Tabella dei Contenuti
1. Cosa è
Il Kogusoku (小具足), termine giapponese che si traduce letteralmente come “piccola armatura” o “equipaggiamento leggero”, si riferisce a un sistema o a un insieme di tecniche di combattimento corpo a corpo (spesso classificato come una forma di Jujutsu) sviluppato nel Giappone feudale. Queste tecniche erano specificamente progettate per essere efficaci quando si indossava un’armatura leggera (kogusoku) o in situazioni di combattimento ravvicinato dove le armi principali (come la spada lunga o la lancia) non erano pratiche o erano state perse. Si concentra sul controllo, l’immobilizzazione, le leve articolari, gli strangolamenti e, a volte, l’uso di armi corte come il pugnale (tantō). Non è tanto una singola arte marziale definita, quanto un curriculum o un aspetto presente in molte scuole tradizionali (koryū).
2. Caratteristiche, filosofia e aspetti chiave
Efficacia in Armatura Leggera: Le tecniche sono pensate per funzionare anche contro un avversario parzialmente protetto e considerando le limitazioni di movimento imposte dall’armatura.
- Combattimento Ravvicinato: Enfasi sul grappling (lotta corpo a corpo), leve articolari (kansetsu-waza), strangolamenti (shime-waza), proiezioni (nage-waza) e colpi ai punti vitali (atemi-waza).
- Controllo dell’Avversario: L’obiettivo primario è neutralizzare l’avversario controllandone il corpo e le articolazioni, spesso portandolo a terra.
- Uso della Forza dell’Avversario: Come nel Jujutsu e nell’Aikido, si cerca di sfruttare lo slancio e la forza dell’attaccante a proprio vantaggio.
- Realismo: Le tecniche derivano da esperienze di combattimento reali e mirano all’efficacia pratica piuttosto che all’estetica.
- Integrazione con Armi Corte: Spesso include l’uso o la difesa contro armi come il tantō o lo yoroi-dōshi (un tipo di pugnale progettato per perforare l’armatura).
- Disciplina e Tradizione: Essendo parte delle koryū, il Kogusoku è intriso di rispetto per la tradizione, l’etichetta (reigi) e la disciplina marziale.
3. La storia
Le origini del Kogusoku sono intrinsecamente legate all’evoluzione del combattimento e delle armature dei samurai nel Giappone feudale. Si ritiene che queste tecniche abbiano iniziato a formalizzarsi durante il periodo Sengoku (1467-1603), un’era di continue guerre civili.
Con l’evolversi delle tattiche di battaglia e delle armature (che divennero progressivamente più leggere e flessibili rispetto alle pesanti ō-yoroi dei periodi precedenti), emerse la necessità di metodi di combattimento efficaci nel corpo a corpo sul campo di battaglia, specialmente quando le armi principali venivano perse o erano inutilizzabili. Il Kogusoku forniva ai guerrieri le abilità per affrontare avversari armati o disarmati in queste circostanze caotiche.
Molte scuole classiche (koryū bujutsu) incorporarono sezioni dedicate al Kogusoku nei loro programmi. La scuola Takenouchi-ryū, fondata nel 1532, è spesso citata come una delle prime e più influenti a sistematizzare queste tecniche. Con la fine delle grandi guerre e l’inizio del periodo Edo (1603-1868), queste arti continuarono ad essere praticate, evolvendosi ulteriormente e ponendo le basi per lo sviluppo del Jujutsu moderno e, indirettamente, di arti come Judo e Aikido.
4. Il Fondatore
Il Kogusoku, inteso come concetto o categoria di tecniche, non ha un singolo fondatore universalmente riconosciuto. È piuttosto un insieme di conoscenze sviluppatesi organicamente all’interno di diverse tradizioni marziali (ryūha) in risposta a specifiche esigenze belliche.
Tuttavia, Takenouchi Hisamori (竹内 久盛), fondatore della Takenouchi-ryū nel 1532, è una figura storica fondamentale spesso associata alla codificazione e alla diffusione di tecniche di combattimento ravvicinato che rientrano nella definizione di Kogusoku (la sua scuola è infatti nota anche come Takenouchi-ryū Kogusoku Koshi no Mawari). Secondo la leggenda della scuola, Hisamori ricevette l’ispirazione per le sue tecniche da una figura divina apparsagli in sogno dopo un periodo di intenso addestramento ascetico sulle montagne. La sua scuola divenne estremamente influente e molte altre trassero ispirazione dai suoi insegnamenti.
