Jū-jutsu (柔術) s.v.

Tabella dei Contenuti

1. Cosa è

Il Jū-jutsu (柔術), letteralmente traducibile come “arte della cedevolezza” o “arte della flessibilità”, è un’antica arte marziale giapponese. Si focalizza sul combattimento a corta distanza, sia a mani nude che con armi leggere, ed è considerata una delle arti madri da cui sono derivate discipline più moderne come il Jūdō e l’Aikidō. Il suo scopo principale era permettere a un guerriero (tipicamente un samurai) di difendersi efficacemente anche quando disarmato o contro un avversario armato o corazzato, utilizzando tecniche come proiezioni, leve articolari, strangolamenti e colpi.

2. Caratteristiche, filosofia e aspetti chiave

    • Principio “Jū” (柔 – Cedevolezza/Flessibilità): Il concetto fondamentale è non opporre forza contro forza, ma piuttosto sfruttare lo slancio, la forza e gli squilibri dell’avversario a proprio vantaggio. Si cede all’attacco per reindirizzarlo e neutralizzarlo.
    • Adattabilità: Il Ju-Jutsu insegna ad adattarsi a diverse situazioni di combattimento, contro uno o più avversari, armati o disarmati.
    • Efficienza: Le tecniche mirano alla massima efficacia con il minimo sforzo, concentrandosi sui punti deboli del corpo umano (articolazioni, centri nervosi, equilibrio).
    • Controllo: Molte tecniche non mirano necessariamente a ferire gravemente, ma a controllare e immobilizzare l’avversario.
    • Completezza: Integra proiezioni (Nage-waza), controllo a terra (Katame-waza, che include immobilizzazioni, strangolamenti e leve articolari), e colpi (Atemi-waza) su punti vitali.
    • Filosofia: Oltre all’aspetto tecnico, il Ju-Jutsu tradizionale promuove valori come disciplina, rispetto (per il maestro, i compagni, il dōjō), autocontrollo, perseveranza e consapevolezza di sé.
     

3. La storia

Le origini del Ju-Jutsu sono complesse e si perdono nel Giappone feudale (prima del XVII secolo). Nasce come insieme di tecniche di combattimento corpo a corpo sviluppate dai samurai per sopravvivere sul campo di battaglia qualora avessero perso le loro armi principali (spada, lancia). Non era un’unica arte codificata, ma un termine generico che comprendeva diverse scuole (Ryūha) con approcci e tecniche leggermente differenti, spesso tramandate segretamente all’interno dei clan.

Durante il periodo Edo (1603-1868), un’epoca di relativa pace, molte scuole formalizzarono i loro insegnamenti. Con la Restaurazione Meiji (1868) e la fine della classe samurai, molte scuole tradizionali declinarono. Tuttavia, l’interesse per il Ju-Jutsu non scomparve del tutto. Figure come Jigorō Kanō studiarono diverse scuole di Ju-Jutsu per poi fondare il Jūdō alla fine del XIX secolo, sistematizzando le tecniche e rimuovendo quelle più pericolose per creare un sistema educativo e sportivo. Similmente, Morihei Ueshiba trasse ispirazione dal Daitō-ryū Aiki-jūjutsu (una forma di Ju-Jutsu) per creare l’Aikidō nel XX secolo. Il Ju-Jutsu tradizionale (Koryū) continua ad esistere, mentre forme moderne (Gendai Budō) si sono evolute, inclusi sistemi focalizzati sulla difesa personale e il Brazilian Jiu-Jitsu (BJJ), sviluppato in Brasile dalla famiglia Gracie dopo aver appreso il Ju-Jutsu/Judo da maestri giapponesi.

4. Chi è il suo fondatore, storia del fondatore

Il Ju-Jutsu classico (Koryū) non ha un singolo fondatore. È piuttosto il risultato di secoli di evoluzione e contributi da parte di innumerevoli guerrieri e maestri all’interno di diverse scuole (Ryūha). Ogni scuola tradizionale ha il proprio fondatore o una figura storica chiave a cui fa riferimento.

