Kenpō (拳法) LV

Tabella dei Contenuti

1. Cosa è

  • Etimologia e Origine: Il termine Kenpō (拳法) (scritto anche Kempo) è la lettura giapponese degli ideogrammi cinesi Quan Fa.
    • Ken (拳): Significa “Pugno”. Rappresenta non solo la mano chiusa, ma per estensione le tecniche di percussione e il combattimento a mani nude.
    • Hō (法): Significa “Metodo”, “Legge”, “Dottrina”, “Sistema”.
    • Significato: Quindi, Kenpō significa letteralmente “Metodo del Pugno” o “Legge del Pugno”. Originariamente si riferiva alle arti marziali cinesi basate sullo striking, che hanno avuto una profonda influenza storica sullo sviluppo delle arti marziali in tutta l’Asia Orientale, inclusa Okinawa e il Giappone.
  • Uso nel Contesto Giapponese: In Giappone, il termine Kenpō ha assunto diverse connotazioni:
    1. Riferimento Storico: Usato per indicare le arti marziali cinesi da cui l’Okinawa-te (e quindi il Karate) ha tratto ispirazione.
    2. Denominazione di Stili Specifici: Alcuni stili di Karate o arti affini, sia okinawensi che giapponesi, hanno usato o usano “Kenpō” nel loro nome per sottolineare questo legame storico o una particolare enfasi sulle tecniche di pugno o su principi di origine cinese.
    3. Identificativo di Sistemi Moderni Giapponesi: Principalmente, oggi si riferisce a specifiche arti marziali giapponesi moderne (Gendai Budō), nate nel XX secolo, che hanno scelto questo nome per distinguersi dal Karate-dō mainstream o dal Jūjutsu, pur integrandone spesso elementi. I due esempi più noti e strutturati sono lo Shorinji Kempo e il Nippon Kempo.
  • Distinzione Importante: È fondamentale distinguere il “Kenpō Giapponese” (come Shorinji Kempo o Nippon Kempo) dall’American Kenpo Karate, un sistema distinto sviluppato negli Stati Uniti da Ed Parker, che ha una sua storia, tecnica e terminologia proprie, seppur con radici comuni nel Karate/Kenpō asiatico.

2. Caratteristiche, filosofia e aspetti chiave

Sebbene ogni sistema specifico abbia le sue peculiarità, alcune caratteristiche comuni o tendenze possono essere associate al concetto di Kenpō sviluppatosi in Giappone:

  • Centralità delle Tecniche di Pugno/Percussione: Come suggerisce il nome, le tecniche che utilizzano il pugno e altre parti del corpo per colpire (Atemi Waza) sono solitamente un elemento fondamentale.
  • Integrazione Tecniche Dure/Morbide: Molti sistemi Kenpō (in particolare lo Shorinji Kempo) combinano tecniche di striking (“dure” – Gōhō) con tecniche di grappling, leve, svincoli e proiezioni (“morbide” – Jūhō), mirando a una maggiore completezza rispetto a stili puramente focalizzati sullo striking o sul grappling.
  • Enfasi sull’Autodifesa Pratica (Jissen): Spesso l’obiettivo primario è fornire strumenti efficaci per la difesa personale in situazioni realistiche.
  • Componente Filosofica/Etica: I sistemi Kenpō strutturati come Budō (specialmente lo Shorinji Kempo) integrano una forte componente filosofica (spesso legata allo Zen Buddismo) e un codice etico volto allo sviluppo del carattere.

3. Focus sullo Shorinji Kempo (少林寺拳法): L’Esempio Principale

Essendo il sistema “Kenpō Giapponese” più diffuso e organizzato a livello mondiale (e in Italia tramite la FISK), le sue caratteristiche sono spesso considerate rappresentative:

  • Sistema Olistico Unico: Fondato da Doshin So nel 1947, non è solo un’arte marziale ma un sistema di “formazione della persona” (Hito-zukuri) attraverso la pratica marziale e la filosofia.
  • Tre Pilastri Tecnici:
    1. Gōhō (剛法 – Metodo Duro): Tecniche di striking (pugni, calci, parate, gomitate) usate principalmente per difesa e contrattacco rapido. Enfatizza la precisione sui punti vitali (Kyusho), la velocità e l’uso del corpo intero.
    2. Jūhō (柔法 – Metodo Morbido): Tecniche di grappling applicate in risposta a prese o attacchi ravvicinati. Include svincoli (Nuki Waza), leve articolari (Gyaku Waza), proiezioni (Nage Waza) e immobilizzazioni (Katame Waza). L’obiettivo è controllare o neutralizzare l’avversario usando la sua forza e principi di leva.
    3. Seihō (整法 – Metodo Correttivo): Tecniche terapeutiche manuali (simili a digitopressione, massaggio, aggiustamenti dolci) derivate dalla medicina tradizionale, usate per il benessere, il recupero da infortuni lievi e per una migliore comprensione del corpo.
  • Integrazione Goho/Juho: La vera abilità nel combattimento Shorinji Kempo risiede nella capacità di passare fluidamente da tecniche dure a morbide e viceversa, a seconda della situazione. Un blocco (Goho) può diventare una presa per una leva (Juho). Uno svincolo (Juho) può creare l’apertura per un colpo (Goho).
  • Filosofia Kongo Zen (金剛禅): La Spina Dorsale
    • Non una religione separata, ma un insegnamento pratico basato sul Buddismo Zen applicato alla vita quotidiana attraverso la pratica del Kempo.
    • Ken Zen Ichinyo (拳禅一如 – Pugno e Zen sono Uno): L’allenamento fisico rigoroso (Ken) è una forma di meditazione attiva (Zen); la disciplina mentale e spirituale (Zen) rafforza e dà significato alla pratica fisica (Ken). Sono inseparabili per uno sviluppo equilibrato.
    • Riki Ai Funi (力愛不二 – Forza e Amore/Compassione non sono Due): La forza (fisica, mentale, tecnica) deve essere sempre temperata e guidata dall’amore, dalla compassione e dal senso di giustizia. La forza senza amore è violenza; l’amore senza forza è inefficace. L’obiettivo è usare la forza per proteggere e aiutare.
    • Jiko Kakuritsu (自己確立 – Stabilire Sé Stessi): Sviluppare fiducia nelle proprie capacità, autostima, indipendenza di giudizio e un forte senso di identità attraverso la disciplina e il superamento delle difficoltà.
    • Jita Kyōraku (自他共楽 – Felicità/Benessere Reciproco): Principio sociale fondamentale. L’obiettivo della pratica è contribuire non solo alla propria felicità, ma anche a quella degli altri, lavorando insieme in armonia e aiutandosi reciprocamente (“Metà per sé, metà per gli altri”). Questo si riflette nella forte enfasi sulla cooperazione nell’allenamento e sulla costruzione di una comunità positiva (Shudan Honsoku).
  • Metodo Didattico: Basato su Kihon (fondamentali), Embu (演武 – forme/dimostrazioni a coppie) che integrano Goho e Juho in sequenze preordinate, e Randori (乱捕り), forme specifiche di sparring controllato per l’applicazione tecnica.

4. Focus sul Nippon Kempo (日本拳法): L’Alternativa Corazzata

  • Caratteristiche: Sistema giapponese moderno (fondato da M. Sawayama, anni ’30) che integra striking (pugni, calci), proiezioni e lotta a terra in un combattimento full-contact continuo, reso possibile dall’uso di protezioni complete (Bōgu) che coprono testa, tronco e mani.
  • Filosofia: Più orientato all’efficacia sportiva e al combattimento realistico protetto, pur mantenendo una cornice Budo di disciplina e rispetto. Manca della componente filosofico-religiosa specifica dello Shorinji Kempo.

5. Aspetti Chiave Riepilogativi del Kenpō Giapponese:

  • Nome Significativo: “Metodo del Pugno”, con radici cinesi.
  • Striking Centrale: Le tecniche di pugno/percussione sono fondamentali.
  • Integrazione Frequente: Molti sistemi (specialmente Shorinji Kempo) combinano striking e grappling (Gōhō/Jūhō).
  • Forte Base Filosofica (Specialmente Shorinji Kempo): Spesso legato allo Zen Buddismo, con enfasi sullo sviluppo del carattere, l’etica e la comunità.
  • Focus sull’Autodifesa Pratica: Un obiettivo comune a molti sistemi Kenpō.
  • Distinzione da Karate/Jūdō: Rappresentano percorsi moderni specifici all’interno del Budō giapponese.
  • Sistemi Principali: Shorinji Kempo (olistico, filosofico) e Nippon Kempo (full-contact con armature) sono i più noti e strutturati nati in Giappone.

Conclusione

Il Kenpō Giapponese è un termine che descrive arti marziali sviluppatesi in Giappone con una forte enfasi sulle tecniche di pugno e spesso con radici o influenze cinesi. Oggi si riferisce principalmente a sistemi moderni specifici come lo Shorinji Kempo, un Budo unico che fonde striking (Gōhō), grappling (Jūhō) e tecniche terapeutiche (Seihō) con una profonda filosofia Zen (Kongo Zen) mirata alla formazione completa dell’individuo e al benessere sociale, e il Nippon Kempo, un sistema di combattimento full-contact praticato con armature protettive. Entrambi offrono un percorso marziale distinto dal Karate-dō e dal Jūdō tradizionali, rappresentando sfaccettature diverse della ricca tradizione Budo giapponese, entrambe presenti e praticate anche in Italia.

3. La storia

La storia del “Kenpō Giapponese” è complessa perché il termine stesso ha avuto diverse accezioni. Non si tratta di una singola linea storica continua, ma di un percorso che intreccia influenze cinesi, sviluppi autoctoni giapponesi e okinawensi, e la nascita di specifiche scuole moderne nel XX secolo.

A. Origini del Termine e Influenza Cinese Antica (Quan Fa -> Kenpō)

  1. Radici Cinesi: Il termine Kenpō (拳法) è la lettura giapponese degli ideogrammi cinesi Quan Fa, che significano “Metodo/Legge del Pugno”. Questo termine in Cina identificava (e identifica tuttora) una vasta gamma di stili di arti marziali focalizzati sul combattimento a mani nude, con particolare (ma non esclusiva) enfasi sulle tecniche di pugno e percussione. Le origini del Quan Fa cinese sono antichissime e legate a tradizioni militari, monastiche (come il famoso tempio Shaolin, 少林寺 – Shōrinji in giapponese) e popolari.
  2. Trasmissione in Giappone e Okinawa: Le tecniche e i principi del Quan Fa cinese giunsero in Giappone e nel Regno delle Ryūkyū (Okinawa) attraverso molteplici vie nel corso dei secoli:
    • Monaci Buddisti: Fin da epoche antiche (es. periodo Nara/Heian), monaci che viaggiavano tra Cina e Giappone potrebbero aver introdotto tecniche di combattimento o esercizi per la salute (Qigong) legati ai monasteri, inclusi quelli Shaolin (sebbene le connessioni dirette e antiche siano spesso leggendarie).
    • Scambi Commerciali e Diplomatici: I contatti marittimi per commercio e diplomazia (specialmente tra Okinawa e la provincia cinese del Fujian, dal XIV secolo in poi) furono un canale primario. Mercanti, marinai, inviati (come i Sapposhi cinesi a Okinawa) portarono con sé conoscenze marziali.
    • Immigrazione: La comunità cinese stabilitasi a Kume (Kumemura) a Okinawa dal 1392 fu un centro fondamentale per la trasmissione diretta di stili Quan Fa del Sud della Cina.
    • Viaggi di Studio: Giapponesi e Okinawensi si recarono in Cina per studiare diverse discipline, incluse le arti marziali.
  3. Impatto sulle Arti Locali: Queste influenze cinesi (Kenpō) si innestarono sulle preesistenti forme di lotta giapponesi e okinawensi:
    • Su Okinawa-te (Karate): L’impatto fu fondamentale e formativo. Il Te (“Mano”) okinawense si fuse profondamente con il Kenpō del Fujian, dando origine alle correnti Shuri-te, Naha-te, Tomari-te. Il termine stesso “Karate”, nella sua scrittura originale 唐手, significava “Mano Cinese”. Quindi, il Karate è storicamente una forma di Kenpō evolutasi a Okinawa e poi in Giappone.
    • Su Jūjutsu: Anche alcune scuole Koryū di Jūjutsu potrebbero aver assorbito elementi di Kenpō, specialmente nelle tecniche di percussione a punti vitali (Atemi Waza) o in certi principi di leva e controllo (influenze Chin Na).

B. Nascita dei Sistemi “Kenpō Giapponesi” Moderni (XX Secolo)

Nel XX secolo, in un contesto di modernizzazione del Giappone e di rinascita/rielaborazione delle arti marziali (Budō), alcuni maestri giapponesi fondarono nuovi sistemi marziali distinti, scegliendo specificamente il nome “Kenpō” per sottolineare magari un legame (reale o rivendicato) con le radici cinesi, una particolare enfasi sulle tecniche di pugno, o per differenziarsi dal Karate o dal Jūdō mainstream. I due esempi più significativi e organizzati sono:

  1. Nippon Kempo (日本拳法 – Metodo del Pugno Giapponese):
    • Fondatore e Periodo: Muneomi Sawayama (澤山 宗海), sviluppato negli anni ’30 del ‘900, principalmente nell’ambiente dell’Università del Kansai (Osaka).
    • Motivazione: Sawayama, esperto di Jūdō e con conoscenze di Karate, cercava un metodo di allenamento e combattimento che permettesse l’applicazione realistica e a contatto pieno di un vasto arsenale tecnico (pugni, calci, proiezioni, lotta a terra) in condizioni di massima sicurezza possibile.
    • Innovazione Chiave: L’adozione di un’armatura protettiva completa (Bōgu – 防具), ispirata a quella del Kendō ma modificata, che include una maschera metallica integrale (Men), una corazza (Do), una protezione inguinale (Mata dare) e guantoni speciali (Kurobu). Questo equipaggiamento permetteva sparring e competizioni full-contact con un rischio ridotto di infortuni gravi.
    • Sviluppo e Diffusione: Divenne popolare in ambito universitario e fu poi adottato anche da alcune forze di polizia e militari giapponesi per il suo approccio pragmatico al combattimento protetto. Si è diffuso internazionalmente, seppur in misura minore rispetto ad altre arti, con una propria federazione internazionale.
  2. Shorinji Kempo (少林寺拳法 – Metodo del Pugno del Tempio Shaolin):
    • Fondatore e Periodo: Doshin Sō (宗 道臣), fondato ufficialmente nel 1947 a Tadotsu, sull’isola di Shikoku.
    • Motivazione (Contesto Post-Bellico): Come già dettagliato, Doshin So, dopo le sue esperienze in Manciuria (dove affermò di aver studiato arti marziali cinesi legate a Shaolin – Yihemen Quan) e aver assistito al crollo sociale e morale del Giappone post-bellico, volle creare un sistema che fosse non solo un’arte marziale efficace per l’autodifesa (Goshin Jutsu), ma soprattutto una disciplina per la formazione dell’individuo (Hito-zukuri) e il miglioramento della società.
    • Sintesi Tecnica e Filosofica Unica: Creò un sistema complesso che integrava:
      • Tecniche di striking (Gōhō) derivate da Karate/Kenpō.
      • Tecniche di grappling/svincoli/leve/proiezioni (Jūhō) derivate dal Jūjutsu.
      • Tecniche terapeutiche (Seihō). Il tutto unificato da una specifica filosofia (Kongo Zen) basata sul Buddismo Zen, con principi come Ken Zen Ichinyo (Pugno e Zen sono uno) e Riki Ai Funi (Forza e Amore sono inseparabili).
    • Sviluppo e Diffusione: Grazie alla sua forte componente etica e sociale, alla sua efficacia pratica e alla struttura organizzativa creata da Doshin So, lo Shorinji Kempo ebbe una crescita enorme in Giappone e si diffuse poi in tutto il mondo attraverso la World Shorinji Kempo Organization (WSKO), diventando il sistema di “Kenpō Giapponese” più conosciuto e praticato a livello globale, Italia inclusa.

C. Altri Usi del Termine “Kenpō” in Giappone

Oltre a questi due sistemi principali, il termine Kenpō può apparire in contesti minori:

  • Scuole di Karate con Nome “Kenpō”: Alcune scuole o maestri di Karate, specialmente quelli con radici okinawensi o che vogliono enfatizzare le origini cinesi o l’efficacia del pugno, potrebbero usare “Kenpō” nel nome del loro stile o dōjō (es. Gensei-ryū Karate Kenpō).
  • Sistemi Eclettici Moderni: Potrebbero esistere sistemi di combattimento moderni e più recenti, magari focalizzati sull’autodifesa, che adottano il nome Kenpō per indicare un approccio che integra tecniche di pugno con altre discipline, ma senza la struttura o il riconoscimento internazionale dello Shorinji Kempo o del Nippon Kempo.

Conclusione Storica

La storia del “Kenpō Giapponese” è quindi una storia a più livelli. Inizia con l’assorbimento e l’adattamento secolare delle “tecniche del pugno” (Quan Fa) cinesi all’interno delle arti marziali giapponesi e okinawensi (Jūjutsu, Te/Karate). Nel XX secolo, poi, vede la nascita di sistemi moderni specificamente denominati “Kenpō”, che si distinguono dal Karate-dō e dal Jūdō mainstream. Tra questi, il Nippon Kempo si caratterizza per il combattimento full-contact in armatura, mentre lo Shorinji Kempo si definisce come un sistema Budo olistico unico, che fonde tecniche dure e morbide con una profonda filosofia Zen per la formazione completa dell’individuo. È principalmente a questi sistemi moderni, e in particolare allo Shorinji Kempo data la sua diffusione, che ci si riferisce oggi parlando di “Kenpō Giapponese” come disciplina specifica.

