Yawara (柔) SV

Tabella dei Contenuti

1. Cosa è

Il termine Yawara (柔) è la lettura giapponese (kun’yomi) del kanji che si legge anche  (on’yomi). Questo carattere significa “morbidezza”, “flessibilità”, “cedevolezza”, “gentilezza”. Nel contesto marziale, assume due significati principali:

  1. Termine Storico per il Jujutsu: In passato, specialmente prima che il termine “Jujutsu” (柔術 – Arte della Cedevolezza) diventasse predominante, “Yawara” (o “Yawara-gi”, “Yawara-no-michi”) veniva usato per riferirsi a sistemi di combattimento a mani nude o leggermente armati basati sul principio della cedevolezza. Si trattava di metodi usati dai samurai per difendersi quando disarmati o in situazioni di combattimento ravvicinato, utilizzando proiezioni, leve articolari, strangolamenti e colpi (atemi). In questo senso, Yawara è sinonimo di Jujutsu antico o ne rappresenta una radice fondamentale.
  2. Il Bastoncino Yawara (Yawara Stick): Nel XX secolo, il termine è stato adottato per indicare un piccolo strumento cilindrico di autodifesa, solitamente in legno o metallo, lungo circa 12-15 cm e tenuto nel palmo della mano. Viene usato per potenziare i colpi di pugno, applicare pressioni su punti sensibili (kyūsho), eseguire leve articolari o tecniche di controllo. La sua popolarità in Occidente è legata a figure come Frank Matsuyama e Tsune Tomita.

In questa pagina, pur menzionando lo Yawara Stick, ci concentreremo principalmente sul concetto di Yawara come arte marziale storica (Jujutsu), data la struttura dell’indice fornito.

2. Caratteristiche, filosofia e aspetti chiave

Intendendo Yawara come Jujutsu antico:

  • Caratteristiche Principali:
    • Combattimento a Mani Nude (o Quasi): Focus su tecniche eseguibili senza armi principali, ma spesso contro avversari armati o in situazioni dove le armi corte (Tantō, Wakizashi) potevano entrare in gioco.
    • Tecniche Comprensive: Include proiezioni (Nage Waza), leve articolari (Kansetsu Waza), strangolamenti (Shime Waza), immobilizzazioni (Katame Waza), colpi a punti vitali (Atemi), tecniche di caduta (Ukemi).
    • Principio della Cedevolezza ( – 柔): Non opporre forza a forza, ma usare la forza e lo slancio dell’avversario contro di lui, attraverso la redirezione, lo squilibrio e il movimento corporeo.
    • Efficacia su Tutte le Distanze (Ravvicinate): Tecniche pensate per il combattimento corpo a corpo, dalle prese alle proiezioni fino alla lotta a terra (in alcune scuole).
    • Adattabilità: Tecniche mirate ad essere efficaci indipendentemente dalla taglia o dalla forza fisica relativa, sfruttando leve e punti deboli.
  • Filosofia (Principi Sottostanti):
    • Jū Yoku Gō o Seisu (柔能く剛を制す): “La morbidezza può controllare la durezza” – Il principio fondamentale.
    • Efficienza e Pragmatismo: Le tecniche erano sviluppate per la sopravvivenza e l’efficacia in combattimenti reali o duelli, non per la competizione sportiva.
    • Controllo e Neutralizzazione: L’obiettivo era spesso controllare, immobilizzare o neutralizzare l’avversario rapidamente.
    • Integrazione Mente-Corpo: Necessità di calma mentale (Heijōshin o Fudōshin), consapevolezza (Zanshin) e reattività istintiva.
  • Aspetti Chiave:
    • Studio dello Squilibrio (Kuzushi).
    • Padronanza del Movimento Corporeo (Tai Sabaki).
    • Conoscenza dell’Anatomia (punti vitali, articolazioni).
    • Sviluppo della Sensibilità e del Timing.
    • Padronanza delle Cadute (Ukemi) per la sicurezza.

Se riferito allo Yawara Stick:

  • Caratteristiche: Piccolo strumento portatile, uso per colpi concentrati, pressioni, leve semplici.
  • Filosofia: Autodifesa semplice, pratica, legale (in molti contesti), basata sull’amplificazione della forza naturale della mano.
  • Aspetti Chiave: Conoscenza dei punti di pressione, tecniche di percussione, metodi di presa e controllo.

