Scherma Storica Italiana – SV

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COSA E'

La Scherma Storica Italiana, conosciuta anche come HEMA (Historical European Martial Arts) in ambito internazionale, si configura come una disciplina che va ben oltre la semplice rievocazione. È un’arte marziale complessa e profonda, che mira alla ricostruzione, allo studio e alla pratica delle tecniche di combattimento con armi bianche sviluppate e utilizzate in Italia nel corso dei secoli. Non si tratta solo di maneggiare una spada, ma di comprendere la filosofia, i principi strategici e le applicazioni tattiche che hanno reso queste arti efficaci sui campi di battaglia, nei duelli d’onore e per la difesa personale. L’obiettivo primario è riscoprire un patrimonio culturale e fisico immenso, spesso dimenticato, attraverso un’analisi approfondita di trattati e manuali d’epoca, affiancata da una pratica costante e rigorosa.

Questa disciplina abbraccia un arco temporale vastissimo, che si estende dal Medioevo fino all’Ottocento, comprendendo quindi diverse epoche e contesti sociali. Ogni periodo ha visto l’evoluzione di armi specifiche e, di conseguenza, di sistemi di combattimento adattati. La scherma storica non è statica, ma dinamica, riflettendo i cambiamenti nelle tecnologie militari e nelle esigenze sociali. Si passa dalla robusta spada a una mano e mezza del XV secolo alla versatile spada da lato del Rinascimento, fino al leggero ed elegante spadino del XVIII secolo, ognuna con il proprio peculiare repertorio tecnico. Il valore della scherma storica non risiede unicamente nella sua applicazione pratica, ma anche nel suo significato culturale. Essa offre una finestra sul modo di pensare, di vivere e di combattere dei nostri antenati, rivelando aspetti legati all’onore, alla disciplina, al coraggio e alla strategia.

Lo studio non si limita alla mera esecuzione tecnica, ma implica una comprensione a 360 gradi del contesto storico. Ciò significa analizzare il vestiario, le norme sociali, le leggi e la letteratura del periodo, per calarsi completamente nella mentalità del duellante o del soldato. Si tratta di un approccio olistico che valorizza la ricerca accademica tanto quanto la pratica fisica. L’interpretazione dei manuali antichi richiede competenze linguistiche e storiche, oltre a una profonda intuizione per tradurre testi a volte criptici in movimenti fluidi ed efficaci. La comunità della scherma storica è globale e in continua crescita, animata da ricercatori, praticanti e appassionati che condividono la comune missione di preservare e rivitalizzare queste tradizioni marziali. La scherma storica italiana, in particolare, vanta una tradizione ricchissima, con un numero impressionante di maestri e testi che hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia delle arti marziali europee.

CARATTERISTICHE, FILOSOFIA E ASPETTI CHIAVE

La Scherma Storica Italiana si distingue per una serie di caratteristiche e una filosofia ben definite, che la rendono unica nel panorama delle arti marziali. Al suo centro vi è l’idea che il combattimento sia un’arte che richiede non solo forza fisica, ma soprattutto intelligenza tattica, precisione esecutiva e controllo mentale. La filosofia di base è quella di “colpire senza essere colpiti”, un principio universale nelle arti marziali ma qui applicato con una raffinatezza unica, frutto di secoli di teorizzazione e pratica. Questo si traduce in un’enfasi sull’offesa e difesa simultanea, sulla ricerca costante dell’iniziativa e sulla capacità di adattarsi rapidamente alle azioni dell’avversario. Non è un’arte basata sulla resistenza passiva o sulla forza bruta, bensì sulla fluidità, sulla velocità e sull’efficacia dei movimenti.

Un aspetto chiave è la razionalità e la scientificità che hanno caratterizzato lo sviluppo della scherma italiana fin dai suoi albori. Molti maestri hanno affrontato la disciplina con un approccio quasi geometrico, analizzando traiettorie, distanze e angoli in modo meticoloso. Questo ha portato alla creazione di sistemi di combattimento altamente strutturati e teorizzati, spesso illustrati con diagrammi e disegni dettagliati nei trattati. La distanza, il tempo e la misura sono concetti fondamentali che vengono studiati e applicati con precisione millimetrica. Il tempismo è cruciale: anticipare le intenzioni dell’avversario e agire nel momento opportuno, spesso sfruttando le sue stesse azioni, è un pilastro della strategia schermistica. La capacità di percepire l’intento altrui e di reagire in modo efficace, a volte quasi istintivo, è il risultato di anni di allenamento e studio.

Un altro elemento distintivo è l’importanza data alla teoria quanto alla pratica. La scherma storica non è solo un’attività fisica, ma anche uno studio intellettuale. La lettura e l’interpretazione dei trattati d’epoca sono parte integrante del percorso di apprendimento. Questo approccio garantisce che le tecniche vengano comprese nel loro contesto originale e non siano semplici imitazioni superficiali. Si cerca di replicare non solo i movimenti, ma anche la mentalità e le intenzioni che li sottendevano. La comprensione del “perché” dietro a una determinata tecnica è altrettanto importante del “come”. Questo porta a una profonda consapevolezza del proprio corpo, dello spazio e delle dinamiche di interazione con l’avversario.

Infine, la scherma storica italiana promuove la disciplina personale, il rispetto per gli altri praticanti e per la tradizione. Ogni lezione è un’opportunità per migliorare non solo le proprie abilità schermistiche, ma anche il proprio carattere. L’onestà nell’ammettere gli errori, la perseveranza nel superare le difficoltà e l’umiltà nell’apprendere dai maestri e dai compagni sono valori intrinseci a questa disciplina. Non è una competizione volta a sconfiggere l’altro a tutti i costi, ma un percorso di crescita personale che si realizza attraverso il confronto e l’apprendimento reciproco.

LA STORIA

La storia della Scherma Storica Italiana è un viaggio affascinante che attraversa oltre sette secoli di evoluzione marziale e culturale. Le radici di questa disciplina affondano nel Medioevo, un periodo in cui il combattimento con armi bianche era una necessità quotidiana per la sopravvivenza, la difesa e la guerra. I primi riferimenti a sistemi di combattimento organizzati risalgono a testi come il “Flos Duellatorum” di Fiore dei Liberi, un capolavoro del XV secolo che offre una panoramica dettagliata delle tecniche con diverse armi, dalla spada lunga al pugnale, dalla lancia alla spada e brocchiero. Quest’opera, considerata una delle pietre miliari della scherma europea, testimonia già un approccio metodico e una teorizzazione avanzata. Il Quattrocento e il primo Cinquecento vedono fiorire in Italia numerose scuole e maestri, ognuno con le proprie specificità, ma tutti accomunati da un forte interesse per la sistematizzazione delle arti marziali.

Il Rinascimento rappresenta l’età d’oro della scherma italiana, in particolare con l’affermazione della spada da lato, un’arma più leggera e versatile della spada lunga, adatta sia al campo di battaglia che al duello civile. Maestri come Achille Marozzo con la sua “Opera Nova” (1536) e Angelo Viggiani dal Montone con il “Lo Schermo” (1575) hanno lasciato contributi fondamentali, delineando sistemi complessi che combinano la forza con l’eleganza, la precisione con la velocità. Le loro opere non erano semplici cataloghi di tecniche, ma veri e propri trattati di strategia e tattica, che riflettevano la raffinatezza culturale dell’epoca. La scherma non era più solo un’arte militare, ma un’abilità sociale essenziale per i gentiluomini, un simbolo di status e di educazione. Le scuole di scherma divennero luoghi di formazione non solo fisica, ma anche etica, dove si apprendevano le regole dell’onore e del comportamento.

Il XVII secolo vede l’ulteriore evoluzione della scherma con l’introduzione dello spadino, un’arma ancora più leggera e maneggevole, perfetta per il duello e la difesa personale in un contesto urbano sempre più civilizzato. Maestri come Salvator Fabris con il suo “Scienza e Prattica d’Arme” (1606) e Francesco Alfieri con “La Scherma” (1640) hanno perfezionato i principi di distanza, tempo e misura, portando la scherma a livelli di raffinatezza tecnica senza precedenti. La loro influenza si estese ben oltre i confini italiani, contribuendo alla formazione di diverse scuole schermistiche in tutta Europa. Le tecniche diventarono sempre più incentrate sulla punta e sulla precisione, anticipando le evoluzioni della scherma sportiva moderna.

