Tabella dei Contenuti
1. Cosa è
a) Analisi Etimologica:
Il termine giapponese Kumiuchi può essere scritto con due varianti principali per il secondo carattere, entrambe con pronuncia simile ma sfumature leggermente diverse:
組討:
- 組 (Kumi): Deriva dal verbo kumu (組む), che significa “unire”, “intrecciare”, “assemblare”, “fare squadra”, e nel contesto marziale, “afferrarsi”, “lottare corpo a corpo”, “ingaggiare in lotta”.
- 討 (Uchi): Deriva dal verbo utsu (討つ), che significa “colpire”, “attaccare”, “sconfiggere”, “conquistare”, “punire”, “vendicare”. Ha una connotazione forte di attacco finalizzato alla sconfitta del nemico.
- Significato Combinato: “Lottare e sconfiggere”, “afferrare e attaccare/distruggere”.
組打:
- 組 (Kumi): Come sopra, “afferrare”, “lottare”.
- 打 (Uchi): Deriva dal verbo utsu (打つ), che significa più genericamente “colpire”, “battere”, “percuotere”.
- Significato Combinato: “Afferrare e colpire”, “lottare e percuotere”.
Entrambe le scritture si riferiscono allo stesso concetto: un combattimento ravvicinato che combina la lotta/presa con azioni offensive (colpi, tecniche finali). La versione 組討 è forse più comune nel contesto classico e sottolinea l’obiettivo finale della sconfitta del nemico.
b) Definizione Fondamentale: La Lotta in Armatura dei Samurai
Nel suo significato più preciso e storicamente rilevante, Kumiuchi si riferisce alla forma di combattimento corpo a corpo praticata dai samurai (guerrieri feudali giapponesi) specificamente mentre indossavano l’armatura (yoroi – 鎧). Per questo motivo, si parla spesso più specificamente di Yoroi Kumiuchi (鎧組討).
Questo contesto è cruciale:
- Non è semplice lotta: Include colpi, leve, strangolamenti e l’uso di armi corte.
- Non è lotta sportiva: L’obiettivo è la neutralizzazione rapida ed efficace dell’avversario sul campo di battaglia, non la vittoria ai punti o secondo regole.
- È influenzato dall’armatura: Le tecniche devono tenere conto della protezione (propria e altrui) e delle limitazioni di movimento imposte dall’armatura stessa.
c) Natura del Kumiuchi: Metodo di Combattimento, Non Scuola Marziale (Ryūha)
È essenziale distinguere il Kumiuchi da una scuola marziale formalizzata (ryūha). Il Kumiuchi non è uno stile o una scuola con un fondatore, un nome registrato, un curriculum fisso di kata, gradi o una linea di successione definita.
Il Kumiuchi è piuttosto:
- Una categoria di abilità marziali.
- Un metodo di combattimento dettato dalle circostanze.
- La descrizione del fenomeno stesso della lotta ravvicinata in armatura.
- L’insieme delle tattiche e delle tecniche sviluppate empiricamente dai guerrieri per sopravvivere in quel tipo specifico di scontro.
Si potrebbe paragonare a concetti militari moderni come CQC (Close Quarters Combat) o combattimento corpo a corpo militare: descrivono un tipo di ingaggio e le abilità necessarie, non uno “stile” di arte marziale chiamato “CQC”.
d) Contesto Storico e Scopo:
Come accennato nella sezione storica, il Kumiuchi divenne particolarmente rilevante durante i periodi di intense guerre (soprattutto Kamakura e Sengoku). Il suo scopo primario era la sopravvivenza e la vittoria individuale in situazioni in cui:
- Le armi principali (lancia, naginata, spada lunga) erano perse, rotte o inutilizzabili a causa della distanza minima.
- Si veniva disarcionati da cavallo.
- Si combatteva in spazi ristretti (es. durante un assedio, all’interno di edifici).
- Era necessario catturare o finire un nemico già a terra o immobilizzato.
L’obiettivo era neutralizzare l’avversario nel modo più diretto ed efficiente possibile, usando ogni mezzo a disposizione.
e) Caratteristiche Tecniche (Generali):
Le tecniche impiegate nel Kumiuchi storico erano necessariamente pragmatiche e adattate al contesto dell’armatura. Includevano (come vedremo meglio nel punto 7): prese potenti, sbilanciamenti, proiezioni basse e violente, leve su articolazioni esposte, colpi a fessure e punti vitali, strangolamenti e l’uso integrato di armi come lo yoroi-dōshi o il tantō.
f) Relazione con le Arti Marziali Formalizzate (Koryū):
Il Kumiuchi rappresenta la fonte pratica, l’esperienza grezza del campo di battaglia da cui sono derivate molte delle tecniche poi codificate, analizzate, raffinate e sistematizzate all’interno delle scuole marziali tradizionali (koryū). Discipline come il Koryū Jujutsu, il Kogusoku e il Koshi-no-mawari sono, in larga misura, la formalizzazione didattica delle abilità di Kumiuchi, organizzate in kata e principi trasmissibili per l’addestramento strutturato dei guerrieri, prima per la guerra e poi, nel periodo Edo, per altri scopi (autodifesa, polizia, sviluppo personale).
In Conclusione:
Kumiuchi è il termine storico giapponese che descrive la lotta corpo a corpo dei samurai in armatura. Non è una scuola o uno stile marziale a sé stante, ma un metodo di combattimento e una categoria di abilità nati dalle necessità pratiche dei campi di battaglia feudali. Caratterizzato dalla sua brutalità pragmatica, dall’influenza dell’armatura e dall’integrazione di lotta, colpi e armi corte, il Kumiuchi rappresenta la radice storica fondamentale da cui si sono sviluppate molte delle tecniche e dei principi preservati oggi nelle scuole tradizionali di Jujutsu e discipline correlate.
2. Caratteristiche, filosofia e aspetti chiave
Le caratteristiche del Kumiuchi (組討 / 組打) non derivano da un corpus dottrinale o da una ricerca estetica, ma sono il diretto risultato del suo contesto operativo: il campo di battaglia feudale giapponese e la necessità della sopravvivenza individuale del samurai in armatura. La sua filosofia è, quindi, intrinsecamente pragmatica.
a) Caratteristica Fondamentale: Combattimento in Armatura (Yoroi Kumiuchi – 鎧組討):
- Aspetto Chiave: Il Kumiuchi è inseparabile dal concetto di armatura (yoroi). Le tecniche sono sviluppate da un guerriero che indossa un’armatura (con le sue limitazioni di movimento e peso) e contro un avversario anch’esso protetto.
- Implicazioni Tecniche: Questo detta la logica delle azioni:
- Molti colpi diretti sono inefficaci contro le piastre metalliche o il cuoio laccato.
- È essenziale identificare e attaccare le fessure (sukima – 隙) e i punti deboli dell’armatura (giunture, punti di allacciatura, visiera, collo, ascelle, inguine).
- Le leve articolari (kansetsu) si concentrano sulle giunture esposte o meno protette.
- Le proiezioni (nage) mirano a sfruttare il peso dell’armatura nemica per causare danni nell’impatto o rendere difficile il recupero della posizione eretta.
- Armi specifiche come lo Yoroi-dōshi (鎧通し) sono state sviluppate proprio per questo scopo.
- Filosofia: Realismo assoluto. Si adotta solo ciò che funziona in quelle specifiche e difficili condizioni.
b) Distanza Operativa: Contatto Totale e Spazio Minimo:
- Aspetto Chiave: Il Kumiuchi avviene a distanza zero, nel clinch, nella lotta corpo a corpo più serrata. È il combattimento “intorno alle anche” (koshi-no-mawari) nella sua forma più cruda.
- Implicazioni Tecniche: A questa distanza:
- La visione periferica è ridotta; ci si affida alla sensibilità tattile, alla percezione della pressione e dell’equilibrio dell’avversario.
- Tecniche come gomitate, ginocchiate, testate, prese al corpo, proiezioni d’anca, strangolamenti e leve applicate durante la lotta diventano predominanti.
- Il controllo del centro (koshi) dell’avversario è vitale.
- Filosofia: Immediatezza e decisività. Non c’è spazio per manovre elaborate a distanza. Ogni azione deve essere finalizzata a ottenere un vantaggio immediato (controllo, sbilanciamento, danno) per non soccombere.
c) Integrazione Totale dei Mezzi Offensivi:
- Aspetto Chiave: Nel Kumiuchi non esiste una separazione rigida tra lotta (afferrare, controllare – kumi), colpi (atemi / uchi) e uso delle armi corte (pugnale – tantō, yoroi-dōshi).
- Implicazioni Tecniche: Queste azioni sono interconnesse e fluide:
- Una presa può immobilizzare un arto per permettere un colpo o un affondo di pugnale.
- Un colpo può creare l’apertura necessaria per una presa o una leva.
- La minaccia del pugnale può forzare una reazione che espone l’avversario a una proiezione.
- Filosofia: Opportunismo pragmatico. Si utilizza qualsiasi strumento o azione disponibile ed efficace in quel preciso momento per neutralizzare l’avversario.
d) Obiettivo Primario: Neutralizzazione Rapida ed Efficace:
- Aspetto Chiave: Lo scopo ultimo del Kumiuchi sul campo di battaglia non era la sottomissione sportiva o la dimostrazione di abilità, ma la neutralizzazione fisica dell’avversario nel modo più rapido e definitivo possibile, per poter passare alla minaccia successiva o assicurare la propria sopravvivenza. Questo poteva significare uccidere, rendere permanentemente inabile o, in alcuni casi, catturare.
- Implicazioni Tecniche: Le tecniche sono spesso dirette, potenti e potenzialmente letali. Non si esita ad applicare una leva fino alla rottura, uno strangolamento fino alla perdita di coscienza (o peggio), o a colpire punti vitali.
- Filosofia: Economia dello sforzo orientata al risultato. Massima efficacia nel minor tempo possibile, con il minimo rischio personale.
e) Assenza di Regole e Potenziale Brutalità:
- Aspetto Chiave: Essendo una pratica bellica, il Kumiuchi storico non era vincolato da regole sportive o da considerazioni etiche moderne.
- Implicazioni Tecniche: In situazioni disperate, ogni mezzo era lecito: morsi, dita negli occhi, colpi ai genitali, uso di detriti come armi improvvisate.
- Filosofia: Riflette la natura spietata del combattimento per la vita o la morte nell’epoca feudale.
f) La Filosofia Sottostante: Pragmatismo di Sopravvivenza (Jissen – 実戦):
- Sintesi: Se si può parlare di una “filosofia” del Kumiuchi, essa è quella del puro pragmatismo dettato dalla necessità della sopravvivenza sul campo di battaglia (jissen). Non è un sistema filosofico complesso come quelli sviluppati posteriormente nel Budō. I suoi principi sono:
- Efficacia: Funziona? Sì/No.
- Adattabilità: Si adatta alla situazione caotica e imprevedibile?
- Economia: Raggiunge lo scopo con il minimo dispendio di energia e rischio?
- Esperienza: Si basa sull’esperienza diretta, non sulla teoria. Non c’è spazio per l’estetica fine a sé stessa, per la teoria non comprovata o per la cavalleria fuori luogo nel momento della lotta per la vita.
g) Comprensione Moderna (Italia, Aprile 2025):
- Distinguere Storia e Pratica: È fondamentale, per chi studia oggi le koryū che contengono tecniche derivate dal Kumiuchi, comprendere questo background storico per apprezzare l’origine e lo scopo di certe tecniche.
- Pratica Sicura: Allo stesso tempo, bisogna essere consapevoli che la pratica moderna avviene in un contesto totalmente diverso, sicuro e controllato, dove la brutalità storica è sostituita da controllo, rispetto e metodologia didattica rigorosa. Studiare oggi queste tecniche non significa diventare brutali, ma comprendere un’arte marziale nella sua profondità storica e tecnica.
In Conclusione:
Il Kumiuchi è definito dalla sua funzione bellica in armatura, dalla sua operatività a distanza zero, dall’integrazione totale di lotta, colpi e armi corte, e dal suo obiettivo di neutralizzazione pragmatica. La sua filosofia è quella della sopravvivenza (jissen), dove solo l’efficacia pratica conta. Comprendere queste caratteristiche è essenziale per apprezzare le radici del Koryū Jujutsu e delle discipline correlate che ne hanno ereditato e formalizzato le tecniche.
3. La storia
La storia del Kumiuchi (組討 / 組打) – la lotta corpo a corpo in armatura dei samurai – non è la storia di una singola arte marziale con un inizio e una fine netti, ma piuttosto l’evoluzione di un insieme di abilità di sopravvivenza essenziali che hanno accompagnato la classe guerriera giapponese per secoli, raggiungendo il loro apice tecnico e la loro massima importanza durante i periodi di guerra più intensi, per poi essere assorbite e trasformate all’interno delle scuole marziali formalizzate.
a) Fasi Iniziali e Sviluppo Precoce (Periodi Nara, Heian, Kamakura – fino al 1333 circa):
- Radici Antiche: Forme di lotta esistevano in Giappone da molto prima dell’era samurai (es. Sumai). Con l’emergere della classe bushi, la lotta divenne una componente, seppur spesso secondaria, dell’addestramento e del combattimento.
- Combattimento a Cavallo e Armature Pesanti: In epoca Heian e Kamakura, l’élite guerriera combatteva principalmente a cavallo, privilegiando l’arco (yumi) e la spada lunga (tachi). Le armature (ō-yoroi) erano pesanti e ingombranti, rendendo la lotta a terra particolarmente difficoltosa, ma non impossibile.
- Prime Applicazioni del Kumiuchi: Il Kumiuchi in questa fase era probabilmente impiegato principalmente per:
- Disarcionare un avversario.
- Combattere dopo essere stati disarcionati.
- Finire un nemico a terra con un’arma corta (tantō). Le cronache epiche come l’Heike Monogatari (XII-XIII sec.) contengono già descrizioni vivide di guerrieri che si afferrano e lottano ferocemente, testimoniando l’esistenza e l’importanza, anche se forse non ancora sistematizzata, di queste abilità.
b) L’Apice nel Periodo Sengoku (1467-1603): L’Età d’Oro del Kumiuchi:
Questo fu il periodo in cui il Kumiuchi raggiunse la sua massima rilevanza e il suo più intenso sviluppo tecnico, diventando un’abilità indispensabile per la sopravvivenza di ogni samurai. I fattori chiave furono:
- Guerra Endemica: Il Giappone era diviso e in stato di guerra quasi permanente (“epoca degli stati combattenti”). Le battaglie erano frequenti, su larga scala e spesso decisive.
- Cambiamenti Tattici: L’importanza della fanteria (ashigaru), armata di lance e poi di archibugi, crebbe enormemente. Le mischie divennero più fitte e caotiche. Gli assedi ai castelli si moltiplicarono, portando a combattimenti in spazi ristretti, su mura, all’interno di fortificazioni.
- Evoluzione delle Armature: Le armature (tōsei gusoku) divennero più leggere e permettevano maggiore mobilità rispetto alle ō-yoroi, rendendo la lotta corpo a corpo più dinamica. Tuttavia, offrivano ancora una protezione significativa, costringendo i combattenti a sviluppare tecniche specifiche per attaccare le giunture e le fessure (sukima).
- Necessità Universale: In queste condizioni, perdere l’arma principale, trovarsi isolati o semplicemente ingaggiare il nemico a distanza zero erano eventualità comuni. Saper lottare in armatura (kumiuchi) divenne una competenza fondamentale per tutti, non solo per specialisti.
