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COSA E'
Il Karate-do Shitō-ryū (糸東流) è uno dei quattro principali stili di karate giapponese, fondato dal Maestro Kenwa Mabuni (1889-1952) nel 1934 circa. Il nome “Shitō” non è una parola giapponese con un significato intrinseco, ma è un acronimo derivato dai nomi dei due principali maestri di Mabuni: Ankō Itosu (糸) e Kanryō Higaonna (東). La sillaba “Ito” (糸) viene pronunciata “Shi” in questo contesto, mentre “Higa” (東) viene pronunciata “Tō”, formando così “Shi-Tō”. Il termine “Ryū” (流) significa “scuola” o “stile”.
Lo Shitō-ryū si distingue per essere una sintesi magistrale delle principali correnti del karate okinawense: lo Shuri-te, appreso da Itosu, che enfatizza la velocità, le posizioni naturali e i movimenti lineari e rapidi; e il Naha-te, appreso da Higaonna, che si concentra sulla forza, le posizioni basse e stabili, la respirazione profonda (Ibuki) e i movimenti circolari e potenti. Mabuni studiò anche con altri maestri influenti, come Seishō Aragaki e Tawada Shinboku, integrando ulteriormente tecniche e Kata (forme) nel suo sistema.
Questa fusione rende lo Shitō-ryū uno stile estremamente ricco e versatile, caratterizzato da un vastissimo repertorio tecnico e un numero di Kata superiore a qualsiasi altro stile di karate (oltre 60, a seconda delle scuole). Non si focalizza esclusivamente sulla durezza o sulla morbidezza, sulla linearità o sulla circolarità, ma abbraccia l’intero spettro delle possibilità del combattimento a mani nude. L’obiettivo è sviluppare un praticante completo, capace di adattarsi a diverse situazioni di combattimento, utilizzando la tecnica più appropriata al contesto, che sia una parata dura, una schivata fluida, un attacco lineare o una leva articolare. È uno stile che richiede dedizione e studio approfondito per essere padroneggiato, ma offre una comprensione profonda dei principi del Budo (via marziale).
CARATTERISTICHE, FILOSOFIA E ASPETTI CHIAVE
Lo stile Shitō-ryū si basa su cinque principi fondamentali che ne definiscono l’essenza e guidano la pratica:
- Rakka (落下 – Caduta del fiore): Bloccare con tale forza e determinazione che l’attacco avversario venga annientato istantaneamente, come un fiore che cade colpito da una forza irresistibile. Questo principio enfatizza la potenza e la decisione nelle parate (Uke Waza), che devono essere eseguite come veri e propri colpi.
- Ryusui (流水 – Acqua che scorre): Adattarsi fluidamente all’attacco dell’avversario, deviando la sua forza senza opporvisi direttamente, proprio come l’acqua che scorre attorno a un ostacolo. Questo principio sottolinea l’importanza della cedevolezza, della flessibilità e dei movimenti circolari per reindirizzare l’energia dell’avversario.
- Kushin (屈伸 – Flessione ed Estensione): Utilizzare il movimento del corpo, in particolare l’abbassamento e l’innalzamento del baricentro, per generare potenza ed eludere gli attacchi. Questo principio è legato all’uso delle posizioni (Dachi Waza) e alla capacità di variare altezza e distanza in modo dinamico.
- Teni (転移 – Spostamento): Muoversi rapidamente e cambiare posizione per evitare l’attacco e creare un angolo favorevole per il contrattacco. Sottolinea l’importanza del gioco di gambe (Ashi Sabaki) e della gestione dello spazio (Maai).
- Hangeki (反撃 – Contrattacco): Difendersi e attaccare simultaneamente o immediatamente dopo la difesa. Questo principio evidenzia l’efficienza e l’economia di movimento, trasformando ogni azione difensiva in una potenziale opportunità offensiva.
La filosofia dello Shitō-ryū, profondamente influenzata dal pensiero di Mabuni, si riassume spesso nel concetto di “Kunshi no Ken” (君子の拳 – Il pugno del Nobile/Gentiluomo). Ciò significa che il karate non è uno strumento di aggressione, ma un mezzo per la formazione del carattere, per la difesa personale e per la pace. Il vero praticante non cerca lo scontro, ma è preparato ad affrontarlo se necessario, con efficacia e controllo. Si pone grande enfasi sul rispetto (verso i maestri, i compagni, il Dojo e la tradizione), sull’umiltà, sulla perseveranza e sull’autocontrollo.
Gli aspetti chiave che contraddistinguono lo Shitō-ryū includono:
- Vastissimo repertorio di Kata: Come già accennato, lo stile preserva un numero enorme di forme provenienti dalle diverse linee di Okinawa (Itosu, Higaonna, Aragaki, Matsumura, ecc.), rendendolo una sorta di “enciclopedia” del karate tradizionale.
- Equilibrio tra tecniche dure e morbide: Integra la potenza lineare dello Shuri-te con la forza radicata e circolare del Naha-te.
- Enfasi sulle posizioni naturali e funzionali: Sebbene utilizzi anche posizioni basse tipiche del Naha-te, molte tecniche derivate dallo Shuri-te prediligono posizioni più alte e mobili.
- Studio approfondito del Bunkai: Data la ricchezza dei Kata, grande importanza viene data all’analisi e all’applicazione pratica (Bunkai) delle tecniche contenute nelle forme.
- Versatilità tecnica: Il praticante impara una vasta gamma di parate, colpi (di pugno, mano aperta, gomito), calci, proiezioni, leve articolari e tecniche di controllo.
LA STORIA
Le radici dello Shitō-ryū affondano profondamente nella storia delle arti marziali di Okinawa, l’isola dove il Karate ebbe origine. Prima che esistessero gli stili moderni, l’arte del combattimento a mani nude era conosciuta semplicemente come Te (手, “mano”) o Tōde (唐手, “mano cinese”, indicando le influenze continentali). Col tempo, si svilupparono delle correnti principali associate alle città in cui venivano praticate: Shuri-te, praticato dalla nobiltà e dai guerrieri del castello di Shuri; Naha-te, diffuso tra i commercianti e gli artigiani della città portuale di Naha; e Tomari-te, praticato nel villaggio di Tomari.
Il fondatore dello Shitō-ryū, Kenwa Mabuni, ebbe la fortuna e l’abilità di studiare approfonditamente con i massimi esponenti delle due correnti principali del suo tempo:
- Ankō Itosu (1831-1915): Considerato il “padre del karate moderno”, fu il principale maestro di Shuri-te di Mabuni. Itosu sistematizzò molti Kata, creò la serie Pinan (Heian in giapponese) per facilitare l’insegnamento nelle scuole, e formò molti dei maestri che avrebbero poi fondato i propri stili (come Gichin Funakoshi, fondatore dello Shotokan). Da Itosu, Mabuni apprese le tecniche veloci, lineari e le strategie di combattimento a lunga e media distanza.
- Kanryō Higaonna (1853-1915): Il più importante maestro di Naha-te, che aveva studiato arti marziali nel Fujian, in Cina. Da Higaonna, Mabuni (e il suo amico Chojun Miyagi, fondatore del Goju-ryu) apprese le tecniche potenti, le posizioni radicate, i metodi di respirazione (Ibuki, Nogare) e il combattimento a corta distanza.
Mabuni non si limitò a questi due giganti. Studiò anche con Seishō Aragaki (1840-1918), maestro di Naha-te e Tomari-te, noto per i suoi Kata unici (come Unsu, Niseishi, Sochin) e per le sue conoscenze di Kobudo (arte delle armi okinawensi). Studiò Kobudo anche con Tawada Shinboku.
Dopo la morte dei suoi maestri principali nel 1915, Mabuni continuò ad allenarsi e a ricercare, collaborando strettamente con Chojun Miyagi. Iniziò a insegnare, formando un gruppo di studio chiamato Ryukyu Karate Kenkyukai. Nel 1929, spinto dalla crescente popolarità del karate nel Giappone continentale (grazie all’opera di Funakoshi e altri), Mabuni si trasferì a Osaka. Lì, dovette affrontare la sfida di farsi accettare dal Dai Nippon Butoku Kai, l’organizzazione governativa che regolamentava le arti marziali giapponesi. Questa richiedeva che tutti gli stili avessero un nome ufficiale.
Inizialmente, Mabuni chiamò il suo stile Hanko-ryū (“stile semi-duro”), ma successivamente, intorno al 1934, scelse il nome Shitō-ryū per onorare i suoi due maestri principali, Itosu (Shi) e Higaonna (Tō). Questo nome simboleggiava la sua intenzione di preservare e integrare entrambi i lignaggi nel suo sistema. Mabuni aprì il suo Dojo a Osaka, chiamato Yoshukan, e dedicò il resto della sua vita all’insegnamento e alla diffusione dello Shitō-ryū, enfatizzando la preservazione dei Kata come eredità culturale e tecnica. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, lo Shitō-ryū si diffuse rapidamente in Giappone e poi nel mondo, grazie all’opera dei suoi studenti diretti.
IL FONDATORE
Kenwa Mabuni (摩文仁 賢和) nacque il 14 novembre 1889 a Shuri, la vecchia capitale del Regno delle Ryukyu (Okinawa). Discendeva da una famiglia nobile, i Onigusukini, la cui stirpe risaliva al XVII secolo. Da giovane, Mabuni era di costituzione piuttosto gracile e desiderava migliorare la sua salute e forza fisica. Attraverso un amico di famiglia, all’età di 13 anni (circa 1902), fu introdotto al leggendario maestro di Shuri-te, Ankō Itosu, diventandone allievo devoto. Si allenò intensamente sotto la guida di Itosu per molti anni, apprendendo i numerosi Kata dello Shuri-te, tra cui la serie Pinan, Naifanchin (Tekki), Bassai, Kusanku (Kanku).
Intorno ai 20 anni (circa 1909), il suo amico Chojun Miyagi (futuro fondatore del Goju-ryu), che già studiava con Kanryō Higaonna, lo presentò a quest’ultimo. Mabuni divenne così allievo anche del grande maestro di Naha-te. Nonostante le differenze tra gli stili di Itosu e Higaonna, Mabuni si dedicò con uguale passione all’apprendimento di entrambi i sistemi. Con Higaonna, studiò i Kata del Naha-te come Sanchin, Tensho, Saifa, Seiyunchin, Suparinpei, focalizzandosi sulla forza, la respirazione e le tecniche a corta distanza.