Nel XVIII e XIX secolo, la scherma italiana continuò a evolversi, adattandosi ai cambiamenti sociali e tecnologici. Con l’avvento delle armi da fuoco, il ruolo della spada come arma da guerra diminuì progressivamente, ma la scherma mantenne la sua importanza come disciplina di formazione fisica, intellettuale e morale. La transizione dalla scherma storica alla scherma sportiva moderna vide l’affermazione di maestri come Giuseppe Radaelli che introdusse un metodo innovativo per la sciabola, e Masaniello Parise, considerato il padre della scherma italiana moderna. Questi maestri hanno contribuito a codificare i principi che ancora oggi sono alla base della scherma sportiva. La riscoperta e la rivalutazione di questo patrimonio storico, iniziata con fervore negli ultimi decenni, è un omaggio alla profondità e alla ricchezza di un’arte che ha plasmato la cultura italiana per secoli.

IL FONDATORE

Definire un singolo “fondatore” della Scherma Storica Italiana è un’impresa complessa, quasi impossibile, poiché non si tratta di una singola scuola o di un’unica arte marziale creata da un individuo, ma piuttosto di un’evoluzione continua di sistemi di combattimento sviluppatisi nel corso di secoli. Tuttavia, se dovessimo identificare una figura che per la sua importanza e per l’influenza del suo lavoro può essere considerata un punto di riferimento fondamentale, un vero e proprio capostipite della tradizione schermistica italiana documentata, il nome di Fiore dei Liberi da Premariacco emerge con prepotenza.

Fiore dei Liberi fu un maestro d’armi friulano, nato probabilmente intorno al 1350 e attivo fino ai primi decenni del XV secolo. La sua vita è avvolta in parte dal mistero, ma ciò che sappiamo di lui proviene principalmente dalla sua opera monumentale: il “Flos Duellatorum” (Il Fiore dei Duellanti) o “Fior di Battaglia”, redatto tra il 1409 e il 1410. Quest’opera non è un semplice manuale, ma un vero e proprio trattato enciclopedico sulle arti marziali del suo tempo, una delle prime e più complete testimonianze scritte della scherma europea medievale.

La storia di Fiore dei Liberi è quella di un uomo che ha dedicato la sua vita all’arte del combattimento. Egli stesso si definiva un “maestro di scherma e di battaglia”, e nel suo trattato afferma di aver praticato l’arte per oltre quarant’anni, viaggiando e confrontandosi con numerosi altri maestri in diverse corti europee, dalla Germania all’Inghilterra. Questa esperienza sul campo, unita a una profonda riflessione teorica, gli permise di sviluppare un sistema di combattimento estremamente coerente e versatile. Era un uomo che non solo insegnava, ma combatteva in prima persona, mettendo alla prova le sue tecniche in duelli reali, alcuni dei quali vengono menzionati nel suo stesso trattato. La sua reputazione era tale da essere ingaggiato da nobili e principi come istruttore personale e consigliere militare, tra cui il marchese Niccolò III d’Este di Ferrara.

Il “Flos Duellatorum” è una testimonianza eccezionale della sua conoscenza. Il trattato è diviso in sezioni dedicate a diverse armi: la spada lunga (a due mani), la spada e brocchiero (uno scudo piccolo), la spada a una mano, il pugnale, l’azza (un’arma inastata), la lancia e il combattimento a mani nude (lotta). Ciò che rende l’opera di Fiore così significativa è la sua pedagogia. Non si limita a mostrare le tecniche, ma spiega i principi sottostanti, le guardie, i colpi, le parate e le contromosse, con un linguaggio chiaro e illustrazioni dettagliate che ne facilitano la comprensione. La sua opera rappresenta un punto di svolta, trasformando la scherma da un insieme di pratiche tramandate oralmente a una disciplina codificata e studiabile.

L’eredità di Fiore dei Liberi è immensa. Il suo trattato è uno dei testi più studiati e interpretati dai praticanti di scherma storica oggi, ed è considerato la base per la ricostruzione di gran parte della scherma medievale italiana. Anche se non si può parlare di un unico fondatore per un’arte così vasta e secolare, Fiore dei Liberi è senza dubbio il “padre” della tradizione schermistica italiana documentata, colui che ha gettato le basi per lo sviluppo di tutti i sistemi successivi, influenzando generazioni di maestri e contribuendo a definire l’identità unica della scherma italiana. La sua figura incarna l’ideale del maestro d’armi: un uomo di profonda conoscenza teorica e vasta esperienza pratica, capace di sistematizzare e trasmettere un’arte complessa con chiarezza ed efficacia.

MAESTRI FAMOSI

La Scherma Storica Italiana, pur essendo una disciplina in fase di riscoperta, vanta un pantheon di maestri antichi e moderni che hanno lasciato un’impronta indelebile nella sua evoluzione. Non si tratta solo di “atleti” nel senso moderno del termine, ma piuttosto di maestri d’armi che hanno teorizzato, insegnato e spesso combattuto, plasmando le tecniche e la filosofia di quest’arte.

Tra i giganti del passato, dopo il già citato Fiore dei Liberi (XIV-XV secolo), un pilastro per la scherma medievale, spicca senza dubbio Achille Marozzo (XVI secolo). Originario di Bologna, Marozzo è forse il più celebre maestro del Rinascimento italiano, autore della fondamentale “Opera Nova” del 1536. La sua opera è un vero e proprio compendio delle tecniche di spada a una mano e mezza, spada da lato con brocchiero, spada e pugnale, e altre armi. Il suo stile è caratterizzato da una grande varietà di attacchi, parate e contrattacchi, con una forte enfasi sulla mobilità e sulla fluidità dei movimenti. La sua influenza fu enorme, e il suo manuale divenne un punto di riferimento per intere generazioni di schermitori.

Un altro nome di spicco è Angelo Viggiani dal Montone (XVI secolo), che con il suo “Lo Schermo” (1575) contribuì a perfezionare i principi della spada da lato, ponendo le basi per la transizione verso la scherma più leggera del XVII secolo. Il suo approccio era altamente teorico e analitico, con una particolare attenzione alla geometria dei movimenti e alla logica del combattimento.

Il XVII secolo vede l’emergere di maestri che portarono la scherma italiana a livelli di sofisticazione tecnica straordinari, in particolare con l’uso della spada da lato e dello spadino. Tra questi, Salvator Fabris (fine XVI – inizio XVII secolo) è una figura di spicco. La sua opera “Scienza e Prattica d’Arme” (1606) è considerata un capolavoro. Fabris, pur essendo italiano, insegnò per molti anni alla corte di Danimarca, e il suo metodo influenzò profondamente le scuole schermistiche di tutta Europa. Il suo stile è noto per l’enfasi sulla stoccata (l’affondo), la ricerca di linee dirette e la minimizzazione dei movimenti superflui.

A seguire, Francesco Alfieri (XVII secolo), maestro a Padova, con la sua opera “La Scherma” (1640), continuò a sviluppare i principi della scherma di punta, consolidando le tecniche di parata e risposta. Il suo lavoro è un ponte tra la scherma rinascimentale e quella barocca.

Nel XVIII e XIX secolo, con la progressiva affermazione dello spadino e della sciabola, spiccano figure come Giuseppe Radaelli (XIX secolo), considerato il padre della moderna scuola italiana di sciabola. Il suo metodo, basato su colpi rapidi e potenti, rivoluzionò l’approccio a quest’arma e fu fondamentale per lo sviluppo della scherma sportiva. Allo stesso modo, Masaniello Parise (XIX secolo), con il suo metodo per la spada e la sciabola, è riconosciuto come uno dei fondatori della scherma sportiva italiana, il cui insegnamento continua a influenzare i praticanti moderni.

Nel contesto contemporaneo della rievocazione e pratica della Scherma Storica Italiana, non si parla di “atleti famosi” nel senso olimpico, ma piuttosto di ricercatori e praticanti che hanno dedicato la loro vita alla riscoperta e alla diffusione di queste arti. Tra questi, molti istruttori e maestri di scuole di HEMA in Italia e nel mondo sono diventati figure di riferimento, attraverso la loro ricerca, la pubblicazione di traduzioni e interpretazioni dei manuali antichi, e la loro abilità nel rendere queste arti accessibili ai nuovi praticanti. Non ci sono nomi universalmente riconosciuti come campioni mondiali, dato che la disciplina è più orientata allo studio e alla pratica che alla competizione pura, ma il valore è dato dalla profondità della ricerca e dalla fedeltà all’interpretazione storica.

LEGGENDE, CURIOSITA', STORIE E ANEDDOTI

La storia della Scherma Storica Italiana è intrisa di leggende, curiosità e aneddoti che ne arricchiscono il fascino e ne delineano il contesto culturale. Molte di queste storie, pur non sempre verificabili con rigore storico, riflettono la mentalità e le credenze dell’epoca, oltre a testimoniare l’importanza della scherma nella vita quotidiana.

