Kyūjutsu (弓術) SV

1. Cosa è

Il Kyūjutsu (弓術) è l’antica arte marziale giapponese del tiro con l’arco. Tradotto letteralmente significa “l’abilità dell’arco”. Originariamente sviluppato come abilità di combattimento per i samurai, il Kyūjutsu si è evoluto nel tempo, mantenendo la sua essenza marziale ma integrando anche aspetti filosofici, etici e di disciplina interiore. Oggi, sebbene meno praticato come arte bellica, sopravvive come forma tradizionale di educazione fisica, disciplina mentale e connessione con la storia e la cultura giapponese.

2. Caratteristiche, filosofia e aspetti chiave

Il Kyūjutsu va oltre il semplice atto di scoccare una freccia. È un’arte che enfatizza:

  • Precisione e Concentrazione (Seisha Seichū, 正射必中): L’obiettivo non è solo colpire il bersaglio, ma farlo con precisione attraverso una postura corretta, una respirazione controllata e una mente focalizzata.
  • Disciplina Mentale (精神鍛錬, Seishin Tanren): Il processo di tiro richiede calma, pazienza e la capacità di eliminare le distrazioni. Ogni tiro è un esercizio di presenza mentale.
  • Etichetta e Cerimonia (礼儀作法, Reigi Sahō): Il Kyūjutsu è intriso di rituali e forme che riflettono il rispetto per l’attrezzatura, l’istruttore e gli altri praticanti.
  • Armonia (和, Wa): L’equilibrio tra corpo, mente e arco è fondamentale. Si ricerca un movimento fluido e armonioso che porti al rilascio della freccia.
  • Autodisciplina (自律, Jiritsu): La pratica costante richiede dedizione e la capacità di auto-motivarsi per migliorare.
  • Connessione con la Tradizione: Il Kyūjutsu è un ponte con il passato del Giappone, mantenendo vive tecniche e filosofie secolari.

Gli aspetti chiave includono la corretta postura ( shisei ), la respirazione ( kokyū ), il movimento delle mani e del corpo ( yumi no kamae, ya no kamae ), e il rilascio della freccia ( hanare ). Ogni fase è eseguita con attenzione e precisione.

3. La storia

Le origini del tiro con l’arco in Giappone risalgono al periodo preistorico, ma il Kyūjutsu come arte marziale codificata emerse durante il periodo Yayoi (300 a.C. – 300 d.C.), con l’introduzione dell’arco composito dal continente asiatico.

Durante il periodo Heian (794-1185), il tiro con l’arco divenne un’abilità essenziale per i guerrieri a cavallo. La figura del “guerriero arciere a cavallo” (騎射の武士, Kisha no Bushi) divenne iconica.

Nel periodo Kamakura (1185-1333), con l’ascesa della classe samurai, il Kyūjutsu si strutturò ulteriormente, con la formazione delle prime scuole ( ryūha ). Queste scuole iniziarono a sviluppare tecniche e filosofie distinte.

Il periodo Sengoku (1467-1615), caratterizzato da guerre civili, vide un’ulteriore evoluzione del Kyūjutsu come abilità bellica cruciale.

Durante il periodo Edo (1603-1868), con un periodo di relativa pace, il Kyūjutsu iniziò a trasformarsi da pura arte bellica a disciplina spirituale e forma di educazione per i samurai. Le scuole di Kyūjutsu prosperarono, codificando ulteriormente le loro tecniche e cerimonie.

Con la Restaurazione Meiji (1868) e la fine dell’era dei samurai, il Kyūjutsu rischiò di scomparire. Tuttavia, grazie agli sforzi di alcuni maestri, l’arte fu preservata e si evolse nella forma più sportiva del Kyūdō (弓道), che enfatizza maggiormente l’aspetto spirituale e la ricerca della perfezione del tiro. Il Kyūjutsu, pur rimanendo più legato alle forme antiche e alle applicazioni marziali, continua ad essere praticato da coloro che desiderano preservare la sua eredità.

4. Il Fondatore

A differenza di molte altre arti marziali moderne con un fondatore specifico, il Kyūjutsu si è evoluto gradualmente nel corso dei secoli. Non esiste un singolo individuo universalmente riconosciuto come “fondatore”. Tuttavia, figure importanti e scuole hanno contribuito significativamente alla sua formazione e codificazione.

