Tabella dei Contenuti
1. Cosa è
Il Karate-dō (空手道), letteralmente “la via (dō) della mano (te) vuota (kara)”, è un’arte marziale originaria dell’isola di Okinawa (Giappone), sviluppatasi come metodo di autodifesa a mani nude. Combina tecniche di pugno, calcio, colpi di gomito e ginocchio, parate e posizioni specifiche. Oltre all’aspetto fisico e tecnico, il Karate-dō pone grande enfasi sullo sviluppo del carattere, sulla disciplina mentale, sul rispetto e sull’autocontrollo, incarnando una vera e propria filosofia di vita.
2. Caratteristiche, filosofia e aspetti chiave
- Arte Marziale Completa: Coinvolge tutto il corpo con tecniche offensive (pugni, calci, colpi a mano aperta, gomitate, ginocchiate) e difensive (parate).
- Importanza delle Posizioni (Dachi): Fondamentali per la stabilità, la generazione di potenza e la mobilità.
- Kime: La focalizzazione dell’energia fisica e mentale in un singolo istante, al culmine di una tecnica.
- Zanshin: Stato di consapevolezza e attenzione continua, anche dopo l’esecuzione di una tecnica.
- Filosofia del “Dō” (Via): Il Karate non è solo combattimento, ma un percorso di crescita personale, volto al miglioramento del carattere, all’umiltà, al rispetto, alla perseveranza e alla pace interiore. Il celebre Dōjō Kun (precetti del luogo di pratica) riassume questi principi.
- Autodifesa: Nasce come sistema di difesa personale efficace e realistico.
- Disciplina e Rispetto: Elementi centrali in ogni aspetto della pratica, dal saluto (Rei) all’interazione con il maestro (Sensei) e i compagni.
3. La storia
Le origini del Karate risalgono alle antiche arti marziali cinesi (Kenpō) e alle tecniche di combattimento autoctone di Okinawa, conosciute come Te (mano) o Tōde (mano cinese/Tang). L’isola di Okinawa, per la sua posizione strategica, fu un crocevia di scambi culturali e commerciali, assorbendo influenze dalla Cina.
Divieti sull’uso delle armi imposti a più riprese sull’isola stimolarono lo sviluppo di metodi di combattimento a mani nude. Maestri come Sakugawa Kanga (“Tōde” Sakugawa) e Sōkon Matsumura (“Bushi” Matsumura) sono considerati figure chiave nello sviluppo delle prime forme organizzate.
Nel tardo XIX e inizio XX secolo, il Maestro Ankō Itosu giocò un ruolo fondamentale nel sistematizzare e introdurre il Karate nelle scuole pubbliche di Okinawa, semplificando alcuni Kata per renderli adatti all’insegnamento di massa (creando i Pinan/Heian Kata).
Fu Gichin Funakoshi, allievo di Itosu e di Anko Asato, a introdurre formalmente il Karate nel Giappone continentale nei primi anni ’20 del XX secolo, modificando il nome da 唐手 (Tōde/Karate – “mano cinese”) a 空手 (Karate – “mano vuota”) per facilitarne l’accettazione nella cultura giapponese e sottolinearne l’aspetto filosofico legato al concetto buddista di “vuoto”.
4. Il Fondatore
Sebbene il Karate sia il risultato di un’evoluzione secolare e del contributo di molti maestri okinawensi, Gichin Funakoshi (船越 義珍, 1868–1957) è universalmente riconosciuto come il padre del Karate moderno e il fondatore dello stile Shotokan, uno degli stili più diffusi al mondo.
Nato a Shuri, Okinawa, Funakoshi iniziò a praticare il Karate in giovane età sotto la guida dei maestri Ankō Asato e Ankō Itosu. Insegnante di professione, si dedicò con passione alla diffusione del Karate. Nel 1922, su invito del Ministero dell’Educazione giapponese, tenne una dimostrazione a Tokyo che suscitò grande interesse. Decise quindi di rimanere in Giappone per insegnare e promuovere l’arte.
