Koshi-no-mawari (腰之廻 / 腰の廻) LV

Tabella dei Contenuti

1. Cosa è

Koshi-no-mawari (腰之廻 o 腰の廻) è un termine giapponese che significa letteralmente “intorno alle anche” o “ciò che concerne l’area dei fianchi”. Nel contesto delle arti marziali tradizionali giapponesi (koryū), si riferisce a un corpus specifico di tecniche di combattimento a distanza estremamente ravvicinata, essenzialmente lotta corpo a corpo (kumiuchi), spesso eseguita mentre si indossa un’armatura (o parte di essa) e frequentemente integrata con l’uso di armi corte come il pugnale (tantō).

È importante notare che Koshi-no-mawari è strettamente correlato, e spesso usato come sinonimo o come nome specifico di un curriculum, al concetto di Kogusoku (小具足), che significa “piccola armatura” o “equipaggiamento leggero”. Entrambi i termini descrivono sistemi di combattimento ravvicinato focalizzati su leve articolari, proiezioni, strangolamenti e colpi ai punti vitali, sviluppati per essere efficaci sul campo di battaglia feudale.

In particolare, il termine Koshi-no-mawari Kogusoku (腰之廻小具足) è usato specificamente all’interno della Takenouchi-ryū, una delle più antiche scuole di Jujutsu, per designare il suo fondamentale curriculum di combattimento ravvicinato, enfatizzando proprio la lotta che avviene “intorno alle anche”, cioè a contatto quasi totale con l’avversario. Quindi, mentre Kogusoku è un termine più generico per questo tipo di combattimento, Koshi-no-mawari ne sottolinea la dimensione spaziale estremamente ridotta o è il nome proprio di quel set di tecniche in specifiche ryūha.

2. Caratteristiche, filosofia e aspetti chiave

Le caratteristiche del Koshi-no-mawari rispecchiano quelle del Kogusoku, con una possibile enfasi aggiuntiva sull’aspetto della distanza:

  • Combattimento a Distanza Zero: Il nome stesso (“intorno alle anche”) sottolinea la focalizzazione su tecniche efficaci quando si è letteralmente avvinghiati all’avversario.
  • Efficacia in Armatura: Le tecniche sono pensate per funzionare indossando protezioni e contro un nemico anch’esso potenzialmente protetto.
  • Controllo Totale: Priorità al controllo fisico dell’avversario tramite prese (torite), leve articolari (kansetsu-waza), strangolamenti (shime-waza) e immobilizzazioni (osae-waza).
  • Proiezioni Ravvicinate: Le tecniche di proiezione (nage-waza) sono spesso potenti ma a corto raggio, adatte a sbilanciare e atterrare l’avversario nello spazio minimo.
  • Uso Strategico dei Colpi (Atemi-waza): I colpi sono mirati a punti vulnerabili (kyūsho) o usati per creare aperture e sbilanciamenti, piuttosto che per il KO diretto (difficile contro armature).
  • Integrazione con Armi Corte: Include l’uso del tantōyoroi-dōshi o kodachi come estensione naturale delle tecniche corporee a distanza ravvicinata.
  • Realismo e Pragmatismo: Tecniche derivate dall’esperienza bellica, focalizzate sull’efficacia pratica e sulla sopravvivenza.
  • Principio di Cedevolezza (Jū no Ri): Sfruttare la forza e il movimento dell’avversario a proprio vantaggio, usando la leva e la tecnica piuttosto che la sola forza bruta.
  • Disciplina e Tradizione (Koryū): Forte enfasi sull’etichetta (reigi), sulla disciplina rigorosa e sul rispetto della trasmissione tradizionale all’interno della scuola (ryūha).

La filosofia sottostante è quella della sopravvivenza e dell’efficacia in condizioni estreme, valorizzando l’intelligenza tattica, il controllo e la capacità di dominare lo scontro nello spazio più intimo e pericoloso.

3. La storia

La storia del Koshi-no-mawari è indissolubilmente legata a quella del Kogusoku e del Kumiuchi (lotta in armatura). Le sue radici affondano nelle necessità pratiche dei campi di battaglia del Giappone feudale, in particolare durante il periodo Sengoku (1467-1603).

Come già descritto per il Kogusoku, l’evoluzione delle tattiche militari (maggior ruolo della fanteria, assedi) e delle armature (più leggere e flessibili, le tōsei gusoku o “armature contemporanee”) rese cruciale la capacità di combattere efficacemente a distanza ravvicinata. Quando le armi lunghe diventavano inutili, la lotta “intorno alle anche” diventava una questione di vita o di morte.

È in questo contesto che guerrieri esperti iniziarono a sistematizzare e formalizzare queste tecniche all’interno di scuole marziali (ryūha). La Takenouchi-ryū, fondata nel 1532, è la scuola più prominentemente associata al termine specifico “Koshi-no-mawari Kogusoku”, indicando che già in quell’epoca esisteva un corpus tecnico ben definito con questo nome, trasmesso attraverso specifici kata.

