, soprattutto, l’applicazione di coppie di forze (torque) per rompere la struttura dell’avversario.
Il Lausatök è un sistema di pragmatismo letale. È la scienza di come smontare il corpo umano: attaccare la base (takedown), superare i limiti anatomici (leve) e interrompere i sistemi vitali (strangolamenti).
La Glima, quindi, non è un’arte di forza, ma un’arte di efficienza. È la soluzione norrena, pragmatica e ingegnosa, al problema fondamentale del combattimento: come applicare la minima quantità di energia per ottenere il massimo risultato possibile, che sia una proiezione onorevole o una neutralizzazione necessaria.
L'ECONOMIA E LA POLITICA DELLA GLIMA: POTERE, PRESTIGIO E TURISMO
Parte 1: Il Paradosso dell’Immaginario – La Lotta Sconosciuta più Famosa del Mondo
L’analisi della Glima nell’immaginario collettivo ci pone di fronte a un paradosso affascinante: la Glima è, con ogni probabilità, una delle arti marziali più praticate, viste e celebrate nella cultura pop moderna, eppure quasi nessuno spettatore sa come si chiami.
Quando il grande pubblico pensa al “Karate”, immagina un gi bianco e un kiai. Quando pensa al “Kung Fu”, immagina i movimenti fluidi di un monaco Shaolin. Ma quando il pubblico pensa alla “Glima”, non immagina nulla. Il termine è vuoto.
Tuttavia, se si chiede al pubblico di immaginare il “combattimento vichingo”, l’immagine è istantanea, potente e straordinariamente dettagliata. È un’immagine di forza primordiale, di guerrieri barbuti nel fango e nella neve, che si scontrano in un clinch brutale, che usano prese al corpo per lanciare gli avversari, che integrano la lotta con lo scudo, l’ascia e il coltello.
Questa immagine è la Glima. Nello specifico, è l’immaginario collettivo dello stile Lausatök (la lotta da combattimento).
L’immaginario collettivo, quindi, non ha assorbito la Glima come disciplina, ma come archetipo. È l’archetipo del “Guerriero del Nord”, del Berserker, del combattente indomito. La Glima non è percepita come un’arte marziale codificata (come il Judo), ma come l’assenza di regole, come la forza della natura incanalata in un corpo umano.
Questa percezione è stata costruita non dalla pratica sportiva, ma da un secolo di rappresentazioni culturali, che hanno attinto a piene mani dalle fonti letterarie originali – le Saghe – per poi filtrarle attraverso le lenti del romanticismo, del cinema e, infine, del realismo crudo delle serie TV e dell’interattività dei videogiochi.
Questo capitolo analizzerà la costruzione di questo potente immaginario, tracciando l’evoluzione dell’archetipo del “lottatore vichingo” dalle sue origini letterarie alla sua onnipresenza nella cultura pop globale, e analizzerà la profonda discrepanza tra questa immagine brutale e la realtà onorevole dello sport nazionale islandese.
Parte 2: La Fonte dell’Immaginario – Le Saghe come “Sceneggiature” Originali
L’immagine moderna del lottatore vichingo non è un’invenzione di Hollywood. È un’eco diretta di come i popoli norreni vedevano se stessi. Le Saghe Islandesi (scritte nel XIII secolo su eventi precedenti) non sono solo fonti storiche; sono le prime e più potenti “rappresentazioni culturali” della Glima. Hanno fornito alla cultura occidentale gli archetipi fondamentali che vengono riproposti ancora oggi.
L’immaginario collettivo ha ereditato dalle Saghe non un singolo archetipo, ma un intero spettro di “lottatori”.
L’Archetipo Sovrumano: Grettir, il Cacciatore di Mostri La Saga di Grettir ha fornito all’immaginario collettivo l’idea della Glima come un’arte marziale capace di combattere non solo gli uomini, ma anche i mostri. La lotta di Grettir contro il non-morto (draugr) Kárr il Vecchio in un tumulo buio è la “scena d’azione” archetipica del Lausatök.
L’Immagine: Non è una lotta tecnica, ma una rissa disperata e brutale nell’oscurità. È una prova di forza pura e volontà indomita.
L’Eredità Culturale: Questa leggenda stabilisce la Glima (Lausatök) come un’arte primordiale, quasi magica nella sua potenza. È l’arte necessaria per sconfiggere l’orrore. Quando oggi, in un videogioco come God of War, Kratos usa prese di lotta per fare a pezzi creature mitologiche, sta attingendo direttamente all’archetipo di Grettir. Il Grettisfang (“Presa di Grettir”) non è più una tecnica, ma un concetto: l’applicazione della forza umana al di là dei limiti umani.
L’Archetipo dell’Anti-Eroe: Egil, il Berserker Pragmatico La Saga di Egil ci dà un’immagine diversa: l’anti-eroe. Egil Skallagrímsson è un poeta geniale, ma anche un guerriero brutale, avido e poco attraente. Le sue rappresentazioni di lotta sono la definizione del “combattimento sporco”.
L’Immagine: In un duello (holmgang), quando la sua spada fallisce, Egil si lancia sull’avversario, lo atterra con una presa di Glima e gli morde la gola fino a ucciderlo.
L’Eredità Culturale: L’immaginario collettivo qui assorbe l’idea che la Glima vichinga sia priva di regole, l’arte del “tutto è permesso”. È l’antitesi dell’onore cavalleresco. È la lotta per la sopravvivenza. Quando in una serie TV come Vikings un personaggio vince un combattimento usando un trucco “sporco” o una brutalità inaspettata, sta incarnando l’archetipo di Egil.
L’Archetipo dell’Eroe: Gunnar, l’Atleta Onorevole Infine, la Saga di Njáll fornisce l’immagine che per secoli è stata la meno popolare, ma che è tecnicamente la più accurata per lo sport: l’eroe nobile. Gunnar Hámundarson è descritto come l’atleta perfetto, bello, abile e, soprattutto, onorevole (governato dal Drengskap).
L’Immagine: La sua “scena” di Glima più famosa è quella in cui, durante un incontro amichevole, viene ferito accidentalmente da Skarphedin. Invece di iniziare una faida di sangue (come richiederebbe l’archetipo di Egil), Gunnar disinnesca la situazione con autocontrollo.
L’Eredità Culturale: Questa saga ha fondato l’immagine della Glima come sport cavalleresco. È un’immagine di controllo, onore e comunità. Per secoli, questa rappresentazione è rimasta in secondo piano rispetto a quella del berserker. È stata riscoperta solo nel XIX secolo dal nazionalismo romantico e costituisce oggi la base dello stile Brokartök.
Le Saghe, quindi, non hanno fornito una singola immagine della Glima, ma una trinità di archetipi: il Cacciatore di Mostri (Grettir), il Combattente Sporco (Egil) e l’Atleta Onorevole (Gunnar). La storia delle rappresentazioni culturali della Glima è la storia di quale di questi tre archetipi fosse di moda in un dato momento.
Parte 3: Il Romanticismo e la Nascita dell’Immagine “Nobile” (XIX e inizio XX sec.)
Per gran parte della storia post-medievale, l’immaginario collettivo europeo vedeva il Vichingo come un barbaro distruttore. Fu solo con il movimento del Nazionalismo Romantico nel XIX secolo che questa immagine iniziò a cambiare, e la Glima con essa.
La Riscoperta del “Vichingo Nobile” In Scandinavia, Germania e Gran Bretagna, gli intellettuali iniziarono a riscoprire le Saghe e la mitologia norrena. Invece di barbari, videro un popolo fiero, democratico (in Islanda), avventuroso e legato alla natura.
La Glima come Simbolo: In questo contesto, la Glima (specificamente l’archetipo di Gunnar) fu “riscoperta” e ripulita. Divenne un simbolo di questa ritrovata nobiltà. Non era la rissa di Egil; era lo sport onorevole dell’atleta perfetto.
L’Ambasciatore: Jóhannes Jósefsson come Rappresentazione Culturale Questa nuova immagine “nobile” fu incarnata da un uomo: Jóhannes Jósefsson, il “Re della Glima” islandese.
Il “Vichingo Moderno”: Come analizzato (Punto 5), Jóhannes viaggiò in Europa e America all’inizio del XX secolo, esibendosi come “Il Vichingo Moderno”. Non si presentò come un berserker. Si presentò come un gentiluomo, un atleta cavalleresco.
Le Olimpiadi di Stoccolma (1912): La sua dimostrazione di Glima (Brokartök) alle Olimpiadi fu una performance culturale. Il pubblico vide un’arte veloce, tecnica e, soprattutto, onorevole. L’atto di aiutare l’avversario a rialzarsi dopo ogni proiezione stupì gli spettatori abituati alla lotta Greco-Romana.
L’Impatto sull’Immaginario: Per la prima metà del XX secolo, l’immagine collettiva della Glima (tra i pochi che la conoscevano) fu questa: un “folkstyle” nordico elegante, quasi una ginnastica cavalleresca, l’eredità dell’onorevole Gunnar.
Il Cinema Precoce: Il Barbaro da Opera L’immaginario popolare, tuttavia, andò in un’altra direzione. Il cinema degli anni ’50 e ’60, quando rappresentava i Vichinghi (come in “The Vikings” del 1958, con Kirk Douglas), ignorava la raffinata immagine di Jóhannes.
L’Immagine Cinematografica: Il cinema creò lo stereotipo del “Vichingo da opera”. Grandi uomini barbuti con elmi cornuti (storicamente inaccurati), tuniche di pelliccia e spade enormi.
Il Combattimento: Il combattimento in questi film era una rissa caotica. La “Glima” era rappresentata come un uomo che afferrava un altro e lo lanciava attraverso un tavolo di legno in una langhús piena di birra. Era l’archetipo di Egil e Grettir ridotto a una coreografia da “saloon”.
Per decenni, l’immaginario collettivo è stato diviso tra l’oscura realtà sportiva (il Brokartök di Gunnar) e la caricatura cinematografica (il berserker ubriaco). Mancava un ponte che li unisse.