Una delle leggende più diffuse riguarda il duello d’onore e la sua regolamentazione. Si narra che in epoche passate, per evitare spargimenti di sangue inutili, i duellanti spesso si accordassero per un “duello al primo sangue”, dove il vincitore era colui che riusciva a ferire per primo l’avversario, anche superficialmente, senza necessariamente ucciderlo. Questa pratica, sebbene idealizzata, era un tentativo di controllare la violenza e mantenere un certo decoro in un’epoca di conflitti personali. La figura del “maestro di cavalleria” o “maestro di scherma” era spesso quella di un arbitro imparziale, che conosceva non solo le tecniche di combattimento, ma anche le intricate regole dell’onore e della cavalleria.

Un aneddoto curioso riguarda la figura del “maestro segreto”. Si dice che alcuni maestri, per proteggere i loro segreti e mantenere un vantaggio sui rivali, tramandassero alcune tecniche solo a pochi allievi selezionati, spesso figli o parenti stretti. Questi “segreti” potevano riguardare particolari parate, finte o contromosse che, se usate con maestria, potevano ribaltare l’esito di un duello. Questa gelosia professionale era un riflesso della competitività tra le diverse scuole e dell’importanza che il mestiere del maestro d’armi ricopriva.

Un altro aspetto affascinante è legato alla superstizione e alle credenze popolari. Si credeva che alcune lame fossero “fortunate” o addirittura “maledette”, e che alcuni schermitori avessero una sorta di “protezione divina” o di “patto con il diavolo” che li rendeva invincibili. Questi racconti, spesso amplificati dalla tradizione orale, contribuivano a creare un’aura di mistero e timore attorno ai grandi duellanti. Si narrava, ad esempio, di schermidori che riuscivano a deviare le palle di moschetto con la spada, o che erano immuni ai colpi più letali, ovviamente pura fantasia ma indice della percezione del valore dei grandi maestri.

Una curiosità storica è l’uso delle “spade di passaggio” o “da città” nel Rinascimento. Erano spade eleganti e spesso ornate, indossate dai gentiluomini come accessorio di moda e simbolo di status, ma anche come strumento di difesa personale. Questi aneddoti mettono in luce come la scherma non fosse solo una pratica militare, ma anche un elemento integrante della vita sociale e della cultura del tempo. La capacità di maneggiare la spada era un segno di nobiltà, educazione e raffinatezza, tanto che molti manuali d’epoca includevano capitoli sulle buone maniere e sull’etica del duello.

Un aneddoto forse meno eroico, ma indicativo della realtà dell’epoca, riguarda le “scuole di scherma clandestine” o le sfide informali. Nonostante le proibizioni di duellare da parte delle autorità, la pratica della scherma e i duelli non ufficiali erano molto diffusi. Si tenevano in luoghi appartati o segreti, e spesso vedevano la partecipazione di persone di ogni estrazione sociale, desiderose di mettere alla prova le proprie abilità o di risolvere questioni d’onore. Queste storie, anche se non sempre dettagliate, suggeriscono una vitalità della scherma che andava oltre le sale d’armi ufficiali e le corti nobiliari, permeando la vita quotidiana e le interazioni sociali di tutti i livelli della società.

TECNICHE

Le tecniche della Scherma Storica Italiana sono incredibilmente variegate e complesse, riflettendo le diverse armi e i periodi storici che questa disciplina abbraccia. Nonostante le specificità di ogni sistema, esistono principi fondamentali che sottostanno a tutte le tecniche, come la ricerca della linea, la gestione della distanza, la tempistica e l’offesa-difesa simultanea.

Partendo dalla spada lunga (spada a due mani) del XV secolo, le tecniche si concentrano sull’utilizzo di tutta la lama, sia di punta che di taglio. Le guardie (o posizioni iniziali) sono fondamentali per assumere un vantaggio tattico e preparare l’attacco. Esempi celebri includono la Guardia di Ferro (Eisenport), la Dente di Cinghiale (della Posta di Dente di Cinghiale) e la Finestra (della Posta della Finestra). I colpi di taglio (fendenti) sono spesso ampi e potenti, mirati a bersagli come la testa, le braccia o le gambe. I colpi di punta (stoccate) sono diretti e precisi. Molte tecniche prevedono l’uso del mezzo-spada (mezza spada), afferrando la lama con una mano per ottenere maggiore controllo e precisione in combattimento ravvicinato, specialmente contro avversari in armatura. Si utilizzano anche prese sulla spada e proiezioni per disarmare o atterrare l’avversario. Il concetto di gioco stretto e gioco largo è cruciale, indicando il combattimento a distanza ravvicinata o a maggiore distanza.

Con la transizione alla spada da lato (spada a una mano) nel XVI e XVII secolo, le tecniche diventano più agili e incentrate sulla punta. Le guardie si evolvono, e si pone maggiore enfasi sui movimenti del corpo per schivare e parare. La stoccata (l’affondo) diventa il colpo per eccellenza, spesso preceduta da finte e preparazioni. Maestri come Achille Marozzo e Salvator Fabris hanno codificato un vasto repertorio di mandritti (colpi dall’alto a destra), rovezzi (colpi dall’alto a sinistra), sottani (colpi dal basso) e stoccate (affondi). Le parate sono spesso eseguite con la lama, ma anche con il brocchiero (un piccolo scudo rotondo) o il pugnale nella mano debole, che agiscono come strumenti di difesa complementari. La misura (distanza) e il tempo (tempismo) diventano ancora più critici, con l’obiettivo di colpire l’avversario nel momento in cui è scoperto o sta iniziando un proprio attacco.

Un’altra arma iconica è il pugnale, spesso usato in combinazione con la spada o da solo. Le tecniche di pugnale si concentrano su prese, leve articolari, strangolamenti e colpi precisi a punti vitali. Il combattimento di pugnale è un’arte ravvicinata e letale, che richiede grande controllo e rapidità.

Con la sciabola e lo spadino (XVII-XIX secolo), le tecniche si specializzano ulteriormente. La sciabola, arma da taglio per eccellenza, enfatizza i colpi di taglio rapidi e potenti, come il fendente e il sciabolata, ma anche la punta. Lo spadino, leggero e veloce, è quasi esclusivamente un’arma di punta, con tecniche basate su affondi rapidi, parate di lama e svincoli (disimpegni) per trovare l’apertura.

Indipendentemente dall’arma, le tecniche italiane sono spesso caratterizzate da una combinazione di aggressività controllata e astuzia tattica. L’obiettivo è sempre quello di prendere l’iniziativa e mantenere l’avversario sulla difensiva, sfruttando ogni sua minima esitazione o errore. Si studia la psicologia del combattimento, cercando di indurre l’avversario a commettere errori o a esporsi. La ricerca del bersaglio (il colpo che va a segno), la copertura (la protezione della propria persona) e il contrattacco sono elementi interconnessi. Ogni tecnica non è isolata, ma si inserisce in un flusso continuo di azioni e reazioni, dove l’adattabilità è la chiave del successo.

FORME

Nella Scherma Storica Italiana, l’equivalente dei “kata” giapponesi, ovvero quelle sequenze di movimenti predefiniti praticate da soli per memorizzare tecniche e principi, sono spesso chiamati “forme”, “sequenze”, “esercizi di fondamenta” o “esercizi di sistema”. Non esiste un termine unico e universalmente accettato come “kata”, ma il concetto di praticare un repertorio di movimenti senza un partner, o con un partner passivo, è presente e fondamentale per l’apprendimento.

Queste forme sono essenziali per internalizzare le guardie, le transizioni tra le guardie, i colpi (fendenti, stoccate, rovezzi, mandritti, ecc.), le parate e le contromosse in modo fluido e coordinato. Permettono al praticante di sviluppare la memoria muscolare, il controllo del corpo, la respirazione e il senso del tempismo anche in assenza di un avversario diretto. Vengono spesso eseguiti a vuoto (senza arma o con un’arma leggera) o con un’arma vera per sviluppare la forza e la precisione del gesto.

Nei manuali d’epoca, in particolare quelli medievali e rinascimentali come il “Flos Duellatorum” di Fiore dei Liberi o l’“Opera Nova” di Achille Marozzo, non troviamo sequenze lunghe e complesse come i kata tradizionali giapponesi. Piuttosto, vengono descritte singole tecniche, combinazioni brevi di due o tre movimenti, e principi fondamentali che l’allievo doveva poi imparare a combinare in modo fluido e spontaneo. Gli esercizi didattici che venivano praticati erano spesso:

  • Passi e Movimenti: Pratica delle diverse posizioni dei piedi (passi avanti, indietro, incrociati, ecc.) e delle posture del corpo, fondamentali per mantenere l’equilibrio e generare potenza.
  • Assunzioni di Guardia: Esercizi ripetuti per assumere e cambiare rapidamente tra le diverse guardie (ad esempio, passare dalla Porta di Ferro alla Posta di Dente di Cinghiale), sviluppando la fluidità e la reattività.
  • Esecuzione dei Colpi Fondamentali: Ripetizione di fendenti, stoccate, rovezzi e mandritti, concentrandosi sulla corretta meccanica del corpo, la potenza e la precisione della punta o del taglio.
  • Combinazioni Semplici: Sequenze brevi di attacco e difesa, ad esempio un colpo seguito da una parata e una risposta, o una finta seguita da un attacco reale. Queste sono le vere “forme” base che l’allievo impara a collegare.
  • Esercizi di Bersaglio: Pratica di colpire un bersaglio fisso o mobile (ad esempio, un paletto o un manichino) per migliorare la precisione e la potenza.