4. Il Fondatore

1. Premessa Fondamentale: Kenpō Giapponese – Molteplici Radici, Non un Singolo Fondatore

Come chiarito in precedenza, il termine Kenpō Giapponese (拳法) non si riferisce a un’unica arte marziale monolitica con un singolo fondatore. “Kenpō” significa “Metodo del Pugno” ed è un termine ampio che riconosce le influenze storiche delle arti marziali cinesi (Quan Fa) sul combattimento giapponese e okinawense.

Pertanto, non esiste un “fondatore del Kenpō Giapponese” inteso come figura unica che abbia creato l’intero concetto o tutte le scuole che usano questo nome.

Possiamo però identificare e descrivere i fondatori dei due principali e più diffusi sistemi marziali giapponesi moderni che si definiscono specificamente Kenpō: lo Shorinji Kempo e il Nippon Kempo.

2. Fondatore dello Shorinji Kempo (少林寺拳法): Doshin Sō (宗 道臣)

  • Nome e Date: Doshin Sō (宗 道臣), nato Nakano Michiomi (中野 道臣) (1911 – 1980). È universalmente riconosciuto come il Kaiso (開祖 – Fondatore) dello Shorinji Kempo.
  • Storia del Fondatore:
    • Gioventù e Manciuria: Nato nella prefettura di Okayama, ebbe un’infanzia segnata da difficoltà e dalla perdita della famiglia. Si trasferì in Manciuria (Cina nord-orientale, all’epoca sotto influenza/occupazione giapponese) negli anni ’30, dove lavorò per l’intelligence militare giapponese e viaggiò estensivamente in Cina. Questo periodo fu fondamentale per la sua formazione marziale e filosofica.
    • Studi Marziali (Tradizione Orale e Dibattito Storico): Secondo la tradizione ufficiale dello Shorinji Kempo, Doshin So studiò diverse scuole di Quan Fa con vari maestri cinesi. L’insegnamento più significativo sarebbe stato quello ricevuto dal maestro Wen Taizong (文太宗), 20° maestro dello Yihemen Quan (義和門拳), una scuola della tradizione Shaolin del Nord (北少林). Si dice che Wen Taizong lo riconobbe come suo successore (21° maestro). È importante notare che la veridicità storica di questo lignaggio Shaolin diretto è oggetto di dibattito tra gli storici delle arti marziali, data la scarsità di prove indipendenti. Tuttavia, è innegabile che Doshin So abbia studiato e sia stato profondamente influenzato da diverse arti marziali cinesi durante la sua permanenza in Manciuria.
    • Ritorno in Giappone e Motivazione (1945-1947): Tornato in un Giappone devastato e demoralizzato dalla sconfitta nella Seconda Guerra Mondiale, Doshin So fu colpito dal vuoto spirituale, dalla perdita di valori e dalla legge del più forte che vedeva prevalere. Mosso da un profondo desiderio di contribuire alla ricostruzione morale e fisica del suo paese, decise di creare un sistema che potesse:
      • Fornire strumenti pratici di autodifesa accessibili a tutti.
      • Educare i giovani attraverso la disciplina marziale (Hito-zukuri – formazione della persona).
      • Insegnare una filosofia positiva (Kongo Zen – 金剛禅) basata sull’auto-miglioramento, la fiducia in sé (Jiko Kakuritsu), la giustizia, la compassione (Riki Ai Funi) e la cooperazione per il benessere comune (Jita Kyōraku).
    • Fondazione dello Shorinji Kempo (1947): Stabilì il suo dōjō nella città di Tadotsu, sull’isola di Shikoku, e iniziò a insegnare il suo metodo, che chiamò Shorinji Kempo (richiamandosi all’eredità Shaolin, reale o simbolica che fosse) e la sua filosofia Kongo Zen. Sistematizzò le tecniche apprese dividendole in Gōhō (Metodo Duro – striking), Jūhō (Metodo Morbido – grappling/svincoli) e Seihō (Metodo Correttivo/Terapeutico), il tutto integrato dalla pratica Zen (Ken Zen Ichinyo – Pugno e Zen sono uno).
    • Leadership e Diffusione: Doshin So fu un leader estremamente carismatico e un abile organizzatore. Creò una struttura solida (oggi WSKO – World Shorinji Kempo Organization) e il suo sistema si diffuse rapidamente in tutto il Giappone e poi nel mondo, grazie alla sua completezza tecnica e al suo forte messaggio etico e sociale. Guidò l’organizzazione come Kaiso fino alla sua morte nel 1980.
    • Eredità: È ricordato come una figura unica nel Budō moderno: un artista marziale che fu al contempo filosofo, educatore, leader religioso (del Kongo Zen) e riformatore sociale, il cui sistema continua ad influenzare migliaia di praticanti nel mondo.

3. Fondatore del Nippon Kempo (日本拳法): Muneomi Sawayama (澤山 宗海)

  • Nome e Date: Muneomi Sawayama (澤山 宗海), letto anche Sawayama Muneharu (1906 – 1977). È riconosciuto come il Kaiso (開祖 – Fondatore) del Nippon Kempo.
  • Storia del Fondatore:
    • Background Marziale: Sawayama era un esperto di arti marziali con una solida base nel Jūdō e significative conoscenze di Karate, avendo probabilmente studiato il Gōjū-ryū con allievi di Chōjun Miyagi o altri maestri durante i suoi studi all’Università del Kansai a Osaka negli anni ’20 e ’30.
    • Motivazione: Sparring Realistico e Sicuro: La sua principale preoccupazione era la mancanza di realismo nello sparring (Randori/Kumite) delle arti marziali dell’epoca. Il Randori del Jūdō non prevedeva colpi, mentre il Kumite del Karate era spesso non-contatto, a punti, o (se a contatto) ritenuto troppo pericoloso senza protezioni adeguate. Sawayama voleva sviluppare un metodo che permettesse ai praticanti di applicare l’intero arsenale tecnico (pugni, calci, proiezioni, lotta a terra) a piena potenza e velocità in un contesto di combattimento libero, ma con un elevato grado di sicurezza.
    • L’Innovazione del Bōgu (防具 – Armatura Protettiva): La soluzione innovativa di Sawayama fu l’adozione e l’adattamento di un’armatura protettiva (Bōgu). Ispirandosi probabilmente alle protezioni usate nel Kendō, sviluppò un set specifico per il combattimento a mani nude che includeva:
      • Una robusta maschera metallica integrale (Men) per proteggere viso e testa.
      • Una corazza (Do) per il tronco.
      • Una protezione inguinale (Mata dare).
      • Guantoni speciali (Kurobu) che permettessero sia di colpire che (in misura limitata) di afferrare. Questo Bōgu permetteva di sferrare colpi potenti, incluse tecniche al viso, e di eseguire proiezioni e lotta a terra con un rischio significativamente ridotto di infortuni gravi rispetto al full contact senza protezioni.
    • Fondazione e Sistematizzazione (Anni ’30): Sawayama iniziò a sviluppare e insegnare il suo metodo all’Università del Kansai, fondando formalmente la Nippon Kempo Kai (Associazione del Nippon Kempo) nel 1936. Definì un sistema tecnico che integrava striking e grappling, ottimizzato per il combattimento con le protezioni Bōgu.
    • Diffusione: Il Nippon Kempo guadagnò popolarità inizialmente negli ambienti universitari giapponesi, specialmente nella regione del Kansai. Successivamente, grazie alla sua efficacia percepita come metodo di combattimento realistico e protetto, venne adottato anche da alcuni dipartimenti di polizia (in particolare Osaka) e dalle Forze di Autodifesa Giapponesi (JSDF) per l’addestramento. Si è poi diffuso internazionalmente, seppur in misura minore dello Shorinji Kempo.
    • Eredità: Sawayama è ricordato come un pioniere del combattimento full-contact sicuro, un innovatore che, attraverso l’uso sistematico dell’armatura Bōgu, creò un’arte marziale giapponese moderna e distinta, focalizzata sulla sintesi tecnica e sull’applicazione pratica in un contesto protetto.

Conclusione: Fondatori di Sistemi Specifici, Non del “Kenpō” Generico

In conclusione, non esiste un fondatore del “Kenpō Giapponese” come concetto generale. Esistono invece figure storiche ben definite che hanno fondato i due principali e distinti sistemi marziali moderni giapponesi che portano questo nome:

  1. Doshin Sō: Il carismatico fondatore dello Shorinji Kempo, un sistema Budo olistico basato sulla filosofia Kongo Zen e sull’integrazione di tecniche dure (Gōhō), morbide (Jūhō) e curative (Seihō).
  2. Muneomi Sawayama: L’innovatore che ha creato il Nippon Kempo, un sistema pragmatico di combattimento full-contact reso sicuro dall’uso dell’armatura protettiva (Bōgu).

Comprendere la storia e la visione di questi due fondatori è essenziale per capire le caratteristiche uniche dei rispettivi sistemi di Kenpō Giapponese praticati oggi.

5. Maestri Famosi

Introduzione: Maestria nei Sistemi Specifici

Come chiarito, “Kenpō Giapponese” non è un’arte marziale monolitica. Pertanto, i “Maestri Famosi” sono figure associate ai sistemi specifici e moderni che utilizzano questo nome, i più noti e strutturati dei quali sono lo Shorinji Kempo e il Nippon Kempo. La fama può derivare dal ruolo di fondatore, di successore, da un altissimo livello tecnico e grado Dan, da un’influenza didattica internazionale, o da successi agonistici nei rispettivi circuiti.

A. Maestri Rilevanti dello Shorinji Kempo (少林寺拳法)

Lo Shorinji Kempo, essendo un’organizzazione mondiale molto strutturata (WSKO), ha figure di riferimento ben definite:

  1. Kaiso (開祖 – Fondatore): Doshin Sō (宗 道臣, 1911-1980)
    • La figura assolutamente centrale, creatore del sistema tecnico e della filosofia Kongo Zen. La sua vita, i suoi insegnamenti e la sua visione sono il fondamento dell’arte. È universalmente venerato all’interno dell’organizzazione.
  2. Successori e Leadership WSKO (World Shorinji Kempo Organization):
    • Yūki Sō (宗 由貴): Figlia del Fondatore. Dopo la morte del padre, ha assunto la carica di Presidente (Sōsai – 総裁) della WSKO per molti anni, svolgendo un ruolo cruciale nel mantenere l’unità dell’organizzazione, nel promuoverne i valori sociali ed educativi e nel garantirne la continuità. Pur non essendo primariamente una figura tecnica di vertice, la sua leadership è stata fondamentale.
    • Kōuma Sō (宗 昂馬): Nipote del Fondatore. Rappresenta la nuova generazione alla guida e sempre più visibile negli eventi internazionali WSKO.
    • Shihan Giapponesi di Vertice (Hanshi / Daihanshi): La vera maestria tecnica e filosofica è rappresentata dai Maestri giapponesi con i gradi Dan più elevati (8° Dan Hanshi, 9° Dan Daihanshi) riconosciuti dalla WSKO. Molti di loro furono allievi diretti di Doshin So o dei suoi primissimi discepoli. Essi formano le commissioni tecniche, presiedono gli esami internazionali, guidano i grandi centri di formazione in Giappone e tengono seminari (Gasshuku) in tutto il mondo, rappresentando il massimo livello tecnico. Sebbene i loro nomi specifici (come Tsunehiro Arai, Kazuhiro Kawashima, ecc.) siano molto noti all’interno della WSKO, potrebbero non avere la stessa fama esterna di fondatori di altre arti. La loro importanza è però cruciale per la trasmissione autentica dello Shorinji Kempo.
  3. Figure Chiave Internazionali: Maestri giapponesi o di altre nazionalità che hanno avuto un ruolo determinante nella diffusione e nello sviluppo dello Shorinji Kempo nei vari continenti o paesi.
  4. Figure Rilevanti in Italia (FISK – Federazione Italiana Shorinji Kempo):
    • Pionieri: Gli istruttori che per primi hanno introdotto e stabilito lo Shorinji Kempo in Italia, spesso dopo periodi di studio in Giappone o sotto la guida dei primi delegati WSKO in Europa.
    • Leadership Tecnica e Dirigenziale Attuale: Le figure più “famose” e autorevoli nel contesto italiano sono i Maestri italiani che detengono i gradi Dan WSKO più elevati (es. 6°, 7°, potenzialmente 8° Dan) e che ricoprono ruoli chiave all’interno della Federazione Italiana Shorinji Kempo (FISK), l’unica branca ufficialmente riconosciuta dalla WSKO in Italia. Questi maestri formano la Direzione Tecnica Nazionale, sono responsabili degli esami di grado Dan, guidano i principali Dōjō (Shibu) e rappresentano l’Italia negli organi tecnici e dirigenziali della WSKO a livello europeo e mondiale. I loro nomi e gradi sono reperibili attraverso i canali ufficiali della FISK. Essi sono i garanti della qualità e della corretta trasmissione dello Shorinji Kempo nel nostro paese.

B. Maestri Rilevanti del Nippon Kempo (日本拳法)

Il Nippon Kempo ha una storia e una struttura organizzativa diversa, ma anch’esso ha le sue figure di riferimento:

  1. Kaiso (開祖 – Fondatore): Muneomi Sawayama (澤山 宗海, 1906-1977)
    • La figura chiave che ha ideato il sistema e le sue regole, introducendo l’uso rivoluzionario dell’armatura protettiva (Bōgu) per permettere un combattimento full-contact realistico e relativamente sicuro.
  2. Successori e Figure Guida: Dopo Sawayama, la guida delle principali associazioni di Nippon Kempo in Giappone (come la Nippon Kempo Kyokai) e delle federazioni internazionali è passata ai suoi allievi diretti più anziani o a figure designate. Esistono maestri Hanshi di alto livello che rappresentano l’autorità tecnica e la continuità della scuola. La loro fama è solitamente più circoscritta all’interno della comunità Nippon Kempo.
  3. Campioni Famosi: Il Nippon Kempo ha un suo circuito agonistico nazionale (in Giappone è particolarmente forte a livello universitario) e internazionale. I vincitori dei Campionati Giapponesi Assoluti o dei Campionati Mondiali sono le figure agonistiche più celebri all’interno della disciplina, ammirati per la loro abilità nel combattimento in armatura che richiede una combinazione unica di striking, proiezioni e lotta a terra.
  4. Figure Rilevanti in Italia: Anche il Nippon Kempo ha una sua rappresentanza organizzativa in Italia, sebbene con una diffusione minore rispetto allo Shorinji Kempo. Le figure di riferimento sono gli istruttori con i gradi Dan più alti riconosciuti dalle federazioni internazionali di Nippon Kempo, che guidano l’associazione nazionale, formano gli allievi e selezionano gli atleti per le competizioni internazionali.

C. Maestri di Altri Sistemi “Kenpō” Giapponesi

  • Sistemi Minori: Come accennato, potrebbero esistere altre scuole giapponesi che usano il termine Kenpō. L’identificazione di “maestri famosi” in questi contesti è estremamente difficile, poiché si tratta spesso di scuole con diffusione molto limitata, talvolta familiari o locali, la cui notorietà non supera i confini della loro ristretta cerchia di praticanti.

Conclusione: Fama Legata ai Sistemi Specifici

In conclusione, non esistendo un’arte marziale “Kenpō Giapponese” generica, i “Maestri Famosi” appartengono ai sistemi specifici che portano questo nome:

  • Per lo Shorinji Kempo, le figure centrali sono il fondatore Doshin Sō, i suoi successori alla guida della WSKO, e gli Shihan di altissimo grado (giapponesi e internazionali) che ne rappresentano l’autorità tecnica e filosofica. In Italia, i riferimenti sono i Maestri ai vertici della FISK.
  • Per il Nippon Kempo, la figura chiave è il fondatore Muneomi Sawayama, seguito dai capi delle organizzazioni che ne continuano la tradizione e dai campioni che eccellono nel suo particolare formato di combattimento full-contact in armatura. In Italia, i riferimenti sono i responsabili tecnici dell’associazione nazionale Nippon Kempo.

La fama e il riconoscimento di questi maestri sono quindi strettamente legati all’appartenenza e al ruolo ricoperto all’interno della loro specifica organizzazione marziale.

6. Leggende, curiosità, storie e aneddoti

Il mondo del Kenpō Giapponese, pur essendo in parte moderno, è ricco di storie affascinanti legate ai suoi fondatori, alla sua filosofia unica, alle sue tecniche particolari e alla sua evoluzione.