- Inizio della Formalizzazione: Proprio l’importanza cruciale di queste abilità spinse i guerrieri più esperti a riflettere sulla loro esperienza, a identificare i principi efficaci e a codificare le tecniche migliori. Questo processo portò alla nascita delle prime scuole marziali (koryū) che includevano sistematicamente l’insegnamento del combattimento ravvicinato, spesso sotto nomi come Jujutsu, Kogusoku, Koshi-no-mawari, Torite, Yawara. La Takenouchi-ryū (1532) è un esempio emblematico di questa fase di formalizzazione del sapere derivato dal Kumiuchi.
c) Trasformazione nel Periodo Edo (1603-1868): Da Pratica Bellica a Disciplina Marziale:
L’unificazione del Giappone sotto il regime Tokugawa portò a oltre due secoli e mezzo di pace interna (Pax Tokugawa), cambiando radicalmente il contesto:
- Perdita della Funzione Bellica Primaria: Il Kumiuchi come abilità da usare in grandi battaglie campali divenne obsoleto.
- Preservazione nelle Koryū: Le tecniche non scomparvero, ma furono conservate, praticate e raffinate all’interno delle koryū di Jujutsu e sōgō bujutsu. L’allenamento divenne più strutturato, basato sui kata.
- Adattamento a Nuovi Scopi: Le abilità del Kumiuchi vennero adattate ai nuovi ruoli dei samurai nell’amministrazione e nel mantenimento dell’ordine:
- Tecniche di Arresto (Torimono jutsu): Molte tecniche per immobilizzare e catturare criminali derivano direttamente dal Kumiuchi/Jujutsu.
- Autodifesa: Utilità in caso di aggressioni improvvise, risse o duelli (sebbene regolamentati).
- Sviluppo del Carattere: La pratica rigorosa divenne sempre più un mezzo per coltivare disciplina, controllo, rispetto e altre virtù del Bushidō (la Via del Guerriero).
d) L’Eredità nell’Era Moderna (Dal 1868 ad Oggi – Aprile 2025):
- Declino Post-Meiji: La Restaurazione Meiji (1868), l’abolizione della classe samurai e la modernizzazione portarono molte koryū sull’orlo dell’estinzione. La pratica del combattimento in armatura perse quasi ogni rilevanza pratica.
- Influenza sul Gendai Budō: Il Kumiuchi, attraverso le koryū Jujutsu che ne avevano preservato le tecniche, divenne la fonte principale da cui attinsero i fondatori delle arti marziali moderne (gendai budō). Il Judo prese proiezioni e controllo a terra; l’Aikido (via Daitō-ryū) sviluppò leve articolari e principi di armonia derivati da applicazioni marziali antiche.
- Stato Attuale: Il Kumiuchi come veniva praticato storicamente non esiste più. Nessuno si allena regolarmente combattendo in armatura completa con intenzioni belliche. Ciò che sopravvive è il patrimonio tecnico e strategico del Kumiuchi, conservato all’interno dei kata e dei principi delle koryū Jujutsu/Sōgō Bujutsu ancora esistenti. Studiare queste scuole oggi (un’opportunità, come detto, molto rara, specialmente in Italia) è l’unico modo per entrare in contatto con l’eredità diretta del Kumiuchi.
In Conclusione:
La storia del Kumiuchi è la storia affascinante di come un insieme di abilità di sopravvivenza nate dalla necessità sui campi di battaglia medievali giapponesi sia diventato la radice tecnica di sofisticate arti marziali tradizionali. Dall’epoca d’oro nel periodo Sengoku, dove era una competenza vitale per ogni samurai, alla sua formalizzazione nelle prime koryū, alla sua trasformazione durante la pace Tokugawa e alla sua profonda influenza sulle arti marziali moderne, il Kumiuchi rappresenta un capitolo fondamentale e crudo della storia marziale giapponese, il cui spirito sopravvive oggi solo attraverso lo studio dedicato delle discipline tradizionali che ne custodiscono l’eredità.
4. Il Fondatore
a) Affermazione Fondamentale: Il Kumiuchi Non Ha un Fondatore
È assolutamente essenziale comprendere fin da subito e senza ambiguità questo punto chiave: il Kumiuchi (組討 / 組打), inteso come la pratica storica della lotta corpo a corpo in armatura dei samurai, non ha un singolo fondatore identificabile.
b) Perché Non Esiste un Fondatore? La Natura del Kumiuchi:
La ragione è intrinseca alla natura stessa del Kumiuchi:
- Non È una Scuola Formalizzata (Ryūha): Il Kumiuchi non è un’arte marziale creata da un individuo specifico in un momento preciso, con un nome depositato, un curriculum di kata definito e un lignaggio formale. Non è come il Judo (fondato da Kanō Jigorō), l’Aikido (fondato da Ueshiba Morihei) o persino una scuola tradizionale specifica come la Takenouchi-ryū (fondata da Takenouchi Hisamori).
- È un Metodo di Combattimento / Fenomeno Storico: Il Kumiuchi è la descrizione di un metodo di combattimento e di un fenomeno storico: la necessità e la pratica della lotta ravvicinata in condizioni belliche da parte della classe guerriera. È paragonabile a termini moderni come “combattimento ravvicinato” (CQC) o “lotta da strada” – descrivono un tipo di scontro e le abilità necessarie, ma nessuno direbbe che il “CQC” o la “lotta da strada” abbiano avuto un “fondatore”.
- Sviluppo Organico e Collettivo: Le tecniche e le tattiche del Kumiuchi si sono evolute organicamente nel corso di secoli (principalmente nei periodi Kamakura e Sengoku). Sono il risultato dell’esperienza collettiva e accumulata di innumerevoli samurai che hanno dovuto affrontare queste situazioni sul campo di battaglia. Ogni guerriero che è sopravvissuto a uno scontro corpo a corpo ha contribuito, attraverso la propria esperienza e magari la trasmissione informale ai compagni, allo sviluppo di questo sapere pratico.
- Precede la Formalizzazione: La pratica del Kumiuchi è antecedente alla grande ondata di formalizzazione delle scuole marziali (koryū) che avvenne soprattutto a partire dal periodo Sengoku inoltrato e nel primo periodo Edo.
c) Distinzione dai Fondatori delle Koryū Correlate:
È qui che spesso nasce la confusione. Figure storiche come Takenouchi Hisamori, Araki Mujinsai, Takenaga Hayato, ecc., sono effettivamente fondatori di scuole marziali (ryūha) molto importanti (Takenouchi-ryū, Araki-ryū, Yagyū Shingan-ryū, ecc.). Queste scuole hanno codificato, sistematizzato e preservato le tecniche derivate dall’esperienza pratica del Kumiuchi, organizzandole in curricula specifici (spesso chiamati Jujutsu, Kogusoku, Koshi-no-mawari, Taijutsu).
Quindi, questi maestri sono fondatori delle loro rispettive scuole, che contengono l’eredità tecnica del Kumiuchi, ma non sono i fondatori del Kumiuchi stesso.
d) Implicazioni:
L’assenza di un fondatore implica anche:
- Nessuna “storia del fondatore” da raccontare per il Kumiuchi in sé.
- Nessuna “filosofia del fondatore” originale. La filosofia del Kumiuchi è quella pragmatica della sopravvivenza, emersa collettivamente.
- Nessun lignaggio diretto “di Kumiuchi” da tracciare, se non attraverso le koryū che ne hanno formalizzato le tecniche.
In Conclusione:
La domanda su chi sia il fondatore del Kumiuchi ha una risposta netta: nessuno. Il Kumiuchi è un prodotto storico collettivo, un insieme di abilità di combattimento ravvicinato in armatura sviluppatesi per necessità sui campi di battaglia del Giappone feudale. Non essendo una scuola marziale formalizzata, non ha un fondatore individuale. Le figure importanti sono i fondatori delle scuole koryū che hanno successivamente raccolto, organizzato e trasmesso l’eredità tecnica di questa pratica bellica fondamentale. Comprendere questa distinzione è cruciale per inquadrare correttamente il Kumiuchi nella storia delle arti marziali giapponesi.
5. Maestri Famosi
a) Premessa Indispensabile: Non Esistono “Maestri di Kumiuchi” Formali
Come diretta conseguenza del fatto che il Kumiuchi non è una scuola marziale (ryūha) formalizzata ma un metodo di combattimento storico, non esiste una categoria riconosciuta di “maestri famosi di Kumiuchi” nel senso tradizionale del termine (come potremmo parlare di maestri di Judo, Karate, o di una specifica koryū). Non c’è un lignaggio di “Maestri di Kumiuchi” da elencare.
La maestria nel Kumiuchi storico era dimostrata e riconosciuta in modi diversi rispetto alla trasmissione formale di un’arte marziale strutturata.
b) Chi Erano (e Sono) le Figure Rilevanti in Relazione al Kumiuchi?
Possiamo identificare diverse tipologie di figure la cui abilità o ruolo è connesso al Kumiuchi:
Guerrieri Samurai Storici di Eccezionale Abilità nel Corpo a Corpo:
- I Veri “Maestri” Pratici: I veri esperti del Kumiuchi storico erano quei samurai, spesso anonimi, che attraverso innumerevoli scontri reali sul campo di battaglia avevano sviluppato una profonda abilità e un istinto quasi animale per la lotta corpo a corpo in armatura. La loro “fama” era probabilmente legata alla loro reputazione tra i commilitoni, alla loro capacità di sopravvivenza e alle loro imprese belliche.
- Figure nelle Cronache (Gunki Monogatari): Le cronache di guerra giapponesi menzionano spesso eroi e guerrieri celebri per la loro forza fisica e la loro prodezza nel combattimento individuale, incluse scene di kumiuchi. Sebbene queste descrizioni siano spesso esagerate o leggendarie, figure come Minamoto no Tametomo (famoso per la sua forza sovrumana) o l’onnipresente Saitō Musashibō Benkei (compagno di Yoshitsune, archetipo del monaco guerriero imbattibile anche nella lotta) rappresentano l’ideale del combattente formidabile nel corpo a corpo. La loro fama deriva dalle loro gesta leggendarie, non da un ruolo formale di insegnamento del “Kumiuchi”.
Fondatori e Maestri delle Koryū che Hanno Codificato le Tecniche di Kumiuchi:
- I Custodi dell’Eredità Tecnica: La maestria relativa alle tecniche derivate dal Kumiuchi risiede nei fondatori, nei successivi capiscuola (Sōke) e negli insegnanti di alto livello (Shihan, detentori di Menkyo Kaiden) delle scuole marziali tradizionali (koryū) che hanno formalizzato questo sapere.
- Esempi Chiave: Figure come Takenouchi Hisamori (Takenouchi-ryū), Araki Mujinsai (Araki-ryū), Takenaga Hayato (Yagyū Shingan-ryū), e i loro successori nei rispettivi lignaggi, sono i maestri riconosciuti delle discipline (Jujutsu, Kogusoku, Koshi-no-mawari, Taijutsu) che contengono l’essenza tecnica del Kumiuchi storico. La loro “fama” è legata alla specifica ryūha che rappresentano e al loro ruolo nella sua trasmissione.
c) Distinzione Cruciale:
È fondamentale non confondere:
- Un abile praticante storico di Kumiuchi: Un samurai efficace nella lotta in armatura sul campo di battaglia.
- Un Maestro (Sensei, Shihan, Sōke) di una Koryū: Un detentore di un lignaggio formale che insegna tecniche codificate (derivate dal Kumiuchi) secondo la metodologia della sua scuola.
d) La “Fama” nel Contesto:
- Fama Storica (Kumiuchi): Reputazione bellica, abilità di sopravvivenza, menzioni (spesso leggendarie) nelle cronache.
- Fama nelle Koryū (Tecniche Derivate): Riconoscimento all’interno del lignaggio, possesso di licenze di insegnamento, profondità della conoscenza tecnica e filosofica, capacità di trasmettere fedelmente la tradizione.
e) Situazione in Italia (Aprile 2025):
- Impossibilità di Trovare “Maestri di Kumiuchi”: Ovviamente, non esistono figure che possano fregiarsi di questo titolo oggi.
- Rarità Estrema di Maestri di Koryū Correlate: Come già discusso, trovare in Italia insegnanti con lignaggio verificabile e autorizzazione (menkyo) per insegnare koryū che contengano l’eredità del Kumiuchi (come Takenouchi-ryū, Araki-ryū, ecc.) è estremamente difficile. Le figure di riferimento più accessibili (seppur sempre rare) sono i rappresentanti autorizzati delle scuole con maggiore diffusione internazionale che includono tecniche rilevanti (es. Katori Shintō-ryū, Daitō-ryū).
In Conclusione:
Non esiste un elenco di “maestri famosi del Kumiuchi” perché il Kumiuchi non è una scuola marziale formalizzata. La vera maestria storica risiedeva nell’abilità pratica dei singoli samurai sul campo di battaglia, figure spesso anonime o leggendarie. La maestria relativa alle tecniche derivate dal Kumiuchi risiede oggi nei maestri e nei detentori dei lignaggi delle specifiche koryū (come Takenouchi-ryū, Araki-ryū, ecc.) che hanno codificato e preservato questo sapere. La loro “fama” è legata alla loro scuola e al loro ruolo nella trasmissione, un concetto diverso dalla notorietà pubblica.
6. Leggende, curiosità, storie e aneddoti
Il Kumiuchi (組討 / 組打), essendo la rappresentazione cruda del combattimento corpo a corpo dei samurai in armatura, è un fertile terreno per leggende, aneddoti che ne illustrano la brutalità e curiosità che ne rivelano gli aspetti pratici e culturali.
a) Racconti Epici dalle Cronache di Guerra (Gunki Monogatari):
- Fonti Primarie (Indirette): Gran parte di ciò che immaginiamo sul Kumiuchi deriva dalle grandi cronache guerresche giapponesi come l’Heike Monogatari (Storia della famiglia Taira), il Taiheiki (Cronaca della Grande Pace), l’Hōgen Monogatari e l’Heiji Monogatari. Sebbene siano opere letterarie che mescolano storia e leggenda, dipingono scene vivide:
- Lotta a Cavallo (Bajō Kumiuchi): Descrizioni di samurai che si afferrano mentre sono ancora in sella, cercando di trascinarsi a vicenda giù da cavallo, usando le redini o la forza bruta.
- Combattimenti nell’Acqua: Guerrieri corazzati che continuano a lottare corpo a corpo anche cadendo in fiumi o fossati, appesantiti dall’armatura bagnata.
- Mischie Disperate: Scene di un samurai isolato che si difende lottando contro più nemici, usando ogni mezzo per sopravvivere.
- La Presa della Testa (Kubi o Toru – 首を取る): Un tema ricorrente. Dopo aver atterrato e immobilizzato l’avversario con il Kumiuchi, il vincitore spesso procedeva a tagliargli la testa come prova della vittoria e per ottenere riconoscimenti. L’uso del tantō o yoroi-dōshi era cruciale in questa fase finale.
- Eroi della Lotta: Queste cronache esaltano eroi noti per la loro forza fisica e abilità nel Kumiuchi, come il leggendario monaco guerriero Saitō Musashibō Benkei o Minamoto no Tametomo, famoso per la sua forza prodigiosa. Sebbene le loro gesta siano iperboliche, riflettono l’importanza attribuita a queste abilità nella cultura guerriera.
b) La Corazza: Protezione e Impaccio:
- Duplice Ruolo: L’armatura (yoroi) è la protagonista del Kumiuchi. È una protezione vitale, ma anche un pesante fardello che limita i movimenti, altera l’equilibrio e riduce la resistenza.
