Kumiuchi (組討 / 組打) SV

Tabella dei Contenuti

1. Cosa è

Kumiuchi (組討 o 組打) è un termine giapponese che si traduce letteralmente come “intrecciare/afferrare e colpire/abbattere”. Si riferisce specificamente alla lotta corpo a corpo ingaggiata dai samurai sul campo di battaglia, tipicamente mentre indossavano l’armatura (yoroi – 鎧), una pratica nota anche come Yoroi Kumiuchi (鎧組討).

È fondamentale capire che il Kumiuchi non è una scuola marziale (ryūha) o uno stile formalizzato a sé stante con un proprio fondatore e un curriculum definito come potremmo intendere oggi un’arte marziale. Rappresenta piuttosto:

  • Un metodo o una categoria di combattimento.
  • Il fenomeno pratico della lotta ravvicinata in condizioni belliche.
  • L’insieme delle abilità necessarie per sopravvivere e prevalere quando le armi principali diventavano inefficaci e la distanza si annullava.

Il Kumiuchi storico è quindi la radice pratica e l’applicazione bellica da cui molte tecniche e principi del Jujutsu antico, del Kogusoku e del Koshi-no-mawari sono stati successivamente distillati, codificati e organizzati all’interno delle scuole marziali tradizionali (koryū). Oggi, nessuno pratica il Kumiuchi nel suo contesto originale, ma le sue tecniche e i suoi principi sopravvivono attraverso lo studio di queste koryū.

2. Caratteristiche, filosofia e aspetti chiave

Essendo un metodo di combattimento nato dalla necessità bellica, le caratteristiche del Kumiuchi sono dettate dal pragmatismo estremo:

  • Contesto Bellico: Creato per la mischia caotica, gli assedi, o dopo essere stati disarmati o disarcionati.
  • Influenza dell’Armatura (Yoroi): Le tecniche sono pensate per funzionare indossando un’armatura e contro un avversario anch’esso protetto. Questo implica:
    • Evitare colpi inefficaci contro le piastre.
    • Mirare a fessure (sukima), giunture o zone scoperte (collo, ascelle, interno coscia).
    • Utilizzare leve e proiezioni per sfruttare il peso e l’ingombro dell’armatura nemica.
  • Distanza Zero: Si opera a contatto diretto, spesso in presa (kumi).
  • Integrazione Totale: Non c’è netta separazione tra lotta, colpi e uso di armi corte. Si afferra per colpire o pugnalare, si colpisce per creare aperture per prese o leve, si usa il pugnale (tantōyoroi-dōshi) come parte integrante della lotta.
  • Obiettivo: Neutralizzazione: Lo scopo finale è neutralizzare l’avversario nel modo più rapido ed efficace possibile (uccidere, rendere inabile, catturare), usando qualsiasi mezzo necessario.
  • Brutalità e Direttezza: Le tecniche sono spesso dirette, potenti e potenzialmente letali o invalidanti, prive di fronzoli estetici. In situazioni estreme, potevano includere morsi, colpi agli occhi, ecc.
  • Filosofia: La filosofia sottostante è quella della sopravvivenza e dell’efficacia pragmatica (jissen). Non c’è spazio per teorie astratte o regole sportive; conta solo ciò che funziona per rimanere vivi e sconfiggere il nemico in condizioni reali.

3. La storia

La pratica del Kumiuchi è antica quanto la storia dei samurai stessi, ma la sua importanza e il suo sviluppo tecnico sono particolarmente legati a specifici periodi:

  • Periodi Heian (794-1185) e Kamakura (1185-1333): I samurai combattevano principalmente a cavallo con arco e tachi (spada lunga), indossando armature pesanti (ō-yoroi). Il Kumiuchi esisteva (specialmente per disarcionare nemici o combattere una volta caduti), ma era forse meno centrale e sistematizzato rispetto alle arti principali. Le cronache come l’Heike Monogatari descrivono già scene di lotta tra guerrieri corazzati.
  • Periodo Sengoku (1467-1603): L’età d’oro del Kumiuchi. Le continue guerre civili, l’ascesa della fanteria, le battaglie campali di massa, gli assedi e l’evoluzione verso armature più leggere ma ancora protettive (tōsei gusoku) resero le abilità di combattimento ravvicinato assolutamente vitali per ogni samurai. È in questo periodo che le tecniche di Kumiuchi vennero affinate dall’esperienza e iniziarono ad essere formalizzate e integrate nei curricula delle nascenti scuole marziali (koryū). Scuole come la Takenouchi-ryū (1532) codificarono specificamente queste abilità (chiamandole Kogusoku/Koshi-no-mawari).
  • Periodo Edo (1603-1868): Con la pace Tokugawa, il Kumiuchi perse la sua applicazione bellica diretta. Tuttavia, le sue tecniche sopravvissero e furono preservate all’interno delle koryū Jujutsu, Kogusoku, ecc. Vennero ulteriormente raffinate e adattate per l’autodifesa, i compiti di polizia dei samurai e come metodo di allenamento fisico e mentale.
  • Era Moderna (Post-1868): Con la fine dell’era samurai e l’obsolescenza dell’armatura, il Kumiuchi come pratica bellica scomparve. I suoi principi e tecniche, tuttavia, formarono la base fondamentale per lo sviluppo di molte forme di Jujutsu moderno e, successivamente, del Judo e dell’Aikido. Oggi (Aprile 2025), il Kumiuchi storico non viene praticato, ma il suo spirito e le sue tecniche sopravvivono nello studio delle koryū pertinenti.

4. Il Fondatore

Il Kumiuchi non ha un fondatore. Essendo un metodo di combattimento sviluppatosi collettivamente e organicamente dalle necessità pratiche dei guerrieri samurai nel corso di secoli, è impossibile attribuirne l’origine a una singola persona.

Non è un’arte marziale creata a tavolino da un maestro specifico, ma piuttosto il risultato dell’esperienza accumulata da innumerevoli guerrieri sui campi di battaglia. Ogni samurai che si trovò a lottare corpo a corpo in armatura contribuì, consciamente o inconsciamente, all’evoluzione di queste abilità.

Le figure storiche importanti (come Takenouchi Hisamori per la Takenouchi-ryū) non sono fondatori del Kumiuchi in sé, ma sono fondatori di scuole (ryūha) che hanno codificato, sistematizzato e formalizzato le tecniche derivate dal Kumiuchi, dando loro un nome (come Kogusoku, Koshi-no-mawari, o semplicemente Jujutsu) e creando un metodo per insegnarle e tramandarle.

Quindi, la risposta breve è: il Kumiuchi non ha un fondatore specifico.

5. Maestri Famosi

Coerentemente con l’assenza di un fondatore e di una scuola formalizzata chiamata “Kumiuchi”, non esistono “maestri famosi di Kumiuchi” nel senso di esponenti di un’arte distinta.

Possiamo però identificare figure rilevanti in relazione al Kumiuchi:

  1. Guerrieri Storici Rinomati: Le cronache storiche giapponesi (gunki monogatari) sono piene di racconti di samurai celebri per il loro valore e la loro forza fisica, spesso descritti mentre si cimentano in feroci combattimenti corpo a corpo. Figure semi-leggendarie come Saitō Musashibō Benkei o eroi di epopee come la Guerra Genpei sono esempi di guerrieri la cui abilità nel kumiuchi era parte integrante della loro fama, anche se le descrizioni sono spesso iperboliche. Erano maestri de facto per esperienza diretta.
  2. Fondatori e Maestri di Koryū Jujutsu/Sōgō Bujutsu: I veri “maestri” le cui abilità derivano direttamente dal Kumiuchi sono i fondatori e i successivi capiscuola (Sōke) e maestri (Shihan) delle koryū che hanno formalizzato queste tecniche. Figure come Takenouchi Hisamori (Takenouchi-ryū)Araki Mujinsai (Araki-ryū)Takenaga Hayato (Yagyū Shingan-ryū), e i loro successori, sono i maestri delle discipline che hanno preservato l’eredità tecnica del Kumiuchi. La loro fama è legata alla loro specifica ryūha.