Parte 4: La Rivoluzione della “Gritty Fantasy” – La Nascita dell’Immaginario Moderno
L’immagine collettiva della Glima che domina oggi è un prodotto degli ultimi vent’anni. È nata da un movimento culturale che ha cercato di “riscoprire” il lato oscuro delle Saghe, fondendo il realismo storico con la brutalità degli archetipi di Egil e Grettir.
Il Contesto: Il “Realismo Sporco” Dopo il “fantasy pulito” de Il Signore degli Anelli, la cultura pop ha avuto una svolta verso il “realismo sporco” (gritty realism). Il Trono di Spade (Game of Thrones) è l’esempio più famoso. Il pubblico non voleva più cavalieri lucenti; voleva fango, sangue, sesso e violenza realistica.
In questo nuovo clima culturale, il Vichingo era l’archetipo perfetto. E la Glima divenne il suo linguaggio di combattimento.
L’Influenza della Televisione: “Vikings” e “The Last Kingdom” Sono state queste due serie televisive a cementare l’immagine moderna della Glima (Lausatök) nell’immaginario collettivo globale.
Estetica: Hanno eliminato gli elmi cornuti e le pellicce pulite. Hanno introdotto il cuoio borchiato, i tatuaggi, il fango, la neve e il sangue.
La Glima come Lingua Franca: In queste serie, la Glima (Lausatök) è ovunque. È il modo in cui i personaggi si allenano, è il modo in cui risolvono le dispute nel campo, è il modo in cui combattono nei duelli.
Rappresentazione di Ragnar Lothbrok (Travis Fimmel) in Vikings: Ragnar non è solo un bruto. È un trickster. Incarna il Bragð (lo stratagemma). Le sue lotte sono spesso vinte usando l’astuzia, l’ambiente e mosse di Glima inaspettate per sconfiggere avversari più forti (come la sua prima lotta con Rollo, o il duello con Earl Haraldson).
Rappresentazione di Uhtred di Bebbanburg (Alexander Dreymon) in The Last Kingdom: Uhtred, cresciuto come un danese, combatte come tale. Le sue coreografie fondono costantemente la scherma (spada) con il Lausatök. Usa lo scudo per spingere (lo Skjaldar-skot), afferra il braccio armato del nemico, usa sgambetti per atterrarlo e lo finisce a terra.
La Glima nel Muro di Scudi (Skjaldborg): Queste serie sono state le prime a mostrare al grande pubblico il contesto militare del Lausatök. Hanno mostrato che il muro di scudi non è una formazione statica, ma una “rissa” brutale dove la Glima (spingere, tirare, agganciare, sgambettare) è la tecnica fondamentale per rompere la linea nemica.
Grazie a queste serie, l’immaginario collettivo ora associa il “combattimento vichingo” a una forma specifica di MMA storico: un misto di colpi, clinch brutale e proiezioni di lotta libera, il tutto eseguito nel fango e con le armi in pugno. È l’archetipo di Egil e Grettir reso “reale”.
La Rappresentazione della “Shieldmaiden” (Skjaldmær) Un impatto culturale forse ancora più profondo di queste serie è stata la rappresentazione di donne guerriere, come Lagertha (Vikings).
L’Immagine: L’immaginario collettivo ha assorbito l’idea della Shieldmaiden non solo come un’arciere o una schermitrice, ma come una praticante di Glima. Le scene di Lagertha che si allena o combatte in un clinch contro uomini hanno creato un nuovo archetipo di forza femminile, basato non sulla magia o sull’agilità “da ballerina”, ma sulla stessa, identica, brutale tecnica di Glima usata dagli uomini.
Impatto: Questo ha aperto l’immaginario della Glima a un pubblico femminile globale, ridefinendolo come un’arte marziale “neutra” rispetto al genere, basata sull’efficacia.
Parte 5: L’Immaginario Interattivo – La Glima nei Videogiochi
Se la televisione ha mostrato al pubblico la Glima (Lausatök), i videogiochi gliel’hanno fatta fare. Il giocatore non è più uno spettatore; è il praticante. Questo ha solidificato l’immaginario a un livello esperienziale.
“Assassin’s Creed: Valhalla” (2020) – La Gamificazione della Glima Questo gioco ha portato la Glima al pubblico di massa con un’accuratezza senza precedenti (pur rimanendo un videogioco).
La Glima come Attività: È letteralmente un mini-gioco. Il protagonista, Eivor, può partecipare a incontri di Glima (rappresentati come una forma di Hryggspenna/Lausatök) nelle città.
La Glima come Combattimento: Il sistema di combattimento principale è saturo di Glima. Il giocatore può “parare” un colpo e rispondere con una presa, uno sgambetto o una proiezione.
Le “Finisher Moves”: Le esecuzioni brutali e cinematografiche sono puro Lausatök. Eivor atterra i nemici, esegue suplex (il Grettisfang), rompe arti (i Lás) e usa il ground-and-pound.
Impatto: Valhalla ha associato il nome “Glima” (anche se spesso tradotto erroneamente) a queste azioni brutali. Ha venduto decine di milioni di copie, insegnando a una generazione di giocatori che il “combattimento vichingo” è questa specifica arte del grappling.
“God of War” (2018) e “God of War: Ragnarök” (2022) – La Glima Mitologica Questi giochi rappresentano l’apice della Glima nell’immaginario collettivo, fondendo l’archetipo di Grettir (il cacciatore di mostri) con una rappresentazione fisica iper-realistica.
Kratos come Lottatore di Lausatök: Il protagonista, Kratos, è l’incarnazione del Lausatök. Il suo stile di combattimento è definito da:
Integrazione Arma/Corpo: Lancia la sua ascia (Leviathan) e, mentre aspetta che torni, passa immediatamente al combattimento a mani nude. Usa la Glima per controllare e colpire.
Il Clinch: Molte mosse si basano sull’afferrare i nemici.
Le Proiezioni: Esegue suplex, takedown e lanci che sono chiaramente ispirati al wrestling e alla Glima.
La Rappresentazione Culturale: Kratos vs. Baldur Il primo combattimento principale in God of War (2018) è una delle rappresentazioni più pure di Glima mitologica mai create. È un duello di dieci minuti tra due esseri divini, quasi interamente disarmato.
L’Immaginario: È la lotta di Thor contro Elli, o di Grettir contro Kárr, re-immaginata. È una rissa brutale, con prese, proiezioni, colpi e distruzione ambientale.
Impatto: Questo ha stabilito il “tono” del mondo norreno. L’immaginario è chiaro: gli dèi e gli eroi di questo mondo non combattono con raggi di energia; combattono con la Glima.
Grazie a questi media, l’immaginario collettivo globale del XXI secolo ha un’immagine chiara, eccitante e “sporca” della Glima. Ma è un’immagine che corrisponde solo a metà della verità.
Parte 6: La Grande Discrepanza – L’Immaginario Popolare contro la Realtà Sportiva
Il risultato più significativo di questa onnipresenza mediatica è una profonda discrepanza culturale tra la Glima immaginata e la Glima praticata (Punto 15).
Un potenziale praticante italiano, tedesco o americano, infiammato dall’immagine di Ragnar Lothbrok o di Kratos, cerca “Glima” su internet. Vuole imparare l’arte del combattimento vichingo.
L’Aspettativa (Basata sull’Immaginario Collettivo – Lausatök):
Stile: Brutale, caotico, aggressivo.
Contesto: Fango, neve, battaglia.
Tecniche: Prese libere, colpi, takedown alle gambe, proiezioni suplex, lotta a terra, leve e strangolamenti.
Abbigliamento: Cuoio, pelliccia, o a petto nudo.
Filosofia: Sopravvivenza, efficacia, ferocia. L’archetipo di Egil e Grettir.
La Realtà (Quella che Spesso Trovano – Brokartök): Se trovano lo sport nazionale ufficiale dell’Islanda (l’unica Glima con una federazione, il GLÍ), trovano l’esatto opposto.
Stile: Controllato, calmo, ritmico.
Contesto: Una palestra di legno pulita.
Tecniche: Presa fissa e obbligatoria (Tök). Postura eretta. Movimento circolare (Stigandi). Assoluto divieto di colpi, leve, strangolamenti e lotta a terra.
Abbigliamento: Un’imbracatura di cuoio unica (Glímubelti) e scarpette di pelle morbida (Glímuskór).
Filosofia: Drengskap (onore). L’obiettivo non è ferire, ma proiettare pulitamente e poi aiutare l’avversario a rialzarsi. L’archetipo di Gunnar Hámundarson.
Questa discrepanza è la sfida principale per la Glima oggi. L’immaginario collettivo ha creato un’enorme domanda per lo stile “morto” (Lausatök), ignorando quasi completamente lo stile “vivo” (Brokartök).
Ironicamente, questa stessa domanda ha alimentato la rinascita del Lausatök. I gruppi HEMA e di rievocazione (Punto 11) sono cresciuti esponenzialmente per soddisfare la domanda creata da Vikings e Valhalla. L’immaginario collettivo, pur essendo “sbagliato” rispetto allo sport ufficiale, sta attivamente resuscitando la sua controparte storica.
Parte 7: L’Immaginario Oltre il Combattimento – Glima come Simbolo Culturale
L’immagine della Glima nella cultura pop non è solo una coreografia di combattimento. È diventata un simbolo potente per concetti più ampi.
Simbolo di Forza Primordiale e Connessione con la Natura La Glima nell’immaginario collettivo è una “lotta della terra”. È praticata nel fango, nella foresta, sulla neve. Questo la contrappone alle arti marziali “civilizzate” praticate nei dojo puliti.
Immagine: È una forza “naturale”, non addomesticata. L’atleta di Glima (l’archetipo del Vichingo) trae la sua forza dalla sua connessione con l’ambiente ostile del Nord. È una forza grezza, non raffinata.
Simbolo di Libertà e Individualismo Il Vichingo, nell’immaginario, è l’antitesi del soldato o del cavaliere feudale. Non obbedisce a un re distante; è un uomo libero.
Immagine: La sua Glima (Lausatök) è la manifestazione di questa libertà. È un combattimento senza regole, senza forme (kata), senza gerarchie (cinture). È l’arte marziale dell’individuo. Questo ha un’enorme attrattiva nell’immaginario moderno, che valorizza l’autenticità e l’individualismo.
