Koshi-no-mawari (腰之廻 / 腰の廻) – SV

Tabella dei Contenuti

Koshi-no-mawari (腰之廻 o 腰の廻) è un termine giapponese che significa letteralmente “intorno alle anche” o “ciò che concerne l’area dei fianchi”. Nel contesto delle arti marziali tradizionali giapponesi (koryū), si riferisce a un corpus specifico di tecniche di combattimento a distanza estremamente ravvicinata, essenzialmente lotta corpo a corpo (kumiuchi), spesso eseguita mentre si indossa un’armatura (o parte di essa) e frequentemente integrata con l’uso di armi corte come il pugnale (tantō).

È importante notare che Koshi-no-mawari è strettamente correlato, e spesso usato come sinonimo o come nome specifico di un curriculum, al concetto di Kogusoku (小具足), che significa “piccola armatura” o “equipaggiamento leggero”. Entrambi i termini descrivono sistemi di combattimento ravvicinato focalizzati su leve articolari, proiezioni, strangolamenti e colpi ai punti vitali, sviluppati per essere efficaci sul campo di battaglia feudale.

In particolare, il termine Koshi-no-mawari Kogusoku (腰之廻小具足) è usato specificamente all’interno della Takenouchi-ryū, una delle più antiche scuole di Jujutsu, per designare il suo fondamentale curriculum di combattimento ravvicinato, enfatizzando proprio la lotta che avviene “intorno alle anche”, cioè a contatto quasi totale con l’avversario. Quindi, mentre Kogusoku è un termine più generico per questo tipo di combattimento, Koshi-no-mawari ne sottolinea la dimensione spaziale estremamente ridotta o è il nome proprio di quel set di tecniche in specifiche ryūha.

2. Caratteristiche, filosofia e aspetti chiave

Le caratteristiche del Koshi-no-mawari rispecchiano quelle del Kogusoku, con una possibile enfasi aggiuntiva sull’aspetto della distanza:

  • Combattimento a Distanza Zero: Il nome stesso (“intorno alle anche”) sottolinea la focalizzazione su tecniche efficaci quando si è letteralmente avvinghiati all’avversario.
  • Efficacia in Armatura: Le tecniche sono pensate per funzionare indossando protezioni e contro un nemico anch’esso potenzialmente protetto.
  • Controllo Totale: Priorità al controllo fisico dell’avversario tramite prese (torite), leve articolari (kansetsu-waza), strangolamenti (shime-waza) e immobilizzazioni (osae-waza).
  • Proiezioni Ravvicinate: Le tecniche di proiezione (nage-waza) sono spesso potenti ma a corto raggio, adatte a sbilanciare e atterrare l’avversario nello spazio minimo.
  • Uso Strategico dei Colpi (Atemi-waza): I colpi sono mirati a punti vulnerabili (kyūsho) o usati per creare aperture e sbilanciamenti, piuttosto che per il KO diretto (difficile contro armature).
  • Integrazione con Armi Corte: Include l’uso del tantōyoroi-dōshi o kodachi come estensione naturale delle tecniche corporee a distanza ravvicinata.
  • Realismo e Pragmatismo: Tecniche derivate dall’esperienza bellica, focalizzate sull’efficacia pratica e sulla sopravvivenza.
  • Principio di Cedevolezza (Jū no Ri): Sfruttare la forza e il movimento dell’avversario a proprio vantaggio, usando la leva e la tecnica piuttosto che la sola forza bruta.
  • Disciplina e Tradizione (Koryū): Forte enfasi sull’etichetta (reigi), sulla disciplina rigorosa e sul rispetto della trasmissione tradizionale all’interno della scuola (ryūha).

La filosofia sottostante è quella della sopravvivenza e dell’efficacia in condizioni estreme, valorizzando l’intelligenza tattica, il controllo e la capacità di dominare lo scontro nello spazio più intimo e pericoloso.

3. La storia

La storia del Koshi-no-mawari è indissolubilmente legata a quella del Kogusoku e del Kumiuchi (lotta in armatura). Le sue radici affondano nelle necessità pratiche dei campi di battaglia del Giappone feudale, in particolare durante il periodo Sengoku (1467-1603).

Come già descritto per il Kogusoku, l’evoluzione delle tattiche militari (maggior ruolo della fanteria, assedi) e delle armature (più leggere e flessibili, le tōsei gusoku o “armature contemporanee”) rese cruciale la capacità di combattere efficacemente a distanza ravvicinata. Quando le armi lunghe diventavano inutili, la lotta “intorno alle anche” diventava una questione di vita o di morte.