3. La storia

La storia dello “Yawara” come arte marziale è la storia stessa del Jujutsu giapponese antico:

  • Origini Incerta ma Antiche: Tecniche di lotta e combattimento senz’armi esistevano in Giappone da tempi immemorabili, influenzate da pratiche indigene, dal Sumo antico e forse da arti marziali cinesi.
  • Periodo Feudale (Specie Sengoku e Edo): È in questo periodo che sorgono e si formalizzano numerose scuole (Ryūha) che sistematizzano queste tecniche sotto nomi come Yawara, Jujutsu, Kogusoku, Torite, Hakuda, Kempo, ecc. La Takenouchi-ryū (1532) è una delle prime documentate che usava termini affini e tecniche riconoscibili. Altre scuole importanti come la Yōshin-ryū (da cui deriva la Takagi Yōshin-ryū), la Kito-ryū, la Tenjin Shinyo-ryū contribuirono allo sviluppo di queste arti.
  • Periodo Edo (1603-1868): Con la pace, il Jujutsu/Yawara continuò a svilupparsi, focalizzandosi forse più su applicazioni di autodifesa, controllo e duello meno letale rispetto al campo di battaglia. Molte delle tecniche che sarebbero poi confluite nel Judo e nell’Aikido moderno furono raffinate in questo periodo.
  • Restaurazione Meiji (1868) e Declino: Con la fine della classe samurai e la modernizzazione del Giappone, molte scuole Koryū rischiarono l’estinzione. Il termine “Jujutsu” divenne quello predominante per riferirsi a queste discipline.
  • Rinascita e Trasformazione (Fine XIX – XX Sec.): Figure come Jigorō Kanō (fondatore del Judo) e Morihei Ueshiba (fondatore dell’Aikido) studiarono diverse forme di Jujutsu/Yawara antico e ne trassero ispirazione per creare le loro arti moderne, spesso eliminando le tecniche più pericolose e aggiungendo una forte componente educativa o filosofica. Altre linee di Jujutsu tradizionale continuarono ad essere praticate in modo più riservato.
  • Lo Yawara Stick (XX Secolo): Indipendentemente dall’arte antica, nel XX secolo il termine “Yawara” fu ripreso per il bastoncino da difesa personale. La sua diffusione in Occidente è attribuita principalmente a Frank A. Matsuyama (anni ’40) e successivamente a Tsune “Tsune” Tomita (allievo di Jigorō Kanō, trasferitosi negli USA) che insegnarono tecniche basate su questo strumento, ispirandosi ai principi del Jujutsu/Yawara. Divenne popolare tra forze dell’ordine e civili come strumento semplice ed efficace.

Quindi, la “storia dello Yawara” è duplice: la storia antica e vasta del Jujutsu, e la storia più recente e specifica dello Yawara stick.

4. Il Fondatore

Come per Jūtaijutsu e Kogusoku, non esiste un singolo fondatore dello Yawara inteso come arte marziale storica (Jujutsu). Essendo un termine generico e antico per un insieme di pratiche sviluppatesi nel corso di secoli, la sua origine è collettiva e legata ai fondatori delle numerose scuole (Ryūha) di Jujutsu. Tra i più antichi e influenti si può menzionare:

  • Takenouchi Hisamori (竹内 久盛): Fondatore (1532) della Takenouchi-ryū, una delle più antiche e complete scuole di Jujutsu, che includeva tecniche riconducibili al concetto di Yawara.

Per quanto riguarda lo Yawara Stick, non c’è un “inventore” unico nel senso tradizionale, poiché strumenti simili (piccoli bastoni, pestelli, attrezzi) sono stati usati per difesa o controllo in diverse culture. Tuttavia, la sua sistematizzazione e diffusione come specifico strumento di autodifesa con il nome “Yawara” nel XX secolo è legata a:

  • Frank A. Matsuyama: Un giapponese-americano che insegnò tecniche con lo Yawara stick negli Stati Uniti già negli anni ’40, pubblicando anche dei manualetti.
  • Tsune “Tsune” Tomita (冨田 常次郎): Uno dei primissimi allievi di Jigorō Kanō nel Judo Kodokan. Trasferitosi negli USA, insegnò Judo e anche tecniche di autodifesa con lo Yawara stick, contribuendo notevolmente alla sua popolarità, specialmente tra le forze dell’ordine.