Simbolo di Comunità (Il Contro-Archetipo) Accanto all’immagine dell’individualista solitario (Grettir), l’immaginario moderno (specialmente da Vikings) ha promosso l’immagine della Glima come attività comunitaria.
Immagine: Le scene di allenamento nel campo vichingo. I guerrieri che lottano amichevolmente, che bevono e che poi combattono fianco a fianco nel muro di scudi.
Impatto: La Glima è vista come il “collante” sociale della banda di guerrieri (hird). È un’espressione di fiducia, fratellanza e competizione amichevole.
Parte 8: Conclusione – L’Immagine come Motore della Rinascita
La Glima, nell’immaginario collettivo del XXI secolo, è un’entità potente. È un archetipo che è stato costruito dalle Saghe, ripulito dal Romanticismo, caricaturizzato dal cinema e, infine, resuscitato in una forma “realistica” e brutale dalle moderne serie TV e dai videogiochi.
L’immagine dominante oggi è inequivocabilmente quella del Lausatök. È la Glima di Egil e Grettir: pragmatica, efficace, integrata con le armi e priva di regole sportive. Questa immagine ha creato un fenomeno globale: milioni di persone sono affascinate dall’arte del combattimento vichingo, anche se non conoscono la parola “Glima”.
Questa rappresentazione culturale, sebbene spesso iper-stilizzata e romanticizzata, è stata la forza più importante per la rinascita dell’arte. Ha creato una domanda globale che ha spinto i ricercatori HEMA a ricostruire il Lausatök e ha portato una nuova, anche se spesso confusa, attenzione sull’onorevole Brokartök islandese.
L’immaginario collettivo, quindi, non è solo uno “specchio” della Glima; è diventato il suo motore. Ha preso un’arte quasi dimenticata e l’ha trasformata in un simbolo globale di forza, libertà e autenticità storica, assicurando che, nel fango o sul tappeto, la lotta dei Vichinghi continui a essere praticata.
LA GLIMA NELL'IMMAGINARIO COLLETTIVO: RAPPRESENTAZIONI CULTURALI
Parte 1: Il Paradosso Centrale – La Lotta Sconosciuta più Famosa del Mondo
L’analisi della Glima nell’immaginario collettivo globale ci pone di fronte a uno dei paradossi più affascinanti del mondo marziale. Il termine “Glima” è, per la stragrande maggioranza del pubblico mondiale, un significante vuoto; non evoca alcuna immagine specifica, a differenza di parole come “Karate”, “Kung Fu” o “Muay Thai”. Eppure, l’arte stessa, nella sua forma più brutale e pragmatica, è forse la disciplina di combattimento più vista, celebrata e consumata nella cultura pop del ventunesimo secolo.
Il mondo non conosce la Glima, ma conosce intimamente il “combattimento vichingo”. L’immagine collettiva è potente e consolidata: è una rissa primordiale nel fango e nella neve, un clinch disperato tra guerrieri barbuti, è l’uso dello scudo come arma di sbilanciamento, è la proiezione suplex che schianta un nemico al suolo, è la transizione fulminea dalla lotta all’estrazione di un coltello (sax) per la finalizzazione.
Questa immagine, onnipresente in televisione, al cinema e nei videogiochi, è la Glima. Nello specifico, è la rappresentazione culturale dello stile Lausatök (“presa libera”), l’arte da combattimento delle Saghe.
L’immaginario collettivo, quindi, non ha assorbito la Glima come disciplina codificata, ma come archetipo. È l’archetipo del “Guerriero del Nord”, del Berserker, del combattente indomito. La Glima non è percepita come un’arte marziale (un sistema di apprendimento), ma come l’assenza stessa di regole, come la forza della natura incanalata in un corpo umano. È l’espressione fisica della “furia vichinga”.
Questa percezione non è un’invenzione moderna. È un’eco diretta delle fonti letterarie originali – le Saghe Islandesi – che hanno fornito alla cultura occidentale un intero cast di archetipi. Tuttavia, l’immaginario collettivo ha operato una selezione drastica. Ha scelto di celebrare l’archetipo del Grettir (il cacciatore di mostri) e di Egil (il combattente pragmatico e “sporco”), ignorando quasi completamente l’archetipo di Gunnar Hámundarson (l’atleta cavalleresco).
Di conseguenza, il mondo si è innamorato di un’arte marziale (il Lausatök) che era, fino a poco tempo fa, quasi estinta, e ignora completamente l’unica forma di Glima sopravvissuta in una linea ininterrotta e praticata ufficialmente: il Brokartök (lo sport nazionale islandese), che è l’incarnazione dell’onorevole archetipo di Gunnar.
Questo capitolo analizzerà la costruzione di questo potente e distorto immaginario, tracciando l’evoluzione della “lotta vichinga” dalle sue prime rappresentazioni romantiche, attraverso la caricatura cinematografica, fino all’esplosione “realistica” della cultura pop moderna, e valuterà l’impatto profondo che questa immagine ha avuto sulla percezione dell’arte e sulla sua stessa rinascita.
Parte 2: La Nascita dell’Immagine Romantica (XIX e Inizio XX Secolo) – Il “Vichingo Nobile”
Per gran parte della storia moderna (dal Rinascimento all’Illuminismo), l’immaginario collettivo europeo vedeva il Vichingo in modo quasi interamente negativo: era il “barbaro del Nord”, il pagano distruttore di monasteri, l’antitesi della civiltà romana e cristiana. In questo contesto, il suo modo di combattere era visto come una rissa animalesca, non come un'”arte”.
Questa percezione cambiò radicalmente nel XIX secolo con l’avvento del Nazionalismo Romantico.
La Creazione dell’Archetipo di Gunnar
In tutta Europa, i popoli cercavano di definire la propria identità nazionale riscoprendo un passato “glorioso” e mitizzato. In Germania, Richard Wagner attingeva ai miti germanici (come il Nibelungenlied, imparentato con le saghe norrene) per creare le sue opere, presentando eroi come Siegfried. In Scandinavia, questo movimento fu ancora più intenso.
In Norvegia: Si cercava di forgiare un’identità distinta dalla Svezia e dalla Danimarca, riscoprendo l’Epoca Vichinga come un’età di eroi ed esploratori.
In Islanda: Il movimento fu la base stessa della lotta per l’indipendenza dalla Danimarca. Guidati da figure come Jón Sigurðsson, gli intellettuali islandesi cercarono simboli della loro unicità culturale.
Fu in questo momento che avvenne la prima grande “rappresentazione culturale” della Glima. L’arte fu selezionata e ripulita per adattarsi a questa nuova immagine.
La Scelta del Brokartök: Gli intellettuali e i patrioti islandesi non scelsero il brutale Lausatök di Egil (che mordeva le gole). Scelsero l’archetipo di Gunnar Hámundarson (dalla Saga di Njáll), l’atleta perfetto, l’eroe che preferiva la pace alla faida.
La Glima come Ginnastica Cavalleresca: La Glima (Brokartök) divenne la rappresentazione di questa “nobiltà” vichinga. Il suo codice d’onore, il Drengskap, e le sue regole che proibivano di ferire, la rendevano l’antitesi perfetta del “barbaro”. Era la prova che i Vichinghi non erano selvaggi, ma possedevano un codice cavalleresco che precedeva quello dell’Europa feudale.
La Rappresentazione Globale: Jóhannes Jósefsson e le Olimpiadi del 1912
Questa nuova immagine “nobile” fu esportata nel mondo da un singolo uomo: Jóhannes Jósefsson, il “Re della Glima” (Glímukóngur).
Jóhannes come Performance Culturale: Come analizzato nel Punto 5, Jóhannes non era solo un atleta; era un ambasciatore culturale e uno showman. I suoi tour in Europa e America, dove si presentava come “Il Vichingo Moderno”, erano delle vere e proprie rappresentazioni culturali.
L’Immagine Creata: Non si presentò come un berserker. Si presentò come un gentiluomo, forte ma controllato, che incarnava il Drengskap.
Stoccolma 1912: La Consacrazione dell’Immagine: La dimostrazione di Glima alle Olimpiadi di Stoccolma del 1912 fu l’apice di questa rappresentazione. Il pubblico internazionale non vide una rissa. Vide uno sport elegante, veloce (“il lampo”) e, soprattutto, onorevole. L’atto, oggi famoso, di aiutare l’avversario a rialzarsi dopo ogni proiezione, scioccò e affascinò gli spettatori.
L’Impatto: Per la prima metà del XX secolo, l’unica immagine collettiva della Glima (tra i pochi che la conoscevano) fu questa: uno sport nazionale islandese, un “folkstyle” nordico elegante, una “ginnastica cavalleresca”, l’eredità dell’onorevole Gunnar.
Parte 3: Il Cinema di Metà Secolo – La Nascita della Caricatura Brutale
Mentre l’Islanda coltivava l’immagine nobile del Brokartök, l’immaginario collettivo globale, guidato dall’industria cinematografica emergente, andava nella direzione opposta. Il cinema non era interessato alla ginnastica cavalleresca; era interessato al dramma, al conflitto e alla barbarie.
Il “Vichingo da Opera” e l’Elmo Cornuto
Film come “The Vikings” (uscito in Italia come I Vichinghi, 1958), diretto da Richard Fleischer e interpretato da star globali come Kirk Douglas e Tony Curtis, cementarono un’immagine del Vichingo che sarebbe durata per cinquant’anni.
L’Estetica: Questa rappresentazione era una caricatura. Creò e rese popolare lo stereotipo dell’elmo cornuto (un’invenzione del XIX secolo per le opere wagneriane, storicamente del tutto inaccurata). L’abbigliamento era fatto di pellicce rozze, cuoio e metallo.
La Rappresentazione del Combattimento: In questi film, la Glima non è un’arte. È una rissa da saloon trasferita in una langhús.
La Scena della Taverna: È un cliché: una disputa scoppia e i guerrieri iniziano a combattere. La “Glima” è rappresentata come un uomo che afferra un altro per la tunica e lo lancia attraverso un tavolo di legno, che va in frantumi. È l’archetipo di Egil (la brutalità) e di Grettir (la forza sovrumana) ridotto a una coreografia da stuntman.