Con l’avvento del più pacifico periodo Edo (1603-1868), la pratica del Koshi-no-mawari, come altre arti delle koryū, continuò all’interno delle scuole, focalizzandosi sulla preservazione della tradizione, sul raffinamento tecnico, sull’autodifesa e sullo sviluppo del carattere, pur perdendo l’immediata applicazione bellica su larga scala. Le sue tecniche e principi influenzarono poi lo sviluppo delle arti marziali moderne.

4. Il Fondatore

Similmente al Kogusoku, il Koshi-no-mawari come concetto generale di combattimento ravvicinato non ha un singolo fondatore. Si tratta di un insieme di abilità sviluppatesi in risposta a esigenze comuni sul campo di battaglia.

Tuttavia, se parliamo del Koshi-no-mawari Kogusoku come denominazione specifica di un curriculum all’interno di una scuola, la figura chiave è nuovamente Takenouchi Hisamori (竹内 久盛), fondatore della Takenouchi-ryū nel 1532.

La leggenda della fondazione della sua scuola (la visione del guerriero ascetico presso il santuario di Sannomiya Gozen) è specificamente legata alla trasmissione delle cinque tecniche fondamentali di Koshi-no-mawari Kogusoku. Pertanto, Takenouchi Hisamori non è l’inventore del combattimento “intorno alle anche” in senso assoluto, ma è colui che storicamente ha codificato, dato un nome specifico e reso centrale questo tipo di combattimento all’interno di una delle più antiche e influenti scuole di Jujutsu. È il fondatore della scuola che ha reso famoso e tramandato questo specifico corpus tecnico con questo nome.

5. Maestri Famosi

Anche in questo caso, la “fama” va intesa nel contesto delle koryū. Non esistono “campioni” di Koshi-no-mawari. I maestri rilevanti sono:

  1. Il Fondatore Chiave della Sistematizzazione: Takenouchi Hisamori, per il suo ruolo nella codifica del Koshi-no-mawari Kogusoku all’interno della Takenouchi-ryū.
  2. Capiscuola (Sōke) e Maestri del Lignaggio Takenouchi-ryū: Tutta la successione di Sōke e maestri (ShihanMenkyo Kaiden) della Takenouchi-ryū che hanno preservato e trasmesso il Koshi-no-mawari Kogusoku fino ai giorni nostri. I loro nomi sono fondamentali all’interno della scuola.
  3. Fondatori e Maestri di Altre Scuole con Tecniche Simili: Anche i fondatori e i maestri di alto livello di scuole come Araki-ryū, Yagyū Shingan-ryū (Taijutsu), Sosuishitsu-ryū, ecc., sono maestri di tecniche equivalenti o analoghe al Koshi-no-mawari, pur non usando magari lo stesso termine specifico. La loro fama è legata alla preservazione delle loro rispettive ryūha.
  4. Maestri Contemporanei: Gli attuali Sōke e Shihan delle scuole menzionate (in particolare della Takenouchi-ryū) che oggi (Aprile 2025) insegnano queste discipline, sono i depositari viventi dell’arte.

La fama, qui, equivale a importanza storica, abilità riconosciuta all’interno del lignaggio e ruolo nella trasmissione della tradizione.

6. Leggende, curiosità, storie e aneddoti

Molte curiosità sono condivise con il Kogusoku:

  • La Leggenda della Takenouchi-ryū: Rimane l’aneddoto più significativo, poiché lega specificamente la nascita del Koshi-no-mawari Kogusoku a un’ispirazione divina ricevuta da Takenouchi Hisamori.
  • Il Significato del Nome: La curiosità principale è il nome stesso, “intorno alle anche”, che evoca immediatamente l’immagine di una lotta estremamente ravvicinata, dove i corpi sono a contatto e le leve sui fianchi e sul centro di gravità sono cruciali.
  • L’Ombra dello Yoroi-dōshi: L’arma perfora-armature è lo strumento perfetto per questo tipo di combattimento “intorno alle anche”, usato per colpire le fessure esposte durante la lotta.
  • Distinzione da Arti a Distanza: Contrasta nettamente con le arti marziali che enfatizzano la distanza lunga o media (come molti stili di scherma o il Karate focalizzato sui calci alti). Il Koshi-no-mawari è l’arte dell’intimità brutale dello scontro.
  • Sopravvivenza della Specificità: Il fatto che non solo le tecniche, ma anche un nome così specifico come “Koshi-no-mawari Kogusoku” sia stato tramandato per quasi 500 anni (al 2025) all’interno della Takenouchi-ryū è una testimonianza della precisione della trasmissione nelle koryū.