È in questo contesto che guerrieri esperti iniziarono a sistematizzare e formalizzare queste tecniche all’interno di scuole marziali (ryūha). La Takenouchi-ryū, fondata nel 1532, è la scuola più prominentemente associata al termine specifico “Koshi-no-mawari Kogusoku”, indicando che già in quell’epoca esisteva un corpus tecnico ben definito con questo nome, trasmesso attraverso specifici kata.

Con l’avvento del più pacifico periodo Edo (1603-1868), la pratica del Koshi-no-mawari, come altre arti delle koryū, continuò all’interno delle scuole, focalizzandosi sulla preservazione della tradizione, sul raffinamento tecnico, sull’autodifesa e sullo sviluppo del carattere, pur perdendo l’immediata applicazione bellica su larga scala. Le sue tecniche e principi influenzarono poi lo sviluppo delle arti marziali moderne.

4. Il Fondatore

Similmente al Kogusoku, il Koshi-no-mawari come concetto generale di combattimento ravvicinato non ha un singolo fondatore. Si tratta di un insieme di abilità sviluppatesi in risposta a esigenze comuni sul campo di battaglia.

Tuttavia, se parliamo del Koshi-no-mawari Kogusoku come denominazione specifica di un curriculum all’interno di una scuola, la figura chiave è nuovamente Takenouchi Hisamori (竹内 久盛), fondatore della Takenouchi-ryū nel 1532.

La leggenda della fondazione della sua scuola (la visione del guerriero ascetico presso il santuario di Sannomiya Gozen) è specificamente legata alla trasmissione delle cinque tecniche fondamentali di Koshi-no-mawari Kogusoku. Pertanto, Takenouchi Hisamori non è l’inventore del combattimento “intorno alle anche” in senso assoluto, ma è colui che storicamente ha codificato, dato un nome specifico e reso centrale questo tipo di combattimento all’interno di una delle più antiche e influenti scuole di Jujutsu. È il fondatore della scuola che ha reso famoso e tramandato questo specifico corpus tecnico con questo nome.

5. Maestri Famosi

Anche in questo caso, la “fama” va intesa nel contesto delle koryū. Non esistono “campioni” di Koshi-no-mawari. I maestri rilevanti sono:

  1. Il Fondatore Chiave della Sistematizzazione: Takenouchi Hisamori, per il suo ruolo nella codifica del Koshi-no-mawari Kogusoku all’interno della Takenouchi-ryū.
  2. Capiscuola (Sōke) e Maestri del Lignaggio Takenouchi-ryū: Tutta la successione di Sōke e maestri (ShihanMenkyo Kaiden) della Takenouchi-ryū che hanno preservato e trasmesso il Koshi-no-mawari Kogusoku fino ai giorni nostri. I loro nomi sono fondamentali all’interno della scuola.
  3. Fondatori e Maestri di Altre Scuole con Tecniche Simili: Anche i fondatori e i maestri di alto livello di scuole come Araki-ryū, Yagyū Shingan-ryū (Taijutsu), Sosuishitsu-ryū, ecc., sono maestri di tecniche equivalenti o analoghe al Koshi-no-mawari, pur non usando magari lo stesso termine specifico. La loro fama è legata alla preservazione delle loro rispettive ryūha.
  4. Maestri Contemporanei: Gli attuali Sōke e Shihan delle scuole menzionate (in particolare della Takenouchi-ryū) che oggi (Aprile 2025) insegnano queste discipline, sono i depositari viventi dell’arte.

La fama, qui, equivale a importanza storica, abilità riconosciuta all’interno del lignaggio e ruolo nella trasmissione della tradizione.