Mancanza di Tecnica: Non c’è traccia di leva, tempismo o bragð (stratagemma). C’è solo forza bruta, prese al corpo e proiezioni esagerate.
L’Impatto: Questa immagine ha dominato l’immaginario collettivo per decenni. Ha rinforzato lo stereotipo del Vichingo come un barbaro ubriaco e primitivo, e della sua lotta come un’attività animalesca e priva di qualsiasi tecnica o filosofia. Ha completamente cancellato l’immagine “nobile” creata da Jóhannes Jósefsson.
Per tutta la seconda metà del XX secolo, l’immaginario collettivo è rimasto bloccato qui: la Glima era o uno sport islandese oscuro e sconosciuto (la realtà del Brokartök) o una rissa da ubriachi con elmi cornuti (la finzione cinematografica). Mancava una rappresentazione che unisse la brutalità delle Saghe con un senso di realismo e abilità.
Parte 4: La Rivoluzione del “Realismo Sporco” – La Nascita dell’Immaginario Moderno (Televisione)
L’inizio del XXI secolo ha visto una rivoluzione culturale. Il pubblico, stanco del fantasy “pulito” (come Il Signore degli Anelli) e delle caricature storiche, ha iniziato a desiderare un “realismo sporco” (gritty realism). Serie come Il Trono di Spade (Game of Thrones) hanno dimostrato che c’era un mercato globale per storie complesse, personaggi moralmente ambigui, sesso e, soprattutto, violenza realistica, fangosa e brutale.
In questo nuovo clima, l’Era Vichinga era il soggetto perfetto. E la Glima (Lausatök) divenne il suo linguaggio di combattimento.
Caso di Studio 1: “Vikings” (History Channel/MGM, 2013-2020)
Vikings, creato da Michael Hirst, è probabilmente il singolo media più responsabile della moderna immagine collettiva della Glima.
L’Estetica: Vikings ha ridefinito l’estetica vichinga. Ha eliminato gli elmi cornuti. Ha introdotto il cuoio borchiato (anch’esso in gran parte astorico, ma visivamente potente), i tatuaggi, le acconciature complesse, il fango, il sangue e un’atmosfera generale di “realismo sporco”.
La Glima come Linguaggio dei Personaggi: In Vikings, il Lausatök è ovunque.
Ragnar Lothbrok (Travis Fimmel): La rappresentazione del combattimento di Ragnar è cruciale. Non è il lottatore più forte, ma il più intelligente. Incarna il concetto di Bragð (lo “stratagemma”).
Analisi della Scena (Ragnar vs. Earl Haraldson): Nel duello per il titolo, Ragnar è più piccolo e meno armato. Perde lo scudo e la spada. La sua vittoria è un atto di Glima pura. Usa la sua agilità (derivata dalla Glima) per evitare i colpi, e infine usa un bragð: inganna l’Earl facendogli credere di essere sottomesso, per poi usare un coltello nascosto. È l’archetipo di Egil, il pragmatista.
Analisi della Scena (Ragnar vs. Rollo): Nelle loro molteplici lotte, specialmente la prima nel campo di allenamento, vediamo il Lausatök in azione: prese al corpo (body lock), takedown alle gambe, ground-and-pound (colpi a terra).
Il Muro di Scudi (Skjaldborg): Vikings è stata la prima grande produzione a rappresentare il muro di scudi non come una linea statica, ma come un clinch di massa. Le scene di battaglia mostrano chiaramente i guerrieri che usano tecniche di Glima: agganciare gli scudi nemici per tirarli via, usare lo scudo per spingere e sbilanciare (Skjaldar-skot), e sgambettare gli avversari da dietro la protezione del muro. Ha mostrato al pubblico il contesto militare del Lausatök (Punto 14).
L’Archetipo della “Shieldmaiden” (Lagertha): La rappresentazione di Lagertha (Katheryn Winnick) ha avuto un impatto culturale forse ancora maggiore. Non era solo un’arciere. Era una combattente di Glima.
Analisi: Le sue coreografie la mostrano regolarmente impegnata in clinch con guerrieri uomini, usando la leva e il tempismo del Lausatök per sconfiggerli. Ha creato un archetipo globale di forza femminile basato non sulla magia, ma sulla stessa, identica, brutale tecnica di combattimento degli uomini.
Impatto: L’immaginario collettivo ha assorbito la Glima (Lausatök) come un’arte “neutra” rispetto al genere, basata sull’efficacia.
Caso di Studio 2: “The Last Kingdom” (BBC/Netflix, 2015-2023)
Basato sui romanzi Le storie dei re sassoni di Bernard Cornwell, The Last Kingdom ha ulteriormente raffinato l’immagine della Glima.
L’Identità Culturale: L’intera serie si basa sulla tensione tra Sassoni (cristiani, disciplinati, che combattono in formazioni rigide) e Danesi/Vichinghi (pagani, caotici, che combattono come individui).
Uhtred di Bebbanburg (Alexander Dreymon): Il protagonista, “sassone di nascita, danese di cuore”, incarna questa fusione. Ma il suo stile di combattimento è quasi puramente Glima Lausatök.
La Glima come “Stile HEMA”: Le coreografie di The Last Kingdom sono forse le più vicine all’HEMA (Historical European Martial Arts). Mostrano una perfetta integrazione tra arma e corpo (Punto 14).
Analisi delle Lotte di Uhtred: Uhtred non vince solo con la spada. Il suo schema di combattimento è: parare con la spada -> entrare nel clinch -> usare la mano libera (o l’elsa della spada) per colpire o afferrare -> eseguire uno sgambetto o una proiezione d’anca (Lausatök) -> finire l’avversario a terra.
Contro Leofric: Il suo famoso duello con Leofric è una magistrale rappresentazione di Glima integrata. La lotta si sposta costantemente tra la distanza della spada e il clinch del Lausatök.
L’Impatto: The Last Kingdom ha solidificato l’immagine della Glima come il sistema di grappling che rende efficace la scherma vichinga.
Grazie a queste due serie, l’immaginario collettivo globale ha ora un’immagine chiara, “realistica” e brutalmente affascinante della Glima Lausatök. È l’arte del guerriero vichingo.
Parte 5: L’Immaginario Interattivo – La Glima nei Videogiochi
Se la televisione ha permesso al pubblico di vedere la Glima, i videogiochi hanno fatto un passo avanti: hanno permesso al pubblico di farla. Questo passaggio da spettatore passivo a partecipante interattivo è stato l’atto finale che ha cementato la Glima nell’immaginario culturale.
Caso di Studio 1: “Assassin’s Creed: Valhalla” (Ubisoft, 2020)
Questo gioco è stato un enorme evento culturale, vendendo decine di milioni di copie e immergendo i giocatori nel mondo dell’Era Vichinga.
La Glima come Attività Letterale: Valhalla ha fatto qualcosa che nessuna serie TV aveva fatto: ha usato la parola stessa (o la sua variante “Wrestling”). La Glima è presente nel gioco come un mini-gioco ufficiale. Il protagonista, Eivor, può recarsi in varie città e partecipare a incontri di lotta.
Rappresentazione: Il mini-gioco è una rappresentazione semplificata di Hryggspenna/Lausatök, un gioco di equilibrio e pressione.
La Glima come Meccanica di Combattimento: Il vero impatto è stato nel sistema di combattimento principale.
Grappling come Core Mechanic: Il giocatore ha un pulsante per “parare” che, se eseguito con tempismo, apre l’avversario a una presa di Glima. Eivor può afferrare i nemici, spingerli contro i muri o lanciarli giù dai dirupi.
Le “Finisher Moves”: Le esecuzioni cinematografiche (le Stun Finisher) sono un catalogo di Lausatök. Eivor esegue suplex (il Grettisfang), leve articolari (Lás) e un violento ground-and-pound.
L’Impatto: Valhalla ha agito come un’enciclopedia interattiva. Ha preso l’immagine creata da Vikings e le ha dato un nome e un insieme di meccaniche giocabili. Milioni di giocatori ora associano il “combattimento vichingo” a queste azioni specifiche.
Caso di Studio 2: “God of War” (2018) e “God of War: Ragnarök” (2022)
Questi giochi rappresentano forse l’apice assoluto della Glima nell’immaginario collettivo. Sono una fusione perfetta degli archetipi delle Saghe (Grettir, Thor) con l’estetica del “realismo sporco” e un budget AAA.
Kratos: L’Incarnazione del Lausatök Mitologico: Il protagonista, Kratos, è l’archetipo del lottatore di Glima. Sebbene non sia un Vichingo, il suo stile di combattimento in questo nuovo pantheon è puramente norreno.
Integrazione Totale (Punto 14): Kratos combatte con la sua ascia Leviathan. La sua mossa iconica è lanciarla. Cosa fa mentre l’ascia è in volo? Passa immediatamente al combattimento a mani nude. Usa pugni, ma soprattutto usa la Glima (Lausatök) per afferrare, lanciare e controllare i nemici. L’ascia è lo strumento, ma la Glima è il suo sistema operativo.
La Rappresentazione Culturale Definitiva: Kratos vs. Baldur La prima, iconica boss-fight di God of War (2018) è la rappresentazione culturale più pura della Glima mitologica mai creata. È un duello di dieci minuti tra due esseri immortali, quasi interamente disarmato.
Analisi della Scena: Il combattimento è puro Hryggspenna e Lausatök. Inizia con una presa di prova di forza (Hryggspenna). Si evolve in un clinch brutale, con prese al collo (Kverkatök), sollevamenti e proiezioni che spaccano la roccia. Usano l’ambiente (come Grettir nel tumulo).
L’Immagine: È la lotta di Thor contro Elli (la Vecchiaia) o di Thor contro i Giganti, re-immaginata. È una lotta di forza divina, ma espressa attraverso la biomeccanica del grappling (leve, prese, sollevamenti).
L’Impatto: God of War ha detto al mondo: “In questo universo, gli Dèi non combattono con raggi di energia. Combattono con la Glima”. Ha elevato l’arte da una rissa da berserker a un’arte di combattimento divina.