7. Tecniche

Le tecniche del Koshi-no-mawari sono essenzialmente quelle del Kogusoku, enfatizzando l’applicazione a distanza zero:

  • Kansetsu-waza (関節技): Leve articolari (polsi, gomiti, spalle, ecc.) applicate a contatto diretto.
  • Nage-waza (投技): Proiezioni a corto raggio, spesso usando le anche (koshi) come fulcro o punto di contatto, o tecniche di sacrificio (sutemi-waza).
  • Shime-waza (絞技): Strangolamenti e soffocamenti applicati durante la lotta corpo a corpo.
  • Atemi-waza (当身技): Colpi corti e penetranti (gomitate, ginocchiate, testate, colpi a mano aperta) a punti vitali esposti nella lotta ravvicinata.
  • Osae-waza (抑技): Immobilizzazioni per controllare l’avversario a terra dopo una proiezione avvenuta a distanza ravvicinata.
  • Torite (捕手): Tecniche di presa fondamentali per stabilire il controllo a distanza zero.
  • Tehodoki (手解き): Svincoli da prese avversarie in situazioni di lotta stretta.
  • Buki-dori (武器捕): Disarmo da armi corte (principalmente tantō) a distanza minima.
  • Uso di Armi Corte: Impiego integrato del tantō o yoroi-dōshi durante la lotta.

L’essenza è l’integrazione fluida di queste tecniche per dominare l’avversario nello spazio “intorno alle anche”.

8. I Kata

Come per tutte le koryū, i kata (形 – forme) sono il metodo primario di insegnamento e preservazione del Koshi-no-mawari.

  • Kata Specifici: Scuole come la Takenouchi-ryū hanno serie di kata denominate proprio Koshi-no-mawari Kogusoku. Questi kata sono specificamente progettati per insegnare le tecniche e i principi di questo tipo di combattimento.
  • Caratteristiche: Sono kata eseguiti in coppia (kumikata), dove Uke (ricevente/attaccante) e Tori (esecutore) simulano scenari di lotta estremamente ravvicinata. Iniziano spesso da prese o attacchi a corta distanza.
  • Contenuto: Incorporano tutte le tecniche menzionate sopra (leve, proiezioni corte, colpi, strangolamenti, uso/difesa da pugnale) applicate in un flusso continuo e logico all’interno della distanza minima.
  • Obiettivo: Attraverso la pratica ripetuta e meticolosa dei kata di Koshi-no-mawari, lo studente interiorizza non solo i movimenti, ma anche i principi di gestione del corpo (tai sabaki), sbilanciamento (kuzushi), tempismo (hyoshi) e consapevolezza (zanshin) specifici della lotta “intorno alle anche”.
  • Specificità Scolastica: Il numero, i nomi e i dettagli esatti dei kata di Koshi-no-mawari sono unici per la scuola (es. Takenouchi-ryū) e vengono appresi direttamente dal maestro.

9. Una tipica seduta di allenamento

Una seduta di allenamento dove si pratica il Koshi-no-mawari (tipicamente all’interno di una scuola come la Takenouchi-ryū o altre Koryū con curriculum simile) seguirà la struttura generale di un allenamento koryū:

  1. Saluti Iniziali (Reigi): Rituali formali di saluto (verso lo shōmen, al maestro sensei, tra gli studenti) in seiza.
  2. Riscaldamento (Junbi Taisō): Esercizi per la mobilità articolare, stretching leggero, condizionamento specifico.
  3. Fondamentali (Kihon): Pratica intensiva di ukemi (cadute), tai sabaki (spostamenti), kamae (posture).
  4. Pratica dei Kata (Kata Keiko): Il cuore dell’allenamento. Pratica in coppia dei kata specifici del curriculum di Koshi-no-mawari (o equivalente) della scuola, sotto la supervisione e correzione del sensei e dei senpai. Enfasi su forma, principi, intento e fluidità a distanza ravvicinata.
  5. Eventuali Esercizi Complementari: Studio di applicazioni (bunkai), esercizi specifici su prese (torite), svincoli (tehodoki), o pratica controllata di sequenze specifiche.
  6. Defaticamento e Saluti Finali (Reigi): Ritorno alla calma, saluti formali conclusivi.

L’atmosfera sarà seria, concentrata, disciplinata, con un forte accento sulla correttezza formale, sul rispetto reciproco e sulla sicurezza nella pratica di tecniche intrinsecamente pericolose eseguite a contatto diretto.

10. Gli stili e le scuole

Come chiarito, Koshi-no-mawari non è uno “stile” ma un corpus tecnico o il nome di un curriculum. La scuola per eccellenza che usa questo termine specifico è:

  • Takenouchi-ryū (竹内流): Utilizza la denominazione Koshi-no-mawari Kogusoku per il suo nucleo di tecniche di combattimento ravvicinato.

