Bōjutsu (棒術) – Jōjutsu (杖術) SV

Tabella dei Contenuti

1. Cosa è

Il Jojutsu, spesso chiamato anche Bojutsu, è un’antica arte marziale giapponese che si concentra sull’uso del jo (杖), un bastone di legno di media lunghezza (circa 128 cm). A differenza di altre arti marziali che utilizzano bastoni più lunghi (come il bojutsu che impiega il bo, un bastone di circa 182 cm), il jojutsu si distingue per la sua agilità, versatilità e l’enfasi sulle tecniche di controllo, deviazione e colpo a distanza ravvicinata e media. Il jojutsu non è semplicemente “combattere con un bastone”, ma un sistema codificato di movimenti, posture e principi che mirano a neutralizzare un avversario armato o disarmato in modo efficace ed efficiente.

2. Caratteristiche, filosofia e aspetti chiave

Il jojutsu si caratterizza per la sua fluidità e circolarità dei movimenti. L’uso del jo non è limitato al semplice colpire; esso viene utilizzato per bloccare, deviare, spingere, sbilanciare, immobilizzare e, naturalmente, colpire l’avversario in punti vulnerabili.

La filosofia del jojutsu è strettamente legata ai principi delle arti marziali giapponesi tradizionali (koryū budō). Essa pone l’accento sul rispetto, sulla disciplina, sulla perseveranza e sulla ricerca del miglioramento continuo. Un aspetto chiave è l’importanza dell’armonia e dell’adattabilità. Il praticante di jojutsu impara a sfruttare la forza dell’avversario, a muoversi in modo efficiente e a reagire in modo appropriato a diverse situazioni.

Gli aspetti chiave del jojutsu includono:

  • Tecniche di colpo (uchi): Utilizzo delle estremità e del corpo del jo per colpire punti vitali.
  • Tecniche di blocco (uke): Deviazione e blocco degli attacchi dell’avversario.
  • Tecniche di spinta (tsuki): Utilizzo delle estremità del jo per spingere e sbilanciare.
  • Tecniche di torsione e leva (hineri/kansetsu waza): Controllo e immobilizzazione dell’avversario attraverso torsioni e leve.
  • Tecniche di atterramento (nage waza): Proiezioni e sbilanciamenti per portare l’avversario a terra.
  • Movimenti del corpo (tai sabaki): Schivate, spostamenti e gestione della distanza.
  • Uso del hanbo (bastone corto): Alcune scuole includono anche l’addestramento con un bastone più corto.

3. La storia

Le origini precise del jojutsu sono avvolte nella storia e talvolta nella leggenda. Tuttavia, la sua evoluzione è strettamente legata al contesto socio-politico del Giappone feudale e alle esigenze di combattimento dei guerrieri samurai.

Si ritiene che l’uso di bastoni come armi sia molto antico e diffuso in diverse culture. In Giappone, il bastone era un’arma comune per monaci guerrieri (sōhei) e per la gente comune. Con il tempo, diverse scuole di arti marziali (ryūha) iniziarono a codificare e specializzare le tecniche di combattimento con il bastone.

Il jojutsu, come disciplina distinta dal bojutsu (l’arte del bastone lungo), emerse probabilmente come una specializzazione nell’uso di un bastone di media lunghezza, offrendo un equilibrio tra la portata del bo e la manovrabilità di armi più corte. La sua efficacia nel combattimento contro avversari armati di spada o lancia lo rese una competenza preziosa per i guerrieri.

4. Il Fondatore

La figura più strettamente associata alla codificazione e alla diffusione di un sistema di jojutsu ben definito è Musō Gonnosuke Katsuyoshi (夢想權之助勝吉), vissuto nel XVII secolo.