Parte 6: La Grande Discrepanza – L’Immagine Popolare contro la Realtà Sportiva
L’impatto di questa onnipresenza mediatica è stato profondo e ha creato una spaccatura netta tra l’aspettativa del pubblico e la realtà dell’arte. Questa “discrepanza della Glima” è la sfida principale per la disciplina oggi.
Un potenziale praticante, ispirato da Vikings, Valhalla o God of War, decide di “imparare la Glima”.
L’Aspettativa (Basata sull’Immaginario Collettivo – Lausatök):
Stile: Brutale, aggressivo, caotico, efficace per l’autodifesa.
Contesto: Un combattimento totale, “sporco”, che unisce colpi e lotta.
Tecniche: Prese libere, suplex (Grettisfang), takedown alle gambe, leve articolari (Lás), strangolamenti (Taka), ground-and-pound.
Abbigliamento: Cuoio, pelliccia o petto nudo.
Filosofia: Efficacia, pragmatismo, ferocia, sopravvivenza. L’archetipo di Egil e Grettir.
La Realtà (Quello che Trova in Islanda/Ufficialmente – Brokartök): Se questo praticante contatta l’unica “casa madre” ufficiale, il Glímusamband Íslands (GLÍ), o trova un raro club di Brokartök, si trova di fronte a una realtà completamente diversa.
Stile: Controllato, calmo, ritmico, quasi una “danza”.
Contesto: Una palestra pulita, spesso con un pavimento di legno.
Tecniche: Presa fissa e obbligatoria (Tök). Postura eretta. Movimento circolare (Stigandi). Assoluto divieto di colpi, leve, strangolamenti e lotta a terra.
Abbigliamento: Un’imbracatura di cuoio unica (Glímubelti) e scarpette di pelle morbida (Glímuskór).
Filosofia: Drengskap (onore). L’obiettivo non è ferire, ma proiettare pulitamente e poi, obbligatoriamente, aiutare l’avversario a rialzarsi. L’archetipo di Gunnar Hámundarson.
Le Conseguenze della Discrepanza
Sfida per il Brokartök: Lo sport nazionale islandese ha un problema di “marketing”. L’immagine globale della sua arte è l’esatto opposto di ciò che essa rappresenta. Il pubblico di massa, cercando la Glima di Vikings, trova il Brokartök “noioso” o “non reale”, non capendo che è l’altra, altrettanto autentica, faccia della medaglia.
L’Impulso per il Lausatök: Ironicamente, questa discrepanza ha creato il mercato per la rinascita del Lausatök. I gruppi HEMA e di rievocazione (Punto 11) sono cresciuti esponenzialmente perché sono gli unici a offrire ciò che l’immaginario collettivo ora desidera. L’immagine pop non ha ucciso la Glima; sta resuscitando la sua metà perduta.
Parte 7: L’Immaginario Oltre il Combattimento – Glima come Simbolo Culturale
L’immagine della Glima nella cultura pop non si limita alla coreografia di combattimento. È diventata un simbolo potente per concetti più ampi che risuonano con il pubblico moderno.
Simbolo di Forza Primordiale e Connessione con la Natura L’immaginario collettivo associa la Glima a un’ambientazione specifica: è praticata nel fango, nella foresta, sulla neve, sul ponte di una nave in tempesta.
Immagine: Questo la contrappone alle arti marziali “civilizzate” praticate nei dojo puliti. È una forza “naturale”, non addomesticata. L’atleta di Glima (l’archetipo del Vichingo) trae la sua forza dalla sua connessione con l’ambiente ostile del Nord. È una forza grezza, non raffinata. Questo ha un’enorme attrattiva in un mondo moderno sempre più urbanizzato e disconnesso dalla natura.
Simbolo di Libertà e Individualismo Il Vichingo, nell’immaginario, è l’antitesi del soldato disciplinato o del cavaliere feudale. Non obbedisce a un re distante; è un uomo libero che segue il suo Jarl per scelta.
Immagine: La sua Glima (Lausatök) è la manifestazione di questa libertà. È un combattimento senza regole imposte, senza forme (kata), senza gerarchie (cinture). È l’arte marziale dell’individuo. Questo ha un’enorme attrattiva nell’immaginario moderno, che valorizza l’autenticità e l’individualismo.
Simbolo di Comunità (Il Contro-Archetipo) Accanto all’immagine dell’individualista solitario (Grettir, Uhtred), l’immaginario moderno (specialmente da Vikings) ha promosso l’immagine della Glima come attività comunitaria.
Immagine: Le scene di allenamento nel campo vichingo. I guerrieri che lottano amichevolmente, che bevono e che poi combattono fianco a fianco nel muro di scudi.
Impatto: La Glima è vista come il “collante” sociale della banda di guerrieri (hird). È un’espressione di fiducia, fratellanza e competizione amichevole (anche quando è brutale).
Parte 8: Conclusione – L’Immagine come Motore della Rinascita
La Glima, nell’immaginario collettivo del XXI secolo, è un’entità potente. È un archetipo che è stato costruito dalle Saghe, ripulito dal Romanticismo, caricaturizzato dal cinema e, infine, resuscitato in una forma “realistica” e brutale dalle moderne serie TV e dai videogiochi.
L’immagine dominante oggi è inequivocabilmente quella del Lausatök. È la Glima di Egil e Grettir: pragmatica, efficace, integrata con le armi e priva di regole sportive. Questa immagine ha creato un fenomeno globale: milioni di persone sono affascinate dall’arte del combattimento vichingo, anche se non conoscono la parola “Glima”.
Questa rappresentazione culturale, sebbene spesso iper-stilizzata e romanticizzata, è stata la forza più importante per la rinascita dell’arte. Ha creato una domanda globale che ha spinto i ricercatori HEMA a ricostruire il Lausatök e ha portato una nuova, anche se spesso confusa, attenzione sull’onorevole Brokartök islandese.
L’immaginario collettivo, quindi, non è solo uno “specchio” della Glima; è diventato il suo motore. Ha preso un’arte quasi dimenticata e l’ha trasformata in un simbolo globale di forza, libertà e autenticità storica, assicurando che, nel fango o sul tappeto, la lotta dei Vichinghi continui a essere praticata.
GESTIONE DELL'INFORTUNIO E LONGEVITÀ: LA MEDICINA DELLA GLIMA
Parte 1: Introduzione – La Doppia Faccia della Medicina della Glima
L’analisi della “medicina” all’interno della Glima è un esercizio complesso che rivela, ancora una volta, la dualità fondamentale dell’arte. Non esiste un singolo profilo di rischio o un’unica strategia di gestione dell’infortunio, poiché la Glima si manifesta in due forme radicalmente diverse: lo sport cavalleresco, il Brokartök, e l’arte da combattimento ricostruita, il Lausatök.
La “medicina” di un’arte marziale non è solo un elenco di infortuni e relative cure. È un sistema olistico che comprende:
La Prevenzione Intrinseca: Come la filosofia e le regole dell’arte sono progettate per prevenire l’infortunio.
La Tipologia del Rischio: Quali infortuni (acuti e cronici) sono specifici e probabili in ogni stile.
La Gestione Storica: Come la cultura originale (i popoli norreni) affrontava questi traumi.
La Gestione Moderna: Come un praticante contemporaneo utilizza la medicina sportiva moderna (fisioterapia, riabilitazione, pre-hab) per gestire questi rischi.
La Longevità: Come un praticante adatta la sua pratica nel corso della vita per continuare a beneficiare dell’arte fino alla terza età.
La Medicina del Brokartök: La Scienza della Prevenzione Il Brokartök, lo sport nazionale islandese, è un caso di studio affascinante nella prevenzione degli infortuni. È uno sport di contatto ad alto impatto (le proiezioni sono costanti) che, paradossalmente, è stato progettato per la sicurezza. La sua medicina è preventiva e filosofica. Il suo codice etico, il Drengskap (onore), non è un concetto astratto; è il protocollo di sicurezza primario. Le sue regole uniche (presa fissa, postura eretta) sono state inventate, come discusso nei capitoli precedenti, per eliminare le azioni più pericolose (leve, strangolamenti, colpi, cadute sulla testa) che erano endemiche nel combattimento reale.
La Medicina del Lausatök: La Scienza della Traumatologia Il Lausatök (“presa libera”) è l’esatto opposto. È un’arte da combattimento ricostruita, la cui filosofia è l’efficacia marziale (árangur). Le sue tecniche (leve articolari, strangolamenti, proiezioni ad alto impatto) sono progettate per infliggere traumi. Di conseguenza, la sua “medicina” non è la prevenzione filosofica, ma la gestione del trauma. La sicurezza nel Lausatök non deriva dalle regole, ma da una metodologia di allenamento rigorosa, consensuale e controllata, mutuata dalle moderne arti marziali miste (MMA) e dal grappling.
Questo capitolo analizzerà la gestione dell’infortunio e le strategie per la longevità in entrambi gli stili, fornendo al praticante una mappa per navigare i rischi e massimizzare la durata della sua pratica.
Parte 2: La Medicina Preventiva (Brokartök) – La Filosofia come Protocollo
Il Brokartök è unico nel panorama marziale perché la sua filosofia è il suo protocollo di sicurezza. Il Drengskap non è un consiglio, è un imperativo.
Il Drengskap come Intervento Medico L’insegnamento del Drengskap (onore, correttezza) è la prima lezione di sicurezza.
Sjálfstjórn (Autocontrollo): Al praticante viene insegnato che la vittoria ottenuta con la forza bruta o ferendo l’avversario è una sconfitta morale. L’ideale del “lampo” (glima) – vincere con velocità, tempismo e leva – è intrinsecamente un principio di sicurezza. L’efficienza sostituisce la forza, riducendo lo stress da impatto sia sul Tori (esecutore) che sull’ Uke (ricevente).
Virðing (Rispetto) e il “Check-In” Medico: L’atto obbligatorio di aiutare il proprio partner a rialzarsi dopo ogni proiezione è un protocollo medico geniale. Non è solo un gesto di cortesia. È un “check-in” fisico e verbale: “Stai bene? L’impatto è stato corretto? Possiamo continuare?”. Questo singolo rituale previene l’escalation aggressiva e identifica immediatamente piccoli infortuni prima che diventino gravi.