  • Takenouchi Hisamori: Spesso citato come fondatore di una delle prime scuole formalizzate di Ju-Jutsu, la Takenouchi-ryū, nel XVI secolo.
  • Shirobei Akiyama: Figura leggendaria (la cui storicità è dibattuta) associata alla fondazione della Yōshin-ryū (“Scuola del Cuore di Salice”), ispirato, secondo la leggenda, dalla capacità di un salice di piegarsi sotto il peso della neve senza spezzarsi.

È importante distinguere questi dalle figure che hanno fondato discipline derivate dal Ju-Jutsu:

  • Jigorō Kanō (1860-1938): Fondatore del Jūdō.
  • Morihei Ueshiba (1883-1969): Fondatore dell’Aikidō.
  • Carlos Gracie / Hélio Gracie: Figure chiave nello sviluppo del Brazilian Jiu-Jitsu.

Questi ultimi non sono fondatori del Ju-Jutsu in sé, ma di nuove arti marziali che ne hanno ereditato e modificato principi e tecniche.

 

5. Maestri famosi di quest’arte

Identificare “maestri famosi” è complesso data la vastità storica e la frammentazione in numerose scuole. Possiamo citare:

  • Fondatori di scuole Koryū: Come il già menzionato Takenouchi Hisamori. Altri capi-scuola storici di ryūha influenti (es. Sōkaku Takeda per il Daitō-ryū Aiki-jūjutsu, maestro di Morihei Ueshiba).
  • Maestri che hanno contribuito alla diffusione in Occidente: Figure che nel XX secolo hanno insegnato Ju-Jutsu (o sue varianti) fuori dal Giappone.
  • Figure chiave nel Brazilian Jiu-Jitsu: La famiglia Gracie (Carlos, Hélio, Rolls, Rickson, Royce, etc.) e altri maestri che hanno contribuito all’enorme popolarità del BJJ.
  • Esperti contemporanei: Molti maestri moderni (sia di stili tradizionali che moderni/BJJ) sono altamente rispettati all’interno delle loro specifiche comunità, ma una lista esaustiva è impossibile.
 
 
 
 

6. Leggende, curiosità, storie e aneddoti

    • La Leggenda del Salice (Yōshin-ryū): La storia più famosa narra del medico Shirobei Akiyama che, osservando un temporale invernale, notò come i rami robusti dei pini si spezzassero sotto il peso della neve, mentre i rami flessibili del salice si piegassero lasciandola cadere per poi tornare alla posizione originale. Questo gli avrebbe ispirato il principio della “cedevolezza” (Jū).
    • “Arte Madre”: Il Ju-Jutsu è spesso chiamato l’arte madre di Jūdō e Aikidō. Kanō e Ueshiba erano entrambi esperti praticanti di diverse forme di Ju-Jutsu prima di sviluppare le loro discipline.
    • Influenza sull’MMA: Il Brazilian Jiu-Jitsu, una diretta derivazione, ha rivoluzionato il mondo delle arti marziali miste (MMA) dagli anni ’90, dimostrando l’efficacia del combattimento a terra e delle tecniche di sottomissione.
    • Segretezza delle Scuole: Molte tecniche e principi delle scuole tradizionali (Koryū) erano tramandati oralmente e tenuti segreti (hiden), accessibili solo agli allievi interni più fidati.

7. Tecniche di quest’arte

Il bagaglio tecnico del Ju-Jutsu è vasto e comprende principalmente:

  • Nage-waza (投げ技): Tecniche di proiezione. Simili a quelle del Jūdō, mirano a squilibrare e gettare a terra l’avversario. Esistono proiezioni d’anca, di spalla, di gamba, sacrifici (dove chi proietta cade per primo).
  • Katame-waza (固め技): Tecniche di controllo. Si applicano prevalentemente a terra e si suddividono in:
    • Osaekomi-waza (抑込技): Tecniche di immobilizzazione. Per bloccare l’avversario al suolo in una posizione da cui non possa liberarsi facilmente.
    • Shime-waza (絞め技): Tecniche di strangolamento. Mirano a interrompere l’afflusso di sangue al cervello (strangolamenti sanguigni) o l’aria ai polmoni (soffocamenti).
    • Kansetsu-waza (関節技): Tecniche di leva articolare. Forzano le articolazioni (gomito, spalla, polso, ginocchio, caviglia) oltre il loro normale raggio di movimento, causando dolore e potenziale danno, inducendo alla resa.
  • Atemi-waza (当て身技): Tecniche di colpo. Percosse portate con varie parti del corpo (pugni, calci, gomitate, ginocchiate, colpi a mano aperta) dirette a punti vulnerabili (kyūsho) per stordire, squilibrare o neutralizzare l’avversario. Nelle forme moderne e sportive, l’uso degli atemi può essere limitato o assente.