Mabuni divenne un vero e proprio collezionista ed esperto di Kata. La sua conoscenza non si limitava agli insegnamenti di Itosu e Higaonna. Cercò attivamente altri maestri per ampliare la sua comprensione del Te okinawense. Studiò con Seishō Aragaki, imparando Kata come Unsu, Sochin e Niseishi, e apprese anche l’arte delle armi tradizionali di Okinawa (Ryukyu Kobudo) da maestri come Tawada Shinboku e Sueyoshi Jino. Questa vasta esperienza lo rese una delle figure più erudite nel panorama del karate del suo tempo.
Dopo aver completato il servizio militare e aver lavorato per un periodo come agente di polizia (come molti altri maestri di karate dell’epoca), Mabuni si dedicò completamente all’insegnamento e alla promozione del karate. Nel 1918, fondò un gruppo di ricerca chiamato Ryukyu Karate Kenkyukai, insieme a Miyagi e altri maestri. Nel 1925, creò il suo primo Dojo formale a Shuri.
Il trasferimento a Osaka nel 1929 segnò una svolta decisiva. Lì dovette adattare i metodi di insegnamento tradizionali okinawensi alle esigenze e alla mentalità del Giappone continentale. Aprì il suo Dojo, lo Yoshukan, e nel 1934 registrò ufficialmente il suo stile come Shitō-ryū. Mabuni era noto per la sua profonda conoscenza dei Kata e del loro significato (Bunkai). Si dice che conoscesse oltre 70 Kata, un numero impressionante. Il suo approccio all’insegnamento era sistematico e mirava a preservare l’integrità delle forme che aveva appreso.
Kenwa Mabuni morì il 23 maggio 1952 a Osaka, all’età di 62 anni. La sua eredità è immensa: non solo ha fondato uno dei principali stili di karate del mondo, ma ha anche svolto un ruolo cruciale nella preservazione di un vasto patrimonio tecnico e culturale. I suoi due figli, Kenei Mabuni (1918-2015) e Kenzo Mabuni (1927-2005), continuarono la sua opera, guidando l’organizzazione Shitō-kai, una delle principali scuole dello stile. La filosofia di Mabuni, incentrata sulla completezza tecnica, sul rispetto per la tradizione e sullo sviluppo del carattere (Kunshi no Ken), continua a ispirare i praticanti di Shitō-ryū in tutto il mondo.
MAESTRI FAMOSI
Lo Shitō-ryū, con la sua ricca storia e il suo fondatore erudito, è circondato da diverse storie e curiosità che ne illuminano il carattere e la filosofia.
- Il Significato del Nome: Come già detto, Shitō-ryū (糸東流) deriva dai nomi dei maestri Itosu (糸) e Higaonna (東). La scelta di Mabuni non fu casuale: rappresentava il suo profondo rispetto per i suoi insegnanti e la sua volontà di preservare entrambi i lignaggi nel suo sistema. È un tributo unico nella storia del karate, dove spesso i nomi degli stili riflettono concetti filosofici (es. Goju-ryu: duro-morbido; Shotokan: sala di Shoto; Wado-ryu: via della pace/armonia).
- Mabuni, il “Collezionista” di Kata: Kenwa Mabuni era leggendario per la sua vasta conoscenza dei Kata. Si dice che ne conoscesse oltre 70, un numero sbalorditivo. Non si limitava a impararli meccanicamente, ma ne studiava le origini, le variazioni e le applicazioni (Bunkai). Questa passione per la preservazione dei Kata è considerata uno dei tratti distintivi dello Shitō-ryū. Alcuni critici all’epoca (e talvolta ancora oggi) insinuavano che Mabuni avesse semplicemente “raccolto” Kata senza una vera sintesi, ma i suoi sostenitori ribattono che la sua genialità risiedette proprio nell’integrare armoniosamente principi e tecniche provenienti da fonti diverse in un sistema coerente.
- L’Emblema dello Shitō-ryū: Il simbolo dello stile Shitō-ryū è lo stemma (Mon) della famiglia Mabuni. Rappresenta un cerchio (simbolo di pace e armonia) che racchiude due linee verticali e due orizzontali spezzate, che simboleggiano le iniziali dei maestri Itosu e Higaonna secondo un’interpretazione, o più probabilmente rappresentano una stilizzazione del concetto di uomo (le linee interne) all’interno del mondo/universo (il cerchio esterno), richiamando l’obiettivo di armonia tra sé e l’ambiente. Le linee interne sono talvolta interpretate come rappresentanti dello Shuri-te e del Naha-te, racchiusi armoniosamente all’interno dello stile.
- Kunshi no Ken (Il Pugno del Nobile): Questa filosofia, centrale per Mabuni, sottolinea che la vera forza marziale non risiede nell’aggressività, ma nella disciplina, nell’autocontrollo e nella capacità di difendersi senza odio. Aneddoti raccontano di come Mabuni enfatizzasse costantemente l’importanza del rispetto e dell’umiltà ai suoi allievi, ammonendoli a non usare mai il karate per scopi ingiusti o vanagloriosi.
- L’Amicizia con Chojun Miyagi: Mabuni e Miyagi (fondatore del Goju-ryu) non erano solo compagni di studio sotto Kanryō Higaonna, ma anche amici intimi e collaboratori. Condivisero ricerche, viaggi (si dice andarono insieme in Cina per approfondire le origini del Naha-te, anche se le prove storiche sono dibattute) e discussero a lungo sui principi e sulle tecniche del karate. Questa stretta relazione tra i fondatori di due stili così importanti è una testimonianza del clima di mutuo rispetto e scambio che esisteva tra i grandi maestri di Okinawa.
- Il Kata Papuren (Paipuren): Si narra che Kenwa Mabuni abbia imparato questo Kata, di origine cinese (Gru Bianca), da un maestro cinese di nome Go Kenki (Wu Xiangui), che viveva a Okinawa. Mabuni fu uno dei pochi a preservare questo Kata, che è noto per i suoi movimenti fluidi e le tecniche di mano aperta. È un esempio della sua continua ricerca e del suo desiderio di integrare conoscenze diverse nel suo bagaglio tecnico.
- La Diffusione Internazionale: Dopo la morte di Mabuni, i suoi figli e i suoi studenti più anziani lavorarono instancabilmente per diffondere lo Shitō-ryū. Una curiosità è che spesso la diffusione avvenne attraverso percorsi diversi, portando alla creazione delle varie “Ha” (scuole/fazioni) menzionate in precedenza (Shitō-kai, Itosu-kai, Shukokai, Hayashi-ha, ecc.). Questa diversificazione, pur mantenendo un nucleo comune, ha arricchito ulteriormente lo stile, offrendo interpretazioni e specializzazioni differenti.
Questi aneddoti e curiosità contribuiscono a dipingere un quadro dello Shitō-ryū non solo come un sistema di combattimento, ma come una tradizione vivente, plasmata da figure storiche affascinanti e guidata da principi etici profondi.
LEGGENDE, CURIOSITA', STORIE E ANEDDOTI
Il bagaglio tecnico (Waza) dello Shitō-ryū è eccezionalmente vasto e diversificato, riflettendo la sua duplice eredità dallo Shuri-te e dal Naha-te. Le tecniche possono essere classificate nelle tre categorie fondamentali del Karate: Kihon (fondamentali), Kata (forme) e Kumite (combattimento).
A. Kihon (基本 – Fondamentali): Il Kihon costituisce la base della pratica e comprende l’apprendimento e il perfezionamento delle singole tecniche eseguite da ferme o in movimento. Nello Shitō-ryū, il Kihon include:
- Dachi Waza (立技 – Tecniche di Posizione): Lo Shitō-ryū utilizza una grande varietà di posizioni, adattandole alla specifica tecnica o situazione. Tra le più comuni:
- Posizioni ereditate dallo Shuri-te: Zenkutsu-dachi (posizione lunga frontale), Moto-dachi (posizione corta fondamentale), Nekoashi-dachi (posizione del gatto, più alta rispetto ad altri stili), Kokutsu-dachi (posizione arretrata).
- Posizioni ereditate dal Naha-te: Sanchin-dachi (posizione della clessidra, per forza e respirazione), Shiko-dachi (posizione quadrata/del cavaliere).
- Altre posizioni: Heisoku-dachi, Musubi-dachi, Heiko-dachi, Kosa-dachi, ecc.
- Tsuki Waza (突技 – Tecniche di Pugno): Includono pugni diretti, circolari, ascendenti, discendenti, eseguiti con diverse parti del pugno (Seiken, Uraken, Tettsui, Ippon Ken, Nakadaka Ken). Esempi: Oi-zuki (pugno lungo con la gamba avanzata), Gyaku-zuki (pugno opposto alla gamba avanzata), Kizami-zuki (pugno frontale corto), Age-zuki (pugno ascendente), Ura-zuki (pugno rovesciato/corto), Mawashi-zuki (pugno circolare).
- Uchi Waza (打技 – Tecniche di Percossa): Colpi portati con parti diverse dalle nocche principali, come il taglio della mano, il dorso della mano, il gomito, ecc. Esempi: Shuto-uchi (colpo con il taglio della mano), Haito-uchi (colpo con il taglio interno della mano), Uraken-uchi (colpo con il dorso del pugno), Tettsui-uchi (colpo a martello), Empi-uchi / Hiji-ate (colpo di gomito).
- Uke Waza (受技 – Tecniche di Parata): Lo Shitō-ryū possiede un vasto arsenale di parate, sia dure che morbide, lineari e circolari. Esempi: Age-uke (parata ascendente), Soto-uke (parata dall’esterno verso l’interno), Uchi-uke (parata dall’interno verso l’esterno), Gedan-barai (parata bassa), Shuto-uke (parata con il taglio della mano), Juji-uke (parata a croce), Mawashi-uke (parata circolare), Kake-uke (parata agganciante), Osae-uke (parata pressante). Molte parate possono essere usate anche come attacchi.
- Keri Waza (蹴技 – Tecniche di Calcio): Includono calci frontali, laterali, circolari, all’indietro, battuti, spinti, ecc., portati a diversi livelli (Gedan, Chudan, Jodan). Esempi: Mae-geri (calcio frontale), Mawashi-geri (calcio circolare), Yoko-geri (calcio laterale, nelle varianti Keage – frustato e Kekomi – spinto), Ushiro-geri (calcio all’indietro), Mikazuki-geri (calcio a mezzaluna), Hiza-geri (colpo di ginocchio).