Le Regole e l’Equipaggiamento come Medicina Preventiva L’abbigliamento e le regole del Brokartök sono dispositivi di sicurezza ingegnerizzati.
Il Glímubelti (La Cintura): L’imbracatura di cuoio previene gli infortuni in due modi:
Imponendo la Presa Fissa (Tök): Elimina la fase caotica del grip-fighting, che in altre arti di lotta (come Judo o BJJ) è una fonte primaria di infortuni alle dita (distorsioni, fratture) e al viso (dita negli occhi accidentali).
Imponendo la Postura Eretta (Staða): Forzando i lottatori a stare dritti, il belti previene molti degli infortuni lombari cronici visti nella Lotta Libera o Greco-Romana, che sono causati dal sollevamento di un peso morto (l’avversario) da una posizione piegata e biomeccanicamente svantaggiosa.
Le Glímuskór (Le Scarpe): L’uso delle scarpe di pelle morbida è un protocollo di sicurezza. Come analizzato (Punto 13), le tecniche di piede (fótbrögð) richiedono il contatto con la caviglia e lo stinco dell’avversario. L’uso di una scarpa moderna con suola rigida trasformerebbe queste tecniche in colpi, causando fratture. La glímuskór rende questo contatto sicuro.
La Medicina Preventiva Primaria: Að Falla (L’Arte di Cadere) La longevità nel Brokartök è direttamente proporzionale alla maestria della caduta (Falla). Questa è l’abilità di sicurezza numero uno che un praticante deve padroneggiare.
La Biomeccanica della Sicurezza: La caduta controllata (breakfall) è un’abilità scientifica.
Protezione della Testa: L’istruzione di piegare il mento sul petto protegge il cranio dall’impatto con il suolo, prevenendo commozioni cerebrali.
Dissipazione dell’Energia: L’atto di “rompere la caduta” (battere l’avambraccio e il palmo della mano sul materassino) è fisica pura. Aumenta la superficie d’impatto, distribuendo l’energia cinetica della caduta e salvando le costole, la clavicola e l’articolazione della spalla da un impatto focalizzato.
Arrotondamento: Si insegna a cadere “rotondi” (sulla parte carnosa della schiena o dei glutei) e a rotolare, piuttosto che atterrare “piatti”.
La Psicologia della Caduta: La paura è la causa principale degli infortuni da caduta. Un praticante spaventato si irrigidisce. Un corpo rigido che colpisce il suolo si rompe. Un corpo rilassato assorbe e dissipa l’impatto. La pratica costante della caduta (Falla) è una “medicina” psicologica: desensibilizza il praticante alla paura, permettendogli di rimanere rilassato durante la proiezione.
Parte 3: Tipologia degli Infortuni e Gestione (Brokartök)
Nonostante i suoi protocolli di sicurezza intrinseci, il Brokartök è uno sport di contatto ad alto impatto. Gli infortuni accadono. La loro natura è specifica, legata all’usura del Stigandi e all’impatto delle cadute.
Infortuni Acuti Comuni (Frá bráðameiðslum)
Distorsioni alle Articolazioni Inferiori (Ginocchia e Caviglie):
Causa: Questo è l’infortunio acuto più comune. È causato dalla combinazione dello Stigandi (movimento circolare costante) e delle Fótbrögð (tecniche di piede).
Meccanismo (Ginocchio): Il lottatore sta ruotando, con il peso su una gamba. L’avversario applica un Krossbragð (sgambetto incrociato) o un Hækjabrögð (sgambetto col tallone). Il piede del lottatore è piantato, ma il suo corpo sta ruotando. Questa forza torsionale, combinata con un impatto laterale sul ginocchio, è il meccanismo classico per le lesioni del Legamento Crociato Anteriore (LCA) o dei Legamenti Collaterali (MCL).
Meccanismo (Caviglia): Simile. Durante un Sniðbragð (taglio), il piede dell’avversario blocca la caviglia mentre il corpo continua a muoversi, causando una distorsione.
Gestione: Fase acuta con protocollo P.O.L.I.C.E. (Protection, Optimal Loading, Ice, Compression, Elevation). È fondamentale una diagnosi medica (risonanza magnetica) per escludere lesioni legamentose complete, che richiederebbero un intervento chirurgico. La riabilitazione deve concentrarsi sul recupero del ROM (Range of Motion) e, soprattutto, sulla propriocezione (esercizi su tavolette instabili) per ricostruire la stabilità articolare.
Lussazioni della Spalla (Liðhlaup)
Causa: Una caduta (Falla) eseguita in modo errato.
Meccanismo: Il praticante, cadendo, cerca istintivamente di “fermarsi” allungando un braccio teso all’indietro. L’impatto sulla mano tesa trasferisce l’intera forza del corpo all’articolazione della spalla, causandone la lussazione.
Gestione: Riduzione medica immediata. La riabilitazione è lunga e critica, focalizzata sul rinforzo della cuffia dei rotatori e dei muscoli scapolari per prevenire l’instabilità cronica, che può porre fine alla carriera.
Contusioni (Marblettir)
Causa: Impatti diretti. Cadute pesanti sui fianchi o sulla schiena. Scontri stinco-contro-stinco durante i fótbrögð.
Gestione: Medicina conservativa (ghiaccio, riposo, FANS se necessario).
Infortuni Cronici (L’Usura da Brokartök) Questi sono gli infortuni che definiscono la longevità. Sono causati da migliaia di ore di stress ripetitivo.
Lombalgia Cronica (Bakverkur)
Causa: La tensione isometrica della postura eretta (Staða) e della presa (Tök).
Meccanismo: Per 2-5 minuti di incontro, i muscoli del core (erettori spinali, quadrato dei lombi, addominali) sono in contrazione isometrica costante per resistere alle forze di trazione e torsione del partner. Questo, combinato con l’impatto ripetuto delle cadute, porta a un’usura cronica dei dischi intervertebrali (discopatia) e a uno stato di ipertono muscolare (contratture) nella regione lombare.
Gestione (Preventiva): La “medicina” per questo è il cross-training. Il praticante deve integrare l’allenamento con un core training specifico (es. Plank, Pallof press) e un rinforzo della catena posteriore (stacchi, squat) per costruire un core (la “Glímubumbur”) abbastanza forte da sopportare il carico.
Gestione (Riabilitativa): Fisioterapia, mobilità spinale (es. “cat-cow”) e stretching dei flessori dell’anca (che, se tesi, tirano la zona lombare).
Tendinopatie (Sinabólga) – Avambraccio e Spalla
Causa: La presa fissa (Tök).
Meccanismo (Avambraccio): Mantenere una presa isometrica massimale sul Glímubelti per periodi prolungati causa uno stress immenso sui tendini dell’avambraccio, portando a epicondilite (gomito del tennista) o epitrocleite (gomito del golfista).
Meccanismo (Spalla): La trazione costante sulla presa sottopone la cuffia dei rotatori a uno stress continuo, portando a tendinite del sovraspinato.
Gestione: Riposo attivo (evitando la presa), ghiaccio dopo l’allenamento, e rinforzo eccentrico specifico per i muscoli dell’avambraccio e della cuffia dei rotatori, che è la terapia d’elezione per le tendinopatie.
Parte 4: Tipologia degli Infortuni e Gestione (Lausatök)
Passando al Lausatök, la “medicina” cambia da gestione sportiva a traumatologia da combattimento. Qui, le tecniche sono progettate per causare danni. Il profilo di rischio è completamente diverso e molto più alto.
Infortuni Acuti (Il Trauma Marziale) Questi non sono “incidenti”, ma il risultato diretto dell’applicazione delle tecniche.
Traumi Articolari da Leva (Lás-meiðsli):
Causa: Applicazione di leve articolari (Lás) oltre il punto di resistenza del partner (spesso per un “tap” tardivo o un’applicazione troppo esplosiva).
Meccanismo (Gomito – Olnbogalás): L’iperestensione (Armbar) applica una forza valga all’articolazione del gomito, causando la distorsione o la rottura del legamento collaterale ulnare (la stessa lesione dei lanciatori di baseball, “Tommy John”) o, nel peggiore dei casi, una lussazione o frattura.
Meccanismo (Spalla – Axlarlás): Leve rotazionali (come la Kimura o l’Americana) forzano l’articolazione della spalla oltre il suo ROM, causando lussazioni e lacerazioni della cuffia dei rotatori o del labbro glenoideo.
Gestione: Questa è traumatologia ortopedica. Richiede una diagnosi immediata (Risonanza Magnetica) e spesso un intervento chirurgico. La riabilitazione è lunga e la “medicina” preventiva è puramente metodologica (Punto 16): applicare lentamente, tappare presto.
Traumi Cervicali (Hálsmeiðsli): Il Rischio Maggiore
Causa: Proiezioni ad alto impatto e strangolamenti.
Meccanismo (Proiezioni): Tecniche come il Grettisfang (suplex) o il Kastabragð sono progettate per atterrare l’avversario sulla parte alta della schiena e sul collo. Un errore minimo nell’esecuzione o nella caduta può portare all’impatto della testa sul suolo (spiking), con rischio di frattura delle vertebre cervicali e danno al midollo spinale (paralisi).
Meccanismo (Strangolamenti – Kverkatök):
Strangolamenti Aerei (Tracheali): L’applicazione di una pressione diretta sulla parte anteriore del collo (es. una “ghigliottina” applicata male) può fratturare l’osso ioide o schiacciare la cartilagine della trachea. Questo è un’emergenza medica potenzialmente fatale.
Strangolamenti Sanguigni (Carotidei): Se tenuti troppo a lungo, causano perdita di coscienza. Sebbene generalmente sicuri in un ambiente controllato, un rilascio ritardato può portare a danni cerebrali anossici.
Gestione: Qualsiasi dolore al collo dopo una proiezione richiede l’immobilizzazione immediata e l’intervento dei servizi di emergenza. La “medicina” qui è la prevenzione assoluta: queste proiezioni non vengono mai eseguite in sparring competitivo, ma solo in drills cooperativi e controllati.
Concussioni (Heilahristingur)
Causa: Impatto della testa sul suolo da una proiezione di Lausatök.