Molte scuole includono anche tecniche di caduta (Ukemi-waza) per imparare a cadere senza infortunarsi, essenziali data la natura delle proiezioni.

 
 
 
 
 

8. I kata

I Kata (形 o 型), che significano “forma” o “modello”, sono sequenze preordinate di movimenti e tecniche eseguite contro uno o più avversari immaginari (o con partner che simulano attacchi specifici). Nel Ju-Jutsu tradizionale (Koryū), i kata sono fondamentali per:

  • Preservare le tecniche: Tramandare l’essenza e i dettagli delle tecniche della scuola.
  • Insegnare i principi: Far comprendere i concetti di distanza, tempo, equilibrio, cedevolezza, ecc.
  • Sviluppare la precisione e la fluidità: Perfezionare l’esecuzione dei movimenti.
  • Simulare situazioni reali: Praticare scenari di combattimento specifici in modo controllato.

Ogni scuola ha i propri specifici kata, che possono variare enormemente per numero, complessità e focus (alcuni a mani nude, altri con armi o contro armi). Nelle forme più moderne di Ju-Jutsu o nel BJJ, l’enfasi sui kata tradizionali può essere minore o assente, sostituita da esercizi specifici (drills) e pratica libera (randori/sparring).

9. Una tipica seduta di allenamento

Sebbene vari da scuola a scuola e da stile a stile, una tipica lezione di Ju-Jutsu potrebbe seguire questa struttura:

  1. Saluto iniziale (Rei): Cerimonia di apertura, saluto al maestro (Sensei), al dōjō e ai compagni, per mostrare rispetto e preparare la mente.
  2. Riscaldamento (Taisō/Junbi Undō): Esercizi ginnici generali e specifici per preparare il corpo allo sforzo, aumentare la flessibilità e prevenire infortuni.
  3. Studio delle cadute (Ukemi): Pratica delle tecniche per cadere in sicurezza da varie posizioni e proiezioni. Fondamentale a tutti i livelli.
  4. Studio delle tecniche fondamentali (Kihon): Ripasso ed esercitazione dei movimenti base, posizioni, spostamenti.
  5. Studio delle tecniche specifiche: Lavoro a coppie su tecniche specifiche del programma (es. una proiezione, una leva, uno strangolamento, una difesa da attacco). Il maestro dimostra e corregge gli allievi.
  6. Pratica applicata/libera (Randori/Sparring/Uchi-komi): A seconda dello stile e del livello:
    • Uchi-komi: Ripetizione dell’entrata di una tecnica (es. proiezione) senza completarla.
    • Yakusoku Geiko: Pratica concordata dove si alternano attacco e difesa su tecniche specifiche.
    • Randori/Sparring: Combattimento libero o semi-libero, con regole precise per garantire la sicurezza, dove si cerca di applicare le tecniche studiate in modo dinamico. Nel BJJ, questa fase (chiamata “rolling”) è centrale.
  7. Defaticamento/Stretching: Esercizi per riportare il corpo alla calma e migliorare l’elasticità.
  8. Saluto finale (Rei): Cerimonia di chiusura, ringraziamenti.
 