A. Leggende e Storie sulle Origini (Principalmente Shorinji Kempo)

  1. Il Viaggio Iniziatico di Doshin Sō in Manciuria: La storia ufficiale (e a tratti leggendaria) della fondazione dello Shorinji Kempo è intrinsecamente legata alle esperienze del suo fondatore, Doshin Sō (Nakano Michiomi), in Manciuria prima e durante la Seconda Guerra Mondiale. Si narra che, oltre al suo lavoro per l’intelligence giapponese, egli abbia viaggiato estensivamente in Cina, venendo a contatto con società segrete e diversi maestri di Quan Fa (Kenpō).
  2. La Successione Shaolin (Yihemen Quan): L’aneddoto centrale è l’incontro con il Maestro Wen Taizong (文太宗), descritto come il 20° maestro della scuola Yihemen Quan (義和門拳), appartenente alla tradizione Shaolin del Nord. Doshin So sarebbe diventato suo allievo diretto e, poco prima della morte del maestro durante la tempesta causata dall’invasione sovietica della Manciuria (1945), sarebbe stato designato come suo successore ufficiale (21° Maestro). Questa trasmissione, sebbene difficile da verificare storicamente in modo indipendente, è fondamentale per l’identità dello Shorinji Kempo, che si richiama direttamente (anche nel nome 少林寺 – Shōrinji = Tempio Shaolin) a questa nobile origine e alla filosofia Zen associata (Ken Zen Ichinyo).
  3. L’Ispirazione Post-Bellica: Si racconta che Doshin So, tornato in un Giappone sconfitto, caotico e privo di valori, decise di non insegnare semplicemente le tecniche marziali apprese, ma di creare un sistema (Gyo – 行, disciplina/pratica) per formare persone (Hito-zukuri), per ridare fiducia, disciplina e spirito di cooperazione alla gioventù giapponese. Vide nel Kenpō unito allo Zen lo strumento ideale.

B. Filosofia, Simboli e Motti (Principalmente Shorinji Kempo)

  1. Ken Zen Ichinyo (拳禅一如 – Pugno e Zen sono Uno): Più che un aneddoto, è una curiosità filosofica centrale. Non si tratta solo di praticare Zazen (meditazione seduta) e tecniche marziali, ma di capire che la pratica stessa del Kenpō (il “Pugno”) è una forma di Zen in movimento. Richiede e sviluppa la stessa concentrazione, presenza mentale (Mushin), consapevolezza del respiro e del corpo della meditazione Zen.
  2. Riki Ai Funi (力愛不二 – Forza e Amore/Compassione non sono Due): Questo principio etico fondamentale viene spesso illustrato con storie o esempi che sottolineano come la forza (fisica e morale) acquisita con l’allenamento debba sempre essere usata a fin di bene, per proteggere sé stessi e gli altri, con un atteggiamento di compassione e giustizia, mai per prevaricazione o violenza gratuita.
  3. Il Simbolo Manji (卍) e il Sōen (双円 – Doppio Cerchio):
    • Manji: È il simbolo principale dello Shorinji Kempo, spesso ricamato sul Dōgi. È un antichissimo simbolo buddista presente in tutta l’Asia, che rappresenta l’armonia universale, l’infinito scorrere del Dharma (legge cosmica), la buona fortuna. La WSKO ne spiega il significato come rappresentazione dell’armonia tra Amore (Ai) e Forza (Riki). È fondamentale distinguerlo nettamente dalla svastica nazista, che ha rotazione opposta ed è un simbolo di odio e tragedia. La WSKO è molto attiva nello spiegarne il significato corretto per evitare fraintendimenti in occidente.
    • Sōen: L’altro simbolo importante, due cerchi intrecciati, rappresenta l’armonia e l’interdipendenza di tutti i principi (Goho/Juho, Riki/Ai, sé/altro).
  4. Jiko Kakuritsu & Jita Kyōraku: Questi concetti (“Stabilire Sé Stessi” e “Felicità/Benessere Reciproco”) vengono spesso discussi durante gli allenamenti o nei discorsi del Sensei (Hōwa), collegando la pratica tecnica allo sviluppo personale e all’impegno sociale.

C. Curiosità Tecniche e Didattiche

  1. L’Integrazione Goho/Juho: Storie o dimostrazioni tipiche dello Shorinji Kempo mostrano come da un attacco di pugno (Goho) si possa passare fluidamente a una parata deviante con presa (Juho), seguita da una leva articolare (Juho) e magari un atterramento (Juho) o un colpo finale controllato (Goho). Questa fluidità tra “duro” e “morbido” è un marchio di fabbrica.
  2. Gli Embu (演武): I Kata a Coppie. È una curiosità didattica importante. Invece di studiare lunghe sequenze individuali, lo Shorinji Kempo basa gran parte dell’apprendimento tecnico sugli Embuforme coreografate eseguite da due partner (uno attacca – kōsha, uno difende – shusha). Questo permette di studiare fin da subito il timing, la distanza e l’applicazione delle tecniche in un contesto dinamico e interattivo, unendo idealmente Kata e Bunkai. Esistono Embu per ogni livello di grado. Sono anche una forma di competizione (Taikai) dove le coppie vengono giudicate per l’abilità tecnica, la precisione, la potenza e lo spirito.
  3. Seihō (整法): L’Arte Marziale che “Cura”. L’inclusione di tecniche di riequilibrio corporeo (simili a Shiatsu, Seitai o massaggio) nel curriculum è un aspetto unico. Non sono tecniche di combattimento, ma servono al benessere, al recupero e a una migliore comprensione del corpo. Aneddoti raccontano di Kenshi che si aiutano a vicenda dopo l’allenamento usando il Seihō, mettendo in pratica il Jita Kyōraku.
  4. Il Randori nello Shorinji Kempo: È importante notare che il Randori nello Shorinji Kempo (quando praticato) è solitamente una forma di sparring molto controllato e specifico, diverso dal Jūdō Randori o dal Jiyū Kumite del Karate. Spesso è focalizzato sull’applicazione veloce e continua di tecniche Goho e Juho in risposta ad attacchi più liberi ma sempre entro regole precise per garantire la sicurezza.
  5. Le Protezioni (Bōgu) del Nippon Kempo: Una curiosità che distingue nettamente il Nippon Kempo è l’uso dell’armatura completa. Storie dagli allenamenti o dalle gare spesso descrivono l’intensità degli scambi resi possibili da queste protezioni, il rumore caratteristico dei colpi sul Men (maschera) o sul Do (corazza), e le strategie specifiche che ne derivano (es. necessità di colpire con grande potenza per “farsi sentire”, ricerca delle aperture nell’armatura).

D. Storie e Aneddoti su Maestri e Praticanti

  1. Il Carisma e la Visione di Doshin Sō: Aneddoti sulla sua capacità di parlare per ore affascinando gli uditori, sulla sua determinazione nel costruire l’organizzazione WSKO, sulla sua enfasi nell’educare i giovani a diventare leader positivi per la società.
  2. Esperienze di Praticanti (“Kenshi”): Storie personali di come la pratica dello Shorinji Kempo abbia aiutato individui a sviluppare fiducia in sé, disciplina, capacità di autodifesa, e a trovare una comunità di supporto (Shudan Honsoku – l’importanza del gruppo).
  3. Diffusione Internazionale: Racconti dei primi maestri giapponesi inviati all’estero (Europa, USA, ecc.) per diffondere lo Shorinji Kempo o il Nippon Kempo, le sfide incontrate e i successi ottenuti nel creare nuove branche nazionali.

E. Curiosità Culturali e Organizzative (Shorinji Kempo)

  1. Dōin vs Dōjō: Lo Shorinji Kempo spesso preferisce il termine Dōin (道院) (“Accademia della Via”) a Dōjō, per sottolineare la sua natura di luogo di formazione completa (fisica, mentale, spirituale), non solo di allenamento fisico.
  2. Struttura WSKO: L’organizzazione mondiale è molto strutturata, con un Hombu (quartier generale) in Giappone (Tadotsu), federazioni nazionali (come la FISK in Italia), e regole precise per gradi, insegnamento ed eventi.
  3. “Kenshi” non “Kempoka”: I praticanti di Shorinji Kempo si definiscono Kenshi (拳士), termine che evoca un’immagine più vicina a “persona/guerriero del pugno” con una connotazione etica, rispetto al più generico Kempōka (praticante di Kempo).

Conclusione: Storie di Sintesi, Etica e Combattimento

Le leggende, curiosità e aneddoti legati al Kenpō Giapponese, specialmente allo Shorinji Kempo, dipingono il quadro di discipline uniche nate nel XX secolo da visioni forti e specifiche. Le storie sul fondatore Doshin Sō ne illustrano la ricerca spirituale e l’impegno sociale. Le curiosità sui simboli (Manji), sulla filosofia (Ken Zen Ichinyo, Riki Ai Funi) e sulla struttura tecnica (Goho/Juho/Seiho, Embu) ne rivelano l’originalità e la profondità. Gli aneddoti sulla pratica e sulla diffusione internazionale testimoniano la vitalità di queste arti. Anche le peculiarità del Nippon Kempo (Bōgu, full contact) contribuiscono a definire la diversità all’interno del “Metodo del Pugno” sviluppatosi in Giappone. Queste storie arricchiscono la comprensione di cosa significhi praticare Kenpō oggi, anche in Italia.

7. Tecniche

Introduzione: La Sintesi del “Metodo del Pugno”

Il repertorio tecnico (Waza) del Kenpō Giapponese riflette la sua natura spesso ibrida e la sua radice etimologica (“Metodo del Pugno”). Sebbene il termine possa coprire diverse realtà, i sistemi moderni giapponesi più strutturati e riconosciuti che portano questo nome, come lo Shorinji Kempo e il Nippon Kempo, presentano un arsenale tecnico ricco e distintivo, che integra diverse dimensioni del combattimento.

A. Le Tecniche dello Shorinji Kempo (少林寺拳法): L’Integrazione Olistica (Gōhō, Jūhō, Seihō)

Lo Shorinji Kempo è unico nel suo approccio tecnico, diviso in tre aree interconnesse ma distinte, che mirano a fornire una risposta efficace a una vasta gamma di situazioni di aggressione e a promuovere il benessere:

A.1. Gōhō (剛法 – Metodo Duro): Tecniche di Percussione e Difesa Attiva

  • Principio: Neutralizzare un attacco colpendo o parando/deviando con forza e precisione, sfruttando la velocità, la potenza e la conoscenza dei punti vitali (Kyūsho – 急所). L’obiettivo è l’efficacia difensiva e il contrattacco immediato.
  • Tecniche di Percussione (Atemi Waza – 当て身技):
    • Pugni (Tsuki Waza – 突き技): Vasta gamma di pugni portati con diverse parti della mano chiusa (Seiken, Uraken, Tettsui) e spesso con il pugno tenuto verticalmente (Tate Zuki), ritenuto più naturale e sicuro per il polso in alcune applicazioni. Mirano a bersagli specifici (viso, corpo, arti).
    • Colpi a Mano Aperta (Shuto Uchi, Haito Uchi, Teisho Uchi, Nukite): Utilizzati per colpire, tagliare o spingere bersagli specifici (collo, tempie, occhi, plesso solare).
    • Gomitate (Empi Uchi / Hiji Ate – 猿臂打ち / 肘当て): Tecniche potenti ed efficaci a distanza ravvicinata, portate con diverse traiettorie (ascendenti, discendenti, circolari, indietro).
    • Calci (Keri Waza – 蹴り技): Includono calci frontali (Mae Geri), circolari (Mawashi Geri), laterali (Yoko Geri), all’indietro (Ushiro Geri), battenti (Fumikomi), spesso mantenuti a livello basso (Gedan) o medio (Chudan) per stabilità e praticità, ma anche calci alti (Jodan) sono presenti. Include ginocchiate (Hiza Geri). Particolare attenzione ai calci mirati a punti vitali o articolazioni (Kansetsu Geri).
  • Tecniche di Parata (Uke Waza – 受け技): Non solo blocchi passivi, ma tecniche attive per deviare, controllare o “rompere” l’attacco avversario. Si distinguono spesso in:
    • Go Uke (剛受け): Parate dure, che incontrano l’attacco con forza per bloccarlo o danneggiare l’arto attaccante.
    • Ju Uke (柔受け): Parate morbide, che deviano o assorbono l’attacco in modo fluido, spesso preparando una tecnica Jūhō.
    • Comuni sono Uwa Uke (parata alta), Harai Uke (parata spazzante), Uchi Uke (dall’interno), Soto Uke (dall’esterno), Juji Uke (a croce), ecc., eseguite con enfasi sulla protezione del corpo e sulla creazione di opportunità di contrattacco. L’uso simultaneo di parata e contrattacco è un principio chiave.

A.2. Jūhō (柔法 – Metodo Morbido): Tecniche di Grappling, Controllo e Leva

  • Principio: Utilizzare la forza e lo slancio dell’avversario, la leva articolare, lo squilibrio e il controllo del corpo per neutralizzare un attacco quando si viene afferrati o ci si trova a distanza molto ravvicinata. Richiede sensibilità, precisione e comprensione della biomeccanica.
  • Tecniche di Svincolo (Nuki Waza – 抜き技): Fondamentali per liberarsi da prese a polsi, braccia, bavero, corpo, ecc. Esistono numerose varianti specifiche a seconda del tipo e della direzione della presa (es. Katate NukiRyote NukiOshi NukiKiri NukiMaki Nuki). L’obiettivo è liberarsi rapidamente e spesso contrattaccare immediatamente.
  • Tecniche di Leva Articolare (Gyaku Waza – 逆技): Manipolazioni precise applicate principalmente alle articolazioni di polsi (Kote), gomiti (Hiji) e dita (Yubi), ma anche spalle, per causare dolore controllato (forzare la resa o il rilascio di una presa) o per squilibrare e proiettare l’avversario. Esempi: Oshi Gote, Kiri Gote, Maki Gote, Ryaku Haku Hi, e molte altre tecniche specifiche dello Shorinji Kempo.
  • Tecniche di Proiezione (Nage Waza – 投げ技): Spesso sono la conseguenza diretta di una tecnica Jūhō (uno svincolo o una leva che crea un forte squilibrio) o di un Goho (un Atemi che rompe la postura). Include proiezioni basate su leve (Kote NageUwa Uke Nage), proiezioni che sfruttano lo slancio (Maki Nuki NageKiri Kaeshi Nage), e atterramenti controllati.
  • Tecniche di Immobilizzazione (Katame Waza – 固め技): Utilizzate per controllare un avversario a terra dopo una proiezione o uno svincolo. L’enfasi è sul controllo sicuro e sulla finalizzazione (a volte con un Atemi controllato o mantenendo una leva), piuttosto che sul mantenimento prolungato per punti come nel Jūdō sportivo. Esempi includono varianti di Okuri GatameKesa Gatame, controlli articolari a terra. Shime Waza (strangolamenti) sono presenti ma forse meno enfatizzati rispetto a Jūdō/BJJ.

A.3. Seihō (整法 – Metodo Correttivo): Tecniche Terapeutiche

  • Principio: Applicazione dei principi della medicina tradizionale orientale (punti di pressione – tsubo, meridiani energetici, tecniche di massaggio e aggiustamento dolce) per il benessere fisico e il recupero.
  • Scopo: Non combattivo. Migliorare la salute, alleviare tensioni muscolari, recuperare da piccoli infortuni, comprendere meglio la fisiologia corporea. È espressione pratica della filosofia di aiuto reciproco (Jita Kyōraku).
  • Tecniche: Include forme di massaggio, pressioni, mobilizzazioni articolari dolci.

Integrazione Goho/Juho: La vera maestria nello Shorinji Kempo si manifesta nella capacità di combinare e alternare fluidamente tecniche Goho e Juho a seconda della situazione, rispondendo in modo appropriato, efficace e proporzionato all’aggressione.

B. Le Tecniche del Nippon Kempo (日本拳法): Combattimento Integrale con Protezioni

Il Nippon Kempo, pur condividendo il nome “Kempo”, ha un approccio tecnico e finalità diverse, orientate al combattimento sportivo full-contact in armatura (Bōgu).

  • Principio: Applicare un arsenale completo di tecniche di striking e grappling in un contesto di sparring a contatto pieno, dove l’efficacia è determinata dalla capacità di segnare punti o ottenere una vittoria netta (KO, sottomissione) sull’avversario protetto dall’armatura.
  • Striking (con Bōgu):
    • Pugni e Calci: Si utilizzano tecniche potenti derivate da Karate e Boxe, mirate a colpire efficacemente attraverso le protezioni o nelle zone valide (testa protetta dal Men, tronco protetto dal Do, gambe). La strategia deve tenere conto dell’armatura.
    • Gomiti/Ginocchia: Solitamente limitati o vietati nelle competizioni per ragioni di sicurezza aggiuntiva, data la presenza delle armature rigide.
  • Proiezioni (Nage Waza): Tecniche derivate dal Jūdō e dalla Lotta sono molto importanti e frequentemente utilizzate, poiché atterrare l’avversario è un modo efficace per segnare punti o passare alla fase di lotta a terra. Le prese possono essere portate sul Dogi o direttamente sul corpo/Bōgu.
  • Lotta a Terra (Ne Waza): È permessa ma regolamentata (spesso con limiti di tempo o criteri specifici per il punteggio). Include:
    • Immobilizzazioni (Osaekomi): Possono dare punti se mantenute.
    • Finalizzazioni (Submissions): Leve articolari (principalmente al gomito) e strangolamenti sono validi per ottenere la vittoria.
    • Striking a Terra: Generalmente non permesso o estremamente limitato nelle regole sportive per motivi di sicurezza legati all’uso delle armature rigide a terra.

C. Tecniche in Altri Sistemi “Kenpō” Giapponesi:

Per altri sistemi minori che usano il nome Kenpō, il repertorio tecnico può variare enormemente. Alcuni potrebbero essere molto simili a specifici stili di Karate (es. Gensei-ryū Karate Kenpō). Altri potrebbero avere una maggiore influenza da stili cinesi specifici (Quan Fa). Altri ancora potrebbero essere sistemi moderni eclettici focalizzati sull’autodifesa, che combinano tecniche di pugno con elementi di Jūjutsu, Aikidō o altre discipline. È necessario analizzare il curriculum specifico di ogni scuola.