Quindi, mentre l’arte antica non ha fondatore, lo strumento moderno ha figure chiave legate alla sua diffusione e insegnamento formalizzato.

5. Maestri Famosi

Dato che “Yawara” come arte marziale è essenzialmente Jujutsu antico, i “maestri famosi” sono i grandi maestri delle scuole Koryū di Jujutsu lungo la storia. Molti nomi sono noti solo agli specialisti. Figure come:

  • I successivi Sōke della Takenouchi-ryū.
  • I maestri delle scuole che influenzarono Judo e Aikido, come quelli della Tenjin Shinyō-ryū e Kito-ryū (studiate da Kano) o della Daitō-ryū Aiki-jūjutsu (studiata da Ueshiba, il cui maestro fu Sōkaku Takeda).

Per quanto riguarda lo Yawara Stick, oltre ai già citati Frank Matsuyama e Tsune Tomita, la sua influenza si è vista nel lavoro di molti esperti di autodifesa e istruttori di forze dell’ordine nel XX secolo. Successivamente, strumenti derivati o concettualmente simili come il Kubotan (sviluppato da Takayuki Kubota) hanno avuto i loro propri maestri e divulgatori. Non esiste però un lignaggio formale di “maestri di Yawara stick” paragonabile a quello delle arti marziali tradizionali.

6. Leggende, curiosità, storie e aneddoti

  • Leggende del Jujutsu/Yawara:
    • La Storia del Medico Akiyama Shirobei e la Yoshin-ryū: Simile alla leggenda del salice di Takagi, si narra che il medico Akiyama, osservando come i rami flessibili del salice scaricassero la neve mentre quelli rigidi del pino si spezzavano, ebbe l’intuizione per fondare la Yoshin-ryū (“Scuola del Cuore di Salice”), una delle radici di molte scuole di Jujutsu.
    • Storie di Samurai che Sconfiggono Avversari Armati a Mani Nude: Numerose leggende e racconti popolari celebrano eroi capaci di disarmare e sconfiggere nemici armati usando solo tecniche di Yawara/Jujutsu.
    • Tecniche Segrete (HidenOkuden): Come per altre Koryū, si diceva che le tecniche più efficaci o pericolose fossero insegnate solo a pochi allievi scelti.
  • Curiosità sullo Yawara Stick:
    • Origini Incerta dello Strumento: Sebbene reso popolare nel XX secolo, l’origine esatta dello strumento è dibattuta. Potrebbe derivare da attrezzi comuni (pestelli, attrezzi da massaggio), strumenti rituali (come il kongōsho buddista), o semplicemente dalla constatazione che un piccolo oggetto duro in mano potenzia l’impatto.
    • Legalità: In molti luoghi, lo Yawara stick o il Kubotan sono considerati legali da portare per autodifesa, a differenza di coltelli o altre armi (ma le leggi variano!).
    • Semplicità Apparente: La sua efficacia risiede nella semplicità d’uso (principalmente colpi a punti sensibili e leve semplici), rendendolo accessibile anche a chi non ha un addestramento marziale complesso.

7. Tecniche

È fondamentale distinguere le tecniche:

  • Tecniche dello Yawara Storico (Jujutsu Antico):

    • Nage Waza (投技): Proiezioni (es. O Goshi, Seoi Nage, Osoto Gari, Tomoe Nage – molte poi codificate nel Judo).
    • Kansetsu Waza (関節技): Leve Articolari (polsi, gomiti, spalle, ginocchia, caviglie).
    • Shime Waza (絞技): Strangolamenti (sanguigni e respiratori).
    • Katame Waza / Osaekomi Waza (固技 / 抑込技): Immobilizzazioni a terra.
    • Atemi Waza (当身技): Tecniche di Percussione (colpi a punti vitali con pugni, mani aperte, gomiti, ginocchia, piedi, usati spesso per preparare o finalizzare tecniche di grappling).
    • Ukemi (受身): Tecniche di Caduta.
    • Hazushi / Hodoki (外し / 解き): Tecniche di Svincolo da prese.
  • Tecniche dello Yawara Stick:

    • Impugnatura (Grip): Tenere saldamente il bastoncino nel pugno, spesso lasciando sporgere una o entrambe le estremità.
    • Colpi (Strikes): Usare le estremità sporgenti per colpire punti sensibili o nervosi (Kyūsho) dell’avversario (tempie, collo, plesso solare, costole fluttuanti, braccia, mani, gambe). I colpi sono di solito corti e diretti (tsuki) o a martello.
    • Pressioni (Pressure Points): Usare le estremità per applicare pressione intensa su punti specifici per causare dolore e ottenere sottomissione o controllo.
    • Leve Semplici e Controlli (Joint Locks / Control Techniques): Usare il bastoncino come leva per potenziare il controllo su polsi, dita o altre articolazioni in situazioni di presa o immobilizzazione. Può essere usato per tecniche di “accompagnamento” o controllo.
    • Aggancio (Flailing / Hooking): Usare il bastoncino attaccato a un portachiavi (come nel caso del Kubotan) per “agganciare” e controllare arti o colpire a breve distanza.

Le due categorie di tecniche sono distinte, anche se i principi di controllo e leva del Jujutsu/Yawara antico possono informare l’uso dello Yawara stick.

8. I Kata

Intendendo Yawara come Jujutsu antico, sì, le tecniche venivano insegnate attraverso i Kata.

  • Natura: Erano tipicamente forme a due persone, specifiche di ogni Ryūha (scuola), che simulavano scenari di combattimento disarmato o contro armi.
  • Esempio: La Takenouchi-ryū, che include il termine “Yawara” in alcune sue descrizioni, possiede un vasto curriculum di Kata che coprono tecniche a mani nude, Kogusoku, e altre armi.
  • Scopo: Preservare le tecniche, insegnare i principi (Jū, Kuzushi, ecc.), sviluppare timing, distanza e sensibilità.
  • Yawara Stick: Non esistono Kata tradizionali per lo Yawara stick nel senso delle forme delle Koryū. L’insegnamento moderno si basa più su drills (esercizi ripetitivi), tecniche singole e applicazioni situazionali.

9. Una tipica seduta di allenamento

  • Allenamento di Yawara/Jujutsu (Koryū Style):

    1. Saluto iniziale (Reihō).
    2. Riscaldamento (Junan Taisō) e Cadute (Ukemi).
    3. Fondamentali (Kihon): Movimenti del corpo (Tai Sabaki), posture (Kamae).
    4. Studio dei Kata a coppie (Uke/Tori), con focus su precisione e principi.
    5. Studio delle Applicazioni (Bunkai) e Variazioni (Henka).
    6. (Raramente) Pratica libera controllata (Randori).
    7. Saluto finale. Enfasi su forma, principi, controllo, sicurezza, contesto storico.
  • Allenamento con lo Yawara Stick:

    1. Riscaldamento (mobilità polsi, mani, spalle).
    2. Esercizi di impugnatura e manipolazione dello stick.
    3. Pratica dei colpi (su colpitori o aria), focalizzandosi sui bersagli.
    4. Drills sulle pressioni e le leve semplici (su partner consenziente e con controllo).
    5. Applicazioni situazionali (difesa da prese comuni, controllo).
    6. (Possibile) Drills di sparring leggero e controllato (se previsto dal metodo). Enfasi su semplicità, efficacia, consapevolezza dei punti vitali, sicurezza.

10. Gli stili e le scuole

  • Yawara come Jujutsu Antico: Gli “stili” sono le centinaia di scuole Koryū di Jujutsu che esistevano nel Giappone feudale. Ognuna aveva le proprie caratteristiche, enfasi e curriculum. Esempi di scuole importanti che includevano Yawara/Jujutsu: Takenouchi-ryū, Yōshin-ryū, Kito-ryū, Tenjin Shinyo-ryū, Daitō-ryū Aiki-jūjutsu, e le scuole preservate nel Bujinkan/Genbukan/Jinenkan (Takagi Yōshin-ryū, Kukishin-ryū, etc.). Oggi, la pratica di queste Koryū pure è molto rara.
  • Yawara Stick: Non esistono “stili” o “scuole” formalizzate dello Yawara stick. Esistono diversi istruttori o sistemi di autodifesa che ne insegnano l’uso, spesso integrato con altre tecniche, ma senza una struttura di “scuola” tradizionale con lignaggio e curriculum standardizzato.