In sostanza, la maestria nel Kumiuchi storico era dimostrata sul campo di battaglia; la maestria nelle sue forme codificate oggi risiede nei detentori dei lignaggi delle koryū pertinenti.

6. Leggende, curiosità, storie e aneddoti

Il Kumiuchi, essendo legato al cuore del combattimento samurai, è ricco di elementi affascinanti:

  • Scene Epiche nelle Cronache: Testi come l’Heike Monogatari o il Taiheiki contengono descrizioni vivide e spesso cruente di scontri kumiuchi, con guerrieri che si afferrano, si trascinano giù da cavallo, lottano nel fango o sull’acqua, cercano di pugnalarsi attraverso le fessure dell’armatura. Queste storie, pur romanzate, danno un’idea dell’importanza e della brutalità di questo tipo di lotta.
  • Il Dilemma del Disarcionamento: Cadere da cavallo in armatura pesante era un incubo per il samurai. Rimanere immobilizzato a terra significava morte quasi certa se non si era abili nel kumiuchi per difendersi dai nemici appiedati o per riuscire a rialzarsi.
  • Lo Yoroi-dōshi Come “Chiave”: L’esistenza stessa del pugnale perfora-armature (yoroi-dōshi) è una testimonianza diretta delle sfide del Kumiuchi. Era lo strumento specifico per risolvere il problema di come finire un avversario protetto una volta che lo si era immobilizzato nella lotta.
  • Non Solo Forza Bruta: Sebbene la forza fisica fosse importante, le tecniche di Kumiuchi più raffinate (poi confluite nel Jujutsu) sfruttavano leve, sbilanciamenti e conoscenza dei punti deboli, permettendo a un guerriero abile di prevalere anche su un avversario fisicamente più imponente.
  • Il Suono della Battaglia: Si può immaginare il suono del Kumiuchi: il cozzare delle armature, il clangore delle armi corte, il respiro affannoso dei combattenti, le grida, il rumore sordo delle cadute e dei colpi.
  • Differenza con il Sumo Antico (Sumai): Mentre il Sumo moderno è uno sport ritualizzato, le sue forme più antiche (sumai) avevano forse più punti di contatto con il kumiuchi, essendo lotte meno regolamentate e potenzialmente più violente, anche se praticate in contesti diversi da quello bellico immediato.

7. Tecniche

Le tecniche utilizzate nel Kumiuchi storico erano dettate dalla necessità e dall’efficacia immediata in armatura. Non abbiamo manuali specifici di “Kumiuchi”, ma possiamo dedurre le tecniche principali da quelle preservate nelle koryū Jujutsu/Kogusoku e dalle descrizioni storiche:

  • Prese e Controllo (Kumi): Afferrare saldamente l’avversario (arti, corpo, parti dell’armatura) per controllarne i movimenti e l’equilibrio.
  • Sbilanciamenti (Kuzushi): Rompere l’equilibrio nemico usando il proprio peso, la forza dell’avversario e leve corporee.
  • Proiezioni/Atterramenti (Nage): Gettare a terra l’avversario, spesso con proiezioni corte e potenti (es. d’anca – koshi nage, di gamba, o tecniche di sacrificio – sutemi-waza) che sfruttavano il peso dell’armatura per aumentare il danno da impatto.
  • Leve Articolari (Kansetsu): Applicare leve dolorose o invalidanti alle giunture scoperte o meno protette (polsi, gomiti, dita, collo) per controllare o sottomettere. Probabilmente meno raffinate del Jujutsu posteriore, ma efficaci.
  • Colpi (Atemi): Colpire con pugni, gomiti, ginocchia, testa, talloni i punti vulnerabili non protetti dall’armatura (viso/visiera, gola, ascelle, inguine, giunture).
  • Immobilizzazioni (Osae): Bloccare l’avversario a terra per impedirgli di rialzarsi o contrattaccare, spesso usando il proprio peso e le ginocchia.
  • Uso del Pugnale (TantōYoroi-dōshi): Estrarre e usare l’arma corta per colpire i punti deboli esposti durante la lotta.
  • Tecniche Estreme: In situazioni disperate, potevano essere usati morsi, dita negli occhi, ecc.