- Il Suono del Kumiuchi: Una curiosità uditiva: si può immaginare il fragore della lotta non solo come urla e clangore di spade, ma come lo stridere e il cozzare delle piastre dell’armatura (kozane), il rumore sordo dei corpi corazzati che cadono a terra.
- Sfruttare l’Armatura Nemica: Parte dell’abilità nel Kumiuchi consisteva nell’usare l’armatura dell’avversario a proprio svantaggio: afferrando le allacciature (odoshi ito) per sbilanciare, usando la rigidità di un pezzo per applicare una leva, o sfruttando il peso per rendere più devastante una proiezione.
c) L’Ombra delle Armi Corte:
- Il Fedele Compagno (Tantō): Il pugnale era l’arma quasi sempre presente, anche quando la spada lunga era persa. La sua estrazione rapida durante la lotta era un’abilità essenziale. Aneddoti (anche se difficili da verificare) potrebbero riguardare tecniche specifiche per estrarre il tantō senza ferirsi o farselo strappare di mano mentre si è avvinghiati al nemico.
- Lo Specialista (Yoroi-dōshi): La sua esistenza è la prova più concreta della sfida posta dalle armature nel Kumiuchi. Non era un’arma generica, ma uno strumento chirurgico per un compito preciso: perforare le difese a distanza zero. Possiamo immaginare storie di guerrieri che riuscivano a trovare quel piccolo varco decisivo grazie a questo strumento.
d) Combattimento Senza Regole:
- Brutalità Necessaria: È importante ricordare che, a differenza del Budō moderno, il Bujutsu (arte della guerra) e in particolare il Kumiuchi non avevano regole etiche restrittive. Morsi, dita negli occhi, colpi ai genitali, uso di terra o detriti – tutto ciò che poteva garantire la sopravvivenza era potenzialmente lecito. Questa è una “curiosità” che sottolinea la distanza tra il combattimento reale storico e la pratica marziale moderna.
e) Addestramento Informale:
- Come si Imparava?: In assenza di dōjō moderni, è probabile che i samurai si allenassero al Kumiuchi attraverso lotte informali ma intense tra commilitoni, esercizi di forza e resistenza, e soprattutto attraverso la dura lezione dell’esperienza diretta in battaglia. Forse esistevano forme di sumai (lotta) più rudi praticate specificamente per l’addestramento militare.
f) Eredità nelle Koryū:
- Tecniche Sopravvissute: La vera “storia” del Kumiuchi oggi è scritta nei kata delle koryū Jujutsu/Kogusoku. Ogni leva, proiezione o sequenza di controllo presente in quei kata è un’eco diretta, una lezione imparata e formalizzata, dalle esperienze di Kumiuchi dei maestri fondatori e dei loro predecessori. Studiare quei kata è come leggere un resoconto tecnico delle sfide del combattimento ravvicinato storico.
g) Curiosità Moderna (Italia, Aprile 2025):
- Il Fascino dell’Antico: Per i pochi praticanti in Italia che studiano koryū contenenti tecniche derivate dal Kumiuchi, una delle “curiosità” è proprio il contatto con questa storia così remota e diversa. È la fascinazione di praticare oggi movimenti e principi concepiti secoli fa per un contesto di vita o di morte in armatura, cercando di comprenderne l’essenza al di là della semplice forma fisica.
In Conclusione:
Il Kumiuchi è un argomento affascinante che vive attraverso le leggende eroiche delle cronache giapponesi, le curiosità legate all’interazione tra uomo, armatura e armi corte, e le storie (spesso non scritte) di innumerevoli scontri brutali. È la testimonianza di un’epoca in cui la capacità di lottare corpo a corpo era una necessità vitale per la classe guerriera, un’abilità la cui eco risuona ancora oggi nelle tecniche preservate dalle arti marziali tradizionali.
7. Tecniche
a) Premessa: Tecniche Dettate dalla Necessità Bellica
È fondamentale ribadire che il Kumiuchi (組討 / 組打), non essendo una scuola formalizzata (ryūha), non possiede un “syllabus” tecnico definito come un’arte marziale moderna o una koryū. Le tecniche impiegate erano quelle che si dimostravano efficaci per la sopravvivenza e la neutralizzazione del nemico nel contesto specifico della lotta corpo a corpo in armatura sul campo di battaglia feudale. Possiamo dedurre la natura di queste tecniche analizzando le azioni descritte nelle cronache storiche e, soprattutto, osservando le tecniche preservate nelle koryū Jujutsu, Kogusoku e Koshi-no-mawari, che rappresentano la formalizzazione di quel sapere pratico.
L’enfasi era sempre sull’efficacia pragmatica (jissen), sull’adattabilità alla situazione caotica e sull’integrazione dei diversi strumenti offensivi e difensivi disponibili a distanza zero.
b) Categorie Principali di Azioni nel Kumiuchi Storico:
Possiamo raggruppare le azioni tipiche del Kumiuchi come segue:
Afferrare e Controllare (Kumi / Torite – 捕手):
- Scopo: Stabilire una presa salda sull’avversario per limitarne i movimenti, romperne la postura e l’equilibrio, e preparare l’applicazione di altre tecniche.
- Applicazione: Si afferrava qualsiasi appiglio disponibile: arti, collo, ma anche parti dell’armatura stessa (lacciature – odoshi ito, bordi delle piastre, elmo – kabuto). L’obiettivo era ottenere un controllo fisico immediato e dominante.
Sbilanciare (Kuzushi – 崩し):
- Scopo: Rompere l’equilibrio e la stabilità dell’avversario corazzato.
- Applicazione: A distanza zero, lo sbilanciamento non era sottile. Si usava tutto il peso del corpo, la forza delle prese, talvolta colpi specifici, per destabilizzare il centro (koshi) dell’avversario e renderlo vulnerabile a proiezioni o atterramenti.
Atterrare / Proiettare (Nage – 投 / Taoshi – 倒し):
- Scopo: Portare violentemente l’avversario a terra. L’impatto, amplificato dal peso dell’armatura, poteva di per sé causare stordimento o danni. A terra, l’avversario era più controllabile e vulnerabile.
- Applicazione: Si prediligevano tecniche potenti e adatte alla lotta ravvicinata e all’ingombro dell’armatura:
- Proiezioni d’anca (Koshi Nage): Utilizzando il proprio centro per sollevare o far ruotare l’avversario.
- Tecniche di Gamba: Sgambetti, falciate (ashi barai, o soto gari, ecc.) per rompere l’appoggio.
- Tecniche di Sacrificio (Sutemi-waza): Buttarsi a terra insieme all’avversario per farlo cadere in una posizione svantaggiosa. L’obiettivo era l’efficacia dell’atterramento, non l’eleganza della proiezione.
Colpire (Atemi – 当身 / Uchi – 討/打):
- Scopo: Causare dolore, stordimento, danno a punti vitali non protetti, creare aperture per prese o leve, finire un avversario a terra.
- Applicazione: Data la protezione dell’armatura, i colpi erano mirati specificamente a:
- Fessure (Sukima): Visiera dell’elmo, collo, ascelle, inguine, giunture.
- Punti Vitali (Kyūsho): Anche se coperti, colpi potenti potevano causare traumi interni o stordimento.
- Tecniche a corto raggio: Gomitate (hiji), ginocchiate (hiza), testate (atama), colpi con il palmo (teishō), nocche o pugno a martello. Poteva essere usato anche il pomolo del pugnale (tsuka) per colpire.
Manipolare le Articolazioni (Kansetsu – 関節):
- Scopo: Controllare un arto, forzare il rilascio di un’arma, causare dolore intenso per ottenere una reazione o la sottomissione, o rompere l’articolazione.
- Applicazione: Applicate principalmente alle articolazioni più esposte durante la lotta (polsi, dita, gomiti), ma potenzialmente anche a spalle, collo, ginocchia se si creava l’opportunità. Probabilmente erano tecniche più dirette e basate sulla forza e la leva rispetto alle leve più raffinate del Jujutsu successivo, ma comunque efficaci per rompere la struttura dell’avversario.
Immobilizzare (Osae – 抑):
- Scopo: Bloccare saldamente a terra un avversario atterrato per impedirgli di muoversi, rialzarsi o usare armi.
- Applicazione: Uso del peso corporeo, delle ginocchia e dei gomiti per applicare pressione e controllo sui punti chiave del corpo e degli arti, spesso per creare l’opportunità di usare lo yoroi-dōshi.
Utilizzo di Armi Corte (Tantō, Yoroi-dōshi):
- Scopo: L’arma da fianco era lo strumento finale per neutralizzare l’avversario.
- Applicazione: Estrarre rapidamente l’arma durante la lotta e usarla per colpire (tsuki) i punti deboli dell’armatura o le zone vitali esposte grazie al controllo ottenuto con la lotta. Lo yoroi-dōshi era specificamente progettato per questo.
Difesa e Contro-tecniche (Bōgyo, Kaeshi-waza):
- Scopo: Sopravvivere ai tentativi dell’avversario di applicare le stesse tecniche.
- Applicazione: Imparare a difendersi da prese (hodoki), colpi, proiezioni e attacchi con armi corte (tantō-dori), e possibilmente a ritorcere l’azione contro l’attaccante (kaeshi).
Azioni Estreme (Ultima Risorsa):
- Scopo: Sopravvivenza a tutti i costi.
- Applicazione: In situazioni disperate, non si escludevano morsi, dita negli occhi, attacchi ai genitali.
c) Integrazione e Pragmatismo:
La caratteristica fondamentale era l’integrazione fluida e opportunistica di queste azioni. Non si pensava in termini di “ora faccio una leva”, “ora faccio una proiezione”, ma si reagiva alla situazione caotica della lotta usando l’azione più efficace disponibile in quel momento per ottenere un vantaggio e neutralizzare la minaccia.
d) Connessione con i Kata delle Koryū:
Le precise modalità di esecuzione, le varianti, le combinazioni strategiche e i principi biomeccanici sottostanti a queste categorie di tecniche sono ciò che è stato cristallizzato e preservato nei kata delle koryū di Jujutsu, Kogusoku, Koshi-no-mawari, ecc. I kata rappresentano il “manuale tecnico” del Kumiuchi, filtrato, organizzato e reso trasmissibile.
e) Contesto Italiano (Aprile 2025):
Lo studio di queste tipologie di tecniche in Italia oggi avviene attraverso la pratica dei kata e dei principi delle rare koryū presenti, in un ambiente sicuro e controllato, molto lontano dalla realtà storica del Kumiuchi.
In Conclusione:
Le “tecniche” del Kumiuchi storico erano un insieme pragmatico e spesso brutale di azioni – prese, sbilanciamenti, proiezioni, colpi, leve, strangolamenti, uso di armi corte – integrate tra loro e dettate dalla necessità di sopravvivere e neutralizzare un nemico corazzato a distanza ravvicinatissima. Pur non essendo codificate in un manuale unico all’epoca, la loro essenza è stata catturata e preservata per i posteri attraverso i kata delle scuole marziali tradizionali giapponesi.
8. I Kata
a) Precisazione Cruciale: Il Kumiuchi Storico Non Aveva Kata Formali
È fondamentale e necessario ribadire con la massima chiarezza questo punto: il Kumiuchi (組討 / 組打) in sé, inteso come la pratica storica della lotta corpo a corpo in armatura sul campo di battaglia, non possedeva kata (形 – forme) nel senso strutturato, preordinato e pedagogico che questo termine assume all’interno delle scuole marziali tradizionali giapponesi (koryū).
Il Kumiuchi era:
- Esperienza Diretta: Appreso principalmente attraverso il combattimento reale e l’istinto di sopravvivenza.
- Addestramento Informale: Probabilmente trasmesso tramite esercitazioni rude tra guerrieri e dimostrazioni pratiche, ma non attraverso sequenze fisse e ripetibili pensate per la trasmissione generazionale precisa come i kata.
I kata sono una metodologia didattica sviluppata all’interno delle ryūha (scuole formalizzate), emerse in parte proprio per codificare e preservare le lezioni apprese dall’esperienza grezza del Kumiuchi e di altre pratiche belliche.
b) Dove Ritroviamo l’Eredità Tecnica del Kumiuchi nei Kata?
Se il Kumiuchi non aveva kata propri, come sono sopravvissute le sue tecniche? La risposta è: le tecniche, le strategie e i principi efficaci del Kumiuchi sono stati assorbiti, analizzati, raffinati e cristallizzati all’interno dei kata delle koryū.
Quindi, non esistono “Kata di Kumiuchi”, ma esistono “Kata di Koryū che insegnano tecniche e principi derivati dal Kumiuchi”. Questi kata si trovano nei curricula di:
- Scuole di Koryū Jujutsu: La stragrande maggioranza delle tecniche di Jujutsu antico ha radici dirette nel Kumiuchi.
- Scuole che insegnano Kogusoku / Koshi-no-mawari: Come la Takenouchi-ryū, il cui curriculum Koshi-no-mawari Kogusoku è composto da kata specifici per questo tipo di lotta.
- Scuole di Taijutsu (all’interno di Koryū): Come alcune branche della Yagyū Shingan-ryū.
- Scuole Comprensive (Sōgō Bujutsu): Come la Tenshin Shōden Katori Shintō-ryū, che include una sezione di Jujutsu/Yawara basata su kata specifici.
- Scuole Correlate: Come il Daitō-ryū Aiki-jūjutsu, i cui kata di Aiki-jūjutsu, pur con l’aggiunta del principio di Aiki, mostrano chiare derivazioni da tecniche di controllo e leva adatte al combattimento ravvicinato antico.
c) Caratteristiche dei Kata Koryū che Riflettono il Kumiuchi:
Studiando i kata di queste scuole, si possono osservare caratteristiche che ne tradiscono l’origine nel Kumiuchi:
- Pratica in Coppia (Kumikata): Simulano sempre l’interazione tra due combattenti (Uke e Tori).
- Contesto dell’Armatura (Implicito): Anche se oggi si pratica senza armatura, molti movimenti nei kata hanno senso solo se si considera la presenza (passata) di protezioni:
- Attacchi mirati a zone specifiche (fessure, giunture).
- Tecniche di leva che sfruttano la rigidità o i punti di presa offerti da un’armatura.
- Proiezioni che tengono conto del peso e dell’ingombro aggiuntivo.
- Posture (kamae) che potrebbero derivare da posizioni assunte in armatura.
- Scenari a Distanza Ravvicinata: I kata iniziano frequentemente da prese già stabilite (kumi) o da attacchi portati a distanza minima, simulando l’inizio di una lotta corpo a corpo.
- Integrazione delle Tecniche: I kata mostrano come combinare fluidamente prese (torite), colpi (atemi), sbilanciamenti (kuzushi), leve (kansetsu), proiezioni (nage), immobilizzazioni (osae) e, in alcuni casi, l’uso di armi corte (tantō) in una sequenza logica ed efficace a distanza zero.
- Enfasi sulla Neutralizzazione: Le sequenze dei kata spesso culminano in una tecnica di controllo definitivo (immobilizzazione, leva dolorosa, strangolamento simulato) o in una posizione che permetterebbe un colpo finale (simulato).