Conclusione: Diversità nel “Metodo del Pugno”

In conclusione, le tecniche (Waza) insegnate sotto l’egida del “Kenpō Giapponese” sono diverse a seconda del sistema specifico:

  • Lo Shorinji Kempo offre un sistema olistico e integrato unico, che bilancia striking (Gōhō), grappling/svincoli/leve (Jūhō) e tecniche curative (Seihō), il tutto guidato da una forte filosofia Zen.
  • Il Nippon Kempo si concentra sul combattimento sportivo full-contact in armatura (Bōgu), integrando striking potente, proiezioni e lotta a terra limitata.
  • Altri sistemi “Kenpō” possono presentare diverse combinazioni e influenze.

Ciò che li accomuna è spesso l’importanza data alle tecniche di pugno (Ken), ma il modo in cui queste vengono integrate, applicate e contestualizzate all’interno di un sistema tecnico e filosofico più ampio definisce l’identità unica di ciascuna scuola o stile.

8. I Kata

1. Premessa Fondamentale: Assenza Generale dei Kata Solitari Tradizionali

Una delle caratteristiche che più distingue i principali sistemi moderni noti come “Kenpō Giapponese” (in particolare Shorinji Kempo e Nippon Kempo) dal Karate-dō è l’assenza o il ruolo estremamente marginale dei Kata (型/形) individuali, intesi come sequenze lunghe e complesse di tecniche eseguite da soli contro avversari immaginari.

Mentre nel Karate i Kata sono considerati il cuore della pratica tradizionale, il deposito della tecnica e della storia dello stile, i fondatori dei principali sistemi Kenpō giapponesi hanno scelto metodologie didattiche differenti, spesso privilegiando forme di pratica più direttamente orientate all’applicazione con un partner o allo sparring.

2. Shorinji Kempo: Embu (演武) / Hokei (法形) – I “Kata a Coppie”

Lo Shorinji Kempo rappresenta un caso unico e molto interessante:

  • Rifiuto dei Kata Solitari: Il fondatore, Doshin Sō, riteneva che la pratica esclusiva dei Kata individuali potesse portare a un’eccessiva stilizzazione, a movimenti non realistici (“Kata per il Kata”) e a una disconnessione dall’applicazione pratica contro un avversario reale e reattivo. Voleva che i Kenshi (praticanti) imparassero le tecniche fin dall’inizio in relazione a un attacco specifico portato da un partner.
  • Centralità degli Embu/Hokei: Per raggiungere questo obiettivo, Doshin So sviluppò e pose al centro del curriculum dello Shorinji Kempo gli Embu (演武 – dimostrazione/performance marziale), chiamati anche Hokei (法形 – forme della legge/metodo). Questi sono:
    • Sequenze Preordinate ESEGUITE A COPPIE: Un partner (Kōsha – 攻者, attaccante) esegue una serie definita di attacchi (prese, pugni, calci), mentre l’altro partner (Shusha – 守者, difensore) applica una sequenza codificata di tecniche difensive e di contrattacco, integrando Gōhō (tecniche dure: parate, colpi) e Jūhō (tecniche morbide: svincoli, leve, proiezioni).
    • Funzione Multipla (Sostituiscono Kata + Bunkai): Gli Embu/Hokei assolvono simultaneamente a diverse funzioni didattiche:
      • Insegnano il repertorio tecnico specifico dello Shorinji Kempo in sequenze logiche.
      • Sviluppano timing, gestione della distanza (Maai), senso del ritmo (Hyoshi) nell’interazione con un partner.
      • Allenano la capacità di combinare fluidamente tecniche Goho e Juho in risposta a diverse situazioni.
      • Rappresentano essi stessi l’applicazione pratica (Bunkai) delle tecniche all’interno di uno scenario simulato.
      • Insegnano la cooperazione e il controllo necessari per praticare tecniche potenzialmente pericolose in sicurezza con un compagno.
  • Curriculum e Competizione: Esiste un vasto programma di Embu/Hokei nello Shorinji Kempo, che copre tutti i livelli di grado Kyū e Dan. Gli Embu sono anche una specialità agonistica nei tornei (Taikai) di Shorinji Kempo, dove le coppie vengono giudicate per la precisione tecnica, potenza, velocità, realismo, spirito e sincronia.
  • Tanen Kihon (単演基本 – Fondamentali Individuali): Esiste anche la pratica individuale dei fondamentali (Tanen Kihon), che consiste nell’eseguire singole tecniche o brevissime combinazioni a vuoto o in movimento, similarmente al Kihon del Karate. Tuttavia, non si tratta di forme lunghe e complesse paragonabili ai Kata tradizionali del Karate. Servono a perfezionare la meccanica di base delle singole tecniche che verranno poi integrate negli Embu.

3. Nippon Kempo: Assenza di Kata

  • Focus su Kihon e Bōgu Randori: Il Nippon Kempo, fin dalla sua concezione da parte di Muneomi Sawayama, si è focalizzato su un approccio pragmatico basato su:
    • Kihon: Allenamento rigoroso delle tecniche di base (pugni, calci, parate, proiezioni).
    • Randori/Sparring con Armatura (Bōgu): Pratica libera e intensa indossando le protezioni specifiche (Men, Do, Kurobu, Mata dare), considerata il metodo principale per sviluppare l’abilità combattiva reale.
  • Nessuna Tradizione di Kata: Il sistema non include Kata tradizionali nel suo curriculum. L’apprendimento e l’applicazione delle tecniche avvengono attraverso i fondamentali, drills specifici e, soprattutto, lo sparring protetto.

4. Altri Sistemi “Kenpō” Giapponesi

  • Variabilità: Per quanto riguarda altri sistemi minori o meno diffusi che in Giappone potrebbero usare il nome Kenpō, la situazione è variabile:
    • Alcuni, specialmente quelli con legami più diretti a stili cinesi (Quan Fa) o a lignaggi Karate okinawensipotrebbero includere la pratica di Kata solitari, ereditati o adattati da quelle tradizioni.
    • Altri, magari sistemi moderni ed eclettici focalizzati sull’autodifesa, potrebbero aver abbandonato completamente i Kata in favore di drills situazionali e sparring.
  • Non Rappresentativo: È importante sottolineare che l’eventuale presenza di Kata in questi sistemi minori non è rappresentativa dei due principali e più noti sistemi di Kenpō Giapponese (Shorinji Kempo e Nippon Kempo).

Conclusione: Embu e Sparring al Posto dei Kata Solitari

In conclusione definitiva, la pratica dei Kata tradizionali individuali è un elemento notevolmente assente o marginale nei principali sistemi riconosciuti come Kenpō Giapponese.

  • Lo Shorinji Kempo ha sostituito i Kata solitari con un sistema unico ed elaborato di forme a coppie (Embu / Hokei), che integrano l’apprendimento tecnico, l’applicazione pratica e i principi filosofici in un contesto interattivo.
  • Il Nippon Kempo ha eliminato i Kata focalizzandosi sull’allenamento dei fondamentali e sullo sparring realistico full-contact reso sicuro dalle armature (Bōgu).

Questa scelta metodologica riflette la filosofia pragmatica e spesso innovativa dei fondatori di questi sistemi, che cercavano vie alternative per la trasmissione tecnica e lo sviluppo delle capacità combattive rispetto alla pratica tradizionale dei Kata del Karate. Pertanto, chi si avvicina allo Shorinji Kempo o al Nippon Kempo in Italia non troverà lo stesso tipo di pratica basata sui Kata individuali tipica del Karate-dō.

9. Una tipica seduta di allenamento

Introduzione: Allenare Corpo, Mente e Spirito (Shugyō)

Una seduta di allenamento (Keiko – 稽古) di Shorinji Kempo è un’esperienza strutturata e multi-dimensionale, concepita non solo per insegnare tecniche di autodifesa efficaci, ma soprattutto come Shugyō (修行) – una forma di disciplina rigorosa volta allo sviluppo integrato di corpo, mente e spirito, secondo i principi della filosofia Kongo Zen (金剛禅). L’atmosfera, gli esercizi e le priorità riflettono questo approccio olistico. Sebbene l’intensità possa variare in base al livello e agli obiettivi specifici della lezione, la struttura fondamentale rimane coerente nei Dōin (luoghi di pratica) affiliati alla WSKO (World Shorinji Kempo Organization) e alla FISK (Federazione Italiana Shorinji Kempo) in Italia. La durata è solitamente di circa 90-120 minuti per gli adulti.

Fasi Dettagliate del Keiko di Shorinji Kempo:

A. Preparazione e Cerimoniale Iniziale (Reiho – 礼法): Creare il Contesto

  • Ingresso e Preparazione: Si entra nel Dōin con rispetto, eseguendo il saluto (Rei). Ci si cambia indossando il Dōi (道衣) (l’uniforme specifica) in modo ordinato. È un momento per lasciare fuori le preoccupazioni quotidiane e prepararsi mentalmente.
  • Allineamento (Seiretsu – 整列) e Chinkon Gyō (鎮魂行 – Pratica per Pacificare lo Spirito):
    • Ci si dispone in Seiza (inginocchiati) per grado di fronte allo Shōmen (che spesso include simboli del Kongo Zen come il Manji o il Sōen).
    • Chinkon Gyō: Questa è una pratica distintiva e fondamentale che spesso apre la sessione. Include:
      • Seated Gassho Rei: Saluto formale con le mani giunte.
      • Posture e Respirazione: Assumere una postura corretta (Seiza o Anza) e praticare tecniche di respirazione controllata per calmare la mente.
      • Recitazione (Seiku, Seigan, Shinjo): Recitazione collettiva di testi fondamentali come il Seiku (聖句 – Sacre Frasi), il Seigan (誓願 – Voto) e lo Shinjo (信条 – Credo), che riaffermano i principi filosofici ed etici dello Shorinji Kempo e del Kongo Zen (es. Ken Zen Ichinyo, Riki Ai Funi, Jita Kyōraku).
      • Meditazione Silenziosa (Mokusō): Breve periodo per interiorizzare i principi e raggiungere uno stato di calma focalizzata.
    • Saluti Formali: Seguono i saluti al Sensei e tra i Kenshi (praticanti).
    • Scopo: Questa fase non è solo un rituale, ma serve a radicare la pratica fisica nella filosofia, a creare un’atmosfera di serietà e rispetto, e a focalizzare l’intenzione sull’apprendimento e sul miglioramento reciproco.

B. Riscaldamento e Preparazione Fisica (Junbi Taisō / Kihon – 準備体操 / 基本): Attivare Corpo e Tecnica

  • Obiettivo: Preparare il corpo allo sforzo, migliorare la mobilità articolare necessaria per le tecniche Goho e Juho, e iniziare a ripassare i movimenti fondamentali.
  • Attività:
    • Esercizi Dinamici: Corsa leggera, saltelli, esercizi per la coordinazione.
    • Mobilità Articolare Specifica: Grande attenzione a polsi, gomiti, spalle (per Juho e Goho), anche, ginocchia, caviglie (per posizioni e calci).
    • Stretching Dinamico.
    • Kihon (基本 – Fondamentali): Questa fase è spesso integrata o segue immediatamente il riscaldamento. Include la pratica ripetitiva, individuale e/o in movimento (Idō Kihon), di:
      • Kamae: Posizioni di guardia fondamentali.
      • Unsoku/Hakobi Ashi: Spostamenti e gioco di gambe.
      • Tai Sabaki: Movimenti del corpo per schivare e posizionarsi.
      • Ukemi: Tecniche di caduta (essenziali per la sicurezza nel Juho).
      • Tecniche Goho di Base: Pugni (Tsuki), calci (Keri), parate (Uke) fondamentali, eseguite con attenzione alla forma, alla potenza (Kime) e alla respirazione.
      • Tecniche Juho di Base: Prese fondamentali, svincoli semplici (Nuki Waza), movimenti di leva base (Gyaku Waza).

C. Pratica Tecnica Specifica a Coppie (Hokei / Embu / Waza Renshu – 法形 / 演武 / 技練習): Il Cuore dell’Apprendimento

  • Obiettivo: È la fase centrale della lezione, dedicata all’apprendimento e al perfezionamento delle tecniche Shorinji Kempo nel loro contesto applicativo. L’enfasi è sulla pratica a coppie per sviluppare timing, distanza, sensibilità e capacità di integrare Goho e Juho.
  • Metodologia:
    • Hokei / Embu (演武 – Forme a Coppie): Come già detto, sono sequenze preordinate che simulano un’aggressione e una difesa/contrattacco. Vengono studiate meticolosamente:
      • Dimostrazione: Il Sensei mostra l’Embu.
      • Pratica a Coppie (Kōsha/Shusha): Gli allievi ripetono la sequenza, alternandosi nei ruoli, sotto la supervisione del Sensei. Si lavora sulla precisione dei movimenti Goho (colpi, parate) e Juho (svincoli, leve, proiezioni), sulla fluidità delle transizioni, sul timing corretto, sulla distanza (Maai) e sulla cooperazione sicura con il partner.
    • Studio di Tecniche Specifiche (Waza Renshu): A volte la lezione si concentra su singole tecniche Goho o Juho, o su brevi combinazioni, analizzandone i dettagli, i punti chiave e le possibili varianti, sempre attraverso la pratica a coppie. Si possono usare colpitori (Mitts, Pao) per allenare la potenza e la precisione del Goho.
  • Ruolo dell’Istruttore: Il Sensei guida la pratica, corregge gli errori tecnici e posturali, spiega i principi biomeccanici ed energetici sottostanti, e si assicura che la pratica avvenga in sicurezza e con il giusto spirito di collaborazione e apprendimento.

D. Randori / Kōbō (乱捕り / 攻防 – Pratica Libera/Applicativa Controllata): Testare le Abilità

  • Obiettivo: Applicare le tecniche e i principi appresi in un contesto meno prevedibile e più dinamico, sviluppando la reattività, l’adattabilità e la capacità di gestire un’interazione di combattimento simulata.
  • Formato Specifico Shorinji Kempo: Non è un “tutti contro tutti” o uno sparring finalizzato al KO/punto. È una forma di pratica libera ma fortemente regolamentata e controllata, pensata per l’apprendimento tecnico e tattico in sicurezza. Può assumere diverse forme:
    • Difesa da Attacchi Specifici: Un partner attacca in modo più libero (ma con attacchi noti), l’altro si difende applicando le tecniche Goho/Juho appropriate.
    • Sparring Leggero e Tecnico: Scambio controllato di tecniche Goho e Juho con enfasi sulla fluidità, sul timing e sulla corretta applicazione dei principi, senza forza eccessiva.
    • Randori Specifici per Grado: Livelli diversi possono praticare forme di Randori con regole e obiettivi differenti.
  • Sicurezza: Il contatto è solitamente molto controllato, specialmente per le tecniche Goho. Le tecniche Juho vengono applicate fino al punto di controllo, senza forzare le articolazioni o completare strangolamenti pericolosi. Non si usano protezioni come caschi o guantoni pesanti, il che impone un controllo ancora maggiore. Il Sensei supervisiona attentamente.

E. Seihō (整法 – Metodo Correttivo) (Occasionale)

  • Come accennato, brevi sessioni dedicate all’apprendimento o alla pratica di tecniche base di massaggio/pressione Seihō possono essere incluse, rafforzando l’aspetto olistico e di cura reciproca.

F. Hōwa (法話 – Discorso sulla Filosofia) (Occasionale)

  • Il Sensei può dedicare alcuni minuti a discutere un principio del Kongo Zen, collegandolo all’allenamento svolto o alla vita quotidiana, per stimolare la riflessione personale e di gruppo.

G. Defaticamento e Cerimoniale Finale (Seiri Undō & Reiho)

  • Recupero: Stretching statico leggero per rilassare i muscoli.
  • Chiusura Formale: Allineamento, Mokusō finale per assimilare l’esperienza, Saluti formali.
  • Sōji (掃除 – Pulizia): Spesso i Kenshi puliscono insieme il Dōin, come atto pratico di rispetto e responsabilità condivisa per lo spazio comune. L’atmosfera post-allenamento è spesso conviviale e comunitaria.

Conclusione: Un Allenamento Integrato per Corpo, Tecnica e Spirito

La tipica seduta di allenamento dello Shorinji Kempo è quindi un’esperienza ricca e integrata. Non si tratta solo di imparare a colpire o a difendersi, ma di intraprendere uno Shugyō che coinvolge il corpo (attraverso Kihon, Embu, Randori, Kitae implicito), la tecnica (nella sua dualità Gōhō/Jūhō) e la mente/spirito (attraverso Chinkon Gyō, Hōwa, disciplina, etichetta). L’enfasi sulla pratica a coppie (Embu) come metodo didattico principale e l’integrazione della filosofia Kongo Zen in ogni aspetto dell’allenamento ne fanno un percorso marziale unico, volto a formare individui capaci, equilibrati e consapevoli del proprio ruolo nella società, un approccio coltivato anche nei Dōin italiani affiliati alla FISK/WSKO.

10. Gli stili e le scuole

1. Introduzione: Decifrare il Termine “Kenpō Giapponese”

Il termine “Kenpō Giapponese” è complesso e richiede una distinzione preliminare per evitare confusioni. Kenpō (拳法) significa letteralmente “Metodo/Legge del Pugno” ed è la lettura giapponese del termine cinese Quan Fa. Storicamente, ha indicato le arti marziali cinesi che hanno influenzato le discipline giapponesi e okinawensi. Tuttavia, nel contesto moderno, quando si parla di “Kenpō Giapponese”, ci si riferisce principalmente a:

  1. Sistemi Marziali Giapponesi Moderni (Gendai Budō) che hanno adottato specificamente il nome “Kenpō” e hanno sviluppato una propria identità distinta nel XX secolo.
  2. Meno frequentemente, può riferirsi a scuole di Karate che usano “Kenpō” nel nome per sottolineare legami storici o tecnici con la Cina.
  3. NON si riferisce all’American Kenpo Karate (sistema di Ed Parker) né a tutte le arti marziali cinesi (Quan Fa).

