Tabella dei Contenuti
1. Cos’è l’Aikido
L’Aikido (合氣道) è molto più di una semplice disciplina di combattimento; è un’arte marziale giapponese moderna (Gendai Budo) complessa e poliedrica, fondata nel XX secolo da Morihei Ueshiba (植芝 盛平), conosciuto rispettosamente come O-Sensei (“Grande Maestro”). Per comprenderne appieno l’essenza, è fondamentale analizzare il significato del suo nome e i principi che ne derivano.
Il Significato del Nome:
Il termine “Aikido” è composto da tre ideogrammi (kanji), ognuno portatore di un significato profondo che ne illumina la filosofia:
- Ai (合): Questo kanji significa armonia, unione, incontro, fusione, integrazione. Rappresenta il principio fondamentale dell’Aikido: non opporsi alla forza con la forza bruta, ma piuttosto armonizzarsi con il movimento e l’intenzione dell’attaccante. Si tratta di “incontrare” l’energia dell’aggressione e guidarla, piuttosto che scontrarsi con essa. È l’elemento che distingue l’Aikido da molte altre arti marziali basate sullo scontro diretto. L’armonia ricercata non è solo fisica (nel movimento), ma anche mentale e spirituale, puntando a una risoluzione del conflitto che idealmente preservi l’integrità di tutte le parti coinvolte.
- Ki (氣): Questo è un concetto centrale in molte filosofie e pratiche orientali. Viene comunemente tradotto come energia vitale, spirito, soffio cosmico, intenzione. Nell’Aikido, il Ki non è necessariamente inteso come una forza soprannaturale, ma rappresenta l’energia intrinseca che può essere coltivata e diretta attraverso la corretta coordinazione di mente, corpo e respiro (kokyu). Le tecniche di Aikido mirano a utilizzare e proiettare questo Ki in modo efficace, unificando il proprio centro (hara o tanden) con il movimento. Si tratta di agire con piena presenza mentale, intenzione focalizzata e connessione con l’ambiente e l’avversario.
- Do (道): Questo kanji significa Via, percorso, cammino. La presenza di “Do” nel nome (come in Judo, Kendo, Karatedo) sottolinea che l’Aikido non è soltanto un insieme di tecniche di combattimento (jutsu), ma un percorso di vita, un cammino di auto-perfezionamento fisico, morale e spirituale. La pratica costante mira a trasformare l’individuo, sviluppando disciplina, consapevolezza, calma interiore, rispetto e una migliore comprensione di sé e delle dinamiche del conflitto e dell’armonia.
Quindi, una traduzione più completa di Aikido è “La Via (Do) per l’Armonizzazione (Ai) con l’Energia Vitale/Spirito (Ki)”.
Natura e Scopo:
Basandosi su questi principi, l’Aikido si configura come:
- Un’Arte Marziale Difensiva: Le tecniche di Aikido sono prevalentemente risposte a un attacco. Il praticante (aikidoka) impara a percepire l’aggressione e a utilizzare il movimento e la forza dell’attaccante per neutralizzarla.
- Un Sistema Basato sulla Non-Resistenza Attiva: Invece di bloccare o parare rigidamente un attacco, l’aikidoka cerca di “entrare” nel movimento dell’avversario, di fondersi con esso (awase) e di re-dirigerne l’energia attraverso movimenti circolari o a spirale. Questo permette di sbilanciare (kuzushi) e controllare l’attaccante con un’efficienza che non dipende primariamente dalla forza fisica.
- Un Metodo di Controllo e Neutralizzazione: L’obiettivo principale delle tecniche (che includono leve articolari – katame-waza, proiezioni – nage-waza, e immobilizzazioni – osae-waza) è controllare l’aggressore e porre fine al conflitto in modo sicuro ed efficace.
- Una Filosofia di Risoluzione del Conflitto: L’ideale supremo dell’Aikido, come trasmesso da O-Sensei (influenzato dalle sue profonde esperienze spirituali, in particolare legate alla religione Omoto-kyo), è quello di proteggere non solo sé stessi ma anche l’attaccante da danni inutili. È una visione che vede l’arte marziale come strumento per coltivare la pace e l’armonia universale (“Il Budo [la via marziale] è Amore”, diceva O-Sensei). Sebbene l’efficacia nel neutralizzare un’aggressione sia reale, l’intento non è la distruzione, ma la de-escalation e il controllo.
- Un Percorso di Sviluppo Integrale: La pratica costante sul tatami (la materassina) diventa un laboratorio per esplorare non solo le tecniche fisiche, ma anche la propria reattività emotiva, la capacità di rimanere centrati sotto pressione (fudoshin), la consapevolezza (zanshin) e l’interazione rispettosa con gli altri.
In sintesi, l’Aikido è una disciplina olistica che fonde una raffinata ed efficace tecnica marziale, basata sui principi di armonia e circolarità, con una profonda filosofia etica e spirituale, rendendola un percorso unico per l’autodifesa, la salute fisica e mentale, e lo sviluppo personale.
2. Caratteristiche, filosofia e aspetti chiave
L’Aikido si distingue nettamente da molte altre arti marziali non solo per le sue tecniche, ma soprattutto per la profonda filosofia che le permea e per una serie di caratteristiche e principi chiave che ne definiscono l’essenza. Questi elementi sono intrinsecamente connessi e si rafforzano a vicenda nella pratica.
A. Il Nucleo Filosofico:
Armonia (Ai – 合) e Non-Resistenza Attiva: Questo è il principio cardine, il cuore pulsante dell’Aikido. Non si tratta di passività, ma di una non-resistenza dinamica e intelligente. Invece di opporre la propria forza a quella dell’attaccante in uno scontro diretto, l’aikidoka cerca di fondersi (awase) con la direzione e il ritmo dell’attacco. Immagina l’acqua che scorre attorno a una roccia o un salice che si piega al vento senza spezzarsi. L’obiettivo è diventare il centro stabile attorno al quale la forza dell’aggressore viene deviata e neutralizzata. Questa armonizzazione richiede sensibilità, tempismo e capacità di adattamento. La filosofia si estende oltre il tatami, incoraggiando un approccio armonioso alle sfide e ai conflitti della vita quotidiana.
Centralità dell’Energia Vitale (Ki – 氣): Il concetto di Ki è fondamentale, sebbene interpretato in modi diversi (da energia cosmica a intenzione focalizzata e coordinazione psicofisica). Indipendentemente dall’interpretazione, l’Aikido insegna a coltivare e utilizzare questa energia. Aspetti chiave legati al Ki includono:
- Centralizzazione (Hara/Tanden): Tutte le tecniche dovrebbero idealmente originare dal proprio centro energetico e fisico, situato nel basso addome (hara o tanden). Muoversi dal centro conferisce stabilità, potenza e connessione.
- Estensione (Kokyu): Spesso tradotto come “potere del respiro” (kokyu ryoku), si riferisce alla capacità di proiettare la propria energia/intenzione verso l’esterno, in modo fluido e continuo, spesso coordinato con l’espirazione. Non è forza muscolare bruta, ma un’estensione focalizzata che permette alle tecniche di essere efficaci senza rigidità.
- Unificazione Mente-Corpo (Shin Shin Toitsu): La pratica mira a integrare mente, corpo e respiro affinché agiscano come un tutt’uno coerente, massimizzando l’efficacia e la presenza mentale.
La Via (Do – 道) come Percorso Etico e Spirituale: L’Aikido è un Do, una Via di auto-miglioramento che trascende la mera acquisizione di abilità di combattimento. La pratica costante è vista come un mezzo per:
- Sviluppare il Carattere: Coltivare virtù come la pazienza, la disciplina, il coraggio, l’umiltà, il rispetto e l’autocontrollo.
- Promuovere la Non-Violenza: Sebbene sia un’arte marziale efficace, la sua filosofia più elevata aspira alla risoluzione pacifica dei conflitti e alla protezione di ogni vita, inclusa quella dell’aggressore, quando possibile. È una ricerca di “vittoria su sé stessi” piuttosto che sugli altri.
- Connessione Spirituale: Per il fondatore, O-Sensei, l’Aikido era un mezzo per realizzare l’armonia universale e l’amore divino. Sebbene non tutti i praticanti condividano questa visione religiosa specifica, la dimensione di ricerca interiore e di connessione con principi più grandi è spesso presente.
B. Principi Tecnici e Dinamici Chiave:
Movimento Circolare e Sferico: Quasi tutte le tecniche di Aikido utilizzano movimenti circolari, a spirale o sferici. Questo permette di:
- Deviare la Forza: Re-indirizzare un attacco lineare senza assorbirne l’impatto diretto.
- Mantenere la Connessione: Rimanere in contatto con l’attaccante per controllarlo.
- Generare Potenza: Utilizzare la forza centrifuga e centripeta per sbilanciare e proiettare.
- Trovare Angoli Vantaggiosi: Posizionarsi in modo sicuro ed efficace rispetto all’attaccante.
- Questo si esprime tramite i movimenti fondamentali di Irimi (entrare direttamente) e Tenkan (girare, ruotare). L’insieme dei movimenti del corpo è detto Tai Sabaki.
Sbilanciamento (Kuzushi): Prima di poter applicare efficacemente una leva o una proiezione, è quasi sempre necessario rompere l’equilibrio dell’attaccante (kuzushi). Questo si ottiene non spingendo o tirando con forza, ma attraverso un posizionamento corretto, il tempismo, la deviazione della sua forza e l’uso del proprio centro.
Controllo della Distanza e del Tempo (Ma’ai e De’ai):
- Ma’ai (間合い): È la distanza spaziale e temporale corretta e dinamica tra sé e l’attaccante. Non è una misura fissa, ma varia costantemente a seconda della situazione, permettendo di agire o reagire nel modo più vantaggioso. Mantenere il ma’ai corretto è cruciale per la sicurezza e l’efficacia.
- De’ai (出会い): È il momento preciso dell’incontro, l’istante in cui l’attacco si manifesta e la difesa/armonizzazione inizia. Cogliere il de’ai corretto è fondamentale per applicare i principi di non-resistenza e controllo.
Leva e Vantaggio Biomeccanico: Le tecniche di Aikido (specialmente leve e immobilizzazioni) sfruttano la conoscenza dell’anatomia e della biomeccanica per controllare l’avversario agendo sulle sue articolazioni in modo da massimizzare l’effetto con il minimo sforzo muscolare.
C. Aspetti Metodologici e Mentali:
Pratica Cooperativa (Ruoli Tori/Uke): L’apprendimento avviene attraverso la pratica a coppie, dove i ruoli si alternano:
- Tori (取り) o Nage (投げ): Colui che esegue la tecnica.
- Uke (受け): Colui che attacca e riceve la tecnica, imparando a cadere in sicurezza (ukemi) e sviluppando sensibilità al movimento e allo sbilanciamento del partner.
- La relazione è di cooperazione: Uke offre un attacco sincero ma controllato per permettere a Tori di studiare la tecnica, e Tori applica la tecnica con controllo per proteggere Uke. Entrambi imparano.
Importanza Cruciale dell’Ukemi (受け身): L’arte di cadere in sicurezza è essenziale. Permette ai praticanti di ricevere tecniche potenti senza infortunarsi, rendendo possibile uno studio realistico e dinamico. Sviluppa inoltre agilità, coordinazione e fiducia.
Assenza Tradizionale di Competizione: La maggior parte delle scuole di Aikido non prevede gare o competizioni. Le ragioni sono molteplici:
- Mantenere il focus sullo sviluppo personale e sulla cooperazione piuttosto che sulla vittoria sull’altro.
- Preservare l’integrità marziale delle tecniche, che potrebbero essere pericolose se applicate in un contesto competitivo senza regole specifiche.
- Evitare l’inflazione dell’ego e promuovere l’umiltà.
- (Nota: lo stile Shodokan/Tomiki rappresenta un’eccezione, avendo introdotto forme competitive specifiche).
Consapevolezza e Presenza Mentale (Zanshin – 残心): Dopo aver eseguito una tecnica, l’aikidoka dovrebbe mantenere uno stato di consapevolezza residua (Zanshin): una vigilanza rilassata e una connessione con l’ambiente e l’avversario (anche se controllato), pronti a reagire a ulteriori sviluppi. Questo si collega ad altri stati mentali coltivati nella pratica:
- Fudoshin (不動心): Mente Immobile, la capacità di rimanere calmi e centrati anche sotto pressione o di fronte a una minaccia.
- Mushin (無心): Mente Vuota/Senza Mente, uno stato in cui la mente non è bloccata da pensieri, paure o calcoli, permettendo al corpo di reagire istintivamente e spontaneamente in modo appropriato alla situazione.
In conclusione, le caratteristiche, la filosofia e gli aspetti chiave dell’Aikido formano un sistema integrato in cui la tecnica fisica è espressione di principi profondi. L’obiettivo non è solo imparare a difendersi, ma intraprendere un percorso trasformativo che armonizza corpo, mente e spirito, applicando i principi appresi sul tatami alla vita di tutti i giorni.
3. La storia dell’Aikido
La storia dell’Aikido è indissolubilmente legata alla vita e all’evoluzione personale, marziale e spirituale del suo fondatore, Morihei Ueshiba (O-Sensei). Tuttavia, per comprendere come l’arte si è sviluppata e diffusa, è utile tracciare le tappe fondamentali della sua evoluzione.
A. Le Radici (Fine XIX Secolo – Anni ’20 del XX Secolo):
- Formazione Marziale di Ueshiba: Morihei Ueshiba, fin dalla giovinezza, si immerse nello studio di diverse arti marziali tradizionali giapponesi (koryu), tra cui vari stili di Jujutsu (come Tenjin Shin’yo-ryu, Goto-ha Yagyu Shingan-ryu) e l’uso delle armi (scherma – Kenjutsu, lancia – Sojutsu). Questa vasta esperienza costituì la base tecnica su cui avrebbe innestato le sue scoperte successive.
- L’Incontro con Sokaku Takeda: L’evento più significativo per lo sviluppo tecnico dell’Aikido fu l’incontro di Ueshiba con Sokaku Takeda, maestro ereditario del Daito-ryu Aiki-jujutsu, un’arte marziale complessa e sofisticata di antica origine samurai. Ueshiba studiò intensamente con Takeda (in modo intermittente, circa tra il 1915 e il 1937), ricevendo diversi certificati di insegnamento (tra cui il kyoju dairi). Molte delle tecniche di leva articolare e controllo che caratterizzano l’Aikido derivano direttamente dagli insegnamenti del Daito-ryu.
- L’Influenza Spirituale dell’Omoto-kyo: Parallelamente alla sua ricerca marziale, Ueshiba intraprese un profondo cammino spirituale. A partire dal 1919 circa, divenne un devoto seguace della religione sincretica Omoto-kyo e del suo carismatico leader, Onisaburo Deguchi. L’Omoto-kyo enfatizzava l’armonia universale, la pace e l’unione tra il divino e l’umano. Questa influenza spirituale fu decisiva nel trasformare la visione di Ueshiba del Budo (via marziale), portandolo a concepire un’arte che non mirasse alla distruzione dell’avversario, ma alla riconciliazione e all’armonia. Il periodo trascorso ad Ayabe, centro dell’Omoto-kyo, fu fondamentale per questa sintesi.
B. Il Periodo Formativo: Dall’Aiki-Jujutsu all’Aiki-Budo (ca. 1920 – 1942):
- Primi Insegnamenti: Negli anni ’20, Ueshiba iniziò a insegnare la sua arte, inizialmente conosciuta come “Ueshiba-ryu Aiki-jujutsu” o semplicemente “Aiki-jujutsu”. I suoi primi allievi provenivano spesso dai circoli dell’Omoto-kyo.
- Trasferimento a Tokyo e il Kobukan Dojo: Grazie all’interessamento di ammiragli, politici e figure influenti impressionate dalla sua abilità, Ueshiba si trasferì a Tokyo. Nel 1931, aprì il suo dojo principale, il Kobukan (皇武館), nel quartiere di Shinjuku. Questo dojo divenne famoso come il “Dojo dell’Inferno” (Jigoku Dojo) per l’intensità e il rigore degli allenamenti. L’arte insegnata in questo periodo era nota come Aiki-Budo (合氣武道). Era una forma potente, marziale, con tecniche incisive, ampio uso di atemi (colpi) e una forte enfasi sull’efficacia pratica. Molti degli studenti che sarebbero poi diventati maestri famosi (come Gozo Shioda, Kenji Tomiki, Minoru Mochizuki) iniziarono la loro formazione in questo periodo.
- Affiliazione con il Dai Nippon Butokukai: L’Aiki-Budo ottenne riconoscimento ufficiale e Ueshiba insegnò in diverse accademie militari e di polizia.
C. La Svolta di Iwama e la Nascita del Nome “Aikido” (ca. 1942 – Anni ’50):
- Il Ritiro a Iwama: Nel 1942, in parte per allontanarsi dal crescente militarismo di Tokyo durante la Seconda Guerra Mondiale e in parte per dedicarsi a un’ulteriore ricerca personale, Ueshiba si ritirò nella campagna di Iwama, nella prefettura di Ibaraki. Qui costruì un dojo all’aperto (poi divenuto l’Ibaraki Dojo) e un piccolo santuario (Aiki Jinja).
- Buno Ichinyo e Takemusu Aiki: A Iwama, Ueshiba si dedicò all’agricoltura, alla preghiera e alla pratica marziale intensiva, cercando di realizzare l’ideale di “Buno Ichinyo” (武農一如 – Unità tra Arti Marziali e Agricoltura). Fu un periodo di profonda riflessione e affinamento, in cui integrò in modo ancora più stretto la sua visione spirituale con la pratica marziale. Enfatizzò il concetto di Takemusu Aiki (武産合氣), la capacità di generare spontaneamente infinite tecniche marziali dall’unione con l’universo, senza fare affidamento su forme predefinite.
- Integrazione delle Armi: Durante il periodo di Iwama, Ueshiba sistematizzò e integrò profondamente la pratica delle armi – l’Aiki-Ken (spada) e l’Aiki-Jo (bastone) – considerandole non separate, ma parte integrante dei principi del movimento a corpo libero (taijutsu).
- Adozione del Nome “Aikido”: Fu proprio durante questo periodo (la data esatta è dibattuta, ma spesso collocata intorno al 1942-1945) che il nome Aikido (合氣道 – La Via dell’Armonia con l’Energia) venne formalmente adottato. Questo cambiamento di nome rifletteva la maturazione della visione di Ueshiba: un’arte focalizzata non più solo sull’efficacia marziale (budo), ma sulla Via (do) dell’armonia e dello sviluppo spirituale.
D. Il Dopoguerra: Sistematizzazione e Apertura al Pubblico (ca. 1948 – Anni ’60):
- Riorganizzazione e Fondazione dell’Aikikai: Dopo la fine della guerra e la revoca del divieto alle arti marziali imposto dagli Alleati, l’organizzazione dell’Aikido fu ristrutturata. Nel 1948, venne formalmente istituita la Fondazione Aikikai (Zaidan Hojin Aikikai), con sede centrale presso l’ex Kobukan Dojo (ora rinominato Aikikai Hombu Dojo) a Tokyo.
- Ruolo di Kisshomaru Ueshiba: Il figlio del fondatore, Kisshomaru Ueshiba, assunse un ruolo sempre più centrale nell’amministrazione dell’organizzazione e nella sistematizzazione dell’insegnamento. Curò la pubblicazione dei primi libri sull’Aikido, contribuì a definire un curriculum più strutturato (con la diffusione del sistema di gradi Kyu/Dan) e lavorò per rendere l’Aikido accessibile a un pubblico più ampio, non solo a élite ristrette come nel periodo pre-bellico. La forma di Aikido promossa dall’Aikikai Hombu Dojo divenne gradualmente più fluida e meno spigolosa rispetto all’Aiki-Budo pre-bellico o allo stile praticato a Iwama.
- Prime Dimostrazioni Pubbliche: Negli anni ’50 iniziarono le prime dimostrazioni pubbliche di Aikido, che suscitarono grande interesse e contribuirono alla sua popolarità crescente in Giappone.
E. L’Espansione Internazionale (Dagli Anni ’50 in poi):
- Invio di Pionieri: A partire dai primi anni ’50, O-Sensei e l’Aikikai iniziarono a inviare alcuni degli allievi più esperti all’estero per diffondere l’Aikido. Tra i pionieri più importanti:
- Koichi Tohei alle Hawaii e negli USA (1953).