L’essenza era combinare queste azioni in modo fluido e opportunistico per neutralizzare l’avversario.

8. I Kata

Il Kumiuchi storico, inteso come la pratica effettiva della lotta sul campo di battaglia, non aveva kata (形 – forme) nel senso strutturato e preordinato che intendiamo oggi nelle arti marziali tradizionali. Era un combattimento istintivo e caotico basato sull’esperienza e sull’addestramento informale.

Tuttavia, le tecniche e i principi del Kumiuchi sono stati preservati e sono insegnati attraverso i kata delle scuole koryū successive che hanno formalizzato questo sapere. Quindi:

  • Non esistono “Kata di Kumiuchi” come disciplina a sé.
  • Esistono Kata di Kogusoku, Koshi-no-mawari, Koryū Jujutsu, o Taijutsu (all’interno di scuole come Takenouchi-ryū, Araki-ryū, Yagyū Shingan-ryū, Katori Shintō-ryū, Sosuishitsu-ryū, ecc.) che simulano scenari di Kumiuchi e ne insegnano le tecniche fondamentali (prese, leve, proiezioni in armatura, uso del pugnale, ecc.) in modo strutturato e trasmissibile.

Questi kata sono il veicolo attraverso cui l’essenza del Kumiuchi è giunta fino a noi.

9. Una tipica seduta di allenamento

Analogamente ai katanon esisteva una “tipica seduta di allenamento di Kumiuchi” strutturata come una lezione moderna. L’addestramento storico avveniva probabilmente attraverso:

  1. Esperienza Diretta: Il modo più brutale ma efficace: imparare sopravvivendo sul campo di battaglia.
  2. Addestramento Informale: Esercitazioni di lotta rude tra commilitoni all’interno delle unità militari o dei clan samurai, per condizionare il corpo e testare le abilità.
  3. Insegnamento da Guerrieri Esperti: Samurai più anziani o rinomati per la loro abilità potevano trasmettere le loro conoscenze ai più giovani in modo pratico ma non necessariamente formalizzato come nelle ryūha successive.

Oggi (Aprile 2025), l’unico modo per allenare le tecniche derivate dal Kumiuchi è attraverso la pratica strutturata all’interno di una scuola koryū pertinente. Una seduta di allenamento in una di queste scuole (come descritto per Kogusoku/Koshi-no-mawari) includerà:

  • Saluti e Etichetta (Reigi)
  • Riscaldamento (Junbi Taisō)
  • Fondamentali (Kihon), inclusa la pratica intensiva delle cadute (Ukemi)
  • Pratica dei Kata (Kata Keiko) specifici della scuola che simulano il combattimento ravvicinato/Kumiuchi.
  • Eventuali esercizi applicativi (BunkaiKumite controllati) a livelli avanzati.
  • Saluti Finali.

L’allenamento è focalizzato sulla precisione, il controllo, la comprensione dei principi e la preservazione della forma tradizionale insegnata nei kata.

10. Gli stili e le scuole

Ribadiamo: il Kumiuchi non è uno stile o una scuola (ryūha). È un metodo di combattimento storico.

Le “scuole del Kumiuchi” sono, in realtà, le koryū ryūha che hanno incorporato, formalizzato e preservato le tecniche di Kumiuchi all’interno dei loro curricula di Jujutsu, Kogusoku, Koshi-no-mawari, Taijutsu o come parte di un sistema sōgō bujutsu (arte marziale comprensiva).

