Il combattimento agonistico nel taekwondo è puramente opzionale. Per quelli che vi partecipano, le gare vengono suddivise in tre sezioni: il combattimento libero, ipoomse e la distruzione.
Il combattimento libero prevede che due praticanti esercitino le loro tecniche di combattimento per sviluppare prontezza, concentrazione e rapidità. Viene effettuato in un ambiente sicuro per evitare inutili infortuni. A livello agonistico lo scopo è di segnare punti mediante l’esecuzione di tecniche specifiche in aree delimitate.
I poomse sono una serie di tecniche combinate eseguite in ordine sequenziale contro un rivale immaginario. E un po’ come nel karate, in cui ipoomse si chiamano kata, o nel kung fu, dove vengono effettuati movimenti seriali chiamati “forme”. Uno dei primipoomse che il praticante apprende è il chonji tul (“ilpoomse del cielo e della terra”).
La distruzione si riferisce alle “tecniche di rottura” , con le quali i praticanti imparano a spezzare, per esempio, un pezzo di legno. La finalità è quella di rendere la forza e l’abilità nell’esecuzione delle tecniche realmente efficaci e di sviluppare la concentrazione.
I praticanti di taekwondo hanno bisogno di un abbigliamento di cotone bianco pesante. Questo è costituito da una giacca bianca con il collo a V e da pantaloni con cintura clastica. Gli istruttori, dal 1 0 dan in su, indossano una divisa (dobuk) leggermente differente, dotata di bordo nero attorno al collo. I gradi più alti, dal 40 dan in su, portano una striscia nera lungo il lato dei pantaloni.
È importante verificare che la divisa (gi) sia della taglia idonea, per non avere un aspetto dimesso e sentirsi a proprio agio mentre si eseguono le varie tecniche. Indumenti protettivi vengono adoperati, se ritenuto necessario, sia dagli uomini che dalle donne, di solito in occasione di un combattimento libero o di una dimostrazione pubblica. La divisa dovrebbe sempre essere tenuta in ordine e pulita.
- fonte: Enciclopedia delle Arti Marziali – DIX EDITORE
- a cura di Francesco Dore