- Tadashi Abe in Francia (1952).
- Minoru Mochizuki (che insegnava una sintesi di arti, inclusa l’Aikido) in Francia.
- Hiroshi Tada in Italia (1964).
- Nobuyoshi Tamura in Francia (1964).
- Yoshimitsu Yamada negli USA (New York, 1964).
- Kazuo Chiba nel Regno Unito (1966).
- Seiichi Sugano in Australia (1965).
- Crescita Globale: Grazie all’opera di questi e altri maestri, e al fascino dei suoi principi, l’Aikido si diffuse rapidamente in Europa, Nord e Sud America, Australia e altre parti del mondo, diventando una delle arti marziali giapponesi più conosciute e praticate a livello internazionale.
F. L’Era Dopo O-Sensei (Dal 1969 ad Oggi – Aprile 2025):
- La Successione dei Doshu: Dopo la morte di Morihei Ueshiba nel 1969, la guida dell’Aikikai passò a suo figlio Kisshomaru Ueshiba (Secondo Doshu), che continuò l’opera di diffusione e organizzazione fino alla sua morte nel 1999. Gli succedette il figlio, Moriteru Ueshiba (Terzo e attuale Doshu), che tuttora guida l’organizzazione mondiale dall’Hombu Dojo.
- Consolidamento degli Stili: Gli anni successivi alla morte di O-Sensei videro anche il consolidamento e la maggiore distinzione tra le diverse interpretazioni dell’Aikido insegnate dai suoi allievi diretti più importanti, portando alla formalizzazione di “stili” come lo Yoshinkan, il Ki-Aikido (Shin Shin Toitsu Aikido), l’Iwama Ryu, lo Shodokan (Tomiki Aikido), ecc., ognuno con proprie organizzazioni e metodologie didattiche.
- Organizzazione Internazionale: Nel 1976 è stata fondata la International Aikido Federation (IAF), che riunisce numerose federazioni nazionali riconosciute dall’Aikikai Hombu Dojo, organizzando eventi internazionali e rappresentando l’Aikido (lineaggio Aikikai) presso organismi sportivi mondiali.
- Situazione Attuale: Oggi, l’Aikido è praticato da milioni di persone in tutto il mondo. Continua a evolversi, mantenendo da un lato la fedeltà agli insegnamenti del Fondatore trasmessi attraverso le diverse linee di insegnamento, e dall’altro adattandosi ai contesti culturali e alle esigenze dei praticanti moderni.
Conclusione:
La storia dell’Aikido è un affascinante percorso di trasformazione: da una sintesi personale di tecniche marziali e ricerca spirituale del suo fondatore, è evoluta attraverso diverse fasi (Aiki-jujutsu, Aiki-Budo, Aikido), influenzata da contesti storici (come la guerra) e dal lavoro organizzativo dei suoi successori, fino a diventare un’arte marziale globale e una Via di sviluppo personale praticata in quasi ogni paese del mondo, Italia inclusa, dove ha messo solide radici fin dagli anni ’60.
4. Chi è il suo Fondatore, Storia del Fondatore
Il fondatore dell’Aikido è Morihei Ueshiba (植芝 盛平), una figura quasi leggendaria nel mondo delle arti marziali giapponesi, universalmente conosciuto dai praticanti con il titolo onorifico di O-Sensei (翁先生), che significa “Grande Maestro” o “Venerabile Maestro”. La sua vita è stata un percorso straordinario dedicato alla ricerca della vera essenza del Budo (Via Marziale), culminato nella creazione dell’Aikido come sintesi unica di tecnica, filosofia e spiritualità.
Dati Biografici Essenziali:
- Nascita: 14 dicembre 1883, a Tanabe, Prefettura di Wakayama, Giappone.
- Morte: 26 aprile 1969, a Tokyo, Giappone.
- Ruolo: Fondatore dell’Aikido.
I. Primi Anni e la Ricerca della Forza (1883 – ca. 1912):
Nato in una famiglia di agricoltori benestanti, Morihei era un bambino piuttosto piccolo e di salute cagionevole. Questo, unito alle storie sul forte nonno e forse all’aver assistito a un’aggressione subita dal padre, lo motivò fin da giovane a cercare la forza fisica e la capacità di difendersi. La sua educazione incluse elementi di cultura classica cinese e pratiche religiose (Shingon Buddista). Durante la sua giovinezza e il primo periodo adulto, Ueshiba si dedicò con fervore allo studio di diverse arti marziali:
- Tenjin Shin’yo-ryu Jujutsu con Tokusaburo Tozawa (ca. 1901).
- Goto-ha Yagyu Shingan-ryu Kenjutsu e Jujutsu con Masakatsu Nakai (ca. 1903-1908).
- Si cimentò anche nel Judo presso il Kodokan durante un soggiorno a Tokyo. Prestò servizio militare nell’esercito imperiale giapponese durante il periodo della Guerra Russo-Giapponese (1904-1905), dove si distinse per la sua forza (nonostante la bassa statura) e abilità con la baionetta (jukenjutsu), anche se non sembra abbia partecipato a combattimenti diretti al fronte.
II. Hokkaido, l’Incontro con Sokaku Takeda e il Daito-ryu (1912 – 1919):
Nel 1912, Ueshiba guidò un gruppo di coloni nel nord dell’Hokkaido, fondando l’insediamento di Shirataki. Questo periodo fu caratterizzato da duro lavoro fisico e sfide ambientali. Nel 1915, avvenne un incontro cruciale che segnò profondamente il suo sviluppo marziale: conobbe Sokaku Takeda, l’allora caposcuola del Daito-ryu Aiki-jujutsu. Ueshiba rimase folgorato dalla straordinaria abilità di Takeda e divenne suo allievo devoto, studiando intensamente ogni volta che Takeda visitava l’Hokkaido e investendo somme considerevoli per apprenderne l’arte. Ricevette da Takeda diversi diplomi, incluso il kyoju dairi (certificato di insegnante rappresentante) nel 1922 (conseguito ad Ayabe). Il Daito-ryu fornì la struttura tecnica fondamentale su cui Ueshiba avrebbe poi costruito l’Aikido, in particolare per quanto riguarda le leve articolari, gli sbilanciamenti e il principio dell'”Aiki” (armonizzazione delle energie).
III. Ayabe, l’Omoto-kyo e la Svolta Spirituale (1919 – ca. 1927):
Nel 1919, ricevuta la notizia della grave malattia del padre, Ueshiba lasciò l’Hokkaido. Durante il viaggio di ritorno, sentendo parlare del carismatico leader religioso Onisaburo Deguchi della setta Omoto-kyo, decise di fare una deviazione per Ayabe, vicino a Kyoto. Questo fu il secondo incontro fondamentale della sua vita. Rimase profondamente colpito dagli insegnamenti spirituali di Deguchi sull’armonia universale e la realizzazione del divino in terra. Rinviò il ritorno a casa (il padre morì prima che potesse rivederlo) e nel 1920 si trasferì con la famiglia ad Ayabe per dedicarsi alla pratica dell’Omoto-kyo. Divenne una figura vicina a Deguchi, suo protettore e istruttore di arti marziali per la comunità. Aprì il suo primo dojo, l'”Ueshiba Juku”. Questo periodo fu fondamentale per l’integrazione tra la sua pratica marziale e la sua ricerca spirituale. Ebbe diverse esperienze mistiche trasformative, la più famosa delle quali è spesso datata intorno al 1925: secondo i racconti, mentre camminava in giardino, si sentì improvvisamente avvolto da una luce dorata proveniente dal cielo, percepì l’unità del cosmo e comprese che “la fonte del Budo è l’amore divino… proteggere tutti gli esseri viventi”. Questa illuminazione lo portò a concepire l’arte marziale non più come tecnica di combattimento (jutsu), ma come una Via (Do) per realizzare l’armonia e l’amore universale.
IV. Tokyo e l’Era dell’Aiki-Budo (ca. 1927 – 1942):
La fama delle sue straordinarie capacità marziali, unite alla sua visione spirituale, iniziò a diffondersi. Su invito di importanti figure militari e politiche (tra cui l’ammiraglio Isamu Takeshita), Ueshiba iniziò a fare viaggi a Tokyo per tenere dimostrazioni e insegnamenti. Alla fine degli anni ’20, si trasferì stabilmente nella capitale. Nel 1931, inaugurò il dojo Kobukan (poi Aikikai Hombu Dojo), che divenne il centro nevralgico della sua arte, ora conosciuta come Aiki-Budo. Insegnò a membri dell’élite politica, militare e finanziaria giapponese. L’Aiki-Budo di questo periodo era noto per essere estremamente potente, dinamico ed efficace, mantenendo un forte legame con le radici del Daito-ryu ma già mostrando l’impronta unica di Ueshiba.
V. Iwama: Rifugio, Raffinamento e Nascita dell’Aikido (1942 – Anni ’50):
Con l’intensificarsi della Seconda Guerra Mondiale, Ueshiba si ritirò nuovamente dalla frenesia di Tokyo nel 1942, stabilendosi nella tranquilla campagna di Iwama. Qui acquistò terreni, si dedicò all’agricoltura (Buno Ichinyo – Unità tra Marzialità e Agricoltura) e costruì un dojo e un santuario (Aiki Jinja). Questo periodo fu cruciale per:
- Approfondire la Sintesi: Lontano dalle pressioni esterne, poté dedicarsi completamente alla fusione tra pratica marziale, lavoro agricolo e vita spirituale.
- Sistematizzare le Armi: Sviluppò e integrò profondamente la pratica dell’Aiki-Ken (spada) e Aiki-Jo (bastone) come parti essenziali della sua Via.
- Coniare il Termine “Aikido”: Fu in questo periodo che iniziò a usare stabilmente il nome Aikido per descrivere la sua arte, riflettendo la definitiva evoluzione verso una disciplina focalizzata sulla Via dell’Armonia con il Ki universale.
- Ulteriori Esperienze Spirituali: Ebbe altre profonde esperienze spirituali (una significativa nel 1942), che rafforzarono la sua convinzione che l’Aikido fosse una manifestazione dei principi universali di creazione e armonia.
VI. Il Dopoguerra e la Diffusione dell’Aikido (Anni ’50 – 1969):
Dopo la guerra, pur mantenendo Iwama come suo rifugio spirituale e centro di pratica intensiva, Ueshiba tornò a essere più presente a Tokyo. Supervisionò la fondazione dell’Aikikai (1948) e l’inizio della diffusione dell’Aikido al grande pubblico giapponese e, successivamente, a livello internazionale. Il suo ruolo divenne sempre più quello di O-Sensei, la figura ispiratrice e la massima autorità spirituale dell’arte, mentre la gestione quotidiana e la standardizzazione didattica erano largamente curate dal figlio Kisshomaru. Continuò a insegnare, viaggiare per dimostrazioni e seminari in Giappone, affascinando tutti con la sua abilità apparentemente senza sforzo e i suoi discorsi (spesso enigmatici) sull’essenza dell’Aikido e dell’universo.
VII. Ultimi Anni, Eredità e la Figura di O-Sensei (fino al 1969):
Negli ultimi anni della sua vita, O-Sensei continuò a praticare e insegnare, enfatizzando sempre più gli aspetti spirituali e filosofici dell’Aikido come via di pace e riconciliazione. Parlava di Takemusu Aiki (la creatività marziale infinita e spontanea) e della missione dell’Aikido per l’umanità. La sua figura è circondata da un’aura quasi leggendaria, con numerosi aneddoti che descrivono capacità straordinarie (percepire intenzioni ostili, muoversi con incredibile velocità e potenza, rendersi “non afferrabile”). Al di là della veridicità storica di ogni singolo aneddoto, essi testimoniano l’impatto profondo che la sua persona e la sua abilità avevano su chi lo incontrava. Morihei Ueshiba morì il 26 aprile 1969, lasciando dietro di sé un’eredità immensa: un’arte marziale unica praticata da milioni di persone nel mondo e una filosofia che continua a ispirare la ricerca di armonia e crescita personale.
Conclusione:
Morihei Ueshiba non fu semplicemente un esperto di arti marziali, ma un vero innovatore e un mistico. La sua vita fu una ricerca incessante, che lo portò a trasformare tecniche di combattimento letali in una Via per la pace e l’auto-perfezionamento. La sua straordinaria sintesi di abilità marziale, profondità filosofica ed esperienza spirituale è ciò che rende l’Aikido, e la figura stessa di O-Sensei, così affascinanti e rilevanti ancora oggi.
5. Maestri famosi di quest’arte
Morihei Ueshiba, O-Sensei, ha formato uno stuolo di allievi eccezionali nel corso della sua lunga carriera di insegnamento. Molti di questi studenti sono diventati a loro volta maestri di grande fama, figure chiave che hanno contribuito in modo determinante alla diffusione, all’interpretazione e all’evoluzione dell’Aikido in Giappone e nel mondo. È importante sottolineare che qualsiasi elenco è inevitabilmente incompleto, data la ricchezza di talento emersa dagli insegnamenti di O-Sensei. Possiamo tuttavia identificare alcune categorie e figure particolarmente significative:
A. La Linea dei Doshu (La Famiglia Ueshiba):
La guida dell’organizzazione centrale Aikikai e del quartier generale mondiale (Hombu Dojo) è stata tradizionalmente trasmessa per linea ereditaria all’interno della famiglia Ueshiba. Il Doshu (道主 – Custode della Via) detiene un ruolo di guida spirituale e tecnica per l’Aikikai a livello globale.
- Kisshomaru Ueshiba (植芝 吉祥丸, 1921–1999): Figlio del Fondatore e Secondo Doshu. Ha avuto un ruolo cruciale nella gestione dell’Aikikai Hombu Dojo, nella sistematizzazione del curriculum didattico (introducendo una progressione più standardizzata per i gradi Kyu e Dan) e nella diffusione dell’Aikido a livello popolare e internazionale dopo la Seconda Guerra Mondiale. I suoi scritti hanno contribuito enormemente a far conoscere l’Aikido nel mondo. Il suo stile è spesso considerato rappresentativo dell’Aikido Aikikai moderno: fluido, centrato ed elegante.
- Moriteru Ueshiba (植芝 守央, n. 1951): Figlio di Kisshomaru e nipote di O-Sensei, è l’Attuale e Terzo Doshu. Continua a guidare l’Aikikai Foundation e l’Hombu Dojo, viaggiando in tutto il mondo per tenere seminari e mantenere l’unità e la direzione dell’organizzazione. Rappresenta la continuità diretta con il Fondatore all’interno della principale organizzazione mondiale.
B. Principali Allievi Diretti di O-Sensei (Pre-Guerra e Primi Post-Guerra – Molti Fondatori di Stili):
Questi allievi hanno studiato con O-Sensei nei periodi formativi dell’Aiki-Budo o subito dopo la guerra, e molti hanno poi sviluppato interpretazioni proprie o fondato scuole distinte.
- Gozo Shioda (塩田 剛三, 1915–1994): Allievo pre-guerra di O-Sensei, noto per la sua piccola statura ma incredibile potenza ed efficacia. Fondatore dello stile Yoshinkan (養神館) Aikido, caratterizzato da un metodo di insegnamento molto strutturato, enfasi sulla postura corretta, movimenti potenti e precisi. Lo Yoshinkan è noto anche per essere stato insegnato per anni alla Polizia Metropolitana di Tokyo.
- Kenji Tomiki (富木 謙治, 1900–1979): Uno dei primi allievi, con una solida base anche nel Judo (allievo diretto di Jigoro Kano). È noto per aver introdotto elementi di razionalizzazione e, soprattutto, forme di competizione (shiai) nell’Aikido, cosa non presente negli altri stili principali. Ha fondato lo stile Shodokan (昭道館) Aikido, spesso chiamato Aikido Tomiki.
- Koichi Tohei (藤平 光一, 1920–2011): Allievo post-guerra, fu uno dei primi a raggiungere il 10° Dan da O-Sensei e fu per molti anni Capo Istruttore all’Hombu Dojo. Figura chiave nella diffusione dell’Aikido negli USA. Noto per la sua enfasi sul concetto di Ki. Si separò dall’Aikikai nel 1974 per fondare la Ki Society (Ki no Kenkyukai) e il suo stile, Shin Shin Toitsu Aikido (Ki-Aikido), che integra esercizi specifici per lo sviluppo del Ki nella pratica dell’Aikido.
- Minoru Mochizuki (望月 稔, 1907–2003): Allievo pre-guerra di O-Sensei, ma anche allievo diretto di Jigoro Kano (Judo) e studioso di altre arti. Figura eclettica, fu uno dei primi a introdurre l’Aikido in Europa (Francia). Fondò il Yoseikan Budo, una sintesi che integra elementi di Aikido, Judo, Karate e altre arti.
C. Altri Allievi Diretti di Grande Rilievo (Principalmente Post-Guerra / Hombu Dojo / Iwama):
Molti altri studenti che hanno studiato intensamente con O-Sensei, specialmente nel periodo post-bellico presso l’Hombu Dojo o nel ritiro di Iwama, sono diventati figure di riferimento mondiale, spesso rimanendo all’interno dell’organizzazione Aikikai ma sviluppando approcci didattici e stili personali molto riconoscibili.
- Morihiro Saito (斉藤 守弘, 1928–2002): Allievo che studiò per quasi 24 anni con O-Sensei a Iwama. È considerato il fedele custode e sistematizzatore dell’insegnamento di O-Sensei a Iwama, in particolare per quanto riguarda l’integrazione tra Taijutsu (tecniche a corpo libero) e Bukiwaza (tecniche con Aiki-Ken e Aiki-Jo). Il suo stile è spesso chiamato Iwama Ryu o Takemusu Aikido.
- Hiroshi Tada (多田 宏, n. 1929): 9° Dan Aikikai, uno dei primissimi e più importanti pionieri inviati in Europa. È la figura fondamentale per la nascita e lo sviluppo dell’Aikido in Italia, dove arrivò nel 1964 e fondò l’Aikikai d’Italia nel 1970, guidandola per decenni. Il suo approccio enfatizza molto gli aspetti legati al Ki e alla respirazione (kokyu), con un sistema di esercizi specifici da lui sviluppato (Kinorenma).
- Nobuyoshi Tamura (田村 信喜, 1933–2010): 8° Dan Aikikai, altro allievo diretto molto vicino a O-Sensei, fu inviato in Francia nel 1964. Divenne un pilastro dell’Aikido europeo, influenzando profondamente la pratica in Francia (dove guidò la federazione principale per anni) e in molti altri paesi. Noto per la sua tecnica fluida, precisa e apparentemente senza sforzo.
- Yoshimitsu Yamada (山田 嘉光, n. 1938): 8° Dan Aikikai, allievo uchideshi (interno) all’Hombu Dojo, inviato a New York nel 1964. È una delle figure più influenti dell’Aikido nel Nord America, fondatore del New York Aikikai e presidente della United States Aikido Federation. Noto per il suo stile potente, dinamico e aperto.
- Shoji Nishio (西尾 昭二, 1927–2005): 8° Dan Aikikai, noto per la sua originale integrazione dell’Aikido con i principi e le tecniche di altre arti da lui praticate (Judo, Karate, Iaido, Jodo). Il suo stile (Nishio Ryu) enfatizza l’uso degli atemi e la stretta relazione tra i movimenti a mani nude e quelli con la spada (in particolare lo Iaido).
- Seigo Yamaguchi (山口 清吾, 1924–1996): 8° Dan Aikikai, istruttore molto influente all’Hombu Dojo per decenni. Famoso per il suo stile estremamente fluido, quasi “senza contatto”, basato su un tempismo e una sensibilità eccezionali. Ha formato molti istruttori di alto livello oggi attivi nel mondo.
- Sadateru Arikawa (有川 定輝, 1930–2003): 9° Dan Aikikai, altro istruttore storico dell’Hombu Dojo, noto per il suo approccio rigoroso, potente e marziale, con una profonda conoscenza teorica e storica dell’arte.
- Kazuo Chiba (千葉 和雄, 1940–2015): 8° Dan Aikikai, uchideshi all’Hombu Dojo, inviato nel Regno Unito nel 1966, poi trasferitosi negli USA (San Diego). Noto per la sua pratica intensa e rigorosa, che integrava fortemente lo studio dello Iaido e della meditazione Zen. Fondatore del Birankai International.