Questa trattazione si concentrerà sui sistemi specificamente giapponesi che si identificano come Kenpō.

2. I Sistemi Principali del Kenpō Giapponese Moderno:

Il panorama del Kenpō sviluppatosi come disciplina specifica in Giappone nel XX secolo è dominato da due sistemi principali, distinti e non correlati tra loro per origine diretta, metodologia e filosofia (sebbene entrambi integrino striking e grappling):

  • A. Shorinji Kempo (少林寺拳法 – Metodo del Pugno del Tempio Shaolin): Il Budo Olistico
    • Status: È il sistema più grande, diffuso a livello internazionale e organizzato che porta il nome Kenpō ed è originato in Giappone.
    • Fondatore: Doshin Sō (宗 道臣).
    • Filosofia: Basato sul Kongo Zen (金剛禅), mira alla formazione completa dell’individuo (Hito-zukuri) attraverso l’unione di corpo e mente (Ken Zen Ichinyo) e l’applicazione dei principi di forza e amore (Riki Ai Funi) per il benessere reciproco (Jita Kyōraku). È un sistema con una fortissima connotazione etica, educativa e sociale.
    • Tecnica: Sistema ibrido unico che integra:
      • Gōhō (剛法): Metodi “duri” (striking – pugni, calci, parate, gomitate).
      • Jūhō (柔法): Metodi “morbidi” (grappling – svincoli, leve, proiezioni, immobilizzazioni).
      • Seihō (整法): Metodi “correttivi” (tecniche terapeutiche manuali).
    • Metodologia: Apprendimento basato su Kihon (fondamentali), Embu/Hokei (forme prestabilite a coppie che integrano Goho/Juho) e Randori (forme specifiche di sparring controllato). Non usa Kata individuali tradizionali.
    • Organizzazione: Governato a livello mondiale dalla WSKO (World Shorinji Kempo Organization), con un Hombu (quartier generale) in Giappone (Tadotsu) e branche nazionali ufficiali in moltissimi paesi (es. FISK in Italia). La struttura è unitaria e standardizzata a livello globale. Non esistono “sotto-stili” tecnici ufficiali dello Shorinji Kempo. Le “scuole” sono i singoli Dōin (道院) o Shibu (支部) affiliati alla WSKO/Federazione Nazionale.
  • B. Nippon Kempo (日本拳法 – Metodo del Pugno Giapponese): Il Combattimento in Armatura
    • Status: È un sistema marziale e sport da combattimento distinto, anch’esso nato in Giappone nel XX secolo.
    • Fondatore: Muneomi Sawayama (澤山 宗海).
    • Filosofia: Più pragmatico e orientato all’efficacia nel combattimento full-contact protetto. L’obiettivo è sviluppare abilità combattive complete (striking, proiezioni, terra) testate in un contesto di sparring realistico ma sicuro grazie all’uso delle protezioni. Mantiene comunque una cornice Budo di disciplina e rispetto.
    • Tecnica: Sistema ibrido che integra:
      • Striking: Pugni (stile Boxe/Karate), Calci (gamma completa).
      • Proiezioni/Takedown: Tecniche derivate dal Jūdō e dalla Lotta.
      • Lotta a Terra (Ne Waza): Immobilizzazioni e finalizzazioni (leve al gomito, strangolamenti).
    • Metodologia: Apprendimento basato su Kihon e, soprattutto, su sparring intensivo (Randori / Bogu Renshu) indossando l’armatura protettiva completa (Bōgu – 防具), che include maschera metallica (Men), corazza (Do), guantoni (Kurobu) e protezione inguinale (Mata dare). Non usa Kata tradizionali.
    • Organizzazione: Ha le sue associazioni nazionali (es. Nippon Kempo Kyokai in Giappone) e una federazione internazionale (International Nippon Kempo Federation – INKF o altre) che ne gestiscono la pratica, le competizioni e i gradi. È completamente separato dallo Shorinji Kempo. Le “scuole” sono i singoli club/dōjō affiliati a queste organizzazioni.

3. Altri Usi del Termine “Kenpō” in Giappone (Contesti Minori o Storici)

  • Riferimento a Radici Cinesi/Okinawensi: Come accennato, alcune scuole di Karate (specialmente okinawensi o quelle che vogliono sottolineare l’influenza cinese) possono usare “Kenpō” nel loro nome (es. Gensei-ryū Karate Kenpō, Goju-ryu Karate Kenpo – meno comune). In questo caso, si tratta di stili di Karate, non di Kenpō giapponese moderno nel senso di Shorinji o Nippon Kempo.
  • Scuole Minori o Eclettiche: Potrebbero esistere in Giappone piccole scuole familiari, locali o sistemi moderni eclettici che usano il nome “Kenpō”. Questi sistemi, tuttavia, generalmente mancano di una struttura organizzativa ampia, di un riconoscimento internazionale comparabile e di una diffusione significativa. La loro pratica e le loro caratteristiche tecniche possono variare enormemente.

4. Cosa NON è “Kenpō Giapponese”:

  • American Kenpo Karate: Sistema sviluppato da Ed Parker negli Stati Uniti, derivato da influenze giapponesi/okinawensi e cinesi ma con una sua evoluzione, principi (es. teorie sulla potenza, motion principles) e terminologia (spesso inglese) distinti. È un’arte marziale a sé stante, non una forma di Kenpō giapponese.
  • Arti Marziali Cinesi (Quan Fa): Sebbene Kenpō sia la lettura giapponese di Quan Fa, il termine “Kenpō Giapponese” si riferisce ai sistemi sviluppati in Giappone, non direttamente agli stili cinesi originali.

5. Le “Scuole” nel Contesto Italiano

In Italia, la situazione riflette questa classificazione:

  • Shorinji Kempo: Rappresentato ufficialmente e in modo unitario dalla FISK (Federazione Italiana Shorinji Kempo), affiliata WSKO. Le “scuole” sono i Dōin/Shibu affiliati FISK.
  • Nippon Kempo: Rappresentato da una o più Associazioni Italiane di Nippon Kempo, affiliate agli organismi internazionali di riferimento. Le “scuole” sono i club affiliati a queste associazioni.
  • Altri Usi di “Kenpō”: Si possono trovare corsi o palestre che usano il termine “Kenpō” ma che in realtà insegnano:
    • Specifici stili di Karate (es. scuole che si definiscono “Karate Kenpo”).
    • American Kenpo Karate (totalmente distinto).
    • Sistemi di autodifesa moderni ed eclettici che usano il nome per il suo richiamo marziale.
    • È sempre fondamentale verificare il lignaggio e il sistema specifico insegnato quando si incontra il termine “Kenpō” in un contesto non chiaramente identificato come Shorinji Kempo o Nippon Kempo.

Conclusione: Due Sistemi Principali e un Termine Ampio

In conclusione, il panorama degli “Stili e Scuole del Kenpō Giapponese” è dominato da due sistemi moderni principali, ben definiti ma distinti tra loro:

  1. Lo Shorinji Kempo: Un Budo olistico che integra striking, grappling e filosofia Zen, governato globalmente dalla WSKO e rappresentato in Italia dalla FISK.
  2. Il Nippon Kempo: Un sistema di combattimento full-contact in armatura (Bōgu), con proprie organizzazioni internazionali e italiane.

Oltre a questi, il termine Kenpō mantiene il suo significato storico legato alle arti del pugno cinesi e alla loro influenza sul Karate, e può essere occasionalmente utilizzato da altre scuole minori o in contesti diversi. Tuttavia, quando si parla di “Kenpō Giapponese” come disciplina specifica e strutturata, ci si riferisce quasi sempre a uno dei due sistemi maggiori sopra descritti.

11. La situazione in Italia

1. Introduzione: Un Panorama Composito

La “situazione in Italia” per il Kenpō Giapponese riflette la natura stessa del termine: non esiste un unico ente o una singola realtà che rappresenti tutto ciò che potrebbe essere definito “Kenpō” di origine giapponese. Troviamo invece la presenza organizzata dei due principali sistemi moderni giapponesi che usano questo nome (Shorinji Kempo e Nippon Kempo), accanto ad altri usi del termine che richiedono distinzione. La pratica di queste discipline in Italia, sebbene non paragonabile per numeri a Karate, Jūdō o Kickboxing, è portata avanti da comunità dedicate e appassionate.

2. Shorinji Kempo (少林寺拳法) in Italia:

  • Organizzazione Ufficiale: Lo Shorinji Kempo è rappresentato in modo unitario e ufficiale dalla Federazione Italiana Shorinji Kempo (FISK). La FISK è l’unica branca nazionale riconosciuta dalla World Shorinji Kempo Organization (WSKO), l’ente mondiale con sede in Giappone che garantisce la standardizzazione tecnica e filosofica dell’arte fondata da Doshin So. Per operare nel contesto sportivo italiano, la FISK è tipicamente affiliata a un Ente di Promozione Sportiva (EPS) riconosciuto da Sport e Salute / CONI (storicamente, ad esempio, ACSI o CSEN), che ne garantisce il riconoscimento amministrativo e l’accesso a benefici normativi e assicurativi.
  • Diffusione: Lo Shorinji Kempo ha una presenza consolidata ma di nicchia in Italia. Esistono decine di Dōin/Shibu (club/branche) affiliati FISK distribuiti in diverse regioni italiane (con forse una maggiore concentrazione in alcune aree dove l’attività è iniziata prima). Non è capillare come il Karate o il Jūdō, ma la rete è attiva e in (lenta) crescita.
  • Numero di Praticanti (Kenshi): Si stima che i praticanti attivi e tesserati FISK siano nell’ordine delle diverse centinaia o poche migliaia a livello nazionale. La comunità è nota per essere coesa e molto legata ai principi dell’arte.
  • Attività Svolte:
    • Allenamenti Regolari (Keiko): I Dōin seguono la metodologia WSKO, con pratica di Chinkon Gyō, Kihon, Hokei/Embu (forme a coppie), Randori (sparring controllato) e, a volte, Seihō e Hōwa (filosofia).
    • Stage Nazionali e Internazionali (Gasshuku): La FISK organizza regolarmente stage nazionali condotti dai Maestri italiani con i gradi Dan WSKO più elevati (la Direzione Tecnica Nazionale). Un elemento cruciale sono gli stage internazionali tenuti in Italia (o la partecipazione di delegazioni italiane a stage all’estero) con Shihan di altissimo livello inviati dalla WSKO Hombu Dojo o da altre nazioni europee. Questi eventi sono fondamentali per l’aggiornamento tecnico, gli esami di grado superiore e il mantenimento del legame con la fonte.
    • Esami di Grado (Shinsa): Sessioni regolari per il passaggio dei gradi Kyū e Dan, secondo i rigorosi programmi tecnici e teorici stabiliti dalla WSKO. I gradi Dan ottenuti tramite FISK sono riconosciuti a livello mondiale dalla WSKO.
    • Competizioni/Raduni (Taikai): La FISK organizza Taikai Nazionali che includono competizioni di Embu (le coppie vengono giudicate per la qualità tecnica, la potenza, la velocità e l’espressività della loro forma) e, a volte, forme specifiche di Randori competitivo secondo le regole WSKO.
    • Partecipazione Internazionale: L’Italia, tramite la FISK, partecipa attivamente ai Taikai Europei e Mondiali organizzati dalla WSKO, ottenendo spesso buoni risultati, specialmente nelle competizioni di Embu.
    • Promozione Culturale: Molti gruppi FISK sono attivi anche nella promozione della filosofia Kongo Zen e degli aspetti culturali dello Shorinji Kempo.
  • Livello Tecnico: Grazie alla struttura unitaria della WSKO e ai regolari scambi internazionali, il livello tecnico dello Shorinji Kempo praticato in Italia all’interno della FISK è generalmente ben allineato agli standard internazionali.

3. Nippon Kempo (日本拳法) in Italia:

  • Organizzazione: Il Nippon Kempo è presente in Italia attraverso una o più Associazioni Nazionali dedicate (come l’Associazione Italiana Nippon Kempo – AINK o altre denominazioni simili), che sono affiliate agli organismi internazionali di riferimento per questa disciplina (come l’INKF – International Nippon Kempo Federation o altre). Anche queste associazioni operano solitamente tramite affiliazione a un EPS per il riconoscimento sul territorio.
  • Diffusione: La sua presenza è ancora più limitata rispetto allo Shorinji Kempo. Si tratta di una disciplina molto di nicchia in Italia, con un numero molto ridotto di club e praticanti, probabilmente concentrati solo in poche località specifiche.
  • Attività Svolte: I pochi club attivi si focalizzano sull’allenamento caratteristico del Nippon Kempo: Kihon di striking e proiezioni, e sparring intensivo con l’uso obbligatorio delle protezioni complete (Bōgu). L’attività include allenamenti regolari, eventuali stage (più rari), partecipazione a (piccoli) campionati nazionali e, per gli atleti di punta, ai campionati internazionali di Nippon Kempo.
  • Sfide: La diffusione è ostacolata dalla specificità e dal costo dell’attrezzatura Bōgu, dalla durezza del contatto fisico (che può attrarre solo un certo tipo di praticante) e dalla scarsa notorietà generale della disciplina in Italia.

4. Altri Usi del Termine “Kenpō” in Italia:

È importante essere consapevoli che si possono trovare corsi o scuole che usano il nome “Kenpō” ma che insegnano:

  • Karate Kenpō: Solitamente si tratta di scuole di Karate (spesso di stile okinawense o che enfatizzano le origini cinesi) che includono “Kenpō” nel nome per sottolineare questo aspetto, ma il cui curriculum e affiliazione sono legati al mondo del Karate.
  • American Kenpo Karate: Scuole che insegnano il sistema di Ed Parker e le sue derivazioni. È un’arte marziale distinta, con proprie federazioni e metodologie, non collegata direttamente allo Shorinji Kempo o al Nippon Kempo giapponese.
  • Sistemi Eclettici / Autodifesa: Corsi moderni che possono usare il termine “Kenpō” per descrivere un approccio che integra tecniche di pugno con altre metodologie, spesso sotto l’ombrello di EPS o come iniziative indipendenti. La qualità e il contenuto di questi corsi possono variare enormemente ed è fondamentale verificare la qualifica degli istruttori e il programma specifico.

Conclusione: Shorinji Kempo Prevalente tra i Kenpō Giapponesi

In conclusione, la “Situazione in Italia” per il Kenpō Giapponese al 1 Aprile 2025 vede:

  1. Una presenza consolidata, organizzata e attiva dello Shorinji Kempo, rappresentato ufficialmente dalla FISK/WSKO. Pur rimanendo una disciplina di nicchia rispetto ai colossi come Karate e Jūdō, ha una sua comunità dedicata e un buon livello tecnico allineato agli standard internazionali.
  2. Una presenza molto più limitata e di nicchia del Nippon Kempo, portato avanti da piccole associazioni dedicate a questo specifico stile di combattimento in armatura.
  3. La possibilità di incontrare il termine “Kenpō” utilizzato in contesti diversi (Karate, American Kenpo, sistemi eclettici), che richiedono una chiara distinzione dai due principali sistemi giapponesi moderni.

Per chi in Italia è interessato al Kenpō Giapponese, lo Shorinji Kempo rappresenta l’opzione più strutturata e diffusa, offrendo un percorso completo che unisce tecnica marziale, filosofia e sviluppo personale.

12. Terminologia tipica

Introduzione: Un Vocabolario Composito

La terminologia utilizzata nel Kenpō Giapponese riflette la sua natura composita e le specificità dei diversi sistemi che ne portano il nome. Non esiste un unico “glossario Kenpō” universale, ma piuttosto:

  1. Un insieme di termini fondamentali del Budō giapponese, comuni a molte arti marziali.
  2. Terminologia specifica e unica di sistemi moderni come lo Shorinji Kempo.
  3. Terminologia specifica del Nippon Kempo, legata anche al suo equipaggiamento.
  4. Termini che riconoscono le radici cinesi del concetto di Kenpō (Quan Fa).

Comprendere queste diverse componenti è utile per orientarsi.

A. Termini Generali del Budō (Comuni a Molti Sistemi Giapponesi)

Questi termini sono ampiamente utilizzati anche nel Kenpō Giapponese:

  • Luoghi/Persone: Dōjō (道場 – sala pratica), Shōmen (正面 – lato principale), Kamiza/Shimoza (上座/下座 – posto d’onore/inferiore), Sensei (先生 – insegnante), Shihan (師範 – maestro istruttore), Senpai/Kōhai (先輩/後輩 – allievo anziano/giovane), Deshi (弟子 – discepolo).
  • Etichetta/Comandi: Rei (礼 – saluto: Ritsurei in piedi, Zarei seduti), Seiza (正座 – seduta formale), Anza (安座 – seduta informale), Mokusō (黙想 – meditazione), Hajime (始め – inizio), Yame (止め – stop), Matte (待て – attesa), Mawatte (回って – girare), Yōi (用意 – pronti), Kamaete (構えて – in guardia).
  • Concetti/Varie: Budō (武道 – Via Marziale), Bujutsu (武術 – Arte Marziale), Waza (技 – tecnica), Kihon (基本 – fondamentali), Kata (型/形 – forma, anche se con ruolo diverso o assente nel Kenpō), Kumite (組手 – combattimento/sparring, termine generico), Kyū (級 – gradi inferiori), Dan (段 – gradi superiori), Obi (帯 – cintura), Dōgi/Keikogi (道着/稽古着 – uniforme). Kiai (気合 – urlo energetico). Zanshin (残心 – consapevolezza residua). Maai (間合い – distanza).