Quindi, pur non essendo “il” fondatore del Kogusoku in senso assoluto, Takenouchi Hisamori è certamente una delle figure storiche più importanti legate alla sua sistematizzazione.
5. Maestri Famosi
Data la natura del Kogusoku come componente di diverse scuole, è più corretto parlare di maestri famosi di koryū che eccellevano o insegnavano prominentemente queste tecniche. Oltre a Takenouchi Hisamori, altre figure rilevanti appartengono ai lignaggi delle scuole che enfatizzano il combattimento ravvicinato:
- Fondatori e Capi Scuola di Koryū Rilevanti: I capiscuola (Sōke) e maestri principali delle scuole come Takenouchi-ryū, Araki-ryū, Yagyū Shingan-ryū, Sosuishitsu-ryū, e altre che includono tecniche di Kogusoku o Jujutsu antico nei loro curricula. I nomi specifici variano enormemente a seconda della scuola e del periodo storico.
- Figure Storiche: Samurai noti per la loro abilità nel combattimento corpo a corpo potrebbero aver praticato tecniche riconducibili al Kogusoku, anche se i dettagli specifici sono spesso persi nella storia o avvolti nella leggenda.
È importante notare che la fama nel contesto delle koryū è spesso legata alla preservazione e trasmissione della tradizione all’interno della scuola, piuttosto che alla notorietà pubblica come avviene nelle arti marziali moderne.
6. Leggende, curiosità, storie e aneddoti
- L’Origine Divina della Takenouchi-ryū: La leggenda più famosa legata a una scuola di Kogusoku è quella della sua fondazione. Si narra che Takenouchi Hisamori, dopo essersi ritirato in preghiera e allenamento intensivo presso il santuario di Sannomiya, ebbe una visione di un guerriero ascetico (o yamabushi) che gli insegnò cinque tecniche per immobilizzare un avversario usando solo un piccolo pugnale (kogusoku). Queste divennero il nucleo della sua scuola.
- Lo Yoroi-dōshi: Quest’arma, un pugnale robusto con una lama spessa e triangolare, era specificamente progettata per penetrare le fessure dell’armatura samurai o addirittura perforarne le placche più sottili. Il suo uso è strettamente legato alle tecniche di Kogusoku.
- Differenza dal Sumo: Sebbene entrambe le discipline coinvolgano la lotta, il Kogusoku nasce in un contesto bellico e include tecniche come leve, strangolamenti e colpi, proibiti nel Sumo, che è un rituale e uno sport con regole precise.
- Sopravvivenza delle Koryū: Molte scuole che insegnano Kogusoku sono koryū, ovvero arti marziali fondate prima della Restaurazione Meiji (1868). La loro sopravvivenza fino ai giorni nostri è una testimonianza della dedizione dei loro praticanti nel preservare tradizioni secolari.
- Koshi no Mawari: Un altro termine spesso usato in congiunzione o come sinonimo di Kogusoku è Koshi no Mawari (腰之廻), che si riferisce al combattimento “intorno alle anche”, sottolineando la natura ravvicinata dello scontro.
7. Tecniche
Le tecniche del Kogusoku (variabili a seconda della scuola specifica) generalmente includono:
- Kansetsu-waza (関節技): Tecniche di leva articolare (polsi, gomiti, spalle, ginocchia, caviglie) per controllare, immobilizzare o infortunare l’avversario.
- Nage-waza (投技): Tecniche di proiezione per sbilanciare e gettare a terra l’avversario. Spesso sono proiezioni corte e potenti, adatte a spazi ristretti.
- Shime-waza (絞技): Tecniche di strangolamento (sanguigno o respiratorio) per sottomettere rapidamente l’avversario.
- Atemi-waza (当身技): Tecniche di percussione (pugni, colpi a mano aperta, gomitate, ginocchiate, calci bassi) dirette a punti vulnerabili (kyūsho) del corpo per stordire, sbilanciare o creare aperture per altre tecniche.
- Osae-waza (抑技): Tecniche di immobilizzazione a terra per controllare l’avversario dopo una proiezione.
- Torite/Hodoki (捕手/解き): Tecniche di cattura e svincolo da prese.