- Mitsugi Saotome (五月女 貢, n. 1937): Allievo uchideshi per 15 anni, si trasferì negli USA nel 1975. Fondatore dell’Aikido Schools of Ueshiba (ASU). È noto per la sua tecnica creativa, fluida e potente, e per i suoi scritti sulla filosofia e i principi dell’Aikido.
- Seiichi Sugano (菅野 誠一, 1939–2010): 8° Dan Aikikai, altro uchideshi, inviato in Australia nel 1965, poi ha insegnato a lungo in Belgio e a New York. Figura di grande influenza globale, noto per la sua tecnica precisa, potente e per la sua profonda comprensione del lavoro con le armi.
D. Generazioni Successive e la Situazione Italiana:
Questi maestri pionieri hanno formato a loro volta generazioni di insegnanti di altissimo livello in tutto il mondo. L’Aikido oggi vanta numerosi Shihan (Maestri Istruttori, solitamente dal 6° Dan in su) che portano avanti e interpretano l’eredità di O-Sensei secondo i diversi lignaggi. Anche l’Italia, grazie al lavoro seminale di Tada Shihan e all’influenza di altri grandi maestri (come Tamura Shihan, Saito Shihan, e gli stessi Doshu venuti regolarmente per seminari), vanta oggi numerosi Shihan italiani di alto profilo riconosciuti dall’Aikikai Hombu Dojo e da altre organizzazioni internazionali, che dirigono scuole importanti e contribuiscono attivamente alla crescita dell’arte nel nostro paese e all’estero.
Conclusione:
La grandezza di O-Sensei si riflette anche nella straordinaria qualità e diversità dei suoi allievi diretti. Ognuno di questi maestri, pur condividendo i principi fondamentali dell’Aikido, ha sviluppato un’interpretazione unica basata sulla propria esperienza, personalità e comprensione. Questa diversità è una delle grandi ricchezze dell’Aikido, che continua a prosperare e a evolversi grazie al lavoro di questi pionieri e dei loro successori in tutto il mondo.
6. Leggende, Curiosità, Storie e Aneddoti
L’Aikido, e in particolare la vita e le capacità di Morihei Ueshiba, O-Sensei, sono avvolti da un alone di leggenda e mistero. Queste storie, tramandate oralmente e talvolta riportate in scritti, contribuiscono al fascino della disciplina, anche se è spesso difficile distinguere il fatto storico dall’abbellimento o dalla rappresentazione simbolica. Ecco alcune delle leggende, curiosità e aneddoti più noti:
A. Le Abilità Straordinarie di O-Sensei:
Molti racconti mirano a illustrare le capacità marziali quasi sovrumane del Fondatore, spesso legate alla sua profonda comprensione dei principi dell’Aiki e del Ki.
- L’Invulnerabilità Apparente: Si narra che O-Sensei fosse in grado di percepire l’intenzione aggressiva di un avversario prima ancora che l’attacco si concretizzasse fisicamente, permettendogli di muoversi in anticipo e di evitare il pericolo.
- La Leggenda dei Proiettili: Una delle leggende più estreme (e quasi certamente apocrifa) racconta che fosse in grado di schivare proiettili sparati contro di lui. Versioni più “realistiche” parlano della sua capacità di percepire la direzione del tiro o l’intenzione del tiratore, muovendosi prima dello sparo effettivo. Un aneddoto correlato è quello del fuciliere: un soldato esperto puntò il fucile scarico contro O-Sensei, ma non riuscì a “sparare” perché O-Sensei si muoveva sempre un istante prima, percependo l’intenzione ma non sentendo la “presenza” della pallottola (poiché il fucile era scarico).
- Gestire Attaccanti Multipli: Numerosi racconti descrivono O-Sensei affrontare e neutralizzare senza sforzo sei o più attaccanti contemporaneamente, muovendosi in modo così fluido e imprevedibile da sembrare quasi scomparire e riapparire.
- La Forza Inamovibile: Nonostante la sua bassa statura, si dice possedesse una stabilità e una connessione al terreno incredibili. Un aneddoto famoso racconta di un noto lottatore di Sumo che tentò invano di sollevarlo da terra, mentre O-Sensei rimaneva radicato come una roccia, apparentemente senza opporre resistenza fisica diretta. Si racconta anche che potesse immobilizzare uomini molto più grandi e forti con la semplice pressione di un dito, grazie al suo controllo del Ki e dei punti vitali.
B. Esperienze Mistico-Spirituali e Visioni Filosofiche:
Le esperienze spirituali di O-Sensei sono centrali nella comprensione della filosofia dell’Aikido.
- L’Illuminazione del 1925: Come menzionato nella sua biografia, questa è l’esperienza cardine. O-Sensei la descrisse come un bagno di luce dorata, durante il quale comprese l’unità dell’universo con il suo spirito e realizzò che “l’essenza del Budo è l’Amore Divino” e la protezione di tutte le cose. Questa visione trasformò radicalmente il suo approccio all’arte marziale.
- “Io Sono l’Universo”: In momenti di profonda connessione, si dice che O-Sensei affermasse frasi come “Io sono l’Universo” o “Mi trovo al centro del Cosmo”, non per ego, ma per esprimere l’esperienza di unità e interconnessione che l’Aikido mirava a realizzare.
- Il Budo è Fermare la Lancia: Una sua celebre affermazione è che il vero significato del Budo (武 – Via Marziale) non sta nell’usare la lancia (戈) per combattere, ma nel “fermare la lancia” (戈を止める – hoko wo tomeru), interpretando l’ideogramma 武 come un invito alla pace e alla cessazione del conflitto.
- La Sacralità di Iwama: Il suo ritiro a Iwama non fu solo un allontanamento dalla guerra, ma un luogo sacro dove O-Sensei sentiva una profonda connessione con i kami (divinità/spiriti naturali dello Shintoismo). L’Aiki Jinja (Santuario dell’Aiki) da lui costruito lì è ancora oggi un luogo di pellegrinaggio per molti aikidoka.
C. Aneddoti sull’Insegnamento e la Personalità:
Questi racconti offrono sprazzi del suo carattere e del suo metodo didattico.
- Il “Dojo dell’Inferno”: Il Kobukan Dojo a Tokyo era noto per l’estrema durezza e intensità degli allenamenti. O-Sensei richiedeva dedizione totale e spingeva gli allievi ai loro limiti fisici e mentali.
- Insegnamento Enigmatico: Spesso O-Sensei insegnava più attraverso dimostrazioni quasi magiche e affermazioni criptiche che con spiegazioni tecniche dettagliate. Si aspettava che gli allievi cogliessero i principi intuitivamente, attraverso la pratica intensa e l’osservazione attenta. Questo ha contribuito alla diversità di interpretazioni tra i suoi studenti diretti.
- Amore per la Natura e l’Agricoltura: Il suo profondo legame con la terra e l’agricoltura (Buno Ichinyo) era genuino. Vedeva nella coltivazione della terra gli stessi principi di armonia, crescita e connessione con i cicli naturali che ricercava nel Budo.
- Contrasti di Carattere: Veniva descritto come un uomo capace di passare da momenti di gioia quasi infantile e grande calore umano a istanti di concentrazione marziale terrificante e autorità assoluta.
D. Curiosità sulla Pratica e la Tradizione:
- Il Mistero dell’Hakama: Perché si indossa l’Hakama (i larghi pantaloni tradizionali) nell’Aikido? Esistono diverse spiegazioni, probabilmente tutte con un fondo di verità:
- Nascondere i movimenti dei piedi all’avversario (tradizione samurai).
- Legame con la tradizione e l’etichetta dei samurai.
- Distinguere i gradi (in molti dojo è indossata dagli yudansha, cinture nere, o da gradi Kyu avanzati).
- Una curiosità meno nota: alcuni raccontano che O-Sensei, infastidito dalla sciatteria di alcuni allievi nel vestirsi, rese obbligatorio l’Hakama (che richiede una certa cura per essere indossato e piegato correttamente) per tutti! Le regole attuali variano comunque da scuola a scuola.
- Atemi: I Colpi Nascosti: Sebbene l’Aikido sia noto per leve e proiezioni, gli atemi (colpi a punti vitali) sono parte integrante di molte tecniche. Non sono usati primariamente per infliggere danno, ma per sbilanciare l’avversario, distrarlo o interrompere il suo attacco, creando l’opportunità per applicare la tecnica principale.
- Il Dibattito sul Ki: Il concetto di Ki rimane uno degli aspetti più affascinanti e discussi. Le interpretazioni variano enormemente: da un’energia fisica/cosmica quasi tangibile, a una metafora per descrivere l’intenzione, la coordinazione psicofisica, il respiro (kokyu), la postura e la presenza mentale.
- L’Assenza di Competizione: La mancanza di competizioni nella maggior parte degli stili di Aikido è una scelta filosofica precisa di O-Sensei, volta a evitare che la pratica degeneri in una mera lotta per la vittoria, perdendo di vista l’obiettivo di crescita personale e armonia.
E. Aikido nel Mondo e Figure Note:
- Steven Seagal: L’attore americano è probabilmente il praticante di Aikido più famoso al mondo. È importante notare che Seagal ha effettivamente vissuto e studiato Aikido in Giappone per molti anni, raggiungendo il grado di 7° Dan Aikikai e gestendo un proprio dojo prima di diventare una star del cinema. La sua figura è controversa nella comunità aikidoistica, ma la sua notorietà ha indubbiamente contribuito a far conoscere l’Aikido a un pubblico vastissimo.
Conclusione:
Queste leggende, storie e curiosità, al di là della loro stretta aderenza ai fatti, svolgono un ruolo importante. Riflettono la profondità dell’arte, la natura straordinaria del suo fondatore e i principi filosofici che la animano. Contribuiscono al fascino dell’Aikido e ispirano i praticanti a guardare oltre l’aspetto puramente tecnico, esplorando le dimensioni interiori, energetiche e spirituali della Via dell’Armonia.
7. Tecniche di Quest’Arte
Le tecniche dell’Aikido, note in giapponese come Waza (技), costituiscono il repertorio fisico attraverso cui si manifestano i principi filosofici dell’arte. Lungi dall’essere un semplice elenco di mosse, rappresentano un sistema sofisticato e interconnesso basato sul principio fondamentale di armonizzarsi (Ai) con l’energia (Ki) dell’attaccante, re-dirigendone la forza per neutralizzare l’aggressione in modo efficace e controllato, minimizzando, idealmente, il danno per entrambi. Le tecniche non si basano sulla forza muscolare bruta, ma sull’uso preciso del movimento corporeo, della leva, dello sbilanciamento e del tempismo.
A. Le Categorie Principali di Tecniche:
Le Waza dell’Aikido si possono classificare in alcune categorie principali:
Nage Waza (投げ技) – Tecniche di Proiezione:
- Scopo: Sbilanciare e proiettare a terra l’attaccante (uke).
- Principi: Sfruttano il movimento circolare o a spirale, la leva generata dal corpo di tori (chi esegue la tecnica), lo sbilanciamento (kuzushi) e lo slancio stesso dell’attaccante. La proiezione mira a portare uke dove il suo equilibrio è più debole.
- Esempi Fondamentali:
- Shihonage (四方投げ): “Proiezione nelle quattro direzioni”. Una tecnica fondamentale che coinvolge un movimento ampio e circolare, controllando il polso e il gomito di uke per proiettarlo.
- Iriminage (入身投げ): “Proiezione entrando”. Tori entra direttamente nella guardia di uke, sbilanciandolo all’indietro o lateralmente con un movimento avvolgente del corpo.
- Kotegaeshi (小手返し): “Torsione del polso all’esterno”. Una leva applicata al polso che provoca una torsione e porta uke a cadere per rilasciare la tensione.
- Tenchinage (天地投げ): “Proiezione cielo-terra”. Tori crea uno sbilanciamento separando le braccia di uke (o usando le proprie braccia in direzioni opposte, una verso l’alto “cielo”, una verso il basso “terra”).
- Kaitennage (回転投げ): “Proiezione rotante”. Tori guida il braccio di uke in un ampio cerchio verticale, facendolo ruotare e cadere. Esiste in varianti uchi (interna) e soto (esterna).
- Kokyunage (呼吸投げ): “Proiezione col respiro/Ki”. Questa è una vasta categoria che include numerose proiezioni che non si basano primariamente su leve articolari definite, ma sull’uso del tempismo, dello sbilanciamento e dell’estensione del kokyu (potere del respiro/energia coordinata) per proiettare uke spesso in modo molto diretto e fluido.
Katame Waza (固め技) / Osae Waza (抑え技) – Tecniche di Immobilizzazione/Controllo:
- Scopo: Controllare l’attaccante a terra (o talvolta in piedi) attraverso leve articolari o pressioni, impedendogli di continuare l’aggressione.
- Principi: Applicano pressioni controllate sulle articolazioni (principalmente polso, gomito, spalla) seguendo la loro naturale mobilità ma andando leggermente oltre, o in direzioni che causano dolore e sbilanciamento, costringendo uke a scendere a terra per poi essere immobilizzato. Il controllo è mantenuto tramite postura stabile, peso del corpo e leva, non forza muscolare.
- Esempi Fondamentali (I “Principi”):
- Ikkyo (一教): “Primo insegnamento”. Controllo fondamentale che agisce principalmente su gomito e polso, portando uke a terra prona e immobilizzandolo con pressione sul gomito/spalla. Esiste in varianti omote (entrando) e ura (girando).
- Nikyo (二教): “Secondo insegnamento”. Applica una torsione dolorosa al polso (rotazione interna e flessione) per controllare e portare a terra uke.
- Sankyo (三教): “Terzo insegnamento”. Una torsione del polso verso l’alto e l’interno che agisce su polso, gomito e spalla, molto efficace per il controllo e per far cadere uke.
- Yonkyo (四教): “Quarto insegnamento”. Pressione su un punto nevralgico dell’avambraccio (nervo radiale), generando dolore acuto e controllo.
- Gokyo (五教): “Quinto insegnamento”. Una variante di Ikkyo spesso usata specificamente contro attacchi di coltello (tanto), con una particolare presa sul polso.
- Hijikime Osae (肘極め押さえ): Immobilizzazione tramite leva diretta sull’articolazione del gomito.
Atemi Waza (当て身技) – Tecniche di Colpo:
- Scopo: Nell’Aikido, gli atemi (colpi a punti vulnerabili) non sono generalmente usati come metodo primario per concludere l’azione (come nel Karate o nel pugilato). Il loro ruolo è strategico e di supporto:
- Creare kuzushi (sbilanciamento).
- Distrarre l’attenzione di uke.
- Interrompere l’attacco o la resistenza di uke.
- Aprire varchi per applicare una tecnica di leva o proiezione.
- Applicazione: Possono essere pugni (tsuki), colpi di taglio della mano (tegatana), colpi di gomito (hiji ate), ecc., diretti a zone come viso, gola, plesso solare, fianchi. Vengono integrati fluidamente nel movimento della tecnica principale.
- Scopo: Nell’Aikido, gli atemi (colpi a punti vulnerabili) non sono generalmente usati come metodo primario per concludere l’azione (come nel Karate o nel pugilato). Il loro ruolo è strategico e di supporto:
B. Elementi Fondamentali di Supporto:
L’esecuzione efficace delle waza dipende da altri elementi cruciali:
- Ukemi (受け身) – L’Arte di Ricevere la Tecnica: Fondamentale per uke. Imparare a cadere in sicurezza (cadute in avanti, indietro, laterali; rotolamenti) è essenziale per prevenire infortuni e permettere una pratica dinamica e realistica. Un buon ukemi sviluppa anche sensibilità al movimento, equilibrio e fiducia.
- Tai Sabaki (体捌き) – Gestione del Corpo: È il movimento corporeo coordinato che permette a tori di posizionarsi vantaggiosamente, evitare l’attacco e applicare la tecnica. Include spostamenti lineari, entrate (irimi) e rotazioni (tenkan), sempre mantenendo il centro (hara) stabile. È la base su cui si costruisce ogni tecnica.
- Kokyu Ryoku (呼吸力) – Potere del Respiro/Ki: Non è solo respirare, ma coordinare il respiro con il movimento del corpo e l’intenzione mentale per generare potenza fluida, estensione e connessione con il partner, senza tensioni muscolari eccessive.
- Altri Principi Chiave: La corretta gestione della distanza (Ma’ai), la creazione dello sbilanciamento (Kuzushi) e il mantenimento della consapevolezza (Zanshin) dopo la tecnica sono tutti integrati nell’applicazione delle waza.
C. Modalità di Pratica:
Le tecniche vengono studiate in diverse situazioni per sviluppare adattabilità:
- Ruoli Tori/Uke: La pratica avviene in coppia, alternando i ruoli per comprendere entrambi i lati dell’interazione.
- Forme di Attacco (Attacchi): Le tecniche vengono praticate a partire da una varietà di attacchi simulati:
- Prese (Dori/Mochi): Katate dori (presa a un polso), Ryote dori (presa a due polsi), Kata dori (presa alla spalla), Muna dori (presa al petto/bavero), Ushiro ryote dori (presa a due polsi da dietro), ecc.
- Colpi (Uchi/Tsuki): Shomen uchi (colpo fendente frontale alla testa), Yokomen uchi (colpo fendente laterale alla testa/collo), Tsuki (pugno diretto al viso o al corpo).
- Variazioni Omote (表) e Ura (裏): Molte tecniche hanno due forme principali: Omote (lato frontale/pubblico), dove tori entra direttamente di fronte a uke, e Ura (lato posteriore/nascosto), dove tori guida uke in una rotazione alle sue spalle.
- Posizioni (Kamae): Le tecniche si praticano:
- Tachi Waza (立ち技): Entrambi i praticanti in piedi.
- Suwari Waza (座り技): Entrambi i praticanti in ginocchio (seiza o kiza). Sviluppa la forza e la stabilità del centro.
- Hanmi Handachi Waza (半身半立技): Tori è in ginocchio, Uke è in piedi. Sviluppa la capacità di gestire un attacco proveniente dall’alto.
- Difesa da Armi: Il curriculum include anche tecniche di difesa da attacchi armati:
- Tanto Dori (短刀取り): Difesa da coltello.
- Tachi Dori (太刀取り): Difesa da spada (bokken).
- Jo Dori (杖取り): Difesa da bastone (jo).
- Jo Nage (杖投げ): Tecniche in cui tori utilizza il jo per proiettare uke.
D. Apprendimento e Progressione:
L’apprendimento delle tecniche in Aikido avviene attraverso la pratica costante e ripetitiva (keiko). Inizialmente ci si concentra sulla forma corretta, sulla coordinazione e sulla comprensione dei principi base. Con il progredire, si cerca maggiore fluidità, efficacia, adattabilità e la capacità di applicare i principi (riai) in modo più spontaneo (Takemusu Aiki). Non è una ricerca di accumulo di “mosse”, ma un affinamento continuo della qualità del movimento e della comprensione dei principi universali dell’armonia e del controllo.
Conclusione:
Le tecniche dell’Aikido sono un sistema ricco e coerente che traduce in movimento i principi filosofici dell’arte. Sono strumenti per esplorare l’armonia, il controllo, la gestione dell’energia e la risoluzione non violenta dei conflitti. La loro maestria richiede anni di pratica dedicata, focalizzata non sulla forza bruta ma sull’integrazione raffinata di corpo, mente e respiro, nel rispetto reciproco tra chi esegue (tori) e chi riceve (uke).
8. I kata dell’ Aikido
Una domanda frequente riguardo all’Aikido è se possieda dei Kata (形), termine giapponese che significa “forma” o “modello”. A differenza di arti marziali come il Karate, dove i kata individuali a mani nude sono un elemento centrale dell’allenamento, della valutazione e talvolta della competizione, l’Aikido tradizionale (in particolare quello afferente all’Aikikai) non possiede un sistema esteso di kata individuali a mani nude formalizzati nello stesso modo. La natura stessa dell’Aikido, basata sull’interazione dinamica e sulla risposta a un attacco specifico da parte di un partner (uke), rende la pratica solitaria di sequenze fisse a mani nude meno centrale rispetto ad altre discipline.