B. Terminologia Specifica dello Shorinji Kempo (少林寺拳法)

Questo sistema possiede un vocabolario ricco e unico, legato alla sua tecnica e filosofia:

  • Nome e Praticanti:
    • Shorinji Kempo (少林寺拳法): Metodo del Pugno del Tempio Shaolin.
    • Kenshi (拳士): Termine specifico per indicare un praticante di Shorinji Kempo (“Persona/Guerriero del Pugno”).
    • Kaiso (開祖): Fondatore (titolo riservato a Doshin Sō).
    • Dōin (道院): Luogo di pratica/centro comunitario (termine preferito a Dōjō).
    • WSKO (World Shorinji Kempo Organization): Organizzazione mondiale.
    • FISK (Federazione Italiana Shorinji Kempo): Branca ufficiale italiana.
  • Filosofia e Principi (Kongo Zen – 金剛禅):
    • Kongo Zen (金剛禅): Nome della filosofia/insegnamento integrato.
    • Ken Zen Ichinyo (拳禅一如): “Pugno e Zen sono Uno” (integrazione pratica fisica e disciplina mentale/spirituale).
    • Riki Ai Funi (力愛不二): “Forza e Amore/Compassione non sono Due” (uso etico della forza).
    • Jiko Kakuritsu (自己確立): “Stabilire/Realizzare Sé Stessi” (sviluppo della fiducia e dell’identità).
    • Jita Kyōraku (自他共楽): “Felicità/Benessere Reciproco” (contribuire al benessere proprio e altrui).
    • Shudan Honsoku (守主攻従): Principio tattico: “Difesa prioritaria, Attacco subordinato”.
    • Fusatsu Katsujin (不殺活人): “Non uccidere, ma far vivere/rivitalizzare” (ideale di non violenza e protezione della vita).
    • Hito-zukuri (人づくり): “Formazione della persona” (scopo educativo dell’arte).
    • Gyo (行): Disciplina, pratica costante come percorso spirituale.
  • Pratica e Rituali:
    • Chinkon Gyō (鎮魂行): Pratica meditativa/recitazione che spesso apre la lezione. Include Seiku (聖句 – Sacre Frasi), Seigan (誓願 – Voto), Shinjo (信条 – Credo).
    • Hōwa (法話): Breve discorso del Sensei su temi filosofici o etici.
    • Embu (演武): Forma/Dimostrazione tecnica eseguita a coppie. È il metodo principale di apprendimento delle sequenze tecniche.
    • Hokei (法形): Altro termine per Embu, “Forme della Legge/Metodo”.
    • Kōsha (攻者): Ruolo dell’attaccante nell’Embu.
    • Shusha (守者): Ruolo del difensore nell’Embu.
    • Randori (乱捕り): Pratica libera/Sparring controllato specifico dello Shorinji Kempo, diverso dal Randori del Jūdō.
    • Taikai (大会): Torneo, raduno, competizione (spesso di Embu e/o Randori).
    • Gasshuku (合宿): Stage/Seminario intensivo di allenamento.
    • Sōji (掃除): Pulizia collettiva del Dōin.
  • Sistema Tecnico (Goho/Juho/Seiho):
    • Gōhō (剛法 – Metodo Duro): Tecniche di striking.
      • Nomi di tecniche specifiche (es. Meuchi – colpo agli occhi, Kinteki geri – calcio all’inguine, Byakuren Chudan Tsuki – pugno medio loto bianco, Uwa Uke – parata alta, ecc.).
    • Jūhō (柔法 – Metodo Morbido): Tecniche di grappling.
      • Nuki Waza (svincoli: Katate NukiRyote Maki Nuki, ecc.).
      • Gyaku Waza (leve: Oshi GoteKiri GoteMaki GoteRyuo Ken, ecc.).
      • Nage Waza (proiezioni: Uwa Uke NageKiri Kaeshi Nage, ecc.).
      • Katame Waza (immobilizzazioni: Okuri Gatame, ecc.).
    • Seihō (整法 – Metodo Correttivo): Tecniche terapeutiche (Sokushin Sokkatsu Hō, ecc.).
  • Abbigliamento/Simboli:
    • Dōi / Kempo-gi (道衣 / 拳法衣): Uniforme specifica (spesso bianca o nera, taglio particolare).
    • Manji (卍): Simbolo buddista (distinto da svastica nazista).
    • Sōen (双円): Simbolo del doppio cerchio intrecciato.

C. Terminologia Specifica del Nippon Kempo (日本拳法)

  • Nome e Praticanti:
    • Nippon Kempo (日本拳法): Metodo del Pugno Giapponese. Kempōka (拳法家) o Kenshi (拳士).
    • Kaiso (開祖): Fondatore (Muneomi Sawayama).
    • Nippon Kempo Kyokai (日本拳法協会): Associazione principale in Giappone. INKF (Federazione Internazionale).
  • Equipaggiamento Protettivo (Bōgu – 防具): Vocabolario Chiave.
    • Bōgu (防具): Armatura protettiva completa.
    • Men (面): Maschera/Casco metallico integrale.
    • Do (胴): Corazza per il tronco.
    • Kurobu (グローブ): Guantoni specifici (dall’inglese “Glove”).
    • Mata dare (股垂れ): Protezione inguinale integrata o separata.
  • Allenamento/Combattimento:
    • Bōgu Renshu (防具練習): Allenamento con l’armatura.
    • Randori (乱取り) / Jissen (実戦): Sparring/Combattimento libero con Bōgu.
    • Shiai (試合): Competizione ufficiale con Bōgu.
  • Tecniche: Utilizza termini giapponesi standard per le tecniche base di pugno (tsuki), calcio (keri), proiezione (nage), lotta a terra (ne waza), ma l’applicazione e la strategia sono adattate al contesto del combattimento in armatura.

D. Termini Generici “Kenpō” (Usati in Contesti Vari)

  • Kenpō Karate (拳法空手): Usato da alcune scuole Karate per indicare enfasi sui pugni o radici cinesi.
  • Chūgoku Kenpō (中国拳法): Kenpō Cinese (riferimento generico al Quan Fa).

Contesto Italiano

  • I praticanti di Shorinji Kempo in Italia (tramite FISK) utilizzano estesamente la terminologia specifica WSKO durante allenamenti, stage ed esami.
  • I praticanti di Nippon Kempo in Italia utilizzano la terminologia specifica della loro disciplina, in particolare quella relativa al Bōgu.
  • Chi pratica altri sistemi etichettati come “Kenpō” (spesso sotto EPS o indipendenti) userà la terminologia propria di quella specifica scuola (che può essere un misto di termini Karate, Jujutsu, o altro).

Conclusione: Linguaggi Specifici per Sistemi Specifici

In conclusione, la terminologia associata al “Kenpō Giapponese” non è monolitica. Il sistema più ricco e unico di vocaboli appartiene allo Shorinji Kempo, che possiede termini specifici per la sua filosofia Kongo Zen, per la sua struttura tecnica (Goho, Juho, Seiho), per i suoi metodi didattici (Embu/Hokei, Randori) e per la sua organizzazione (Kenshi, Dōin, WSKO). Il Nippon Kempo ha una sua terminologia distintiva, specialmente legata all’uso dell’armatura protettiva (Bōgu). Altri usi del termine Kenpō si basano generalmente su vocabolari presi da Karate, Jūjutsu o altre arti. Comprendere a quale sistema specifico ci si riferisce è quindi fondamentale per decifrare correttamente la terminologia utilizzata.

13. Abbigliamento

L’abbigliamento utilizzato nella pratica del Kenpō Giapponese varia significativamente a seconda del sistema specifico a cui ci si riferisce, riflettendo le differenze nella storia, nella filosofia e nella metodologia di allenamento. Analizziamo le due principali scuole moderne giapponesi che portano questo nome:

A. Abbigliamento dello Shorinji Kempo (少林寺拳法): Il Dōi (道衣) e i Suoi Simboli

Lo Shorinji Kempo utilizza un’uniforme specifica e distintiva, chiamata Dōi (道衣) o, a volte, Kempo-gi (拳法衣).

  1. Componenti:
    • Giacca (Uwagi – 上着): Ha un taglio particolare, diverso da quello incrociato del Karategi o Judogi. Ricorda piuttosto un samue, l’abito da lavoro dei monaci Zen. È solitamente a maniche lunghe (ma possono essere portate più corte o arrotolate) e si chiude lateralmente o centralmente con dei laccetti. Non è progettata per resistere a prese prolungate come un Judogi, essendo il Jūhō (grappling) dello Shorinji Kempo più focalizzato su svincoli e leve rapide.
    • Pantaloni (Zubon – ズボン): Larghi e comodi per permettere libertà di movimento nelle posizioni e nei calci, solitamente con elastico e/o cordino in vita.
  2. Materiale: Generalmente cotone o misto cotone-sintetico, di un peso medio che garantisca comfort e durabilità.
  3. Colore: I colori standard ammessi dalla WSKO (World Shorinji Kempo Organization) sono:
    • Bianco (Shiro): Il colore più comune, indossato dalla maggior parte dei praticanti (Kenshi) di grado Kyū e Dan. Simboleggia purezza e umiltà.
    • Nero (Kuro): Solitamente riservato agli istruttori qualificati o ai praticanti con gradi Dan elevati (le regole specifiche possono variare leggermente tra le federazioni nazionali, come la FISK in Italia, ma generalmente indica un ruolo di insegnamento o un alto livello).
  4. Simboli sul Dōi (Emblemi): L’uniforme Shorinji Kempo è caratterizzata da simboli specifici:
    • Manji (卍): È l’emblema principale, solitamente ricamato o applicato come patch sul petto sinistro (lato cuore). Rappresenta l’armonia universale e i principi del Kongo Zen (Riki Ai Funi). È fondamentale distinguerlo dalla svastica nazista (orientamento inverso).
    • Sōen (双円): Il simbolo del doppio cerchio intrecciato, che rappresenta la WSKO e l’armonia degli opposti, può apparire (spesso sulla manica o come logo ufficiale dell’organizzazione).
    • Stemmi Locali: A volte può essere presente lo stemma specifico del Dōin (club) o della federazione nazionale (FISK).
  5. Cintura (Obi – 帯):
    • Indica il grado Kyū (colorata) o Dan (nera) secondo il sistema WSKO. La sequenza dei colori Kyū è specifica dello Shorinji Kempo (informarsi presso la FISK per la sequenza esatta usata in Italia, che potrebbe essere Bianco -> Giallo -> Verde -> Marrone o includere altri colori/livelli).
    • La cintura nera (Kuro Obi) viene indossata dai gradi Dan. Anche per i gradi più alti (fino al 9° Dan nello Shorinji Kempo), la cintura rimane tradizionalmente nera, eventualmente con piccole barre dorate o ricami che ne indicano il livello specifico o il titolo (es. Shihan).

B. Abbigliamento del Nippon Kempo (日本拳法): Il Dogi Sotto il Bōgu

L’abbigliamento del Nippon Kempo è nettamente diverso a causa dell’uso dell’armatura protettiva.

  1. Uniforme (Dogi – 道着): Sotto l’armatura, i praticanti indossano un’uniforme bianca standard, molto simile a un Karategi o Judogi di medio peso. Deve essere abbastanza robusta da sopportare le prese e i movimenti intensi.
    • Include Giacca (Uwagi) e Pantaloni (Zubon).
  2. Cintura (Obi – 帯): Viene indossato l’Obi del proprio grado Kyū o Dan sopra il Dogi, ma sotto la corazza (Do) dell’armatura, quindi non è visibile durante il combattimento.
  3. Armatura Protettiva (Bōgu – 防具): L’Elemento Essenziale e Visibile. Questo è ciò che caratterizza l’aspetto del Nippon Kempo durante lo sparring (bōgu renshu) e le competizioni (shiai). Viene indossato sopra il Dogi bianco:
    • Men (面): Maschera/Casco protettivo integrale. Realizzato con una robusta griglia metallica che copre completamente il viso e la testa, montata su una struttura imbottita. Permette una buona visibilità e protegge da colpi potenti (pugni, calci).
    • Do (胴): Corazza rigida e imbottita che protegge il petto, l’addome e i fianchi.
    • Kurobu (グローブ): Guantoni specifici, imbottiti ma più rigidi e con una forma diversa dai guantoni da boxe, progettati per colpire l’armatura e permettere alcune forme di presa.
    • Mata Dare (股垂れ): Protezione per l’inguine e la zona pelvica, spesso attaccata al Do o indossata separatamente.
    • Nota: L’insieme del Bogu conferisce al praticante di Nippon Kempo un aspetto distintivo, simile per certi versi a un Kenshi di Kendō ma con maschera e guanti differenti.

C. Abbigliamento in Altri Sistemi “Kenpō” Giapponesi

  • Variabilità: Per le scuole minori o eclettiche che usano il nome Kenpō, non esiste uno standard.
    • Stili “Karate Kenpō”: Utilizzeranno probabilmente un Karategi standard (bianco o nero).
    • Sistemi Eclettici/Autodifesa: Possono usare Karategi, Judogi, uniformi nere generiche tipo “ninjutsu”, o anche semplice abbigliamento sportivo (tuta, T-shirt), a seconda della formalità e dell’orientamento della scuola.

D. Considerazioni Generali

  • Igiene: La pulizia rigorosa dell’uniforme (Dogi/Dōi) e delle protezioni (specialmente quelle interne del Bogu) è fondamentale in tutti gli stili per motivi di salute e rispetto.
  • Piedi Nudi: La pratica avviene quasi sempre a piedi nudi nel dōjō.

E. Contesto Italiano

  • Shorinji Kempo (FISK): I praticanti usano il Dōi ufficiale WSKO (bianco o nero) con i relativi stemmi (Manji).
  • Nippon Kempo (AINK o simili): I praticanti usano un Dogi bianco standard sotto l’armatura Bōgu completa per la pratica del combattimento.
  • Altri “Kenpō”: L’abbigliamento dipenderà dallo specifico stile o associazione (Karategi, divise nere, ecc.).

Conclusione: Uniformi che Riflettono la Disciplina

In conclusione, l’abbigliamento nel Kenpō Giapponese non è univoco, ma dipende strettamente dal sistema specifico praticato:

  • Lo Shorinji Kempo ha il suo Dōi distintivo (bianco o nero, con taglio stile “monaco” e simbolo Manji), che ne riflette l’identità Budo e filosofica unica.
  • Il Nippon Kempo utilizza un Dogi standard bianco come base, ma il suo aspetto è definito dall’imponente armatura protettiva (Bōgu), essenziale per la sua metodologia di combattimento full-contact.
  • Altri sistemi che usano il nome “Kenpō” possono adottare abbigliamenti diversi, spesso simili al Karategi.

Questa diversità nell’abbigliamento è un chiaro indicatore della natura non monolitica del termine “Kenpō Giapponese” e delle filosofie e metodologie distinte delle scuole che ne portano il nome in Italia e nel mondo.

14. Armi

1. Introduzione: Kenpō = Metodo del Pugno, Ma Non Solo?

Il termine Kenpō (拳法), “Metodo del Pugno”, suggerisce un’enfasi sulle tecniche a mani nude. Tuttavia, la relazione tra i sistemi specifici di Kenpō Giapponese e l’uso delle armi (Buki – 武器) è variegata e merita un’analisi attenta, distinguendo tra le diverse scuole. È fondamentale capire che, a differenza di arti come il Kendō o lo Iaidō (focalizzate sulla spada) o il Kobudō (dedicato alle armi okinawensi), nessuno dei principali sistemi di Kenpō Giapponese moderno ha le armi come elemento primario o centrale della propria pratica.

2. Le Armi nello Shorinji Kempo (少林寺拳法): Strumenti Complementari e Filosofici

Lo Shorinji Kempo è un sistema primariamente disarmato, basato sull’integrazione di tecniche di striking (Gōhō) e grappling (Jūhō). Tuttavia, a differenza di molti stili di Karate o del Nippon Kempo, include ufficialmente nel suo curriculum lo studio di alcune armi tradizionali, ma con uno scopo specifico:

  • Armi Utilizzate: Le armi principali studiate (solitamente a livelli Dan avanzati) sono:
    1. Shakujō (錫杖): Il bastone del monaco buddista. Originariamente un bastone da viaggio, usato anche per allontanare animali o per difesa personale non letale, spesso munito di anelli metallici sulla sommità che producevano un suono caratteristico. Nello Shorinji Kempo si studiano forme di lunghezza variabile (più comunemente corto/medio – Tanjo/Jo).
    2. Nyoi (如意): Una sorta di scettro corto o bastone rituale, anch’esso di derivazione buddista, a volte descritto come un “bastone che esaudisce i desideri”.
  • Scopo dell’Addestramento (Didattico e Filosofico, Non Bellico Primario): L’obiettivo dello studio dello Shakujō e del Nyoi nello Shorinji Kempo non è formare esperti combattenti di bastone nel senso del Bōjutsu o del Jōdō. Serve piuttosto a:
    • Approfondire i Principi Corporei: Utilizzare l’arma come estensione del corpo per comprendere meglio i principi di movimento (Tai Sabaki), generazione di potenza dal centro (Hara), gestione della distanza (Maai), e l’applicazione dei principi Gōhō/Jūhō con uno strumento.
    • Sviluppare l’Estensione del Ki/Energia: Imparare a proiettare l’intenzione e l’energia attraverso l’arma.
    • Comprendere la Difesa da Armi: Studiare l’uso dell’arma aiuta a capire come difendersi efficacemente da essa a mani nude.
    • Connessione con le Radici Filosofiche: Richiama il legame (storico o simbolico) con il Tempio Shaolin e la tradizione dei monaci guerrieri buddisti, rafforzando la dimensione spirituale (Kongo Zen) dell’arte.
  • Metodologia: La pratica include Kihon (tecniche di base con l’arma), Kata/Hokei specifici (forme individuali o a coppie che integrano l’arma) e applicazioni difensive (difesa armata contro disarmato, disarmato contro armato). È una componente complementare alla pratica a mani nude, solitamente introdotta dopo aver raggiunto una solida base nei gradi Kyū e Dan inferiori.