11. La situazione in Italia

  • Yawara/Jujutsu (Koryū): La pratica di specifiche scuole Koryū di Jujutsu che potrebbero storicamente essere state chiamate “Yawara” è estremamente limitata in Italia, ristretta a pochissimi gruppi di studio dedicati alle Koryū Bujutsu, spesso con collegamenti diretti a maestri in Giappone o Europa. È un ambiente molto di nicchia. (Nota: Il Jujutsu moderno, spesso sportivo o focalizzato sull’autodifesa con metodologie moderne, è invece più diffuso, ma è distinto dal Koryū).
  • Yawara Stick: L’uso dello Yawara stick (o strumenti simili come il Kubotan) viene insegnato occasionalmente in Italia all’interno di:
    • Corsi di Autodifesa Generica: Come strumento semplice e legale.
    • Corsi per Forze dell’Ordine o Sicurezza Privata: Come strumento di controllo e difesa non letale.
    • Alcuni Dojo di Arti Marziali: Come tecnica supplementare o per workshop specifici. Non esiste però una diffusione capillare o una struttura organizzata dedicata esclusivamente all’insegnamento dello Yawara stick.

12. Terminologia tipica

  • Yawara/Jujutsu (Termini Koryū): Yawara (柔), Jujutsu (柔術), Kumiuchi (組討), Torite (捕手), Nage Waza (投技 – proiezioni), Kansetsu Waza (関節技 – leve), Shime Waza (絞技 – strangolamenti), Atemi (当身 – colpi), Ukemi (受身 – cadute), Kata (型), Ryūha (流派 – scuola), Kuzushi (崩し – squilibrio), Tai Sabaki (体捌き – movimento corpo).
  • Yawara Stick: Yawara / Yawara Bō (柔 / 柔棒 – bastone Yawara), Palm Stick (bastone palmare), Kubotan (nome commerciale di strumento simile), Kyūsho (急所 – punti vitali/pressione), Tsuki (突き – colpo diretto), Ate (当て – colpo/impatto), Osae (抑え – controllo/pressione).

13. Abbigliamento

  • Yawara/Jujutsu (Koryū): Si indossa l’uniforme (Keikogi) della specifica scuola Koryū, che è spesso un Gi bianco o blu/indaco, talvolta indossato con un Hakama (pantaloni larghi tradizionali) nero o blu/indaco. L’Obi (cintura) segue il sistema di gradazione (spesso non Kyu/Dan) della scuola.
  • Yawara Stick: Non richiede abbigliamento specifico. Viene solitamente praticato in abiti civili comodi o nell’uniforme dell’eventuale arte marziale principale praticata. L’idea è proprio quella di poterlo usare con l’abbigliamento quotidiano.

14. Armi

Questo punto è cruciale per la distinzione:

  • Yawara/Jujutsu (Koryū): Era primariamente un sistema di combattimento disarmato (o con armi corte come nel Kogusoku) usato contro avversari armati (spada, lancia) o in situazioni dove le armi principali non erano disponibili. Non ha “armi proprie” se inteso come pura lotta a mani nude, ma il suo contesto è quello del guerriero armato.
  • Yawara Stick: In questo caso, lo Yawara stick È l’arma. È uno strumento contundente corto, usato per colpire, applicare pressioni e facilitare leve. Tutta la tecnica ruota attorno all’uso di questo specifico oggetto.

Quindi, a seconda di quale “Yawara” si intende, la risposta cambia radicalmente: l’arte antica era la risposta disarmata in un mondo armato; lo strumento moderno è esso stesso un’arma semplice.