- Buki-dori (武器捕): Tecniche di disarmo dell’avversario (specialmente da pugnale o spada corta).
- Uso di Armi Corte: Tecniche offensive e difensive con il tantō (pugnale) o altre armi simili.
L’enfasi è sull’applicazione pratica ed efficiente, spesso combinando diverse categorie di tecniche in sequenze fluide.
8. I Kata
Come la maggior parte delle arti marziali tradizionali giapponesi (koryū), il Kogusoku viene insegnato principalmente attraverso i Kata (形). Questi non sono solo sequenze di movimenti preordinate, ma veri e propri “modelli” che racchiudono i principi fondamentali, le strategie e le tecniche della scuola.
- Natura dei Kata: I Kata di Kogusoku sono tipicamente eseguiti in coppia. Uno studente assume il ruolo dell’attaccante (Uke o Shite) e l’altro quello del difensore (Tori o Uchite) che applica la tecnica.
- Scenari Simulati: I Kata simulano scenari di combattimento realistici, spesso iniziando da posizioni specifiche (in piedi, seduti, affrontando un attacco armato, ecc.).
- Contenuto: Includono l’intera gamma di tecniche: prese, colpi, sbilanciamenti, proiezioni, leve, strangolamenti e controlli a terra. Possono anche incorporare l’uso o la difesa da armi corte.
- Trasmissione dei Principi: Attraverso la pratica ripetuta e attenta dei Kata, gli studenti apprendono non solo le tecniche meccaniche, ma anche i principi sottostanti come la gestione della distanza (maai), il tempo (hyoshi), l’equilibrio (kuzushi), e l’uso dell’energia (ki).
- Esempi: I nomi e le forme specifiche dei Kata variano enormemente da una ryūha all’altra. Ad esempio, la Takenouchi-ryū ha serie di Kata specifiche denominate “Kogusoku” o “Koshi no Mawari”.
La pratica dei Kata è essenziale per la trasmissione fedele dell’arte attraverso le generazioni.
9. Una tipica seduta di allenamento
Una seduta di allenamento in una scuola tradizionale (koryū) che insegna Kogusoku segue generalmente una struttura formale, anche se possono esserci variazioni:
- Reigi (礼儀) – Etichetta: L’allenamento inizia e finisce con rituali di saluto (verso il kamiza o altare dello Shintoismo, verso il maestro Sensei, e tra i praticanti) per instillare rispetto e disciplina.
- Junbi Taisō (準備体操) – Riscaldamento: Esercizi di riscaldamento generale e specifico per preparare il corpo allo sforzo fisico, inclusi esercizi di mobilità articolare e stretching leggero.
- Kihon (基本) – Fondamentali: Pratica di movimenti di base, posture (kamae), spostamenti (tai sabaki), cadute (ukemi), e talvolta colpi fondamentali (atemi). Questo costruisce le fondamenta necessarie per le tecniche più complesse.
- Kata Keiko (形稽古) – Pratica dei Kata: Questa è la parte centrale dell’allenamento. Gli studenti, solitamente divisi in coppie in base all’esperienza, praticano i Kata della scuola sotto la supervisione del maestro o degli studenti più anziani (Sempai). L’enfasi è sulla corretta esecuzione, comprensione dei principi e attenzione ai dettagli.
- Bunkai/Ōyō (分解/応用) – Analisi e Applicazione (Opzionale/Avanzato): A livelli più avanzati, ci può essere uno studio più approfondito delle applicazioni pratiche dei movimenti contenuti nei Kata, o esercizi più liberi (randori), anche se il randori libero come nel Judo è meno comune nelle koryū.
- Cool-down: Esercizi leggeri o stretching per favorire il recupero.
- Reigi (礼儀) – Etichetta: Saluti finali per concludere formalmente la sessione.
L’atmosfera è generalmente seria e concentrata, con un forte accento sulla correttezza formale e sul rispetto reciproco.
10. Gli stili e le scuole
Come accennato, Kogusoku non è uno stile a sé stante, ma un componente tecnico presente in molte koryū bujutsu. Le scuole (ryūha) più note per includere o enfatizzare tecniche di Kogusoku o Jujutsu antico sono:
- Takenouchi-ryū (竹内流): Considerata una delle più antiche e influenti scuole di Jujutsu, con una forte componente di Kogusoku Koshi no Mawari.