Tra le figure storiche di spicco che influenzarono lo sviluppo del Kyūjutsu si possono citare:

  • Minamoto no Tametomo (1139-1170): Un leggendario guerriero del periodo Heian rinomato per la sua straordinaria abilità nel tiro con l’arco. Le sue imprese sono spesso celebrate nei racconti epici.
  • I fondatori delle prime scuole ( ryūha ) durante il periodo Kamakura e successivi, i cui nomi e storie specifiche possono variare a seconda della scuola. Ad esempio, la scuola Heki-ryū (日置流), fondata da Heki Danjō Masatsugu (生没年不詳) nel periodo Muromachi (1336-1573), ebbe un’influenza significativa sullo sviluppo del Kyūjutsu. Heki Danjō Masatsugu sviluppò tecniche di tiro più precise e veloci, adattandosi alle esigenze del combattimento a piedi.

È importante notare che il Kyūjutsu è il risultato di un’evoluzione collettiva di tecniche e filosofie trasmesse attraverso generazioni di guerrieri e maestri all’interno di diverse scuole.

5. Maestri Famosi

Identificare “maestri famosi” di Kyūjutsu può essere complesso, poiché molti dei grandi maestri del passato sono noti principalmente all’interno delle loro specifiche scuole e la loro fama potrebbe non essere ampiamente diffusa al di fuori di esse. Tuttavia, alcuni nomi e scuole sono storicamente significativi:

  • I maestri delle principali scuole ( ryūha ): Come i fondatori e i successivi capi scuola della Heki-ryū (日置流) e delle sue numerose ramificazioni (ad esempio, Heki-ryū Insai-ha, Heki-ryū Sekka-ha), della Ogasawara-ryū (小笠原流), nota per la sua enfasi sull’etichetta e il tiro a cavallo, e della Takeda-ryū (武田流). I nomi specifici dei capi scuola di queste antiche tradizioni sono spesso venerati all’interno delle rispettive scuole.
  • Figure di transizione verso il Kyūdō: Alcuni maestri che hanno contribuito alla preservazione del Kyūjutsu e alla sua evoluzione verso il Kyūdō moderno sono figure importanti. Ad esempio, Honda Toshizane (本多利実, 1834-1903), un maestro di Heki-ryū Insai-ha, è considerato una figura chiave nella transizione dal Kyūjutsu al Kyūdō.

La fama di questi maestri risiede spesso nella loro profonda conoscenza tecnica, nella loro integrità e nel loro contributo alla preservazione e all’evoluzione dell’arte.

6. Leggende, curiosità, storie e aneddoti

Il Kyūjutsu è ricco di storie e aneddoti che spesso si mescolano con la leggenda, riflettendo l’importanza dell’arco nella cultura e nella storia giapponese:

  • Le imprese di Minamoto no Tametomo: Le leggende narrano della sua incredibile forza e precisione con l’arco, capace di perforare armature multiple con una singola freccia o di affondare navi nemiche scoccando frecce attraverso gli scafi.
  • Storie di samurai che usavano l’arco in battaglia: Molti racconti epici e cronache di guerra descrivono momenti cruciali in cui l’abilità degli arcieri samurai determinò l’esito degli scontri.
  • L’importanza cerimoniale dell’arco: L’arco e le frecce erano spesso utilizzati in rituali religiosi e cerimonie di corte, simboleggiando potere e protezione.
  • Curiosità sull’attrezzatura: La lavorazione artigianale degli archi ( yumi ) e delle frecce ( ya ) era considerata una forma d’arte, con tecniche tramandate di generazione in generazione. I materiali utilizzati, come il bambù e il legno, venivano scelti con cura.
  • Aneddoti sui maestri: Spesso si raccontano storie di maestri che dimostravano la loro profonda concentrazione e abilità in modi inaspettati, come colpire bersagli al buio o con condizioni atmosferiche avverse.

Queste storie contribuiscono al fascino e al rispetto che circondano il Kyūjutsu.