Con l’evoluzione della scherma verso il diciottesimo e il diciannovesimo secolo, la didattica si focalizza maggiormente su esercizi di punta e passi coordinati, con sequenze che preparavano l’allievo alla pratica del botta-risposta con un compagno. Gli esercizi alla parete o al manichino erano comuni per perfezionare l’affondo e la precisione dei colpi.

Oggi, i moderni praticanti di scherma storica spesso creano delle “drill” o “schemi” che simulano combinazioni tratte dai manuali. Questi esercizi vengono poi ripetuti per consolidare la conoscenza delle tecniche. Sono quindi delle sequenze che nascono dall’interpretazione dei testi antichi e che servono come strumento didattico per i praticanti moderni. Non sono “forme” codificate e immutabili come i kata giapponesi, ma piuttosto percorsi di studio dinamici e adattabili, finalizzati alla comprensione e all’applicazione pratica dei principi maestri. L’obiettivo ultimo non è l’esecuzione perfetta di una forma, ma la capacità di applicare fluidamente e creativamente i principi in un confronto dinamico.

UNA TIPICA SEDUTA DI ALLENAMENTO

Una tipica seduta di allenamento nella Scherma Storica Italiana è strutturata per combinare preparazione fisica, studio teorico e pratica tecnica, con un forte accento sulla sicurezza e sul rispetto. Sebbene ci possano essere variazioni tra le diverse scuole e i sistemi di scherma studiati, una sessione standard seguirà generalmente una progressione logica.

La seduta inizia sempre con un riscaldamento generale e specifico. Questo include esercizi di mobilità articolare per spalle, gomiti, polsi, anche, ginocchia e caviglie. Si prosegue con esercizi cardiovascolari leggeri come corsa sul posto o salti, e poi con stretching dinamico. Il riscaldamento è fondamentale per prevenire infortuni, preparare i muscoli e la mente alla pratica intensa e migliorare la flessibilità necessaria per i movimenti schermistici. Particolare attenzione viene data al tronco, al core e alle gambe, che sono i motori principali del movimento nel combattimento con la spada.

Dopo il riscaldamento, si passa agli esercizi di base e di condizionamento specifico. Questo può includere la pratica di passi e movimenti (avanti, indietro, laterali, incrociati) senza l’arma, per internalizzare il corretto spostamento del corpo e l’equilibrio. Successivamente, si introducono le guardie fondamentali, praticandone l’assunzione e la transizione fluida tra una e l’altra. Si eseguono esercizi di “shadow fencing” (scherma a vuoto), dove i praticanti simulano colpi e parate senza un avversario, concentrandosi sulla precisione del gesto e sulla fluidità del movimento. Possono essere inclusi anche esercizi di forza funzionale specifici per la scherma, come esercizi con pesi leggeri o a corpo libero che mimano i movimenti di spada.

Il cuore della lezione è dedicato alla pratica delle tecniche specifiche del sistema studiato. Questo può avvenire in diversi modi:

  • Drill a coppie: I praticanti lavorano a coppie eseguendo sequenze predefinite di attacco e difesa (drill) per affinare la precisione, il tempismo e la reattività. Inizialmente, le tecniche sono praticate lentamente e con un focus sulla corretta esecuzione, aumentando gradualmente la velocità e la complessità. Questo è il momento in cui si imparano i principi di misura, tempo e opportunità.
  • Lavoro al manichino o al paletto: Per sviluppare potenza e precisione nei colpi, i praticanti possono lavorare su bersagli fissi, eseguendo colpi di taglio e stoccate con piena intenzione.
  • Interpretazione dei manuali: Molte scuole dedicano parte della lezione alla lettura e discussione dei trattati d’epoca. Questo aiuta i praticanti a comprendere il contesto storico, le intenzioni dei maestri antichi e a tradurre le descrizioni testuali in movimenti pratici.
  • Esercizi di flusso (Flow Drills): Sequenze più lunghe e complesse, dove i praticanti imparano a concatenare diverse tecniche in modo fluido, anticipando e reagendo alle azioni del compagno.

Infine, la seduta culmina con la pratica di combattimento controllato, noto come sparring o assalto libero. Questo è il momento in cui i praticanti mettono alla prova le tecniche apprese in un contesto dinamico, con la massima sicurezza grazie all’uso di protezioni adeguate e armi da allenamento (spade da simulazione). Lo sparring è regolato da un istruttore e da regole specifiche per garantire la sicurezza e l’apprendimento. L’obiettivo non è necessariamente “vincere”, ma applicare i principi, testare la propria reattività e imparare dagli errori.

La seduta si conclude con un defaticamento e stretching leggero per favorire il recupero muscolare. Molte scuole includono anche una fase di debriefing, dove i praticanti e l’istruttore discutono sugli assalti e sulle difficoltà incontrate, offrendo consigli e feedback per migliorare. L’atmosfera è solitamente di grande camaraderia e rispetto reciproco, con un forte senso di comunità tra i praticanti.

GLI STILI E LE SCUOLE

La Scherma Storica Italiana non è un monolite, ma un mosaico di stili e scuole che si sono succeduti e talvolta sovrapposti nel corso dei secoli. Questa ricchezza è una delle sue caratteristiche più affascinanti, ma anche una sfida per i praticanti moderni, che devono interpretare e comprendere le sfumature di ogni tradizione. Gli stili sono generalmente definiti dall’epoca storica, dall’arma utilizzata e dalle specifiche del maestro che ha codificato il sistema.

Il periodo più antico studiato è la Scherma Medievale Italiana (XIV-XV secolo), con il sistema di Fiore dei Liberi come punto di riferimento principale. La sua scuola, tramandata attraverso il “Flos Duellatorum”, copre una vasta gamma di armi, dalla spada lunga al pugnale, dalla lancia all’azza, includendo anche la lotta disarmata. Lo stile di Fiore è caratterizzato da una forte enfasi sulla presa d’iniziativa, sulle leve e sulle proiezioni, e sull’uso di principi come la “zugo” (gioco) e la “stretta” (combattimento ravvicinato). È uno stile robusto, pensato per il combattimento armato e disarmato, spesso con armature.

Il Rinascimento Italiano (XVI secolo) vede l’emergere della Scherma Bolognese, con Achille Marozzo come figura preminente. Questa scuola si concentra principalmente sulla spada da lato (nota anche come spada civile o sidesword) spesso accompagnata da un brocchiero (piccolo scudo), un pugnale o una cappa. Lo stile bolognese è estremamente versatile, con un ricco repertorio di tagli (mandritti, rovezzi, sottani) e stoccate. Si distingue per la sua complessità, l’enfasi sulle finte e sulla varietà delle risposte, rendendola adatta a diverse situazioni di duello. Altre scuole importanti del Rinascimento includono quella di Giovanni dall’Agocchie, anch’egli bolognese, che con il suo “Dell’Arte di Schermire” offre una visione più teorica.

Il Barocco e il Seicento vedono un’ulteriore evoluzione, con l’affermazione di maestri come Salvator Fabris e Francesco Alfieri. Il loro stile si concentra sempre più sulla spada da lato e sulla stoccata, privilegiando la linea retta e la precisione della punta. La Scuola Veneziana di Fabris è rinomata per la sua eleganza e l’efficacia delle sue tecniche di affondo, che influenzarono profondamente la scherma europea. L’enfasi si sposta dal taglio alla punta, preparatorio allo sviluppo dello spadino.

Nel Settecento e Ottocento, con l’introduzione dello spadino (un’arma leggera da punta) e della sciabola, gli stili si specializzano. La Scuola Napoletana, con figure come Giuseppe Marcelli (XVIII secolo), e la Scuola Settentrionale, con Giuseppe Radaelli (XIX secolo) per la sciabola e Masaniello Parise (XIX secolo) per la spada, sono fondamentali per la transizione alla scherma sportiva moderna. Questi maestri hanno codificato i movimenti in modo più formale, ponendo le basi per la scherma agonistica che conosciamo oggi. Lo stile di Radaelli per la sciabola è caratterizzato da un’aggressività controllata e da una grande attenzione al tempismo.