Meccanismo: Impatto diretto (colpo) o inerziale (contrecoup, il cervello che sbatte contro il cranio).
Gestione: Protocollo commozione cerebrale. Rimozione immediata dall’allenamento, riposo cognitivo assoluto e valutazione medica. Il ritorno alla pratica deve essere graduale e autorizzato da un medico. Allenarsi con una commozione cerebrale non diagnosticata è un rischio enorme di “Sindrome del Secondo Impatto”, che può essere fatale.
Infortuni Cronici (L’Usura da Lausatök)
Artrosi e Instabilità Articolare: L’applicazione ripetuta di leve (anche se controllate) causa micro-traumi ai legamenti e alla cartilagine. I praticanti di lungo corso di Lausatök (o BJJ, Judo, Lotta) sviluppano quasi universalmente artrite precoce e dolorosa alle dita, ai polsi, ai gomiti e alle spalle.
Dolore Cervicale Cronico: L’usura del clinch-fighting, della resistenza agli strangolamenti e degli impatti da caduta porta a discopatie cervicali croniche e dolore nervoso (cervicobrachialgia).
Encefalopatia Traumatica Cronica (CTE): Sebbene più associata al pugilato, qualsiasi attività che comporti impatti ripetuti alla testa (anche sub-clinici) porta un rischio a lungo termine di CTE.
Parte 5: La Medicina Storica – Gestione dell’Infortunio nell’Era Vichinga
Per comprendere la filosofia di sicurezza del Brokartök, è utile capire quanto fosse terribile la “medicina” alternativa dell’epoca.
La Mentalità: Fatalismo e Sopportazione
L’approccio norreno all’infortunio era fatalista (Sköp). Se il destino aveva deciso che la ferita fosse mortale, lo sarebbe stata. La virtù non era la guarigione, ma la sopportazione.
Le Saghe sono piene di eroi che combattono con ferite orribili (es. intestini che fuoriescono). L’ideale era ignorare il dolore. Questa mentalità è l’antitesi della medicina sportiva moderna e della longevità.
La “Medicina” Pratica (Folk Medicine)
Erboristeria: L’unica farmacopea disponibile. L’Achillea (Achillea millefolium, nota come “erba del soldato”) era usata per le sue proprietà astringenti per fermare il sanguinamento. Il muschio di sfagno era usato come bendaggio sterile e assorbente.
Trattamento delle Ferite: La pulizia era rudimentale (a volte con urina, birra o acqua bollente). La cauterizzazione (bruciare la ferita) era comune per fermare l’emorragia. Le suture erano fatte con tendini o crine di cavallo.
Gestione delle Fratture: Le fratture venivano steccate con legno e bendaggi, ma le fratture complesse o esposte erano quasi sempre fatali.
Conseguenze: L’infezione (gangrena, sepsi) era il vero killer. Un infortunio che oggi gestirebbe un fisioterapista (come una rottura del LCA) o un infortunio da Lausatök (un gomito lussato) avrebbe significato la fine della carriera di un guerriero, rendendolo uno storpio (örvasa) e un peso per la famiglia.
Conclusione Storica: L’invenzione del Brokartök non fu solo un atto sociale; fu un atto medico rivoluzionario. Creò un modo per i guerrieri di allenare il combattimento, stabilire la gerarchia e divertirsi, eliminando quasi totalmente il rischio di infortuni fatali o invalidanti.
Parte 6: Strategie per la Longevità – La Glima nella Terza Età
Come può un praticante di Glima, che sia un atleta di Brokartök con le ginocchia usurate o un combattente di Lausatök con le spalle doloranti, continuare a praticare per tutta la vita? La longevità richiede una transizione medica e filosofica.
La Transizione Filosofica: Da Atleta a Maestro (Öldungur)
L’ego del giovane praticante è focalizzato sulla competizione e sulla vittoria (il Glímukóngur). Questo richiede un allenamento ad alta intensità che è, per definizione, insostenibile a lungo termine.
La “medicina” per la longevità è un cambiamento di obiettivo. Il praticante anziano (öldungur) deve passare dall’essere un competitore all’essere un custode dell’arte (varðmaður).
L’Insegnamento come Pratica (Kennsla): La longevità si trova nell’insegnamento. Il maestro anziano pratica l’arte attraverso i suoi studenti. Il suo allenamento diventa l’osservazione, la correzione verbale e la dimostrazione controllata.
Adattamento della Pratica Fisica (Brokartök) Il praticante anziano non smette di praticare, ma adatta la sua pratica.
Dal Glímu-tök al Flæði (Flusso): Si abbandona lo sparring ad alta intensità (Glímu-tök competitivo) a favore del flow drill (flæði).
Cos’è il Flæði: (Medicina in Movimento)
Due partner esperti si afferrano con il Tök e iniziano lo Stigandi.
Si muovono fluidamente, scambiandosi brögð (tecniche) a bassa intensità (es. 20-30%).
Non c’è resistenza; è una pratica cooperativa. Il Tori esegue la proiezione con controllo, l’Uke esegue una caduta morbida (mjúkt fall) o una rotolata. Ci si rialza e il flusso riprende.
Benefici Medici di Questo Approccio:
Mantiene la Mobilità: È un allenamento di mobilità dinamica per i fianchi e la colonna vertebrale.
Mantiene la Propriocezione: Mantiene attivi i percorsi neuromuscolari del Jafnvægi (equilibrio) e la sensibilità tattile.
Basso Impatto: Elimina l’impatto ad alta velocità delle cadute e lo stress lattacido della competizione. È una pratica sostenibile.
Adattamento della Pratica Fisica (Lausatök)
Abbandono delle Proiezioni ad Alto Impatto: Un praticante anziano non può più permettersi di eseguire o, soprattutto, di ricevere un suplex. Il rischio di un infortunio cervicale o spinale è troppo alto.
Focus sulla Tecnica Pura (Il “BJJ Gentile”): La pratica del Lausatök per l’anziano diventa molto simile al “BJJ gentile” (Gentle Art).
Si Pratica l’Ingresso: Si lavora sull’ingresso al clinch e sul grip-fighting, ma si ferma prima della proiezione.
Lotta a Terra Tecnica: La maggior parte dell’allenamento si sposta sulla lotta a terra (Gólfglíma). Qui, l’atletismo è meno importante della tecnica.
Leve Controllate: Si praticano le leve (Lás) e gli strangolamenti (Taka) con precisione chirurgica e controllo totale, concentrandosi sulla posizione e sulla meccanica, non sulla forza o sulla velocità.
La Medicina Finale: L’Intelligenza La longevità in qualsiasi arte di lotta è, in definitiva, una funzione dell’intelligenza. È la capacità di ascoltare i segnali del proprio corpo, di distinguere il “buon dolore” (affaticamento muscolare) dal “cattivo dolore” (dolore articolare, nervoso) e di avere l’umiltà di fare un passo indietro, riposare, riabilitare e adattare la propria pratica. La medicina vichinga della sopportazione porta a una carriera breve; la medicina moderna dell’adattamento porta a una vita intera di pratica.
L'ECOSISTEMA MARZIALE: ANALISI COMPARATIVA DELLA GLIMA NEL CONTESTO DELLE LOTTE TRADIZIONALI MONDIALI
Parte 1: Oltre l’Arte Singola – La Glima nel “Viking Kampkunst”
Per comprendere appieno il ruolo e la funzione della Glima, è un errore fondamentale analizzarla in isolamento. La Glima, in particolare il suo stile da combattimento Lausatök (“presa libera”), non è nata come un’arte marziale a sé stante, come il Judo o il Taekwondo moderno, da praticare in un dojo e fine a se stessa. Al contrario, era una componente singola, sebbene cruciale, di un sistema di combattimento integrato e olistico: l’ecosistema marziale del popolo norreno, oggi spesso definito con il termine moderno Viking Kampkunst (Arte del Combattimento Vichinga).
Questo ecosistema non era una raccolta casuale di abilità, ma un sistema di sopravvivenza completo, progettato per equipaggiare un individuo ad affrontare ogni possibile scenario di conflitto, dal campo di battaglia su larga scala al duello d’onore, dalla rissa in una taverna alla difesa di una nave in un fiordo.
La Glima (Lausatök) era il “software” che gestiva le transizioni critiche all’interno di questo sistema. Era l’arte che rispondeva alle domande più terrificanti:
Cosa succede quando la mia lancia si spezza?
Cosa succede quando il nemico è troppo vicino per la mia ascia?
Cosa faccio se perdo la spada?
Come sconfiggo un nemico corazzato che la mia lama non può tagliare?
Un guerriero norreno non era un “lottatore” o uno “schermidore”; era un combattente, e la Glima era il collante che teneva insieme tutte le sue abilità armate. Questa analisi esplorerà l’ecosistema marziale vichingo e il ruolo fondamentale della Glima come sua disciplina di connessione, transizione e fondamento.
Parte 2: Le Componenti dell’Ecosistema – Le Discipline Fondamentali
Per capire come la Glima si integra, dobbiamo prima mappare le altre discipline fondamentali dell’ecosistema. Queste sono le “armi” (come discusso nel Punto 14) viste non come oggetti, ma come discipline di studio.
1. Spjót (La Disciplina della Lancia) Questa non era solo un’abilità, ma la disciplina marziale primaria dell’epoca. La lancia era l’arma principale, economica e versatile.
Funzione: Combattimento a lunga distanza (lancio) e, soprattutto, combattimento a media distanza in formazione (il muro di scudi o Skjaldborg).
Contesto: L’arte della lancia era l’arte della formazione, del tempismo e della difesa dietro uno scudo.
2. Skjöldr (La Disciplina dello Scudo) Lo scudo rotondo non era un’armatura passiva; era un’arma attiva e una disciplina a sé stante.
Funzione: Difesa (blocco, deviazione), gestione della distanza e offesa (il colpo di bordo o di umbone, lo Skjaldar-skot).
Contesto: L’abilità di muoversi, spingere e combattere come un’unità nel muro di scudi.
3. Öx / Sverð (Le Discipline dell’Ascia e della Spada) Queste erano le discipline secondarie per il combattimento ravvicinato, una volta rotte le linee delle lance.