7. Tecniche

Le tecniche del Kyūjutsu possono essere suddivise in diverse fasi:

  • Preparazione ( yazukae ): Include la presa della freccia, l’incoccatura ( tsugae ) e la preparazione dell’arco.
  • Imbracciatura dell’arco ( yumi kamae ): La corretta posizione dell’arco nella mano.
  • Preparazione del corpo ( ashi bumI ): Il posizionamento dei piedi rispetto al bersaglio.
  • Innalzamento dell’arco ( uchiokoshi ): Il movimento per portare l’arco sopra la testa.
  • Trazione dell’arco ( hikiwake ): L’azione di tirare la corda dell’arco, dividendo la trazione tra le mani. Questa fase è cruciale per caricare l’arco e allineare il tiro.
  • Punto di massima trazione ( kai ): Il momento di massima espansione e concentrazione prima del rilascio.
  • Rilascio ( hanare ): Il rilascio naturale e fluido della corda, che dovrebbe avvenire senza intervento cosciente.
  • Seguito ( zanshin ): La postura e la consapevolezza mantenute dopo il rilascio, che riflettono la qualità del tiro.

Ogni scuola di Kyūjutsu può avere sottili variazioni nell’esecuzione di queste fasi.

8. I Kata

Nel Kyūjutsu, i kata (型) sono sequenze predefinite di movimenti che codificano principi tecnici, filosofici e strategici. Essi vanno oltre la semplice pratica del tiro al bersaglio e includono aspetti come l’etichetta, la postura, il movimento e l’interazione con l’attrezzatura.

I kata possono variare significativamente tra le diverse scuole ( ryūha ). Alcuni kata possono simulare situazioni di combattimento, mentre altri si concentrano sull’esecuzione precisa di un singolo tiro in diverse condizioni. La pratica dei kata è fondamentale per interiorizzare i principi dell’arte e per preservare le tradizioni della scuola.

Esempi di kata possono includere sequenze che prevedono l’ingresso nel dojo (luogo di pratica), la preparazione dell’arco e delle frecce, l’esecuzione di una serie di tiri specifici e la conclusione della sessione.

9. Una tipica seduta di allenamento

Una tipica seduta di allenamento nel Kyūjutsu può variare a seconda della scuola e del livello degli studenti, ma generalmente include i seguenti elementi:

  1. Riscaldamento (準備運動, Junbi Undō): Esercizi leggeri per preparare il corpo, focalizzandosi su spalle, braccia, schiena e gambe.
  2. Esercizi di base (基本動作, Kihon Dōsa): Pratica delle posture fondamentali ( shisei ), dei movimenti di base e della respirazione.
  3. Pratica dei kata (型稽古, Kata Keiko): Esecuzione delle sequenze predefinite, concentrandosi sulla precisione, la fluidità e l’applicazione dei principi.
  4. Tiro al bersaglio (射的, Shateki): Pratica del tiro a diverse distanze, focalizzandosi sulla tecnica individuale e sulla precisione.
  5. Raffreddamento (整理運動, Seiri Undō): Esercizi di stretching per rilassare i muscoli.
  6. Revisione e insegnamento (復習と指導, Fukushū to Shidō): Discussione dei progressi, correzione degli errori e spiegazione dei principi da parte dell’istruttore ( sensei ).
  7. Pulizia e manutenzione dell’attrezzatura (道具の手入れ, Dōgu no Teire): Un aspetto importante per mostrare rispetto per gli strumenti della pratica.

L’enfasi è posta non solo sul colpire il bersaglio, ma sul processo di tiro stesso, con attenzione alla forma, alla concentrazione e alla disciplina mentale.

10. Gli stili e le scuole

Nel corso della sua storia, il Kyūjutsu ha dato origine a numerosi stili e scuole ( ryūha ), ognuna con le proprie tecniche, filosofie e tradizioni. Alcune delle scuole più influenti includono:

  • Heki-ryū (日置流): Una delle scuole più antiche e influenti, fondata da Heki Danjō Masatsugu. Si è ramificata in numerose sottoscuole, ognuna con caratteristiche distintive.
  • Ogasawara-ryū (小笠原流): Nota per la sua enfasi sull’etichetta formale ( reishiki ) e sulle tecniche di tiro a cavallo ( kisha ). Tradizionalmente legata alla nobiltà e alle cerimonie di corte.
  • Takeda-ryū (武田流): Un’altra antica scuola che integra il tiro con l’arco con altre abilità marziali.