TECNICHE
Il bagaglio tecnico (Waza) dello Shitō-ryū è eccezionalmente vasto e diversificato, riflettendo la sua duplice eredità dallo Shuri-te e dal Naha-te. Le tecniche possono essere classificate nelle tre categorie fondamentali del Karate: Kihon (fondamentali), Kata (forme) e Kumite (combattimento).
A. Kihon (基本 – Fondamentali): Il Kihon costituisce la base della pratica e comprende l’apprendimento e il perfezionamento delle singole tecniche eseguite da ferme o in movimento. Nello Shitō-ryū, il Kihon include:
- Dachi Waza (立技 – Tecniche di Posizione): Lo Shitō-ryū utilizza una grande varietà di posizioni, adattandole alla specifica tecnica o situazione. Tra le più comuni:
- Posizioni ereditate dallo Shuri-te: Zenkutsu-dachi (posizione lunga frontale), Moto-dachi (posizione corta fondamentale), Nekoashi-dachi (posizione del gatto, più alta rispetto ad altri stili), Kokutsu-dachi (posizione arretrata).
- Posizioni ereditate dal Naha-te: Sanchin-dachi (posizione della clessidra, per forza e respirazione), Shiko-dachi (posizione quadrata/del cavaliere).
- Altre posizioni: Heisoku-dachi, Musubi-dachi, Heiko-dachi, Kosa-dachi, ecc.
- Tsuki Waza (突技 – Tecniche di Pugno): Includono pugni diretti, circolari, ascendenti, discendenti, eseguiti con diverse parti del pugno (Seiken, Uraken, Tettsui, Ippon Ken, Nakadaka Ken). Esempi: Oi-zuki (pugno lungo con la gamba avanzata), Gyaku-zuki (pugno opposto alla gamba avanzata), Kizami-zuki (pugno frontale corto), Age-zuki (pugno ascendente), Ura-zuki (pugno rovesciato/corto), Mawashi-zuki (pugno circolare).
- Uchi Waza (打技 – Tecniche di Percossa): Colpi portati con parti diverse dalle nocche principali, come il taglio della mano, il dorso della mano, il gomito, ecc. Esempi: Shuto-uchi (colpo con il taglio della mano), Haito-uchi (colpo con il taglio interno della mano), Uraken-uchi (colpo con il dorso del pugno), Tettsui-uchi (colpo a martello), Empi-uchi / Hiji-ate (colpo di gomito).
- Uke Waza (受技 – Tecniche di Parata): Lo Shitō-ryū possiede un vasto arsenale di parate, sia dure che morbide, lineari e circolari. Esempi: Age-uke (parata ascendente), Soto-uke (parata dall’esterno verso l’interno), Uchi-uke (parata dall’interno verso l’esterno), Gedan-barai (parata bassa), Shuto-uke (parata con il taglio della mano), Juji-uke (parata a croce), Mawashi-uke (parata circolare), Kake-uke (parata agganciante), Osae-uke (parata pressante). Molte parate possono essere usate anche come attacchi.
- Keri Waza (蹴技 – Tecniche di Calcio): Includono calci frontali, laterali, circolari, all’indietro, battuti, spinti, ecc., portati a diversi livelli (Gedan, Chudan, Jodan). Esempi: Mae-geri (calcio frontale), Mawashi-geri (calcio circolare), Yoko-geri (calcio laterale, nelle varianti Keage – frustato e Kekomi – spinto), Ushiro-geri (calcio all’indietro), Mikazuki-geri (calcio a mezzaluna), Hiza-geri (colpo di ginocchio).
B. Kata (型 – Forma): Questo è un aspetto centrale dello Shitō-ryū (vedi punto 8).
C. Kumite (組手 – Combattimento): Il Kumite è l’applicazione pratica delle tecniche con un partner. Nello Shitō-ryū, si praticano diverse forme di Kumite per sviluppare differenti abilità:
- Yakusoku Kumite ( combattimento prestabilito): Include forme come:
- Gohon Kumite: Combattimento a 5 passi, dove un partner attacca 5 volte consecutive e l’altro difende e contrattacca sull’ultimo attacco. Sviluppa resistenza, ritmo e distanza.
- Sanbon Kumite: Combattimento a 3 passi, simile al Gohon ma più corto.
- Kihon Ippon Kumite: Combattimento fondamentale a un passo, dove l’attacco e la difesa/contrattacco sono dichiarati e avvengono una sola volta. Sviluppa precisione, tempismo e potenza.
- Kaeshi Ippon Kumite: Variante dell’Ippon Kumite dove chi difende applica una tecnica più complessa che può includere schivata, parata, contrattacco e talvolta controllo o proiezione.
- Jiyu Kumite (自由組手 – Combattimento Libero): Sparring non prestabilito, dove i praticanti applicano liberamente le tecniche apprese. Nello Shitō-ryū, questo può variare da forme controllate a sparring più libero, spesso seguendo le regole della competizione sportiva (es. WKF) ma anche esplorando applicazioni più vicine all’autodifesa (Shiai Kumite vs Jissen Kumite).
- Bunkai Kumite: Applicazione pratica delle sequenze dei Kata con uno o più partner, per comprenderne il significato combattivo.
Oltre a queste categorie, lo Shitō-ryū include anche elementi di Nage Waza (tecniche di proiezione) e Kansetsu Waza (tecniche di leva articolare), spesso integrate nelle applicazioni dei Kata (Bunkai), riflettendo la completezza del sistema ereditato da Mabuni. La respirazione (Kokyu) è un elemento fondamentale, soprattutto nelle tecniche e nei Kata derivati dal Naha-te.
I KATA
I Kata (型) sono il cuore pulsante dello stile Shitō-ryū e rappresentano l’eredità più preziosa lasciata dal fondatore Kenwa Mabuni. Si tratta di sequenze preordinate di movimenti che simulano un combattimento contro avversari immaginari, racchiudendo l’essenza delle tecniche, dei principi strategici e della filosofia dello stile. Lo Shitō-ryū è rinomato per possedere il maggior numero di Kata tra tutti gli stili di karate, stimato tra i 60 e i 90 a seconda della scuola specifica e di come vengono contate le variazioni. Questa vasta collezione riflette la sintesi operata da Mabuni tra le tradizioni dello Shuri-te, del Naha-te e di altre influenze come il Tomari-te e lo stile della Gru Bianca Cinese.
Scopo dei Kata: Nello Shitō-ryū, i Kata non sono semplici esercizi formali, ma strumenti didattici fondamentali per:
- Preservare le Tecniche: Ogni Kata è un archivio vivente di tecniche di attacco, difesa, spostamento, respirazione e gestione dell’energia.
- Sviluppare Abilità Fisiche: Migliorano equilibrio, coordinazione, potenza, velocità, resistenza e controllo del corpo.
- Insegnare Principi Tattici: Ogni sequenza contiene strategie di combattimento (Senjutsu), come la gestione della distanza (Maai), il tempismo (Timing), l’uso degli angoli e l’adattamento all’avversario (implicito nei movimenti).
- Coltivare la Mente: Richiedono concentrazione (Zanshin – consapevolezza continua), disciplina e aiutano a sviluppare uno stato mentale calmo ma vigile.
- Comprendere le Applicazioni (Bunkai): Lo studio del Bunkai (分解 – analisi/smontaggio) è cruciale. Ogni movimento del Kata viene analizzato per comprenderne l’applicazione pratica in un contesto di combattimento reale, spesso con uno o più partner (Bunkai Kumite).
Principali Gruppi di Kata nello Shitō-ryū: I Kata dello Shitō-ryū possono essere raggruppati in base alla loro origine principale:
Linea Itosu (Shuri-te): Caratterizzati da movimenti veloci, posizioni naturali e agili, enfasi sulla mobilità e tecniche lineari. Esempi:
- Pinan / Heian (平安) Serie: Pinan Shodan, Nidan, Sandan, Yondan, Godan. Creati da Itosu per l’insegnamento di base.
- Naifanchin / Naihanchi (内畔戦) Serie: Shodan, Nidan, Sandan. Kata antichi, focalizzati sulla forza laterale e il combattimento ravvicinato da una posizione stabile (Naifanchin-dachi o Kiba-dachi).
- Bassai (抜塞) Serie: Dai e Sho. Kata potenti che enfatizzano la rottura dell’accerchiamento o della fortezza nemica.
- Kusanku / Kanku (公相君) Serie: Dai, Sho, Shiho. Kata lunghi e complessi, attribuiti al cinese Kusanku, che richiedono agilità e controllo.
- Chinto / Gankaku (鎮東): Noto per la posizione su una gamba (Tsuruashi-dachi), richiede grande equilibrio.
- Gojushiho / Useishi (五十四歩): “54 passi”, un Kata avanzato dello Shuri-te con tecniche di mano aperta e movimenti complessi.
Linea Higaonna (Naha-te): Caratterizzati da posizioni basse e stabili, movimenti potenti e radicati, enfasi sulla respirazione profonda (Ibuki, Nogare) e tecniche a corta distanza. Esempi:
- Sanchin (三戦): “Tre battaglie/conflitti” (mente, corpo, spirito). Kata fondamentale del Naha-te, focalizzato sulla tensione dinamica, la respirazione e il condizionamento del corpo. Esiste in diverse versioni.
- Tensho (転掌): “Palmi rotanti”. Creato da Chojun Miyagi (amico di Mabuni), complementare a Sanchin, con movimenti più fluidi e circolari delle mani aperte e respirazione coordinata.
- Saifa (碎破): “Distruggere e spaccare”. Include tecniche di percussione, leve e proiezioni.
- Seiyunchin / Seienchin (制引戦): “Controllare e tirare in battaglia”. Un Kata potente senza calci, eseguito quasi interamente in Shiko-dachi, enfatizza tecniche di trazione e combattimento ravvicinato.
- Shisochin (四向戦): “Combattere in quattro direzioni”. Un altro Kata avanzato con tecniche potenti e cambi di direzione.
- Seisan (十三): “Tredici”. Kata antico e potente, presente in molte scuole di karate e arti marziali cinesi.
- Suparinpei (壱百零八): “108”. Il Kata più lungo e avanzato del Naha-te, considerato il culmine del sistema Higaonna.
Linea Aragaki: Mabuni studiò anche con Seishō Aragaki, apprendendo Kata unici. Esempi:
- Niseishi / Nijushiho (二十四歩): “24 passi”. Caratterizzato da ritmi variabili e tecniche potenti.