Fondò il suo primo dōjō a Tokyo nel 1936, chiamandolo Shotokan (Shōtō – “onde di pino”, era il suo pseudonimo da poeta; Kan – “sala”). Funakoshi enfatizzò gli aspetti filosofici e morali del Karate, vedendolo come un mezzo per forgiare il carattere. È famoso per i suoi “Venti Principi del Karate” (Nijū kun) che sottolineano l’importanza dell’umiltà, del rispetto, della compassione e della non-violenza.
5. Maestri Famosi
Oltre a Gichin Funakoshi, molti altri grandi maestri hanno contribuito alla storia e allo sviluppo del Karate:
- Kenwa Mabuni (摩文仁 賢和, 1889–1952): Fondatore dello stile Shitō-ryū, allievo di Itosu e di Kanryō Higaonna. Il suo stile è noto per conservare un vastissimo numero di Kata.
- Chōjun Miyagi (宮城 長順, 1888–1953): Fondatore dello stile Gōjū-ryū (“stile duro-morbido”), allievo di Kanryō Higaonna. Il suo stile enfatizza la respirazione e le tecniche a corta distanza.
- Hironori Ōtsuka (大塚 博紀, 1892–1982): Fondatore dello stile Wadō-ryū (“via dell’armonia”), allievo di Funakoshi ma anche esperto di Jujutsu. Il suo stile integra principi del Jujutsu come l’evasione (Tai Sabaki).
- Masutatsu Ōyama (大山 倍達, 1923–1994): Fondatore dello stile Kyokushinkai, noto per l’enfasi sul combattimento a contatto pieno e sulla resistenza fisica e mentale.
- Masatoshi Nakayama (中山 正敏, 1913–1987): Allievo di Funakoshi, fu capo istruttore della Japan Karate Association (JKA) e contribuì enormemente alla diffusione globale dello Shotokan e alla sua standardizzazione tecnica e scientifica.
- Hidetaka Nishiyama (西山 英峻, 1928–2008): Altro importante allievo di Funakoshi, fondamentale per la diffusione del Karate tradizionale negli Stati Uniti e a livello internazionale.
- Hirokazu Kanazawa (金澤 弘和, 1931–2019): Uno dei più celebri maestri Shotokan a livello mondiale, fondatore della Shotokan Karate-Do International Federation (SKIF).
6. Leggende, curiosità, storie e aneddoti
- Ikken Hissatsu (一拳必殺): “Uccidere con un solo colpo”. Questo ideale, spesso associato al Karate tradizionale, non va inteso letteralmente, ma sottolinea l’importanza di eseguire ogni tecnica con la massima determinazione ed efficacia, come se fosse l’unica e decisiva.
- Origine dei Kata: Molti Kata hanno nomi evocativi (es. Kankū Dai – “Guardare il cielo”, Bassai Dai – “Assaltare la fortezza”) e si dice che le loro sequenze derivino da antiche forme cinesi o commemorino eventi e maestri del passato.
- Le Prove di Forza di Oyama: Masutatsu Ōyama divenne leggendario per le sue dimostrazioni di forza, come combattere contro tori (anche se ci sono controversie su questi racconti) e rompere pietre o mattoni a mani nude (Tameshiwari).
- Il Karate e le Olimpiadi: Dopo decenni di tentativi, il Karate ha fatto il suo debutto olimpico ai Giochi di Tokyo 2020 (svoltisi nel 2021), nelle specialità Kata (forme) e Kumite (combattimento). Tuttavia, non è stato confermato per le Olimpiadi successive.
- “Karate Kid” (Per vincere domani): Il famoso film del 1984 (e i suoi seguiti/reboot/serie TV) ha popolarizzato enormemente il Karate in Occidente, anche se con alcune rappresentazioni romanzate. Il personaggio del Maestro Miyagi (ispirato a Chōjun Miyagi) ha trasmesso valori positivi dell’arte marziale.