Oltre a queste, esistono molte altre scuole con storie e tecniche uniche. La sopravvivenza di queste scuole fino ai giorni nostri testimonia la dedizione dei maestri nel preservare la tradizione del Kyūjutsu.

11. La situazione in Italia

La pratica del Kyūjutsu in Italia è ancora relativamente limitata rispetto ad altre arti marziali giapponesi più diffuse come il Karate o il Judo. Tuttavia, esiste un crescente interesse e alcuni gruppi e associazioni dediti alla sua pratica e diffusione.

Generalmente, la pratica in Italia è condotta da istruttori che hanno studiato direttamente in Giappone o con maestri giapponesi. Le attività possono includere corsi regolari, seminari e stage per approfondire la conoscenza tecnica e teorica del Kyūjutsu.

È consigliabile cercare attivamente online associazioni o gruppi nella propria area per trovare opportunità di apprendimento. La comunità del Kyūjutsu in Italia, sebbene piccola, è spesso molto appassionata e dedita alla pratica autentica di quest’arte.

12. Terminologia tipica

Ecco alcuni termini tipici utilizzati nel Kyūjutsu:

  • Yumi (弓): Arco
  • Ya (矢): Freccia
  • Tsuru (弦): Corda dell’arco
  • Yazuka (矢束): Lunghezza della freccia tirata (draw length)
  • Mochi (持): Impugnatura dell’arco
  • Nock (筈, Hazu): Incoccatura della freccia
  • Shaft (幹, Kan): Fusto della freccia
  • Fletching (羽, Ha): Impennaggio della freccia
  • Makiwara (巻藁): Bersaglio di paglia per la pratica ravvicinata
  • Tōteki (遠的): Tiro al bersaglio a lunga distanza
  • Kinteki (近的): Tiro al bersaglio a breve distanza
  • Dōjō (道場): Luogo di pratica
  • Sensei (先生): Insegnante, maestro
  • Seiza (正座): Posizione formale seduta sulle ginocchia
  • Renshu (練習): Pratica, allenamento
  • Shisei (姿勢): Postura
  • Kokyū (呼吸): Respirazione
  • Hanare (離れ): Rilascio della freccia
  • Zanshin (残心): Mente/corpo rimanente, consapevolezza dopo il tiro
  • Kata (型): Forma, sequenza predefinita di movimenti
  • Ryūha (流派): Stile, scuola

13. Abbigliamento

L’abbigliamento tradizionale per la pratica del Kyūjutsu è sobrio e funzionale, progettato per non ostacolare i movimenti. Generalmente include:

  • Gi (着): Una veste simile a quella utilizzata in altre arti marziali, spesso di colore bianco o blu scuro. La foggia può variare leggermente a seconda della scuola.
  • Hakama (袴): Pantaloni ampi con pieghe, tradizionalmente indossati dai samurai.
  • Obi (帯): Cintura per tenere fermo il gi e, a volte, per sostenere il yugake.
  • Tabi (足袋): Calzini tradizionali giapponesi con la divisione per l’alluce, che migliorano la presa e la sensibilità dei piedi.
  • Yugake (弽): Un guanto speciale in pelle, solitamente di cervo, indossato sulla mano che tira la corda per proteggerla e facilitare un rilascio pulito. La forma e il numero di dita del yugake possono variare a seconda della scuola.

In alcune scuole o in contesti informali, l’abbigliamento può essere meno rigido, ma il rispetto per la tradizione e la funzionalità rimangono importanti.

14. Armi

L’arma principale del Kyūjutsu è l’arco giapponese, lo yumi (弓). Le sue caratteristiche distintive includono:

  • Lunghezza asimmetrica: La parte superiore dell’arco è significativamente più lunga della parte inferiore. Questa asimmetria è unica agli archi giapponesi e si pensa contribuisca alla stabilità e alla potenza del tiro.
  • Costruzione composita: Tradizionalmente, lo yumi è realizzato con strati di bambù, legno e talvolta corno, laminati insieme per ottenere flessibilità, resistenza e potenza. Gli archi moderni possono utilizzare materiali sintetici come la fibra di vetro o il carbonio.
  • Varietà di dimensioni e potenze: Gli archi sono disponibili in diverse lunghezze e potenze di trazione per adattarsi alle dimensioni e alla forza dell’arciere.