Tuttavia, molte altre koryū insegnano tecniche equivalenti o analoghe al Koshi-no-mawari, pur usando magari altri nomi (Kogusoku, Kumiuchi, Yawara, Jujutsu, Torite, ecc.). Tra queste, come già menzionato:

  • Araki-ryū (荒木流)
  • Sosuishitsu-ryū (双水執流)
  • Yagyū Shingan-ryū (柳生心眼流) (branche Taijutsu)
  • Tenshin Shōden Katori Shintō-ryū (天真正伝香取神道流) (nella sua sezione Jujutsu/Yawara)
  • Daitō-ryū Aiki-jūjutsu (大東流 合気柔術) (con le sue specificità legate all’aiki)

Lo “stile” effettivo è quindi quello della specifica ryūha che si studia (es. lo stile Takenouchi, lo stile Araki, ecc.), ognuna con le proprie sfumature tecniche e filosofiche nell’approccio al combattimento “intorno alle anche”.

11. La situazione in Italia

La situazione per il Koshi-no-mawari in Italia (Aprile 2025) è analoga a quella del Kogusoku:

  • Estrema Rarità: Trovare scuole che insegnino specificamente il Koshi-no-mawari Kogusoku della Takenouchi-ryū è altamente improbabile, data la rarità della scuola stessa fuori dal Giappone.
  • Presenza di Scuole con Tecniche Analoghe: È più realistico cercare scuole come Tenshin Shōden Katori Shintō-ryū o Daitō-ryū Aiki-jūjutsu, che hanno una presenza più consolidata in Italia e insegnano tecniche di combattimento ravvicinato (Jujutsu, Aiki-jūjutsu) con radici storiche simili. Anche gruppi di Yagyū Shingan-ryū potrebbero esistere, ma richiedono attenta verifica.
  • Ricerca Mirata: Chi è interessato deve fare una ricerca specifica per i nomi delle ryūha menzionate, verificare le affiliazioni e le credenziali degli istruttori.

In sintesi, studiare il concetto di Koshi-no-mawari è possibile attraverso le poche koryū con curriculum di Jujutsu/Aiki-jūjutsu presenti in Italia, ma studiare il Koshi-no-mawari Kogusoku specifico della Takenouchi-ryū è, al momento, un’opportunità estremamente rara nel paese.

12. Terminologia tipica

La terminologia è in gran parte la stessa del Kogusoku e del Koryū Jujutsu. I termini chiave specifici o particolarmente rilevanti sono:

  • Koshi-no-mawari (腰之廻 / 腰の廻): [Ko-shee no ma-wa-ree] “Intorno alle anche”. Termine che definisce l’arte o il curriculum.
  • Kogusoku (小具足): [Ko-goo-so-koo] Termine strettamente correlato e spesso usato insieme (Koshi-no-mawari Kogusoku).
  • Kumiuchi (組討): [Koo-mee-oo-chee] Lotta corpo a corpo (spesso in armatura), contesto da cui derivano le tecniche.
  • Torite (捕手): [To-ree-te] Tecniche di presa (fondamentali a distanza zero).
  • Kansetsu-waza (関節技): [Kan-set-soo wa-za] Leve articolari.
  • Nage-waza (投技): [Na-ghe wa-za] Proiezioni (spesso a corto raggio).
  • Shime-waza (絞技): [Shee-me wa-za] Strangolamenti.
  • Atemi-waza (当身技): [A-te-mee wa-za] Colpi (gomiti, ginocchia, ecc.).
  • Osae-waza (抑技): [O-sa-e wa-za] Immobilizzazioni.
  • Tantō (短刀): [Tan-to] Pugnale.
  • Yoroi-dōshi (鎧通し): [Yo-roy-do-shee] Perfora-armature.
  • Tutti gli altri termini generali di Koryū (Kata, Ukemi, Tai Sabaki, Maai, Kuzushi, Zanshin, Reigi, Sensei, Dōjō, ecc.) rimangono validi.

13. Abbigliamento

L’abbigliamento è quello standard della koryū in cui si pratica il Koshi-no-mawari (es. Takenouchi-ryū o altre scuole con tecniche analoghe):

  • Keikogi (稽古着): Uniforme robusta (giacca uwagi e pantaloni zubon), solitamente bianca o blu scuro/nera, a seconda della scuola.
  • Obi (帯): Cintura, tipicamente bianca per studenti e nera (o altro colore scuro) per insegnanti/praticanti avanzati secondo le regole della scuola.
  • Hakama (袴): Gonna-pantalone ampia, solitamente blu scuro o nera, indossata sopra il keikogi (le regole su chi e quando la indossa variano da scuola a scuola).

Si pratica a piedi nudi su tatami. I dettagli specifici (taglio, colore, eventuali stemmi mon) sono dettati dalla tradizione della singola ryūha.

14. Armi

Le armi associate al Koshi-no-mawari sono quelle ideali per il combattimento a distanza zero, le stesse del Kogusoku:

  • Tantō (短刀): Il pugnale standard, per colpire, tagliare o controllare.
  • Yoroi-dōshi (鎧通し): Il perfora-armature, specificamente usato per penetrare le difese nemiche durante la lotta.
  • Kaiken (懐剣): Il piccolo pugnale nascosto, per azioni di sorpresa.
  • Kodachi (小太刀): La spada corta, più maneggevole della katana a distanza minima.