- Unsu / Unshu (雲手): “Mani di nuvola”. Kata dinamico e spettacolare con tecniche complesse, salti e cadute.
- Sochin (壮鎮): “Preservare la pace”. Noto per la posizione Sochin-dachi (una variante del Fudo-dachi), enfatizza la forza radicata e movimenti potenti.
Altri Kata / Linea Mabuni: Mabuni imparò Kata anche da altre fonti (es. Go Kenki) o sistematizzò versioni proprie. Esempi:
- Papuren / Paipuren (八歩連): “Otto passi simultanei”. Di origine cinese (Gru Bianca), con movimenti fluidi e tecniche di mano aperta.
- Matsumura no Bassai / Matsumura no Rohai: Versioni di Kata attribuite al leggendario Sokon Matsumura.
- Shinpa (心波): Un Kata talvolta attribuito a Kenwa Mabuni o Kenei Mabuni.
- Aoyagi / Seiryu (青柳): Kata creato da Kenei Mabuni.
- Juroku (十六): Kata creato da Kenwa Mabuni per l’insegnamento.
La pratica diligente dei Kata, unita allo studio del Bunkai, è fondamentale per il progresso nello Shitō-ryū e per comprendere la profondità e la versatilità di questo stile.
UNA TIPICA SEDUTA DI ALLENAMENTO
Una lezione di Shitō-ryū Karate, pur potendo variare leggermente a seconda del Dojo, dell’istruttore (Sensei) e del livello degli studenti (principianti, intermedi, avanzati), segue generalmente una struttura consolidata che mira a sviluppare tutti gli aspetti della disciplina. Ecco una descrizione di una tipica seduta di allenamento di circa 1.5-2 ore:
Saluto Iniziale (Reiho):
- Gli allievi si dispongono in fila (Seiretsu) di fronte all’istruttore, solitamente in ordine di grado (dal più alto al più basso).
- Seiza: Ci si inginocchia nella posizione formale.
- Mokuso (黙想): Breve periodo di meditazione silenziosa per sgombrare la mente e prepararsi all’allenamento. Può essere guidato dal Sensei o dal Sempai (allievo più anziano).
- Mokuso Yame: Fine della meditazione.
- Saluti: Si eseguono i saluti formali:
- Shomen ni Rei: Saluto al lato d’onore del Dojo (spesso dove si trova l’immagine del fondatore o la calligrafia).
- Sensei ni Rei: Saluto all’istruttore.
- Otagai ni Rei: Saluto reciproco tra gli allievi.
- Ci si alza (Kiritsu).
Riscaldamento (Junbi Undo / Taiso):
- Questa fase è cruciale per preparare il corpo allo sforzo fisico e prevenire infortuni.
- Include esercizi di riscaldamento cardiovascolare (corsa leggera, saltelli).
- Esercizi di mobilità articolare (rotazioni di collo, spalle, polsi, anche, ginocchia, caviglie).
- Stretching dinamico per aumentare gradualmente la flessibilità dei muscoli principali utilizzati nel karate (gambe, anche, schiena, spalle).
Kihon (基本 – Fondamentali):
- Questa è la parte centrale dell’allenamento, dedicata alla pratica delle tecniche di base.
- Le tecniche (pugni, parate, calci, posizioni) vengono eseguite ripetutamente, spesso in movimento lungo il Dojo (avanti e indietro), sotto la guida del Sensei.
- L’enfasi è sulla correttezza formale, sulla potenza, sulla velocità, sull’equilibrio, sulla coordinazione e sull’uso corretto del respiro e dell’anca.
- Si praticano tecniche singole (es. solo Oi-zuki) o combinazioni semplici (es. Age-uke seguito da Gyaku-zuki).
- Può essere suddiviso per livello, con i principianti che si concentrano sui fondamentali assoluti e gli avanzati su tecniche più complesse o varianti.
Kata (型 – Forma):
- Si pratica uno o più Kata, a seconda del programma della lezione e del livello degli studenti.
- Può essere eseguito individualmente, a gruppi, o tutti insieme seguendo il conteggio del Sensei.
- L’attenzione è rivolta alla precisione dei movimenti, al ritmo, alla potenza, allo sguardo, alla respirazione e all’espressione corretta dell’energia del Kata.
- Spesso, una parte della lezione è dedicata al Bunkai (分解 – Analisi/Applicazione) del Kata che si sta studiando. Gli allievi lavorano a coppie o in piccoli gruppi per comprendere e praticare le applicazioni combattive delle sequenze del Kata.
Kumite (組手 – Combattimento):
- A seconda della lezione, si possono praticare diverse forme di Kumite:
- Yakusoku Kumite (prestabilito): Come Gohon, Sanbon o Kihon Ippon Kumite, per sviluppare distanza, tempismo e reazione.
- Jiyu Kumite (libero): Sparring controllato, spesso con protezioni (paradenti, guantini, paratibie, corpetto), per applicare le tecniche in un contesto dinamico. Può essere orientato alla competizione WKF o ad applicazioni più realistiche.
- L’intensità e il tipo di Kumite sono adattati all’età e al livello di esperienza degli allievi.
- A seconda della lezione, si possono praticare diverse forme di Kumite:
Hojo Undo (補助運動 – Esercizi Supplementari) / Condizionamento Fisico:
- Talvolta, specialmente nelle classi più tradizionali o per gli agonisti, vengono inclusi esercizi specifici per aumentare la forza, la resistenza e il condizionamento fisico.
- Questo può includere flessioni, addominali, squat, esercizi con partner, o l’uso di attrezzi tradizionali come il Makiwara (palo per colpire), Chishi (leve ponderate), Nigiri-game (giarette per la presa), Ishi-sashi (lucchetti di pietra).
Raffreddamento (Cool-down):
- Breve fase di defaticamento con esercizi leggeri e stretching statico per aiutare il recupero muscolare e migliorare la flessibilità.
Saluto Finale (Reiho):
- Gli allievi si dispongono nuovamente in fila (Seiretsu).
- Seiza.
- Recita dei Precetti del Dojo (Dojo Kun), se applicabile in quel Dojo.
- Mokuso: Breve meditazione finale.
- Mokuso Yame.
- Saluti finali: Shomen ni Rei, Sensei ni Rei, Otagai ni Rei.
- L’istruttore può dare comunicazioni o brevi insegnamenti (Waza).
- Kiritsu.
Durante tutta la lezione, viene mantenuta un’atmosfera di disciplina, rispetto e concentrazione. L’uso del Kiai (urlo focalizzato) accompagna le tecniche per esprimere energia e determinazione. L’etichetta del Dojo (Reigi Saho) è sempre osservata.
GLI STILI E LE SCUOLE
Come molti altri stili di karate tradizionali (Ryu), anche lo Shitō-ryū, dopo la morte del fondatore Kenwa Mabuni, ha visto nascere diverse interpretazioni e organizzazioni guidate dai suoi studenti diretti o dai loro successori. Queste ramificazioni sono spesso chiamate “Ha” (派), che significa fazione, scuola o gruppo. Pur condividendo il nucleo tecnico e filosofico dello Shitō-ryū di Mabuni, ogni “Ha” può presentare leggere differenze nell’enfasi su certi aspetti, nel curriculum dei Kata (alcuni possono includere Kata specifici o avere versioni leggermente diverse), nei metodi di allenamento o nell’organizzazione gerarchica.
Ecco alcune delle principali scuole e organizzazioni dello Shitō-ryū a livello internazionale:
- Shitō-kai (糸東会): Considerata da molti la linea “principale” o “ortodossa”, discendente diretta di Kenwa Mabuni attraverso i suoi figli. Dopo la morte del fondatore, la guida passò al figlio primogenito Kenei Mabuni, che fondò e presiedette la World Shito-ryu Karate-do Federation (WSKF) nel 1993, con l’obiettivo di unificare le varie scuole Shitō-ryū nel mondo sotto un’unica egida, pur rispettando le diverse linee. La WSKF (e le organizzazioni nazionali affiliate come la Japan Karatedo Shitō-kai) si sforza di mantenere gli insegnamenti originali di Kenwa Mabuni così come trasmessi da Kenei Mabuni. Dopo la morte di Kenei nel 2015, la leadership è passata a sua figlia, Tsukasa Mabuni. Un’altra importante organizzazione legata a questa linea è la Japan Karate Federation (JKF) Shitō-kai, guidata storicamente da figure come Manzo Iwata.
- Seito Shitō-ryū (正統糸東流): Letteralmente “Stile Shitō Ortodosso”. Questa linea è associata a Kenzo Mabuni, il secondo figlio del fondatore. Kenzo sosteneva di preservare la forma più pura e originale dello stile insegnato dal padre, forse con una maggiore enfasi sugli aspetti del Naha-te. Ha guidato l’organizzazione Nippon Karate-Do Kai (che non deve essere confusa con la JKF). Dopo la sua morte nel 2005, la sua organizzazione ha continuato sotto i suoi successori.
- Itosu-kai (糸洲会): Fondata da Ryusho Sakagami, uno dei più anziani allievi di Kenwa Mabuni. Il nome “Itosu-kai” onora il maestro di Mabuni, Ankō Itosu. Questa scuola ha una forte presenza internazionale ed è nota per preservare sia il curriculum dello Shitō-ryū che quello del Ryukyu Kobudo. Dopo Sakagami, la guida è passata a suo figlio, Sadaaki Sakagami.
- Shūkōkai (修交会) / Tani-ha Shitō-ryū (谷派糸東流): Fondata da Chōjirō Tani. Shukokai significa “Via per tutti” o “Associazione di allenamento reciproco”. Questa scuola è diventata famosa per il suo approccio innovativo e quasi scientifico al combattimento, enfatizzando la velocità, la generazione di potenza attraverso la rotazione dell’anca e l’impatto (“double hip twist”). Ha prodotto molti campioni di Kumite. Dopo Tani, la scuola si è ulteriormente frammentata in diverse organizzazioni Shukokai guidate dai suoi studenti senior (come Shigeru Kimura, Yoshinao Nambu, Kenji Kusano).
- Hayashi-ha Shitō-ryū (林派糸東流): Fondata da Teruo Hayashi. Questa scuola si distingue per l’integrazione di tecniche di autodifesa pratica, leve articolari, proiezioni e un curriculum molto esteso di Kobudo (Hayashi era anche un esperto di diverse scuole di armi okinawensi). Hayashi creò anche dei Kata specifici per la sua scuola. È un’organizzazione molto diffusa a livello internazionale.