3. Le Armi nel Nippon Kempo (日本拳法): Disciplina Esclusivamente Disarmata

La situazione nel Nippon Kempo è completamente diversa:

  • Focus sul Combattimento in Bōgu: Come già sottolineato, il Nippon Kempo è stato concepito da Muneomi Sawayama specificamente per il combattimento full-contact disarmato all’interno delle protezioni (Bōgu).
  • Assenza Totale di Armi: Il curriculum tecnico e il regolamento sportivo del Nippon Kempo non prevedono assolutamente l’uso o l’addestramento con alcun tipo di arma. Tutta l’enfasi è sull’efficacia delle tecniche a mani nude (pugni, calci, proiezioni, lotta a terra limitata) nel contesto specifico del combattimento in armatura.

4. Le Armi in Altri Sistemi “Kenpō” Giapponesi o Correlati:

  • Variabilità Estrema: Per le altre scuole minori, familiari o eclettiche che in Giappone o all’estero usano il nome “Kenpō”, la presenza di armi nel curriculum è molto variabile e dipende dalla specifica origine e finalità della scuola:
    • Scuole con Radici nel Karate Okinawense: Se una scuola si definisce “Kenpō” ma ha un forte legame con stili okinawensi (come alcuni rami Shōrin-ryū), è possibile che includa l’addestramento nel Ryūkyū Kobudō (Bō, Sai, Tonfa, ecc.) come pratica complementare, seguendo la tradizione okinawense.
    • Sistemi Eclettici Moderni: Alcuni sistemi moderni di Kenpō o autodifesa potrebbero integrare l’uso basico di armi moderne o improvvisate (bastone corto/da passeggio, coltello – spesso solo difesa, oggetti comuni) nel loro programma.
    • Sistemi con Forte Influenza Cinese: Scuole che si richiamano più direttamente a specifici stili di Quan Fa potrebbero includere lo studio delle armi tradizionali cinesi (bastone lungo, sciabola, spada dritta, lancia, ecc.), ma queste sarebbero da considerarsi più vicine al Kung Fu che a un “Kenpō Giapponese” moderno.
  • Necessità di Verifica: Data questa variabilità, è fondamentale verificare il curriculum specifico di qualsiasi scuola che si presenti come “Kenpō” per capire se e quali armi vengano eventualmente insegnate, e con quale finalità (preservazione storica, complemento tecnico, autodifesa moderna).

5. Situazione in Italia:

  • Shorinji Kempo (FISK): La pratica delle armi (Shakujō, Nyoi) segue lo standard WSKO, essendo quindi una componente complementare riservata ai gradi avanzati, non l’attività principale.
  • Nippon Kempo (AINK o simili): La pratica è esclusivamente disarmata, focalizzata sul combattimento con Bōgu.
  • Altri “Kenpō”: Se si trovano corsi di “Kenpō” in Italia che includono armi (es. bastoni, nunchaku, sai), è molto probabile che si tratti di scuole legate a lignaggi specifici di Karate Okinawense con Kobudō integrato, oppure di American Kenpo Karate (che a volte include bastoni/coltelli), o di sistemi eclettici moderni. È importante chiarire la natura esatta della disciplina insegnata.

Conclusione: Generalmente Disarmato, con Eccezioni Specifiche

In conclusione definitiva, il Kenpō Giapponese, nei suoi due principali sistemi moderni riconosciuti (Shorinji Kempo e Nippon Kempo), è un’arte marziale primariamente o esclusivamente disarmata.

  • Lo Shorinji Kempo, pur essendo focalizzato su Gōhō e Jūhō, include unicamente lo studio complementare dello Shakujō e del Nyoi a livelli avanzati, con finalità didattiche e filosofiche legate alle sue radici buddiste, non come armi da combattimento principali.
  • Il Nippon Kempo è totalmente disarmato, concentrandosi sul combattimento full-contact in armatura.

L’associazione del Kenpō con le armi deriva principalmente da:

  1. Il suo significato storico come “Metodo del Pugno” cinese (Quan Fa), che spesso includeva armi.
  2. La pratica integrata di Karate e Kobudō in alcune scuole tradizionali Okinawensi che possono usare il termine Kenpō.
  3. L’inclusione di armi (diverse) in sistemi moderni non giapponesi come l’American Kenpo.

Pertanto, non si può parlare di “Armi del Kenpō Giapponese” come un insieme definito e caratteristico della disciplina nella sua interezza.

15. A chi è indicato e a chi no

Introduzione: Una Scelta Basata su Obiettivi e Attitudini Diverse

Valutare l’idoneità alla pratica del “Kenpō Giapponese” richiede innanzitutto di specificare a quale sistema ci si riferisce, poiché le due principali discipline moderne giapponesi che portano questo nome, lo Shorinji Kempo e il Nippon Kempo, offrono esperienze, richiedono attitudini e presentano benefici e rischi molto diversi. La scelta tra l’uno e l’altro (o verso altri sistemi minori) dipende crucialmente dagli obiettivi personali, dalla condizione fisica, dalla mentalità e dalle preferenze individuali del potenziale praticante.

A. Shorinji Kempo (少林寺拳法): La Via Olistica (Corpo, Mente, Spirito)

  • Profilo Ideale / A Chi È Fortemente Indicato:
    1. Ricercatori di un Percorso Completo (Budō Olistico): È ideale per chi non cerca solo tecniche di combattimento, ma una disciplina che integri armoniosamente lo sviluppo fisico, mentale, etico e spirituale. Chi è interessato al concetto di Hito-zukuri (formazione della persona) attraverso la pratica marziale.
    2. Interessati all’Autodifesa Pratica e Versatile: Il sistema Gōhō (striking) / Jūhō (grappling/svincoli/leve) è specificamente progettato per fornire risposte efficaci e proporzionate a una vasta gamma di aggressioni reali (da prese a percosse), coprendo diverse distanze.
    3. Persone che Apprezzano la Filosofia e l’Etica nel Budō: Chi è attratto dalla filosofia Kongo Zen e dai suoi principi (Ken Zen Ichinyo, Riki Ai Funi, Jita Kyōraku) troverà nello Shorinji Kempo un ambiente dove questi concetti sono parte integrante e attiva dell’insegnamento e della pratica quotidiana.
    4. Individui che Cercano Cooperazione e Senso di Comunità: L’enfasi sulla pratica a coppie strutturata (Embu/Hokei) e sul principio dell’aiuto reciproco favorisce un ambiente di apprendimento collaborativo e la creazione di forti legami all’interno del Dōin (club).
    5. Uomini e Donne di Diverse Età e Corporature: Pur essendo fisicamente impegnativo, lo Shorinji Kempo non si basa sulla forza bruta. L’enfasi sulla tecnica corretta, sulla cedevolezza (nel Jūhō) e sull’efficienza biomeccanica lo rende accessibile e gratificante per un’ampia fascia di persone, indipendentemente dalla stazza o dall’età (sempre con adeguata valutazione medica).
    6. Chi Cerca Disciplina Mentale e Sviluppo del Carattere: Il rigore dell’allenamento, l’etichetta, la concentrazione richiesta e la filosofia sottostante sono strumenti potenti per coltivare autocontrollo, perseveranza, umiltà, fiducia in sé e resilienza.
    7. Chi Preferisce un Contesto Marziale Non Primariamente Agonistico: Sebbene esistano competizioni interne (Taikai), l’obiettivo principale non è la vittoria sportiva ma il miglioramento tecnico e personale.
  • A Chi NON È Indicato (o Meno Adatto):
    1. Puri Agonisti di Sport da Combattimento: Chi mira a competere ai massimi livelli in circuiti come Boxe, Kickboxing, Muay Thai, MMA, Jūdō o Karate WKF troverà i formati competitivi e l’allenamento dello Shorinji Kempo meno specifici per i propri obiettivi agonistici.
    2. Specialisti Estremi: Chi desidera dedicarsi esclusivamente allo striking o esclusivamente al grappling potrebbe percepire l’approccio integrato Goho/Juho come non sufficientemente approfondito in un singolo settore rispetto a discipline specializzate.
    3. Persone Non Interessate o Refrattarie alla Componente Filosofica/Spirituale: La filosofia Kongo Zen non è un optional, ma il fondamento dell’arte. Chi cerca solo tecniche di combattimento o fitness potrebbe trovarla non adatta.
    4. Chi Cerca Sparring Libero Intenso e Continuo: Il Randori nello Shorinji Kempo è una forma di pratica applicativa controllata e specifica, non uno sparring libero e de-regolamentato finalizzato al KO o alla sottomissione ad ogni costo.
    5. Amanti dei Kata Solitari Tradizionali: La metodologia didattica si basa sugli Embu a coppie, non sui Kata individuali del Karate.

B. Nippon Kempo (日本拳法): Il Combattimento Integrale Protetto

  • Profilo Ideale / A Chi È Fortemente Indicato:
    1. Appassionati di Combattimento Full-Contact: Chi cerca l’esperienza del combattimento a contatto pieno, con la possibilità di usare un arsenale tecnico ampio (pugni, calci, proiezioni, terra), ma all’interno di un contesto reso più sicuro dall’uso dell’armatura protettiva (Bōgu).
    2. Atleti con Spiccate Doti Fisiche: Richiede notevole preparazione atletica, forza, potenza esplosiva, resistenza cardiovascolare e, soprattutto, capacità di assorbire e gestire gli impatti ricevuti sull’armatura.
    3. Chi Ama l’Integrazione Tecnica in un Contesto Agonistico: Adatto a chi apprezza la sfida di combinare striking, proiezioni e lotta a terra in modo fluido e continuo durante lo sparring e le competizioni.
    4. Persone con Mentalità Pragmatica e Competitiva: L’obiettivo principale è l’efficacia nel combattimento sportivo regolamentato dal Bōgu. La filosofia è quella del Budo (disciplina, rispetto), ma meno elaborata e centrale rispetto allo Shorinji Kempo.
    5. Chi Cerca un Allenamento Estremamente Impegnativo e Vigoroso.
  • A Chi NON È Indicato (o Meno Adatto):
    1. Chiunque sia Avverso al Contatto Fisico Duro: Nonostante le protezioni, gli impatti sono reali e l’allenamento è intenso. Non è un’arte marziale “morbida”.
    2. Persone Claustrofobiche o a Disagio con Equipaggiamento Ingombrante: Indossare e combattere con il Men (maschera) e il Do (corazza) può essere scomodo e richiede adattamento.
    3. Chi Cerca Profondità Filosofica o Spirituale: L’enfasi è primariamente sull’aspetto tecnico-atletico e combattivo.
    4. Chi Preferisce Allenamenti Tecnici a Bassa Intensità o Non Competitivi.
    5. Individui con Controindicazioni Mediche Specifiche per Sport ad Alto Impatto e Contatto Pieno: (Vedi Punto 16) I rischi legati a commozioni cerebrali (nonostante il Men) e a stress articolare/spinale sono presenti e richiedono ottima salute di base.

C. Altri Sistemi “Kenpō” (Generico):

  • L’idoneità dipende completamente dalla natura specifica della scuola incontrata in Italia. Bisogna valutare se si tratta di:
    • Una variante del Karate (valgono le indicazioni per quel tipo di Karate).
    • American Kenpo Karate (adatto a chi cerca autodifesa rapida basata su sequenze e principi specifici di quel sistema).
    • Un sistema eclettico moderno (valutarne il curriculum, l’intensità, il focus – autodifesa? fitness? tradizione?).

Considerazioni Generali per la Scelta:

  • Valutazione Medica Preventiva: Indispensabile per qualsiasi forma di Kenpō, data la presenza di striking e/o contatto fisico intenso. Informare il medico sullo stile specifico.
  • Coerenza con gli Obiettivi Personali: Chiedersi cosa si cerca primariamente: autodifesa? competizione? fitness? disciplina mentale? filosofia? sviluppo spirituale? tradizione? La risposta guiderà verso lo stile più appropriato.
  • Importanza della Prova: Visitare i Dōjō, parlare con gli istruttori, e fare una o più lezioni di prova è il modo migliore per capire se l’ambiente, il metodo di insegnamento e il tipo di pratica corrispondono alle proprie aspettative e capacità.
  • Qualità dell’Istruzione: Ricercare sempre istruttori qualificati, con credenziali verificabili all’interno delle organizzazioni ufficiali (FISK/WSKO per Shorinji Kempo, associazioni nazionali/internazionali per Nippon Kempo).

Conclusione: Percorsi Diversi per Esigenze Diverse

In sintesi, l’idoneità alla pratica del “Kenpō Giapponese” varia radicalmente a seconda del sistema scelto:

  • Lo Shorinji Kempo è particolarmente indicato per chi cerca un percorso Budo olistico, che unisca autodifesa efficace (striking e grappling), sviluppo fisico e mentale, una forte componente etico-filosofica (Kongo Zen) e un ambiente comunitario collaborativo, essendo accessibile a un’ampia gamma di persone.
  • Il Nippon Kempo si rivolge invece a individui atleticamente preparati e mentalmente resilienti, attratti dal combattimento full-contact integrato, reso più sicuro dall’uso dell’armatura protettiva (Bōgu), con un focus primario sull’efficacia sportiva e combattiva.

Una scelta informata, basata sulla comprensione delle profonde differenze tra questi sistemi, sull’analisi dei propri obiettivi e limiti (verificati medicalmente), e sulla ricerca di un insegnamento qualificato, è essenziale per intraprendere con successo e soddisfazione il proprio percorso nel Kenpō Giapponese disponibile in Italia.

16. Considerazioni sulla sicurezza

1. Introduzione: Sicurezza Dipendente dal Sistema Specifico

La sicurezza nella pratica del Kenpō Giapponese è un argomento che deve essere affrontato distintamente per ciascun sistema principale, poiché le metodologie di allenamento, il livello di contatto consentito e le attrezzature protettive utilizzate differiscono radicalmente, influenzando notevolmente il profilo di rischio. In generale, come per ogni arte marziale o sport da combattimento, la sicurezza dipende da una combinazione di fattori: qualità dell’insegnamento, rispetto delle regole, preparazione fisica, uso corretto delle protezioni (se previste) e responsabilità individuale.

A. Sicurezza nello Shorinji Kempo (少林寺拳法): Enfasi su Controllo, Cooperazione e Principi Budo

Lo Shorinji Kempo pone una forte enfasi sulla sicurezza, integrata nella sua filosofia e metodologia didattica:

  1. Filosofia della Sicurezza: Principi come Riki Ai Funi (Forza e Amore/Compassione Inseparabili) e Fusatsu Katsujin (Non Uccidere, ma Far Vivere/Rivitalizzare) guidano la pratica verso la neutralizzazione efficace ma controllata dell’aggressione, con l’obiettivo ideale di proteggere anche l’attaccante da danni eccessivi. Il principio di Jita Kyōraku (Benessere Reciproco) si applica anche alla sicurezza tra partner di allenamento.
  2. Metodologia Didattica:
    • Pratica a Coppie Strutturata (Embu/Hokei): Questo metodo centrale di apprendimento, essendo pre-arrangiato, permette ai partner di conoscere le azioni reciproche, riducendo l’imprevedibilità e focalizzandosi sull’esecuzione tecnica corretta e sicura. Si impara a controllare le proprie tecniche e a ricevere quelle del compagno in modo appropriato.
    • Randori Controllato: Lo sparring libero nello Shorinji Kempo (Randori o Kōbōnon è un combattimento “all-out”. È una forma di pratica applicativa con regole precise, intensità modulata e forte supervisione del Sensei, finalizzata all’apprendimento tecnico e tattico in un contesto dinamico ma sicuro. Il contatto fisico (specialmente per le tecniche Goho/striking) è generalmente molto controllato.
    • Progressione Graduale: Le tecniche, specialmente quelle più complesse o potenzialmente rischiose del Jūhō (leve, proiezioni), vengono insegnate progressivamente, assicurandosi che le basi (incluse le cadute – Ukemi) siano state assimilate.
  3. Analisi dei Rischi Specifici (Shorinji Kempo):
    • Tecniche Jūhō (Leve/Proiezioni): Presentano i rischi intrinseci del grappling: distorsioni, lussazioni (polsi, gomiti, spalle) se le leve sono applicate scorrettamente, troppo velocemente o se non si rispetta la resa; traumi da caduta se le Ukemi sono errate.
    • Tecniche Gōhō (Striking): Nella pratica a coppie controllata, il rischio è limitato a contusioni o impatti accidentali se il controllo viene meno. Nella pratica al sacco o colpitori, il rischio è principalmente l’auto-infortunio (mani, polsi) se la tecnica è scorretta.
    • Condizionamento: Se praticati, esercizi di condizionamento (Kitae) o al Makiwara (meno comune che nel Karate Okinawense) comportano rischi se non eseguiti con estrema gradualità e tecnica perfetta sotto guida esperta.
  4. Misure Preventive Chiave: La sicurezza nello Shorinji Kempo si basa principalmente su: Istruzione qualificata (standard WSKO/FISK), cultura del rispetto e della cooperazione nel dōin, enfasi sul controllo tecnico in tutte le fasi, apprendimento delle Ukemi, e progressione didattica sicura. Non si fa affidamento su protezioni pesanti per lo sparring.
  5. Valutazione Complessiva: Grazie a questo approccio, lo Shorinji Kempo è generalmente considerato un’arte marziale relativamente sicura, che permette di studiare un ampio spettro di tecniche (striking e grappling) con un rischio di infortuni gravi contenuto, se praticata secondo i suoi principi e sotto guida competente.