L’uso di queste armi è integrato con le tecniche di lotta, leva e proiezione, e la difesa contro di esse (buki-dori) è parimenti importante. L’addestramento avviene con repliche sicure in legno o materiale flessibile/imbottito.

15. A chi è indicato e a chi no

Le indicazioni e controindicazioni sono identiche a quelle discusse per il Kogusoku, poiché si tratta dello stesso tipo di pratica marziale tradizionale (Koryū) focalizzata sul combattimento ravvicinato.

È Indicato Per:

  • Appassionati di storia, cultura giapponese e arti marziali tradizionali.
  • Chi cerca autenticità, profondità e un percorso marziale non sportivo.
  • Persone pazienti, disciplinate, meticolose e rispettose della formalità.
  • Praticanti di altre arti marziali che vogliono esplorarne le radici.
  • Chi cerca uno sviluppo personale olistico (mente, corpo, spirito).

NON È Indicato Per:

  • Atleti focalizzati sulla competizione.
  • Chi cerca risultati rapidi o corsi di self-defense “veloci”.
  • Persone refrattarie a regole, etichetta, gerarchia e formalità.
  • Chi preferisce allenamenti informali, liberi o basati sullo sparring.
  • Chi è interessato solo al fitness fisico.
  • Individui poco disciplinati, irrispettosi o con problemi di gestione dell’aggressività o dell’ego.

La rarità della pratica in Italia (Aprile 2025) richiede una motivazione e una dedizione alla ricerca ancora maggiori.

16. Considerazioni sulla sicurezza

Anche le considerazioni sulla sicurezza sono le stesse del Kogusoku, data la natura identica delle tecniche e del contesto di allenamento (koryū).

  • Rischi Intrinseci: Le tecniche (leve, strangolamenti, proiezioni, colpi, armi) sono potenzialmente pericolose.
  • Priorità alla Sicurezza (Anzen): La sicurezza è fondamentale in un dōjō legittimo.
  • Pilastri della Sicurezza:
    • Istruzione qualificata e autorizzata (fondamentale!).
    • Progressione graduale e sistematica.
    • Enfasi su controllo e precisione (specialmente leve/strangolamenti).
    • Rispetto reciproco e fiducia tra partner (riconoscere i segnali di resa!).
    • Maestria nelle cadute (ukemi).
    • Uso di attrezzature adeguate (tatami, armi da allenamento sicure).
    • Etichetta rigorosa (reigi).
  • Infortuni: Quelli minori (contusioni, distorsioni) sono possibili; quelli gravi sono rari in ambienti ben gestiti.
  • Responsabilità Individuale: Consapevolezza, comunicazione, rispetto dei limiti.
  • Contesto Italiano (Aprile 2025): Importanza della copertura assicurativa e della verifica attenta delle credenziali dell’istruttore.

In sintesi, la pratica è resa sicura dalla metodologia tradizionale, ma richiede grande attenzione e responsabilità.

17. Controindicazioni

Le controindicazioni alla pratica del Koshi-no-mawari sono le medesime del Kogusoku.

  • Controindicazioni Fisiche: Gravi problemi articolari (artrite severa, instabilità, protesi), ernie discali sintomatiche, osteoporosi grave, recenti traumi/interventi, gravi cardiopatie non controllate, ipertensione grave non controllata, epilessia non controllata, gravi disturbi dell’equilibrio, gravidanza. Consultare sempre il medico prima di iniziare.
  • Controindicazioni Relative (richiedono valutazione): Problemi fisici lievi/moderati (comunicare al sensei!), età (estremi), condizioni croniche controllate (con parere medico).
  • Controindicazioni Comportamentali/Psicologiche (Assolute): Mancanza di disciplina/rispetto/umiltà, aggressività incontrollata, ego smisurato, gravi problemi psicologici non gestiti.
  • Contesto Italiano (Aprile 2025): Obbligo del certificato medico di idoneità sportiva non agonistica.

La comunicazione aperta con medico e sensei è cruciale.

18. Conclusioni

Per concludere e ribadire con la massima chiarezza, Koshi-no-mawari (腰の回り / 腰の廻り) non deve essere inteso come un’arte marziale autonoma, uno stile codificato o una scuola specifica con un proprio lignaggio, fondatore o curriculum definito. Si tratta, piuttosto, di un concetto tecnico-strategico e di un’area anatomica fondamentale all’interno di specifiche discipline marziali giapponesi, con una rilevanza assolutamente primaria nel Sumo.