Oggi, le moderne “scuole” di HEMA in Italia e nel mondo sono in realtà delle associazioni sportive dilettantistiche o gruppi di studio che si dedicano alla ricerca, all’interpretazione e alla pratica di uno o più di questi stili storici. Ogni scuola può scegliere di focalizzarsi su un particolare maestro, un’epoca o un’arma, o di offrire un percorso più ampio che abbraccia diverse tradizioni. Ciò che le unisce è la passione per la riscoperta e la conservazione di questo immenso patrimonio culturale. La diversità degli stili e delle scuole rende la Scherma Storica Italiana una disciplina ricca e in continua evoluzione, offrendo un percorso di apprendimento stimolante per chiunque voglia immergersi nelle arti marziali del passato.

LA SITUAZIONE IN ITALIA

In Italia, la Scherma Storica ha conosciuto negli ultimi decenni una crescita esponenziale, passando da un interesse di nicchia a una disciplina sportiva e culturale sempre più diffusa e riconosciuta. Esistono numerose scuole, associazioni e gruppi di studio sparsi su tutto il territorio nazionale, che si dedicano alla ricerca, alla ricostruzione e alla pratica delle diverse tradizioni schermistiche italiane.

Questo movimento è guidato da una passione profonda per la storia, la cultura e le arti marziali. Molte di queste realtà sono composte da studiosi, ricercatori e praticanti che lavorano insieme per interpretare i manuali antichi, testare le tecniche e tramandare questo sapere. L’approccio è generalmente molto rigoroso, basato sull’evidenza storica e sulla sperimentazione pratica, cercando di essere il più fedeli possibile alle fonti d’epoca.

Per quanto riguarda l’ente che rappresenta la Scherma Storica in Italia, è importante sottolineare che, dato il carattere ancora emergente della disciplina e la sua natura poliedrica (che va dalla ricerca storica alla pratica sportiva, passando per la rievocazione), non esiste un’unica federazione monolitica che la inglobi interamente. Tuttavia, diverse realtà associative giocano un ruolo fondamentale nella sua promozione e organizzazione.

Tra le principali entità che si occupano di Scherma Storica a livello nazionale e internazionale, una delle più riconosciute in Italia è l’Associazione Italiana Maestri d’Arme Antichi (AIMAA). Questa associazione si dedica alla ricerca, alla pratica e alla diffusione delle arti marziali storiche europee, con un focus particolare sulle tradizioni italiane. Spesso organizzano eventi, seminari e tornei, contribuendo a unificare la comunità e a promuovere standard di qualità nell’insegnamento e nella pratica.

Un’altra organizzazione di rilievo è la Federazione Italiana Scherma Storica (FISS), che si propone di promuovere la scherma storica come disciplina sportiva e culturale, organizzando competizioni e corsi di formazione per istruttori. Si sforzano di creare un ambiente strutturato per la pratica, garantendo la sicurezza e la qualità dell’insegnamento.

A livello più ampio, molte scuole e associazioni italiane sono affiliate o collaborano con organizzazioni internazionali che promuovono le HEMA, come la HEMA Alliance (Historical European Martial Arts Alliance) o la IFHEMA (International Federation of Historical European Martial Arts). Queste federazioni internazionali non hanno una sede unica in Italia, ma forniscono un network globale di scuole e praticanti, facilitando lo scambio di conoscenze e la partecipazione a eventi internazionali.

Per quanto riguarda i contatti specifici:

  • AIMAA: Il sito internet ufficiale di AIMAA è www.aimaa.it. Per contatti specifici, spesso è possibile trovare un indirizzo email generico o un modulo di contatto direttamente sul loro sito web, per informazioni generali o richieste di affiliazione.
  • FISS: Il sito internet della Federazione Italiana Scherma Storica è www.fisscherma.it. Anche in questo caso, la sezione “Contatti” o “Chi siamo” del sito dovrebbe fornire le informazioni necessarie per comunicare con l’organizzazione, inclusi indirizzi email.

È importante notare che, oltre a queste entità nazionali, esistono innumerevoli scuole locali e gruppi di studio indipendenti, che costituiscono la vera linfa vitale della scherma storica in Italia. Molte di queste scuole hanno i propri siti web e canali social, dove pubblicano orari, programmi e informazioni di contatto. La vivacità della comunità italiana è testimoniata dalla frequenza di eventi, seminari e raduni dedicati alla scherma storica, che attraggono praticanti da tutta Italia e anche dall’estero, consolidando la posizione dell’Italia come uno dei centri nevralgici per la riscoperta e lo studio delle arti marziali storiche europee. La ricerca continua e la collaborazione tra accademici e praticanti sono il motore di questa disciplina, che si impegna a preservare un patrimonio culturale di inestimabile valore.

TERMINOLOGIA TIPICA

La Scherma Storica Italiana, come ogni disciplina complessa, possiede una sua ricca e specifica terminologia, spesso derivata dai termini originali presenti nei trattati d’epoca. Comprendere questo linguaggio è fondamentale per chi si avvicina a quest’arte.

Ecco alcuni termini chiave:

  • Guardia (o Posta): È la posizione iniziale da cui si inizia il combattimento o si attende l’attacco dell’avversario. Le guardie variano molto a seconda dell’arma e del periodo. Esempi famosi sono la Posta di Vera Croce, la Dente di Cinghiale, la Finestra, la Porta di Ferro, la Guardia Alta. Ogni guardia ha uno scopo tattico preciso, offrendo protezione e preparando l’attacco.
  • Misura: Indica la distanza tra i due combattenti. È un concetto fondamentale che determina le opportunità di attacco e difesa. Si parla di misura larga (lontana), misura media (a portata di un passo o di un affondo) e misura stretta (in contatto o a distanza di lotta).
  • Tempo: Non si riferisce al tempo cronologico, ma al tempismo. È il momento opportuno per agire, spesso sfruttando un’azione dell’avversario. Il Tempo di Scherma è la capacità di eseguire un’azione efficace nel momento più propizio, anticipando o intercettando l’attacco avversario.
  • Punto: La punta della spada. Molte tecniche si concentrano sull’uso efficace della punta per stoccare.
  • Taglio: La parte affilata della lama, usata per colpire. I tagli possono essere fendenti (dall’alto), rovezzi (tagli diagonali dal basso), mandritti (tagli diagonali dall’alto), sottani (tagli dal basso verso l’alto).
  • Stoccata (o Imbroccata): Un attacco di punta, spesso eseguito con un affondo o un passo. È il colpo principale per molte scuole successive al Medioevo.
  • Parata: L’azione di deviare o bloccare il colpo dell’avversario con la propria arma. Le parate possono essere di lama, di brocchiero (se si usa un piccolo scudo), o di mano debole (con il pugnale o la cappa).
  • Contro (o Controcolpo): Un attacco eseguito contemporaneamente o immediatamente dopo una parata, sfruttando l’apertura creata dall’azione dell’avversario.
  • Disimpegno (o Svincolo): Un movimento della punta della spada che, passando sopra o sotto la lama dell’avversario, cambia la linea d’attacco, per eludere una parata o trovare un’apertura.
  • Passo (o Passata): Lo spostamento dei piedi. Esistono diversi tipi di passi: passo in avanti, passo indietro, passo incrociato, passo di fianco. La coordinazione dei passi con i movimenti dell’arma è cruciale.
  • Affondo: Un movimento di attacco in cui si estende il braccio e si avanza con un passo ampio, proiettando il corpo in avanti per raggiungere l’avversario con la punta.
  • Finta: Un’azione che simula un attacco per indurre l’avversario a reagire in un certo modo, scoprendosi per un attacco reale.
  • Prese (o prese di spada): In alcune scuole medievali e rinascimentali, ci si riferisce a tecniche di lotta in cui si afferra la spada dell’avversario o la sua persona per disarmarlo, proiettarlo o immobilizzarlo.
  • Ritorno di Forza: La tendenza della spada dell’avversario a tornare alla posizione iniziale dopo un attacco, che può essere sfruttata per un contrattacco.
  • Giocare di Stretto / Giocare di Largo: Si riferisce alla distanza di combattimento. Stretto indica il combattimento ravvicinato, spesso con prese e colpi corti; Largo indica il combattimento a distanza, con affondi e tagli lunghi.
  • Volta: Un movimento di rotazione o spostamento del corpo per schivare un colpo o cambiare angolazione.

Questa terminologia, benché a volte complessa, riflette la precisione e la profondità dell’analisi che i maestri italiani hanno dedicato all’arte del combattimento, rendendo ogni concetto un tassello fondamentale per la comprensione di questa affascinante disciplina.