6. Leggende, curiosità, storie e aneddoti

Molte curiosità sono condivise con il Kogusoku:

  • La Leggenda della Takenouchi-ryū: Rimane l’aneddoto più significativo, poiché lega specificamente la nascita del Koshi-no-mawari Kogusoku a un’ispirazione divina ricevuta da Takenouchi Hisamori.
  • Il Significato del Nome: La curiosità principale è il nome stesso, “intorno alle anche”, che evoca immediatamente l’immagine di una lotta estremamente ravvicinata, dove i corpi sono a contatto e le leve sui fianchi e sul centro di gravità sono cruciali.
  • L’Ombra dello Yoroi-dōshi: L’arma perfora-armature è lo strumento perfetto per questo tipo di combattimento “intorno alle anche”, usato per colpire le fessure esposte durante la lotta.
  • Distinzione da Arti a Distanza: Contrasta nettamente con le arti marziali che enfatizzano la distanza lunga o media (come molti stili di scherma o il Karate focalizzato sui calci alti). Il Koshi-no-mawari è l’arte dell’intimità brutale dello scontro.
  • Sopravvivenza della Specificità: Il fatto che non solo le tecniche, ma anche un nome così specifico come “Koshi-no-mawari Kogusoku” sia stato tramandato per quasi 500 anni (al 2025) all’interno della Takenouchi-ryū è una testimonianza della precisione della trasmissione nelle koryū.

7. Tecniche

Le tecniche del Koshi-no-mawari sono essenzialmente quelle del Kogusoku, enfatizzando l’applicazione a distanza zero:

  • Kansetsu-waza (関節技): Leve articolari (polsi, gomiti, spalle, ecc.) applicate a contatto diretto.
  • Nage-waza (投技): Proiezioni a corto raggio, spesso usando le anche (koshi) come fulcro o punto di contatto, o tecniche di sacrificio (sutemi-waza).
  • Shime-waza (絞技): Strangolamenti e soffocamenti applicati durante la lotta corpo a corpo.
  • Atemi-waza (当身技): Colpi corti e penetranti (gomitate, ginocchiate, testate, colpi a mano aperta) a punti vitali esposti nella lotta ravvicinata.
  • Osae-waza (抑技): Immobilizzazioni per controllare l’avversario a terra dopo una proiezione avvenuta a distanza ravvicinata.
  • Torite (捕手): Tecniche di presa fondamentali per stabilire il controllo a distanza zero.
  • Tehodoki (手解き): Svincoli da prese avversarie in situazioni di lotta stretta.
  • Buki-dori (武器捕): Disarmo da armi corte (principalmente tantō) a distanza minima.
  • Uso di Armi Corte: Impiego integrato del tantō o yoroi-dōshi durante la lotta.

L’essenza è l’integrazione fluida di queste tecniche per dominare l’avversario nello spazio “intorno alle anche”.

8. I Kata

Come per tutte le koryū, i kata (形 – forme) sono il metodo primario di insegnamento e preservazione del Koshi-no-mawari.

  • Kata Specifici: Scuole come la Takenouchi-ryū hanno serie di kata denominate proprio Koshi-no-mawari Kogusoku. Questi kata sono specificamente progettati per insegnare le tecniche e i principi di questo tipo di combattimento.
  • Caratteristiche: Sono kata eseguiti in coppia (kumikata), dove Uke (ricevente/attaccante) e Tori (esecutore) simulano scenari di lotta estremamente ravvicinata. Iniziano spesso da prese o attacchi a corta distanza.
  • Contenuto: Incorporano tutte le tecniche menzionate sopra (leve, proiezioni corte, colpi, strangolamenti, uso/difesa da pugnale) applicate in un flusso continuo e logico all’interno della distanza minima.
  • Obiettivo: Attraverso la pratica ripetuta e meticolosa dei kata di Koshi-no-mawari, lo studente interiorizza non solo i movimenti, ma anche i principi di gestione del corpo (tai sabaki), sbilanciamento (kuzushi), tempismo (hyoshi) e consapevolezza (zanshin) specifici della lotta “intorno alle anche”.
  • Specificità Scolastica: Il numero, i nomi e i dettagli esatti dei kata di Koshi-no-mawari sono unici per la scuola (es. Takenouchi-ryū) e vengono appresi direttamente dal maestro.

9. Una tipica seduta di allenamento

Una seduta di allenamento dove si pratica il Koshi-no-mawari (tipicamente all’interno di una scuola come la Takenouchi-ryū o altre Koryū con curriculum simile) seguirà la struttura generale di un allenamento koryū:

  1. Saluti Iniziali (Reigi): Rituali formali di saluto (verso lo shōmen, al maestro sensei, tra gli studenti) in seiza.
  2. Riscaldamento (Junbi Taisō): Esercizi per la mobilità articolare, stretching leggero, condizionamento specifico.
  3. Fondamentali (Kihon): Pratica intensiva di ukemi (cadute), tai sabaki (spostamenti), kamae (posture).
  4. Pratica dei Kata (Kata Keiko): Il cuore dell’allenamento. Pratica in coppia dei kata specifici del curriculum di Koshi-no-mawari (o equivalente) della scuola, sotto la supervisione e correzione del sensei e dei senpai. Enfasi su forma, principi, intento e fluidità a distanza ravvicinata.
  5. Eventuali Esercizi Complementari: Studio di applicazioni (bunkai), esercizi specifici su prese (torite), svincoli (tehodoki), o pratica controllata di sequenze specifiche.
  6. Defaticamento e Saluti Finali (Reigi): Ritorno alla calma, saluti formali conclusivi.