Le frecce (ya, 矢) sono altrettanto importanti e sono composte da:

  • Shaft (kan, 幹): Il fusto, tradizionalmente in bambù, ma oggi anche in alluminio o carbonio.
  • Fletching (ha, 羽): Le penne, tradizionalmente di aquila o oca, ma anche sintetiche. Il numero e la forma delle penne possono variare.
  • Nock (hazu, 筈): L’incoccatura in cui si inserisce la corda dell’arco.
  • Point (yajiri, 鏃): La punta della freccia, che può variare a seconda dello scopo (pratica, cerimonia, guerra storica).

La cura e la manutenzione dell’arco e delle frecce sono parte integrante della pratica del Kyūjutsu.

15. A chi è indicato e a chi no

Il Kyūjutsu può essere indicato a persone di diverse età e condizioni fisiche, poiché enfatizza la tecnica, la concentrazione e la disciplina mentale più che la forza bruta. Tuttavia, alcune caratteristiche possono renderlo più adatto ad alcuni individui:

Indicato per chi:

  • Cerca una disciplina che combini l’aspetto fisico con quello mentale e spirituale.
  • È interessato alla cultura e alla storia giapponese.
  • Apprezza la precisione, la pazienza e la perseveranza.
  • Desidera migliorare la propria concentrazione e la consapevolezza del corpo.
  • È alla ricerca di un’attività a basso impatto fisico (anche se alcune scuole possono avere requisiti fisici specifici).

Meno indicato per chi:

  • Ha gravi problemi fisici che impediscono di mantenere le posture di base o di utilizzare l’arco in sicurezza.
  • Non ha pazienza o interesse per la pratica ripetitiva e meticolosa.
  • Cerca un’attività ad alta intensità cardiovascolare o con un forte focus sul combattimento corpo a corpo (anche se il Kyūjutsu ha radici marziali).
  • Non è interessato agli aspetti tradizionali, cerimoniali e filosofici dell’arte.

È sempre consigliabile consultare un medico in caso di preesistenti condizioni mediche e di provare una lezione introduttiva per valutare se il Kyūjutsu è adatto alle proprie aspettative e capacità.

16. Considerazioni sulla sicurezza

La sicurezza è fondamentale nella pratica del Kyūjutsu e vengono adottate rigorose precauzioni:

  • Supervisione qualificata: L’allenamento deve sempre avvenire sotto la guida di un istruttore esperto che possa insegnare le tecniche corrette e le procedure di sicurezza.
  • Controllo dell’attrezzatura: L’arco, le frecce e gli altri accessori devono essere regolarmente controllati per assicurarsi che siano in buone condizioni e sicuri da usare.
  • Area di tiro sicura: L’area di tiro deve essere libera da ostacoli e persone non coinvolte nella pratica. Devono essere presenti adeguate protezioni per evitare che le frecce vaganti causino danni.
  • Rispetto delle distanze di sicurezza: È fondamentale mantenere le distanze di sicurezza appropriate tra gli arcieri e il bersaglio.
  • Gestione responsabile delle frecce: Le frecce devono essere maneggiate con cura e non devono mai essere puntate verso persone.
  • Riscaldamento adeguato: Un buon riscaldamento aiuta a prevenire infortuni muscolari.
  • Utilizzo del yugake: Il guanto protettivo è essenziale per prevenire lesioni alla mano che tira la corda.

Il rispetto di queste norme di sicurezza è cruciale per garantire un ambiente di pratica sicuro e per prevenire incidenti.