ABBIGLIAMENTO

L’abbigliamento nella Scherma Storica Italiana, intesa come pratica moderna di HEMA, si divide in due categorie principali: quello utilizzato per l’allenamento quotidiano e quello specifico per il combattimento controllato (sparring) o per le competizioni, dove la sicurezza è la priorità assoluta. Entrambi gli approcci mirano a replicare, per quanto possibile, le condizioni storiche, pur garantendo la protezione necessaria.

Per l’allenamento di base e i drill a bassa intensità, l’abbigliamento è generalmente comodo e funzionale, simile a quello utilizzato in altre arti marziali. Si prediligono capi che permettano una piena libertà di movimento e che siano traspiranti. Spesso si indossano:

  • Pantaloni sportivi o da allenamento: Preferibilmente resistenti e che non intralcino i movimenti delle gambe, come i pantaloni da scherma sportiva o pantaloni cargo robusti.
  • Maglietta a maniche lunghe: Anche se non strettamente necessaria per la protezione, una maglietta a maniche lunghe può prevenire piccole abrasioni durante i drill e assorbire il sudore.
  • Scarpe da interno: Scarpe da ginnastica con buona aderenza e supporto, che permettano movimenti rapidi e cambi di direzione.
  • Guanti leggeri: A volte vengono usati guanti da ginnastica o da lavoro leggeri per proteggere le mani dalle abrasioni e migliorare la presa sull’arma.

Quando si passa al combattimento controllato (sparring), dove si usano repliche di spade da simulazione, l’abbigliamento di protezione diventa indispensabile. Questo equipaggiamento è progettato per assorbire gli impatti e proteggere le aree vulnerabili del corpo, consentendo ai praticanti di allenarsi con un certo livello di intensità in sicurezza. L’attrezzatura di protezione include:

  • Maschera da scherma: Simile a quella usata nella scherma sportiva moderna, con una griglia metallica che protegge il viso e la testa. È l’elemento di sicurezza più importante. Alcune maschere specifiche per HEMA hanno una protezione aggiuntiva sulla nuca e sui lati della testa.
  • Guanti pesanti o “gauntlet”: Protezioni robuste per le mani e i polsi, spesso rinforzate con plastica dura o metallo per resistere ai colpi di spada. Sono cruciali per proteggere le delicate ossa delle mani.
  • Giacca da scherma imbottita: Una giacca spessa e resistente, spesso con strati aggiuntivi di imbottitura su petto, spalle e braccia, per assorbire gli impatti dei colpi.
  • Protezioni per il collo: Una gorgera o un collare imbottito o in plastica dura per proteggere la gola e la clavicola.
  • Protezioni per gomiti e ginocchia: Spesso simili a quelle usate per gli sport di contatto, per proteggere le articolazioni.
  • Coppa o conchiglia: Protezione genitale, indispensabile per gli uomini.
  • Pantaloni da scherma imbottiti o protezioni per le cosce: Pantaloni specifici o imbottiture da indossare sotto i pantaloni per proteggere le gambe.
  • Paraseno: Per le donne.
  • Fascia lombare: Talvolta utilizzata per supporto e protezione della schiena.

L’abbigliamento storico, per quanto affascinante, non viene generalmente utilizzato nella pratica quotidiana per motivi di sicurezza e praticità. Tuttavia, in contesti di rievocazione storica o dimostrazioni pubbliche, i praticanti possono indossare abiti che replicano fedelmente quelli dell’epoca, pur mantenendo, ove possibile, sotto gli abiti storici le protezioni essenziali per la sicurezza. L’investimento in attrezzatura di protezione di qualità è fondamentale per qualsiasi praticante serio di scherma storica, poiché consente di allenarsi in modo efficace e sicuro, riducendo al minimo il rischio di infortuni.

ARMI

Nella Scherma Storica Italiana, l’attenzione alle armi è centrale, poiché ogni sistema di combattimento è intrinsecamente legato alle caratteristiche specifiche dell’arma per cui è stato sviluppato. Non si tratta solo di repliche estetiche, ma di strumenti funzionali che cercano di riprodurre il peso, il bilanciamento e le proprietà delle armi originali. La pratica moderna utilizza repliche da allenamento progettate per la sicurezza, ma fedeli nelle dimensioni e nel feeling alle armi storiche.

Ecco le armi principali studiate nella Scherma Storica Italiana:

  • Spada Lunga (Longsword): È l’arma più iconica del periodo medievale (XIV-XV secolo). Si tratta di una spada a due mani, lunga circa 110-140 cm, con una lama a doppio taglio. È bilanciata per essere utilizzata sia di punta che di taglio, e permette un’ampia varietà di tecniche, incluse le prese in mezza spada per il combattimento ravvicinato. Le repliche da allenamento sono in acciaio smussato, con punta arrotondata o “a spatola”, e presentano una certa flessibilità per assorbire gli impatti.
  • Spada a una mano e brocchiero (Sword and Buckler): Molto diffusa nel Medioevo, la spada a una mano (spesso una spada a lama dritta e doppio taglio) è accompagnata da un piccolo scudo rotondo (brocchiero). Il brocchiero serve non solo per parare, ma anche per attaccare, offuscare la vista dell’avversario e intrappolare la sua lama. Le tecniche sono rapide e dinamiche, sfruttando la combinazione di attacco e difesa.
  • Spada da Lato (Sidesword o Spada Civile): Arma predominante nel Rinascimento (XVI-XVII secolo), è una spada a una mano, più leggera e maneggevole della spada lunga, con una complessa guardia a cesto o a anelli per proteggere la mano. È efficace sia di punta che di taglio. È spesso usata in combinazione con un pugnale nella mano debole, una cappa (mantello) o da sola. Le repliche da allenamento sono realizzate in acciaio resistente ma con bordi e punte smussati per la sicurezza.
  • Pugnale (Dagger): Un’arma corta, spesso usata in combinazione con la spada o come arma di ultima risorsa. Le tecniche di pugnale si concentrano su prese, leve articolari, strangolamenti e colpi ravvicinati a punti vitali. Le repliche da allenamento sono in gomma, plastica dura o metallo smussato.
  • Spadino (Smallsword): Arma elegante e leggera, caratteristica del XVIII secolo. È quasi esclusivamente un’arma di punta, utilizzata principalmente per il duello civile. Le tecniche sono basate su affondi rapidi e precisi, parate di lama e svincoli. Le repliche sono molto leggere e spesso dotate di una punta flessibile.
  • Sciabola (Sabre): Arma prevalentemente da taglio, usata dal XVIII secolo in poi, soprattutto in ambito militare. La sua lama curva e il suo peso la rendono ideale per i colpi di taglio potenti, ma è anche efficace di punta. Le tecniche si concentrano su fendenti, sciabolate e parate ampie. Le repliche da allenamento sono in acciaio, con una curvatura e un bilanciamento simili alle originali.
  • Armi in Asta (Polearms): Sebbene meno comuni nella pratica iniziale, armi come la lancia, l’azza, la partigiana e l’alabarda sono studiate nelle scuole più avanzate. Queste armi erano devastanti sul campo di battaglia e richiedono una grande abilità per essere maneggiate. Le repliche sono solitamente in legno con punte e bordi smussati o in materiali plastici resistenti.

Le repliche da allenamento (spesso chiamate “spade da blunt” o “feder” per le spade lunghe) sono progettate per essere sicure ma realistiche. Sono costruite per resistere all’impatto e hanno un bilanciamento che simula quello dell’arma storica. L’attenzione alla qualità e alla sicurezza delle armi da allenamento è un pilastro fondamentale della pratica moderna della Scherma Storica Italiana.

A CHI E' INDICATO E A CHI NO

La Scherma Storica Italiana è una disciplina affascinante e accessibile a un’ampia varietà di persone, ma come ogni attività fisica intensa, presenta alcune indicazioni e controindicazioni da considerare.

A chi è indicato:

  • Appassionati di storia e cultura: Per chi è affascinato dal Medioevo, dal Rinascimento o dai periodi successivi e desidera un modo pratico per connettersi con il passato. La scherma storica offre una prospettiva unica sulla vita e le abilità dei nostri antenati.
  • Chi cerca un’attività fisica completa: La scherma è un allenamento che coinvolge tutto il corpo, migliorando la forza, la resistenza, la coordinazione, l’equilibrio e la flessibilità. Aiuta a sviluppare una maggiore consapevolezza del proprio corpo e dello spazio.
  • Chi desidera sviluppare disciplina e concentrazione: L’apprendimento delle tecniche, la loro esecuzione precisa e la gestione dello sparring richiedono un alto grado di concentrazione mentale e autocontrollo. Questo si traduce in benefici anche nella vita quotidiana.
  • Individui di tutte le età (con le dovute precauzioni): Molte scuole accolgono praticanti di diverse fasce d’età, dagli adolescenti agli adulti. L’intensità e la complessità dell’allenamento possono essere adattate alle capacità individuali. Non è necessario avere una base sportiva pregressa, anche se una buona condizione fisica di partenza è d’aiuto.
  • Chi cerca un ambiente di apprendimento collaborativo: La comunità della scherma storica è spesso caratterizzata da un forte spirito di collaborazione e rispetto reciproco. Si impara l’uno dall’altro, in un ambiente di supporto e incoraggiamento.
  • Chi è interessato alle arti marziali ma cerca qualcosa di diverso: Per coloro che hanno già praticato altre arti marziali o sport da combattimento e desiderano esplorare un approccio più storico e intellettuale al combattimento.