- Realismo Funzionale: Pur essendo forme preordinate, i movimenti conservati nei kata sono quelli ritenuti più efficaci e testati dall’esperienza storica, non semplici esercizi estetici.
d) Apprendere il Kumiuchi Attraverso i Kata Koryū:
Lo studio diligente e la corretta interpretazione (guidata da un insegnante qualificato) di questi kata Koryū è, di fatto, l’unico modo oggi esistente (Aprile 2025) per apprendere l’eredità tecnica e strategica del Kumiuchi storico. I kata funzionano come un “archivio vivente” che permette di comprendere i principi del combattimento ravvicinato in armatura e di sviluppare le relative abilità fisiche e mentali in un ambiente sicuro e strutturato.
e) Contesto Italiano (Aprile 2025):
Data l’estrema rarità delle koryū che preservano queste forme più antiche di Jujutsu/Kogusoku in Italia, la possibilità di studiare questi specifici kata è molto limitata. Le opportunità più concrete risiedono nello studio dei kata di Jujutsu/Aiki-jūjutsu presenti nei curricula delle poche scuole accessibili nel nostro paese (come Katori Shintō-ryū, Daitō-ryū, e potenzialmente altre).
In Conclusione:
Non esistono “Kata di Kumiuchi” come entità a sé stante, poiché il Kumiuchi era la pratica bellica grezza. Tuttavia, l’essenza tecnica e strategica del Kumiuchi è stata catturata, formalizzata e preservata all’interno dei kata di numerose e importanti scuole marziali tradizionali giapponesi (koryū), in particolare quelle legate al Jujutsu antico, al Kogusoku e al Koshi-no-mawari. Studiare questi kata oggi è il modo più diretto per entrare in contatto con l’eredità del combattimento corpo a corpo dei samurai in armatura.
9. Una tipica seduta di allenamento
a) Chiarimento Cruciale: Non Esiste un Allenamento “di Kumiuchi” Storico Strutturato
È fondamentale iniziare affermando in modo inequivocabile che non esisteva una “tipica seduta di allenamento di Kumiuchi” nel senso moderno del termine, paragonabile a una lezione di Judo, Karate o persino a una sessione strutturata di una koryū odierna.
Il Kumiuchi (組討 / 組打), essendo la pratica effettiva della lotta corpo a corpo in armatura sul campo di battaglia feudale, veniva appreso e affinato principalmente attraverso:
- L’Esperienza Diretta e Brutale della Guerra: Il modo più efficace, seppur pericoloso, per imparare era sopravvivere a scontri reali. L’esperienza diretta forgiava l’istinto e le reazioni.
- Pratiche Informali e Rude tra Guerrieri: È molto probabile che i samurai si esercitassero tra loro con forme di lotta non strutturate, forse simili a un wrestling rude o a forme antiche di sumai, per condizionare il corpo, testare la forza e le prese, probabilmente senza troppe preoccupazioni per la sicurezza come la intendiamo oggi.
- Osservazione e Trasmissione Orale/Pratica: I guerrieri più giovani imparavano osservando i più esperti e ricevendo consigli pratici o correzioni informali, non attraverso un syllabus didattico predefinito.
Pertanto, non è possibile descrivere una “tipica seduta di allenamento” del Kumiuchi storico perché semplicemente non esisteva in quella forma.
b) Come si Allenano Oggi le Tecniche Derivate dal Kumiuchi (in una Koryū):
Ciò che possiamo descrivere è come le tecniche e i principi derivati dal Kumiuchi vengono studiati oggi (Aprile 2025) all’interno di quelle rare scuole marziali tradizionali (koryū) che ne preservano l’eredità (come Takenouchi-ryū, Araki-ryū, o nelle sezioni pertinenti di Katori Shintō-ryū, Yagyū Shingan-ryū, Daitō-ryū, ecc.), anche in Italia nei pochi gruppi esistenti.
Una seduta di allenamento (keiko – 稽古) in una di queste scuole seguirà una struttura formale e rigorosa, molto diversa dall’ipotetico addestramento storico, e focalizzata sulla sicurezza e sulla trasmissione accurata attraverso i kata:
Fase Iniziale (Disciplina e Rispetto):
- Arrivo puntuale, preparazione mentale, pulizia del dōjō (sōji).
- Apertura formale con allineamento (seiretsu) e saluti rituali (reigi sahō) in seiza (verso shōmen/kamiza, al sensei, tra studenti), spesso con formule verbali come “Onegaishimasu“. Questa fase instaura il necessario clima di serietà e rispetto.
Fase Preparatoria Fisica (Junbi Taisō):
- Riscaldamento mirato a preparare il corpo alle sollecitazioni specifiche della lotta ravvicinata: mobilità articolare (polsi, gomiti, spalle, anche sono cruciali per leve e proiezioni), stretching adeguato, esercizi di condizionamento funzionali.
Fase dei Fondamentali (Kihon Keiko):
- Ukemi (受身): Pratica intensiva e costante delle cadute sicure. Assolutamente vitale per poter ricevere le proiezioni derivate dal Kumiuchi senza infortunarsi.
- Tai Sabaki (体捌き): Studio degli spostamenti del corpo (perni, entrate, uscite) essenziali per gestire la distanza minima e creare angoli efficaci nella lotta “intorno alle anche”.
- Kamae (構え): Studio delle posture di guardia della scuola.
- Altri Kihon: Esercizi su prese fondamentali (torite), svincoli (tehodoki), o colpi (atemi) di base.
Fase Centrale: Pratica dei Kata (Kata Keiko – 形稽古):
- Il Cuore dello Studio: Qui si studiano le tecniche derivate dal Kumiuchi. Si praticano in coppia (kumikata – 組形) i kata specifici della scuola (es. i kata di Koshi-no-mawari Kogusoku nella Takenouchi-ryū, o i kata di Jujutsu/Yawara/Taijutsu nelle altre scuole pertinenti).
- Metodologia: L’enfasi è sulla precisione formale, sul controllo assoluto, sulla comprensione dei principi biomeccanici e tattici contenuti nel kata, sull’intento realistico (ma sicuro) e sulla fluidità delle transizioni tra le varie tecniche (presa-colpo-leva-proiezione) a distanza zero. La ripetizione è la chiave.
- Supervisione: Il sensei e i senpai osservano attentamente, correggendo dettagli spesso minimi ma cruciali per l’efficacia e la sicurezza, e trasmettendo insegnamenti orali (kuden). L’atmosfera è di massima concentrazione.
Fase Applicativa/Complementare (Variabile e Controllata):
- Bunkai/Ōyō: A livelli avanzati, si possono analizzare le applicazioni dei kata.
- Esercizi Controllati: Eventuali esercizi a coppie più fluidi (yakusoku kumite o simili) sono sempre pre-accordati e rigorosamente controllati, focalizzati sull’applicazione dei principi del kata, mai uno sparring libero come negli sport da combattimento moderni. Si possono fare drill specifici su entrate, controllo nel clinch, ecc.
Fase Conclusiva (Keiko Owari – 稽古終わり):
- Defaticamento leggero (Seiri Taisō).
- Chiusura formale con allineamento e saluti (reigi sahō), inclusi i ringraziamenti (“Dōmo arigatō gozaimashita“).
- Eventuali brevi discorsi del sensei (kōwa).
- Riordino del dōjō.
c) Contrasto Fondamentale: Apprendimento Storico vs. Allenamento Moderno Koryū:
- Kumiuchi Storico: Appreso tramite esperienza diretta (battaglia), pratica rude informale, imitazione. Alta mortalità/rischio di infortuni gravi. Focus sulla sopravvivenza immediata.
- Studio Moderno (Tecniche Derivate in Koryū): Appreso tramite metodologia strutturata (kata-centrica), supervisione qualificata, enfasi su sicurezza e controllo, progressione graduale. Basso rischio di infortuni gravi (se fatto correttamente). Focus sulla preservazione tecnica, comprensione dei principi e sviluppo personale.
In Conclusione:
Non esiste una “tipica seduta di allenamento” del Kumiuchi storico. Ciò che si può descrivere è l’allenamento moderno all’interno delle scuole koryū che preservano le tecniche derivate dal Kumiuchi. Questo allenamento è altamente strutturato, formale, disciplinato e focalizzato sulla pratica sicura e precisa dei kata, rappresentando l’unico modo oggi disponibile (anche se raro, specialmente in Italia) per entrare in contatto con l’eredità tecnica di questa fondamentale forma di combattimento samurai.
10. Gli stili e le scuole
a) Affermazione Inequivocabile: Non Esistono “Stili” o “Scuole di Kumiuchi”
È assolutamente fondamentale comprendere e ribadire questo punto per evitare confusioni: il Kumiuchi (組討 / 組打) non è uno “stile” di arte marziale né una “scuola” (ryūha) a sé stante. Non troverete mai una scuola tradizionale chiamata “Kumiuchi-ryū” o “Stile Kumiuchi”.
Come spiegato in precedenza, Kumiuchi è il termine storico che descrive:
- Il metodo di combattimento corpo a corpo in armatura dei samurai.
- Il fenomeno stesso di questo tipo di lotta sul campo di battaglia.
- L’insieme delle abilità pratiche sviluppate per questo contesto.
b) Le Vere “Scuole”: Le Koryū Ryūha che Preservano l’Eredità del Kumiuchi
Gli “stili” o le “scuole” rilevanti quando si parla di Kumiuchi sono, in realtà, le specifiche scuole marziali tradizionali giapponesi (koryū ryūha) che hanno:
- Attinto dall’esperienza pratica del Kumiuchi storico.
- Codificato le tecniche e i principi ritenuti più efficaci.
- Integrato questo sapere nei loro curricula (spesso sotto nomi come Jujutsu, Kogusoku, Koshi-no-mawari, Taijutsu, Yawara, o semplicemente come parte del combattimento a mani nude della scuola).
- Preservato e trasmesso questo patrimonio tecnico fino ai giorni nostri (o almeno fino a tempi recenti) attraverso i loro lignaggi e i loro kata.
c) Principali Scuole (Ryūha) Rilevanti per le Tecniche Derivate dal Kumiuchi:
Ecco un elenco delle più note koryū i cui curricula contengono elementi tecnici e principi strategici chiaramente derivati dalla realtà storica del Kumiuchi (l’elenco non è esaustivo):
- Takenouchi-ryū (竹内流): Fondata nel 1532, è un esempio primario. Il suo curriculum “Koshi-no-mawari Kogusoku” è la formalizzazione diretta delle tecniche di Kumiuchi, rendendola un punto di riferimento storico fondamentale.
- Araki-ryū (荒木流): Nota per il suo approccio potente, diretto e pragmatico, include tecniche di presa, lotta e percussione (torite, kogusoku) estremamente efficaci a distanza ravvicinata, chiaramente pensate per un contesto bellico assimilabile al Kumiuchi.
- Sosuishitsu-ryū (双水執流): Questa antica scuola include esplicitamente il “Kumiuchi Kogusoku” come parte fondamentale del suo insegnamento, accanto alle tecniche di spada corta.
- Yagyū Shingan-ryū (柳生心眼流): Le branche che enfatizzano il Taijutsu (arte del corpo) sono particolarmente rilevanti. Insegnano tecniche robuste di lotta (kumiuchi), colpi potenti (atemi) e leve, spesso con metodologie che tengono conto dell’uso (o della difesa contro) dell’armatura.
- Tenshin Shōden Katori Shintō-ryū (天真正伝香取神道流): Nonostante la fama per la scherma, questa venerabile sōgō bujutsu (arte marziale comprensiva) possiede un curriculum distinto di Jujutsu/Yawara, i cui kata contengono tecniche di controllo, proiezione e leva derivate dal combattimento corpo a corpo storico.
- Daitō-ryū Aiki-jūjutsu (大東流 合気柔術): Sebbene più tarda nella sua formalizzazione moderna (Takeda Sōkaku), le sue radici affondano nelle tradizioni marziali dei samurai (clan Aizu) e le sue tecniche di Aiki-jūjutsu (leve sottili, controllo del centro, proiezioni a corto raggio) sono chiaramente un’evoluzione raffinata di principi efficaci nel combattimento ravvicinato simile al Kumiuchi.
- Altre Koryū Jujutsu: Esistono numerose altre scuole classiche di Jujutsu (es. Takagi Yōshin-ryū, Kiraku-ryū, Shosho-ryū Yawara, Asayama Ichiden-ryū, ecc.) che, per definizione, preservano tecniche la cui origine ultima risale al Kumiuchi e ad altre forme di combattimento pratico del Giappone feudale.
d) Ogni Scuola è Uno “Stile” Unico:
È cruciale comprendere che ognuna di queste ryūha rappresenta uno “stile” unico e distinto. Anche se tutte affrontano il problema del combattimento ravvicinato derivato dal Kumiuchi, lo fanno con:
- Kata specifici e diversi.
- Enfasi differenti su certi principi (es. più colpi, più controllo, più leve, uso dell’aiki).
- Metodologie didattiche proprie.
- Una propria “sensazione” o carattere distintivo.
e) Situazione in Italia (Aprile 2025):
- Nessuna “Scuola di Kumiuchi”: Ribadiamo che non troverete scuole che si chiamino o si definiscano “Scuola di Kumiuchi”.
- Ricerca di Koryū Correlate: Chi è interessato a studiare le tecniche derivate dal Kumiuchi in Italia deve cercare rappresentanti legittimi e verificati delle koryū menzionate sopra. Come più volte indicato, le possibilità più concrete (seppur sempre molto limitate) risiedono principalmente in:
- Tenshin Shōden Katori Shintō-ryū
- Daitō-ryū Aiki-jūjutsu
- Potenzialmente (con attenta verifica) Yagyū Shingan-ryū
- La presenza di altre scuole come Takenouchi-ryū, Araki-ryū, Sosuishitsu-ryū nel nostro paese è altamente improbabile.
In Conclusione:
Per rispondere alla domanda su “stili e scuole del Kumiuchi”, la risposta corretta è che il Kumiuchi stesso non ha stili né scuole, essendo un metodo di combattimento storico. Gli “stili” e le “scuole” rilevanti sono le singole koryū ryūha (come Takenouchi-ryū, Araki-ryū, Katori Shintō-ryū, Daitō-ryū, ecc.) che hanno incorporato e formalizzato le tecniche derivate dal Kumiuchi all’interno dei loro specifici curricula (Jujutsu, Kogusoku, Taijutsu, ecc.), preservandone così l’eredità tecnica fino ai giorni nostri. Ognuna di queste scuole rappresenta uno stile unico e distinto.
11. La situazione in Italia
a) Premessa Indispensabile: Impossibilità di Praticare il Kumiuchi Storico
Prima di analizzare la presenza di discipline correlate, è fondamentale e categorico affermare che il Kumiuchi (組討 / 組打), inteso come la pratica storica della lotta corpo a corpo in armatura dei samurai, non viene praticato né insegnato in Italia (né altrove nel mondo) oggi, Aprile 2025.
Non esistono “corsi di Kumiuchi”, “istruttori di Kumiuchi” o “dojo di Kumiuchi”. Il Kumiuchi è un fenomeno storico e un metodo di combattimento del passato, legato a un contesto bellico, sociale e tecnologico (l’uso dell’armatura) non più esistente.
b) La Situazione Reale: La Presenza (Rara) di Koryū con Tecniche Derivate
Ciò che è rilevante per la “situazione in Italia” riguardo all’eredità del Kumiuchi è la presenza, estremamente limitata e rara, di scuole marziali tradizionali giapponesi (koryū) il cui curriculum contiene tecniche e principi che sono derivati direttamente dall’esperienza storica del Kumiuchi.