17. Controindicazioni

Sebbene il Kyūjutsu sia generalmente un’attività a basso impatto, alcune condizioni potrebbero rappresentare delle controindicazioni o richiedere particolari precauzioni:

  • Problemi alla schiena o alle spalle: Le posture e i movimenti di trazione dell’arco potrebbero aggravare alcune condizioni preesistenti.
  • Lesioni alle mani o ai polsi: La presa dell’arco e il rilascio della corda richiedono una certa forza e mobilità.
  • Problemi alla vista non corretti: Una buona acuità visiva è importante per la precisione del tiro.
  • Vertigini o problemi di equilibrio: Alcune posture potrebbero risultare difficili.
  • Condizioni mediche che limitano la capacità di concentrazione: La concentrazione è un elemento chiave del Kyūjutsu.

È fondamentale comunicare qualsiasi condizione medica preesistente al proprio istruttore prima di iniziare la pratica. L’istruttore potrà fornire indicazioni specifiche o adattare l’allenamento alle esigenze individuali.

 

18. Conclusioni

Il Kyūjutsu è molto più di una semplice arte del tiro con l’arco. È una disciplina profonda che affonda le sue radici nella storia e nella cultura giapponese, offrendo un percorso di crescita fisica, mentale e spirituale. Attraverso la pratica meticolosa delle tecniche, il rispetto per l’etichetta e la ricerca della precisione, il Kyūjutsu coltiva la concentrazione, la pazienza e l’armonia. Sebbene meno diffuso delle sue evoluzioni moderne come il Kyūdō, il Kyūjutsu continua a vivere come custode di antiche tradizioni marziali, offrendo a chi lo pratica un legame unico con il passato e un’opportunità di profonda introspezione.

19. Fonti

  • Libri:

    • In lingua italiana: Purtroppo, la letteratura specificamente dedicata al Kyūjutsu in italiano potrebbe essere limitata. Tuttavia, si possono trovare riferimenti all’arco e al suo ruolo nelle arti marziali giapponesi in opere più generali sulla cultura e la storia del Giappone o sulle arti marziali.
    • In lingua inglese: Esistono diverse pubblicazioni che trattano la storia, le tecniche e la filosofia del Kyūjutsu. Alcuni titoli da considerare potrebbero includere opere sulla storia delle arti marziali giapponesi che dedicano sezioni al Kyūjutsu, o manuali specifici (se disponibili) pubblicati da scuole o praticanti di quest’arte.
    • In lingua giapponese: La fonte più ricca di informazioni dettagliate si trova sicuramente in pubblicazioni in lingua giapponese, inclusi testi storici delle scuole ( ryūha ) e manuali di pratica. Tuttavia, l’accesso a queste fonti potrebbe richiedere competenze linguistiche specifiche.
  • Siti Web e Risorse Online:

    • Associazioni e scuole di Kyūjutsu: I siti web di organizzazioni o scuole di Kyūjutsu, sia in Giappone che all’estero (inclusa l’Italia, se esistenti), possono offrire informazioni sulla storia, la filosofia, le tecniche e le opportunità di pratica.
    • Forum e comunità online: Le comunità online dedicate alle arti marziali giapponesi o specificamente al Kyūdō (che ha radici comuni) possono essere fonti di discussione e scambio di informazioni.
    • Risorse accademiche: Articoli accademici o tesi di ricerca sulla storia militare giapponese o sulle arti marziali tradizionali possono contenere informazioni rilevanti sul Kyūjutsu.
  • Documentari e Materiale Video:

    • Documentari sulla cultura giapponese o sulle arti marziali possono includere segmenti dedicati al Kyūjutsu, offrendo una visione pratica e visiva dell’arte.
    • Video didattici o dimostrativi realizzati da scuole o maestri possono essere utili per comprendere le tecniche e i movimenti.
  • Contatto diretto con praticanti ed istruttori:

    • La fonte più preziosa di conoscenza è spesso il contatto diretto con praticanti esperti e istruttori qualificati di Kyūjutsu. Partecipare a lezioni, seminari o eventi può offrire un’esperienza di apprendimento autentica e approfondita.

20. Disclaimer

Le informazioni fornite in questa pagina sono a scopo informativo generale e non intendono sostituire il consiglio di un istruttore qualificato di Kyūjutsu. La pratica del Kyūjutsu comporta dei rischi e dovrebbe essere intrapresa sotto la supervisione di professionisti esperti.

a cura di F. Dore – 2025

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