 
 
 
 

10. Gli stili e le scuole

Il mondo del Ju-Jutsu è estremamente variegato:

  • Koryū Jūjutsu (古流柔術): Le scuole antiche, fondate prima della Restaurazione Meiji. Hanno un forte legame con la tradizione guerriera samurai. Esempi: Takenouchi-ryū, Sosuishi-ryū, Daitō-ryū Aiki-jūjutsu, Yagyū Shingan-ryū, Tenjin Shin’yō-ryū, Yoshin-ryū, Shindō Yōshin-ryū. Molte includono anche l’uso di armi.
  • Gendai Jūjutsu (現代柔術): Forme di Ju-Jutsu sviluppatesi in tempi moderni (dopo il 1868), spesso influenzate dal Jūdō e dall’Aikidō, o create specificamente per la difesa personale moderna, per le forze dell’ordine o per lo sport. Possono variare enormemente nel curriculum e nell’enfasi (più striking, più grappling, più difesa personale “da strada”).
  • Brazilian Jiu-Jitsu (BJJ): Derivato dal Kōdōkan Jūdō (che a sua volta deriva dal Ju-Jutsu), si è specializzato enormemente nel combattimento a terra (Ne-waza), con un forte focus su posizionamento, controllo, leve e strangolamenti. Ha una componente sportiva molto sviluppata.
  • Sistemi ibridi: Molti istruttori moderni combinano elementi di diversi stili di Ju-Jutsu, Jūdō, Aikidō, Karate, e altre arti per creare sistemi di difesa personale eclettici.
 
 
 
 

11. La situazione in Italia

Il Ju-Jutsu in Italia è presente con una discreta diffusione, rappresentando diverse anime di questa arte marziale:

  • Ju-Jutsu Metodo Globale Autodifesa (MGA): Promosso dalla FIJLKAM (Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali), è un sistema moderno orientato principalmente alla difesa personale, integrato nell’offerta formativa federale.
  • Brazilian Jiu-Jitsu (BJJ): Ha visto una crescita esponenziale negli ultimi anni, con numerose accademie e team affiliati a grandi scuole internazionali. Esistono federazioni specifiche come la UIJJ (Unione Italiana Jiu Jitsu).
  • Ju-Jitsu tradizionale (Koryū e Gendai): Diverse scuole e organizzazioni private rappresentano lignaggi specifici, sia antichi che moderni, spesso affiliate a enti di promozione sportiva (EPS) come CSEN, AICS, UISP, ASI, ecc., o a organizzazioni internazionali dello stile specifico.
  • Stili “Moderni” non BJJ: Esistono vari sistemi di Ju-Jitsu moderni, spesso focalizzati sull’autodifesa, insegnati da diverse associazioni e scuole.

La popolarità è in crescita, sia per l’efficacia percepita nell’autodifesa, sia per l’influenza culturale del BJJ tramite le MMA.

12. Terminologia tipica

Ecco alcuni termini giapponesi comuni nel Ju-Jutsu (la pronuncia e l’uso possono variare leggermente tra le scuole):

  • Jūjutsu (柔術): Arte della cedevolezza.
  • Dōjō (道場): Luogo dove si pratica la Via (la palestra).
  • Sensei (先生): Maestro, insegnante.
  • Rei (礼): Saluto, rispetto.
  • Hajime (始め): Iniziare!
  • Matte (待て): Fermarsi! Aspettare!
  • Ukemi (受身): Tecniche di caduta.
  • Tori (取り): Colui che esegue la tecnica.
  • Uke (受け): Colui che riceve la tecnica.
  • Nage-waza (投げ技): Tecniche di proiezione.
  • Katame-waza (固め技): Tecniche di controllo a terra.
  • Osaekomi-waza (抑込技): Tecniche di immobilizzazione.
  • Shime-waza (絞め技): Tecniche di strangolamento.
  • Kansetsu-waza (関節技): Tecniche di leva articolare.
  • Atemi-waza (当て身技): Tecniche di colpo.
  • Kata (形): Forma, modello (sequenza di tecniche).
  • Randori (乱取り): Pratica libera (simile allo sparring).
  • Keikogi (稽古着) / Gi (着): Uniforme di allenamento.
  • Obi (帯): Cintura.
  • Kyū (級): Livello allievo (cinture colorate).
  • Dan (段): Livello esperto (cintura nera e gradi superiori).
 