7. Tecniche
Le tecniche (Waza) del Karate si dividono principalmente in:
- Uke-waza (受け技): Tecniche di Parata
- Age-uke (parata alta)
- Soto-uke (parata dall’esterno verso l’interno)
- Uchi-uke (parata dall’interno verso l’esterno)
- Gedan-barai (parata bassa)
- Shuto-uke (parata con il taglio della mano)
- Tsuki-waza (突き技): Tecniche di Pugno
- Choku-zuki (pugno diretto)
- Gyaku-zuki (pugno opposto alla gamba avanzata)
- Oi-zuki (pugno同侧 alla gamba avanzata)
- Kizami-zuki (pugno frustato con il braccio avanzato)
- Uchi-waza (打ち技): Tecniche di Percossa (diverse dal pugno diretto)
- Uraken-uchi (colpo con il dorso del pugno)
- Tettsui-uchi (colpo a martello)
- Shuto-uchi (colpo con il taglio della mano)
- Empi-uchi (colpo di gomito)
- Keri-waza (蹴り技): Tecniche di Calcio
- Mae-geri (calcio frontale)
- Mawashi-geri (calcio circolare)
- Yoko-geri (calcio laterale – keage: frustato, kekomi: spinto)
- Ushiro-geri (calcio all’indietro)
- Mikazuki-geri (calcio a luna crescente)
- Dachi-waza (立ち技): Posizioni
- Zenkutsu-dachi (posizione avanzata lunga)
- Kokutsu-dachi (posizione arretrata)
- Kiba-dachi (posizione del cavaliere)
- Fudo-dachi / Sōchin-dachi (posizione radicata)
- Nekoashi-dachi (posizione del gatto)
8. I Kata
I Kata (型) sono sequenze preordinate di tecniche (parate, pugni, calci, posizioni) eseguite contro avversari immaginari. Sono il cuore della pratica del Karate tradizionale e servono a:
- Preservare e tramandare le tecniche e i principi dell’arte.
- Sviluppare equilibrio, coordinazione, ritmo e controllo del corpo.
- Allenare la respirazione corretta.
- Migliorare la concentrazione e la consapevolezza spaziale.
- Comprendere l’applicazione pratica delle tecniche (Bunkai).
Ogni stile di Karate ha il proprio set di Kata. Alcuni Kata fondamentali e comuni a più stili (con variazioni) sono:
- Serie Heian (Shotokan) / Pinan (Shitō-ryū, Wadō-ryū): 5 Kata di base creati da A. Itosu.
- Serie Tekki (Shotokan) / Naihanchi (altri stili): 3 Kata eseguiti su una linea laterale.
- Bassai Dai (“Assaltare la fortezza”)
- Kankū Dai (“Guardare il cielo”)
- Enpi (“Volo di rondine”)
- Jion, Jitte, Ji’in (derivati da templi o tradizioni monastiche)
- Gojūshiho Dai e Gojūshiho Shō (“54 passi”)
- Sanchin e Tensho (tipici del Gōjū-ryū, focalizzati su respirazione e contrazione)
- Seienchin, Seipai (comuni in Gōjū-ryū e Shitō-ryū)
L’analisi e l’applicazione pratica delle tecniche contenute nei Kata si chiama Bunkai.
9. Una tipica seduta di allenamento
Una lezione di Karate (Keiko) in un Dōjō segue generalmente una struttura consolidata:
- Saluto Iniziale (Rei): Si inizia e si finisce con un saluto formale, in piedi (Ritsurei) e/o in ginocchio (Zarei), verso il fronte del Dōjō (Shōmen) e verso il Maestro (Sensei ni rei) e talvolta verso i compagni più anziani (Senpai ni rei). Esprime rispetto e prepara mentalmente alla pratica.
- Riscaldamento (Junbi Undō): Esercizi ginnici e stretching per preparare il corpo allo sforzo fisico e prevenire infortuni.