La storia di Musō Gonnosuke è intrisa di leggenda. Si narra che fosse un abile guerriero che viaggiò per il Giappone sfidando diversi maestri di arti marziali. Dopo aver sconfitto molti avversari, incontrò Miyamoto Musashi, il leggendario spadaccino, in un duello a Edo (l’attuale Tokyo). Gonnosuke fu sconfitto da Musashi usando due spade (nitōjutsu).

Umiliato dalla sconfitta, Gonnosuke si ritirò nel santuario di Kamado nella provincia di Chikuzen (l’attuale Fukuoka) e si dedicò alla meditazione e alla preghiera per 37 giorni. Durante questo periodo, si dice che abbia avuto una visione divina che gli rivelò una nuova tecnica di combattimento utilizzando un bastone di media lunghezza, il jo. Questa tecnica si basava sul principio di “rotondità” e “fluidità”, in grado di contrastare l’efficacia della spada.

Dopo la sua illuminazione, Gonnosuke sviluppò un sistema di tecniche con il jo che chiamò Shintō Musō-ryū Jōjutsu (神道夢想流杖術), la “Scuola del Bastone della Visione Divina”. Si dice che in seguito sfidò nuovamente Miyamoto Musashi, anche se non ci sono prove definitive di un secondo duello. Tuttavia, Gonnosuke divenne un maestro rinomato e il suo stile di jojutsu si diffuse, influenzando molte altre scuole di arti marziali.

5. Maestri Famosi

Oltre al fondatore Musō Gonnosuke, ci sono stati numerosi maestri che hanno contribuito alla preservazione e alla diffusione del jojutsu nel corso dei secoli. Molti di questi maestri sono capi scuola (sōke) delle varie linee di discendenza dello Shintō Musō-ryū e di altri stili.

Alcuni nomi importanti includono i successivi sōke dello Shintō Musō-ryū, che hanno mantenuto viva la tradizione e tramandato gli insegnamenti. È difficile citare tutti i maestri famosi a causa della natura spesso riservata delle scuole tradizionali giapponesi. Tuttavia, figure come Shiraishi Hanjirō (白石範次郎), un importante maestro del XVIII secolo, e i sōke più recenti dello Shintō Musō-ryū come Takaji Shimizu (清水隆次) e Donn F. Draeger (che ha contribuito significativamente alla sua diffusione in Occidente) sono figure di spicco nella storia del jojutsu.

6. Leggende, curiosità, storie e aneddoti

La storia del jojutsu è ricca di storie e aneddoti, spesso mescolati con elementi leggendari. La storia della sconfitta di Musō Gonnosuke da parte di Miyamoto Musashi e della successiva illuminazione divina è una delle leggende più famose.

Una curiosità interessante è il rapporto tra il jojutsu e altre arti marziali. Lo Shintō Musō-ryū, ad esempio, è spesso studiato insieme ad altre arti del kobudō (arti marziali antiche che utilizzano armi), come l’iaijutsu (l’arte di estrarre la spada), il kenjutsu (l’arte della spada) e il kusarigamajutsu (l’arte della falce e catena). Questo testimonia come l’uso del bastone fosse considerato una competenza complementare e importante nel repertorio di un guerriero.

Un aneddoto narra che Musō Gonnosuke sviluppò le tecniche del jo ispirandosi al movimento di una canna di bambù flessa dal vento, che si piega ma non si spezza, e alla sua capacità di ritornare alla posizione originale. Questo riflette la filosofia di fluidità e adattabilità del jojutsu.

7. Tecniche

Le tecniche del jojutsu sono estremamente varie e sfruttano appieno le caratteristiche del jo. Possono essere classificate in diverse categorie:

  • Colpi (Uchi): Diretti, laterali, dall’alto verso il basso, dal basso verso l’alto, utilizzando le estremità (kon) o il corpo centrale del bastone.
  • Blocchi (Uke): Parate alte, medie e basse, utilizzando diverse parti del jo per deviare o bloccare attacchi di spada, bastone o altre armi.
  • Spinte (Tsuki): Dirette a punti vitali come la gola, il plesso solare o gli occhi.
  • Sbilanciamenti (Kuzushi): Utilizzo del jo per interrompere l’equilibrio dell’avversario.
  • Immobilizzazioni (Osae/Tori): Tecniche per controllare gli arti o il corpo dell’avversario con il jo.
  • Proiezioni (Nage): Utilizzo del jo come fulcro per sbilanciare e proiettare l’avversario a terra.
  • Legamenti (Hineri/Kansetsu Waza): Tecniche per applicare leve articolari utilizzando il jo.