Le scuole più rilevanti in questo senso sono quelle già menzionate:

  • Takenouchi-ryū (con il suo Koshi-no-mawari Kogusoku)
  • Araki-ryū (con il suo approccio diretto e potente al Torite/Kogusoku)
  • Sosuishitsu-ryū (con il suo Kumiuchi Kogusoku)
  • Yagyū Shingan-ryū (con il suo Taijutsu robusto)
  • Tenshin Shōden Katori Shintō-ryū (con la sua sezione di Jujutsu/Yawara)
  • Daitō-ryū Aiki-jūjutsu (pur essendo più tarda, le sue tecniche Aiki-jūjutsu hanno radici nel combattimento ravvicinato antico)
  • E molte altre koryū di Jujutsu meno conosciute.

Lo “stile” con cui si apprendono i principi del Kumiuchi oggi è quindi lo stile specifico della ryūha tradizionale che si sceglie di studiare.

11. La situazione in Italia

Nessuno pratica il Kumiuchi storico originale in Italia (Aprile 2025), né altrove. Non esistono “corsi di Kumiuchi”.

Ciò che è possibile trovare in Italia, seppur con estrema difficoltà e rarità, sono gruppi di studio affiliati a koryū che insegnano tecniche derivate dal Kumiuchi. La situazione è identica a quella descritta per Kogusoku e Koshi-no-mawari:

  • Le scuole con maggiore probabilità di avere una presenza verificabile (seppur limitata) sono Tenshin Shōden Katori Shintō-ryū e Daitō-ryū Aiki-jūjutsu.
  • Potrebbe esistere qualche gruppo di Yagyū Shingan-ryū, ma richiede attenta verifica.
  • La presenza di scuole come Takenouchi-ryū, Araki-ryū, Sosuishitsu-ryū è altamente improbabile.

Chi è interessato a studiare le radici del combattimento ravvicinato giapponese in Italia deve quindi ricercare queste specifiche koryū o scuole correlate e prepararsi a un percorso di ricerca e pratica impegnativo.

12. Terminologia tipica

La terminologia rilevante include il termine stesso e quelli associati al contesto e alle tecniche:

  • Kumiuchi (組討 / 組打): [Koo-mee-oo-chee] Lotta corpo a corpo, intrecciare e colpire/abbattere.
  • Yoroi Kumiuchi (鎧組討): [Yo-roy Koo-mee-oo-chee] Kumiuchi eseguito indossando l’armatura (yoroi).
  • Yoroi (鎧): [Yo-roy] Armatura giapponese (termine generico).
  • Kogusoku (小具足): [Ko-goo-so-koo] Piccola armatura/equipaggiamento (concetto/curriculum derivato).
  • Koshi-no-mawari (腰之廻): [Ko-shee no ma-wa-ree] Intorno alle anche (concetto/curriculum derivato).
  • Jujutsu (柔術): [Joo-joo-tsoo] Arte della cedevolezza (disciplina formalizzata derivata).
  • Tantō (短刀): [Tan-to] Pugnale.
  • Yoroi-dōshi (鎧通し): [Yo-roy-do-shee] Pugnale perfora-armature (arma chiave del Kumiuchi).
  • Kodachi (小太刀): [Ko-da-chee] Spada corta.
  • Torite (捕手): [To-ree-te] Tecniche di presa/cattura.
  • Kansetsu (関節): [Kan-set-soo] Articolazione (per le leve).
  • Nage (投): [Na-ghe] Proiezione.
  • Atemi (当身): [A-te-mee] Colpo a punti vitali.
  • Shime (絞): [Shee-me] Strangolamento.
  • Osae (抑): [O-sa-e] Immobilizzazione.
  • Includere anche termini generali di Koryū come Kata, Ryūha, Sensei, Dōjō, Reigi, Ukemi, Tai Sabaki, Maai, Kuzushi, Zanshin.