Quindi, chi in Italia è interessato a studiare le radici del combattimento ravvicinato giapponese, inclusi gli aspetti che erano centrali nel Kumiuchi (lotta, leve, proiezioni corte, integrazione con armi corte, principi di combattimento in armatura – studiati però senza indossarla), deve cercare rappresentanti legittimi e verificati di queste specifiche koryū.
c) Scuole Rilevanti con Presenza Verificabile o Potenziale in Italia (Aprile 2025):
Come già indicato nelle sezioni precedenti (relative a Kogusoku, Koshi-no-mawari e Kumiuchi stesso), le scuole tradizionali o con forti radici tradizionali che includono tecniche derivate dal Kumiuchi e che hanno una maggiore probabilità di avere una qualche forma di rappresentanza ufficiale (seppur limitata) in Italia sono:
Tenshin Shōden Katori Shintō-ryū:
- Situazione: Rimane la koryū di tipo sōgō bujutsu (arte marziale comprensiva) più accessibile e con la presenza più strutturata in Italia. Diversi gruppi di studio (shibu o kenkyūkai) riconosciuti operano in varie città.
- Rilevanza: Il suo curriculum include una sezione dedicata al Jujutsu/Yawara, contenente kata e tecniche di combattimento ravvicinato (leve, proiezioni, controlli) che affondano le radici nelle pratiche storiche dei samurai, quindi collegate all’eredità del Kumiuchi.
Daitō-ryū Aiki-jūjutsu:
- Situazione: Gode di una diffusione relativamente più ampia rispetto alle koryū pure, con diverse organizzazioni internazionali che hanno dojo affiliati in Italia.
- Rilevanza: Le sue sofisticate tecniche di Aiki-jūjutsu (leve, sbilanciamenti, proiezioni a corto raggio) sono una evoluzione di principi di combattimento ravvicinato storici, rappresentando un’altra via per studiare l’eredità tecnica legata al Kumiuchi, sebbene attraverso il filtro specifico dell’Aiki.
Yagyū Shingan-ryū:
- Situazione: Possibile ma incerta. Potrebbero esistere piccoli gruppi di studio dedicati, specialmente legati alle branche che insegnano il Taijutsu (arte del corpo), noto per le sue tecniche potenti e adatte a un contesto simile a quello del Kumiuchi.
- Avvertenza: La verifica del lignaggio e dell’autorizzazione all’insegnamento è particolarmente cruciale data la complessità e le ramificazioni di questa scuola.
Altre Koryū (Presenza Altamente Improbabile):
- È estremamente improbabile trovare in Italia rappresentanti ufficiali e qualificati di altre koryū storicamente importanti per il Jujutsu antico derivato dal Kumiuchi, come Takenouchi-ryū, Araki-ryū, Sosuishitsu-ryū, e molte altre.
d) Cosa NON Trovare:
- Non troverete corsi etichettati come “Kumiuchi”. Se li trovate, è probabile che si tratti di un uso improprio del termine o di ricostruzioni moderne non legate a una trasmissione tradizionale diretta.
- Studiare una koryū come Katori Shintō-ryū o Daitō-ryū non significa studiare “solo” Kumiuchi. Significa studiare l’intero curriculum di quella scuola, di cui le tecniche di combattimento ravvicinato sono solo una parte (più o meno ampia a seconda della scuola).
e) Sfide e Indicazioni per la Ricerca in Italia:
Per l’appassionato italiano (al 9 Aprile 2025):
- Ricerca Attiva e Paziente: Utilizzare i nomi specifici delle ryūha (Katori Shintō-ryū, Daitō-ryū, Yagyū Shingan-ryū) nelle ricerche online associate a “Italia” o a nomi di città.
- Verifica Scrupolosa: Controllare sempre le affiliazioni dei gruppi trovati con le organizzazioni madri o con federazioni/associazioni riconosciute nel campo del Kobudo/Koryū. Essere critici verso affermazioni non comprovate.
- Contatti e Networking: Cercare contatti tramite associazioni culturali, altri praticanti di arti marziali tradizionali, o partecipando a seminari (anche all’estero, se necessario).
- Consapevolezza dell’Impegno: Essere pronti a un percorso lungo, disciplinato, formalmente rigoroso e potenzialmente costoso (quote, trasferte, seminari).
In Conclusione:
La situazione in Italia per chi è interessato al Kumiuchi è semplice: il Kumiuchi storico non è praticato. Ciò che è possibile, seppur con difficoltà e impegno nella ricerca, è studiare le tecniche derivate dal Kumiuchi all’interno delle poche e rare scuole marziali tradizionali giapponesi (koryū) o discipline correlate (come Daitō-ryū) che hanno una rappresentanza legittima e verificabile nel nostro paese. Il percorso richiede motivazione, discernimento critico e la consapevolezza di intraprendere lo studio di un’intera tradizione marziale, non solo di un singolo aspetto storico del combattimento samurai.
12. Terminologia tipica
La terminologia associata al Kumiuchi (組討 / 組打) è ricca e variegata, attingendo sia dal linguaggio marziale specifico del combattimento corpo a corpo, sia dal contesto storico e culturale dei samurai e delle armature. Molti termini sono poi confluiti nel vocabolario del Koryū Jujutsu e delle arti marziali tradizionali in generale. Comprendere questi termini aiuta a decifrare la natura del Kumiuchi e la sua eredità.
Nota: La pronuncia indicata è un’approssimazione basata sulla fonetica italiana.
a) Termini Chiave Specifici del Kumiuchi:
- Kumiuchi (組討 / 組打): [Koo-mee-oo-chee] “Afferrare/intrecciare e colpire/sconfiggere”. Il termine principale per la lotta corpo a corpo dei samurai, specialmente in armatura.
- Yoroi Kumiuchi (鎧組討): [Yo-roy Koo-mee-oo-chee] Kumiuchi eseguito indossando l’armatura (yoroi). Specifica il contesto più comune e storicamente rilevante.
- Yoroi (鎧): [Yo-roy] Armatura giapponese (termine generico). Comprende varie parti come dō (corazza), kabuto (elmo), kote (maniche), suneate (schinieri), kusazuri (falde della gonna).
- Kumi (組): [Koo-mee] L’atto di afferrare, ingaggiare in lotta, il clinch.
- Uchi (討 / 打): [Oo-chee] Colpire, attaccare, sconfiggere.
b) Concetti Correlati e Discipline Derivate:
- Kogusoku (小具足): [Ko-goo-so-koo] “Piccola armatura/equipaggiamento”. Sistema/curriculum formalizzato derivato dal Kumiuchi, focalizzato sul combattimento con armatura leggera e armi corte.
- Koshi-no-mawari (腰之廻): [Ko-shee no ma-wa-ree] “Intorno alle anche”. Altro termine per un curriculum di combattimento ravvicinato derivato dal Kumiuchi (specie in Takenouchi-ryū), enfatizza la distanza minima.
- Jujutsu (柔術): [Joo-joo-tsoo] “Arte della cedevolezza”. La disciplina marziale formalizzata che ha ereditato e sistematizzato gran parte delle tecniche del Kumiuchi.
- Koryū (古流): [Ko-ryoo] “Scuola antica”. Il contesto (scuole pre-1868) in cui le tecniche derivate dal Kumiuchi sono state preservate.
- Ryūha (流派): [Ryoo-ha] La singola scuola/stile/lignaggio tradizionale.
c) Azioni Tecniche Fondamentali (Termini spesso usati anche nel Jujutsu):
- Torite (捕手): [To-ree-te] Tecniche di presa, cattura, afferrare (anche parti dell’armatura).
- Hodoki / Tehodoki (解き / 手解き): [Ho-do-kee / Te-ho-do-kee] Tecniche per liberarsi da prese.
- Nage (投): [Na-ghe] Proiezione, lanciare.
- Koshi Nage (腰投): [Ko-shee Na-ghe] Proiezione d’anca.
- Sutemi (捨身): [Soo-te-mee] Tecniche di sacrificio (cadendo per proiettare).
- Taoshi (倒し): [Ta-o-shee] Atterrare, far cadere.
- Kansetsu-waza (関節技): [Kan-set-soo wa-za] Tecniche di leva articolare (su kansetsu – articolazione).
- Shime-waza (絞技): [Shee-me wa-za] Tecniche di strangolamento/soffocamento (su shime – strangolare).
- Atemi-waza (当身技): [A-te-mee wa-za] Tecniche di percussione (atemi – colpo al corpo/bersaglio).
- Osae-waza (抑技): [O-sa-e wa-za] Tecniche di immobilizzazione (osae – trattenere, immobilizzare).
d) Armi e Parti dell’Equipaggiamento Rilevanti:
- Yoroi-dōshi (鎧通し): [Yo-roy-do-shee] Pugnale perfora-armature.
- Tantō (短刀): [Tan-to] Pugnale standard.
- Kodachi (小太刀): [Ko-da-chee] Spada corta.
- Kabuto (兜): [Ka-boo-to] Elmo samurai (un ostacolo e potenziale bersaglio).
- Kusazuri (草摺): [Koo-sa-zoo-ree] Falde mobili della corazza che proteggevano le anche e le cosce (un possibile punto debole o di presa).
- Sukima (隙): [Soo-kee] Fessura, apertura, spazio vuoto (nell’armatura o nella guardia avversaria), bersaglio cruciale nel Kumiuchi.
e) Concetti Tattici e Mentali:
- Maai (間合い): [Ma-ai] Gestione della distanza (nel Kumiuchi, si opera a distanza zero o minima).
- Kuzushi (崩し): [Koo-zoo-shee] Sbilanciamento (ottenuto con forza e leva nel Kumiuchi).
- Hyōshi (拍子): [Hyo-shee] Ritmo, tempismo (cruciale per sfruttare le aperture nel caos della lotta).
- Zanshin (残心): [Zan-sheen] Consapevolezza continua (vitale dopo aver neutralizzato un nemico per individuare altre minacce).
- Suki (隙): [Soo-kee] Sfruttare l’apertura, la vulnerabilità.
- Kyūsho (急所): [Kyoo-sho] Punti vitali (bersagli primari per colpi e armi corte nelle zone scoperte).
f) Termini Relativi all’Allenamento Moderno (delle tecniche derivate):
- Kata (形): [Ka-ta] Forma preordinata (metodo per studiare oggi le tecniche derivate).
- Dōjō (道場): [Do-jo] Luogo di pratica moderno.
- Sensei (先生): [Sen-say] Insegnante (di una koryū che insegna tecniche derivate).
- Reigi (礼儀): [Ray-ghee] Etichetta (fondamentale nella pratica koryū).
- Ukemi (受身): [Oo-ke-mee] Tecniche di caduta (essenziali per praticare le proiezioni in sicurezza).
- Tai Sabaki (体捌き): [Tai sa-ba-kee] Movimento del corpo (studiato formalmente nelle koryū).
In Conclusione:
La terminologia legata al Kumiuchi è un misto di termini descrittivi delle azioni di lotta (kumi, uchi, nage, kansetsu), termini relativi al contesto specifico (yoroi, yoroi-dōshi, sukima), e concetti marziali più ampi (maai, kuzushi, zanshin). Molti di questi termini sono stati ereditati e standardizzati dalle koryū Jujutsu che hanno formalizzato le tecniche nate dal Kumiuchi. Conoscere questo vocabolario aiuta a comprendere meglio la natura storica, tecnica e strategica di questa fondamentale forma di combattimento samurai.
13. Abbigliamento
a) L’Abbigliamento Storico del Kumiuchi: L’Armatura (Yoroi – 鎧)
È fondamentale e categorico affermare che l’abbigliamento specifico e contestuale per il Kumiuchi (組討 / 組打) storico era l’armatura da battaglia giapponese, chiamata Yoroi. Il Kumiuchi è definito proprio come la lotta corpo a corpo in armatura (Yoroi Kumiuchi – 鎧組討). Non si può parlare di Kumiuchi storico senza considerare l’ingombro, il peso, la protezione e le limitazioni imposte dall’armatura indossata da entrambi i contendenti.
Tipi di Armature Rilevanti: Nel corso dei secoli in cui il Kumiuchi fu una pratica bellica rilevante, diversi tipi di armature furono utilizzati dai samurai:
- Ō-yoroi (大鎧): “Grande armatura”, tipica dei periodi Heian e Kamakura. Pesante, piuttosto squadrata, ottimizzata per la guerra a cavallo e la protezione dall’arco. Lottare corpo a corpo indossando una ō-yoroi era estremamente difficile e goffo, ma avveniva.
- Dō-maru (胴丸) e Haramaki (腹巻): Armature più leggere e avvolgenti, originariamente usate dai fanti ma adottate anche dai samurai di rango inferiore e poi superiore, specialmente nei periodi successivi (Nambokuchō, Muromachi, Sengoku). Offrivano maggiore mobilità rispetto all’ō-yoroi, rendendo il Kumiuchi più dinamico ma lasciando anche più punti vulnerabili.
- Tōsei Gusoku (当世具足): “Armatura moderna” o “contemporanea”, sviluppatasi pienamente nel periodo Sengoku (l’apice del Kumiuchi). Queste armature erano spesso più modulari, potevano essere configurate in modi diversi (incluse versioni più leggere – kogusoku) e offrivano un miglior compromesso tra protezione e mobilità per la fanteria e i combattimenti di massa. La loro costruzione (piastre unite da rivetti o lacci, presenza di cotta di maglia – kusari) influenzò direttamente le tecniche di Kumiuchi, che dovevano sfruttarne le giunture e le fessure (sukima).
Componenti dell’Armatura: Un’armatura completa includeva numerose parti, tutte rilevanti nel Kumiuchi (come protezione, ostacolo o punto di presa): kabuto (elmo), menpō (maschera/protezione facciale), dō (corazza), sode (spallacci), kote (maniche corazzate), kusazuri (falde della gonna corazzata), haidate (cosciali), suneate (schinieri). Sotto l’armatura si indossavano specifici indumenti (yoroi shitagi).
Implicazioni dell’Armatura sulla Lotta:
- Peso e Ingombro: Riducevano la velocità, l’agilità e la resistenza.
- Limitazione dei Movimenti: Rendenvano difficili certi movimenti articolari e la flessibilità del tronco.
- Protezione: Rendevano inefficaci molti colpi.
- Punti Deboli: Creavano specifiche aree vulnerabili da attaccare (giunture, fessure, collo, ascelle, inguine).
b) L’Abbigliamento Moderno per lo Studio delle Tecniche Derivate:
È cruciale capire che oggi (Aprile 2025), nessuno si allena regolarmente nelle tecniche derivate dal Kumiuchi indossando un’armatura storica completa. Salvo rarissime eccezioni per ricostruzioni storiche o dimostrazioni altamente specializzate, la pratica avviene in un contesto moderno e sicuro.
L’abbigliamento utilizzato oggi nei dōjō delle koryū (come Katori Shintō-ryū, Daitō-ryū, o le rarissime altre scuole pertinenti eventualmente presenti anche in Italia) che insegnano tecniche derivate dal Kumiuchi è l’uniforme da allenamento tradizionale (keikogi):
- Keikogi (稽古着) / Dōgi (道着): Giacca (uwagi) e pantaloni (zubon) robusti, solitamente in cotone bianco o blu indaco/nero, adatti a resistere alle prese e allo sfregamento. La robustezza è importante per simulare (in minima parte) la resistenza offerta da un abbigliamento più pesante o dall’armatura nelle tecniche di presa (torite).