- Motobu-ha Shitō-ryū (本部派糸東流): Questa linea, associata a maestri come Shogo Kuniba (studente di Mabuni, Teruo Hayashi, e discendente della famiglia Motobu), cerca di integrare gli insegnamenti dello Shitō-ryū con quelli del Motobu-ryū, uno stile okinawense più antico focalizzato sul combattimento reale, e con il Kobudo. L’organizzazione principale è la Seishin-kai (聖心会).
- Kuniba-kai (国場会) / Gensei-ryū (玄制流): Sebbene il Gensei-ryū sia spesso considerato uno stile a sé, ha radici nello Shitō-ryū e nel Tomari-te, fondato da Seiken Shukumine, che studiò anche con Soko Kishimoto (un possibile allievo di Bushi Matsumura). La Kuniba-kai è associata a Shogo Kuniba e al suo lignaggio.
Esistono anche altre organizzazioni e scuole minori che derivano dallo Shitō-ryū o che si identificano con esso. Questa diversità, pur creando talvolta complessità organizzativa, testimonia la ricchezza e l’influenza duratura dello stile creato da Kenwa Mabuni. Molte di queste scuole sono affiliate a federazioni sportive nazionali (come la FIJLKAM in Italia) e internazionali (come la World Karate Federation – WKF), partecipando attivamente alle competizioni di Kata e Kumite.
LA SITUAZIONE IN ITALIA
Lo stile Shitō-ryū è ben rappresentato e praticato in Italia, con numerose scuole (Dojo) distribuite su tutto il territorio nazionale. Come per le altre arti marziali, la pratica del Karate Shitō-ryū in Italia è principalmente inquadrata all’interno di due contesti: quello della Federazione Sportiva Nazionale riconosciuta dal CONI e quello degli Enti di Promozione Sportiva (EPS), oltre alle organizzazioni internazionali di stile.
Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali (FIJLKAM): È l’unica federazione riconosciuta dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI) per la gestione e la promozione del Karate (oltre a Judo, Lotta e Arti Marziali come Aikido e Ju-Jitsu) a livello ufficiale e agonistico (incluso il percorso olimpico). Molti Dojo di Shitō-ryū sono affiliati alla FIJLKAM e partecipano alle sue competizioni regionali e nazionali. La FIJLKAM rappresenta l’Italia nella World Karate Federation (WKF) e nella European Karate Federation (EKF).
- Sito Web FIJLKAM: www.fijlkam.it
- Contatti: Le informazioni di contatto (email, telefono) sono disponibili sul sito web, suddivise per settore (Karate) e comitati regionali. Non esiste un referente esclusivo per lo Shitō-ryū all’interno della federazione generale, ma tecnici e dirigenti provengono da tutti i principali stili.
Organizzazioni di Stile e Scuole (Ha) presenti in Italia: Molte delle principali scuole internazionali di Shitō-ryū hanno una loro rappresentanza ufficiale o comunque Dojo affiliati in Italia. Queste organizzazioni si dedicano alla preservazione e alla diffusione della specifica interpretazione dello stile secondo la loro linea. Alcuni esempi includono:
- Shitō-kai Italia: Rappresenta la linea legata alla World Shito-ryu Karate-do Federation (WSKF) e agli insegnamenti di Kenei Mabuni. Esistono diverse associazioni e gruppi che si rifanno a questa denominazione o lignaggio. Trovare un unico sito “ufficiale” nazionale può essere complesso, spesso l’organizzazione è frammentata o fa capo direttamente alla WSKF internazionale (www.shitokai.com).
- Itosu-kai Italia: Rappresenta la Itosu-ryu Karatedo International Federation (IKIF) fondata da Ryusho Sakagami. Anche qui, possono esistere diverse associazioni che fanno capo a questa scuola. Il sito internazionale è www.itosukai.com.
- Shukokai Italia: Esistono diverse organizzazioni che praticano lo stile Shukokai (Tani-ha Shitō-ryū), spesso legate a diverse linee internazionali (es. Kimura Shukokai, Kobe Osaka International, ecc.). La ricerca di “Shukokai Karate Italia” può portare a diverse associazioni sportive dilettantistiche (ASD) o gruppi.
- Hayashi-ha Shitō-ryū Italia: Rappresenta la scuola di Teruo Hayashi. È possibile trovare Dojo e associazioni affiliate cercando “Hayashi-ha Shito-ryu Italia”. Il sito di riferimento internazionale può variare a seconda della specifica organizzazione che porta avanti il lignaggio.
Enti di Promozione Sportiva (EPS): Molti Dojo di Shitō-ryū sono affiliati anche a Enti di Promozione Sportiva riconosciuti dal CONI (come AICS, ACSI, CSEN, UISP, ecc.). Questi enti offrono un percorso sportivo e formativo parallelo a quello federale, spesso con un focus maggiore sull’aspetto amatoriale, promozionale e sociale, pur organizzando anch’essi gare e campionati.
In sintesi, chi desidera praticare Shitō-ryū in Italia ha a disposizione una vasta scelta di palestre e associazioni. È consigliabile informarsi sulla specifica affiliazione del Dojo (FIJLKAM, EPS, Organizzazione di Stile Internazionale) e sulla linea di Shitō-ryū praticata (Shitō-kai, Itosu-kai, Shukokai, Hayashi-ha, ecc.) per comprendere meglio l’approccio tecnico e formativo offerto. La presenza dello Shitō-ryū è solida sia nel contesto tradizionale che in quello sportivo agonistico WKF, dove atleti italiani di questo stile hanno spesso ottenuto risultati di rilievo a livello nazionale e internazionale, soprattutto nelle competizioni di Kata.
TERMINOLOGIA TIPICA
Il Karate, essendo un’arte marziale di origine giapponese (con radici okinawensi), utilizza una terminologia specifica in lingua giapponese. La conoscenza di questi termini è fondamentale per comprendere le istruzioni del Sensei e per immergersi nella cultura e nella tradizione della disciplina. Ecco un glossario di alcuni termini comuni utilizzati nello Shitō-ryū (molti sono comuni a tutti gli stili di Karate):
Luoghi e Persone:
- Dojo (道場): Luogo della Via, la palestra dove si pratica.
- Shomen (正面): Lato d’onore del Dojo, spesso con simboli o immagini.
- Sensei (先生): Maestro, istruttore.
- Shihan (師範): Maestro di grado elevato, maestro dei maestri.
- Sempai (先輩): Allievo più anziano o di grado superiore.
- Kohai (後輩): Allievo più giovane o di grado inferiore.
- Deshi (弟子): Allievo, discepolo.
- Soke (宗家): Capo-scuola, erede di un lignaggio stilistico.
Abbigliamento e Gradi:
- Karategi / Gi (空手着 / 着): Uniforme da Karate.
- Uwagi (上着): Giacca del Karategi.
- Zubon (ズボン): Pantaloni del Karategi.
- Obi (帯): Cintura.
- Kyu (級): Gradi inferiori alla cintura nera (di solito da 9° o 6° a 1° Kyu), associati a cinture colorate (bianca, gialla, arancione, verde, blu, marrone – la sequenza può variare).
- Dan (段): Gradi di cintura nera (dal 1° Dan in su).
Comandi e Saluti:
- Rei (礼): Saluto (inchino).
- Ritsu Rei (立礼): Saluto in piedi.
- Za Rei (座礼): Saluto da inginocchiati (Seiza).
- Seiza (正座): Posizione inginocchiata formale.
- Mokuso (黙想): Meditazione silenziosa.
- Mokuso Yame: Fine della meditazione.
- Yoi (用意): Prepararsi, attenti.
- Hajime (始め): Iniziare.
- Yame (止め): Fermarsi.
- Mawatte (回って): Girarsi.
- Kiritsu (起立): Alzarsi in piedi.
- Ossu / Osu (押忍): Espressione versatile che significa molte cose: sì, capisco, saluto, grazie, scusa, richiesta di attenzione. Molto comune nel Karate.
Tecniche (Waza):
- Kihon (基本): Tecniche fondamentali.
- Kata (型): Forma, sequenza preordinata.
- Kumite (組手): Combattimento, sparring.
- Bunkai (分解): Analisi e applicazione dei movimenti del Kata.
- Dachi (立ち): Posizione. (Es. Zenkutsu-dachi, Shiko-dachi)
- Tsuki / Zuki (突き): Pugno. (Es. Oi-zuki, Gyaku-zuki)
- Uchi (打ち): Percossa. (Es. Shuto-uchi, Empi-uchi)
- Uke (受け): Parata. (Es. Age-uke, Gedan-barai)
- Keri / Geri (蹴り): Calcio. (Es. Mae-geri, Mawashi-geri)
- Ate (当て): Colpo, percossa. (Es. Hiji-ate – colpo di gomito)
- Waza (技): Tecnica.
Concetti:
- Do (道): Via, percorso spirituale e di apprendimento.
- Kara-te (空手): Mano vuota.
- Budo (武道): Via marziale.
- Kime (決め): Focalizzazione dell’energia fisica e mentale in un punto, al momento dell’impatto.
- Kiai (気合): Urlo che unisce spirito ed energia, usato per focalizzare la potenza.
- Zanshin (残心): Mente che rimane, stato di consapevolezza e allerta continua anche dopo l’esecuzione di una tecnica.
- Maai (間合い): Distanza corretta rispetto all’avversario.
- Hyoshi (拍子): Ritmo, cadenza.
- Kokyu (呼吸): Respirazione. (Ibuki: respirazione sonora forzata; Nogare: respirazione calma e profonda).
- Hara / Tanden (腹 / 丹田): Centro dell’energia vitale, situato nell’addome inferiore.
Numeri (per contare durante gli esercizi):
- 1: Ichi (一)
- 2: Ni (二)
- 3: San (三)
- 4: Shi / Yon (四)
- 5: Go (五)
- 6: Roku (六)
- 7: Shichi / Nana (七)
- 8: Hachi (八)
- 9: Ku / Kyu (九)
- 10: Ju (十)
Questa terminologia è essenziale per chi pratica Shitō-ryū e viene appresa gradualmente durante l’allenamento.
ABBIGLIAMENTO
L’abbigliamento tradizionale utilizzato nella pratica del Karate Shitō-ryū, come nella maggior parte degli stili di Karate giapponese, è il Karategi (空手着), spesso chiamato semplicemente Gi (着). Si tratta di un’uniforme specificamente disegnata per consentire libertà di movimento, resistere alle sollecitazioni dell’allenamento e simboleggiare la purezza e l’uguaglianza tra i praticanti.