Tuttavia, il termine e il concetto di “kata” esistono e sono importanti nell’Aikido, anche se applicati in contesti diversi o con sfumature di significato differenti:
Forme Preordinate a Coppie (Kata Impliciti nel Kihon Waza): La pratica stessa delle tecniche di base (kihon waza) può essere vista come una forma di kata a due persone. Quando tori e uke ripetono una sequenza specifica (es. attacco shomen uchi, difesa con ikkyo omote), stanno eseguendo una forma preordinata. Questa pratica strutturata è essenziale per:
- Imparare i movimenti fondamentali del corpo (tai sabaki).
- Comprendere i principi di distanza (ma’ai), tempo (awase) e sbilanciamento (kuzushi).
- Sviluppare la coordinazione e la memoria muscolare per le tecniche base.
- Studiare la dinamica dell’interazione attacco-difesa in un ambiente controllato.
Kata con le Armi (Bukiwaza Kata – Kata Espliciti): È soprattutto nella pratica con le armi tradizionali (Bukiwaza) che il concetto di Kata diventa esplicito e fondamentale in molte scuole di Aikido, in particolare quelle influenzate dall’insegnamento di O-Sensei a Iwama e sistematizzate da Morihiro Saito Shihan.
- Suburi (素振り): Sono esercizi individuali di base eseguiti con l’Aiki-Ken (spada di legno) o l’Aiki-Jo (bastone di legno). Comprendono sequenze fondamentali di tagli, colpi, parate e affondi. Anche se sono esercizi di base, sequenze strutturate come i 7 Aiki-Ken Suburi o i 20 Aiki-Jo Suburi (codificati da Saito Sensei) funzionano in modo molto simile a dei mini-kata individuali, insegnando postura, coordinazione, uso del centro e generazione di potenza.
- Kumitachi (組太刀) e Kumijo (組杖): Sono vere e proprie forme di combattimento preordinato eseguite in coppia, rispettivamente con il Ken e con il Jo. Esistono diverse serie di Kumitachi e Kumijo (es. i 5 Kumitachi, i 10 Kumijo di Iwama) che insegnano principi avanzati di tempismo, distanza, strategia e l’applicazione dei principi dell’Aiki nell’interazione armata. Questi sono chiaramente “kata a due”.
- Kata Individuali con il Jo: Alcuni lignaggi, in particolare l’Iwama Ryu, possiedono delle forme individuali più lunghe e complesse eseguite con il Jo, che sono le più simili ai kata solisti del Karate. Gli esempi più noti sono il Sanjuichi no Jo Kata (三十一の杖 – Kata del Jo in 31 movimenti) e il Jusan no Jo Kata (十三の杖 – Kata del Jo in 13 movimenti), entrambi attribuiti a O-Sensei e sistematizzati da Saito Shihan. Esiste anche un Nijuuni no Jo Kata (Kata del Jo in 22 movimenti), spesso usato come preparazione.
- Altre Forme con Armi: Esistono anche forme che combinano le armi, come il Ken tai Jo (剣対杖), dove un partner usa la spada e l’altro il bastone, eseguendo sequenze preordinate.
Kata negli Stili Specifici: Un’eccezione importante alla mancanza di kata formali (soprattutto a mani nude e competitivi) si trova nello Shodokan Aikido (stile Tomiki). Questo stile, fondato da Kenji Tomiki, ha sviluppato e include kata sia individuali che a coppie, spesso basati su sequenze di autodifesa (goshin jutsu), che vengono valutati e utilizzati anche in contesti competitivi.
Lo Scopo dei Kata nell’Aikido:
Indipendentemente dalla forma specifica, i kata (o le pratiche assimilabili ai kata) nell’Aikido servono a scopi didattici fondamentali:
- Insegnare e Raffinare i Principi Fondamentali: Movimento del corpo, centralizzazione, estensione del Ki/respiro, gestione della distanza e del tempo.
- Sviluppare Precisione Tecnica: Permettono di studiare e perfezionare i dettagli di un movimento o di una sequenza in modo controllato.
- Comprendere le Relazioni: In particolare, i kata con le armi aiutano a comprendere la profonda relazione tra i movimenti a mani nude e quelli armati, evidenziando principi comuni (riai).
- Coltivare Concentrazione, Ritmo e Fluidità: L’esecuzione ripetuta di sequenze aiuta a sviluppare focus mentale e un flusso continuo nel movimento.
- Preservare e Trasmettere Insegnamenti: Codificano e tramandano specifiche sequenze, tecniche o principi insegnati da O-Sensei o da maestri successivi, specialmente nel complesso ambito delle armi.
Conclusione:
In sintesi, sebbene l’Aikido non enfatizzi i kata individuali a mani nude come elemento centrale alla maniera del Karate, utilizza ampiamente forme e sequenze preordinate (kata), specialmente nella pratica delle tecniche di base a coppie e, in modo molto più esplicito e strutturato, nell’allenamento con le armi (Bukiwaza). Queste forme sono strumenti didattici essenziali per l’apprendimento, il perfezionamento tecnico e la comprensione profonda dei principi che animano la Via dell’Armonia.
9. Una tipica seduta di allenamento dell’ Aikido
Una lezione di Aikido, chiamata Keiko (稽古) in giapponese (che letteralmente significa “riflettere sul passato” per comprendere il nuovo), segue generalmente una struttura ben definita, sebbene possano esserci leggere variazioni a seconda della scuola, dell’insegnante (Sensei) e del livello degli studenti. Questa struttura non è casuale, ma progettata per preparare gradualmente corpo e mente alla pratica, massimizzare l’apprendimento e la sicurezza, e rafforzare i principi dell’arte e l’etichetta (Reigi).
Ecco le fasi tipiche di una seduta di allenamento:
Prima della Lezione: Preparazione
- Arrivo: È buona norma arrivare al dojo con un po’ di anticipo per avere il tempo di cambiarsi senza fretta, indossare il keikogi (e l’hakama, se previsto per il proprio grado/scuola), e prepararsi mentalmente alla pratica, lasciando fuori le preoccupazioni della giornata.
- Saluto all’ingresso: Spesso si esegue un inchino entrando nel dojo e salendo sul tatami (l’area di pratica).
L’Inizio della Lezione: Il Saluto (Rei – 礼)
- Allineamento: Al segnale del Sensei o del Sempai (allievo più anziano), gli studenti si allineano in ordine di grado (i gradi più alti a destra, guardando lo Shomen) lungo un lato del tatami, seduti in Seiza (posizione formale inginocchiata).
- Saluto allo Shomen/Kamiza: Viene eseguito un inchino collettivo verso lo Shomen (lato frontale del dojo) o il Kamiza (piccolo altare o lato d’onore, spesso con l’immagine di O-Sensei o una calligrafia). Questo saluto esprime rispetto per il fondatore, la tradizione e il luogo di pratica.
- Mokuso (黙想 – Meditazione Silenziosa): A volte, prima o dopo il saluto, può esserci un breve periodo di meditazione silenziosa per calmare la mente e focalizzarsi sulla pratica imminente.
- Saluto al Sensei: Gli studenti eseguono un inchino verso l’insegnante, pronunciando “Onegaishimasu” (お願いします), una formula di cortesia che significa approssimativamente “Per favore, mi conceda [l’onore di praticare con lei/di insegnarmi]” o “Faccio appello alla sua benevolenza”. L’insegnante risponde all’inchino.
Riscaldamento e Preparazione Fisica (Jumbi Taiso / Aiki Taiso – 準備体操 / 合気体操)
- Riscaldamento Generale: La prima parte consiste solitamente in esercizi di riscaldamento più generici per aumentare la temperatura corporea e preparare muscoli e articolazioni: stretching leggero, rotazioni articolari (collo, spalle, polsi, anche, ginocchia, caviglie).
- Esercizi Specifici dell’Aikido (Aiki Taiso): Segue una serie di esercizi specifici derivati dai movimenti e principi dell’Aikido. Questi possono includere:
- Esercizi per la flessibilità dei polsi (es. kotegaeshi undo).
- Movimenti di base del corpo (tai sabaki), come le rotazioni tenkan.
- Esercizi di voga (funakogi undo) per sviluppare il movimento dal centro (hara).
- Esercizi collegati alle tecniche base (es. ikkyo undo, shiho giri).
- Esercizi di respirazione e estensione del Ki (kokyu ho).
- Scopo: Prevenire infortuni, migliorare la flessibilità e la coordinazione, e iniziare a sintonizzare corpo e mente sui movimenti specifici dell’Aikido.
La Pratica Fondamentale: Ukemi (受け身)
- Importanza Cruciale: Una parte della lezione, specialmente per i principianti ma regolarmente anche per i gradi avanzati, è dedicata alla pratica delle cadute (ukemi). Questo è un aspetto assolutamente cruciale e non negoziabile dell’allenamento.
- Tipi di Cadute: Si praticano cadute in avanti (mae ukemi o zempo kaiten ukemi – rotolando), indietro (ushiro ukemi – rotolando o piatte) e laterali (yoko ukemi).
- Scopo: Imparare a ricevere le tecniche in modo sicuro è la pietra angolare della sicurezza in Aikido. Permette di praticare le tecniche (leve e proiezioni) in modo realistico e dinamico senza infortunarsi. Sviluppa anche agilità, fiducia e la capacità di “ascoltare” il movimento del partner.
Il Cuore della Lezione: Studio delle Tecniche (Waza Keiko – 技稽古)
- Dimostrazione del Sensei: L’insegnante dimostra una tecnica specifica, solitamente partendo da una forma di attacco definita. Spesso spiega i punti chiave: la postura (kamae), il movimento del corpo (tai sabaki), il tempismo (awase), lo sbilanciamento (kuzushi), e il principio sottostante.
- Pratica a Coppie: Gli studenti si dispongono a coppie (di solito scegliendo partner diversi durante la lezione) e praticano la tecnica dimostrata. Si alternano nei ruoli di:
- Tori (取り) o Nage (投げ): Colui che esegue la tecnica di difesa.
- Uke (受け): Colui che esegue l’attacco e riceve la tecnica (cadendo o venendo immobilizzato). Il ruolo di Uke è attivo: deve fornire un attacco sincero (ma sicuro) e reagire fluidamente alla tecnica di Tori.
- Ripetizione e Correzione: La tecnica viene ripetuta numerose volte. L’enfasi è sulla forma corretta, sulla fluidità e sulla comprensione del principio, più che sulla velocità o sulla forza. Il Sensei circola tra le coppie, osserva e fornisce correzioni individuali o richiama l’attenzione su errori comuni.
- Variazioni: Spesso la stessa tecnica viene studiata nelle sue varianti Omote (entrando direttamente) e Ura (girando alle spalle di uke), e/o applicata a diverse forme di attacco. Solitamente si studiano 1-3 tecniche correlate per lezione.
Possibili Pratiche Aggiuntive (Variabili)
- Bukiwaza (武器技): Se previsto dal curriculum del dojo o dalla lezione specifica, una parte del tempo può essere dedicata alla pratica con le armi (Jo, Bokken, Tanto): suburi, kata, kumijo/kumitachi.
- Jiyuwaza (自由技): Pratica “libera” in cui uke attacca tori con uno o più tipi di attacco predefiniti, e tori risponde liberamente con tecniche appropriate. Richiede maggiore fluidità e spontaneità (di solito per studenti più avanzati).
- Randori (乱取り): Pratica contro attacchi simultanei da parte di più uke. È una forma avanzata di allenamento che sviluppa consapevolezza spaziale, gestione del movimento e calma sotto pressione.
- Kokyu Dosa (呼吸動作): Esercizio specifico di respirazione e controllo eseguito solitamente in seiza alla fine della pratica tecnica.
La Conclusione della Lezione: Il Saluto Finale (Rei – 礼)
- Allineamento e Saluto: Simile all’inizio, gli studenti si riallineano in seiza. Si esegue il saluto allo Shomen/Kamiza e poi al Sensei, questa volta pronunciando “Domo arigato gozaimashita” (どうもありがとうございました), che significa “Molte grazie [per l’insegnamento ricevuto]”.
- Parole del Sensei: L’insegnante può fare brevi commenti sulla lezione, annunci o riflessioni.
- Saluto Reciproco: Spesso gli studenti si inchinano tra loro (otagai ni rei), ringraziandosi a vicenda per la pratica svolta insieme.
L’Etichetta e l’Atmosfera del Dojo Durante tutta la lezione, l’atmosfera è generalmente di concentrazione, rispetto reciproco e disciplina silenziosa. L’etichetta (Reigi) è fondamentale: ci si inchina entrando e uscendo dal tatami, si maneggiano le armi con cura, ci si rivolge al Sensei e ai Sempai in modo appropriato, si evita di parlare inutilmente durante la pratica, e si presta attenzione alla sicurezza propria e dei compagni. La pratica è cooperativa, non competitiva: si lavora insieme per imparare e migliorare.
Dopo la Lezione
- Soji (掃除 – Pulizia): In molti dojo tradizionali, dopo la lezione gli studenti partecipano collettivamente alla pulizia del tatami e degli spazi comuni (soji). Questo è considerato parte integrante della pratica, un modo per mostrare gratitudine e cura per il luogo di allenamento.
- Cambio e Saluti Informali: Ci si cambia e ci si saluta informalmente prima di lasciare il dojo.
Conclusione:
Una tipica seduta di allenamento di Aikido è quindi una miscela strutturata di rituale (che instilla rispetto e disciplina), preparazione fisica specifica, studio tecnico intensivo basato sulla ripetizione e sulla cooperazione, e pratica della consapevolezza. Ogni fase ha uno scopo preciso volto allo sviluppo non solo delle capacità marziali, ma anche della mente e del carattere del praticante, in linea con la filosofia dell’Aikido come “Via”.
10. Gli stili e le scuole dell’ Aikido
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, l’Aikido non è un’arte marziale monolitica con un unico curriculum e un’unica metodologia didattica universalmente accettati. Nel corso del tempo, specialmente dopo la morte del Fondatore Morihei Ueshiba (O-Sensei) nel 1969, sono emerse diverse interpretazioni, stili e organizzazioni. Questa diversità è un riflesso naturale di vari fattori:
- L’Evoluzione dell’Arte di O-Sensei: Lo stesso Aikido insegnato da O-Sensei cambiò notevolmente nel corso della sua vita (dal più marziale Aiki-Budo pre-bellico, al periodo di Iwama con forte enfasi sulle armi, agli anni successivi più focalizzati su principi universali). Gli studenti che hanno praticato con lui in periodi diversi hanno assorbito enfasi differenti.
- Il Metodo di Insegnamento di O-Sensei: Spesso basato sull’intuizione, sull’imitazione e su spiegazioni filosofiche o enigmatiche, più che su un manuale tecnico rigido. Questo ha permesso agli allievi di cogliere e sviluppare aspetti diversi secondo la propria sensibilità e comprensione.
- Il Background degli Allievi: Molti allievi diretti avevano già una solida esperienza in altre arti marziali, che inevitabilmente influenzò il modo in cui interpretarono e successivamente insegnarono l’Aikido.
- Scelte Personali e Organizzative: Alcuni maestri hanno scelto di enfatizzare particolari aspetti tecnici o filosofici, o si sono separati dall’organizzazione principale (Aikikai) per fondare scuole indipendenti.
Nonostante queste differenze, è importante sottolineare che i principi fondamentali dell’Aikido (armonia, non-resistenza, movimento circolare, uso del centro, ecc.) rimangono comuni alla maggior parte degli stili.
Ecco una panoramica delle principali scuole e organizzazioni:
A. L’Aikikai Foundation (財団法人合気会 – Zaidan Hojin Aikikai):
- È l’organizzazione più grande e diffusa a livello mondiale, considerata la linea principale o “mainstream” dell’Aikido.
- È guidata ereditariamente dal Doshu (attualmente Moriteru Ueshiba, nipote del Fondatore), che ne rappresenta la guida tecnica e spirituale.
- Il suo quartier generale mondiale è l’Aikikai Hombu Dojo a Tokyo.
- Più che uno “stile” rigido, l’Aikikai funziona come un grande ombrello che accoglie diverse sensibilità e interpretazioni tecniche, purché fedeli ai principi fondamentali e alla linea di successione della famiglia Ueshiba. Molti Shihan affiliati all’Aikikai hanno sviluppato nel tempo approcci didattici e “stili” personali molto riconoscibili.
- La maggior parte delle federazioni nazionali nel mondo (come l’Aikikai d’Italia) sono affiliate o riconosciute dall’Aikikai Foundation.
B. Stili Indipendenti Principali (Fondata da Allievi Diretti di O-Sensei):
Yoshinkan Aikido (養神館合気道):
- Fondatore: Gozo Shioda Shihan.
- Caratteristiche: Noto per il suo metodo didattico rigoroso e strutturato, con un’enfasi sulla postura corretta, sui movimenti potenti e precisi, e sullo sviluppo della stabilità centrale. Le tecniche sono spesso insegnate attraverso una serie di movimenti di base (kihon dosa) ben definiti. È considerato uno stile molto efficace e marziale, utilizzato anche per l’addestramento della Polizia Metropolitana di Tokyo.
- Organizzazione: Indipendente dall’Aikikai, con una propria struttura internazionale (Aikido Yoshinkai Foundation – AYF).
Ki-Aikido (Shin Shin Toitsu Aikido – 心身統一合気道):
- Fondatore: Koichi Tohei Shihan.
- Caratteristiche: Pone una forte enfasi sullo sviluppo e l’uso consapevole del Ki (inteso come energia naturale e coordinazione mente-corpo). La pratica include, oltre alle tecniche di Aikido (spesso eseguite in modo molto morbido e fluido), esercizi specifici per la coltivazione del Ki (Ki Exercises), test per verificarne lo stato, e principi per l’unificazione di mente e corpo applicabili anche nella vita quotidiana.
- Organizzazione: Indipendente, gestita dalla Ki Society International (Ki no Kenkyukai).
Iwama Ryu / Takemusu Aikido (岩間流 / 武産合気):
- Figura Chiave: Morihiro Saito Shihan (allievo diretto che studiò per oltre 20 anni con O-Sensei a Iwama).
- Caratteristiche: Si sforza di preservare e trasmettere l’Aikido così come veniva insegnato da O-Sensei durante il suo lungo periodo nel dojo di Iwama. Caratteristiche distintive sono la stretta integrazione tra tecniche a mani nude (Taijutsu) e con le armi (Bukiwaza – Aiki Ken e Aiki Jo), considerate un tutt’uno inscindibile (Riai), e uno studio molto dettagliato e rigoroso delle tecniche di base.
- Organizzazione: Dopo la morte di Saito Shihan, la scuola di Iwama ha visto diverse ramificazioni. Alcuni gruppi rimangono affiliati all’Aikikai, altri hanno formato organizzazioni indipendenti (es. Iwama Shin-Shin Aiki Shuren-kai, Takemusu Aikido Association) che portano avanti l’eredità tecnica di Saito Sensei.
Shodokan (Tomiki) Aikido (昭道館 合気道):
- Fondatore: Kenji Tomiki Shihan.
- Caratteristiche: È l’unica scuola principale ad aver introdotto la competizione (shiai o randori kyogi) sia a mani nude (spesso utilizzando un pugnale di gomma – tanto) sia sotto forma di kata. Influenzato dalla formazione nel Judo di Tomiki Sensei, lo stile utilizza metodi didattici più razionalizzati e basati su principi biomeccanici.
- Organizzazione: Indipendente, con proprie federazioni nazionali e internazionali (Japan Aikido Association – JAA, Shodokan Aikido Federation – SAF).
C. Altre Scuole e Interpretazioni Rilevanti:
Oltre a questi stili principali, esistono numerose altre scuole o interpretazioni significative sviluppate da altri allievi diretti di O-Sensei o dai loro successori. Spesso queste non hanno un nome di “stile” formalizzato ma rappresentano approcci didattici personali o “sfumature stilistiche” riconoscibili, talvolta rimanendo all’interno dell’Aikikai, talvolta formando gruppi indipendenti più piccoli. Esempi includono le linee di insegnamento che derivano da maestri come Shoji Nishio (con forte integrazione di Iaido e Karate), Hiroshi Tada (con enfasi sul Kinorenma), Nobuyoshi Tamura, Seigo Yamaguchi, Mitsugi Saotome, Kazuo Chiba, ecc.
È anche utile menzionare il Yoseikan Budo, fondato da Minoru Mochizuki, che, pur avendo radici nell’Aikido (Mochizuki fu allievo diretto di Ueshiba), è oggi considerato un’arte marziale distinta che sintetizza Aikido, Judo, Karate e altre discipline.