L’atmosfera sarà seria, concentrata, disciplinata, con un forte accento sulla correttezza formale, sul rispetto reciproco e sulla sicurezza nella pratica di tecniche intrinsecamente pericolose eseguite a contatto diretto.

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10. Gli stili e le scuole

Come chiarito, Koshi-no-mawari non è uno “stile” ma un corpus tecnico o il nome di un curriculum. La scuola per eccellenza che usa questo termine specifico è:

  • Takenouchi-ryū (竹内流): Utilizza la denominazione Koshi-no-mawari Kogusoku per il suo nucleo di tecniche di combattimento ravvicinato.

Tuttavia, molte altre koryū insegnano tecniche equivalenti o analoghe al Koshi-no-mawari, pur usando magari altri nomi (Kogusoku, Kumiuchi, Yawara, Jujutsu, Torite, ecc.). Tra queste, come già menzionato:

  • Araki-ryū (荒木流)
  • Sosuishitsu-ryū (双水執流)
  • Yagyū Shingan-ryū (柳生心眼流) (branche Taijutsu)
  • Tenshin Shōden Katori Shintō-ryū (天真正伝香取神道流) (nella sua sezione Jujutsu/Yawara)
  • Daitō-ryū Aiki-jūjutsu (大東流 合気柔術) (con le sue specificità legate all’aiki)

Lo “stile” effettivo è quindi quello della specifica ryūha che si studia (es. lo stile Takenouchi, lo stile Araki, ecc.), ognuna con le proprie sfumature tecniche e filosofiche nell’approccio al combattimento “intorno alle anche”.

11. La situazione in Italia

La situazione per il Koshi-no-mawari in Italia (Aprile 2025) è analoga a quella del Kogusoku:

  • Estrema Rarità: Trovare scuole che insegnino specificamente il Koshi-no-mawari Kogusoku della Takenouchi-ryū è altamente improbabile, data la rarità della scuola stessa fuori dal Giappone.
  • Presenza di Scuole con Tecniche Analoghe: È più realistico cercare scuole come Tenshin Shōden Katori Shintō-ryū o Daitō-ryū Aiki-jūjutsu, che hanno una presenza più consolidata in Italia e insegnano tecniche di combattimento ravvicinato (Jujutsu, Aiki-jūjutsu) con radici storiche simili. Anche gruppi di Yagyū Shingan-ryū potrebbero esistere, ma richiedono attenta verifica.
  • Ricerca Mirata: Chi è interessato deve fare una ricerca specifica per i nomi delle ryūha menzionate, verificare le affiliazioni e le credenziali degli istruttori.

In sintesi, studiare il concetto di Koshi-no-mawari è possibile attraverso le poche koryū con curriculum di Jujutsu/Aiki-jūjutsu presenti in Italia, ma studiare il Koshi-no-mawari Kogusoku specifico della Takenouchi-ryū è, al momento, un’opportunità estremamente rara nel paese.

12. Terminologia tipica

La terminologia è in gran parte la stessa del Kogusoku e del Koryū Jujutsu. I termini chiave specifici o particolarmente rilevanti sono:

  • Koshi-no-mawari (腰之廻 / 腰の廻): [Ko-shee no ma-wa-ree] “Intorno alle anche”. Termine che definisce l’arte o il curriculum.
  • Kogusoku (小具足): [Ko-goo-so-koo] Termine strettamente correlato e spesso usato insieme (Koshi-no-mawari Kogusoku).
  • Kumiuchi (組討): [Koo-mee-oo-chee] Lotta corpo a corpo (spesso in armatura), contesto da cui derivano le tecniche.
  • Torite (捕手): [To-ree-te] Tecniche di presa (fondamentali a distanza zero).
  • Kansetsu-waza (関節技): [Kan-set-soo wa-za] Leve articolari.
  • Nage-waza (投技): [Na-ghe wa-za] Proiezioni (spesso a corto raggio).
  • Shime-waza (絞技): [Shee-me wa-za] Strangolamenti.
  • Atemi-waza (当身技): [A-te-mee wa-za] Colpi (gomiti, ginocchia, ecc.).
  • Osae-waza (抑技): [O-sa-e wa-za] Immobilizzazioni.
  • Tantō (短刀): [Tan-to] Pugnale.
  • Yoroi-dōshi (鎧通し): [Yo-roy-do-shee] Perfora-armature.
  • Tutti gli altri termini generali di Koryū (Kata, Ukemi, Tai Sabaki, Maai, Kuzushi, Zanshin, Reigi, Sensei, Dōjō, ecc.) rimangono validi.

13. Abbigliamento

L’abbigliamento è quello standard della koryū in cui si pratica il Koshi-no-mawari (es. Takenouchi-ryū o altre scuole con tecniche analoghe):

  • Keikogi (稽古着): Uniforme robusta (giacca uwagi e pantaloni zubon), solitamente bianca o blu scuro/nera, a seconda della scuola.
  • Obi (帯): Cintura, tipicamente bianca per studenti e nera (o altro colore scuro) per insegnanti/praticanti avanzati secondo le regole della scuola.
  • Hakama (袴): Gonna-pantalone ampia, solitamente blu scuro o nera, indossata sopra il keikogi (le regole su chi e quando la indossa variano da scuola a scuola).

Si pratica a piedi nudi su tatami. I dettagli specifici (taglio, colore, eventuali stemmi mon) sono dettati dalla tradizione della singola ryūha.

14. Armi

Le armi associate al Koshi-no-mawari sono quelle ideali per il combattimento a distanza zero, le stesse del Kogusoku:

  • Tantō (短刀): Il pugnale standard, per colpire, tagliare o controllare.
  • Yoroi-dōshi (鎧通し): Il perfora-armature, specificamente usato per penetrare le difese nemiche durante la lotta.
  • Kaiken (懐剣): Il piccolo pugnale nascosto, per azioni di sorpresa.
  • Kodachi (小太刀): La spada corta, più maneggevole della katana a distanza minima.

L’uso di queste armi è integrato con le tecniche di lotta, leva e proiezione, e la difesa contro di esse (buki-dori) è parimenti importante. L’addestramento avviene con repliche sicure in legno o materiale flessibile/imbottito.

15. A chi è indicato e a chi no

Le indicazioni e controindicazioni sono identiche a quelle discusse per il Kogusoku, poiché si tratta dello stesso tipo di pratica marziale tradizionale (Koryū) focalizzata sul combattimento ravvicinato.

È Indicato Per:

  • Appassionati di storia, cultura giapponese e arti marziali tradizionali.
  • Chi cerca autenticità, profondità e un percorso marziale non sportivo.
  • Persone pazienti, disciplinate, meticolose e rispettose della formalità.
  • Praticanti di altre arti marziali che vogliono esplorarne le radici.
  • Chi cerca uno sviluppo personale olistico (mente, corpo, spirito).

NON È Indicato Per:

  • Atleti focalizzati sulla competizione.
  • Chi cerca risultati rapidi o corsi di self-defense “veloci”.
  • Persone refrattarie a regole, etichetta, gerarchia e formalità.
  • Chi preferisce allenamenti informali, liberi o basati sullo sparring.
  • Chi è interessato solo al fitness fisico.
  • Individui poco disciplinati, irrispettosi o con problemi di gestione dell’aggressività o dell’ego.

La rarità della pratica in Italia (Aprile 2025) richiede una motivazione e una dedizione alla ricerca ancora maggiori.

16. Considerazioni sulla sicurezza

Anche le considerazioni sulla sicurezza sono le stesse del Kogusoku, data la natura identica delle tecniche e del contesto di allenamento (koryū).

  • Rischi Intrinseci: Le tecniche (leve, strangolamenti, proiezioni, colpi, armi) sono potenzialmente pericolose.
  • Priorità alla Sicurezza (Anzen): La sicurezza è fondamentale in un dōjō legittimo.
  • Pilastri della Sicurezza:
    • Istruzione qualificata e autorizzata (fondamentale!).
    • Progressione graduale e sistematica.
    • Enfasi su controllo e precisione (specialmente leve/strangolamenti).
    • Rispetto reciproco e fiducia tra partner (riconoscere i segnali di resa!).
    • Maestria nelle cadute (ukemi).
    • Uso di attrezzature adeguate (tatami, armi da allenamento sicure).
    • Etichetta rigorosa (reigi).
  • Infortuni: Quelli minori (contusioni, distorsioni) sono possibili; quelli gravi sono rari in ambienti ben gestiti.
  • Responsabilità Individuale: Consapevolezza, comunicazione, rispetto dei limiti.
  • Contesto Italiano (Aprile 2025): Importanza della copertura assicurativa e della verifica attenta delle credenziali dell’istruttore.