Il Karategi è composto da tre elementi principali:
Uwagi (上着) – Giacca:
- Realizzata solitamente in cotone robusto o in misto cotone/poliestere, per garantire resistenza e traspirabilità. Il peso del tessuto (misurato in once, oz) può variare: i principianti spesso usano Gi più leggeri (es. 8-10 oz), mentre i praticanti avanzati o gli agonisti di Kata possono preferire Gi più pesanti (12-16 oz o più) che producono un suono caratteristico (“snap”) durante l’esecuzione delle tecniche e mantengono meglio la forma.
- Il taglio della giacca nello Shitō-ryū è tradizionalmente ampio, soprattutto nelle maniche e nel corpo, per permettere la massima libertà di movimento richiesta dalle tecniche fluide e circolari dello stile. Tuttavia, esistono anche tagli più moderni o specifici per le competizioni WKF.
- La giacca si chiude incrociando il lato sinistro sopra il lato destro e viene tenuta ferma da laccetti interni ed esterni (Himo) e, soprattutto, dalla cintura (Obi).
- Spesso, sulla parte sinistra del petto o sulla manica, viene cucito l’emblema (Mon) dello stile Shitō-ryū (il simbolo della famiglia Mabuni) o quello della specifica scuola/organizzazione (Shitō-kai, Itosu-kai, ecc.).
Zubon (ズボン) – Pantaloni:
- Realizzati nello stesso materiale della giacca.
- Sono ampi per consentire l’esecuzione di calci alti e posizioni basse senza restrizioni.
- La vita è tradizionalmente chiusa da una coulisse (cordoncino), anche se modelli più moderni possono avere un elastico e una coulisse combinati.
- La lunghezza dei pantaloni dovrebbe arrivare all’incirca alla caviglia o leggermente sopra.
Obi (帯) – Cintura:
- Una lunga fascia di cotone colorato che viene avvolta due volte intorno alla vita e annodata sul davanti con un nodo specifico (Koma Musubi).
- La funzione principale dell’Obi è tenere chiusa la giacca, ma il suo colore indica il grado (Kyu o Dan) del praticante, rappresentando il suo livello di esperienza e conoscenza tecnica.
- Sistema dei Gradi (Kyu/Dan):
- Kyu (級): Gradi per i praticanti non ancora cintura nera. La sequenza dei colori può variare leggermente tra le federazioni e le scuole, ma una progressione comune è: Bianca (Mukyu – senza grado), Gialla, Arancione, Verde, Blu, Marrone (talvolta con più livelli di marrone). Ogni colore rappresenta una tappa nel percorso di apprendimento.
- Dan (段): Gradi per le cinture nere. Si inizia dal 1° Dan (Shodan) e si prosegue (Nidan, Sandan, Yondan, Godan, ecc.). La cintura è Nera. I gradi Dan più alti (solitamente dal 6° Dan in su) possono talvolta essere rappresentati da cinture speciali (es. a bande bianco-rosse o rosse) per i maestri (Shihan, Hanshi), ma la cintura nera rimane il simbolo fondamentale della maestria.
- Sulla cintura nera, spesso vengono ricamati in giapponese o in caratteri romani il nome del praticante e talvolta il nome dello stile o della scuola.
Colore del Karategi: Il colore standard e tradizionale del Karategi è il bianco (Shiro). Il bianco simboleggia la purezza, l’umiltà, l’inizio (tutti iniziano con la cintura bianca) e l’uguaglianza all’interno del Dojo (al di là del colore della cintura, tutti indossano la stessa uniforme). In alcune circostanze molto specifiche (es. dimostrazioni particolari o uniformi di rappresentanza di team), si possono vedere Gi di altri colori (es. nero o blu), ma nella pratica quotidiana e nelle competizioni ufficiali WKF (per il Kata) il bianco è la norma. Nelle competizioni di Kumite WKF, un contendente indossa la cintura rossa (Aka) e l’altro la cintura blu (Ao) sopra la propria cintura nera, per distinguerli.
Manutenzione: Il Karategi deve essere tenuto pulito e in ordine, come segno di rispetto per sé stessi, per i compagni, per il Sensei e per il Dojo.
ARMI
È importante chiarire fin da subito che il Karate-do (空手道), come suggerisce il nome stesso (“Via della Mano Vuota”), è fondamentalmente un’arte marziale disarmata. Lo stile Shitō-ryū, come gli altri stili principali di karate (Shotokan, Goju-ryu, Wado-ryu), si concentra primariamente sullo sviluppo delle capacità di combattimento utilizzando il corpo come unica arma: pugni, calci, parate, colpi di mano aperta, gomitate, ginocchiate, ecc.
Tuttavia, esiste uno stretto legame storico e culturale tra il Karate okinawense e il Ryukyu Kobudo (琉球古武道), l’arte delle armi tradizionali di Okinawa. Le due discipline si sono spesso sviluppate parallelamente e molti maestri di Karate del passato erano esperti anche nell’uso delle armi.
Il Legame di Kenwa Mabuni con il Kobudo: Il fondatore dello Shitō-ryū, Kenwa Mabuni, non faceva eccezione. Oltre ai suoi studi approfonditi di Shuri-te e Naha-te, egli studiò anche il Kobudo sotto la guida di maestri rinomati come Tawada Shinboku (esperto di Bo e Sai) e probabilmente fu influenzato anche dalle conoscenze di Seishō Aragaki, che era esperto sia di Karate che di Kobudo. Mabuni stesso incluse elementi e principi derivati dall’uso delle armi in alcune applicazioni (Bunkai) dei suoi Kata a mani nude. Inoltre, trasmise la conoscenza di alcuni Kata di Bo (bastone lungo) e Sai (tridente metallico), le due armi più rappresentative del Kobudo okinawense.
Il Kobudo nelle Scuole Shitō-ryū Oggi: A causa di questo legame storico e dell’influenza del fondatore, alcune scuole e organizzazioni all’interno dello stile Shitō-ryū hanno mantenuto o integrato la pratica del Ryukyu Kobudo come disciplina complementare o parallela al Karate.
- Scuole con Forte Enfasi sul Kobudo: Alcune linee specifiche dello Shitō-ryū, come l’Hayashi-ha Shitō-ryū (fondata da Teruo Hayashi, che era un grande esperto e ricercatore di Kobudo, avendo studiato con Shinken Taira, una figura leggendaria del Kobudo) e la Motobu-ha Shitō-ryū / Seishin-kai (legata a Shogo Kuniba, anch’egli profondo conoscitore di Kobudo), pongono una notevole enfasi sull’allenamento con le armi, includendolo come parte integrante del loro curriculum.
- Kobudo come Disciplina Separata ma Collegata: In altre organizzazioni, come l’Itosu-kai (influenzata da Ryusho Sakagami, anch’egli esperto di Kobudo) o all’interno di alcuni Dojo della Shitō-kai, la pratica del Kobudo può essere offerta come corso separato o come specializzazione per gli studenti interessati, pur non essendo obbligatoria per la progressione nel Karate.
- Assenza di Kobudo: Altri Dojo o linee dello Shitō-ryū possono concentrarsi esclusivamente sulla pratica a mani nude, seguendo una interpretazione più letterale del “Kara-te”.
Le Armi Principali del Ryukyu Kobudo: Le armi più comunemente associate al Kobudo e talvolta praticate in contesti Shitō-ryū includono:
- Bo (棒): Bastone lungo circa 182 cm (6 piedi). È l’arma fondamentale del Kobudo, da cui derivano molti principi applicabili anche alle altre armi e al combattimento a mani nude.
- Sai (釵): Tridente metallico, solitamente usato in coppia (o talvolta in tre, con uno nascosto). Originariamente uno strumento agricolo o un’arma di polizia.
- Tonfa (トンファー): Manico di macina, usato in coppia. Arma versatile per parare, colpire e controllare.
- Nunchaku (ヌンチャク): Due segmenti di legno collegati da una corda o catena, originariamente un attrezzo agricolo per battere il riso.
- Kama (鎌): Falcetto agricolo, usato in coppia.
- Tekko (鉄甲): Noccoliere metalliche.
- Eku (エーク): Remo di legno, usato come un bastone pesante con tecniche specifiche.
- Tinbe e Rochin (ティンベーとローチン): Scudo piccolo (spesso di carapace di tartaruga o metallo/legno) e lancia corta.
In conclusione, sebbene lo Shitō-ryū sia un’arte a mani nude, la sua storia è intrecciata con quella del Kobudo. La possibilità di praticare le armi tradizionali okinawensi dipende dalla specifica scuola (Ha) o dal Dojo frequentato, ma la conoscenza del legame storico arricchisce la comprensione del contesto marziale da cui lo Shitō-ryū è emerso.
A CHI E' INDICATO E A CHI NO
Il Karate Shitō-ryū, grazie alla sua natura equilibrata e al vasto repertorio tecnico, è uno stile generalmente adatto a una vasta gamma di persone, indipendentemente da età, genere o livello di forma fisica iniziale. Tuttavia, come per ogni attività fisica e disciplina marziale, ci sono considerazioni da fare riguardo alla sua idoneità per specifici individui.
A Chi è Particolarmente Indicato:
- Persone che cercano un’arte marziale completa: Lo Shitō-ryū offre una sintesi equilibrata di tecniche dure e morbide, lineari e circolari, derivate dallo Shuri-te e dal Naha-te. È ideale per chi desidera apprendere un sistema di combattimento versatile che includa pugni, calci, parate, ma anche elementi di controllo, leve e potenzialmente proiezioni (attraverso il Bunkai dei Kata).
- Appassionati di Kata: Data l’enorme enfasi e il vasto numero di Kata preservati nello stile, lo Shitō-ryū è una scelta eccellente per chi è affascinato dalle forme tradizionali, dal loro studio e dalla loro applicazione (Bunkai). È uno degli stili più popolari e di successo nelle competizioni di Kata WKF.
- Individui interessati all’autodifesa: Le tecniche dello Shitō-ryū, se insegnate con un focus sull’applicazione pratica, possono fornire strumenti efficaci per la difesa personale, grazie alla varietà di risposte che il sistema offre (parate potenti, schivate fluide, attacchi rapidi, controllo a corta distanza).
- Chi cerca benefici fisici completi: La pratica regolare migliora la forza, la flessibilità, l’equilibrio, la coordinazione, la resistenza cardiovascolare e la consapevolezza del proprio corpo (propriocezione).