13. Abbigliamento

L’abbigliamento standard per la pratica del Ju-Jutsu è il Keikogi (稽古着), spesso chiamato semplicemente Gi (着). È molto simile a quello usato nel Jūdō e consiste in:

  • Uwagi (上着): Giacca pesante di cotone, spesso con trama a “chicco di riso” per resistere alle prese.
  • Zubon (ズボン): Pantaloni larghi e robusti, spesso rinforzati sulle ginocchia.
  • Obi (帯): Cintura che tiene chiusa la giacca e indica il grado del praticante (i colori variano a seconda del sistema di graduazione, solitamente bianco per i principianti fino a nero per gli esperti, con vari colori intermedi).

Il colore più tradizionale è il bianco. In alcune scuole o nel BJJ sono comuni anche il blu e talvolta il nero o altri colori. Alcune scuole tradizionali (Koryū) possono utilizzare abbigliamento leggermente diverso o aggiungere un hakama (gonna-pantalone tradizionale) per i gradi più alti.

 
 

14. Armi

Anche se il Ju-Jutsu è conosciuto principalmente come un’arte a mani nude, molte scuole tradizionali (Koryū) includono nel loro curriculum lo studio delle armi (Bukiwaza o Kobudō), sia come utilizzo che come difesa contro di esse. Le armi comunemente associate al Ju-Jutsu includono:

  • Tantō (短刀): Pugnale giapponese. Si studiano tecniche di attacco, difesa e disarmo.
  • Jō (杖): Bastone medio (circa 128 cm). Usato per colpire, controllare, proiettare.
  • Hanbō (半棒): Bastone corto (circa 90 cm, metà di un Bō).
  • Tanbō (短棒): Bastone ancora più corto, a volte usato in coppia.
  • Ken (剣) / Katana (刀): Spada giapponese. Alcune scuole integrano elementi di Kenjutsu (tecniche di spada) o insegnano come difendersi da un attacco di spada.
  • Altre armi minori: Come il kusari-fundo (catena con pesi), jutte (arma da arresto della polizia feudale), ecc., a seconda della specifica tradizione della scuola.

Nelle forme moderne e nel BJJ, lo studio delle armi è generalmente assente o molto marginale.

 

15. A chi è indicato e a chi no

Il Ju-Jutsu è indicato per:

  • Uomini e donne di quasi tutte le età (esistono corsi specifici per bambini, adolescenti e adulti).
  • Persone che cercano un metodo efficace di difesa personale.
  • Individui interessati a migliorare la propria forma fisica (forza, resistenza, flessibilità, coordinazione).
  • Chi desidera sviluppare disciplina mentale, autocontrollo, fiducia in sé e rispetto.
  • Appassionati di arti marziali tradizionali giapponesi e della loro storia/cultura.
  • Chi preferisce un’arte marziale basata sulla tecnica e la leva piuttosto che sulla forza bruta.

Il Ju-Jutsu potrebbe non essere la scelta ideale per:

  • Chi cerca un’attività puramente aerobica o focalizzata solo sulla competizione sportiva (anche se alcuni stili moderni e il BJJ hanno forti componenti competitive).
  • Persone con gravi problemi articolari preesistenti, problemi alla schiena o altre condizioni mediche che potrebbero essere aggravate da cadute, torsioni o leve (è fondamentale consultare un medico).
  • Individui che non sono disposti a impegnarsi in un percorso di apprendimento graduale e che richiede costanza e rispetto delle regole del dōjō e dei compagni di allenamento.
  • Chi ha un approccio aggressivo o violento non in linea con l’etica marziale del rispetto e dell’autocontrollo.
 