B. Sicurezza nel Nippon Kempo (日本拳法): Sicurezza Affidata all’Armatura (Bōgu)

L’approccio del Nippon Kempo alla sicurezza è radicalmente diverso, basandosi sull’uso di protezioni esterne per permettere un contatto pieno.

  1. Filosofia della Sicurezza: Permettere un combattimento realistico e full-contact (includendo striking, proiezioni, terra) minimizzando gli infortuni più gravi (tagli, fratture facciali, danni oculari/dentali) grazie all’uso dell’armatura protettiva (Bōgu – 防具).
  2. Ruolo Cruciale del Bōgu:
    • Protezione Offerta: Il Men (maschera metallica), il Do (corazza), i Kurobu (guantoni) e il Mata dare (parapetto) assorbono o deviano gran parte della forza degli impatti, permettendo di scambiare colpi potenti (pugni, calci) anche alla testa e al corpo.
    • Limitazioni del Bōgu: È fondamentale essere consapevoli che le protezioni:
      • NON eliminano il rischio di Commozione Cerebrale: Colpi molto potenti alla testa, anche sul Men, possono comunque trasmettere forze sufficienti a causare un KO o una commozione.
      • Non coprono tutto: Gli arti (braccia, gambe) sono meno protetti e soggetti a contusioni o traumi da blocco/impatto. Le articolazioni rimangono vulnerabili durante proiezioni e lotta a terra (leve, strangolamenti).
      • Possono essere ingombranti: Limitano parzialmente la visuale e la mobilità, potendo contribuire a movimenti o cadute goffe.
  3. Analisi dei Rischi Specifici (Nippon Kempo):
    • Commozione Cerebrale: Rimane il rischio più significativo, data la natura full-contact dei colpi consentiti alla testa. Richiede grande attenzione, protocolli di gestione e consapevolezza dei sintomi.
    • Traumi da Impatto (Contusioni, Ematomi): Molto comuni su corpo e arti, nonostante le protezioni. Possibili fratture (costole, dita, piedi) per colpi particolarmente potenti o bloccati male.
    • Infortuni Articolari: Rischi standard del grappling e delle proiezioni (distorsioni, lussazioni) durante le fasi di lotta corpo a corpo o a terra. Lo stress su ginocchia e caviglie durante gli spostamenti rapidi e le proiezioni è elevato.
    • Infortuni alla Colonna Cervicale/Spinale: Rischi presenti a causa delle forze in gioco nelle proiezioni, nella lotta e negli impatti.
  4. Misure Preventive Chiave: La sicurezza nel Nippon Kempo si affida a:
    • Uso Corretto e Obbligatorio del Bōgu: L’armatura deve essere completa, omologata, in buono stato e indossata correttamente.
    • Condizionamento Fisico Estremo: Necessario per sopportare l’intensità dello sparring e resistere agli impatti.
    • Tecnica Adeguata: Imparare a colpire e a muoversi efficacemente con l’armatura, e a cadere nel modo più sicuro possibile.
    • Arbitraggio Rigoroso: Far rispettare le regole che vietano tecniche particolarmente pericolose (es. certi attacchi alle articolazioni, colpi alla schiena o dopo il “Matte”).
    • Supervisione dell’Allenamento: Gestione dell’intensità dello sparring, accoppiamento equilibrato dei praticanti.
    • Idoneità Medica e Gestione Concussioni: Verifica medica preventiva e protocolli chiari per la gestione dei sospetti traumi cranici.
  5. Valutazione Complessiva: Il Nippon Kempo è uno sport da combattimento full-contact ad alta intensità. L’uso del Bōgu lo rende significativamente più sicuro rispetto a combattimenti full-contact senza protezioni adeguate per quanto riguarda ferite aperte e fratture superficiali (specialmente al viso), ma non elimina i rischi intrinseci legati agli impatti potenti, in particolare il rischio di commozione cerebrale e lo stress articolare/spinale. Richiede un’ottima preparazione fisica e una buona tolleranza al contatto duro.

C. Sicurezza in Altri Sistemi “Kenpō”

Per altri sistemi meno definiti che usano il nome Kenpō, la sicurezza dipende interamente da:

  • Il curriculum tecnico specifico (include tecniche pericolose? leve? proiezioni?).
  • La metodologia di allenamento (enfasi su Kata? Drills controllati? Sparring libero?).
  • Il livello di contatto consentito nello sparring.
  • L’uso (o meno) di protezioni.
  • Soprattutto, la qualifica, l’esperienza e la responsabilità dell’istruttore.

Conclusione: Sicurezza Legata alla Metodologia

In conclusione, le considerazioni sulla sicurezza nel “Kenpō Giapponese” variano profondamente:

  • Lo Shorinji Kempo persegue la sicurezza attraverso il controllo tecnico, la cooperazione nella pratica a coppie (Embu) e una filosofia etica forte, risultando relativamente sicuro pur trattando tecniche potenzialmente pericolose.
  • Il Nippon Kempo persegue la sicurezza nel full-contact attraverso l’uso obbligatorio dell’armatura (Bōgu), che mitiga molti rischi ma non elimina quelli legati agli impatti violenti (specialmente concussioni) e alle sollecitazioni articolari.

Per qualsiasi forma di Kenpō praticata in Italia, la scelta di un istruttore qualificato e responsabile, la verifica della propria idoneità medica, la progressione graduale nell’apprendimento e nell’intensità, e il rispetto delle regole e dei partner di allenamento rimangono i pilastri fondamentali per una pratica il più possibile sicura e gratificante.

17. Controindicazioni

1. Introduzione: Valutazione Medica Specifica per Sistemi Diversi

Il Kenpō Giapponese non è un’entità unica, ma comprende sistemi con metodologie e livelli di impatto molto diversi. Pertanto, le controindicazioni alla pratica devono essere valutate specificamente per lo stile che si intende intraprendere, principalmente Shorinji Kempo o Nippon Kempo, data la loro differente natura.

Disclaimer Medico Imperativo e Assoluto: Le informazioni che seguono sono una guida generale e non sostituiscono in alcun modo una diagnosi e una valutazione medica personalizzata e informata. Data l’intensità e la natura di contatto (variabile) del Kenpō, è assolutamente indispensabile consultare il proprio medico curante e medici specialisti (medico dello sport, cardiologo, ortopedico, neurologo, oculista, ecc.), descrivendo nel dettaglio il tipo specifico di Kenpō e di allenamento previsto (es. contatto pieno con armature, leve articolari, ecc.), prima di iniziare la pratica. In Italia, il certificato medico sportivo è un requisito legale ma potrebbe non bastare senza una comunicazione completa dei rischi specifici al medico. Ignorare le controindicazioni può esporre a rischi gravissimi per la salute.

A. Controindicazioni per lo Shorinji Kempo (少林寺拳法) (Sistema olistico che integra striking controllato – Goho, grappling/leve/svincoli – Juho, e filosofia Zen. L’enfasi è sul controllo, la cooperazione e l’autodifesa efficace ma etica. Lo sparring Randori è controllato.)

  • Muscoloscheletriche:
    • Assolute: Patologie spinali gravi con instabilità (specie cervicale), gravi instabilità articolari non corrette (spalle, gomiti, polsi sono particolarmente sollecitate dal Jūhō), osteoporosi severa, artriti infiammatorie acute, fratture/chirurgie maggiori recenti senza nulla osta specifico.
    • Relative (Richiedono valutazione specialistica e possibili adattamenti/limitazioni): Artrosi (polsi, gomiti, spalle, anche, ginocchia, colonna – possono essere aggravate da Jūhō o Goho), tendinopatie croniche (possono peggiorare con movimenti ripetitivi Goho/Juho), storia di ernie discali (valutare rischi da torsioni/proiezioni/cadute), limitazioni significative della mobilità articolare che impediscono l’esecuzione sicura delle tecniche Jūhō.
  • Neurologiche:
    • Assolute: Epilessia non controllata, gravi disturbi dell’equilibrio, malattie degenerative avanzate.
    • Relative: Epilessia controllata (valutare rischi), storia di commozioni cerebrali (il rischio di impatti diretti alla testa è basso nello sparring controllato SK, ma cadute accidentali sono possibili), Sclerosi Multipla stabile (gestire fatica). Neuropatie che influenzano presa/sensibilità.
  • Cardiovascolari:
    • Assolute: Cardiopatie gravi instabili/scompensate, ipertensione severa non controllata, eventi acuti recenti.
    • Relative: Condizioni stabili/controllate richiedono nulla osta cardiologico per attività fisica dinamica di intensità moderata-intensa.
  • Oftalmologiche: Alto rischio di distacco retina, glaucoma instabile, chirurgia recente.
  • Altre: Gravidanza, infezioni acute, gravi disturbi psichiatrici instabili, gravi disturbi della coagulazione.
  • Specifiche SK: Incapacità di comprendere e rispettare le regole di sicurezza nella pratica a coppie (Embu/Randori), incapacità di eseguire le Ukemi (cadute) basilari per la sicurezza nelle tecniche Jūhō.

B. Controindicazioni per il Nippon Kempo (日本拳法) (Sistema full-contact praticato con armature protettive (Bōgu). Implica impatti potenti, proiezioni e lotta a terra. Richiede alta prestanza fisica e tolleranza al contatto duro.)

  • Muscoloscheletriche:
    • Assolute: Soglia più bassa rispetto allo Shorinji Kempo. Include tutte le controindicazioni assolute di SK, ma probabilmente anche problemi spinali moderati-gravi (alto rischio da impatti/proiezioni), instabilità articolari significative (anche se compensate, l’impatto può essere problematico), osteoporosi anche moderataprotesi articolari (generalmente controindicate per sport da combattimento full-contact). Il recupero post-chirurgico/frattura richiede un nulla osta specifico per sport da combattimento full-contact con impatti ripetuti.
    • Relative: Artrosi (quasi certamente aggravata), tendinopatie (alto rischio di peggioramento), storia di ernie discali (rischio elevato). L’obesità grave aumenta notevolmente lo stress cardiovascolare e articolare sotto impatto.
  • Neurologiche:
    • Assolute: Come per SK, ma QUALSIASI storia significativa di commozioni cerebrali o sindrome post-commozionale dovrebbe essere considerata una controindicazione assoluta o estremamente forte, dato che i colpi alla testa (pur protetta dal Men) sono permessi e frequenti, e il rischio commotivo non è eliminato. Epilessia (anche se controllata) presenta rischi molto elevati.
    • Relative: Solo per condizioni neurologiche minime e stabili, con valutazione specialistica estremamente cauta e probabili limitazioni severe sulla pratica dello sparring.
  • Cardiovascolari:
    • Assolute: Come per SK.
    • Relative: Richiedono nulla osta cardiologico specifico per attività sportiva agonistica ad altissima intensità, di tipo intermittente e con contatto pieno. Portatori di pacemaker/ICD sono quasi certamente controindicati per gli impatti diretti sul Do (corazza).
  • Oftalmologiche: Come per SK, ma il rischio da scossoni/impatti (anche indiretti) alla testa è probabilmente maggiore. Qualsiasi condizione che limiti significativamente la visione attraverso la griglia del Men è una controindicazione pratica.
  • Ematologiche: Come per SK, ma il rischio di ematomi estesi o sanguinamenti interni da impatti potenti (anche attraverso il Bogu) rende le terapie anticoagulanti o i disturbi della coagulazione controindicazioni relative molto forti, se non assolute, per lo sparring.
  • Altre: Gravidanza (Assoluta), Infezioni/Febbre (Temporanea Assoluta), Gravi Disturbi Psichiatrici (Assoluta).
  • Specifiche NK: Intolleranza fisica o psicologica all’uso dell’armatura protettiva (Bōgu) pesante e potenzialmente restrittiva. Mancanza del livello minimo di condizionamento fisico per sopportare lo sparring in sicurezza.

C. Controindicazioni per Altri Sistemi “Kenpō” (Generico):

  • Dipendono interamente dalla natura di questi sistemi (spesso eclettici o varianti del Karate/Jujutsu):
    • Se simili al Karate tradizionale/sportivo: valgono controindicazioni simili.
    • Se focalizzati su autodifesa Gendai: valgono controindicazioni simili a Gendai Jūjutsu.
    • Se includono contatto pieno senza protezioni adeguate: i rischi e le controindicazioni aumentano notevolmente.
    • È fondamentale informarsi sulla specifica metodologia di allenamento e sul livello di contatto previsto.

Valutazione Medica Indispensabile e Specifica in Italia:

Si ribadisce con forza:

  1. Il certificato medico (agonistico o non agonistico) è obbligatorio ma deve essere rilasciato da un medico informato nel dettaglio sul tipo di Kenpō e sulle attività previste (es. “Shorinji Kempo con tecniche di leva e sparring controllato”, oppure “Nippon Kempo con combattimento full-contact in armatura”).
  2. In presenza di qualsiasi condizione medica preesistente menzionata (anche se relativa) o di qualsiasi sintomo dubbio (dolori articolari, affanno, vertigini, ecc.), è indispensabile una visita specialistica mirata (ortopedico, fisiatra, cardiologo, neurologo, oculista) per ottenere un parere sull’idoneità specifica a quel tipo di Kenpō.
  3. L’istruttore ha la responsabilità di richiedere l’idoneità medica e di agire con prudenza, adattando o rifiutando la pratica se i rischi sono troppo alti.

Conclusione: Rischi Diversi, Cautela Necessaria

Le controindicazioni alla pratica del Kenpō Giapponese variano in modo sostanziale a seconda del sistema considerato. Lo Shorinji Kempo, pur richiedendo buona salute, è generalmente più accessibile grazie al suo focus sul controllo e sulla cooperazione, con controindicazioni simili a quelle di altre arti marziali integrate. Il Nippon Kempo, data la sua natura di combattimento full-contact in armatura, presenta controindicazioni più stringenti, specialmente riguardo a condizioni neurologiche (storia di commozioni), spinali, articolari e cardiovascolari che mal tollerano impatti ripetuti e sforzi massimali. Per qualsiasi forma di Kenpō, una valutazione medica preventiva, accurata e specifica è un prerequisito irrinunciabile per garantire che la pratica sia intrapresa in sicurezza e non comporti rischi inaccettabili per la salute del praticante in Italia.

18. Conclusioni

Il termine Kenpō Giapponese (拳法) si riferisce a un insieme di arti marziali con radici storiche legate ai “Metodi del Pugno” cinesi (Quan Fa), che hanno influenzato lo sviluppo del Karate ma hanno anche dato vita a sistemi moderni giapponesi distinti. Il più importante e diffuso a livello internazionale è lo Shorinji Kempo (少林寺拳法), fondato da Doshin So, che rappresenta un Budo olistico unico, integrando tecniche di striking (Gōhō), grappling/svincoli (Jūhō) e metodi terapeutici (Seihō) con una profonda filosofia Kongo Zen mirata allo sviluppo equilibrato dell’individuo e al contributo sociale. Un altro sistema giapponese rilevante è il Nippon Kempo, focalizzato sul combattimento full-contact con protezioni (Bōgu). Entrambi sono presenti in Italia, sebbene lo Shorinji Kempo abbia una diffusione e una struttura organizzativa (tramite la FISK) più capillare. Il Kenpō giapponese offre quindi percorsi marziali diversi, accomunati dall’importanza data alle tecniche di pugno ma distinti per filosofia, metodologia e finalità.

19. Fonti

  • Sito ufficiale della World Shorinji Kempo Organization (WSKO) (shorinjikempo.or.jp)
  • Sito ufficiale della Federazione Italiana Shorinji Kempo (FISK) (shorinjikempo.it)
  • Siti ufficiali delle organizzazioni internazionali e nazionali di Nippon Kempo.
  • Libri sulla vita e la filosofia di Doshin So (fondatore dello Shorinji Kempo).
  • Manuali tecnici e filosofici sullo Shorinji Kempo pubblicati dalla WSKO.
  • Fonti accademiche e enciclopediche sulle arti marziali giapponesi moderne.
  • Risorse specifiche su altre scuole minori giapponesi che utilizzano il nome Kenpō.

20. Disclaimer

Le informazioni contenute in questa pagina sono fornite a scopo informativo generale sul Kenpō Giapponese, con particolare riferimento allo Shorinji Kempo e al Nippon Kempo. Data la diversità dei sistemi che possono usare il termine “Kenpō”, si raccomanda ai potenziali praticanti di ricercare attentamente lo stile specifico e la qualifica dell’istruttore della scuola a cui sono interessati. La pratica di qualsiasi arte marziale, specialmente quelle che prevedono contatto fisico, richiede una guida qualificata e un’adeguata preparazione fisica. È indispensabile consultare un medico per valutare la propria idoneità fisica prima di iniziare. L’autore di questa pagina non si assume responsabilità per danni o infortuni derivanti da uso improprio delle informazioni o da pratica non supervisionata/inadeguata.

a cura di F. Dore – 2025

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