- Kihon (基本): Fondamentali: Pratica ripetuta di tecniche di base (parate, pugni, calci, posizioni) eseguite sul posto o in movimento, singolarmente o in combinazione. È essenziale per costruire una solida base tecnica.
- Kata (型): Forme: Studio, pratica e perfezionamento dei Kata, individualmente o in gruppo. Può includere lo studio del Bunkai (applicazione).
- Kumite (組手): Combattimento: Pratica con un partner, che può assumere diverse forme:
- Kihon Kumite: Combattimento prestabilito (es. Gohon Kumite – 5 passi, Sanbon Kumite – 3 passi, Kihon Ippon Kumite – 1 passo) per apprendere distanza, tempismo e controllo.
- Jiyū Ippon Kumite: Combattimento semi-libero su un attacco dichiarato.
- Jiyū Kumite: Combattimento libero (con regole specifiche per la sicurezza, specialmente nel Karate sportivo).
- Esercizi Supplementari (Hojo Undō): Talvolta inclusi, possono comprendere esercizi di potenziamento specifici (es. con Makiwara – palo per colpire), esercizi a coppie, ecc.
- Defaticamento (Cool-down): Esercizi leggeri e stretching finale.
- Saluto Finale (Rei): Conclude la lezione, ringraziando per l’insegnamento e la pratica condivisa. A volte si recita il Dōjō Kun.
L’uso del Kiai (urlo/grido) accompagna spesso le tecniche per esprimere energia e focalizzazione.
10. Gli stili e le scuole
Dal Karate introdotto da Funakoshi e dagli insegnamenti degli altri maestri okinawensi, sono nati diversi stili (Ryūha), ognuno con caratteristiche tecniche e filosofiche leggermente diverse. I quattro stili principali riconosciuti dalla Japan Karatedo Federation (JKF) e dalla World Karate Federation (WKF) sono:
- Shotokan (松濤館): Fondato da Gichin Funakoshi. Caratterizzato da posizioni lunghe e potenti, tecniche lineari e potenti, enfasi sul Kime e sul combattimento a lunga e media distanza. È lo stile più diffuso al mondo.
- Gōjū-ryū (剛柔流): Fondato da Chōjun Miyagi. “Stile duro-morbido”, combina tecniche potenti e lineari con movimenti morbidi e circolari. Enfatizza la respirazione addominale (Ibuki), le posizioni corte e stabili (Sanchin dachi) e il combattimento a corta distanza. Include esercizi di condizionamento fisico.
- Wadō-ryū (和道流): Fondato da Hironori Ōtsuka. “Via dell’armonia”, integra principi del Jujutsu giapponese come l’evasione (Tai Sabaki), gli squilibri (Kuzushi) e alcune proiezioni e leve articolari. Le posizioni sono generalmente più alte e naturali, favorendo la fluidità e la velocità.
- Shitō-ryū (糸東流): Fondato da Kenwa Mabuni. Stile che cerca di unire le caratteristiche delle due principali correnti okinawensi (Shuri-te di Itosu e Naha-te di Higaonna). Possiede il repertorio di Kata più vasto, con tecniche sia dure che morbide, lineari e circolari.
Altri stili importanti includono:
- Kyokushinkai (極真会): Fondato da Masutatsu Ōyama. Noto per l’allenamento estremamente duro, il combattimento a contatto pieno (spesso senza protezioni) e le prove di rottura (Tameshiwari).
- Uechi-ryū (上地流): Uno stile okinawense che discende dal Pangai-noon cinese. Enfatizza la corta distanza, le tecniche a mano aperta, il condizionamento del corpo e i colpi ai punti vitali.
- Isshin-ryū (一心流): Fondato da Tatsuo Shimabuku a Okinawa. Caratterizzato da posizioni naturali, pugni verticali e tecniche veloci.
- Shōrin-ryū (少林流): Termine generico che raggruppa diversi stili okinawensi che discendono dalla tradizione dello Shuri-te e Tomari-te.