D. La Situazione in Italia:
Questa diversità di stili e scuole si riflette anche nella situazione italiana. L’Aikikai è molto diffuso, principalmente attraverso l’Aikikai d’Italia (fondata da Tada Shihan) e altre associazioni comunque collegate all’Hombu Dojo di Tokyo. Tuttavia, sono presenti e attive sul territorio nazionale anche scuole e dojo che seguono altri lignaggi, come l’Iwama Ryu, lo Yoshinkan, il Ki-Aikido, lo Shodokan, e gruppi indipendenti che fanno capo all’insegnamento di altri Shihan giapponesi o occidentali. Questa varietà offre ai praticanti italiani una scelta ampia in termini di approccio tecnico e filosofico.
Conclusione:
L’esistenza di diversi stili e scuole nell’Aikido non deve essere vista come una debolezza, ma come una testimonianza della ricchezza, profondità e vitalità dell’arte lasciata da O-Sensei. Ogni stile offre una prospettiva unica sui principi fondamentali dell’Aikido. Per chi desidera iniziare, è utile informarsi sulle diverse scuole presenti nella propria zona, ma la scelta finale dovrebbe basarsi soprattutto sulla qualità dell’insegnante, sull’atmosfera del dojo e sulla sintonia personale con l’approccio proposto, più che sull’etichetta dello stile in sé.
11. La situazione in Italia
L’Italia rappresenta una delle nazioni europee e mondiali in cui l’Aikido ha trovato terreno più fertile, sviluppando una presenza capillare, un elevato livello tecnico e una comunità praticante vasta e appassionata. Analizziamo i vari aspetti:
Diffusione Geografica e Numerica:
- Capillarità: L’Aikido è diffuso su tutto il territorio nazionale, dal Nord al Sud, includendo le isole. Non si limita ai grandi centri urbani, ma è presente anche in numerose città di medie e piccole dimensioni e persino in alcuni paesi. Esistono centinaia di dojo (associazioni sportive dilettantistiche – ASD) attivi.
- Numero di Praticanti: Sebbene sia difficile fornire cifre esatte e costantemente aggiornate data la frammentazione organizzativa, si stima che i praticanti regolari di Aikido in Italia siano diverse migliaia, comprendendo uomini, donne e bambini di tutte le età. Questo fa dell’Italia uno dei paesi con il maggior numero di aikidoka in Europa.
Organizzazioni e Affiliazioni:
- Aikikai d’Italia: È storicamente la principale e più grande organizzazione di Aikido nel paese. Fondata negli anni ’60 grazie all’impulso fondamentale del Maestro Hiroshi Tada (9° Dan, inviato direttamente da O-Sensei), è l’unica associazione italiana ad essere stata riconosciuta ufficialmente dall’Aikikai Foundation Hombu Dojo di Tokyo come sua rappresentante. Ha ottenuto il riconoscimento giuridico come Ente Morale nel 1978, un’attestazione di grande prestigio. L’Aikikai d’Italia ha una struttura didattica ben definita, un corpo insegnanti numeroso e qualificato (molti dei quali allievi diretti o di lunga data del M° Tada e di altri importanti maestri come Yoji Fujimoto Sensei) e organizza numerosi stage nazionali e internazionali. È affiliata a enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI.
- Altre Scuole e Stili: Oltre all’Aikikai d’Italia, sono presenti sul territorio numerose altre associazioni, federazioni e gruppi che seguono differenti lignaggi tecnici o fanno riferimento ad altri stili internazionali:
- Scuole legate all’Iwama Ryu / Takemusu Aiki: Gruppi che seguono l’insegnamento di Morihiro Saito Shihan, con un forte accento sull’integrazione tra tecniche a mani nude e armi (Aiki-Ken, Aiki-Jo).
- Yoshinkan Aikido: Associazioni che praticano lo stile più strutturato e potente fondato da Gozo Shioda.
- Ki Society (Shin Shin Toitsu Aikido): Gruppi che seguono l’approccio di Koichi Tohei, focalizzato sullo sviluppo e l’uso del Ki.
- Shodokan (Tomiki) Aikido: Sebbene meno diffuso, esistono gruppi che praticano lo stile competitivo fondato da Kenji Tomiki.
- Altre Linee Tecniche: Numerosi altri gruppi fanno riferimento a diversi maestri giapponesi o europei di alto livello (come Christian Tissier, Yoshimitsu Yamada, ecc.) o hanno sviluppato percorsi più autonomi pur rimanendo nell’alveo dell’Aikido tradizionale.
- Affiliazione a Enti di Promozione Sportiva (EPS) e Federazioni (FSN) riconosciute dal CONI: La maggior parte delle associazioni di Aikido in Italia, indipendentemente dalla scuola di appartenenza, è affiliata a uno o più Enti di Promozione Sportiva (come AICS, CSEN, UISP, ACSI, ASI, CNS Libertas, ecc.) o, in alcuni casi, a Federazioni Sportive Nazionali (come la FIJLKAM – Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali, che ha un settore dedicato all’Aikido, sebbene l’Aikikai d’Italia abbia una sua autonomia storica). Questa affiliazione è fondamentale per il riconoscimento legale delle ASD, la copertura assicurativa dei praticanti, la formazione e qualifica degli insegnanti tecnici secondo le normative CONI e l’accesso a eventuali contributi o strutture pubbliche.
Livello Tecnico e Didattica:
- Alto Livello Generale: L’Italia vanta un livello tecnico medio molto elevato nel panorama internazionale. Questo è frutto di decenni di pratica costante, della presenza stabile o delle frequenti visite di maestri giapponesi di altissimo calibro (come i già citati Tada Shihan e Fujimoto Shihan, che hanno vissuto e insegnato a lungo in Italia, e molti altri) e della formazione di un folto gruppo di maestri italiani di alto grado (dal 5° al 7°-8° Dan) riconosciuti a livello mondiale e spesso invitati a insegnare all’estero.
- Collegamenti Internazionali: La comunità aikidoistica italiana mantiene forti legami con l’Hombu Dojo di Tokyo (specialmente tramite l’Aikikai d’Italia) e con le sedi centrali degli altri stili, oltre che con le principali organizzazioni europee. Questo garantisce un continuo flusso di scambi tecnici e aggiornamenti.
- Stage e Seminari: L’Italia è sede di un’intensa attività seminaristica. Quasi ogni fine settimana si svolgono stage regionali, nazionali o internazionali tenuti da maestri italiani o da rinomati maestri stranieri (giapponesi, europei, americani), offrendo ai praticanti continue opportunità di approfondimento e confronto.
Comunità e Cultura Aikidoistica:
- Comunità Attiva: La comunità aikidoistica italiana è particolarmente attiva e dinamica, con un forte senso di appartenenza, sebbene talvolta frammentata tra le diverse organizzazioni e lignaggi.
- Eventi e Dimostrazioni: Oltre agli stage tecnici, vengono organizzate regolarmente dimostrazioni pubbliche (Embukai), eventi culturali legati all’Aikido e al Giappone, e iniziative per la promozione dell’arte marziale.
- Focus sulla Tradizione e l’Etica: Generalmente, vi è un forte rispetto per la tradizione marziale, l’etichetta del dojo (Reigi) e i principi filosofici dell’Aikido trasmessi dal Fondatore.
Tendenze Recenti:
- Crescita dell’Aikido per Bambini e Ragazzi: Molti dojo hanno sviluppato corsi specifici per le fasce d’età più giovani, riconoscendo il valore formativo dell’Aikido.
- Interesse per Aspetti “Interni”: Si nota un crescente interesse verso gli aspetti più profondi della pratica, legati al Ki, alla respirazione (Kokyu) e alla meditazione.
- Dialogo Inter-Stile: Nonostante le differenze, si osservano anche iniziative di dialogo e stage inter-stile, volti a promuovere la conoscenza reciproca e l’unità nella diversità.
In Sintesi:
L’Aikido in Italia è una realtà solida, matura e in continua evoluzione. Gode di ampia diffusione, un elevato standard tecnico garantito da maestri esperti e da forti legami internazionali, una struttura organizzativa articolata (sebbene variegata) riconosciuta nell’ambito sportivo nazionale, e una comunità praticante numerosa e dedicata. Pur con le sfide legate alla coesistenza di diverse scuole e organizzazioni, l’Italia si conferma come uno dei pilastri dell’Aikido a livello mondiale.
12. Terminologia tipica dell’ Aikido
L’Aikido, come tutte le arti marziali giapponesi tradizionali (Budo), utilizza una terminologia specifica in lingua giapponese. L’uso di questi termini non è solo una questione di tradizione, ma riveste un’importanza fondamentale per diversi motivi:
- Precisione: Molti concetti dell’Aikido non hanno un equivalente esatto in altre lingue. L’uso del termine giapponese garantisce una comprensione più precisa e profonda del significato originale inteso dal Fondatore e dai maestri.
- Universalità: Permette agli aikidoka di tutto il mondo di comunicare e comprendere istruzioni e concetti comuni, indipendentemente dalla loro lingua madre, facilitando la partecipazione a stage internazionali e la lettura di testi tecnici.
- Rispetto per le Origini: Mantiene un legame diretto con la cultura e la filosofia giapponese da cui l’arte è scaturita, mostrando rispetto per le radici dell’Aikido.
- Atmosfera del Dojo: Contribuisce a creare l’atmosfera di concentrazione, disciplina e rispetto tipica del dojo tradizionale.
Imparare la terminologia è parte integrante del percorso di apprendimento dell’Aikido. Di seguito un glossario più dettagliato, organizzato per categorie:
(Nota sulla pronuncia: In generale, le vocali giapponesi si pronunciano in modo simile all’italiano: A come in ‘aereo’, E come in ‘erba’, I come in ‘isola’, O come in ‘onda’, U leggermente meno arrotondata della ‘u’ italiana, quasi tra ‘u’ ed ‘eu’. Le consonanti sono per lo più simili all’italiano. ‘H’ è spesso leggermente aspirata, ‘J’ suona come la ‘G’ dolce italiana di ‘gioco’, ‘Y’ come la ‘I’ italiana di ‘ieri’, ‘W’ come una ‘U’ semivocalica, ‘SH’ come ‘SC’ di ‘scena’, ‘CH’ come ‘C’ di ‘cena’. Le doppie consonanti indicano una breve pausa o tenuta prima di pronunciare la consonante stessa.)
A. Termini Generali Relativi all’Arte
- Aikido (合気道): “Via (Do) dell’Armonia (Ai) con l’Energia/Spirito (Ki)”. Il nome dell’arte marziale.
- Aiki (合気): Principio di armonia/unione dell’energia. Il cuore tecnico e filosofico dell’Aikido.
- Budo (武道): “Via Marziale”. Termine generico per le arti marziali giapponesi con finalità etiche e spirituali, distinto da Bujutsu (tecniche marziali puramente per il combattimento).
- Aikidoka (合気道家): Praticante di Aikido.
- Keiko (稽古): Allenamento, pratica. Deriva da “riflettere (kei) sull’antico (ko)”.
- Waza (技): Tecnica, arte, abilità.
- Do (道): Via, percorso, cammino (di crescita).
B. Persone e Ruoli nel Dojo
- O-Sensei (大先生): “Grande Maestro”. Titolo onorifico esclusivo per il fondatore, Morihei Ueshiba.
- Doshu (道主): “Guida della Via”. Il leader ereditario dell’Aikido mondiale (linea Ueshiba), attualmente Moriteru Ueshiba.
- Sensei (先生): “Insegnante” (letteralmente “nato prima”). Titolo di rispetto per il proprio maestro.
- Shihan (師範): “Maestro Istruttore”, “Modello”. Titolo onorifico conferito dall’Hombu Dojo (o altre organizzazioni) a insegnanti di alto livello (solitamente dal 6° Dan in su), riconosciuti come capaci di formare altri insegnanti.
- Sempai (先輩): Allievo più anziano (in termini di pratica o grado) rispetto a un altro. Ha il dovere di aiutare i Kohai.
- Kohai (後輩): Allievo più giovane (in termini di pratica o grado) rispetto a un altro. Mostra rispetto verso i Sempai.
- Tori (取り) / Nage (投げ): Colui che esegue la tecnica. Tori significa “colui che prende/afferra”, Nage significa “colui che proietta”. Spesso usati in modo intercambiabile, talvolta Nage è preferito per le tecniche di proiezione e Tori in generale o per i controlli.
- Uke (受け): “Colui che riceve” (la tecnica). Uke non è un avversario passivo, ma colui che porta l’attacco e permette a Tori di studiare la tecnica, cadendo in sicurezza.
C. Luogo e Attrezzatura
- Dojo (道場): “Luogo della Via”. Lo spazio dedicato alla pratica.
- Tatami (畳): Materassina tradizionale giapponese (originariamente di paglia di riso, oggi spesso sintetica) su cui si pratica.
- Kamiza (上座): “Posto superiore”. Lato d’onore del dojo, spesso con un’immagine di O-Sensei, una calligrafia o un piccolo altare Shinto. È il lato verso cui si rivolgono i saluti.
- Shimoza (下座): “Posto inferiore”. Lato opposto al Kamiza, dove solitamente si siedono gli allievi.
- Shomen (正面): “Fronte”. Spesso usato come sinonimo di Kamiza, o per indicare la parte frontale del dojo.
- Keikogi (稽古着) / Dogi (道着): Uniforme per la pratica, composta da giacca (Uwagi), pantaloni (Zubon) e cintura (Obi).
- Obi (帯): Cintura. Bianca per i gradi Kyu, nera per i gradi Dan.
- Hakama (袴): Ampia gonna-pantalone tradizionale, solitamente nera o indaco, indossata dai gradi Dan (Yudansha) e, in alcuni dojo, anche da gradi Kyu avanzati o da tutte le donne.
D. Comandi ed Etichetta (Reigi 礼儀)
- Rei (礼): Saluto, inchino. Esprime rispetto.
- Ritsurei (立礼): Saluto in piedi.
- Zarei (座礼): Saluto da seduti (in seiza).
- Seiza (正座): Posizione seduta formale, inginocchiati con i glutei sui talloni e il dorso dei piedi a terra.
- Mokuso (黙想): Breve meditazione silenziosa all’inizio e/o alla fine della lezione, spesso eseguita in seiza.
- Onegaishimasu (お願いします): “Per favore / Chiedo umilmente (di praticare con te / di insegnarmi)”. Detto all’inizio della lezione e quando si invita un compagno a praticare.
- Domo Arigato Gozaimashita (どうもありがとうございました): “Molte grazie (per quello che è stato fatto)”. Forma molto cortese di ringraziamento, usata alla fine della lezione verso il Sensei e i compagni.
- Hajime (始め): “Iniziate!”. Comando per iniziare un esercizio o la pratica.
- Yame (止め): “Fermatevi!”. Comando per cessare la pratica.
- Kiritsu (起立): “Alzatevi!”. Comando per alzarsi in piedi.
- Chakuza (着座): “Sedetevi!”. Comando per mettersi in seiza.
- Matte (待て): “Aspetta!”.
E. Concetti e Principi Fondamentali
- Ai (合): Armonia, unione, integrazione, incontro.
- Ki (気): Energia vitale, spirito, intenzione, mente. Concetto complesso che indica l’energia intrinseca che si cerca di coltivare e utilizzare.
- Kokyu (呼吸): Respiro, respirazione. Nell’Aikido, indica anche la potenza generata dalla coordinazione di respiro, mente e corpo; il timing dell’azione.
- Kokyu Ryoku (呼吸力): Potenza del Kokyu.
- Awase (合わせ): Unirsi, adattarsi, armonizzarsi con il movimento dell’attaccante. Principio di non-resistenza.
- Musubi (結び): Legame, connessione, unione. Indica la connessione che si crea tra Uke e Tori durante l’interazione.
- Ma-ai (間合い): Distanza spaziale e temporale corretta tra Uke e Tori. Gestire il Ma-ai è cruciale.
- Zanshin (残心): “Mente che rimane”. Stato di consapevolezza vigile e rilassata che si mantiene anche dopo aver concluso una tecnica, pronti a reagire a ulteriori azioni.
- Shoshin (初心): “Mente del principiante”. Atteggiamento di apertura mentale, umiltà e desiderio di apprendere, senza preconcetti.
- Fudoshin (不動心): “Mente Immobile”. Stato mentale di calma e stabilità interiore, non turbato da attacchi o circostanze esterne.
- Misogi (禊): Purificazione. Pratiche (fisiche, mentali, spirituali) volte a purificare corpo e mente. L’allenamento stesso è una forma di Misogi.
- Chushin (中心): Centro (del corpo, dell’equilibrio). Mantenere il proprio centro e controllare quello dell’avversario è fondamentale.
- Kuzushi (崩し): Squilibrio, rompere l’equilibrio dell’avversario. È il preludio necessario all’applicazione di molte tecniche.
F. Movimenti del Corpo (Tai Sabaki 体捌き)
- Tai Sabaki (体捌き): Spostamenti del corpo, l’arte di muovere il corpo in modo efficiente per evitare l’attacco e posizionarsi vantaggiosamente.
- Irimi (入り身): “Entrare con il corpo”. Movimento diretto in avanti, entrando nella guardia dell’attaccante.
- Tenkan (転換): “Conversione, cambiamento”. Movimento rotatorio di 180° sui piedi, per reindirizzare la forza dell’attacco.
- Tai no henko (体の変更) / Tai no tenkan (体の転換): Esercizio fondamentale che combina Irimi e Tenkan, spesso praticato all’inizio della lezione da una presa katate dori.
- Shikko (膝行): “Camminare sulle ginocchia”. Metodo di spostamento in seiza, importante per la stabilità e il controllo del centro da seduti.
- Ukemi (受け身): “Ricevere con il corpo”. L’arte di cadere in sicurezza per proteggersi da proiezioni e controlli.
- Mae Ukemi: Caduta in avanti (rotolando).
- Ushiro Ukemi: Caduta all’indietro (rotolando o piatta).
- Yoko Ukemi: Caduta laterale.
G. Tipi di Tecniche (Waza 技)
- Nage Waza (投げ技): Tecniche di proiezione.
- Katame Waza (固め技) / Osae Waza (抑え技): Tecniche di immobilizzazione, controllo a terra.
- Kokyu Ho (呼吸法): Esercizi/tecniche basate sul potere del Kokyu, spesso per proiettare o squilibrare con minimo sforzo apparente.
- Atemi (当て身): Colpi portati a punti vulnerabili, usati per distrarre, squilibrare o creare un’apertura (suki), non primariamente per danneggiare.
- Kaeshi Waza (返し技): Contro-tecniche (applicare una tecnica sulla tecnica dell’avversario).
- Henka Waza (変化技): Variazioni o cambi di tecnica durante l’esecuzione.
- Omote (表): Variazione di una tecnica eseguita entrando “davanti” all’Uke (spesso più diretta).
- Ura (裏): Variazione di una tecnica eseguita muovendosi “dietro” all’Uke (spesso con un movimento di tenkan).
- Suwari Waza (座り技): Tecniche eseguite con entrambi i praticanti in seiza.
- Tachi Waza (立ち技): Tecniche eseguite con entrambi i praticanti in piedi.
- Hanmi Handachi Waza (半身半立技): Tecniche con Tori seduto (in seiza) e Uke in piedi che attacca.
H. Esempi di Tecniche Specifiche
- Controlli (Katame Waza):
- Ikkyo (一教): “Primo insegnamento”. Controllo fondamentale sul gomito e polso (Ude Osae).
- Nikyo (二教): “Secondo insegnamento”. Leva dolorosa sul polso (Kote Mawashi).
- Sankyo (三教): “Terzo insegnamento”. Leva complessa che torce polso e avambraccio (Kote Hineri).
- Yonkyo (四教): “Quarto insegnamento”. Pressione su un punto nervoso dell’avambraccio (Tekubi Osae).
- Gokyo (五教): “Quinto insegnamento”. Variante di Ikkyo, spesso usata contro attacchi di coltello.
- Proiezioni (Nage Waza):
- Shihonage (四方投げ): “Proiezione nelle quattro direzioni”. Leva e taglio che proietta Uke.
- Iriminage (入り身投げ): “Proiezione entrando”. Entrata diretta dietro o sotto Uke per proiettarlo.
- Kotegaeshi (小手返し): “Torsione del polso all’esterno”. Leva sul polso che proietta Uke.
