Karate la storia – 13

Ankò Itosu, discepolo di Matsumura

È in gran parte attraverso Ankò Itosu che ci è giunta la tradizione dello Shuri-te, la scuola di Matsumura.

Itosu, nato nel 1830 in una famiglia di funzionari, ricevette nel karate una prima formazione che non conosciamo bene. Secondo alcuni racconti il suo pri­mo maestro si sarebbe chiamato Nagahama; altre fonti riferiscono che si sa­rebbe trattato di un cinese chiamato «Channan» che, come il maestro di Matsumura, era travestito da mendicante e abitava di fianco al cimitero di Tomari.

È verso l’età di 30 anni che Ankò Itosu diviene allievo di Matsumura. Egli affianca Anko Asato, che era allora uno dei migliori discepoli di Mat­sumura, ma che è conosciuto nella storia del karate solo perché fu il mae­stro di G. Funakoshi.

Matsumura dava grande importanza all’allenamento individuale. Egli istruiva i propri allievi principalmente a partire dai kata Kushanku e Naifanchi. Conosciamo ai giorni nostri sotto il nome di «Matsumura-no-Passai» l’interpretazione personale di Matsumura del kata classico «Passai» (Bassai). Anche un altro kata porta il suo nome: «Matsumura-no-Sésan». Matsumura insegnò molti kata ai suoi allievi; la maggior parte di questi so­no giunti a noi, particolarmente attraverso Itosu.

Abbiamo visto che Matsumura si era allenato al «tategi-uchi» del Jigen- ryù in gioventù e aveva adattato tale sistema al karaté. Itosu privilegiò l’al­lenamento al makiwara. Lo scopo di questo esercizio è di aumentare l’effi­cacia dei colpi di pugno, di gomito, di testa, di ginocchio, di piede ecc… L’intensità dell’allenamento di Itosu era tale che all’età di quarant’anni il suo corpo era, dicono, come «una massa di pietra». Egli sostituiva spesso il suo makiwara con un muro di pietra.

A. Itosu era alto appena 1,55 m., ma la sua muscolatura testimoniava l’in­tensità del suo allenamento. Si racconta che il suo torace largo e spesso as­somigliava a un barile rinforzato dappertutto. Aveva 49 anni nel 1879, quan­do la monarchia a Ryùkyu fu abolita; il cambiamento di regime provocò una riduzione degli impieghi ufficiali (più di settemila disoccupati in un colpo solo). Egli tuttavia conservò il suo vecchio lavoro di segretario in un ufficio legato alla prefettura; il salario era molto basso, ma la situazione economi­ca non gli lasciava scelta. Nel 1885, all’età di 55 anni, andò in pensione, la­vorando occasionalmente come scrivano pubblico. Fu allora che cominciò a insegnare il karate nel giardino attiguo alla propria casa.

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a cura di Francesco Dore

Fonte Kenji Tokitsu – Storia del Karate , La via della mano vuota – Luni Editrice

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