15. A chi è indicato e a chi no

  • Yawara/Jujutsu (Koryū):
    • Indicato: Appassionati di storia marziale, Koryū, cultura giapponese; chi cerca profondità tecnica e filosofica; chi è interessato ad applicazioni realistiche (storicamente parlando) di grappling e controllo; persone pazienti e disciplinate.
    • Non Indicato: Chi cerca sport, competizione moderna, risultati rapidi, solo striking, o un’attività puramente fitness.
  • Yawara Stick:
    • Indicato: Chi cerca uno strumento di autodifesa semplice, legale (verificare normative locali!), portatile e relativamente facile da imparare nelle basi; personale di sicurezza/forze dell’ordine (come strumento intermedio); persone che non vogliono/possono dedicarsi ad un’arte marziale complessa.
    • Non Indicato: Chi cerca un sistema di combattimento completo, chi vuole fare sport, chi non è interessato all’uso di oggetti come armi.

16. Considerazioni sulla sicurezza

  • Yawara/Jujutsu (Koryū): Rischi simili a Jūtaijutsu/Aikido/Judo: infortuni articolari (leve), traumi da caduta (proiezioni), rischi da strangolamenti. La sicurezza dipende da: istruttore qualificato, padronanza delle cadute (Ukemi), controllo assoluto nell’applicazione delle tecniche, cooperazione tra partner, progressione graduale. Data la natura Koryū, l’enfasi sulla sicurezza è solitamente molto alta.
  • Yawara Stick: I rischi principali sono:
    • Infortuni da Impatto: Colpire sé stessi o il partner accidentalmente durante l’allenamento dei colpi (richiede controllo e uso di colpitori).
    • Lesioni da Pressione/Leva: Applicare troppa forza su punti sensibili o articolazioni del partner.
    • Uso Improprio: Il rischio maggiore è l’uso sproporzionato o illegale dello strumento in una situazione reale. La formazione deve includere aspetti legali e di de-escalation.

17. Controindicazioni

  • Yawara/Jujutsu (Koryū): Simili a quelle del Jūtaijutsu. Controindicazioni assolute per gravi problemi cardiaci, neurologici, articolari/vertebrali invalidanti, gravidanza, gravi disturbi coagulazione. Relative per condizioni controllate (richiedono valutazione medica specialistica). Visita medica di idoneità è essenziale.
  • Yawara Stick: Le controindicazioni fisiche alla pratica di base sono molto limitate (principalmente legate alla capacità di impugnare saldamente e muovere polso/braccio). Per allenamenti più intensi con colpi o sparring simulato, valgono le normali precauzioni per attività fisica. La valutazione medica è comunque sempre consigliata prima di iniziare un corso strutturato.

18. Conclusioni

Il termine Yawara (柔) ha una doppia valenza significativa: da un lato, rappresenta le radici storiche del Jujutsu giapponese, l’arte antica della cedevolezza focalizzata sul combattimento corpo a corpo disarmato o leggermente armato, preservata oggi in rare scuole Koryū; dall’altro, identifica un moderno ed efficace strumento di autodifesa, il bastoncino Yawara, reso popolare nel XX secolo. Comprendere questa duplicità è essenziale. L’arte antica offre un percorso marziale profondo e storicamente ricco, mentre lo strumento moderno fornisce una soluzione pratica per la difesa personale. Entrambi, a modo loro, incarnano il principio di ottenere il massimo risultato con mezzi apparentemente “morbidi” o minimi.

19. Fonti

  • Yawara/Jujutsu (Koryū): Studi accademici sui Koryū Bujutsu (es. libri di Donn F. Draeger, Karl Friday, Serge Mol); pubblicazioni specifiche sulla storia del Jujutsu e delle scuole come Takenouchi-ryū; siti web di organizzazioni Koryū (se esistenti e affidabili).
  • Yawara Stick: Manuali storici (es. di Frank Matsuyama); articoli e libri sull’autodifesa che ne trattano l’uso; risorse online dedicate a strumenti di autodifesa (valutare con criticità); possibili riferimenti in biografie di figure come Tsune Tomita o istruttori di forze dell’ordine.

20. Disclaimer

Informazioni fornite a scopo informativo/culturale. Non sostituiscono insegnamento qualificato né parere medico. La pratica di Koryū Jujutsu/Yawara comporta rischi e richiede istruttori esperti e visita medica. L’uso dello Yawara stick come strumento di difesa è soggetto alle leggi locali sulla legittima difesa e sul porto di oggetti atti ad offendere; informarsi sulla normativa vigente. Si declina responsabilità per uso improprio delle informazioni o pratica non sicura/illegale.

a cura di F. Dore – 2025

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