In sintesi, la pratica è resa sicura dalla metodologia tradizionale, ma richiede grande attenzione e responsabilità.

17. Controindicazioni

Le controindicazioni alla pratica del Koshi-no-mawari sono le medesime del Kogusoku.

  • Controindicazioni Fisiche: Gravi problemi articolari (artrite severa, instabilità, protesi), ernie discali sintomatiche, osteoporosi grave, recenti traumi/interventi, gravi cardiopatie non controllate, ipertensione grave non controllata, epilessia non controllata, gravi disturbi dell’equilibrio, gravidanza. Consultare sempre il medico prima di iniziare.
  • Controindicazioni Relative (richiedono valutazione): Problemi fisici lievi/moderati (comunicare al sensei!), età (estremi), condizioni croniche controllate (con parere medico).
  • Controindicazioni Comportamentali/Psicologiche (Assolute): Mancanza di disciplina/rispetto/umiltà, aggressività incontrollata, ego smisurato, gravi problemi psicologici non gestiti.
  • Contesto Italiano (Aprile 2025): Obbligo del certificato medico di idoneità sportiva non agonistica.

La comunicazione aperta con medico e sensei è cruciale.

18. Conclusioni

Il Koshi-no-mawari rappresenta l’essenza del combattimento a distanza ultra-ravvicinata nella tradizione marziale dei samurai, spesso sinonimo o parte integrante del più ampio concetto di Kogusoku. Che sia studiato sotto il suo nome specifico (come nel Koshi-no-mawari Kogusoku della Takenouchi-ryū) o attraverso le tecniche equivalenti di altre koryū, esso offre uno spaccato unico sull’efficacia pragmatica richiesta dalla lotta corpo a corpo in condizioni estreme.

Il suo studio oggi è un viaggio affascinante nella storia e nella tecnica marziale, un percorso che richiede grande dedizione, disciplina e rispetto per la tradizione. Non è un’arte per tutti, ma per coloro che ne comprendono e ne apprezzano la profondità, offre ricompense inestimabili in termini di abilità, consapevolezza e crescita personale, preservando un patrimonio marziale di grande valore storico e culturale. Trovare l’opportunità di praticarlo, specialmente in Italia, richiede ricerca e impegno, ma ne testimonia la perdurante vitalità.

19. Fonti

Le informazioni presentate derivano da conoscenze generali sulla storia delle arti marziali giapponesi, sul Jujutsu, sulle koryū bujutsu, e specificamente sulla terminologia e sui curricula associati a scuole come la Takenouchi-ryū. Fonti specifiche includerebbero:

  • Pubblicazioni accademiche e libri sulla storia marziale giapponese (es. opere di Donn F. Draeger, Karl Friday, Diane Skoss, Serge Mol).
  • Siti web ufficiali e materiali informativi delle ryūha specifiche (in particolare Takenouchi-ryū, se accessibili).
  • Articoli e documentari dedicati alle koryū e al Jujutsu antico.

20. Disclaimer

Le informazioni contenute in questa pagina sono fornite a scopo puramente informativo e culturale. Non costituiscono un manuale di addestramento né una guida esaustiva sul Koshi-no-mawari o sulle koryū. La pratica delle arti marziali, specialmente quelle tradizionali che includono tecniche potenzialmente pericolose, deve avvenire esclusivamente sotto la supervisione di istruttori qualificati e autorizzati all’interno di un dojo riconosciuto e affiliato a un lignaggio legittimo. L’autore e il fornitore di queste informazioni declinano ogni responsabilità per eventuali usi impropri delle informazioni qui contenute o per infortuni derivanti dalla pratica delle arti marziali senza adeguata supervisione o qualifica. Consultare sempre un medico prima di iniziare qualsiasi nuova attività fisica intensa e informare l’istruttore di eventuali condizioni mediche preesistenti.

a cura di F. Dore – 2025

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