Le tecniche spesso fluiscono l’una nell’altra, creando sequenze dinamiche e adattabili alla situazione. L’allenamento si concentra sulla precisione, sulla potenza controllata e sulla fluidità del movimento.

8. I Kata

I kata (型 o 形) sono sequenze predeterminate di movimenti che costituiscono il cuore dell’apprendimento nel jojutsu. Essi rappresentano combattimenti stilizzati contro uno o più avversari e contengono i principi fondamentali e le tecniche dell’arte.

I kata non sono semplici “balletti marziali”, ma piuttosto dei manuali viventi che tramandano le strategie di combattimento, le tecniche specifiche, il ritmo, la distanza e l’applicazione dei principi del jojutsu. Attraverso la ripetizione e lo studio dei kata, il praticante interiorizza i movimenti, sviluppa la memoria muscolare, comprende le applicazioni (bunkai) delle tecniche e affina la propria consapevolezza spaziale e temporale.

Nello Shintō Musō-ryū, ad esempio, ci sono diversi set di kata che progrediscono in difficoltà e complessità, insegnando gradualmente al praticante le sfumature dell’arte del jo. Altre scuole di jojutsu avranno i propri kata specifici.

9. Una tipica seduta di allenamento

Una tipica seduta di allenamento nel jojutsu può variare a seconda della scuola e del livello degli studenti, ma generalmente include i seguenti elementi:

  • Riscaldamento (Jumbi Undō): Esercizi di stretching, mobilità articolare e riscaldamento muscolare per preparare il corpo all’attività.
  • Fondamentali (Kihon): Pratica delle tecniche di base come colpi, blocchi, spinte e movimenti del corpo, spesso eseguiti singolarmente o in coppia.
  • Kata: Esecuzione e studio dei kata, con attenzione alla forma, al ritmo, alla respirazione e all’applicazione delle tecniche.
  • Applicazioni (Bunkai/Kumite): Analisi e pratica delle applicazioni pratiche delle tecniche contenute nei kata, spesso con un partner che simula un attacco.
  • Esercizi specifici: Allenamenti mirati a sviluppare la forza, la velocità, la coordinazione e la sensibilità nell’uso del jo.
  • Raffreddamento (Seiri Undō): Esercizi di stretching e rilassamento per favorire il recupero muscolare e prevenire infortuni.
  • Discussione e insegnamento teorico: Il maestro può dedicare del tempo a spiegare i principi, la storia e la filosofia del jojutsu.

L’enfasi può variare a seconda della fase dell’allenamento e degli obiettivi specifici. I principianti si concentreranno sui fondamentali e sui kata di base, mentre gli studenti più avanzati lavoreranno su kata più complessi e sulle loro applicazioni in situazioni più dinamiche.

10. Gli stili e le scuole

Lo Shintō Musō-ryū Jōjutsu è considerato il lignaggio più influente e diffuso del jojutsu. Tuttavia, nel corso della storia sono esistite e esistono altre scuole (ryūha) che insegnano l’uso del bastone di media lunghezza, anche se potrebbero non utilizzare specificamente il termine “jojutsu” o potrebbero averlo integrato in sistemi più ampi di arti marziali.