Funzione: L’ascia (spesso la breiðöx o ascia danese a due mani) era un’arma d’assalto per rompere le linee. La spada era un’arma di status, più veloce, per il duello e la mischia.
Contesto: Combattimento caotico a media e corta distanza.
4. Sax (La Disciplina del Coltello da Combattimento) Il Sax (o Seax) era l’arma di riserva, il coltello multiuso e l’arma di finalizzazione.
Funzione: L’arma della distanza zero.
Contesto: Usato quando tutte le altre armi erano inutili o perse, o per finire un nemico a terra.
5. Glima (La Disciplina del Corpo a Corpo) Questa è la disciplina disarmata (hönd-við-hönd, “mano a mano”), il cui dominio è la distanza zero.
Funzione: Controllare il corpo dell’avversario.
Contesto: Il clinch, la lotta a terra, la difesa contro un’arma, il combattimento in spazi ristretti (come una nave).
Parte 3: Glima come Sistema di Transizione – La Gestione del Continuum del Combattimento
Il ruolo più importante della Glima (Lausatök) nell’ecosistema era quello di gestire le transizioni. Un combattimento reale non è statico; è un flusso caotico attraverso diverse fasi e distanze. La Glima era l’arte che permetteva al guerriero di non bloccarsi mai, ma di fluire da una fase all’altra.
Fase 1: La Transizione dalla Distanza al Contatto (Il Fallimento della Lancia) Un guerriero vichingo con una lancia è al sicuro finché il nemico è a distanza. Ma cosa succede quando il nemico “passa la punta”?
Lo Scenario: Un nemico schiva la punta della lancia e si lancia in avanti, entrando nella “zona morta” dove l’asta lunga della lancia è un ingombro.
La Soluzione Glima: Il guerriero addestrato alla Glima non entra nel panico. Abbandona la lancia (o la usa come un bastone corto) e passa immediatamente alla sua disciplina di Lausatök. Il suo cervello “cambia software”, passando dalla scherma di lancia al clinch.
L’Abilità: Questa transizione richiede un tempismo (tímasetning) e un footwork che sono allenati proprio dalla Glima. L’obiettivo è “soffocare” l’avversario in un clinch prima che possa usare la sua arma corta.
Fase 2: La Transizione dalla Mischia al Clinch (Il “Binding” delle Armi) Nel combattimento con ascia o spada, le armi inevitabilmente si scontrano e si “legano” (bind).
Lo Scenario: Le due spade si incrociano e si bloccano. O l’ascia dell’avversario è intrappolata nello scudo del guerriero. C’è uno stallo.
La Soluzione Glima: Il combattente non addestrato cerca di vincere con la forza bruta, spingendo con l’arma. Il combattente addestrato alla Glima lascia andare la mano secondaria (o la mano dello scudo) e inizia la lotta.
L’Abilità: Il combattimento si sposta immediatamente dalla disciplina della spada alla disciplina del Lausatök. Il guerriero userà la mano libera per afferrare il polso, il collo o il braccio dello scudo dell’avversario. Tenterà di usare una Fótbragð (tecnica di piede) per sgambettare l’avversario mentre le armi sono ancora legate. È l’arte di lottare mentre si è ancora armati.
Fase 3: La Transizione dalla Caduta alla Finalizzazione (Il “Grettir-Model”) Il Lausatök non è solo proiettare l’avversario; è capire cosa fare dopo.
Lo Scenario: Il guerriero ha usato con successo una proiezione di Glima (un Launamenn o un Kastabragð) e l’avversario è a terra.
La Soluzione Glima: Il combattimento non è finito. L’avversario è solo momentaneamente neutralizzato. Il praticante di Glima è addestrato a passare immediatamente alla Gólfglíma (lotta a terra), ma con uno scopo preciso.
L’Abilità: L’obiettivo della lotta a terra del Lausatök non è cercare una sottomissione (come nel BJJ), ma ottenere una posizione dominante (come la monta o il ginocchio sullo stomaco) per finalizzare il combattimento. Questa finalizzazione avviene attraverso la transizione alla disciplina del Sax (il coltello).
L’Ecosistema in Azione: Glima (Proiezione) -> Glima (Controllo a Terra) -> Sax (Finalizzazione). Questo è l’ecosistema in perfetta sinergia.
Parte 4: Sinergia – La Glima come “Amplificatore” delle Discipline Armate
La Glima (Lausatök) non era solo un sistema di transizione; era una disciplina che rendeva le altre discipline migliori. Le sue abilità erano direttamente trasferibili e sinergiche con l’hardware del guerriero.
Sinergia 1: Glima + Skjöldr (La Disciplina dello Scudo) Lo scudo rotondo e la Glima erano partner naturali.
Il Skjaldar-skot (Colpo di Scudo) come Bragð: Un colpo di scudo non era un pugno selvaggio. Era una tecnica di Glima. Il guerriero usava lo stesso footwork e la stessa esplosione dell’anca (sprengikraftur) di una proiezione per colpire l’avversario con il bordo o l’umbone dello scudo.
Scopo: Lo scopo non era ferire, ma sbilanciare. Era un setup.
L’Ecosistema in Azione: Skjöldr (Sbilanciamento) -> Glima (Sgambetto) -> Öx (Colpo finale). Il guerriero colpisce lo scudo dell’avversario, rompendone la postura (jafnvægi). In quella frazione di secondo, applica uno sgambetto (fótbragð) per atterrarlo. Una volta a terra, è vulnerabile all’ascia. Senza la comprensione della Glima, lo scudo rimane un pezzo di legno passivo.
Sinergia 2: Glima + Brynja (L’Armatura in Maglia) L’armatura (brynja, o cotta di maglia) crea un problema che solo la Glima può risolvere.
Il Problema: Una spada (sverð) non può tagliare una buona cotta di maglia. Un’ascia (öx) può infliggere un trauma contundente, ma non è una garanzia.
La Soluzione Glima: L’ecosistema marziale norreno aveva due soluzioni Glima per sconfiggere un nemico corazzato:
Trauma Cinetico (Il Grettisfang): L’armatura non protegge dalla gravità. Una proiezione ad alto impatto (un suplex o Kastabragð) che schianta un uomo corazzato al suolo può causare commozione cerebrale, fratture o danni interni attraverso l’armatura. La Glima è l’artiglieria pesante contro un “carro armato”.
Sfruttamento dei Varchi (Il “Modello Grettir”): Come descritto sopra. È quasi impossibile colpire i piccoli varchi di un’armatura (ascelle, collo, inguine) in un combattimento in piedi. La Glima (tramite proiezione e controllo a terra) immobilizza l’avversario, dando al guerriero il tempo e la stabilità per usare il Sax (l’unico strumento abbastanza piccolo e appuntito) per colpire con precisione quei varchi.
L’Ecosistema in Azione: Glima (Takedown) + Glima (Controllo posizionale) + Sax (Pugnalata mirata).
Parte 5: La Glima come Fondamento – L’Allenamento Fisico dell’Ecosistema
Infine, la Glima non era solo una componente dell’ecosistema; era il fondamento su cui tutte le altre discipline venivano costruite. Era il “preparatore atletico” del guerriero vichingo.
Costruire l’Atleta Vichingo Le altre discipline (lancia, spada) allenano l’uso di uno strumento. La Glima allena il corpo stesso. Le qualità fisiche allenate dalla Glima sono universali e fondamentali per l’intero ecosistema marziale.
Jafnvægi (Equilibrio): L’equilibrio dinamico e la forza del core allenati dalla Glima (specialmente, come narra la leggenda, praticata sui ponti delle navi) sono la stessa abilità necessaria per rimanere in piedi in un muro di scudi che spinge, o per non cadere dal ponte di una nave in tempesta mentre si maneggia una vela o una lancia.
Tímasetning (Tempismo): La capacità di “sentire” il momento per un bragð (stratagemma) è la stessa abilità di “sentire” il momento per una finta di lancia o per trovare l’apertura nello scudo di un nemico. Allena il sistema nervoso centrale a riconoscere le finestre di opportunità.
Sprengikraftur (Potenza Esplosiva): La potenza anaerobica esplosiva (il “lampo”) richiesta per una proiezione di Glima è la stessa potenza esplosiva richiesta per un colpo d’ascia che spacca uno scudo o per una spinta di scudo che rompe una linea.
La Testimonianza Storica: Il Konungs skuggsjá Questa sinergia non è un’ipotesi moderna. È confermata dalla fonte storica norvegese del XIII secolo, il Konungs skuggsjá (Lo Specchio del Re).
Il Curriculum del Nobile: Questo testo, che descrive l’educazione ideale di un guerriero-cortigiano, non presenta queste abilità come opzioni, ma come un curriculum integrato.
La Glima tra le Altre: L’autore elenca le abilità che un uomo deve padroneggiare: tiro con l’arco, scherma (spada e scudo), uso della lancia, nuoto E Glima.
Conclusione: Questo testo ci dice che, nell’ecosistema marziale norreno, la Glima non era una specializzazione. Era una materia fondamentale, importante quanto la lancia o la spada, perché era l’abilità che rendeva tutte le altre efficaci e che forniva la base atletica su cui l’intero sistema poggiava.
Parte 6: Conclusione – La Glima come Cuore del Sistema
Un ecosistema marziale è un sistema interconnesso in cui ogni parte dipende dalle altre per la sopravvivenza. In questo, l’ecosistema del Viking Kampkunst è un modello di efficienza.
La Glima (Lausatök) non è solo un’arte all’interno di questo ecosistema; è il tessuto connettivo e il sistema nervoso centrale.
Come tessuto connettivo, lega fisicamente le altre discipline, gestendo le transizioni critiche tra le distanze di combattimento.
Come sistema nervoso centrale, fornisce le abilità fondamentali (equilibrio, tempismo, potenza) e le reazioni istintive (il failsafe) che animano l’intero corpo del guerriero.
Le armi – la lancia, l’ascia, la spada, lo scudo, il sax – erano l’hardware. Ma la Glima era il sistema operativo che le faceva funzionare, che gestiva i loro errori e che forniva l’ultima, intrattabile linea di difesa quando tutto l’hardware aveva fallito: il corpo stesso del guerriero.
a cura di F. Dore – 2025