11. La situazione in Italia
Il Karate è arrivato in Italia negli anni ’60 ed è oggi una delle arti marziali più praticate e popolari nel paese, con migliaia di praticanti e centinaia di Dōjō sparsi su tutto il territorio nazionale.
La FIJLKAM (Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali) è l’unica federazione riconosciuta dal CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) e dalla WKF (World Karate Federation) per la gestione del Karate sportivo e tradizionale a livello nazionale e per la partecipazione ai Giochi Olimpici (quando il Karate è nel programma). L’Italia ha una forte tradizione nel Karate sportivo (Kumite e Kata), con atleti che hanno ottenuto numerosi successi in competizioni europee e mondiali (es. Luigi Busà, medaglia d’oro a Tokyo 2020).
Oltre alla FIJLKAM, esistono numerose altre federazioni, enti di promozione sportiva (EPS) e associazioni private che promuovono diversi stili e approcci al Karate (tradizionale, sportivo, autodifesa), come ad esempio FIKTA (Federazione Italiana Karate Tradizionale e discipline Affini, legata storicamente alla JKA), FESIK (Federazione Educativa Sportiva Italiana Karate), FIAM (Federazione Italiana Arti Marziali), e molte altre legate a specifiche organizzazioni internazionali di stile (SKIF, ITKF, WSKF, IOGKF, WIKF, ecc.).
Questa varietà offre un’ampia scelta ai praticanti, ma può anche creare frammentazione.
12. Terminologia tipica
La pratica del Karate utilizza una terminologia specifica, prevalentemente in giapponese:
- Dōjō (道場): Luogo della Via (la palestra dove si pratica).
- Sensei (先生): Maestro, insegnante.
- Senpai (先輩): Allievo più anziano o di grado superiore.
- Kōhai (後輩): Allievo più giovane o di grado inferiore.
- Karate-gi (空手着): L’uniforme da pratica (spesso chiamato erroneamente Kimono).
- Obi (帯): Cintura, indica il grado del praticante.
- Rei (礼): Saluto.
- Oss/Osu (押忍): Interiezione comune con molti significati (sì, capisco, saluto, segno di rispetto e perseveranza). La sua origine e uso variano tra gli stili.
- Hajime (始め): Iniziare!
- Yame (止め): Fermarsi!
- Kiai (気合): Urlo/grido che unisce spirito ed energia.
- Kihon (基本): Tecniche fondamentali.
- Kata (型): Forma, esercizio di stile.
- Kumite (組手): Combattimento (lett. “incontro di mani”).
- Bunkai (分解): Analisi e applicazione delle tecniche del Kata.
- Makiwara (巻藁): Attrezzo tradizionale per allenare i colpi.
- Numeri: Ichi (1), Ni (2), San (3), Shi/Yon (4), Go (5), Roku (6), Shichi/Nana (7), Hachi (8), Kyū/Ku (9), Jū (10).
- Dan (段): Livello o grado (per le cinture nere).
- Kyū (級): Classe (per le cinture colorate, prima della nera).
13. Abbigliamento
L’abbigliamento standard per la pratica del Karate è il Karate-gi (空手着), composto da:
- Uwagi (上着): La giacca.
- Zubon (ズボン): I pantaloni.
- Obi (帯): La cintura.
Il Karate-gi è tipicamente di colore bianco (simbolo di purezza e semplicità), realizzato in cotone o misto cotone/poliestere, con tessuti di diverso peso (leggero per il Kumite, più pesante e robusto per Kata e pratica tradizionale).
L’Obi (cintura) viene legata sopra la giacca e serve a tenerla chiusa, ma soprattutto indica il grado (esperienza e conoscenza tecnica) del praticante. Il sistema di gradazione si divide in:
- Kyū (級): Gradi inferiori, rappresentati da cinture colorate. L’ordine dei colori varia leggermente tra stili e federazioni, ma una progressione comune è: Bianca, Gialla, Arancione, Verde, Blu, Marrone. Ci possono essere Kyū intermedi.