- Obi (帯): Cintura (bianca o nera/scura, a seconda delle regole della scuola) per chiudere la giacca.
- Hakama (袴): La gonna-pantalone tradizionale (solitamente blu scuro o nera), indossata sopra il keikogi nella maggior parte di queste scuole, permette ampia libertà di movimento e richiama l’abbigliamento formale storico.
- A Piedi Nudi: La pratica avviene su tatami (materassine) senza calzature.
Scopo dell’Abbigliamento Moderno: Questo abbigliamento permette di praticare i movimenti, le tecniche e i principi derivati dal Kumiuchi in sicurezza, concentrandosi sulla biomeccanica, sul controllo, sulla gestione della distanza ravvicinata e sull’apprendimento dei kata, senza le estreme difficoltà, i costi e i pericoli associati all’uso dell’armatura reale.
c) Contesto Italiano (Aprile 2025):
- Chiunque trovasse in Italia un gruppo legittimo che studia una koryū con tecniche derivate dal Kumiuchi, si vedrà richiedere l’abbigliamento standard di quella scuola (keikogi, obi, probabilmente hakama).
- Non ci si deve aspettare di indossare armature. L’acquisto dell’uniforme moderna è necessario e va fatto seguendo le specifiche indicazioni dell’insegnante riguardo a tipo, colore e qualità.
In Conclusione:
L’abbigliamento storico del Kumiuchi era l’armatura da battaglia (yoroi) indossata dai samurai. Questa è la caratteristica fondamentale che ne ha definito le tecniche. L’abbigliamento moderno utilizzato per studiare le tecniche derivate dal Kumiuchi all’interno delle koryū è invece l’uniforme da pratica standard (keikogi, obi, hakama), che permette un allenamento sicuro ed efficace focalizzato sulla trasmissione dei principi e delle forme storiche, pur in assenza del contesto originale dell’armatura.
14. Armi
a) Contesto d’Uso: Armi per la Distanza Zero
Le armi associate al Kumiuchi (組討 / 組打) non sono le armi primarie del samurai sul campo di battaglia (come la lancia yari o la spada lunga katana), ma quelle secondarie, di riserva o specializzate che entravano in gioco quando la lotta si spostava alla distanza più ravvicinata possibile, il contatto corpo a corpo, spesso dopo che le armi principali erano state perse, danneggiate o rese inutilizzabili dalla situazione. Il Kumiuchi è, per definizione, uno scenario in cui queste armi corte diventano decisive.
b) Le Armi Specifiche del Kumiuchi:
Yoroi-dōshi (鎧通し) – Il Perfora-Armature: L’Arma Emblematica:
- Descrizione Fisica: Questa è l’arma più intrinsecamente legata al concetto di Kumiuchi. Non è un semplice pugnale, ma uno strumento altamente specializzato. Si caratterizza per una lama estremamente robusta, con un dorso (<em>kasane</em>) molto spesso, una sezione frequentemente triangolare o a diamante (per massimizzare la rigidità e la capacità di penetrazione), e una punta (<em>kissaki</em>) eccezionalmente forte e acuminata. La sua costruzione era finalizzata alla penetrazione, non al taglio. Era progettato per resistere allo stress immenso necessario per forzare le difese dell’armatura.
- Ruolo Tattico nel Kumiuchi: Il suo scopo era unico: perforare l’armatura (yoroi) dell’avversario durante la lotta corpo a corpo. Quando, attraverso prese (kumi) e leve (kansetsu), si riusciva a immobilizzare l’avversario o a esporre una fessura (sukima) o un punto debole nella sua protezione (giunture, punti di allacciatura, sotto le ascelle, la visiera dell’elmo, l’inguine), lo yoroi-dōshi veniva estratto e usato per sferrare un affondo (tsuki) potente e mirato. Era la “chiave” per superare la protezione nemica a distanza zero. La sua presenza testimonia quanto fosse comune e problematico affrontare un nemico corazzato in corpo a corpo.
- Porto: Spesso portato sul fianco destro (a differenza del tantō solitamente a sinistra), forse per facilitarne l’estrazione con la mano sinistra durante una presa con la destra, o semplicemente per un accesso più rapido in situazioni di lotta caotica.
Tantō (短刀) – Il Pugnale Standard:
- Descrizione: Il pugnale multiuso del samurai, con lama più sottile dello yoroi-dōshi e più orientata anche al taglio.
- Ruolo nel Kumiuchi: Anche il tantō era un’arma cruciale. Se lo yoroi-dōshi non era disponibile o necessario, il tantō veniva usato per:
- Colpire punti vitali scoperti o fessure meno resistenti dell’armatura.
- Tagliare cinghie, lacci (odoshi ito), o zone esposte come gola o polsi.
- Minacciare per forzare una reazione o la sottomissione.
- Leva: Usato occasionalmente come punto di appoggio o leva improvvisata.
- Versatilità: Essendo più comune dello yoroi-dōshi, era l’arma corta più probabile da avere a disposizione in uno scontro Kumiuchi.
Kodachi (小太刀) – La Spada Corta:
- Descrizione: La spada di lunghezza intermedia (lama tra 30 e 60 cm).
- Ruolo nel Kumiuchi: In situazioni di combattimento estremamente ravvicinato dove la katana era troppo lunga e ingombrante, il kodachi offriva un’opzione con maggiore portata e capacità di taglio rispetto a un pugnale. Poteva essere sguainato e utilizzato in spazi ristretti o durante la lotta se si creava un minimo di spazio, magari dopo aver respinto o sbilanciato l’avversario. Alcune scuole (ryūha) integrano specificamente tecniche di kumiuchi e kodachi.
Kaiken (懐剣) – Il Pugnale Occultato:
- Descrizione: Pugnale di piccole dimensioni, facile da nascondere.
- Ruolo nel Kumiuchi: Arma da sorpresa o da ultima risorsa, efficace proprio per la sua capacità di apparire inaspettatamente durante la lotta più serrata.
c) Integrazione Totale con le Tecniche Corporee:
È fondamentale capire che queste armi non venivano usate “dopo” la lotta, ma durante la lotta stessa. Le tecniche di Kumiuchi (prese, leve, sbilanciamenti) servivano spesso proprio a creare l’opportunità per estrarre e usare efficacemente l’arma corta. Viceversa, la minaccia o l’uso dell’arma potevano facilitare l’applicazione di una tecnica corporea. Era un flusso continuo e integrato. La difesa contro queste armi (buki-dori) era parimenti parte integrante delle abilità di Kumiuchi.
d) Addestramento Moderno (Italia, Aprile 2025):
Oggi, lo studio dell’uso di queste armi nel contesto delle tecniche derivate dal Kumiuchi (all’interno delle koryū) avviene esclusivamente con repliche sicure:
- Legno (Mokusei Tantō, Shōtō Bokken): Per la forma e la manipolazione.
- Materiali Imbottiti/Flessibili: Per la pratica in coppia con contatto o disarmi. L’obiettivo è apprendere i principi di impiego (impugnatura, estrazione, mira, integrazione con il corpo), non replicare la pericolosità storica. Trovare repliche di yoroi-dōshi è difficile; spesso si usa un tantō di legno robusto per simulare. Maneggiare veri tantō o yoroi-dōshi antichi è estremamente raro e limitato a contesti di studio avanzato o collezionismo, non fa parte dell’allenamento regolare in Italia.
In Conclusione:
Le armi del Kumiuchi sono estensioni del combattente nella lotta a distanza zero. Mentre il Tantō offre versatilità, lo Yoroi-dōshi rappresenta la soluzione specializzata al problema dell’armatura nemica nel corpo a corpo. Il Kodachi offre una via di mezzo. Tutte queste armi erano integrate nelle tecniche di lotta, e la loro comprensione è essenziale per cogliere la natura completa e pragmatica del Kumiuchi storico, la cui eredità tecnica sopravvive oggi nello studio delle koryū.
15. A chi è indicato e a chi no
a) Introduzione: Un Impegno Specifico, Non per Tutti
Come abbiamo stabilito, il Kumiuchi storico non è una disciplina praticabile oggi. La domanda quindi diventa: a chi è indicato lo studio delle koryū (scuole marziali tradizionali) che preservano l’eredità tecnica del Kumiuchi? Intraprendere questo percorso è una scelta impegnativa che richiede motivazioni specifiche e una certa predisposizione caratteriale, ancor più considerando la significativa rarità di tali scuole in Italia (Aprile 2025). Non è un’attività marziale “per le masse”, ma un cammino potenzialmente molto gratificante per un certo tipo di individuo.
b) Il Profilo Ideale: A Chi È Fortemente Indicato
Lo studio delle discipline tradizionali che racchiudono i principi del Kumiuchi è particolarmente adatto a chi possiede le seguenti motivazioni e caratteristiche:
Motivazioni Chiave:
- Profondo Interesse Storico-Culturale: Chi è affascinato dalla storia dei samurai, dalle loro armature, dalle loro battaglie e desidera comprendere come combattevano realmente nel corpo a corpo. Lo studio di queste koryū è un’immersione nella storia applicata.
- Ricerca di Autenticità e Tradizione Marziale: Chi cerca un’arte marziale con un lignaggio storico verificabile, lontana dalle dinamiche sportive, commerciali o dalle semplificazioni moderne, focalizzata sulla preservazione di un sapere antico.
- Volontà di Comprendere le Radici del Jujutsu/Aikido: Praticanti (anche avanzati) di arti marziali giapponesi moderne che desiderano esplorare le origini pratiche e spesso più “grezze” delle tecniche che studiano (leve, proiezioni, controllo del centro).
- Obiettivo di Sviluppo Personale Olistico: Chi vede la pratica marziale rigorosa come una “Via” (Dō) per forgiare il carattere, sviluppando disciplina ferrea, concentrazione, pazienza, umiltà, controllo emotivo, resilienza e consapevolezza (zanshin).
- Interesse per la Biomeccanica e l’Efficacia dei Principi: Chi è affascinato dallo studio di come la leva, lo sbilanciamento (kuzushi), il tempismo (hyoshi) e la gestione dello spazio (maai) possano permettere di controllare un avversario, anche in condizioni difficili (come l’armatura storica).
Caratteristiche Personali e Attitudinali:
- Pazienza Straordinaria e Perseveranza: L’apprendimento è lento, basato sulla ripetizione meticolosa dei kata per anni. I progressi visibili possono richiedere molto tempo. Serve la capacità di non scoraggiarsi e di continuare a praticare con costanza.
- Forte Autodisciplina e Rispetto delle Regole: La capacità di seguire le istruzioni del sensei senza discussioni, di aderire all’etichetta (reigi) e alla struttura formale del dōjō è fondamentale.
- Meticolosità e Attenzione ai Dettagli: La pratica koryū richiede precisione estrema nei movimenti e nelle forme.
- Umiltà e Capacità di Accettare la Correzione: L’ego è un ostacolo. Bisogna essere disposti a essere corretti continuamente, anche su dettagli apparentemente minori, e a riconoscere i propri limiti.
- Resilienza Mentale: Saper gestire la fatica fisica, la frustrazione per la lentezza dei progressi e la natura talvolta austera dell’allenamento.
- Apprezzamento (o Tolleranza) per la Formalità: Vivere positivamente l’ambiente strutturato, i rituali e le gerarchie basate sull’anzianità di pratica (senpai-kōhai).
- Disponibilità a Confrontarsi con un Contesto Marziale Storico: Accettare mentalmente che si stanno studiando tecniche nate per il combattimento reale, comprendendone la finalità originaria (anche se praticate oggi in sicurezza).
c) Il Profilo Meno Adatto: A Chi È Generalmente Sconsigliato
Questo tipo di studio è probabilmente frustrante o inadatto per chi:
Motivazioni Differenti:
- Cerca lo Sport e la Competizione: Non ci sono gare di Kumiuchi o delle koryū pertinenti nel senso moderno.
- Vuole Imparare Rapidamente a Difendersi: Non è un corso intensivo di autodifesa focalizzato su scenari moderni; l’efficacia richiede un percorso molto lungo.
- Mira Principalmente al Fitness, alla Perdita di Peso o all’Estetica: Questi possono essere benefici secondari, ma non sono lo scopo primario dell’allenamento, che è tecnico e mentale/spirituale.
Caratteristiche Personali e Attitudinali:
- È Impaziente o Cerca Gratificazioni Immediate: La lentezza e la ripetitività sarebbero vissute come noiose o inutili.
- Mal Tollerare Regole, Formalità, Etichetta o Gerarchie: L’ambiente Koryū risulterebbe soffocante.
- Manca di Autodisciplina o Costanza: L’impegno richiesto non sarebbe sostenibile.
- Preferisce Allenamenti Liberi, Improvvisati o Basati sullo Sparring: La metodologia kata-centrica e l’assenza (o la natura molto controllata) dello sparring libero sarebbero deludenti per chi cerca quel tipo di interazione. Non è BJJ, Judo agonistico o MMA.
- Ha un Forte Ego o Difficoltà ad Accettare Critiche/Correzioni: L’umiltà è necessaria per progredire.
- È Facilmente Annoiato dalla Ripetizione: La pratica dei kata è intrinsecamente ripetitiva.
- Ha un Atteggiamento Irrispettoso o Aggressivo: Assolutamente incompatibile con la filosofia e la sicurezza del dōjō.
- È Turbato dal Contesto Storico Violento: Chi non riesce ad accettare lo studio (controllato e sicuro) di tecniche nate per la guerra potrebbe sentirsi a disagio.
d) Contesto Specifico Italiano (Aprile 2025):
- Filtro Pratico: La rarità estrema di scuole pertinenti in Italia agisce come un filtro naturale. Solo chi è veramente motivato e disposto a cercare attivamente, verificare le fonti, e potenzialmente viaggiare o trasferirsi avrà la possibilità concreta di praticare. L’impegno iniziale richiesto è molto più alto rispetto all’iscrizione a un corso di arti marziali comuni.
In Conclusione:
Lo studio dell’eredità tecnica del Kumiuchi attraverso le koryū è un percorso profondo, riservato a individui con una forte motivazione storica, culturale o di crescita personale, dotati di notevole pazienza, disciplina, umiltà e rispetto per la tradizione e la formalità. Non è adatto a chi cerca risultati immediati, competizione sportiva, fitness fine a sé stesso o un ambiente di pratica informale. La situazione italiana, data la scarsità di opportunità, richiede una dedizione e uno spirito di ricerca ancora maggiori fin dall’inizio. Una scelta consapevole è il primo passo verso un percorso che, per chi è adatto, può durare una vita intera.
16. Considerazioni sulla sicurezza
a) Distinzione Fondamentale: Pericolo Storico vs. Sicurezza Moderna
Quando si parla di sicurezza riguardo al Kumiuchi (組討 / 組打), è assolutamente cruciale distinguere tra due realtà completamente diverse:
Il Kumiuchi Storico: La pratica effettiva della lotta corpo a corpo in armatura sul campo di battaglia feudale era intrinsecamente e èstremamente pericolosa. Era combattimento reale, con intenzioni letali, uso di armi affilate (come yoroi-dōshi e tantō), impatti violenti tra corpi protetti da armature (che potevano causare traumi interni anche senza penetrazione), assenza di regole e un ambiente caotico. L’obiettivo era neutralizzare il nemico, e gli infortuni gravi o mortali erano una conseguenza frequente e accettata di questo tipo di scontro. Non esistevano “considerazioni sulla sicurezza” nel senso moderno; esisteva solo la lotta per la sopravvivenza.