Alcuni esempi di scuole che includono l’uso del jo o di bastoni di lunghezza simile sono:

  • Hozoin-ryū Takada-ha: Una scuola di lancia (sojutsu) che include anche tecniche di bastone.
  • Takeda-ryū Aikijutsu: Un’antica scuola di arti marziali che include diverse armi, tra cui il jo.
  • Yagyu Shingan-ryū: Una scuola di jujutsu che incorpora l’uso di varie armi, incluso il bastone.

È importante notare che la terminologia può variare e che alcune scuole potrebbero concentrarsi maggiormente sul bo (bastone lungo) piuttosto che sul jo. Lo Shintō Musō-ryū rimane il riferimento principale per l’arte specificamente chiamata jojutsu.

11. La situazione in Italia

La diffusione del jojutsu in Italia è ancora relativamente limitata rispetto ad altre arti marziali giapponesi come il karate o il judo. Tuttavia, negli ultimi decenni, grazie all’impegno di alcuni praticanti e istruttori, l’interesse per il jojutsu sta crescendo.

Attualmente, in Italia esistono alcuni dojo e gruppi di studio che praticano principalmente lo Shintō Musō-ryū Jōjutsu. Questi gruppi sono spesso affiliati a organizzazioni internazionali o a maestri che hanno studiato direttamente in Giappone.

La comunità del jojutsu in Italia è generalmente piccola ma appassionata, con praticanti provenienti da diverse esperienze nelle arti marziali che sono attratti dalla profondità tecnica e dalla filosofia di quest’arte. Si possono trovare seminari e stage periodici condotti da istruttori italiani ed esteri per promuovere e diffondere la pratica del jojutsu nel paese.

12. Terminologia tipica

Come per tutte le arti marziali giapponesi, il jojutsu ha una sua terminologia specifica. Alcuni termini comuni includono:

  • Jo (杖): Bastone di media lunghezza (circa 128 cm).
  • Bo (棒): Bastone lungo (circa 182 cm).
  • Kon (端): Estremità del jo.
  • Tanren (鍛錬): Allenamento rigoroso.
  • Kihon (基本): Fondamentali, tecniche di base.
  • Kata (型 o 形): Forma, sequenza predeterminata di movimenti.
  • Bunkai (分解): Analisi e applicazione pratica delle tecniche del kata.
  • Kumite (組手): Combattimento libero o prestabilito.
  • Uchi (打ち): Colpo.
  • Tsuki (突き): Spinta.
  • Uke (受け): Blocco, parata.
  • Tai Sabaki (体捌き): Movimenti del corpo, schivate.
  • Kamae (構え): Posizione di guardia.
  • Sōke (宗家): Capo scuola, erede della tradizione.
  • Sensei (先生): Insegnante, maestro.
  • Dojo (道場): Luogo di allenamento.
  • Gi (着): Uniforme da allenamento.

13. Abbigliamento

L’abbigliamento tipico per la pratica del jojutsu è il gi (着), simile a quello utilizzato in altre arti marziali come il karate o l’aikido. Solitamente è composto da una giacca (uwagi), pantaloni (zubon) e una cintura (obi) che indica il livello di grado del praticante.

Il colore del gi può variare a seconda della scuola o della preferenza individuale, ma spesso è bianco. La cintura è generalmente bianca per i principianti e cambia colore con il progredire del livello.

14. Armi

L’arma principale del Jojutsu è il jo (杖), un bastone di legno di forma cilindrica, solitamente lungo circa 128 centimetri (4 shaku e 2 sun nel sistema di misurazione tradizionale giapponese) e con un diametro di circa 2,4 centimetri (8 bu). Il legno utilizzato tradizionalmente è la quercia bianca giapponese (shirogashi), apprezzata per la sua resistenza e flessibilità.

In alcune scuole e nel contesto più ampio del kobudō (arti marziali antiche), i praticanti di jojutsu possono anche studiare l’uso di altre armi correlate, come:

  • Hanbo (半棒): Un bastone di lunghezza media, circa la metà del jo.
  • Tanto (短刀): Pugnale o coltello corto, spesso utilizzato nelle applicazioni dei kata per simulare la difesa contro un attaccante armato.
  • Ken (剣) / Katana (刀): Spada giapponese, utilizzata in alcuni kata per comprendere i principi di movimento e distanza contro un’arma da taglio.