- Dan (段): Gradi superiori, rappresentati dalla cintura nera (Kuro Obi). I Dan vanno tipicamente dal 1° (Shodan) fino al 10° (Jūdan). I gradi Dan più alti (solitamente dal 6°/7° in su) sono spesso onorifici e riconosciuti a maestri di grande esperienza e contributo all’arte. Alcune scuole usano cinture di altri colori per i Dan più elevati (es. bianco-rossa, rossa).
Il raggiungimento della cintura nera (Shodan) non è un punto di arrivo, ma l’inizio di un apprendimento più profondo (“il primo passo”).
14. Armi
Il termine Karate significa “mano vuota”, e l’arte si concentra primariamente sul combattimento senz’armi. Tuttavia, parallelamente al Karate, a Okinawa si sviluppò un’arte marziale dedicata all’uso di armi tradizionali, spesso derivate da attrezzi agricoli o di uso comune: il Kobudō (古武道 – “antica via marziale”) di Okinawa.
Molti praticanti di Karate studiano anche il Kobudō, poiché le due arti condividono origini, principi posturali e di movimento. Le armi principali del Kobudō okinawense includono:
- Bō (棒): Bastone lungo (circa 180 cm).
- Sai (釵): Tridente metallico, usato solitamente in coppia.
- Tonfa (トンファー): Manico di macina, usato in coppia (ha ispirato il manganello della polizia).
- Nunchaku (ヌンチャク): Due bastoni corti uniti da una corda o catena (reso famoso da Bruce Lee).
- Kama (鎌): Falcetto, usato in coppia.
- Eku (櫂): Remo.
- Tekkō (鉄甲): Noccoliere metalliche.
Lo studio del Kobudō completa la formazione marziale, migliorando la coordinazione, la gestione della distanza e la comprensione dei principi di leva e potenza applicabili anche a mani nude.
15. A chi è indicato e a chi no
Il Karate-dō è un’attività estremamente versatile e adatta a una vasta gamma di persone:
- Bambini e Ragazzi: Ottimo per sviluppare coordinazione motoria, equilibrio, disciplina, rispetto delle regole e degli altri, autostima e capacità di concentrazione.
- Adulti: Eccellente per mantenersi in forma (migliora forza, flessibilità, resistenza cardiovascolare), imparare tecniche di autodifesa efficaci, gestire lo stress e sviluppare autocontrollo e consapevolezza.
- Donne: Utile per la forma fisica, l’autodifesa e l’acquisizione di sicurezza in sé stesse.
- Persone Anziane: Molti Dōjō offrono corsi adattati, focalizzati su movimenti più morbidi, equilibrio, flessibilità e mantenimento della mobilità articolare, oltre agli aspetti mentali e sociali.
Il Karate potrebbe non essere indicato per:
- Persone con gravi problemi articolari, cardiaci o altre condizioni mediche preesistenti che potrebbero essere aggravate da un’attività fisica intensa. È fondamentale consultare il proprio medico prima di iniziare.
- Individui che cercano unicamente uno sfogo per l’aggressività o che non sono disposti ad accettare la disciplina e la filosofia di rispetto intrinseche all’arte. Il Karate-dō è una via di autodifesa e auto-miglioramento, non di violenza gratuita.
16. Considerazioni sulla sicurezza
Come ogni attività fisica e arte marziale, il Karate comporta un certo rischio di infortuni se non praticato correttamente. Per minimizzare i rischi è essenziale:
- Scegliere un Dōjō qualificato: Assicurarsi che gli istruttori siano certificati e competenti, con esperienza nell’insegnamento a diversi livelli ed età.
- Riscaldamento e Defaticamento: Eseguire sempre un riscaldamento adeguato prima della lezione e un defaticamento alla fine.
- Progressione Graduale: Non cercare di forzare le tecniche o superare i propri limiti troppo in fretta. L’apprendimento è un processo graduale.