- Persone che desiderano sviluppo mentale e caratteriale: Come tutte le arti marziali tradizionali (Budo), lo Shitō-ryū promuove valori come la disciplina, il rispetto, la perseveranza, l’umiltà, l’autocontrollo e la fiducia in sé stessi. L’allenamento rigoroso e la filosofia del “Kunshi no Ken” contribuiscono alla crescita personale.
- Bambini e Adolescenti: Il Karate è spesso consigliato per i giovani perché aiuta a incanalare l’energia in modo positivo, insegna il rispetto delle regole e degli altri, migliora la concentrazione e l’autostima. Lo Shitō-ryū, con la sua varietà, può mantenere vivo l’interesse.
- Adulti e Anziani: Molti Dojo offrono corsi specifici o adattano l’allenamento per adulti e persone più avanti con gli anni, concentrandosi sugli aspetti legati alla salute, alla mobilità articolare, all’equilibrio e alla difesa personale, piuttosto che sull’agonismo estremo. La ricchezza dei Kata permette una pratica significativa anche senza un’intensità fisica eccessiva.
- Atleti interessati alle competizioni WKF: Lo Shitō-ryū è uno degli stili più competitivi sia nel Kata che nel Kumite secondo il regolamento della World Karate Federation.
A Chi Potrebbe Non Essere Indicato (o Richiede Cautela):
- Persone con gravi problemi di salute preesistenti: Individui con condizioni cardiache severe, problemi articolari degenerativi avanzati, gravi problemi alla schiena o altre patologie importanti dovrebbero consultare il proprio medico prima di iniziare qualsiasi arte marziale, incluso lo Shitō-ryū. Un istruttore qualificato potrà eventualmente adattare l’allenamento, ma il parere medico è fondamentale.
- Chi cerca esclusivamente combattimento da strada “senza regole”: Sebbene lo Shitō-ryū fornisca ottimi strumenti per l’autodifesa, l’allenamento nel Dojo avviene in un ambiente controllato e rispettoso. Chi cerca un approccio puramente “da strada” o sistemi focalizzati unicamente sulla violenza immediata potrebbe trovare la struttura e la filosofia del Budo tradizionali limitanti.
- Chi cerca uno stile puramente “morbido” o puramente “duro”: Lo Shitō-ryū è una sintesi. Chi preferisce un’arte marziale focalizzata quasi esclusivamente sulla cedevolezza e le leve (come l’Aikido o certi stili di Kung Fu) o uno stile estremamente focalizzato sulla potenza lineare e l’impatto diretto potrebbe trovare lo Shitō-ryū troppo eclettico.
- Persone non disposte a impegnarsi nella disciplina e nella ripetizione: Il progresso nel Karate richiede costanza, pazienza e la ripetizione diligente dei fondamentali (Kihon) e dei Kata. Chi cerca risultati immediati senza sforzo o non apprezza la struttura formale dell’allenamento potrebbe scoraggiarsi.
- Chi è interessato solo all’aspetto sportivo del Kumite: Sebbene lo Shitō-ryū sia efficace nel Kumite WKF, alcuni potrebbero preferire stili che si concentrano quasi esclusivamente sulle tattiche e tecniche ottimizzate per quel tipo specifico di competizione.
In definitiva, lo Shitō-ryū è uno stile molto versatile e adattabile, ma la scelta migliore dipende sempre dalle motivazioni personali, dalle condizioni fisiche e dalla qualità dell’insegnamento offerto dal Dojo specifico. Una lezione di prova è spesso il modo migliore per capire se lo stile e l’ambiente sono adatti a sé.
CONSIDERAZIONI PER LA SICUREZZA
La pratica del Karate Shitō-ryū, come quella di qualsiasi altra arte marziale o attività fisica intensa, comporta intrinsecamente alcuni rischi di infortunio. Tuttavia, seguendo adeguate procedure di sicurezza e allenandosi sotto la guida di istruttori qualificati e responsabili, questi rischi possono essere significativamente minimizzati. La sicurezza nel Dojo (Anzen) è una priorità fondamentale.
Ecco le principali considerazioni sulla sicurezza nella pratica dello Shitō-ryū:
- Istruttore Qualificato (Sensei): La figura più importante per garantire la sicurezza è l’istruttore. Un buon Sensei possiede non solo la conoscenza tecnica dello stile, ma anche competenze didattiche, la capacità di adattare l’allenamento alle diverse età e livelli, e una profonda consapevolezza delle norme di sicurezza. Deve saper riconoscere i limiti degli allievi e correggere le tecniche eseguite in modo pericoloso. È importante verificare le qualifiche dell’istruttore (gradi Dan riconosciuti, diplomi federali o di enti/organizzazioni accreditate).
- Riscaldamento e Defaticamento Adeguati: Un riscaldamento (Junbi Undo) completo prima di iniziare l’allenamento vero e proprio è essenziale per preparare muscoli, tendini e articolazioni allo sforzo, riducendo il rischio di strappi, stiramenti e altre lesioni. Allo stesso modo, una fase di defaticamento (Cool-down) con stretching aiuta il recupero muscolare e previene l’indolenzimento. Saltare queste fasi aumenta notevolmente il rischio di infortuni.
- Progressione Graduale: Le tecniche, specialmente quelle più complesse o potenzialmente pericolose (es. alcuni calci alti, proiezioni presenti nei Bunkai), devono essere insegnate e apprese gradualmente. I principianti si concentreranno sui fondamentali, mentre le tecniche avanzate verranno introdotte solo quando l’allievo avrà sviluppato la forza, la coordinazione e il controllo necessari. Forzare i progressi può portare a infortuni.
- Controllo nelle Tecniche (Kime senza contatto pieno): Durante la pratica del Kihon e del Kata, l’enfasi è sul controllo del movimento e sulla corretta esecuzione formale. Nel Kumite prestabilito (Yakusoku Kumite), le tecniche vengono eseguite con controllo, fermandosi a breve distanza dal bersaglio o con un contatto leggero e controllato, specialmente sul viso e sulle aree sensibili.
- Uso di Protezioni (Bogu): Nella pratica del combattimento libero (Jiyu Kumite), specialmente se a contatto o finalizzato alla competizione, è fondamentale l’uso di protezioni adeguate per minimizzare il rischio di contusioni, tagli, traumi dentali o altre lesioni. Le protezioni standard includono:
- Paradenti (Mouthguard)
- Guantini (fist protectors)
- Paratibie e Parapiedi (shin/instep protectors)
- Conchiglia (per i maschi – groin protector)
- Paraseno (per le femmine – chest protector)
- Corpetto (body protector)
- Caschetto (head guard) – obbligatorio in alcune categorie giovanili o tipi di competizione. L’uso e l’obbligatorietà delle protezioni possono variare a seconda del regolamento del Dojo, della federazione o del tipo di Kumite praticato.
- Rispetto per i Partner di Allenamento: Nel lavoro a coppie (Kumite, Bunkai), è essenziale il massimo rispetto reciproco. Ogni praticante è responsabile non solo della propria sicurezza, ma anche di quella del compagno. Ciò significa applicare le tecniche con controllo, adattare l’intensità al livello del partner e interrompere immediatamente l’azione se si percepisce un rischio o se il compagno segnala un problema.
- Condizioni del Dojo: L’ambiente di allenamento (Dojo) deve essere sicuro. Il pavimento (Tatami o legno) deve essere pulito, in buone condizioni e privo di ostacoli. Deve esserci spazio sufficiente per eseguire i movimenti in sicurezza. L’attrezzatura (es. Makiwara, sacchi) deve essere mantenuta in buono stato.
- Ascoltare il Proprio Corpo: È importante che ogni praticante impari ad ascoltare i segnali del proprio corpo. Allenarsi nonostante il dolore (diverso dalla normale fatica muscolare) o ignorare piccoli infortuni può portare a problemi più gravi. È fondamentale comunicare qualsiasi disagio o infortunio all’istruttore.
- Idoneità Medica: Prima di iniziare la pratica, è sempre consigliabile (e spesso richiesto per l’iscrizione) un certificato medico di idoneità sportiva (agonistica o non agonistica a seconda del tipo di pratica), che attesti l’assenza di controindicazioni.
- Etichetta del Dojo (Reigi Saho): Le regole di comportamento e rispetto all’interno del Dojo contribuiscono indirettamente alla sicurezza, creando un ambiente ordinato, concentrato e privo di distrazioni o comportamenti irresponsabili.
Seguendo queste linee guida, la pratica del Karate Shitō-ryū può essere un’attività sicura e benefica per la maggior parte delle persone.
CONTROINDICAZIONI
Sebbene il Karate Shitō-ryū sia un’attività benefica per molti, esistono alcune condizioni o situazioni in cui la pratica potrebbe essere controindicata o richiedere particolari precauzioni e il parere medico preventivo obbligatorio. È fondamentale distinguere tra controindicazioni assolute (la pratica è sconsigliata) e relative (la pratica è possibile con adattamenti e sotto stretto controllo medico e dell’istruttore).
Controindicazioni Assolute (o che richiedono valutazione medica molto approfondita):
- Gravi Patologie Cardiovascolari: Persone con malattie cardiache severe non controllate (es. insufficienza cardiaca congestizia grave, aritmie maligne, cardiopatia ischemica instabile, ipertensione grave non trattata) dovrebbero evitare attività fisiche intense come il Karate senza una valutazione cardiologica approfondita e il consenso esplicito dello specialista. Lo sforzo fisico intenso può rappresentare un rischio significativo.
- Gravi Patologie Neurologiche: Condizioni come epilessia non controllata, gravi traumi cranici recenti, o malattie neurodegenerative avanzate possono rappresentare una controindicazione, sia per il rischio di crisi indotte dallo sforzo o da impatti accidentali, sia per le limitazioni motorie e cognitive.
- Gravi Problemi Scheletrici o Articolari: Osteoporosi severa (alto rischio di fratture), artrite reumatoide in fase acuta e altamente invalidante, gravi deformità della colonna vertebrale (es. scoliosi grave non trattata), instabilità articolare significativa (es. lussazioni ricorrenti non corrette) possono rendere la pratica pericolosa.
- Disturbi Emorragici Gravi: Persone con emofilia o altri gravi disturbi della coagulazione sono a maggior rischio di emorragie interne o esterne a seguito di traumi anche lievi.