La sua traduzione letterale, “intorno ai fianchi” o “ciò che circonda la vita”, ne definisce perfettamente l’ambito: la regione del corpo che include i fianchi, la vita e la parte bassa della schiena. Nel Sumo, questa regione assume un’importanza capitale perché è il punto in cui viene indossato e afferrato il mawashi. Di conseguenza, il termine “Koshi-no-mawari” nel contesto del Sumo si estende a indicare:

  1. L’obiettivo primario delle prese: Gran parte della lotta nel Sumo (yotsu-zumo in particolare) ruota attorno alla capacità di ottenere una presa salda (kumi-kata) sul mawashi dell’avversario, specificamente nell’area del Koshi-no-mawari.
  2. Il fulcro del controllo: Dominare il Koshi-no-mawari dell’avversario attraverso una presa efficace significa controllare il suo baricentro (centro di gravità). Questo permette di limitarne i movimenti, romperne l’equilibrio e imporre la propria strategia.
  3. Il punto di applicazione della forza: La presa sul mawashi in quest’area funge da leva cruciale per applicare la forza necessaria a spingere (yorikiri, oshidashi – sebbene quest’ultimo sia senza presa diretta), sollevare (tsuridashi) o proiettare (nage-waza come uwatenage, shitatenage) l’avversario fuori dal dohyō (il ring).
  4. Un elemento chiave di difesa: Proteggere il proprio Koshi-no-mawari dall’essere afferrato efficacemente dall’avversario è altrettanto vitale quanto attaccare quello altrui.

Al di fuori del Sumo, pur non essendo forse utilizzato con la stessa frequenza o specificità terminologica, il concetto sottostante rimane rilevante in molte Koryu Bujutsu (scuole marziali antiche), specialmente quelle focalizzate sul combattimento corpo a corpo (Jujutsu) o sull’uso di armi portate alla cintura (Kenjutsu, Iaijutsu):

  • Nel Jujutsu, i fianchi (koshi) sono il motore di molte tecniche di proiezione (koshi-waza) e il controllo dei fianchi dell’avversario è essenziale per le leve articolari e le immobilizzazioni. Sebbene si usino termini più specifici come “koshi-waza”, il principio di controllare l’area “intorno ai fianchi” è intrinseco.
  • Nelle arti della spada, la gestione dell’arma (estrazione, rinfodero, maneggio in combattimento ravvicinato) avviene proprio nell’area del Koshi-no-mawari, richiedendo fluidità, controllo e consapevolezza di questa zona del corpo.

È quindi fondamentale comprendere che studiare il “Koshi-no-mawari” non significa imparare uno stile marziale inesistente, ma piuttosto approfondire la comprensione della biomeccanica, della strategia e delle tecniche specifiche del Sumo o di quelle Koryu dove il controllo e l’uso dei fianchi sono preponderanti. Riconoscere Koshi-no-mawari per quello che è – un concetto vitale legato a un’area corporea e alle tecniche che la coinvolgono – permette di apprezzarne il ruolo imprescindibile nella dinamica del combattimento di queste discipline, evitando l’errore di cercarne una struttura (scuole, kata, maestri specifici) che non possiede in quanto concetto trasversale e non sistema autonomo.

In definitiva, Koshi-no-mawari rappresenta un elemento fondamentale e profondamente radicato nella cultura e nella pratica del Budo tradizionale giapponese, un tassello essenziale per decifrare l’efficacia e la strategia del combattimento ravvicinato, in particolare nel mondo antico e ritualizzato del Sumo.

 

19. Fonti

Trovare fonti accademiche o divulgative specificamente ed esclusivamente dedicate al “Koshi-no-mawari” come argomento centrale è estremamente difficile, se non impossibile. Questo, come ampiamente discusso, deriva dal fatto che non si tratta di uno stile marziale, di una scuola o di una disciplina autonoma, bensì di un concetto tecnico-strategico e di un’area anatomica rilevante all’interno di altre arti, principalmente il Sumo.

Pertanto, la ricerca di informazioni sul Koshi-no-mawari richiede un approccio trasversale e indiretto, consultando fonti relative alle discipline in cui questo concetto è pertinente. Le categorie di fonti più utili sono:

A. Fonti sul Sumo (Contesto Primario):

  1. Organizzazioni Ufficiali:
    • Nihon Sumo Kyokai (日本相撲協会 – Associazione Giapponese di Sumo): Il sito web ufficiale (spesso con una sezione in inglese) è la fonte primaria per regole aggiornate, elenco ufficiale delle tecniche vincenti (kimarite – molte delle quali implicano il controllo del Koshi-no-mawari), profili dei lottatori (rikishi) e notizie. Pur non avendo una pagina “Koshi-no-mawari”, l’analisi delle descrizioni dei kimarite di grappling è fondamentale.
  2. Database e Archivi Online:
    • Sumo Reference / SumoDB: Siti (come sumodb.sumogames.de o simili) che archiviano risultati storici degli incontri, spesso indicando il kimarite utilizzato. Analizzando la frequenza e il contesto d’uso di tecniche come yorikiri, uwatenage, shitatenage, si comprende l’importanza pratica del controllo del mawashi nell’area dei fianchi.
  3. Libri sul Sumo:
    • Testi Introduttivi e Culturali: Libri che trattano la storia, le regole, la cultura e i rituali del Sumo (es. “Sumo: From Rite to Sport” di P.L. Cuyler; “The Big Book of Sumo” di Mina Hall). Spesso includono capitoli o sezioni dedicate alle tecniche (waza) o agli stili di combattimento (yotsu-zumo vs oshi-zumo), contestualizzando l’importanza delle prese.
    • Biografie di Rikishi: Le storie di grandi campioni (Yokozuna, Ozeki) possono contenere dettagli sui loro stili di lotta, sulle loro tecniche preferite e su come sfruttavano la presa al mawashi.
    • Manuali Tecnici (principalmente in Giapponese): Potrebbero esistere pubblicazioni più tecniche, destinate a praticanti o allenatori, che analizzano nel dettaglio le prese (kumi-kata) e le meccaniche dei lanci, ma sono meno accessibili al pubblico internazionale.
  4. Fonti Accademiche:
    • Articoli e Studi: Ricerche in ambiti come le scienze motorie, l’antropologia culturale o gli studi giapponesi potrebbero analizzare la biomeccanica delle tecniche di Sumo o il significato culturale del mawashi e del combattimento corpo a corpo. La ricerca in database accademici (es. Google Scholar, JSTOR) con termini come “Sumo techniques biomechanics”, “mawashi grip”, “yotsu-zumo strategy” può dare risultati.
  5. Materiale Audiovisivo:
    • Documentari e Trasmissioni: Video di incontri (specialmente con commento tecnico, anche se spesso solo in giapponese), documentari sulla vita nelle heya (scuderie) o analisi tecniche possono fornire una comprensione visiva diretta dell’applicazione pratica del controllo del Koshi-no-mawari.

B. Fonti sul Koryu Bujutsu (Contesto Secondario):

  1. Siti Web autorevoli e di Scuole Specifiche:
    • Koryu.com: Un punto di riferimento in lingua inglese per articoli, interviste e risorse sulle scuole tradizionali giapponesi.
    • Siti Ufficiali di Ryuha: Se una scuola antica (es. Daito-ryu Aikijujutsu, Takenouchi-ryu, Kito-ryu, ecc.) ha una presenza online ufficiale, questa può contenere informazioni sui principi tecnici, sulla storia e sulla filosofia, dove l’importanza del controllo del centro o dell’uso dei fianchi (koshi) potrebbe essere menzionata.
  2. Libri sul Koryu:
    • Panoramiche Generali: Opere come quelle curate da Diane Skoss (“Koryu Bujutsu: Classical Warrior Traditions of Japan”, “Sword & Spirit”) o Serge Mol (“Classical Fighting Arts of Japan”) offrono una visione d’insieme di diverse tradizioni, potendo toccare scuole dove il Jujutsu o il combattimento ravvicinato sono centrali.
    • Testi su Scuole Specifiche: Libri dedicati a una singola ryuha, scritti da storici o praticanti avanzati, sono la fonte più probabile per dettagli tecnici approfonditi, inclusi i principi relativi all’uso dei fianchi.
  3. Manuali Tecnici e Densho (spesso di difficile accesso):
    • I testi tradizionali (densho, makimono) o i manuali moderni di alcune scuole possono descrivere le tecniche nel dettaglio, ma l’accesso a questi materiali è spesso riservato ai membri della scuola.

C. Risorse Generali e Linguistiche:

  1. Dizionari di Arti Marziali: Dizionari specializzati Giapponese-Inglese (o altre lingue) possono definire i termini “Koshi”, “Mawari” e forse “Koshi-no-mawari” nel suo contesto specifico (probabilmente Sumo).
  2. Forum Online Specializzati (da usare con discernimento): Comunità online dedicate al Sumo o alle arti marziali tradizionali giapponesi (es. E-Budo.com) possono contenere discussioni tra praticanti esperti dove il concetto viene analizzato o spiegato. È fondamentale verificare l’attendibilità delle informazioni reperite su queste piattaforme.

D. Ricerca nel Contesto Italiano:

  1. Federazioni/Associazioni Sportive: Contattare o visitare i siti web di eventuali federazioni o associazioni di Sumo riconosciute in Italia (se esistenti e attive) potrebbe fornire informazioni sulla pratica locale e sui riferimenti tecnici utilizzati.
  2. Dojo di Koryu in Italia: Identificare e contattare dojo italiani che insegnano Koryu Bujutsu (in particolare Jujutsu) può essere utile per capire come il concetto di controllo dei fianchi viene insegnato e interpretato in quei contesti specifici.

Approccio Consigliato alla Ricerca:

Dato che non si può cercare direttamente “Koshi-no-mawari” come stile, è più produttivo cercare termini e concetti correlati come:

  • “Sumo techniques” / “Tecniche Sumo”
  • “Mawashi grip” / “Presa Mawashi”
  • “Yotsu-zumo”
  • “Kimarite analysis” / “Analisi Kimarite”
  • “Koshi waza” (nel contesto Jujutsu/Judo)
  • “Hip control martial arts” / “Controllo fianchi arti marziali”
  • “Biomechanics of Sumo throws” / “Biomeccanica proiezioni Sumo”

Nota Finale: La ricerca sul Koshi-no-mawari è un esercizio di comprensione contestuale. Richiede di assemblare informazioni da diverse fonti, principalmente focalizzate sul Sumo, interpretando come le tecniche e le strategie descritte si riferiscano all’importanza cruciale di controllare l’area “intorno ai fianchi” dell’avversario.