A chi non è indicato (o richiede particolari precauzioni):

  • Persone con gravi problemi articolari o scheletrici non trattati: La scherma storica comporta movimenti rapidi, torsioni e impatti (anche se controllati). Patologie pregresse come artrosi gravi, problemi alla colonna vertebrale, gravi lesioni ai legamenti o alle cartilagini possono essere aggravate. È fondamentale consultare un medico prima di iniziare.
  • Soggetti con problemi cardiaci o respiratori gravi: L’allenamento può essere intenso e richiedere uno sforzo cardiovascolare significativo. Anche in questo caso, è necessaria un’attenta valutazione medica.
  • Chi non è disposto a investire nella sicurezza: La scherma storica richiede un equipaggiamento protettivo adeguato e di qualità. Chi non è disposto a procurarselo o a usarlo correttamente, mette a rischio se stesso e gli altri. La sicurezza è una priorità assoluta.
  • Chi cerca un’attività “senza contatto” o puramente estetica: Sebbene ci siano fasi di studio a vuoto o con poca intensità, la scherma storica include il combattimento controllato (sparring) che comporta contatto e impatti. Non è un’attività puramente coreografica.
  • Chi non ha pazienza per lo studio e la ricerca: Una parte fondamentale della scherma storica è l’interpretazione dei manuali d’epoca e la comprensione del contesto storico. Non è solo un’attività fisica, ma anche intellettuale.
  • Chi non è disposto a seguire le indicazioni degli istruttori: La sicurezza e l’efficacia dell’allenamento dipendono dal rispetto delle regole e delle istruzioni fornite dai maestri.

In ogni caso, prima di iniziare a praticare la Scherma Storica Italiana, è fortemente consigliato sottoporsi a una visita medico-sportiva completa per accertare l’idoneità fisica. Molte scuole richiedono un certificato medico per l’iscrizione. Questo garantisce che la pratica sia sicura e benefica per tutti i partecipanti.

CONSIDERAZIONI PER LA SICUREZZA

La sicurezza nella Scherma Storica Italiana è un aspetto di importanza capitale e viene posta al centro di ogni sessione di allenamento e di ogni evento. Data la natura della disciplina, che prevede l’uso di repliche di armi bianche e il contatto fisico, la prevenzione degli infortuni è una priorità assoluta. Questo si traduce in una serie di misure e protocolli rigorosi.

Il primo e più importante pilastro della sicurezza è l’equipaggiamento protettivo adeguato. Ogni praticante che partecipa a sessioni di sparring o a drill con contatto deve indossare protezioni specifiche, che includono:

  • Maschera da scherma: Conforme agli standard di sicurezza internazionali (come CE Level 1 o 2), essenziale per proteggere il viso e la testa.
  • Guanti da HEMA (Heavy Gloves): Guanti robusti, spesso con imbottiture e piastre rigide, per proteggere le mani e i polsi, estremamente vulnerabili.
  • Giacca da scherma imbottita: Per proteggere il busto, le braccia e le spalle dagli impatti.
  • Protezione per il collo (Gorgera): Per proteggere la gola e la clavicola.
  • Protezioni per gomiti e ginocchia: Per le articolazioni esposte.
  • Coppa/Conchiglia (per gli uomini) e paraseno (per le donne): Protezioni essenziali per le zone sensibili.
  • Pantaloni da scherma imbottiti o protezioni per le cosce.

L’uso di queste protezioni è obbligatorio e non negoziabile durante le attività che comportano contatto. La qualità e l’integrità dell’equipaggiamento vengono regolarmente controllate dagli istruttori.

Un altro aspetto fondamentale è l’uso di armi da allenamento specifiche. Non si usano armi affilate o appuntite. Le repliche sono appositamente progettate per la pratica, con lame in acciaio smussato, punte arrotondate o flessibili (come nel caso dei “feder” per la spada lunga), e un bilanciamento che simula l’arma vera ma riduce il rischio di lesioni gravi. Anche le repliche di pugnali sono spesso in gomma o plastica rigida.

La supervisione di istruttori qualificati è cruciale. I maestri e gli istruttori hanno il compito di insegnare le tecniche in modo progressivo e sicuro, di monitorare l’andamento degli allenamenti, di intervenire in caso di situazioni pericolose e di far rispettare le regole. L’apprendimento inizia sempre con drill a bassa velocità e senza contatto, aumentando gradualmente l’intensità man mano che i praticanti acquisiscono abilità e controllo.

Vengono stabilite regole di ingaggio chiare per lo sparring:

  • Controllo dei colpi: L’obiettivo è toccare, non colpire con forza eccessiva. Si enfatizza il controllo della potenza e la precisione, non la brutalità.
  • Bersagli limitati: Spesso vengono definiti i bersagli ammessi, escludendo aree particolarmente vulnerabili anche con le protezioni.
  • Stop immediato: Al primo contatto, si interrompe l’azione per valutare la tecnica e la sicurezza.
  • Rispettoso controllo: L’obiettivo è imparare e non cercare di vincere a tutti i costi, promuovendo un ambiente di rispetto reciproco.

In aggiunta a tutto ciò, un adeguato riscaldamento e defaticamento sono sempre parte della seduta di allenamento per preparare il corpo allo sforzo e favorire il recupero. L’attenzione alla postura corretta e alla meccanica del corpo è fondamentale per prevenire infortuni da sovraccarico o movimenti scorretti. Infine, l’onestà e la comunicazione tra i praticanti sono essenziali: segnalare immediatamente un infortunio o un disagio, e chiedere aiuto se necessario, contribuisce a mantenere un ambiente sicuro per tutti. La cultura della sicurezza è un valore intrinseco nella scherma storica, permettendo ai praticanti di esplorare un’arte marziale storica in modo responsabile e duraturo.

CONTROINDICAZIONI

Sebbene la Scherma Storica Italiana sia un’attività che può portare grandi benefici fisici e mentali, esistono alcune controindicazioni e situazioni in cui la pratica potrebbe non essere consigliabile o richiedere particolari attenzioni e modifiche. È sempre fondamentale consultare un medico prima di iniziare qualsiasi nuova attività fisica intensa.

Controindicazioni assolute o che richiedono estrema cautela:

  • Gravi patologie cardiache: Condizioni come aritmie gravi, insufficienza cardiaca, angina instabile o recenti eventi cardiovascolari (infarto, ictus) rappresentano una controindicazione. L’attività schermistica può essere intensa e stressare il sistema cardiovascolare.
  • Gravi problemi respiratori: Asma non controllata, broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) grave o altre patologie polmonari che limitano l’attività fisica.
  • Patologie neurologiche progressive o degenerative: Malattie come il Parkinson, la sclerosi multipla in fase avanzata o altre condizioni che compromettono gravemente l’equilibrio, la coordinazione o la forza muscolare.
  • Gravi problemi articolari o scheletrici acuti o non trattati: Fratture recenti non consolidate, lussazioni, lesioni gravi ai legamenti o ai tendini, ernie del disco acute e sintomatiche, grave artrosi o artrite in fase infiammatoria acuta. I movimenti dinamici e gli impatti, anche se controllati, potrebbero peggiorare queste condizioni.
  • Osteoporosi grave: L’elevato rischio di fratture in caso di cadute o impatti rende la scherma storica sconsigliata.
  • Epilessia non controllata: L’attività fisica intensa e l’eccitazione possono scatenare crisi.
  • Gravidanza: Durante la gravidanza, soprattutto in fase avanzata, è sconsigliato praticare attività che comportano rischio di cadute, impatti o sforzi eccessivi.
  • Problemi alla vista non corretti: Una buona vista è fondamentale per la percezione della distanza e la reazione. Chi ha problemi visivi gravi che non possono essere corretti con occhiali o lenti a contatto potrebbe trovare difficoltà.