- Gravidanza a Rischio: Sebbene l’attività fisica moderata sia spesso consigliata in gravidanze normali, il Karate, con i suoi movimenti rapidi, potenziali impatti e rischio di cadute, è generalmente sconsigliato durante la gravidanza, specialmente se ci sono fattori di rischio o dopo il primo trimestre. È indispensabile il parere del ginecologo.
- Infezioni Acute o Febbre: Allenarsi durante uno stato febbrile o un’infezione acuta (es. influenza, bronchite) è controindicato perché indebolisce ulteriormente l’organismo e può peggiorare la condizione o favorire complicazioni.
Controindicazioni Relative (richiedono parere medico e possibili adattamenti):
- Problemi Cardiovascolari Controllati: Persone con ipertensione controllata, cardiopatia ischemica stabile o altre condizioni cardiache compensate possono praticare, ma necessitano del via libera del cardiologo e di un monitoraggio attento, evitando sforzi eccessivi.
- Problemi Articolari Cronici Moderati: Artrosi, tendiniti croniche, problemi minori alla schiena (es. lombalgia cronica) possono non impedire la pratica, ma richiedono attenzione. L’istruttore, informato della condizione, può suggerire modifiche alle tecniche (es. evitare salti, posizioni troppo basse, impatti eccessivi). Lo stretching e il riscaldamento diventano ancora più cruciali.
- Asma: L’asma indotta da esercizio può essere gestita con un adeguato riscaldamento, l’uso di farmaci preventivi (se prescritti) e un’intensità di allenamento appropriata. È importante informare l’istruttore.
- Diabete: Le persone con diabete possono praticare Karate, ma devono monitorare attentamente la glicemia prima, durante e dopo l’allenamento, gestire l’alimentazione e l’insulina (se usata) in accordo con il medico, e informare l’istruttore sulla loro condizione.
- Problemi di Vista Significativi: Miopia elevata o altre condizioni oculari possono aumentare il rischio di distacco della retina in caso di impatti alla testa. L’uso di occhiali protettivi o lenti a contatto può essere necessario, e il Kumite a contatto potrebbe essere sconsigliato o da praticare con estrema cautela.
- Obesità: Il Karate può essere un ottimo modo per perdere peso e migliorare la forma fisica, ma le persone obese dovrebbero iniziare gradualmente per non sovraccaricare le articolazioni (specialmente ginocchia e caviglie) e il sistema cardiovascolare.
- Età Avanzata: Gli anziani possono trarre grandi benefici dal Karate (equilibrio, mobilità, forza), ma l’allenamento deve essere adattato alle loro capacità fisiche, evitando tecniche troppo rischiose e concentrandosi su movimenti controllati e benefici per la salute.
Importanza del Certificato Medico: Per tutte queste ragioni, è fondamentale che chiunque si iscriva a un corso di Karate presenti un certificato medico di idoneità alla pratica sportiva (non agonistica o agonistica). Questo documento, rilasciato dal medico di base o da un medico sportivo dopo una visita, attesta che non esistono controindicazioni evidenti alla pratica dell’attività scelta. È inoltre cruciale comunicare sempre all’istruttore eventuali problemi di salute, anche se non riportati sul certificato, affinché possa tenerne conto durante l’allenamento.
CONCLUSIONI
Il Karate-do Shitō-ryū (糸東流) si erge come uno dei pilastri fondamentali del karate mondiale, un’arte marziale di straordinaria ricchezza tecnica, storica e filosofica. Fondato dal genio eclettico di Kenwa Mabuni, questo stile rappresenta una sintesi armoniosa delle principali correnti del karate okinawense, lo Shuri-te e il Naha-te, arricchita da influenze del Tomari-te e di altre scuole.
La sua caratteristica più distintiva è l’impareggiabile vastità del suo curriculum, in particolare per quanto riguarda i Kata. Lo Shitō-ryū funge da vero e proprio “museo vivente” delle forme tradizionali, preservando un patrimonio tecnico che spazia dai movimenti rapidi e lineari a quelli potenti e radicati, dalle tecniche a lunga distanza a quelle del combattimento ravvicinato. Questa diversità si traduce in un sistema di combattimento estremamente versatile e adattabile, che mira a formare praticanti completi, capaci di rispondere efficacemente a una molteplicità di situazioni.
Al di là dell’aspetto puramente tecnico, lo Shitō-ryū è profondamente radicato nei principi del Budo giapponese. La filosofia del “Kunshi no Ken” (Il Pugno del Nobile), promossa da Mabuni, sottolinea l’importanza dello sviluppo del carattere, del rispetto, dell’umiltà, della disciplina e dell’autocontrollo. Il Karate non è visto come uno strumento di offesa, ma come una “Via” (Do) per migliorare sé stessi, per la difesa personale e per contribuire a una società pacifica.
La pratica dello Shitō-ryū offre numerosi benefici: migliora la forma fisica (forza, flessibilità, coordinazione, resistenza), affina la concentrazione e la consapevolezza mentale (Zanshin), costruisce la fiducia in sé stessi e fornisce strumenti concreti per l’autodifesa. Grazie alla sua natura equilibrata e alla possibilità di adattare l’intensità dell’allenamento, è uno stile accessibile a persone di diverse età e capacità fisiche, dai bambini agli anziani, dagli amatori agli atleti agonisti di livello mondiale (specialmente nel Kata).
La sua diffusione globale, attraverso le diverse scuole (Ha) come Shitō-kai, Itosu-kai, Shukokai, Hayashi-ha, testimonia la vitalità e l’attrattiva duratura degli insegnamenti di Kenwa Mabuni. Anche in Italia, lo Shitō-ryū gode di una solida presenza, con numerosi Dojo affiliati sia alla federazione ufficiale FIJLKAM che a enti di promozione sportiva e organizzazioni internazionali di stile.
In conclusione, lo Shitō-ryū non è semplicemente un metodo di combattimento, ma un percorso complesso e affascinante di crescita fisica, mentale e spirituale. Richiede impegno, dedizione e rispetto per la tradizione, ma ripaga i suoi praticanti con una profonda comprensione dell’arte del Karate e un miglioramento complessivo della propria vita. È un’eredità preziosa, che continua a evolversi pur rimanendo fedele alle sue radici, plasmando individui forti, equilibrati e consapevoli.
FONTI
Le informazioni contenute in questa pagina sono state compilate sulla base di conoscenze consolidate sul Karate-do e sullo stile Shitō-ryū, attingendo a diverse tipologie di fonti autorevoli e comunemente accettate nel campo delle arti marziali:
Siti Web Ufficiali di Organizzazioni Internazionali e Nazionali:
- World Shito-ryu Karate-do Federation (WSKF): www.shitokai.com (Organizzazione legata alla linea principale di Kenei Mabuni).
- Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali (FIJLKAM): www.fijlkam.it (Federazione ufficiale italiana riconosciuta dal CONI).
- Siti web di altre importanti organizzazioni di stile (Ha) come Itosu-kai (www.itosukai.com), Shukokai, Hayashi-ha, ecc. (Nota: i siti specifici possono variare e richiedere ricerca mirata).
- World Karate Federation (WKF): www.wkf.net (Per informazioni generali sul karate sportivo e gli stili riconosciuti).
Libri e Pubblicazioni sull’Argomento:
- Opere scritte da figure chiave dello stile, come Kenei Mabuni (es. “Shito-Ryu Karate-Do: The Essence of Kunshi no Ken”, “Karatedo Shitoryu Kata”).
- Libri di storia del Karate che trattano l’origine e lo sviluppo degli stili principali, inclusi quelli di autori come Mark Bishop, Patrick McCarthy, John Corcoran, Emil Farkas.
- Manuali tecnici e guide specifiche sullo Shitō-ryū pubblicati da maestri riconosciuti delle varie scuole. (Es. ricerche su titoli come “Shito-ryu Karate books”, “Kenwa Mabuni books”, libri specifici su Kata Shito-ryu).
Articoli Storici e Tecnici:
- Articoli pubblicati su riviste specializzate di arti marziali (cartacee o online) nel corso degli anni.
- Contenuti presenti su siti web dedicati alla storia e alla tecnica del Karate gestiti da esperti o associazioni culturali (es. ricerche su “history of Shito-ryu”, “Shito-ryu techniques”, “Kenwa Mabuni biography”).
Enciclopedie e Risorse Generali sul Karate:
- Fonti enciclopediche online (come Wikipedia, con dovuta verifica incrociata delle fonti citate) e cartacee che forniscono una panoramica generale sugli stili di Karate.
Conoscenza Consolidata e Materiale Didattico:
- Informazioni comunemente accettate e diffuse all’interno della comunità internazionale del Karate Shitō-ryū, trasmesse attraverso l’insegnamento diretto, seminari e materiale didattico dei Dojo.
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DISCLAIMER - AVVERTENZE
Le informazioni presentate in questa pagina sono fornite a solo scopo informativo e culturale generale. Non intendono sostituirsi in alcun modo all’insegnamento diretto impartito da un istruttore di Karate Shitō-ryū qualificato, né al parere di un medico o di altri professionisti sanitari.
La pratica del Karate Shitō-ryū, come di qualsiasi altra arte marziale o attività fisica, comporta dei rischi intrinseci di infortunio. L’autore e il fornitore di queste informazioni non si assumono alcuna responsabilità per eventuali danni, lesioni o conseguenze negative che potrebbero derivare dalla messa in pratica delle tecniche descritte o dall’intraprendere l’attività senza l’adeguata supervisione e preparazione.
Si raccomanda vivamente di:
- Consultare il proprio medico prima di iniziare la pratica del Karate Shitō-ryū, specialmente in presenza di condizioni mediche preesistenti, per ottenere un certificato di idoneità sportiva.
- Praticare sempre sotto la guida di un istruttore qualificato e certificato in un Dojo riconosciuto.
- Seguire scrupolosamente le norme di sicurezza indicate dall’istruttore e dal Dojo.
- Utilizzare le protezioni adeguate quando richiesto.
- Ascoltare il proprio corpo e non superare i propri limiti, specialmente all’inizio.
- Non tentare di apprendere o praticare tecniche complesse o pericolose basandosi unicamente su descrizioni scritte o video, senza la supervisione diretta di un esperto.
Questa pagina ha l’obiettivo di offrire una panoramica sullo stile Shitō-ryū, ma la vera comprensione e l’apprendimento sicuro possono avvenire solo attraverso la pratica diligente e responsabile in un ambiente adeguato.
a cura di F. Dore – 2025