- Controllo nel Kumite: Nel combattimento (specialmente Jiyū Kumite), il controllo delle tecniche è fondamentale per evitare infortuni al partner. Nelle competizioni sportive si usano spesso protezioni (paradenti, guantini, paratibie, corpetto).
- Ascoltare il Proprio Corpo: Fermarsi in caso di dolore acuto o malessere e informare l’istruttore.
- Ambiente Sicuro: Il Dōjō deve essere pulito, sgombro da ostacoli e con una pavimentazione adeguata (tatami o parquet).
17. Controindicazioni
Le principali controindicazioni alla pratica del Karate sono legate a condizioni mediche preesistenti. È indispensabile il parere del medico curante prima di iniziare l’attività, in particolare in caso di:
- Problemi Cardiovascolari: Cardiopatie, ipertensione non controllata.
- Problemi Articolari e Ossei: Gravi forme di artrosi, artrite reumatoide, osteoporosi severa, ernie discali acute, recenti interventi chirurgici o traumi articolari/ossei.
- Problemi Respiratori: Asma grave o altre patologie respiratorie che possono essere scatenate dallo sforzo.
- Epilessia: Se non ben controllata farmacologicamente.
- Gravidanza: Sebbene alcune donne continuino a praticare con le dovute precauzioni e modifiche sotto supervisione medica e dell’istruttore, generalmente si sconsiglia di iniziare da zero o di praticare intensamente durante la gravidanza.
Un istruttore qualificato saprà adattare l’allenamento alle capacità individuali, ma la responsabilità primaria sulla propria idoneità fisica spetta al praticante e al suo medico.
18. Conclusioni
Il Karate-dō è molto più di un semplice insieme di tecniche di combattimento. È una disciplina completa che forgia il corpo, la mente e lo spirito. Attraverso la pratica costante del Kihon, dei Kata e del Kumite, sotto la guida di un buon Sensei e nel rispetto dei principi del Dōjō, il praticante intraprende un percorso (“Dō”) di auto-miglioramento continuo.
Offre benefici tangibili in termini di forma fisica, capacità di autodifesa, disciplina mentale, concentrazione, rispetto e fiducia in sé stessi. Pur con le sue diverse scuole e interpretazioni, l’essenza del Karate-dō rimane quella di una via per coltivare il proprio potenziale umano e ricercare l’armonia interiore ed esteriore, ricordando sempre il principio fondamentale enunciato da Funakoshi: “Karate ni sente nashi” (Nel Karate non c’è primo attacco).
19. Fonti
Le informazioni contenute in questa pagina sono basate su conoscenze generali ampiamente accettate riguardo al Karate-dō, derivanti da fonti comuni come:
- Libri fondamentali sui vari stili di Karate (es. opere di Funakoshi, Nakayama, Kanazawa, Miyagi, Mabuni, Oyama).
- Siti web ufficiali delle principali federazioni nazionali (FIJLKAM) e internazionali (WKF) e delle organizzazioni di stile (JKA, ITKF, SKIF, IOGKF, WSKF, ecc.).
- Pubblicazioni accademiche e articoli storici sulle arti marziali giapponesi e okinawensi.
- Enciclopedie e risorse online dedicate alle arti marziali.
20. Disclaimer
Le informazioni presentate in questa pagina hanno scopo puramente informativo e divulgativo. Non costituiscono consiglio medico, legale o professionale di alcun tipo. La pratica del Karate-dō, come ogni arte marziale o attività fisica, comporta rischi intrinseci. Si raccomanda di consultare un medico prima di iniziare qualsiasi nuovo programma di allenamento e di praticare sempre sotto la supervisione di istruttori qualificati e certificati in un ambiente sicuro. Gli autori di questa pagina non si assumono alcuna responsabilità per eventuali danni o infortuni derivanti dall’uso delle informazioni qui contenute o dalla pratica del Karate-dō.
a cura di F. Dore – 2025