Lo Studio Moderno delle Tecniche Derivate dal Kumiuchi (nelle Koryū): La pratica che avviene oggi (Aprile 2025), anche nei rari dojo in Italia dove si studiano koryū pertinenti, non è una replica del Kumiuchi storico, ma lo studio controllato e sicuro delle tecniche e dei principi che ne sono derivati e sono stati formalizzati all’interno di queste scuole tradizionali. In questo contesto moderno, la sicurezza (Anzen – 安全) dei praticanti è una priorità assoluta.
b) Come Viene Garantita la Sicurezza nella Pratica Moderna (Koryū):
Nonostante si studino tecniche potenzialmente pericolose nella loro origine, l’ambiente di allenamento di una koryū legittima implementa una serie di misure rigorose per minimizzare i rischi:
Istruzione Qualificata e Autorizzata:
- Guardiano della Sicurezza: L’insegnante (sensei) qualificato, con un lignaggio verificato e l’autorizzazione (menkyo) della scuola, è il garante principale della sicurezza. Conosce i rischi, insegna la progressione corretta, enfatizza il controllo e sa come intervenire. Verificare le credenziali è il primo passo per la sicurezza, specialmente in Italia.
Progressione Didattica Lenta e Sistematica:
- Prima le Basi: Si dedicano anni a padroneggiare i fondamentali (cadute ukemi, spostamenti tai sabaki) prima di affrontare tecniche complesse o potenzialmente più rischiose dei kata. Questo costruisce la competenza fisica e mentale necessaria.
Controllo Assoluto nell’Esecuzione (Seigyo – 制御):
- Tecniche Potenzialmente Lesive: Leve articolari (kansetsu-waza) e strangolamenti (shime-waza) vengono praticate con estremo controllo. L’obiettivo è applicare la tecnica correttamente fino al punto in cui il partner deve segnalare la resa, mai forzare fino a causare un infortunio reale. Si impara a “sentire” il limite.
- Velocità Graduale: La velocità si aumenta solo quando la tecnica è padroneggiata perfettamente a velocità ridotta e con pieno controllo.
Cultura del Rispetto Reciproco e della Fiducia:
- Partner, Non Avversari: I compagni di allenamento (aite) collaborano per l’apprendimento reciproco. Ci si fida che chi applica la tecnica userà controllo e che chi la riceve segnalerà la resa onestamente.
- Segnali di Resa (Tap Out): Il battere ripetuto è un segnale sacro che impone l’interruzione immediata della tecnica. Ignorarlo è una gravissima mancanza di rispetto e un enorme rischio per la sicurezza.
Maestria nelle Cadute (Ukemi – 受身):
- Fondamentale Essenziale: Saper cadere in modo sicuro e controllato è l’abilità che permette di ricevere le numerose proiezioni (nage-waza) derivate dal Kumiuchi senza subire traumi da impatto. Viene praticata costantemente.
Ambiente e Attrezzature Sicure:
- Tatami: Praticare su materassine adeguate e in buono stato è cruciale per attutire le cadute.
- Armi da Allenamento Inermi: Si usano esclusivamente repliche in legno (bokken, mokusei tantō) o materiali sicuri (gomma, imbottiti) per la pratica in coppia. Mai lame vere. Le armi da allenamento devono essere mantenute in buono stato.
Etichetta Rigorosa (Reigi Sahō – 礼儀作法):
- Struttura e Prevedibilità: Le regole formali di comportamento nel dōjō creano un ambiente ordinato, prevedibile e attento, riducendo drasticamente la possibilità di movimenti avventati o interazioni pericolose che potrebbero verificarsi in un contesto informale.
c) Rischi Residui nella Pratica Moderna:
Nonostante queste misure, il rischio zero non esiste:
- Infortuni Minori: Come in ogni attività fisica di contatto, contusioni, piccole distorsioni (soprattutto a dita e polsi), o affaticamenti muscolari possono accadere.
- Infortuni Gravi: Sono molto rari in dojo legittimi e ben condotti, ma teoricamente possibili in caso di grave negligenza, disattenzione, mancato rispetto delle regole o istruzione non qualificata.
d) Responsabilità Individuale:
Ogni praticante contribuisce alla sicurezza generale essendo concentrato, controllando le proprie azioni, comunicando con i partner, rispettando i propri limiti fisici e segnalando prontamente la resa.
e) Contesto Italiano (Aprile 2025):
- Assicurazione: È essenziale verificare la presenza di un’adeguata copertura assicurativa contro gli infortuni, sia per l’associazione/dojo sia per il singolo praticante, come previsto dalle normative per le attività sportive/culturali in Italia.
- Selezione Attenta del Dojo: La difficoltà nel trovare Koryū autentiche in Italia rende ancora più importante per la propria sicurezza la verifica accurata delle credenziali dell’insegnante e la scelta di un ambiente di pratica serio e responsabile.
In Conclusione:
Mentre il Kumiuchi storico era una pratica estremamente pericolosa dettata dalle necessità della guerra, lo studio moderno delle tecniche che ne derivano, all’interno delle koryū, avviene secondo principi di sicurezza estremamente rigorosi. Attraverso un insegnamento qualificato, una metodologia progressiva, un’enfasi assoluta sul controllo, il rispetto reciproco e l’uso di attrezzature adeguate, si crea un ambiente in cui è possibile esplorare questo patrimonio marziale con rischi minimizzati. La sicurezza rimane una responsabilità condivisa, dove la scelta di una scuola legittima e l’atteggiamento coscienzioso del praticante sono fondamentali.
17. Controindicazioni
a) Avvertenza Medica Essenziale e Prioritaria:
Si ribadisce con la massima enfasi: le informazioni seguenti non costituiscono un parere medico né lo sostituiscono. Prima di intraprendere lo studio di una koryū che includa tecniche derivate dal Kumiuchi – una pratica fisicamente e mentalmente impegnativa – è assolutamente indispensabile consultare il proprio medico curante. In presenza di patologie note, dubbi sul proprio stato di salute o limitazioni funzionali, è necessario ottenere un parere medico specifico sull’idoneità a questo tipo di attività, che include cadute, leve articolari, proiezioni e sforzi intensi. La salute e la sicurezza del praticante vengono prima di tutto.
b) Controindicazioni Fisiche Significative (Generalmente Ostative):
Queste condizioni rendono la pratica generalmente sconsigliata o impossibile, data la natura delle sollecitazioni:
Sistema Muscolo-Scheletrico:
- Gravi Patologie Articolari: Artrite in fase acuta, artrosi severa con limitazione funzionale importante, instabilità cronica di grandi articolazioni (spalle, ginocchia, anche) non corretta, storia di lussazioni recidivanti. Le leve (kansetsu-waza) e gli impatti delle cadute (ukemi) potrebbero causare danni irreparabili.
- Protesi Articolari: Rischio elevato di danneggiamento, mobilizzazione o infezione dell’impianto a causa degli stress meccanici e degli impatti. Richiede valutazione specialistica caso per caso, ma spesso è una controindicazione.
- Ernie Discali Gravi/Sintomatiche: Specialmente se associate a sciatalgia, brachialgia o deficit neurologici. Le torsioni, le flessioni e gli impatti delle cadute sono altamente rischiosi.
- Osteoporosi Severa: Rischio elevato di fratture anche con cadute tecnicamente corrette.
- Esiti Recenti di Traumi Maggiori o Interventi Chirurgici: Necessario attendere la completa guarigione e riabilitazione con il consenso medico.
Sistema Cardiovascolare:
- Cardiopatie Gravi e/o Instabili: Ischemia cardiaca (angina instabile, infarto recente), aritmie complesse non controllate, insufficienza cardiaca scompensata, gravi malattie valvolari.
- Ipertensione Arteriosa Grave e Non Controllata.
- Portatori di Pacemaker/Defibrillatori (ICD): Richiedono una valutazione cardiologica specifica per l’attività fisica di contatto.
Sistema Neurologico:
- Epilessia Non Controllata: Rischio di crisi durante l’allenamento.
- Gravi Disturbi dell’Equilibrio o della Coordinazione: Rendono impossibile eseguire le tecniche e le cadute in sicurezza.
- Esiti Neurologici Invalidanti da ictus, traumi cranici, malattie degenerative.
Sistema Respiratorio:
- Asma Grave, Instabile o Non Controllato: Rischio di crisi indotte dallo sforzo.
- Insufficienza Respiratoria Cronica.
Gravidanza:
- Controindicazione Generale per i rischi intrinseci di cadute e traumi.
Altre Condizioni:
- Disturbi della Coagulazione o Terapie Anticoagulanti Maggiori.
- Infezioni Acute o Sistemiche.
- Dolore Cronico Severo non gestibile.
c) Controindicazioni Relative (Richiedono Valutazione e Gestione):
- Condizioni Fisiche Lievi/Moderate: Problemi articolari minori, lombalgia cronica lieve, ecc. La pratica potrebbe essere possibile solo con il parere favorevole del medico, comunicando apertamente e continuamente le proprie limitazioni al sensei, e con la disponibilità ad adattare l’allenamento o evitare specifiche tecniche. La responsabilità ultima è dello studente nel non superare i propri limiti.
- Età: Non ci sono limiti assoluti, ma la pratica richiede maturità e disciplina (difficile nei bambini molto piccoli) e consapevolezza delle proprie capacità fisiche e tempi di recupero (negli anziani).
- Condizioni Croniche Controllate: Asma lieve, diabete, ipertensione ben gestite farmacologicamente. La pratica è spesso possibile, ma sempre con il consenso medico e con un’attenta autogestione durante l’allenamento.
d) Controindicazioni Comportamentali, Psicologiche, Attitudinali (Fondamentali e Spesso Dirimenti):
Nel contesto rigoroso e potenzialmente pericoloso di una koryū, queste controindicazioni sono altrettanto gravi, se non di più, di quelle fisiche:
- Mancanza di Disciplina, Rispetto e Umiltà: CONTROINDICAZIONE ASSOLUTA. L’incapacità o la non volontà di:
- Seguire le regole del dōjō.
- Rispettare l’etichetta (reigi).
- Ascoltare e rispettare le indicazioni del sensei e l’esperienza dei senpai.
- Mettere da parte l’ego e accettare le correzioni. Rende l’individuo un pericolo per sé stesso e per gli altri e incompatibile con la filosofia e la metodologia Koryū.
- Aggressività Incontrollata o Intenti Violenti: Chi cerca la pratica marziale come sfogo per la rabbia o con il desiderio di imparare a fare del male non troverà posto. Le koryū insegnano controllo e responsabilità.
- Incapacità di Gestire la Frustrazione: I progressi sono lenti; la frustrazione è normale ma deve essere gestita costruttivamente. Chi si arrende facilmente o reagisce negativamente alle difficoltà non è adatto.
- Mancanza di Serietà o Costanza: Lo studio richiede un impegno profondo e a lungo termine.
- Gravi Problemi Psicologici o Psichiatrici Non Compensati: Condizioni che possono compromettere il giudizio, il controllo degli impulsi o la capacità di interazione sicura con gli altri.
e) Comunicazione con l’Insegnante (Sensei): Un Dovere
Prima di iniziare, e durante tutto il percorso, è dovere dello studente informare l’insegnante di qualsiasi condizione fisica o psicologica rilevante. Questo permette al sensei di valutare l’idoneità e garantire un ambiente sicuro per tutti.
f) Obbligo Legale in Italia (Aprile 2025):
- Certificato Medico: Si ricorda l’obbligo legale in Italia di presentare un certificato medico di idoneità all’attività sportiva non agonistica (o agonistica, se del caso) per praticare in associazioni/società sportive. Questo è un requisito minimo.
In Conclusione:
Lo studio delle tecniche derivate dal Kumiuchi offre grandi benefici ma non è esente da rischi e non è per tutti. Oltre alle importanti controindicazioni fisiche che richiedono sempre una valutazione medica, le controindicazioni legate all’atteggiamento mentale, alla disciplina e al rispetto sono assolutamente fondamentali nel contesto delle koryū. Un’auto-valutazione onesta e una comunicazione trasparente con il medico e l’insegnante sono essenziali per garantire un percorso di studio sicuro, proficuo e rispettoso della tradizione.
18. Conclusioni
Il Kumiuchi come Caposaldo Silenzioso del Budo Giapponese
Il Kumiuchi (組討 / 組打), pur non essendo oggi una disciplina marziale praticata in modo autonomo e diffuso, occupa una posizione di fondamentale importanza storica e concettuale nell’evoluzione del Budo, le arti marziali giapponesi. Esso rappresenta molto più di una semplice raccolta di tecniche; è la testimonianza diretta e pragmatica delle esigenze di sopravvivenza del guerriero samurai sul campo di battaglia feudale. Comprendere il Kumiuchi significa gettare uno sguardo nelle radici più profonde e talvolta brutali da cui sono sbocciate molte delle arti marziali giapponesi che conosciamo oggi.
Radici nel Pragmatismo Bellico: Nato non da un singolo fondatore o da una filosofia spirituale predefinita, ma dalla necessità contingente e spietata del combattimento reale, spesso in armatura (Yoroi Kumiuchi), il Kumiuchi è l’epitome del pragmatismo marziale. Il suo scopo non era l’eleganza formale o lo sviluppo interiore (se non come conseguenza della disciplina necessaria alla sopravvivenza), ma la neutralizzazione rapida ed efficace dell’avversario in condizioni caotiche, utilizzando proiezioni, leve, strangolamenti e percussioni mirate ai punti deboli, sia del corpo che dell’armatura. Questa natura “grezza” e focalizzata sull’efficacia immediata lo distingue dalle forme più stilizzate o spiritualizzate che si sarebbero sviluppate successivamente in periodi di relativa pace.
Il Patrimonio Genetico del Jujutsu: Il Kumiuchi è universalmente riconosciuto come l’antenato diretto, il “patrimonio genetico”, della stragrande maggioranza delle scuole classiche di Jujutsu (Koryū Jujutsu). Con il mutare delle condizioni sociali e militari, specialmente durante il lungo periodo di pace Edo, le tecniche di combattimento in armatura del Kumiuchi furono adattate, raffinate e sistematizzate per essere efficaci anche senza l’ingombrante protezione. Il focus si spostò leggermente, incorporando principi di cedevolezza (Ju) più sofisticati, ma il nucleo tecnico del Kumiuchi – la gestione della distanza ravvicinata, lo squilibrio (Kuzushi), le proiezioni (Nage-waza), le leve (Kansetsu-waza), gli strangolamenti (Shime-waza) e le immobilizzazioni (Osaekomi-waza) – rimase il fondamento su cui queste scuole costruirono i loro curricula. Ogni Ryūha di Jujutsu porta in sé, in misura variabile, l’impronta indelebile del Kumiuchi.
L’Influenza Trasformativa su Judo e Aikido: Il Kumiuchi non si è limitato a influenzare il Jujutsu classico, ma la sua eredità si estende, seppur in forma trasformata, anche alle moderne arti del Budo.
- Judo: Jigoro Kano, fondatore del Judo, studiò diverse scuole di Jujutsu (che incorporavano principi del Kumiuchi) e da esse operò una selezione meticolosa. Egli prese il nucleo tecnico del grappling (proiezioni, immobilizzazioni, leve, strangolamenti), eliminando le tecniche ritenute più pericolose o meno adatte a un contesto educativo e sportivo (come molti Atemi specifici o leve su piccole articolazioni), e lo riorganizzò secondo principi pedagogici e scientifici (massima efficacia, mutua prosperità). Il Randori e lo Shiai (pratica libera e competizione) del Judo, sebbene regolamentati, affondano le loro radici nella pratica dinamica del Kumiuchi/Jujutsu.