- Araki-ryū (荒木流): Una scuola complessa che include tecniche a mani nude, spada, bastone, lancia e altre armi, con una forte enfasi sul combattimento ravvicinato e potente.
- Sosuishitsu-ryū (双水執流): Un’altra antica koryū che comprende Jujutsu (Kogusoku) e tecniche di spada corta (kodachi).
- Yagyū Shingan-ryū (柳生心眼流): Nota per le sue tecniche di Jujutsu (o Taijutsu) che includono colpi potenti (atemi) e l’uso dell’armatura, oltre a tecniche con varie armi.
- Tenshin Shōden Katori Shintō-ryū (天真正伝香取神道流): Anche se famosa principalmente per la scherma (kenjutsu), include un curriculum di Jujutsu.
- Daitō-ryū Aiki-jūjutsu (大東流 合気柔術): Sebbene più tarda rispetto alle koryū pure e influenzata da sviluppi successivi, le sue radici affondano nelle tecniche di combattimento dei samurai, con molte tecniche che richiamano i principi del Kogusoku/Jujutsu antico.
Ogni scuola ha le sue caratteristiche distintive, Kata specifici, filosofia e lignaggio.
11. La situazione in Italia
La presenza di scuole che insegnano esclusivamente Kogusoku come disciplina a sé stante è molto rara, se non inesistente, in Italia e nel mondo. Questo perché il Kogusoku è quasi sempre integrato nel curriculum più ampio di una koryū.
Tuttavia, esistono in Italia rappresentanze e gruppi di studio di alcune koryū che includono tecniche di Kogusoku/Jujutsu antico nel loro programma. Le scuole più probabili da trovare (anche se la diffusione può essere limitata a poche città o regioni) sono:
- Rami della Takenouchi-ryū: Potrebbero esistere piccoli gruppi o dojo affiliati a lignaggi di questa importante scuola.
- Yagyū Shingan-ryū: Ci sono state e potrebbero esserci rappresentanze di questa scuola in Italia.
- Tenshin Shōden Katori Shintō-ryū: Questa scuola ha una presenza internazionale, inclusa l’Italia, e insegna anche la sua sezione di Jujutsu.
- Daitō-ryū Aiki-jūjutsu: Anche se tecnicamente non una koryū nel senso più stretto, ha diverse organizzazioni presenti in Italia che insegnano tecniche con radici storiche profonde.
- Altre Koryū Minori: Potrebbero esistere piccoli gruppi dedicati ad altre scuole meno conosciute.
È anche possibile che alcune scuole di Jujutsu moderno o Aikido incorporino elementi o principi derivati dalle tecniche storiche di Kogusoku, pur non essendo scuole tradizionali (koryū).
Chi è interessato dovrebbe cercare specificamente i nomi delle ryūha (es. “Takenouchi-ryu Italia”, “Katori Shinto-ryu Italia”) o associazioni che promuovono lo studio delle koryū bujutsu.
12. Terminologia tipica
Molti termini sono comuni ad altre arti marziali giapponesi, specialmente al Jujutsu e alle koryū:
- Kogusoku (小具足): Piccola armatura; sistema di combattimento ravvicinato.
- Koryū (古流): Scuola antica (fondata prima del 1868).
- Ryūha (流派): Scuola, stile, lignaggio.
- Jujutsu (柔術): Arte della cedevolezza; termine generico per molte forme di combattimento senz’armi o con armi piccole.
- Taijutsu (体術): Arte del corpo; spesso usato come sinonimo di Jujutsu nelle koryū.
- Kansetsu-waza (関節技): Tecniche di leva articolare.
- Nage-waza (投技): Tecniche di proiezione.
- Shime-waza (絞技): Tecniche di strangolamento.
- Atemi-waza (当身技): Tecniche di percussione.
- Osae-waza (抑技): Tecniche di immobilizzazione.
- Kata (形): Forma, modello; sequenza preordinata di tecniche.
- Tantō (短刀): Pugnale giapponese.
- Yoroi-dōshi (鎧通し): Pugnale perfora-armatura.
- Kodachi (小太刀): Spada corta.
- Ukemi (受身): Tecniche di caduta sicura.
- Tai Sabaki (体捌き): Movimento del corpo, schivata.
- Maai (間合い): Gestione della distanza.
- Kuzushi (崩し): Sbilanciamento.
