karate la storia 10

L’ELABORAZIONE DEL KARATE A OKINAWA – PARTE SECONDA

Il karate di Okinawa contiene parecchi elementi dell’arte cinese del combattimento. La maggior parte proviene dalla corrente della Scuola del Sud, ma esaminando da vicino le tecniche, è possibile constatare che due delle tre correnti del karaté, Shuri-te e Tomari-te, contengono esplicita­mente alcuni elementi della Scuola del Nord.

Secondo questo racconto, Sakugawa avrebbe ricevuto l’autorizzazione eccezionale di soggiornare a Pechino, dove la Scuola del Nord era pratica­ta. Possiamo facilmente avanzare l’ipotesi che l’introduzione di elementi della Scuola del Nord da parte di un viaggiatore originario di Okinawa ri­salga a Sakugawa. In precedenza, la maggior parte delle persone che arriva­vano da Ryùkyù soggiornavano nella città di Fuzhou, nel sud della Cina, alla quale era riservato il commercio con Ryukyu. Per questo, prima di Sakugawa, gli elementi dominanti del karate di Okinawa si basavano prin­cipalmente sui contributi dell’arte cinese del combattimento della Scuola del Sud. A partire da Sakugawa, nella tradizione del karate di Okinawa co­mincia un rinnovamento, con l’introduzione di nuovi elementi. Questi ca­ratterizzarono la corrente di Shuri, poi quella di Tomari, che ne è derivata.

Sakugawa Kanga

Secondo L’Enciclopedia del Budo,  Sakugawa si sarebbe recato per tre volte in Cina, arrivando fino a Pechino. In occasione del suo terzo viaggio, egli avrebbe presentato alle proprie conoscenze di Pechino il suo giovane allievo, nativo di Ryùkyù, Sòkon Matsumura, che avrebbe avuto in seguito un grande influsso sul karate di Okinawa. Durante il loro soggiorno a Pe­chino, Kanga Sakugawa si sarebbe ammalato e sarebbe poi morto nel 1837. Il corpo di Sakugawa sarebbe stato sepolto nella periferia di Pechino e, come abbiamo visto, un discendente di Kanga Sakugawa della quinta genera­zione avrebbe ritrovato la sua tomba nel 1932. Ma, se ammettiamo questa affermazione dell’Enciclopedia, incappiamo in una contraddizione, per­ché, secondo il racconto di S. Nagamine, Sakugawa sarebbe nato nel 1782 e sarebbe vissuto più di ottant’anni. Se la data della sua morte indicata dall’Enciclopedia è esatta, o sarebbe vissuto solo cinquantacinque anni, o sarebbe nato verso il 1760. Non abbiamo nessun mezzo per verificarlo.

E certo, in ogni caso, che il nome di Todei Sakugawa, vale a dire «Sakugawa, esperto dell’arte cinese del combattimento», è inciso nella memoria collettiva di Okinawa. Un kata di bastone chiamato Sakugawa no kon è stato trasmesso fino ai giorni nostri. Secondo S. Nagamine e T. Miyagi, maestri contemporanei di karate, l’espressione Todei Sakugawa, elogiativa dell’arte di Sakugawa, sottintende un confronto, ed è questa la prova che esisteva allora a Okinawa un’arte locale paragonabile. Questa resta una semplice supposizione. E possibile un’altra interpretazione: a Okinawa, il termine (Cina) è utilizzato come aggettivo per designare l’eccellenza in una cosa d’origine cinese. Todei Sakugawa esprimerebbe allora l’eccellenza dell’esperto Sakugawa, senza implicare un’opposizione tra l’arte cinese e un’arte locale.

Per gli adepti della generazione seguente, i racconti diventano un po’ più precisi e possiamo, in una certa misura, confrontarli con dei fatti storici.

 

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a cura di Francesco Dore

Fonte Kenji Tokitsu – Storia del Karate , La via della mano vuota – Luni Editrice

 

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