 

16. Considerazioni sulla sicurezza

Come ogni arte marziale di contatto, il Ju-Jutsu comporta un certo rischio di infortuni. Tuttavia, praticato sotto la guida di istruttori qualificati e in un ambiente controllato, è relativamente sicuro. Le misure di sicurezza fondamentali includono:

  • Istruttori competenti: Che conoscano le tecniche, la didattica e le procedure di sicurezza.
  • Apprendimento delle cadute (Ukemi): Essenziale per prevenire infortuni durante le proiezioni.
  • Riscaldamento adeguato: Per preparare muscoli e articolazioni.
  • Progressione graduale: Imparare le tecniche passo dopo passo, senza fretta.
  • Controllo nell’esecuzione: Applicare leve e strangolamenti in modo controllato, dando al partner il tempo di arrendersi (“battere” o “tap out”).
  • Rispetto del partner: Non usare forza eccessiva, essere consapevoli dei limiti propri e altrui.
  • Arrendersi tempestivamente: Imparare a riconoscere il proprio limite e segnalare la resa (battendo con la mano o il piede sul corpo, sul tatami o dicendo “Matte!”).
  • Igiene: Mantenere puliti il Keikogi e la propria persona per prevenire infezioni.
  • Superficie adatta (Tatami): Praticare su materassine appropriate che assorbano gli urti.
 
 
 

17. Controindicazioni

Le principali controindicazioni alla pratica del Ju-Jutsu sono legate a condizioni mediche preesistenti. È sempre consigliabile consultare il proprio medico prima di iniziare. Potenziali controindicazioni includono:

  • Gravi problemi articolari: Artrosi avanzata, instabilità articolare cronica (spalle, ginocchia), ernie discali significative.
  • Problemi cardiovascolari: Condizioni cardiache non controllate che sconsigliano sforzi intensi.
  • Osteoporosi grave: Aumenta il rischio di fratture.
  • Condizioni neurologiche: Che possono compromettere equilibrio, coordinazione o aumentare il rischio in caso di cadute o strangolamenti.
  • Gravidanza: Generalmente sconsigliata la pratica intensa o di contatto.
  • Recenti interventi chirurgici o infortuni non completamente guariti.

Un istruttore responsabile dovrebbe informarsi sullo stato di salute degli allievi e adattare l’allenamento o sconsigliare la pratica se necessario.

 
 
 
 

18. Conclusioni

Il Jū-jutsu è un’arte marziale profonda e poliedrica, con una storia ricca e un’applicazione pratica notevole. Che si tratti di una scuola tradizionale (Koryū) che preserva le antiche tecniche samurai, di un sistema moderno focalizzato sull’autodifesa, o della dinamica lotta a terra del BJJ, il Ju-Jutsu offre un percorso di crescita fisica e mentale. Attraverso lo studio della cedevolezza, della tecnica e della strategia, i praticanti possono imparare non solo a difendersi, ma anche a sviluppare disciplina, rispetto, resilienza e una maggiore consapevolezza di sé e del proprio corpo. È un’arte che continua ad evolversi, mantenendo un forte legame con le sue radici e dimostrando la sua rilevanza anche nel mondo contemporaneo.

 

19. Fonti

Le informazioni presentate in questa pagina derivano da conoscenze generali sulle arti marziali giapponesi e sul Ju-Jutsu, basate su fonti comuni quali:

  • Enciclopedie e testi di storia delle arti marziali (es. opere di Donn F. Draeger, Serge Mol).
  • Siti web di federazioni internazionali e nazionali di Ju-Jutsu, Jūdō e BJJ (es. FIJLKAM, UIJJ, JJIF – Ju-Jitsu International Federation).
  • Siti web di specifiche scuole tradizionali (Ryūha) riconosciute.
  • Pubblicazioni accademiche e articoli specializzati sul Budō giapponese.
  • Manuali tecnici e didattici dei vari stili.
 
 

20. Disclaimer

Le informazioni contenute in questa pagina sono fornite a solo scopo informativo generale. La pratica del Ju-Jutsu, come di qualsiasi arte marziale o attività fisica intensa, comporta rischi intrinseci di infortunio. Si raccomanda vivamente di consultare un medico prima di iniziare qualsiasi nuovo programma di allenamento. La pratica deve avvenire esclusivamente sotto la supervisione di istruttori qualificati e certificati, in un ambiente sicuro e controllato. Gli autori e i fornitori di queste informazioni declinano ogni responsabilità per eventuali danni o infortuni che potrebbero derivare dalla pratica del Ju-Jutsu o dall’applicazione delle informazioni qui contenute senza l’adeguata supervisione professionale.

 

a cura di F. Dore – 2025

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