- Zanshin (残心): Consapevolezza continua, stato di allerta dopo la tecnica.
- Dōjō (道場): Luogo di pratica (“luogo della Via”).
- Sensei (先生): Insegnante.
- Sempai (先輩): Studente anziano.
- Kōhai (後輩): Studente giovane.
- Reigi (礼儀): Etichetta, comportamento corretto.
- Keikogi (稽古着): Uniforme di allenamento (spesso chiamata gi).
- Obi (帯): Cintura.
- Hakama (袴): Ampio pantalone/gonna tradizionale indossato da molte koryū.
13. Abbigliamento
L’abbigliamento tradizionale per la pratica del Kogusoku, come per molte koryū, consiste generalmente in:
- Keikogi (稽古着): Una giacca robusta (simile a quella del Judo o Aikido, ma a volte con tagli specifici della scuola) e pantaloni, solitamente di colore bianco o blu scuro/nero.
- Obi (帯): Una cintura, il cui colore spesso indica il grado o l’anzianità all’interno della scuola (anche se i sistemi di graduazione kyū/dan sono un’introduzione moderna; molte koryū usano sistemi di licenze tradizionali – menkyo).
- Hakama (袴): Un ampio pantalone plissettato (simile a una gonna-pantalone), indossato sopra il keikogi. È un capo tradizionale associato ai samurai e comune nella pratica delle koryū. Il colore è solitamente blu scuro, nero o talvolta bianco.
L’abbigliamento specifico (colore, tipo di tessuto, stemmi della scuola) può variare a seconda della ryūha e delle sue tradizioni.
14. Armi
Sebbene il Kogusoku si concentri sul combattimento corpo a corpo, esso è intrinsecamente legato all’uso e alla difesa contro armi corte, tipiche del combattimento ravvicinato in armatura o come armi secondarie:
- Tantō (短刀): Il pugnale giapponese a singolo o doppio filo. Molte tecniche di Kogusoku prevedono l’uso del tantō o la difesa contro di esso (tantō-dori).
- Yoroi-dōshi (鎧通し): Una variante del tantō con una lama più spessa e robusta, progettata specificamente per penetrare le armature. Le tecniche che lo utilizzano sono un classico esempio di Kogusoku.
- Kaiken (懐剣): Un piccolo pugnale portato nascosto, spesso dalle donne della classe samurai.
- Kodachi (小太刀): La spada corta, compagna della katana (daitō). Tecniche di combattimento ravvicinato con la kodachi possono sovrapporsi o essere integrate con il Kogusoku.
L’allenamento può includere l’uso di repliche in legno (bokken per la spada, tantō in legno) o imbottite per sicurezza.
15. A chi è indicato e a chi no
Il Kogusoku (come parte di una koryū) è indicato per:
- Persone interessate alla storia e alla cultura marziale giapponese.
- Chi cerca un’arte marziale tradizionale con un forte legame con il passato e un’enfasi sull’efficacia pratica piuttosto che sulla competizione sportiva.
- Individui pazienti, disciplinati e disposti a dedicarsi a un percorso di apprendimento lungo e meticoloso.
- Chi apprezza l’etichetta, il rispetto e l’atmosfera formale delle scuole tradizionali.
- Praticanti di altre arti marziali (Jujutsu, Aikido, Karate) che desiderano approfondire le radici storiche delle loro discipline.
Il Kogusoku potrebbe NON essere indicato per:
- Chi cerca principalmente un’attività sportiva competitiva (non ci sono gare di Kogusoku).
- Persone che desiderano risultati rapidi o un sistema di autodifesa “semplice e veloce”.
- Chi non è interessato agli aspetti storici, culturali e formali (etichetta).
- Individui che preferiscono un ambiente di allenamento informale e meno strutturato.
- Persone con limitazioni fisiche significative che potrebbero impedire la pratica sicura di leve, proiezioni e cadute (vedi Controindicazioni).
16. Considerazioni sulla sicurezza
Come tutte le arti marziali che prevedono contatto fisico, leve articolari, strangolamenti e proiezioni, la pratica del Kogusoku comporta intrinsecamente dei rischi. Tuttavia, in un ambiente di allenamento corretto, la sicurezza è una priorità assoluta:
- Istruzione Qualificata: È fondamentale allenarsi sotto la guida di un insegnante esperto e qualificato, preferibilmente certificato all’interno di un lignaggio tradizionale riconosciuto.