- Tenchinage (天地投げ): “Proiezione cielo-terra”. Squilibrio creato da un movimento delle mani verso l’alto (cielo) e verso il basso (terra).
- Kaitennage (回転投げ): “Proiezione rotatoria”. Proiezione che sfrutta un ampio movimento rotatorio.
- Kokyunage (呼吸投げ): Termine generico per varie proiezioni basate sul timing e sul Kokyu, spesso senza leve articolari evidenti.
- Koshinage (腰投げ): Proiezione usando l’anca come fulcro (simile al Judo).
- Jujinage (十字投げ) / Jujigarami (十字絡み): “Proiezione a croce” / “Intreccio a croce”. Proiezione che sfrutta l’incrocio delle braccia di Uke.
I. Forme di Attacco Comuni (Uke no Kata 受けの形)
- Katate Dori (片手取り): Presa a un polso.
- Ai Hanmi Katate Dori: Presa allo stesso polso (dx su sx, o sx su dx) con Tori e Uke nella stessa guardia (hanmi).
- Gyaku Hanmi Katate Dori: Presa al polso opposto (dx su dx, o sx su sx) con Tori e Uke in guardia opposta.
- Ryote Dori (両手取り): Presa a entrambi i polsi.
- Morote Dori (諸手取り): Presa a un polso con entrambe le mani.
- Kata Dori (肩取り): Presa alla spalla (o al bavero della giacca su una spalla).
- Muna Dori / Mune Tsuki (胸取り / 胸突き): Presa al bavero sul petto / Pugno al petto/stomaco.
- Ushiro Ryote Dori (後両手取り): Presa a entrambi i polsi da dietro.
- Ushiro Ryokata Dori (後両肩取り): Presa a entrambe le spalle da dietro.
- Ushiro Kubi Shime (後首絞め): Strangolamento da dietro (spesso con presa a un polso).
- Shomenuchi (正面打ち): Attacco con fendente verticale dall’alto verso la testa (simula un taglio di spada).
- Yokomenuchi (横面打ち): Attacco con fendente laterale alla tempia o al collo.
- Tsuki (突き): Pugno diretto (solitamente al viso – Jodan – o al tronco – Chudan).
- (Meno Comuni) Mae Geri (calcio frontale), Mawashi Geri (calcio circolare).
J. Armi (Buki Waza 武器技) e Pratiche Correlate
- Buki Waza (武器技): Tecniche con le armi.
- Aiki-Ken (合気剣): Pratica della spada nell’Aikido.
- Aiki-Jo (合気杖): Pratica del bastone nell’Aikido.
- Bokken (木剣): Spada di legno.
- Jo (杖): Bastone di legno di media lunghezza (ca 128 cm).
- Tanto (短刀): Pugnale (di legno – bokuto – per la pratica).
- Suburi (素振り): Esercizi individuali di base con Ken o Jo (tagli, colpi, parate).
- Kumitachi (組太刀): Esercizi/forme di spada praticate in coppia.
- Kumijo (組杖): Esercizi/forme di bastone praticate in coppia.
- Tachi Dori (太刀取り): Tecniche di disarmo della spada.
- Jo Dori (杖取り) / Jo Nage (杖投げ): Tecniche di disarmo del bastone / Tecniche a mani nude contro attacco di Jo.
- Tanto Dori (短刀取り): Tecniche di disarmo del coltello.
K. Conteggio (Kazu 数)
Utilizzato per scandire esercizi ripetitivi (es. suburi, ukemi).
- Ichi (一)
- Ni (二)
- San (三)
- Shi (四) (a volte pronunciato Yon per evitare assonanza con “morte”)
- Go (五)
- Roku (六)
- Shichi (七) (a volte pronunciato Nana)
- Hachi (八)
- Kyu (九) (a volte pronunciato Ku)
- Ju (十)
Questo glossario, sebbene esteso, non è esaustivo. La ricchezza terminologica dell’Aikido è vasta e si apprende gradualmente attraverso la pratica costante sul tatami e l’ascolto attento degli insegnamenti del proprio Sensei. Ogni termine apre una finestra su un aspetto specifico dell’arte, della sua tecnica e della sua filosofia.
13. Abbigliamento dell’ Aikido
L’abbigliamento nell’Aikido, come in molte arti marziali giapponesi, non è solo una questione di praticità, ma riveste anche un significato simbolico e fa parte integrante della disciplina e dell’etichetta (Reigi). L’uniforme standard è composta principalmente dal Keikogi e, per i praticanti più avanzati, dalla caratteristica Hakama.
A. Il Keikogi (稽古着) o Dogi (道着)
È l’uniforme base per la pratica, simile a quella usata in altre arti marziali come Judo o Karate, ma con alcune specificità. È quasi universalmente di colore bianco, simbolo di purezza e semplicità.
Componenti:
- Uwagi (上着): Giacca. Realizzata in cotone robusto, spesso con una trama a “chicco di riso” (sashiko ori) sulla parte superiore e sulle maniche per resistere alle prese e all’usura. La parte inferiore è solitamente a trama liscia “a diamante”. Il bavero (eri) è rinforzato. Rispetto al judogi, l’aikidogi può essere leggermente più leggero e avere maniche leggermente più corte per facilitare le prese ai polsi. Si indossa chiudendo sempre il lato sinistro sopra il lato destro (regola valida per entrambi i sessi nell’abbigliamento tradizionale giapponese non funebre). Viene tenuta chiusa dalla cintura (Obi).
- Zubon (ズボン): Pantaloni. Realizzati nello stesso tessuto di cotone della giacca (o in un cotone più leggero), sono ampi per consentire libertà di movimento. Spesso presentano rinforzi imbottiti sulle ginocchia (hiza ate) per proteggerle durante la pratica in seiza (seduti sui talloni) e shikko (camminata sulle ginocchia). Hanno una chiusura tradizionale in vita con lacci.
Materiale: Principalmente cotone. Esistono diverse grammature (pesantezze) del tessuto. Un tessuto più pesante è generalmente più durevole ma può risultare più caldo; uno più leggero è più confortevole in climi caldi ma meno resistente.
Colore: Bianco. Rappresenta la purezza, l’assenza di ego, l’essere come una “tela bianca” pronta ad apprendere. In rarissimi casi, alcune scuole possono usare il blu per le donne, ma è un’eccezione.
Importanza della Pulizia: Il Keikogi deve essere sempre pulito e in ordine per ogni lezione. Presentarsi con un Keikogi sporco o strappato è considerato una grave mancanza di rispetto verso il Dojo, l’insegnante, i compagni e l’arte stessa.
B. L’Obi (帯): Cintura
La cintura ha una doppia funzione: tenere chiusa la giacca (Uwagi) e indicare il grado del praticante.
- Funzione Pratica: Assicura la chiusura della giacca.
- Funzione Simbolica (Grado):
- Kyu (級): I gradi inferiori alla cintura nera (Mudansha, “persona senza Dan”) indossano una cintura bianca (Shiro Obi). Questo simboleggia lo stato di principiante, la purezza e il potenziale non ancora espresso. In alcuni dojo, specialmente per i bambini e ragazzi, possono essere adottati colori intermedi (giallo, arancione, verde, blu, marrone) per segnare la progressione, anche se questo sistema è meno tradizionale nell’Aikido rispetto ad altre arti come il Karate o il Judo.
- Dan (段): I gradi di cintura nera (Yudansha, “persona con Dan”) indossano una cintura nera (Kuro Obi). Simboleggia l’aver acquisito le basi solide dell’arte e l’inizio di un percorso di studio più profondo (Shodan, il 1° Dan, significa “primo livello”).
- Come si Lega: Viene avvolta due volte intorno alla vita e annodata sul davanti con un nodo piatto specifico (solitamente il koma musubi), che deve risultare centrato e non creare spessore fastidioso durante le cadute. Anche il modo di legare la cintura fa parte dell’apprendimento e dell’etichetta.
C. L’Hakama (袴)
È forse l’elemento più distintivo dell’abbigliamento aikidoistico. Si tratta di un’ampia gonna-pantalone tradizionale giapponese, indossata sopra il Keikogi.
- Descrizione: È composta da due larghe gambe e presenta sette pieghe (cinque davanti e due dietro), oltre a una placca rigida posteriore (koshi ita) che si appoggia sulla zona lombare aiutando a mantenere una postura corretta. È tenuta su da quattro lacci (himo) che vengono legati intorno alla vita con un nodo specifico.
- Materiale: Tradizionalmente in cotone pesante, oggi è comune anche in materiali sintetici come Tetron (misto poliestere/rayon) o poliestere puro.
- Cotone: Aspetto più tradizionale, buona traspirabilità, ma più difficile da lavare, stirare (le pieghe si perdono facilmente) e mantenere.
- Sintetico (Tetron/Poliestere): Più resistente, facile da lavare, mantiene bene le pieghe, ma meno traspirante e con un aspetto leggermente meno tradizionale. La scelta dipende dalle preferenze personali e dalle indicazioni del dojo.
- Colore: Predominantemente Nera (Kuro) o Indaco/Blu scuro (Kon). Questi colori sobri sono legati alla tradizione samurai e simboleggiano serietà e formalità.
- Chi la Indossa: Questa è una delle regole che varia maggiormente tra le diverse scuole e dojo:
- Regola più Comune: Viene indossata dai praticanti che hanno raggiunto il grado di Shodan (1° Dan), ovvero la cintura nera. Segna il passaggio da principiante ad allievo avanzato, seriamente impegnato nel percorso.
- Varianti:
- Alcune scuole permettono l’uso a partire da gradi Kyu più alti (es. 1° Kyu, talvolta 2° o 3° Kyu).
- In alcune organizzazioni o dojo, tutte le donne possono indossare l’Hakama fin dall’inizio, indipendentemente dal grado. Questa usanza deriva da ragioni storiche e di pudore nell’antico Giappone, mantenuta in alcune linee.
- In rari casi, tutti i praticanti, uomini e donne, la indossano fin dall’inizio.
- È Fondamentale: Chiedere sempre conferma delle regole specifiche del proprio dojo all’insegnante.
- Significato e Simbolismo:
- Pratico: Nasconde parzialmente il movimento dei piedi (ashi sabaki), rendendo più difficile per l’avversario anticipare le intenzioni e incoraggiando un movimento fluido e centrato proveniente dalle anche.
- Storico/Tradizionale: Lega visivamente l’Aikido alla tradizione dei Samurai, che indossavano l’Hakama come parte del loro abbigliamento formale e da battaglia.
- Simbolismo delle Pieghe: Una interpretazione comune, anche se non universalmente documentata come insegnamento diretto di O-Sensei, associa le sette pieghe ad altrettante virtù del Budo o del Samurai:
- Jin (仁): Benevolenza, generosità.
- Gi (義): Giustizia, rettitudine, integrità.
- Rei (礼): Cortesia, etichetta, rispetto.
- Chi (智): Saggezza, intelligenza.
- Shin (信): Sincerità, onestà.
- Chu (忠): Lealtà, devozione.
- Ko (孝): Pietà filiale (estesa al rispetto per maestri e antenati). Indossare l’Hakama ricorda al praticante l’importanza di coltivare queste qualità.
- Impegno: Indossare l’Hakama simboleggia un livello maggiore di impegno e responsabilità nella pratica.
- Indossare e Piegare l’Hakama: Imparare a indossare correttamente l’Hakama (legando i lunghi himo in modo sicuro ed estetico) e, soprattutto, a piegarla meticolosamente dopo ogni utilizzo rispettando le pieghe, è considerato parte integrante della disciplina (Shugyo). È un esercizio di pazienza, attenzione e rispetto per l’equipaggiamento e la tradizione.
D. Altri Elementi e Norme
- Sotto il Keikogi: È comune e spesso consigliato indossare una maglietta (solitamente bianca, senza scritte vistose) o un top sportivo sotto la giacca per assorbire il sudore e per igiene.
- Zori (草履): Sandali giapponesi tradizionali (o ciabatte simili). Si indossano per spostarsi dallo spogliatoio fino al bordo del tatami. Non si sale mai sul tatami con le Zori o qualsiasi altra calzatura. Si lasciano ordinatamente ai bordi del materassino. Allo stesso modo, non si cammina a piedi nudi fuori dal tatami (specialmente nei bagni o negli spogliatoi).
- Gioielli e Accessori: Per motivi di sicurezza (propria e dei compagni), è obbligatorio togliere orologi, anelli, orecchini, collane, braccialetti e qualsiasi altro oggetto che potrebbe causare ferite durante la pratica (prese, leve, cadute). Le unghie devono essere tenute corte.
E. Cura ed Etichetta dell’Abbigliamento
- Pulizia: Come già accennato, la pulizia è fondamentale. Lavare il Keikogi regolarmente (idealmente dopo ogni allenamento o al massimo due), seguendo le istruzioni (solitamente acqua fredda per evitare restringimenti, evitare candeggina che indebolisce le fibre).
- Manutenzione: Riparare eventuali piccoli strappi o scuciture prontamente.
- Piegatura: Imparare a piegare correttamente sia il Keikogi sia, soprattutto, l’Hakama, è un segno di rispetto e disciplina. Un Keikogi e un’Hakama ben piegati occupano meno spazio e si mantengono meglio.
Conclusione:
L’abbigliamento nell’Aikido va oltre la sua funzione pratica di uniforme. È un simbolo visibile dell’impegno del praticante nel “Do” (la Via), un modo per onorare la tradizione, mostrare rispetto per il luogo di pratica e per gli altri, e un costante richiamo ai principi di pulizia, ordine e disciplina che sono intrinseci all’arte stessa. Indossare correttamente e prendersi cura del proprio abbigliamento è il primo passo per approcciarsi alla pratica con la giusta mentalità.
14. Armi dell’ Aikido
Sebbene l’Aikido sia prevalentemente conosciuto e praticato come arte marziale a mani nude (Tai Jutsu), lo studio delle armi tradizionali giapponesi – specificamente il Jo (bastone), il Bokken (spada di legno) e il Tanto (pugnale di legno) – è considerato da molte scuole, in particolare quelle che seguono più da vicino l’insegnamento di O-Sensei nel suo periodo a Iwama, una parte integrante e fondamentale della disciplina.
Perché si praticano le armi nell’Aikido?
È cruciale comprendere che lo scopo primario dello studio delle armi nell’Aikido (Buki Waza) non è imparare a combattere con quelle armi in un contesto moderno, ma piuttosto utilizzare la pratica con le armi come strumento didattico per comprendere e approfondire i principi fondamentali dell’Aikido a mani nude. Le armi agiscono come estensioni del corpo, evidenziando e amplificando aspetti chiave della pratica:
- Ma-ai (間合い) – Gestione della Distanza: L’uso di un’arma rende immediatamente evidente l’importanza cruciale della distanza corretta dall’avversario. Ogni arma ha una sua portata ottimale, e imparare a gestirla si traduce direttamente in una migliore gestione della distanza nel combattimento a mani nude.
- Timing e Awase (合わせ) – Sincronizzazione: L’interazione con un partner armato richiede un tempismo perfetto (Awase) per entrare, deviare o controllare l’attacco nel momento giusto.
- Tai Sabaki (体捌き) – Movimento del Corpo: Le armi richiedono movimenti corporei precisi ed efficienti (entrate irimi, rotazioni tenkan) per evitare l’attacco e posizionarsi correttamente per la difesa o il contrattacco. Questi movimenti sono gli stessi del Tai Jutsu, ma la presenza dell’arma ne rende più evidente la necessità e la corretta esecuzione.
- Centratura e Postura (Chushin, Kamae): Maneggiare correttamente un’arma richiede una postura stabile (Kamae) e un forte senso del proprio centro (Chushin), qualità essenziali anche a mani nude.
- Linee di Attacco e Difesa (Suji 筋): La traiettoria di un’arma (taglio, fendente, spinta) rende visibili le linee di forza e di attacco che esistono anche negli attacchi a mani nude. Imparare a percepire e muoversi rispetto a queste linee è fondamentale.
- Estensione dell’Energia (Ki no Nagare): Le armi aiutano a percepire e dirigere l’energia (Ki) oltre i limiti del proprio corpo, favorendo l’estensione e la fluidità del movimento.
- Zanshin (残心) – Consapevolezza: La potenziale pericolosità (anche se di legno) delle armi accentua la necessità di mantenere una consapevolezza continua prima, durante e dopo la tecnica.
- Ri-ai (理合) – Unità dei Principi: Concetto fondamentale che indica l’esistenza di una logica e di principi comuni sottostanti alle tecniche a mani nude e a quelle con le armi. Molti movimenti del Tai Jutsu derivano direttamente da movimenti di spada o bastone. Studiare le armi permette di comprendere l’origine e la logica profonda di molte tecniche a mani nude.
Le Tre Armi Principali:
Aiki-Ken (合気剣) – La Spada dell’Aikido (Bokken 木剣)
- Descrizione: Si utilizza il Bokken, una spada di legno (solitamente quercia bianca o rossa) che simula la forma, il peso e il bilanciamento della Katana giapponese. Esistono diverse forme, alcune specifiche per l’Aikido (es. stile Iwama).
- Scopo: Lo studio dell’Aiki-Ken sviluppa la postura corretta, la gestione della distanza lunga, la precisione nei movimenti, la comprensione dei tagli fondamentali (Shomenuchi, Yokomenuchi) e la capacità di muoversi in linea con l’attacco della spada.
- Tipi di Pratica:
- Ken Suburi (剣素振り): Esercizi fondamentali individuali (di solito 7 nello stile Iwama) che insegnano i tagli, gli affondi e le parate di base, coordinando il movimento della spada con quello del corpo (in particolare le anche).
- Kumitachi (組太刀): Forme di combattimento prestabilite praticate in coppia. Permettono di studiare il timing, la distanza e l’armonizzazione (Awase) in un contesto dinamico di attacco e difesa con la spada. Esistono diverse serie di Kumitachi con complessità crescente.
- Tachi Dori (太刀取り): Tecniche di difesa a mani nude contro un attacco di Bokken. Qui si applicano direttamente i principi dell’Aikido (entrate, deviazioni, leve, proiezioni) per disarmare o controllare l’attaccante armato di spada.
Aiki-Jo (合気杖) – Il Bastone dell’Aikido (Jo 杖)
- Descrizione: Si utilizza il Jo, un bastone di legno (solitamente quercia) di lunghezza media, tipicamente 127-128 cm (4.21 shaku), con un diametro di circa 2.4-2.6 cm. È più lungo dell’Hanbo (mezzo bastone) e più corto del Bo (bastone lungo). La sua lunghezza permette una grande varietà di tecniche: colpi, stoccate, leve, spazzate, parate.
- Scopo: Lo studio dell’Aiki-Jo sviluppa fluidità, coordinazione, estensione, uso delle anche e del corpo intero. Il Jo è considerato da molti l’arma che meglio incarna i principi di flessibilità e adattamento dell’Aikido.
- Tipi di Pratica:
- Jo Suburi (杖素振り): Esercizi fondamentali individuali (20 nello stile Iwama) che comprendono spinte (tsuki), colpi (uchi), parate (uke), spazzate (harai) e movimenti rotatori (hasso gaeshi).
- Kumijo (組杖): Forme di combattimento prestabilite praticate in coppia con il Jo. Simili ai Kumitachi, sviluppano timing, distanza e blending in scenari di attacco e difesa con il bastone.
- Jo Kata (杖 形): Sequenze di movimenti codificate eseguite in solitaria. Le più famose sono il Sanjuichi no Jo Kata (Kata dei 31 movimenti) e il Jusan no Jo Kata (Kata dei 13 movimenti), ma ne esistono altre. Queste forme condensano i principi e le tecniche dell’Aiki-Jo.
- Jo Dori (杖取り) / Jo Nage (杖投げ): Tecniche di difesa a mani nude contro un attacco di Jo. Comprendono tecniche per afferrare e togliere il Jo all’attaccante (Jo Dori) o per utilizzare il movimento dell’attacco di Jo per proiettare o immobilizzare l’avversario (Jo Nage).
Tanto Dori (短刀取り) – Difesa dal Pugnale (Tanto 短刀)
- Descrizione: Si utilizza un Tanto di legno (a volte chiamato bokuto o semplicemente tanto), che simula un pugnale giapponese. Per alcune esercitazioni più dinamiche o focalizzate sul contatto, si può usare un coltello di gomma o plastica morbida per sicurezza.