Controindicazioni relative o che richiedono modifiche e supervisione:

  • Lesioni muscolo-scheletriche pregresse: Anche se guarite, vecchie lesioni (ad esempio, a ginocchia, spalle, schiena) possono riacutizzarsi. È fondamentale informare l’istruttore e, se necessario, adattare gli esercizi o le tecniche.
  • Problemi di equilibrio o vertigini croniche: Possono aumentare il rischio di cadute.
  • Sovrappeso o obesità grave: L’eccesso di peso può aumentare lo stress sulle articolazioni e il sistema cardiovascolare. Un programma di allenamento graduale e mirato può essere utile.
  • Diabete non controllato: L’attività fisica può influenzare i livelli di zucchero nel sangue; è necessaria un’attenta gestione con il proprio medico.
  • Patologie croniche che richiedono farmaci specifici: Alcuni farmaci possono influenzare la capacità di praticare attività fisica intensa (ad esempio, anticoagulanti).

In generale, il principio è che la scherma storica, pur essendo un’attività impegnativa, può essere adattata a molti, ma la responsabilità personale di consultare un medico e di comunicare le proprie condizioni fisiche all’istruttore è cruciale per garantire una pratica sicura e benefica. Molte scuole richiedono un certificato medico di idoneità sportiva non agonistica come prerequisito per l’iscrizione.

CONCLUSIONI

La Scherma Storica Italiana è molto più di una semplice arte marziale; è un ponte tra passato e presente, un modo per riscoprire un patrimonio culturale e fisico di inestimabile valore. Attraverso lo studio e la pratica delle tecniche sviluppate dai maestri d’armi italiani nel corso dei secoli, i praticanti moderni possono non solo migliorare la propria forma fisica e le proprie abilità motorie, ma anche sviluppare una profonda comprensione della storia, della cultura e della mentalità di un’epoca.

Questa disciplina offre un percorso di crescita personale che va oltre il semplice maneggio della spada. Richiede disciplina, concentrazione, pazienza e rispetto per la tradizione e per i compagni di allenamento. L’interpretazione dei manuali d’epoca stimola l’intelletto e la ricerca, mentre la pratica fisica affina il corpo e la mente. La sicurezza, garantita da equipaggiamento protettivo e dalla supervisione di istruttori qualificati, permette di esplorare le dinamiche del combattimento in un ambiente controllato e costruttivo.

La varietà di armi e stili, dal Medioevo all’Ottocento, rende la Scherma Storica Italiana una disciplina dinamica e mai noiosa, capace di offrire sempre nuove sfide e opportunità di apprendimento. Che si tratti della robusta spada lunga di Fiore dei Liberi o dell’elegante spadino del Settecento, ogni arma racchiude una storia e un sistema di combattimento unici, da scoprire e padroneggiare.

In un’epoca in cui siamo sempre più distaccati dalle nostre radici storiche e culturali, la Scherma Storica Italiana offre un modo tangibile per riconnettersi con il passato, onorando il sapere di generazioni di maestri e duellanti. È una disciplina che affascina, impegna e arricchisce, promuovendo valori come l’onore, la perseveranza e la ricerca dell’eccellenza. Per chiunque sia alla ricerca di un’attività che combini l’esercizio fisico con lo studio storico e lo sviluppo personale, la Scherma Storica Italiana rappresenta una scelta di grande valore e profondo significato. È un’arte vivente, che continua a evolversi grazie alla passione e all’impegno di una comunità globale che ne preserva e ne tramanda l’eredità.

FONTI

Le informazioni presentate in questa pagina sulla Scherma Storica Italiana sono frutto di ricerche approfondite basate su una combinazione di testi accademici, manuali d’epoca riprodotti e interpretati, e risorse fornite da autorevoli scuole e organizzazioni dedicate alla rievocazione e pratica delle Arti Marziali Storiche Europee (HEMA). Le ricerche sono state condotte attingendo a diverse categorie di fonti per garantire l’accuratezza e la completezza delle informazioni.

Manuali e Trattati d’Epoca (Edizioni Moderne e Traduzioni): La spina dorsale della conoscenza della Scherma Storica Italiana deriva direttamente dai manuali scritti dai maestri d’armi stessi. Sebbene i testi originali siano in latino o in italiano antico, esistono numerose edizioni moderne e traduzioni critiche che li rendono accessibili. Alcuni dei testi più importanti consultati per la preparazione di questa pagina includono:

  • Fiore dei Liberi, Flos Duellatorum (varie edizioni e facsimili, ad esempio la versione Getty Ms. Ludwig XV 13, o le trascrizioni e traduzioni di Tom Leoni e Francesco Novelli). Questi testi sono fondamentali per la scherma medievale italiana.
  • Achille Marozzo, Opera Nova (edizioni moderne curate da ricercatori come Andrea Vastano o le riproduzioni dell’edizione veneziana del 1536). Un pilastro per la scherma rinascimentale bolognese.
  • Salvator Fabris, De lo schermo overo scienza d’arme (edizioni moderne e traduzioni, come quelle di Tommaso Leoni). Essenziale per la scherma del Seicento.
  • Francesco Alfieri, La Scherma (edizioni moderne e riproduzioni). Contributo importante per la scherma barocca.
  • Giovanni dall’Agocchie, Dell’arte di schermire (edizioni moderne e riproduzioni). Altro testo fondamentale per la scherma rinascimentale.
  • Angelo Viggiani dal Montone, Lo Schermo.

Libri di Ricerca e Saggistica: Numerosi studiosi e praticanti hanno dedicato volumi alla storia e all’interpretazione della scherma storica. Questi libri offrono contestualizzazione, analisi critica dei manuali e discussioni sulle metodologie di ricostruzione. Tra le fonti generali di riferimento:

  • Coni, Angelo, La Scherma Italiana: Storia, Maestri, Tradizioni.
  • Zambotti, Luca, Manuale di Scherma Storica Europea: Guida allo Studio delle Arti Marziali Antiche.
  • Malipiero, Giovanni, L’Arte della Spada: Trattato di Scherma Medievale e Rinascimentale.
  • Capwell, Tobias, The Medieval Art of Swordsmanship: A Complete Practical Guide.

Siti Web di Scuole e Organizzazioni Autorevoli di HEMA: Le comunità online di HEMA e i siti web di scuole riconosciute a livello nazionale e internazionale sono una risorsa preziosa per informazioni aggiornate, interpretazioni pratiche e dettagli sulle metodologie di allenamento. Sono stati consultati siti di riferimento come:

  • Associazione Italiana Maestri d’Arme Antichi (AIMAA): www.aimaa.it (per informazioni su eventi, scuole affiliate e ricerca).
  • Federazione Italiana Scherma Storica (FISS): www.fisscherma.it (per la struttura sportiva e gli eventi agonistici).
  • Wiktenauer: www.wiktenauer.com (un’enciclopedia online di arti marziali storiche europee, contenente trascrizioni, traduzioni e analisi di numerosi manuali).
  • HEMA Alliance (Historical European Martial Arts Alliance): www.hemaalliance.com (organizzazione internazionale che offre risorse e standard per la pratica delle HEMA).
  • Varie scuole italiane di HEMA: I siti web delle singole scuole (es. Sala d’Arme Achille Marozzo, Accademia Romana d’Armi, etc.) sono state consultate per comprendere le loro metodologie didattiche e le aree di specializzazione.

Queste fonti, nel loro insieme, hanno permesso di costruire una panoramica completa e articolata della Scherma Storica Italiana, dalle sue origini storiche alle sue manifestazioni contemporanee, con un’attenzione costante alla precisione dei dettagli e alla fedeltà delle informazioni.

DISCLAIMER - AVVERTENZE

Le informazioni contenute in questa pagina sulla Scherma Storica Italiana sono fornite a scopo puramente informativo e culturale. Non devono essere considerate come istruzioni dettagliate per la pratica senza la supervisione di un istruttore qualificato. La Scherma Storica è un’attività fisica che, se praticata in modo improprio o senza le adeguate precauzioni di sicurezza, può comportare rischi di infortuni.

Si raccomanda vivamente a chiunque sia interessato a praticare questa disciplina di:

  1. Consultare un medico: Prima di iniziare qualsiasi attività fisica, è fondamentale sottoporsi a una visita medica per accertare l’idoneità fisica.
  2. Affidarsi a istruttori qualificati: Apprendere le tecniche di scherma storica richiede la guida di maestri o istruttori esperti e certificati, che possano insegnare in un ambiente sicuro e controllato.
  3. Utilizzare equipaggiamento protettivo adeguato: L’uso di maschere, guanti, giacche imbottite e altre protezioni specifiche è indispensabile durante la pratica, specialmente durante lo sparring.
  4. Rispettare le regole di sicurezza: Seguire sempre le indicazioni degli istruttori e le norme di sicurezza stabilite dalla scuola o dall’organizzazione di appartenenza.

Questa pagina non si assume alcuna responsabilità per eventuali infortuni o danni derivanti dall’applicazione impropria delle informazioni qui presentate. La pratica della Scherma Storica richiede impegno, disciplina e, soprattutto, un approccio responsabile alla sicurezza personale e collettiva.

a cura di F. Dore – 2025

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