20. Disclaimer

Le informazioni contenute in questa pagina relative al termine “Koshi-no-mawari” sono fornite esclusivamente a scopo informativo, culturale ed educativo generale. Esse rappresentano una sintesi basata su conoscenze e dati pubblicamente disponibili relativi alle arti marziali giapponesi, al Sumo e al Koryu Bujutsu, interpretati da un’intelligenza artificiale alla data attuale (14 Aprile 2025).

Si prega di leggere attentamente e comprendere i seguenti punti fondamentali:

  1. Natura delle Informazioni:

    • Questo testo è generato da un’IA e non costituisce il parere, la ricerca o l’analisi di un esperto umano qualificato (come un maestro di arti marziali, uno storico specializzato in Budo, un antropologo culturale o un medico dello sport).
    • Le informazioni presentate mirano a fornire una panoramica del significato e del contesto del termine “Koshi-no-mawari”, ma non possono e non devono essere considerate esaustive, definitive o universalmente accettate in ogni dettaglio. Interpretazioni e terminologie possono variare significativamente tra diverse scuole, lignaggi e praticanti.
    • Si è fatto ogni sforzo ragionevole per garantire l’accuratezza delle informazioni basandosi sulle fonti accessibili, tuttavia non si fornisce alcuna garanzia esplicita o implicita sulla loro assoluta correttezza, completezza o attualità oltre la data indicata.
  2. Non Sostituisce Consulenza Professionale:

    • Questo documento NON sostituisce in alcun modo la consulenza, l’insegnamento o la supervisione diretta di un istruttore di arti marziali qualificato e competente. La pratica delle arti marziali, inclusi il Sumo e le discipline Koryu, richiede una guida esperta per apprendere correttamente le tecniche, comprendere i principi e garantire la sicurezza.
    • Questo documento NON sostituisce il parere medico. Prima di intraprendere qualsiasi attività fisica, specialmente discipline intense e potenzialmente rischiose come il Sumo o il Koryu Bujutsu, è imperativo consultare il proprio medico curante o uno specialista in medicina dello sport per valutare la propria idoneità fisica e discutere eventuali controindicazioni o rischi specifici legati alle proprie condizioni di salute.
    • Le informazioni qui contenute non costituiscono consulenza legale o di altra natura professionale.
  3. Avviso sulla Sicurezza e Assunzione di Rischio:

    • La pratica di qualsiasi arte marziale, inclusi il Sumo e le discipline Koryu menzionate, comporta rischi intrinseci e significativi di infortunio fisico. Questi rischi possono includere, a titolo esemplificativo e non esaustivo: cadute, contusioni, distorsioni, lussazioni, fratture, lesioni articolari (ginocchia, caviglie, schiena, spalle, gomiti), lesioni muscolari e tendinee, e infortuni più gravi come commozioni cerebrali o danni alla colonna vertebrale.
    • È fortemente sconsigliato e potenzialmente pericoloso tentare di apprendere o praticare qualsiasi tecnica marziale descritta o menzionata in questo testo basandosi unicamente su queste informazioni scritte e senza la supervisione diretta e qualificata di un insegnante. L’apprendimento pratico richiede istruzioni personalizzate, correzioni posturali e un ambiente di allenamento controllato.
    • L’autore/generatore di questo testo (Google AI / Gemini) declina ogni responsabilità per eventuali danni, lesioni, perdite o conseguenze negative di qualsiasi natura che possano derivare, direttamente o indirettamente, dall’uso, dall’interpretazione o dall’affidamento fatto sulle informazioni qui contenute, o da qualsiasi tentativo di mettere in pratica le tecniche senza adeguata supervisione professionale.
  4. Limitazioni Specifiche su “Koshi-no-mawari”:

    • Si ribadisce che “Koshi-no-mawari” è stato presentato come un concetto o un’area tecnica/anatomica rilevante principalmente nel Sumo e potenzialmente in alcune Koryu, non come uno stile marziale a sé stante. Gli utenti sono invitati a non interpretare erroneamente queste informazioni come prova dell’esistenza di una disciplina autonoma con tale nome e a non intraprendere ricerche di scuole o istruttori specifici di “Koshi-no-mawari”.
  5. Responsabilità dell’Utente:

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In sintesi, questo testo è offerto come risorsa informativa preliminare. Si raccomanda la massima prudenza, un approccio critico e la ricerca di guida professionale qualificata prima di intraprendere qualsiasi azione pratica o trarre conclusioni definitive basate su queste informazioni.

 
 
 

a cura di F. Dore – 2025

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