13. Abbigliamento

Bisogna distinguere tra contesto storico e pratica moderna delle tecniche derivate:

  1. Abbigliamento Storico del Kumiuchi: Il Kumiuchi veniva praticato indossando l’armatura da battaglia (yoroi) del periodo. Questa poteva variare dalla pesante ō-yoroi dei primi periodi alle più agili dō-maruharamaki o tōsei gusoku del periodo Sengoku. Sotto l’armatura si indossavano indumenti specifici (yoroi shitagi).
  2. Abbigliamento Moderno per le Tecniche Derivate: Chi oggi studia le tecniche di combattimento ravvicinato all’interno di una koryū (come quelle menzionate) indossa l’abbigliamento standard di quella scuola:
    • Keikogi (稽古着): Uniforme robusta (giacca e pantaloni), bianca o blu/nera.
    • Obi (帯): Cintura (solitamente bianca o nera).
    • Hakama (袴): Spesso richiesta, blu/nera.
    • Si pratica a piedi nudi su tatami.

Nessuno oggi si allena regolarmente nel Kumiuchi indossando un’armatura completa, se non in rarissime e specifiche sessioni di studio storico o rievocativo, estremamente difficili da organizzare e potenzialmente pericolose.

14. Armi

Le armi rilevanti nel Kumiuchi sono quelle utilizzate durante la lotta corpo a corpo, quando le armi primarie sono fuori gioco:

  • Yoroi-dōshi (鎧通し): L’arma principe del Kumiuchi. Il pugnale robusto specificamente progettato per penetrare le fessure dell’armatura durante la lotta ravvicinata.
  • Tantō (短刀): Il pugnale standard, usato per colpire punti vitali scoperti o fessure accessibili, o come strumento di leva/controllo.
  • Kodachi (小太刀): La spada corta poteva essere estratta e usata se la situazione lo permetteva, essendo più maneggevole della katana a distanza zero.

L’uso di queste armi era integrato con le tecniche di presa, leva e proiezione. La difesa contro queste stesse armi era parimenti cruciale.

15. A chi è indicato e a chi no

Poiché non si pratica il Kumiuchi storico, la domanda va riformulata: a chi è indicato lo studio delle koryū che preservano le tecniche derivate dal Kumiuchi?

È Indicato Per:

  • Appassionati di storia militare giapponese e del combattimento samurai.
  • Chi vuole comprendere le radici pratiche e spesso brutali del Jujutsu e di altre arti marziali.
  • Praticanti di Koryū interessati all’aspetto del combattimento in armatura (anche se studiato senza indossarla).
  • Persone con la disciplina, la pazienza e il rispetto necessari per lo studio delle koryū (come già dettagliato per Kogusoku/Koshi-no-mawari).

NON È Indicato Per:

  • Chi cerca un’arte marziale da praticare come “Kumiuchi” (non esiste come scuola a sé).
  • Chi non è interessato al contesto storico e bellico.
  • Chi cerca un sistema di grappling sportivo moderno (esistono BJJ, Judo, Lotta, ecc.).
  • Chi non possiede i requisiti di disciplina, pazienza e rispetto per l’ambiente koryū.
  • Chi è turbato dalla natura potenzialmente letale e brutale delle tecniche nel loro contesto originale.

16. Considerazioni sulla sicurezza

  1. Sicurezza Storica: Il Kumiuchi sul campo di battaglia era intrinsecamente pericoloso e spesso letale. Non c’erano regole di sicurezza.
  2. Sicurezza nella Pratica Moderna (Tecniche Derivate): Lo studio delle tecniche derivate dal Kumiuchi all’interno delle koryū moderne segue rigorosi protocolli di sicurezza, come quelli descritti per Kogusoku/Koshi-no-mawari:
    • Istruzione qualificata.
    • Progressione graduale.
    • Controllo assoluto (specialmente su leve e strangolamenti).
    • Rispetto reciproco e segnali di resa.
    • Maestria nelle cadute (ukemi).
    • Uso di attrezzature sicure (tatami, armi da allenamento inerti).
    • Etichetta formale (reigi).