- Aikido: Morihei Ueshiba, fondatore dell’Aikido, fu profondamente influenzato dal Daitō-ryū Aiki-jūjutsu, una scuola con forti radici nel Jujutsu classico e, quindi, nel Kumiuchi. Ueshiba trascese l’aspetto puramente combattivo, infondendo nella sua arte principi di armonia (Ai), energia spirituale (Ki) e non-resistenza. Tuttavia, molte delle tecniche di leva articolare (come Ikkyo, Nikyo, Sankyo, Yonkyo), di controllo e di proiezione dell’Aikido mostrano una chiara discendenza dalle metodologie del Jujutsu e, più a monte, del Kumiuchi, sebbene applicate con una filosofia e una finalità differenti, spesso mirando più al controllo e alla neutralizzazione non lesiva che alla distruzione dell’avversario.
Un’Eredità Silenziosa ma Presente: Nonostante la sua importanza storica, oggi è praticamente impossibile trovare un Dojo che insegni “Kumiuchi” come disciplina a sé stante. È stato assorbito e superato dalle sue forme discendenti. Tuttavia, il suo spirito e le sue tecniche sopravvivono:
- Nelle scuole di Koryū Jujutsu che mantengono un forte legame con le tradizioni pre-Meiji.
- Come oggetto di studio per storici delle arti marziali e praticanti avanzati che desiderano comprendere le origini delle loro discipline.
- Nei principi fondamentali di presa, squilibrio e controllo che sono comuni a quasi tutte le forme di grappling giapponese.
Per il praticante moderno, studiare o comprendere il Kumiuchi offre una prospettiva inestimabile sull’evoluzione del combattimento corpo a corpo, ricordando che dietro le forme talvolta raffinate delle arti moderne si cela un nucleo di tecniche forgiate per la sopravvivenza nel contesto più estremo.
In Sintesi: Il Kumiuchi è il caposaldo dimenticato, il filo rosso che collega le prime forme di lotta samurai alle complesse arti marziali del Giappone. Sebbene la sua pratica diretta sia svanita nel tempo, la sua essenza – pragmatismo, efficacia nel grappling, adattabilità al contesto – continua a vivere nel DNA del Jujutsu, del Judo, dell’Aikido e di altre arti derivate. Riconoscere il Kumiuchi significa rendere omaggio alle fondamenta robuste e realistiche su cui è stato costruito gran parte dell’edificio del Budo giapponese. È un’eredità silenziosa ma potente, essenziale per una comprensione completa della storia e della profondità delle arti marziali del Sol Levante.
19. Fonti
Navigare nella Ricerca sul Kumiuchi
Identificare fonti specifiche ed esaustive esclusivamente dedicate al Kumiuchi presenta delle sfide intrinseche, principalmente perché, come discusso in precedenza, il Kumiuchi non è generalmente trattato nella letteratura storica o marziale come un’arte marziale distinta e codificata alla pari di discipline come il Judo o il Karate. Esso è piuttosto un concetto e un insieme di tecniche storiche profondamente radicate nel più ampio contesto del Bujutsu (arti guerriere) e del Jujutsu classico (Koryū). Pertanto, la ricerca sul Kumiuchi richiede un approccio multi-fonte, attingendo a diverse tipologie di materiali per ricostruirne la storia, le tecniche e l’influenza.
Ecco una disamina delle principali categorie di fonti pertinenti:
Testi Storici sul Giappone Feudale e sulla Classe Samurai:
- Rilevanza: Forniscono il contesto socio-culturale e militare indispensabile per comprendere perché e come il Kumiuchi si è sviluppato. Descrivono le armature (Yoroi), le armi, le tattiche di battaglia e la vita dei samurai, elementi che hanno plasmato direttamente le tecniche di combattimento corpo a corpo.
- Esempi: Cronache di guerra classiche come l’ Heike Monogatari o il Taiheiki, pur non essendo manuali tecnici, contengono descrizioni vivide di combattimenti individuali che spesso includono fasi di lotta (Kumiuchi) tra guerrieri. Opere di storici moderni specializzati nel Giappone feudale e nella storia militare (ad esempio, Karl F. Friday, Stephen Turnbull, George Sansom) offrono analisi accademiche del periodo e delle pratiche guerriere, menzionando talvolta le forme di combattimento disarmato o ravvicinato.
- Limitazioni: Raramente entrano nel dettaglio tecnico specifico del Kumiuchi, focalizzandosi più sul contesto generale.
Opere sulla Storia Generale delle Arti Marziali Giapponesi (Budo/Bujutsu):
- Rilevanza: Questi testi sono fondamentali perché spesso tracciano le linee evolutive delle arti marziali, posizionando esplicitamente il Kumiuchi (o concetti affini come Yawara) come precursore o componente essenziale del Jujutsu classico.
- Esempi: Le opere enciclopediche di Donn F. Draeger (come la serie Classical Bujutsu e Classical Budo) sono considerate seminali e dedicano spazio alle origini del Jujutsu, discutendo le sue radici nel combattimento da campo di battaglia. Anche i lavori di Serge Mol (es. Classical Swordsmanship of Japan) toccano questi aspetti nel contesto delle scuole guerriere tradizionali. Questi autori aiutano a situare il Kumiuchi nel più ampio panorama del Budo.
- Limitazioni: L’attenzione è spesso sull’evoluzione generale, quindi il Kumiuchi potrebbe essere trattato come una fase o un componente piuttosto che essere il focus principale.
Letteratura Specifica sulle Scuole Classiche di Jujutsu (Koryū Jujutsu):
- Rilevanza: Questa è forse la fonte più diretta per comprendere le tecniche e i principi associati al Kumiuchi, poiché esso ne costituiva il nucleo tecnico. La documentazione relativa a scuole come Takenouchi-ryū, Araki-ryū, Sosuishi-ryū, Daitō-ryū Aiki-jūjutsu (per le sue radici Jujutsu) può contenere descrizioni di kata, principi e applicazioni che riflettono direttamente la pratica del Kumiuchi.
- Esempi: Libri, articoli o Densho (rotoli di trasmissione, se accessibili e interpretabili) specifici di una determinata Ryūha. Pubblicazioni da organizzazioni dedicate alla preservazione dei Koryū (come Koryu Books curato da Diane Skoss) possono contenere saggi e traduzioni pertinenti.
- Limitazioni: L’accesso a materiale dettagliato sui Koryū può essere difficile. Molta conoscenza è ancora trasmessa oralmente (Kuden) o riservata ai membri della scuola. Inoltre, i testi potrebbero non usare esplicitamente il termine “Kumiuchi”, ma descrivere le tecniche corrispondenti secondo la terminologia propria della scuola.
Fonti sulle Origini del Judo e dell’Aikido:
- Rilevanza: Comprendere come Jigoro Kano (Judo) e Morihei Ueshiba (Aikido) abbiano selezionato, modificato e trasformato le tecniche del Jujutsu classico aiuta a capire quali elementi riconducibili al Kumiuchi sono stati preservati, scartati o adattati nelle arti marziali moderne.
- Esempi: Scritti di Jigoro Kano (es. Kodokan Judo), biografie autorevoli dei fondatori (es. opere di John Stevens su Ueshiba), analisi storiche che collegano l’Aikido al Daitō-ryū. Questi testi spesso discutono le scuole di Jujutsu studiate dai fondatori e la natura delle tecniche apprese.
- Limitazioni: Il focus è sull’arte moderna, quindi il riferimento alle origini (Kumiuchi/Jujutsu) è funzionale a spiegare la disciplina attuale, non necessariamente ad approfondire l’arte antica in sé.
Articoli Accademici e Pubblicazioni Specialistiche:
- Rilevanza: Riviste accademiche dedicate agli studi sulle arti marziali (es. Martial Arts Studies), alla storia giapponese o alla storia militare possono pubblicare ricerche mirate su aspetti specifici del combattimento samurai, inclusa la lotta corpo a corpo.
- Esempi: Ricerche specifiche su un particolare Ryūha, analisi biomeccaniche del combattimento in armatura, studi antropologici sulle tradizioni marziali.
- Limitazioni: Richiedono spesso accesso a database universitari o specializzati; possono essere molto focalizzati su un singolo aspetto.
Risorse Online Qualificate:
- Rilevanza: Il web offre accesso a informazioni, ma richiede un vaglio critico rigoroso. Siti web ufficiali di Hombu Dojo (scuole centrali) di Koryū Jujutsu riconosciuti, portali affidabili dedicati ai Koryū (es. Koryu.com), e forum di discussione moderati da esperti riconosciuti (es. E-Budo.com, da usare con discernimento) possono fornire informazioni utili, articoli, traduzioni o contatti.
- Esempi: Siti web che presentano la storia e il curriculum di scuole come Takenouchi-ryū o Daitō-ryū (se disponibili e ufficiali). Database online di Koryū.
- Limitazioni: L’affidabilità è estremamente variabile. È fondamentale distinguere tra fonti primarie/ufficiali, analisi di esperti e opinioni personali o informazioni non verificate. Molti siti sono solo vetrine superficiali.
Fonti Primarie Giapponesi:
- Rilevanza: I Densho (rotoli e documenti di trasmissione) delle scuole Koryū rappresentano la fonte primaria per eccellenza, contenendo i principi e le tecniche codificate. Anche altri testi storici giapponesi possono contenere informazioni rilevanti.
- Limitazioni: Estremamente difficili da accedere per il pubblico generale, richiedono competenze linguistiche (giapponese classico/arcaico) e paleografiche specifiche, oltre a una profonda conoscenza del contesto per una corretta interpretazione. Sono principalmente dominio di specialisti e membri anziani delle scuole.
Conclusione sulla Ricerca delle Fonti: La ricerca sul Kumiuchi è un lavoro di sintesi e interpretazione. Non esiste un singolo “manuale di Kumiuchi” definitivo. È necessario incrociare informazioni provenienti dal contesto storico generale, dalla storia del Budo, dalla letteratura specifica sui Koryū Jujutsu (ove accessibile) e dall’analisi delle arti moderne che ne derivano. La valutazione critica delle fonti, distinguendo tra descrizioni storiche, analisi accademiche, tradizioni orali e materiali didattici delle scuole, è essenziale per costruire una comprensione accurata di questo fondamentale, ma spesso elusivo, aspetto del patrimonio marziale giapponese.
20. Disclaimer
Avvertenze Importanti
Natura delle Informazioni: Le informazioni presentate in questa pagina relative al Kumiuchi (組討 / 組打) e alle sue tecniche, storia e filosofia sono fornite esclusivamente a scopo informativo, culturale e storico. Questo testo non costituisce in alcun modo un manuale di addestramento, una guida pratica all’apprendimento o un invito alla sperimentazione autonoma delle tecniche descritte. Tentare di apprendere o replicare tecniche di combattimento complesse e potenzialmente pericolose basandosi unicamente su descrizioni scritte o illustrazioni è estremamente pericoloso e fortemente sconsigliato. La comprensione e l’applicazione sicura delle arti marziali richiedono tassativamente l’istruzione diretta e la supervisione personale da parte di insegnanti qualificati.
Rischi Intrinseci delle Arti Marziali: La pratica di qualsiasi arte marziale, incluse le discipline che incorporano elementi del Kumiuchi (come il Jujutsu tradizionale, il Judo, l’Aikido o altre forme di grappling), comporta rischi intrinseci e ineliminabili di infortunio fisico. Questi rischi possono variare da lievi (contusioni, abrasioni, distorsioni) a gravi o gravissimi (lussazioni articolari, fratture ossee, lesioni legamentose o tendinee, traumi alla colonna vertebrale, commozioni cerebrali, danni agli organi interni, conseguenze derivanti da strangolamenti o leve articolari). Data la natura storica del Kumiuchi come sistema di combattimento da campo di battaglia, molte delle sue tecniche originali erano concepite per neutralizzare, ferire gravemente o potenzialmente uccidere un avversario. Sebbene la pratica moderna all’interno di contesti controllati mitighi questi pericoli, la natura intrinsecamente combattiva e fisica di queste discipline implica che il rischio zero non esiste.
Necessità Imperativa di Istruzione Qualificata: Si ribadisce con la massima enfasi che chiunque desideri approcciarsi alla pratica di discipline marziali riconducibili al Kumiuchi o al Jujutsu tradizionale deve farlo esclusivamente sotto la guida attenta e competente di istruttori qualificati, certificati e con comprovata esperienza specifica in tali discipline (preferibilmente con lignaggio riconosciuto, nel caso dei Koryū). Un istruttore qualificato è essenziale per:
- Insegnare la corretta esecuzione tecnica, minimizzando i rischi.
- Supervisionare la pratica in un ambiente sicuro (Dojo attrezzato con materassine adeguate – Tatami).
- Insegnare le tecniche fondamentali di caduta (Ukemi) per prevenire infortuni.
- Gestire la progressione didattica in modo graduale e sicuro.
- Far rispettare le norme di sicurezza e l’etica marziale tra i praticanti.
- Insegnare il controllo nell’applicazione di tecniche potenzialmente pericolose (leve, strangolamenti) e l’importanza del segnale di resa (tapping).
Consultazione Medica Preventiva: Prima di intraprendere qualsiasi attività fisica intensa e potenzialmente traumatica come le arti marziali qui discusse, è fondamentale e obbligatorio consultare il proprio medico curante e, se necessario, uno specialista (es. medico sportivo, ortopedico). Lo scopo è valutare la propria idoneità fisica alla pratica, identificare eventuali condizioni mediche preesistenti (cardiovascolari, respiratorie, articolari, neurologiche, ossee, ecc.) che potrebbero rappresentare una controindicazione assoluta o relativa, o che potrebbero essere aggravate dalla pratica stessa. Non ignorare questo passaggio cruciale per la propria salute.
Limitazione Totale di Responsabilità: L’autore, il fornitore o il distributore di queste informazioni (inclusa la piattaforma AI) declinano ogni e qualsiasi responsabilità, diretta o indiretta, per eventuali danni, infortuni, perdite o conseguenze negative di qualsiasi natura (fisica, psicologica, materiale) che possano derivare a persone o cose:
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Accuratezza delle Informazioni: Sebbene sia stato fatto ogni sforzo per garantire l’accuratezza e l’aggiornamento delle informazioni presentate, basandosi sulle conoscenze attuali e sulle fonti disponibili alla data indicata, non è possibile fornire alcuna garanzia assoluta sulla loro completezza, esattezza o perfetta aderenza alle interpretazioni storiche o tecniche, data la natura complessa e talvolta frammentaria delle fonti sul Kumiuchi storico. Le informazioni sono fornite “così come sono”.
Uso Etico: Le arti marziali sono discipline che mirano allo sviluppo dell’individuo e all’autodifesa. Si scoraggia fermamente l’uso delle conoscenze o delle tecniche marziali per scopi illegali, aggressivi, intimidatori o lesivi nei confronti di terzi.
In conclusione, questa pagina ha uno scopo puramente divulgativo. La pratica delle arti marziali è un impegno serio che richiede rispetto, disciplina, guida esperta e consapevolezza dei rischi. Procedere con cautela e responsabilità.
a cura di F. Dore – 2025