Tuttavia, il jo rimane l’arma centrale e distintiva del Jojutsu.

15. A chi è indicato e a chi no

Il Jojutsu è un’arte marziale che può essere praticata da persone di diverse età e livelli di forma fisica, con alcune considerazioni:

Indicato per chi:

  • È interessato alle arti marziali tradizionali giapponesi: Il Jojutsu offre un’immersione profonda nella cultura e nella filosofia del budō.
  • Cerca un’arte marziale che sviluppi coordinazione e fluidità: I movimenti circolari e le tecniche del jo migliorano la coordinazione corpo-mente.
  • Desidera migliorare la propria consapevolezza spaziale e la gestione della distanza: L’uso del bastone richiede una precisa comprensione dello spazio tra sé e l’avversario.
  • È alla ricerca di un’attività fisica completa ma a basso impatto: Molte tecniche possono essere adattate a diverse capacità fisiche.
  • Apprezza lo studio dei kata e delle applicazioni pratiche: Il Jojutsu offre un ricco curriculum di forme e la loro analisi.
  • È motivato dalla disciplina e dalla perseveranza: Come ogni arte marziale tradizionale, richiede impegno e dedizione.

Non indicato (o con particolari precauzioni) per chi:

  • Ha gravi problemi articolari o motori: Alcuni movimenti e posture potrebbero essere difficili o controindicati. È fondamentale consultare un medico e informare l’istruttore.
  • Non è disposto a seguire le regole di sicurezza e disciplina: La pratica con le armi richiede serietà e attenzione per prevenire infortuni.
  • Cerca risultati rapidi e senza impegno: Il Jojutsu richiede tempo e pratica costante per sviluppare competenza.

È sempre consigliabile partecipare a una lezione di prova e discutere le proprie condizioni fisiche con l’istruttore prima di iniziare la pratica.

16. Considerazioni sulla sicurezza

La sicurezza è un aspetto fondamentale nella pratica del Jojutsu, data la natura dell’allenamento con un’arma di legno. Le principali considerazioni includono:

  • Ambiente di allenamento: Il dojo deve essere uno spazio sicuro, libero da ostacoli e con un pavimento adeguato.
  • Uso corretto del jo: I praticanti devono imparare a maneggiare il bastone in modo controllato e consapevole, evitando colpi accidentali ai compagni.
  • Allenamento graduale: Le tecniche devono essere apprese progressivamente, iniziando con movimenti lenti e controllati per poi aumentare la velocità e la potenza.
  • Supervisione qualificata: L’allenamento deve essere sempre supervisionato da un istruttore esperto che possa correggere gli errori e garantire la sicurezza.
  • Rispetto del partner: Durante la pratica delle applicazioni e del kumite, è essenziale il rispetto reciproco e la consapevolezza delle capacità del proprio partner.
  • Equipaggiamento di protezione (in alcune fasi): In alcune fasi avanzate dell’allenamento o durante simulazioni più intense, possono essere utilizzati equipaggiamenti di protezione come caschi o protezioni per il corpo.
  • Comunicazione: È importante comunicare con il proprio partner e l’istruttore in caso di dolore, affaticamento o qualsiasi problema.

17. Controindicazioni

Oltre alle persone con gravi problemi articolari o motori già menzionate, alcune condizioni potrebbero rappresentare controindicazioni alla pratica del Jojutsu o richiedere particolari precauzioni:

  • Infortuni recenti o non completamente guariti: È necessario attendere la completa guarigione prima di riprendere l’allenamento.
  • Condizioni mediche specifiche: Problemi cardiaci, epilessia o altre condizioni mediche potrebbero richiedere l’approvazione del medico curante e un adattamento dell’allenamento.
  • Gravidanza: Le donne in gravidanza dovrebbero consultare il proprio medico e l’istruttore prima di praticare.
  • Stati di affaticamento estremo o malessere: È sconsigliato allenarsi in condizioni fisiche non ottimali.