Grazie a questi metodi, la pratica moderna di queste tecniche storiche avviene in un ambiente relativamente sicuro, dove gli infortuni gravi sono rari se le regole vengono rispettate.

17. Controindicazioni

Le controindicazioni non si applicano al Kumiuchi storico (che non si pratica), ma allo studio moderno delle tecniche derivate all’interno di una koryū. Sono quindi le stesse identificate per Kogusoku/Koshi-no-mawari:

  • Fisiche: Gravi problemi articolari, cardiaci, neurologici; gravidanza; recenti traumi/interventi; osteoporosi severa, ecc. Consultare sempre un medico.
  • Comportamentali/Psicologiche: Mancanza di disciplina, rispetto, umiltà; aggressività incontrollata; ego smisurato; gravi problemi psicologici non gestiti. Queste sono spesso controindicazioni assolute per l’ammissione/permanenza in una koryū.
  • Contesto Italiano (Aprile 2025): Obbligo del certificato medico di idoneità sportiva.

18. Conclusioni

Il Kumiuchi rappresenta la realtà storica, pragmatica e spesso brutale del combattimento corpo a corpo dei samurai in armatura. Non è un’arte marziale formalizzata a sé stante, ma il contesto bellico e l’insieme di abilità pratiche da cui sono state distillate e codificate molte delle tecniche che troviamo oggi nel Koryū Jujutsu, nel Kogusoku e nel Koshi-no-mawari.

Comprendere il Kumiuchi significa gettare uno sguardo sulle radici più profonde e funzionali di queste discipline, riconoscendone l’origine in esigenze di sopravvivenza estreme. Sebbene il Kumiuchi storico non sia più praticato, il suo spirito e i suoi principi tecnici sopravvivono grazie alla dedizione delle scuole tradizionali (koryū) che ne preservano l’eredità attraverso i loro kata e metodi di allenamento rigorosi e sicuri. Studiare queste koryū oggi offre un collegamento unico con il passato marziale del Giappone.

19. Fonti

Le informazioni sul Kumiuchi derivano principalmente da:

  • Cronache Storiche Giapponesi (Gunki Monogatari): Testi come Heike MonogatariTaiheiki, ecc., che descrivono battaglie e combattimenti individuali.
  • Studi Accademici sulla Storia Militare Giapponese: Opere di storici specializzati nell’era samurai, nelle armature e nelle tattiche di combattimento (es. Karl Friday, Thomas Conlan).
  • Ricerca sulle Koryū Bujutsu: Libri e articoli di esperti di arti marziali tradizionali (es. Donn F. Draeger, Diane Skoss, Ellis Amdur, Serge Mol) che analizzano le origini e le tecniche delle scuole classiche.
  • Analisi dei Kata delle Koryū: Lo studio dei kata delle scuole di Jujutsu/Kogusoku rivela le tecniche derivate dal Kumiuchi.

20. Disclaimer

Le informazioni contenute in questa pagina sono fornite a scopo puramente informativo, storico e culturale. Descrivono un metodo di combattimento storico (Kumiuchi) e le sue derivazioni nelle arti marziali tradizionali. Non costituiscono un manuale di addestramento. La pratica delle arti marziali, specialmente quelle tradizionali (koryū) che insegnano tecniche derivate dal combattimento reale, deve avvenire esclusivamente sotto la supervisione di istruttori qualificati, autorizzati e all’interno di un dojo riconosciuto con un lignaggio legittimo. L’autore e il fornitore di queste informazioni declinano ogni responsabilità per eventuali usi impropri delle informazioni qui contenute o per infortuni derivanti dalla pratica delle arti marziali senza adeguata supervisione o qualifica. Consultare sempre un medico prima di iniziare qualsiasi nuova attività fisica intensa e informare l’istruttore di eventuali condizioni mediche preesistenti.

a cura di F. Dore – 2025

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