- Progressione Graduale: Le tecniche vengono insegnate progressivamente, partendo dai fondamentali (come le cadute sicure – ukemi) prima di passare a tecniche più complesse o potenzialmente pericolose.
- Controllo: Enfasi sull’applicazione controllata delle tecniche, specialmente leve e strangolamenti, per evitare infortuni al partner.
- Rispetto Reciproco: Il rispetto tra i praticanti (uke e tori) è essenziale. Si impara a riconoscere i segnali di resa (battere la mano o il piede) e a interrompere immediatamente la tecnica.
- Ukemi (Cadute): Una parte significativa dell’allenamento è dedicata all’apprendimento delle cadute corrette per assorbire l’impatto delle proiezioni in sicurezza.
- Attrezzatura Adeguata: Utilizzo di materassine (tatami) e, se necessario, protezioni o armi da allenamento sicure.
Nonostante queste precauzioni, contusioni, distorsioni o altri infortuni minori possono occasionalmente verificarsi. Infortuni gravi sono rari in dojo ben gestiti.
17. Controindicazioni
Prima di iniziare la pratica del Kogusoku o di qualsiasi arte marziale Koryū, è consigliabile consultare il proprio medico, specialmente in presenza di:
- Problemi Articolari Gravi: Condizioni preesistenti a polsi, gomiti, spalle, ginocchia, caviglie o colonna vertebrale potrebbero essere aggravate dalle leve e dalle proiezioni.
- Problemi Cardiovascolari: L’allenamento può essere fisicamente impegnativo.
- Problemi Neurologici: Condizioni che influenzano equilibrio, coordinazione o suscettibilità agli impatti.
- Recenti Interventi Chirurgici o Infortuni: È necessario attendere il completo recupero.
- Gravidanza: Generalmente sconsigliato a causa dei rischi di impatto e cadute.
Oltre alle controindicazioni fisiche, una mancanza di disciplina, rispetto per le regole e per i compagni rappresenta una controindicazione fondamentale per la pratica in un ambiente koryū.
18. Conclusioni
Il Kogusoku rappresenta un affascinante spaccato della storia marziale giapponese, incarnando i principi di efficacia, controllo e adattabilità sviluppati dai samurai per il combattimento ravvicinato. Anche se non è un’arte marziale a sé stante, ma piuttosto un corpus tecnico integrato in diverse scuole tradizionali (koryū), il suo studio offre una profonda comprensione delle radici del Jujutsu e di altre discipline moderne.
La pratica del Kogusoku oggi, all’interno del contesto di una koryū, richiede dedizione, disciplina e un sincero interesse per la tradizione. Non è un percorso facile o veloce, ma offre ricompense uniche in termini di sviluppo personale, abilità tecnica e connessione con un ricco patrimonio culturale. È un viaggio nell’essenza del combattimento corpo a corpo giapponese, preservato attraverso secoli di trasmissione attenta.
19. Fonti
Le informazioni presentate in questa pagina derivano da conoscenze generali sulla storia delle arti marziali giapponesi, sul Jujutsu e sulle koryū bujutsu. Fonti specifiche includerebbero:
- Pubblicazioni accademiche e libri sulla storia dei samurai e delle arti marziali giapponesi (es. opere di Donn F. Draeger, Karl Friday, Diane Skoss).
- Siti web ufficiali e materiali informativi delle ryūha specifiche che insegnano Kogusoku (es. Takenouchi-ryū, Yagyū Shingan-ryū, etc.).
- Articoli e documentari dedicati alle koryū.
20. Disclaimer
Le informazioni contenute in questa pagina sono fornite a scopo puramente informativo e culturale. Non costituiscono un manuale di addestramento né una guida esaustiva sul Kogusoku o sulle koryū. La pratica delle arti marziali, specialmente quelle tradizionali che includono tecniche potenzialmente pericolose, deve avvenire esclusivamente sotto la supervisione di istruttori qualificati e autorizzati all’interno di un dojo riconosciuto. L’autore e il fornitore di queste informazioni declinano ogni responsabilità per eventuali usi impropri delle informazioni qui contenute o per infortuni derivanti dalla pratica delle arti marziali senza adeguata supervisione. Consultare sempre un medico prima di iniziare qualsiasi nuova attività fisica intensa.
a cura di F. Dore – 2025