- Scopo: La pratica del Tanto Dori è quasi esclusivamente focalizzata sulla difesa a mani nude contro un attacco di coltello. Sviluppa riflessi rapidi, tai sabaki preciso per evitare le traiettorie pericolose, timing corretto per l’entrata e applicazione efficace delle tecniche di controllo e disarmo Aikido (leve come Kotegaeshi, Shihonage, Ikkyo, Gokyo, ecc.) in una situazione di minaccia ravvicinata e ad alta velocità.
- Tipi di Pratica: Principalmente tecniche di difesa (Tanto Dori) contro vari tipi di attacco: pugnalate dirette (tsuki), tagli (yokomenuchi, kirioroshi), minacce. Meno comune è lo studio di forme (kata) con il Tanto stesso.
Il Concetto di Ri-ai (理合) – Unità dei Principi
Come accennato, il cuore della pratica delle armi in Aikido è il Ri-ai, la comprensione che i principi fondamentali sono gli stessi, sia che si operi a mani nude, con una spada o con un bastone. Esempi:
- Il movimento della mano in Shomenuchi Ikkyo Omote è molto simile a come si devierebbe e controllerebbe una spada che esegue un taglio Shomenuchi.
- L’entrata Irimi per eseguire Iriminage ricalca il movimento necessario per entrare all’interno della guardia di un avversario armato.
- Il movimento rotatorio Tenkan è essenziale per gestire la distanza e la linea di attacco di un’arma lunga come il Jo o il Bokken.
- La sensazione di “tagliare” con il bordo della mano (tegatana) in molte tecniche a mani nude deriva direttamente dall’uso della spada.
Variazioni Stilistiche e Importanza
È importante notare che l’enfasi posta sull’allenamento con le armi varia considerevolmente tra le diverse scuole e organizzazioni di Aikido:
- Stili come l’Iwama Ryu (Takemusu Aiki), che seguono da vicino l’insegnamento di Morihiro Saito Sensei (allievo diretto di O-Sensei a Iwama), considerano l’Aiki-Ken e l’Aiki-Jo assolutamente centrali e inseparabili dal Tai Jutsu.
- Nell’Aikikai mainstream, la pratica delle armi è presente, ma la sua frequenza e profondità possono variare molto da dojo a dojo e da insegnante a insegnante. Spesso viene introdotta dopo che l’allievo ha acquisito una buona base a mani nude.
- Altri stili (come Ki Society, Yoshinkan) possono avere un approccio ancora differente, magari focalizzandosi meno sulle forme tradizionali di Ken e Jo o integrandole in modo diverso.
- Lo Shodokan (Tomiki) Aikido include forme specifiche di Tanto Randori (combattimento libero con coltello finto) nel suo sistema competitivo.
Sicurezza (Anzen 安全)
Anche se si usano armi di legno, la pratica richiede attenzione e controllo. È fondamentale seguire le indicazioni dell’insegnante, mantenere sempre il controllo dell’arma, rispettare il partner e non impegnarsi in esercizi avanzati o a contatto senza adeguata preparazione e supervisione.
Conclusione:
Lo studio delle armi nell’Aikido (Aiki-Ken, Aiki-Jo, Tanto Dori) non è un’aggiunta accessoria, ma una componente che arricchisce e illumina la pratica a mani nude. Offre una via per comprendere più profondamente le radici marziali dell’Aikido, affinare principi chiave come distanza, tempo e movimento corporeo, e sperimentare l’unità fondamentale (Ri-ai) che lega tutte le tecniche dell’arte creata da O-Sensei. Per molti praticanti, integrare il Buki Waza nel proprio allenamento è essenziale per un percorso aikidoistico completo.
15. A chi è indicato e a chi no
L’Aikido è un’arte marziale nota per la sua ampia accessibilità, basata più sulla tecnica, la coordinazione e l’uso dell’energia dell’avversario che sulla forza fisica bruta. Tuttavia, la sua peculiare filosofia e metodologia di allenamento lo rendono particolarmente adatto ad alcuni individui e meno ad altri, a seconda delle loro aspettative e obiettivi.
A) Aikido è Particolarmente Indicato Per:
Bambini e Ragazzi (Generalmente dai 6-7 anni in su):
- Sviluppo Psicomotorio: Migliora la coordinazione, l’equilibrio, la consapevolezza spaziale e la lateralizzazione.
- Educazione al Rispetto e alla Disciplina: L’etichetta del dojo (Reigi), il rispetto per l’insegnante (Sensei) e i compagni (Sempai/Kohai) sono centrali. Imparano a seguire regole e a gestire le interazioni sociali in modo costruttivo.
- Gestione dell’Aggressività: Insegna a canalizzare l’energia in modo controllato e non violento, promuovendo l’autocontrollo e la risoluzione pacifica dei conflitti. L’obiettivo non è “vincere” sull’altro, ma collaborare per imparare.
- Sviluppo dell’Autostima: Imparare a cadere in sicurezza (Ukemi) e a eseguire tecniche complesse aumenta la fiducia nelle proprie capacità fisiche e mentali.
- Attività Fisica Completa e Divertente: Spesso l’insegnamento per i più giovani è proposto in forma ludica, garantendo un’attività fisica completa che coinvolge tutto il corpo.
Adulti di Entrambi i Sessi:
- Indipendenza da Forza e Genere: Poiché l’efficacia si basa su leva, squilibrio e tempismo, uomini e donne possono praticare insieme su un piano di parità tecnica, rendendolo ideale per chi non cerca una disciplina basata sulla potenza muscolare.
- Benessere Fisico Generale: Migliora flessibilità articolare, equilibrio, postura, tono muscolare (specialmente del core) e resistenza fisica generale. La pratica regolare può contribuire a mantenere il corpo agile e funzionale.
- Gestione dello Stress e Benessere Mentale: La concentrazione richiesta durante la pratica, la focalizzazione sul respiro (Kokyu) e il movimento fluido hanno un effetto calmante sulla mente, aiutando a scaricare le tensioni quotidiane e a sviluppare maggiore serenità e lucidità mentale (Fudoshin).
- Disciplina e Miglioramento della Concentrazione: La necessità di apprendere tecniche complesse, di prestare attenzione ai dettagli e di coordinarsi con il partner sviluppa disciplina mentale e capacità di concentrazione.
Persone Meno Giovani o Meno Allenate Fisicamente:
- Adattabilità: L’intensità della pratica può essere modulata dall’insegnante e dal praticante stesso. Non è necessario essere atleti per iniziare. Si può lavorare sui principi fondamentali anche con un’intensità fisica moderata.
- Benefici per Mobilità ed Equilibrio: La pratica costante, anche se dolce, aiuta a mantenere la mobilità articolare (polsi, gomiti, spalle, anche, ginocchia) e a migliorare significativamente l’equilibrio, fattore importante per prevenire cadute in età avanzata.
- Pratica delle Cadute (Ukemi) Graduale: Si impara a cadere in modo progressivo e sicuro, adattando l’ukemi alle proprie capacità fisiche (si può iniziare con cadute più semplici o controllate).
- Enfasi sui Principi: Anche senza eseguire le tecniche con grande dinamismo, si possono comprendere e applicare i principi fondamentali di armonia (Ai), non resistenza e uso del centro.
Chi Cerca un Percorso di Difesa Personale Realistico (con le Giuste Aspettative):
- Principi Applicabili: L’Aikido insegna principi universali di difesa: gestione della distanza (Ma-ai), evasione (Tai Sabaki), squilibrio (Kuzushi), controllo dell’aggressore tramite leve e immobilizzazioni, e soprattutto l’importanza di evitare lo scontro diretto e di fondersi con l’attacco (Awase).
- Focus sulla De-escalation e Controllo: L’obiettivo non è distruggere l’aggressore, ma neutralizzare l’attacco e controllare la situazione con il minor danno possibile per entrambi.
- Necessità di Impegno a Lungo Termine: È importante capire che l’Aikido non è un corso breve di autodifesa “da strada”. La sua efficacia reale richiede anni di pratica costante e dedicata per interiorizzare i principi e sviluppare i riflessi necessari in una situazione reale e non collaborativa. Non offre “trucchi” rapidi.
Chi è Interessato a un Percorso di Crescita Personale e Spirituale:
- Il Concetto di “Do” (Via): L’Aikido è una “Via” che mira all’auto-perfezionamento attraverso la pratica fisica. Si lavora su sé stessi, sui propri limiti fisici e mentali.
- Filosofia della Non-Violenza e Armonia: Attrae chi cerca un’arte marziale che promuova attivamente valori come la pace, l’armonia, il rispetto per la vita e la risoluzione non violenta dei conflitti.
- Sviluppo della Consapevolezza: La pratica richiede una profonda consapevolezza del proprio corpo, del partner, dello spazio e del momento presente (Zanshin).
Chi Proviene da Altre Arti Marziali o Sport:
- Complementarità: Può integrare altre discipline. Ad esempio, judoka o lottatori possono beneficiare dell’apprendimento di leve articolari diverse e di un ukemi più fluido; praticanti di arti basate sui colpi possono migliorare la gestione della corta distanza, il blending e le tecniche di controllo.
B) Aikido Potrebbe Essere Meno Indicato Per:
Chi Cerca Primariamente la Competizione Agonistica:
- Assenza di Gare (Generalmente): L’Aikido tradizionale, nella sua filosofia, rifiuta la competizione intesa come gara per determinare un vincitore e un vinto. Ad eccezione dello stile Shodokan/Tomiki, non esistono competizioni standardizzate. Chi è motivato principalmente dal confronto agonistico e dalla classifica troverà più soddisfazione in discipline come Judo, Karate (kumite), Taekwondo, BJJ, Lotta, MMA, ecc.
Chi Desidera un Allenamento Focalizzato Esclusivamente su Forza Bruta o Potenza Esplosiva:
- Enfasi sulla Tecnica: Sebbene la pratica possa essere fisicamente intensa, l’obiettivo non è lo sviluppo della massima forza muscolare fine a sé stessa, ma l’efficienza tecnica e l’uso intelligente dell’energia.
Chi Cerca un Sistema di Combattimento da Strada Immediatamente Efficace e Aggressivo:
- Filosofia e Tempi Lunghi: Come già detto, la filosofia non è orientata all’aggressione e la padronanza richiede anni. Sistemi come il Krav Maga sono specificamente progettati per scenari da strada con un focus sull’efficacia immediata e su reazioni più istintive e aggressive, un approccio diverso da quello dell’Aikido.
Chi Vuole Imparare Principalmente a Colpire (Pugni e Calci):
- Ruolo degli Atemi: L’Aikido include gli atemi (colpi), ma sono usati strategicamente per squilibrare, distrarre o creare un’apertura, non come mezzo primario per concludere l’azione come nel Karate, Boxe, Kickboxing, ecc.
Chi Non è Interessato agli Aspetti Etici, Filosofici o Tradizionali:
- Componente “Do” Inseparabile: L’etichetta, la filosofia di non-violenza, il rispetto per la tradizione e la ricerca interiore sono parti integranti dell’Aikido. Chi cerca un’attività puramente fisica o ginnica, senza interesse per questi aspetti, potrebbe sentirsi a disagio o non comprendere appieno l’essenza della disciplina.
Chi è Impaziente e Cerca Risultati Molto Rapidi:
- Un Percorso Graduale: L’Aikido è un percorso (Do) lungo e sottile. I progressi possono sembrare lenti all’inizio, specialmente se confrontati con attività dove il feedback è più immediato. Richiede costanza (Keiko), pazienza e dedizione per apprezzarne i benefici profondi.
C) Considerazioni Aggiuntive:
- La Lezione di Prova (Taiken): Il modo migliore per capire se l’Aikido fa per sé è provare una o più lezioni. La maggior parte dei dojo in Italia offre lezioni di prova gratuite (taiken nyumon). Questo permette di sperimentare direttamente l’atmosfera del dojo, lo stile di insegnamento del Sensei e le sensazioni della pratica.
- Condizioni Fisiche Specifiche: Come discusso nel punto sulle controindicazioni, persone con gravi problemi articolari o altre condizioni mediche rilevanti dovrebbero consultare il proprio medico prima di iniziare e informare l’insegnante.
Conclusione:
L’Aikido offre un percorso unico che fonde tecnica marziale efficace, sviluppo fisico armonioso, disciplina mentale e una profonda filosofia etica. È particolarmente indicato per chi cerca un’arte marziale non competitiva, adatta a tutte le età, che promuova l’autocontrollo, il rispetto e la crescita personale oltre alla pura abilità fisica. Potrebbe invece non soddisfare chi cerca primariamente la competizione, un sistema di combattimento aggressivo a rapido apprendimento, o un’attività puramente fisica senza interesse per gli aspetti tradizionali e filosofici. La scelta di praticare Aikido dovrebbe nascere da una riflessione sui propri obiettivi personali e da una reale sintonia con i principi e lo spirito di questa affascinante Via.
16. Considerazioni sulla sicurezza dell’ Aikido
L’Aikido è spesso descritto come un’arte marziale intrinsecamente orientata alla sicurezza, un’affermazione che, sebbene fondata, merita un’analisi dettagliata per essere compresa appieno. La sicurezza nell’Aikido non è un caso, ma il risultato di una combinazione di fattori filosofici, tecnici, metodologici e ambientali, che lavorano in sinergia quando la pratica è condotta correttamente sotto la guida di istruttori competenti.
A. Fondamenti Filosofici e Tecnici Orientati alla Sicurezza:
- Principio di Armonia (Ai – 合): Il cuore stesso dell’Aikido (“Via dell’Armonia”) rifiuta lo scontro diretto forza contro forza. Le tecniche mirano a fondersi con l’attacco, reindirizzarne l’energia e sbilanciare l’aggressore, piuttosto che a bloccarlo con impatti traumatici o a sopraffarlo con la forza bruta. Questo approccio riduce intrinsecamente il rischio di danni da impatto sia per chi attacca (Uke) sia per chi difende (Nage).
- Controllo, non Distruzione: L’obiettivo primario delle tecniche (leve articolari e proiezioni) è il controllo sicuro dell’aggressore, portandolo a una condizione in cui non può più nuocere, minimizzando al contempo il danno inflitto. Le leve sono studiate per essere applicate fino al punto di controllo, non fino al punto di rottura, e le proiezioni sono disegnate per sfruttare lo slancio dell’attaccante facendolo cadere in modo controllabile.
- Natura Difensiva: L’Aikido si pratica quasi esclusivamente come risposta a un attacco specifico e simulato. Questo elimina l’imprevedibilità e la potenziale aggressività incontrollata tipica del combattimento libero (sparring) presente in altre discipline, permettendo uno studio focalizzato e più sicuro delle dinamiche di attacco-difesa.
B. Il Ruolo Cruciale dell’Ukemi (Cadute Controllate):
- Abilità Fondamentale: L’apprendimento dell’Ukemi (letteralmente “ricevere con il corpo”) è una delle prime e più importanti abilità insegnate. Non si tratta semplicemente di “cadere”, ma di imparare a rotolare o atterrare in modo fluido e sicuro, dissipando l’energia della tecnica ricevuta su un’ampia superficie corporea e proteggendo le parti vitali (testa, collo, articolazioni).
- Pratica Progressiva: L’Ukemi viene insegnato gradualmente, partendo da esercizi a bassa velocità e altezza, per poi progredire verso cadute più dinamiche man mano che la confidenza e la competenza aumentano.
- Sicurezza Attiva: Un buon Ukemi permette all’Uke di partecipare attivamente e in sicurezza all’allenamento, ricevendo anche tecniche potenti senza infortunarsi. È una componente attiva della sicurezza: Uke non è una vittima passiva, ma un partner che sa come proteggersi nel ricevere la tecnica.
C. Metodologia di Allenamento Cooperativa e Progressiva:
- Apprendimento Collaborativo: La relazione tra Uke (chi attacca/riceve la tecnica) e Nage (chi esegue la tecnica) è fondamentalmente cooperativa. Uke fornisce un attacco sincero ma controllato, permettendo a Nage di studiare la tecnica. Nage, a sua volta, applica la tecnica con consapevolezza dei limiti e delle capacità di Uke. C’è un continuo feedback non verbale e un rispetto reciproco essenziali per la sicurezza.
- Progressione Graduale: L’intensità, la velocità e la complessità delle tecniche vengono aumentate progressivamente. I principianti si concentrano sulla forma corretta, sul movimento del corpo e sulla coordinazione a bassa velocità. Solo con l’acquisizione di solide basi si passa a una pratica più fluida e dinamica.
- Ripetizione Controllata: La pratica si basa sulla ripetizione di forme tecniche specifiche. Questo permette di interiorizzare i movimenti corretti e le risposte sicure (sia nell’applicazione che nella ricezione della tecnica), riducendo il rischio di azioni istintive errate o pericolose.
D. Applicazione Controllata delle Tecniche:
- Leve Articolari (Kansetsu Waza): Vengono insegnate con enfasi sul sentire il limite dell’articolazione del partner e applicando la pressione sufficiente per ottenere il controllo, non per causare dolore acuto o lesioni. Il rispetto dei segnali di resa (verbale o tramite “tapping”) è fondamentale.
- Proiezioni (Nage Waza): Mirano a sbilanciare e guidare Uke a terra lungo traiettorie che facilitano un Ukemi sicuro (spesso rotolamenti). Non sono concepite per “schiantare” l’avversario al suolo in modo incontrollato.
- Atemi (Colpi): Nell’Aikido, gli Atemi sono usati principalmente per sbilanciare, distrarre o creare un’apertura (timing) per l’applicazione della tecnica principale. Durante la pratica comune, vengono spesso solo accennati, portati a vuoto o con un contatto molto leggero e controllato, non con l’intento di colpire duramente.
E. L’Ambiente di Pratica Sicuro (Dojo):
- Tatami: La pratica si svolge su materassine (Tatami) progettate per assorbire l’impatto delle cadute, pur offrendo una superficie sufficientemente stabile per i movimenti. La manutenzione (pulizia, assenza di spazi tra i pannelli) è importante per la sicurezza.
- Spazio Adeguato: Un dojo sicuro deve offrire spazio sufficiente per permettere ai praticanti di muoversi ed eseguire tecniche senza rischiare collisioni con altre coppie o con le pareti. La consapevolezza dello spazio circostante (Zanshin) è parte integrante della pratica.
- Etichetta (Reigi): Le regole di comportamento nel dojo (saluti, rispetto per l’insegnante e i compagni, attenzione durante la pratica) contribuiscono a creare un’atmosfera di concentrazione e rispetto reciproco che favorisce la sicurezza.
F. La Guida dell’Istruttore Qualificato (Sensei):
- Competenza e Esperienza: Un istruttore qualificato possiede non solo la conoscenza tecnica, ma anche la capacità di insegnare in modo progressivo e sicuro, adattando la lezione al livello degli allievi.
- Supervisione Attenta: L’insegnante monitora costantemente la pratica, corregge gli errori potenzialmente pericolosi, gestisce l’intensità della lezione e interviene se necessario.
- Accoppiamento degli Allievi: Un buon istruttore sa come accoppiare gli allievi in base al livello di esperienza, alla corporatura e all’attitudine, per garantire che la pratica sia produttiva e sicura per entrambi.
- Insegnamento Esplicito della Sicurezza: L’istruttore ha la responsabilità di insegnare attivamente le regole di sicurezza, l’importanza dell’Ukemi e la necessità di comunicare eventuali disagi o dolori.
G. La Responsabilità del Praticante:
- Consapevolezza dei Propri Limiti: Ogni praticante deve essere consapevole delle proprie condizioni fisiche, della stanchezza e dei propri limiti, evitando di eccedere o di provare movimenti per cui non si è ancora pronti.
- Comunicazione: È fondamentale segnalare immediatamente all’insegnante e al partner qualsiasi dolore acuto o disagio significativo. Il “tapping” (battere la mano sul tatami o sul corpo del partner) è un segnale universale di resa.
- Praticare con Rispetto: Applicare le tecniche con un controllo adeguato al livello del partner, evitando eccessi di forza o movimenti bruschi e imprevedibili. Rispettare la sicurezza altrui è tanto importante quanto la propria.
- Riscaldamento e Defaticamento: Preparare adeguatamente il corpo prima della pratica e favorire il recupero dopo sono pratiche essenziali per prevenire stiramenti e altri infortuni muscolo-scheletrici.