È fondamentale essere onesti con il proprio istruttore riguardo al proprio stato di salute e alle proprie limitazioni.

18. Conclusioni

Il Jojutsu (Bo) rappresenta una ricca e affascinante arte marziale giapponese che va oltre la semplice tecnica di combattimento con un bastone. Attraverso la sua storia, la sua filosofia e la sua rigorosa pratica, offre un percorso di crescita fisica, mentale e spirituale. L’apprendimento dei kata, delle tecniche e dei principi del jojutsu sviluppa non solo abilità marziali efficaci ma anche disciplina, coordinazione, consapevolezza e rispetto. Sebbene la sua diffusione in Italia sia ancora in fase di crescita, l’interesse per quest’antica arte continua ad aumentare tra gli appassionati di budō.

 

19. Fonti

  • Libri:

    • Draeger, Donn F. Classical Bujutsu: The Martial Arts and Ways of Japan, Vol. 1. Weatherhill, 1973. (Offre un contesto storico e culturale delle arti marziali classiche giapponesi, inclusa una panoramica del Jojutsu).
    • Skoss, Diane (a cura di). Koryu Bujutsu: Classical Warrior Traditions of Japan. Koryu Books, 1997. (Include saggi di vari esperti sulle scuole antiche, tra cui potenzialmente quelle che praticano il Jojutsu).
    • Lowry, Dave. Persimmon Wind: A Narrative of Travel and Self-Discovery in the Martial Arts. YMAA Publication Center, 2004. (Potrebbe contenere riferimenti e esperienze personali con il Jojutsu).
    • (Libri specifici sulla storia e le tecniche dello Shintō Musō-ryū Jōjutsu, se disponibili in italiano o inglese).
  • Siti web di scuole autorevoli:

    • Siti web ufficiali dello Shintō Musō-ryū Jōjutsu in Giappone (spesso in giapponese, ma a volte con sezioni in inglese).
    • Siti web di organizzazioni internazionali riconosciute che promuovono lo Shintō Musō-ryū Jōjutsu.
    • Siti web di dojo o gruppi di studio in Italia affiliati a lignaggi riconosciuti (se ne esistono con contenuti informativi approfonditi).
  • Articoli di ricerca e pubblicazioni accademiche:

    • Articoli pubblicati su riviste specializzate in storia delle arti marziali o studi culturali del Giappone (potrebbe essere necessario cercare in inglese).
    • Tesi di laurea o dottorato che trattano specificamente il Jojutsu o le arti marziali armate del periodo feudale giapponese.
  • Risorse online (con cautela nella valutazione dell’affidabilità):

    • Enciclopedie online specializzate in arti marziali.
    • Forum e comunità online dedicate al kobudō e al Jojutsu, dove esperti e praticanti condividono informazioni (da verificare con fonti più autorevoli).

Nota: La disponibilità di fonti specifiche in lingua italiana sul Jojutsu potrebbe essere limitata. Spesso, la ricerca richiede l’accesso a materiali in inglese o giapponese. È sempre consigliabile privilegiare fonti accademiche, pubblicazioni di esperti riconosciuti e siti web di organizzazioni ufficiali o scuole con una lunga e rispettata tradizione.

20. Disclaimer

Le informazioni fornite in questa pagina sono a scopo informativo e non intendono sostituire il consiglio di un istruttore qualificato di Jojutsu o di un professionista medico. La pratica delle arti marziali comporta dei rischi e dovrebbe essere intrapresa con consapevolezza e sotto la guida di personale esperto. Consultare sempre un medico prima di iniziare qualsiasi nuova attività fisica.

a cura di F. Dore – 2025

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