H. Rischi Potenziali e Loro Gestione:
Nonostante tutte le precauzioni, l’Aikido rimane un’attività fisica e un’arte marziale, e come tale comporta un certo grado di rischio intrinseco. Gli infortuni più comuni sono generalmente di lieve entità:
- Distorsioni: Principalmente a polsi, dita, caviglie e ginocchia, spesso dovute a un’applicazione leggermente errata della leva o a una ricezione imperfetta dell’Ukemi.
- Contusioni: Normali nella pratica, dovute a prese, cadute o contatti accidentali.
- Stiramenti muscolari: Possibili se non si esegue un riscaldamento adeguato o si eccede nei movimenti.
Infortuni più seri (lussazioni, danni ai legamenti, fratture, commozioni cerebrali dovute a cadute anomale) sono possibili ma relativamente rari in un contesto di pratica corretta e supervisionata. La chiave per minimizzare questi rischi risiede nell’aderenza rigorosa ai principi di sicurezza, nell’ascolto del proprio corpo e nella scelta di un dojo e di un istruttore seri e qualificati.
Conclusione:
In sintesi, la sicurezza nell’Aikido è un obiettivo attivamente perseguito attraverso la sua filosofia, le sue tecniche specifiche (in particolare l’Ukemi), una metodologia di allenamento progressiva e cooperativa, un ambiente controllato e la guida attenta di istruttori competenti. Sebbene nessun’attività fisica sia totalmente esente da rischi, l’Aikido, se praticato con consapevolezza, rispetto e secondo i suoi principi fondamentali, offre un percorso di apprendimento marziale con un profilo di sicurezza notevolmente elevato rispetto a molte altre discipline fisiche o di combattimento. La responsabilità della sicurezza è condivisa tra l’istruttore, l’ambiente e ogni singolo praticante.
17. Controindicazioni
Sebbene l’Aikido sia un’arte marziale adattabile e spesso praticabile da persone di diverse età e condizioni fisiche, esistono specifiche situazioni e patologie che possono rappresentare una controindicazione assoluta o relativa alla sua pratica, o che comunque richiedono estrema cautela e un’attenta valutazione medica preventiva. È fondamentale sottolineare che l’elenco seguente non è esaustivo e che qualsiasi condizione medica preesistente o dubbio sul proprio stato di salute debba essere discusso approfonditamente con il proprio medico curante e, successivamente, con l’istruttore qualificato prima di iniziare o continuare la pratica.
L’Aikido coinvolge movimenti di tutto il corpo, torsioni, leve articolari (che sollecitano polsi, gomiti, spalle), cadute controllate (Ukemi), contatto fisico e un certo grado di sforzo cardiovascolare. Pertanto, le condizioni che possono essere aggravate da questi elementi richiedono particolare attenzione:
A. Patologie Osteo-Articolari:
- Gravi problemi alle Articolazioni:
- Polsi, Gomiti, Spalle: Condizioni come artrite severa (osteoartrite, artrite reumatoide), instabilità legamentosa cronica, precedenti lussazioni frequenti, tendiniti croniche (es. epicondilite, epitrocleite, sindrome della cuffia dei rotatori), sindrome del tunnel carpale avanzata, o esiti di fratture complesse possono essere aggravate dalle numerose leve e prese che caratterizzano l’Aikido. Anche le protesi articolari (spalla, gomito) richiedono una valutazione specifica del chirurgo ortopedico.
- Ginocchia e Caviglie: Instabilità legamentosa (es. lesioni dei legamenti crociati o collaterali), meniscopatie significative, artrosi avanzata, o protesi al ginocchio o all’anca possono rendere difficili o rischiose le posizioni basse, le rotazioni e soprattutto le cadute (Ukemi). Le distorsioni frequenti alle caviglie possono peggiorare.
- Dita: L’artrite o deformità significative alle dita possono rendere dolorose o difficili le prese.
- Limitata Mobilità Articolare: Una rigidità significativa in qualsiasi articolazione chiave può impedire l’esecuzione corretta e sicura delle tecniche o delle cadute, aumentando il rischio di infortuni compensatori in altre parti del corpo.
B. Patologie della Colonna Vertebrale:
- Ernie del Disco e Protrusioni Significative: Specialmente se sintomatiche o recenti. Le torsioni, le flessioni e gli impatti delle cadute, anche se controllate, possono aggravare la condizione o causare dolore acuto. Richiede valutazione specialistica (neurochirurgo/fisiatra).
- Spondilolistesi Instabile: Scivolamento di una vertebra sull’altra; la pratica potrebbe aumentare l’instabilità.
- Stenosi Spinale Severa: Restringimento del canale spinale; certi movimenti potrebbero peggiorare i sintomi neurologici.
- Chirurgia Spinale Recente o Esiti Complessi: Necessita di un periodo di recupero completo e del via libera dello specialista.
- Scoliosi Grave o Dolorosa: Mentre forme lievi potrebbero non essere una controindicazione, forme severe o associate a dolore richiedono cautela e parere medico.
- Cervicalgia Cronica o Instabilità Cervicale: Il collo è coinvolto in molte cadute e alcuni movimenti; condizioni preesistenti aumentano il rischio di lesioni o dolore. Esiti di colpi di frusta richiedono attenzione.
C. Condizioni Cardiovascolari e Respiratorie:
- Malattie Cardiache Gravi: Cardiopatia ischemica instabile (angina), infarto miocardico recente, aritmie complesse non controllate, insufficienza cardiaca scompensata, ipertensione arteriosa grave e non controllata farmacologicamente. Lo sforzo fisico, seppur modulabile, potrebbe essere eccessivo.
- Malattie Respiratorie Gravi: Asma grave e instabile, Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO) avanzata, insufficienza respiratoria. Lo sforzo e talvolta la necessità di trattenere brevemente il respiro (involontariamente durante uno sforzo o una tecnica) potrebbero essere problematici.
D. Condizioni Neurologiche:
- Epilessia Non Controllata: Il rischio di crisi durante la pratica, con conseguenti cadute incontrollate o infortuni dovuti al contatto fisico, è una controindicazione significativa. Serve parere neurologico.
- Disturbi dell’Equilibrio: Vertigini frequenti, Malattia di Meniere, o altri disturbi vestibolari possono rendere estremamente rischiose le cadute e i movimenti dinamici.
- Neuropatie Periferiche Significative: Specialmente se causano deficit di forza, sensibilità o propriocezione (la percezione della posizione del corpo nello spazio), possono compromettere la capacità di eseguire o ricevere tecniche in sicurezza.
E. Osteoporosi e Fragilità Ossea:
- Osteoporosi Severa: L’aumentato rischio di fratture rende le cadute (anche controllate) potenzialmente molto pericolose. È necessaria una valutazione della densità ossea e il parere del medico. Condizioni che causano fragilità ossea secondaria (es. uso cronico di corticosteroidi) richiedono simile cautela.
F. Disturbi della Coagulazione e Terapie Anticoagulanti/Antiaggreganti:
- Emofilia o altre Malattie Emorragiche: Il rischio di ematomi importanti o emorragie interne a seguito di impatti, cadute o prese è elevato.
- Terapia Anticoagulante (es. Warfarin, Nuovi Anticoagulanti Orali) o Antiaggregante (es. Aspirina, Clopidogrel): Aumenta significativamente il rischio di sanguinamenti e grandi ematomi anche per traumi minori. La pratica, se permessa dal medico, richiede estrema cautela e consapevolezza da parte di istruttore e compagni.
G. Condizioni Acute, Infortuni Recenti e Malattie Contagiose:
- Stati Febbrili o Infettivi Acuti: Controindicazione assoluta. Praticare da malati ritarda la guarigione e espone gli altri al contagio.
- Infortuni Recenti Non Completamente Guariti: Distorsioni, stiramenti, fratture, lussazioni. È necessario attendere la completa guarigione e la riabilitazione funzionale prima di riprendere, spesso gradualmente.
- Chirurgia Recente (di qualsiasi tipo): Bisogna attendere il via libera del chirurgo e completare l’eventuale ciclo riabilitativo.
H. Gravidanza:
- Controindicazione Relativa/Assoluta: Generalmente sconsigliato iniziare l’Aikido durante la gravidanza. Per praticanti esperte, è possibile talvolta continuare una pratica modificata (evitando cadute, tecniche addominali, sforzi eccessivi) nei primi mesi, ma solo ed esclusivamente previo parere positivo del ginecologo e con l’accordo e la supervisione di un istruttore esperto in materia. I cambiamenti ormonali aumentano la lassità legamentosa (rischio infortuni), il baricentro si sposta, e il rischio di traumi addominali, seppur basso nella pratica controllata, non è nullo. Nelle fasi avanzate o in gravidanze a rischio, è una controindicazione assoluta.
I. Deficit Sensoriali Significativi:
- Grave Compromissione Visiva: Può rendere difficile percepire correttamente gli attacchi, giudicare le distanze (Maai), evitare collisioni e vedere i dettagli delle tecniche. Non è una controindicazione assoluta, ma richiede un ambiente molto controllato, un istruttore con esperienza specifica e compagni collaborativi.
J. Condizioni Psicologiche Specifiche:
- Sebbene l’Aikido possa essere benefico per lo stress e l’ansia, alcune condizioni psicologiche severe potrebbero interferire con la pratica sicura. Ad esempio, disturbi che compromettono gravemente la percezione della realtà, il controllo degli impulsi, o che causano reazioni estreme al contatto fisico o alla vicinanza potrebbero richiedere una valutazione specialistica preliminare sulla compatibilità con un’arte marziale di contatto.
Conclusione sull’Importanza della Valutazione Medica:
La presenza di una delle condizioni sopra elencate non significa sempre un divieto assoluto, ma impone sempre una consultazione medica approfondita. Il medico valuterà la gravità della condizione, i rischi specifici per il paziente e potrà dare indicazioni precise o porre limitazioni. Successivamente, è cruciale un dialogo aperto e onesto con l’istruttore, che potrà valutare se le eventuali limitazioni mediche sono compatibili con una pratica sicura ed efficace all’interno del dojo, eventualmente proponendo adattamenti personalizzati, se fattibili e sicuri. La priorità assoluta deve essere sempre la tutela della salute e dell’incolumità del praticante. In caso di dubbio, è sempre meglio astenersi o scegliere un’attività fisica a minor rischio specifico.
18. Conclusioni
Giunti al termine di questa esplorazione dell’Aikido, emerge con chiarezza come questa disciplina sia molto più di una mera collezione di tecniche di autodifesa o di una semplice attività fisica. L’Aikido si configura come una sintesi armoniosa e profonda, un vero e proprio Budo (武道 – Via Marziale) moderno, concepito dal suo fondatore, Morihei Ueshiba (O-Sensei), non solo come metodo per neutralizzare un’aggressione, ma come un cammino (Do – 道) per la raffinazione del carattere umano e la promozione della pace.
Ricapitolando l’Essenza:
L’Aikido, come abbiamo visto, fonda la sua efficacia tecnica non sulla forza muscolare bruta, ma su principi sofisticati: l’armonia (Ai) con il movimento dell’avversario, l’uso consapevole dell’energia interna (Ki) intesa come coordinazione psicofisica, la non-resistenza, il movimento sferico (Tai Sabaki) e il controllo del centro. Le sue tecniche, prevalentemente leve articolari (Katame-waza) e proiezioni (Nage-waza), mirano a controllare l’aggressore minimizzando il danno per entrambe le parti, incarnando l’ideale di O-Sensei che “Il vero Budo è Amore” e serve a proteggere tutte le cose.
Un Percorso di Sviluppo Olistico:
La pratica costante dell’Aikido offre un percorso trasformativo che coinvolge l’individuo nella sua interezza:
- Sviluppo Fisico: Al di là dell’apprendimento di efficaci tecniche difensive, l’Aikido migliora notevolmente la coordinazione neuromotoria, l’equilibrio, la flessibilità, la postura, i riflessi e la percezione spaziale. La pratica delle cadute (Ukemi) non solo protegge dagli infortuni, ma sviluppa agilità e confidenza nel movimento.
- Sviluppo Mentale: Richiede e coltiva una profonda concentrazione (Zanshin), calma sotto pressione, consapevolezza del momento presente e disciplina mentale. L’adattarsi continuo agli attacchi del partner sviluppa capacità di problem-solving istintivo e resilienza.
- Sviluppo Etico e Spirituale: L’etichetta del dojo (Reigi), il lavoro cooperativo (Uke-Nage), l’assenza di competizione nella maggior parte degli stili e la filosofia sottostante promuovono rispetto reciproco, umiltà, autocontrollo, gestione non violenta dei conflitti e una maggiore consapevolezza di sé e degli altri. Molti praticanti trovano nell’Aikido uno strumento per la crescita personale e la ricerca di un equilibrio interiore applicabile anche fuori dal tatami.
L’Aikido Oggi (Aprile 2025): Una Via Rilevante nel Mondo Moderno:
Nel nostro tempo, caratterizzato da ritmi frenetici, stress diffuso e talvolta da una crescente polarizzazione, l’Aikido mantiene una sorprendente attualità e rilevanza, anche qui in Italia dove la sua pratica è diffusa e apprezzata. Offre:
- Un’oasi di calma e concentrazione, un antidoto allo stress quotidiano.
- Un modello concreto di gestione del conflitto basato sull’armonia e la de-escalation, anziché sulla contrapposizione distruttiva.
- Un’attività fisica completa e salutare che promuove il benessere psicofisico in modo integrato.
- Un ambiente, il dojo, che favorisce la socializzazione positiva, la collaborazione e la costruzione di una comunità basata sul rispetto e sull’apprendimento reciproco.
- Una connessione con una ricca tradizione culturale e filosofica giapponese, offrendo spunti di riflessione che trascendono l’aspetto puramente marziale.
Un Invito all’Esperienza Diretta:
Comprendere appieno l’Aikido attraverso le parole è difficile; la sua vera essenza si svela sul tatami. Questa pagina ha voluto fornire una mappa informativa, ma l’invito finale è quello a sperimentare direttamente. Se i principi e gli obiettivi dell’Aikido risuonano con le vostre aspirazioni, il passo successivo è cercare un dojo qualificato nella vostra zona (l’Italia offre numerose scuole valide legate a diverse linee di insegnamento). Osservate una lezione, parlate con l’istruttore, e se possibile, partecipate a una lezione di prova. Trovare l’ambiente e l’insegnante giusti è fondamentale per intraprendere questo percorso nel modo più proficuo e sicuro.
Pensiero Finale:
L’Aikido non è una destinazione da raggiungere, ma un viaggio continuo di apprendimento, affinamento e scoperta. È una Via che, attraverso il rigore della pratica fisica e la profondità dei suoi principi etici, offre a chi la percorre con dedizione e sincerità la possibilità non solo di imparare a difendersi, ma di costruire sé stesso come individuo più equilibrato, consapevole e in armonia con il mondo circostante. Incarna, in definitiva, la ricerca di quell’armonia universale che O-Sensei vedeva come scopo ultimo del vero Budo.
19. Fonti
Le informazioni presentate in questa pagina dedicata all’Aikido sono il risultato di una sintesi basata su un’ampia gamma di fonti, considerate autorevoli e consolidate all’interno della comunità aikidoistica internazionale e nazionale. Comprendere la natura di queste fonti è utile per chi desidera approfondire ulteriormente la materia e valutarne l’affidabilità. Possiamo classificarle come segue:
A. Fonti Primarie e Storiche:
- Scritti e Insegnamenti Diretti del Fondatore (O-Sensei): Sebbene Morihei Ueshiba non abbia lasciato un corpus sistematico di scritti come altri fondatori, esistono raccolte dei suoi detti, poesie (Doka), calligrafie e trascrizioni di discorsi o interviste (come il libro “Budo” o “Takemusu Aiki”). Queste fonti, spesso di natura filosofica ed esoterica, offrono uno sguardo diretto sulla sua visione spirituale e marziale, ma richiedono interpretazione e contestualizzazione.
- Scritti e Insegnamenti dei Discepoli Diretti (Prima Generazione): Opere scritte, interviste, filmati e manuali prodotti dagli allievi che studiarono direttamente sotto O-Sensei (es. Kisshomaru Ueshiba, Gozo Shioda, Koichi Tohei, Morihiro Saito, Kenji Tomiki, Hiroshi Tada, Nobuyoshi Tamura, ecc.). Questi documenti sono fondamentali per comprendere come l’insegnamento del fondatore sia stato interpretato, sistematizzato e trasmesso nelle diverse linee stilistiche.
B. Fonti Secondarie – Organizzazioni Internazionali Riconosciute:
- Aikikai Foundation (Hombu Dojo, Tokyo): Essendo l’organizzazione centrale fondata dalla famiglia Ueshiba, le sue pubblicazioni ufficiali, il sito web (aikikai.or.jp), i materiali didattici e le comunicazioni del Doshu rappresentano la fonte primaria per l’Aikido della linea Aikikai, la più diffusa globalmente. Forniscono informazioni su storia, curriculum ufficiale, eventi internazionali e dojo riconosciuti nel mondo.
- Quartier Generali di Altri Stili Maggiori: Organizzazioni come la Yoshinkan Honbu Dojo, la Ki Society International (Shin Shin Toitsu Aikido), la Shodokan Aikido Federation (Tomiki), ecc., forniscono informazioni ufficiali sui rispettivi stili, curricula, principi distintivi e strutture organizzative.
C. Fonti Terziarie – Opere di Esperti, Studiosi e Manualistica:
- Libri e Articoli di Maestri Riconosciuti (Seconda Generazione e Successive): Numerosi maestri di alto grado, con decenni di esperienza e spesso allievi diretti dei primi discepoli, hanno scritto libri dettagliati sulla tecnica, la filosofia, la storia e la didattica dell’Aikido. Queste opere offrono analisi approfondite e prospettive mature sull’arte.
- Studi Storici e Accademici sul Budo: Ricerche condotte da storici delle arti marziali o accademici che analizzano l’Aikido nel contesto più ampio delle arti marziali giapponesi (Budo), della storia sociale e culturale del Giappone. Questi studi forniscono un inquadramento critico e contestualizzato.
- Manuali Tecnici e Filosofici: Libri dedicati specificamente all’illustrazione delle tecniche, dei principi biomeccanici, delle strategie e degli aspetti filosofici applicati alla pratica.
D. Risorse Organizzative Nazionali (Specifiche per l’Italia):
- Aikikai d’Italia: Essendo l’ente morale riconosciuto ufficialmente dall’Aikikai Foundation per l’Italia, il suo sito web (aikikai.it), le pubblicazioni (riviste, circolari), gli annuari dei dojo e degli insegnanti certificati, e le comunicazioni della Direzione Didattica (guidata storicamente da figure come il Maestro Hiroshi Tada) costituiscono la fonte più autorevole per l’Aikido Aikikai nel contesto italiano. Forniscono informazioni su stage, esami, regolamenti e la localizzazione dei dojo affiliati.
- Altre Associazioni Nazionali Riconosciute: Esistono in Italia associazioni e gruppi legati ad altri stili principali (Yoshinkan, Ki Society, Iwama Ryu, ecc.) o ad altre linee interne all’Aikikai. I loro siti web e le loro pubblicazioni sono fonti primarie per le specifiche attività e affiliazioni relative a tali scuole nel territorio italiano.
- Federazioni Sportive Nazionali (es. FIJLKAM, Enti di Promozione Sportiva): Alcune organizzazioni di Aikido sono affiliate a federazioni o enti riconosciuti dal CONI. Questi possono fornire ulteriori informazioni su aspetti organizzativi, assicurativi o formativi a livello nazionale, sebbene l’aspetto tecnico-filosofico rimanga primariamente legato alle organizzazioni internazionali di riferimento.
E. Materiali Didattici Visivi:
- DVD e Video Didattici Ufficiali: Prodotti da maestri di fama riconosciuta o dalle organizzazioni centrali, possono essere un valido supporto visivo per comprendere la dinamica delle tecniche.
- Canali Online e Risorse Digitali: Esistono canali YouTube e siti web gestiti da istruttori qualificati che offrono dimostrazioni e spiegazioni. È tuttavia cruciale valutare attentamente l’autorevolezza della fonte, verificando le credenziali dell’istruttore e la sua affiliazione a organizzazioni riconosciute. La qualità e l’affidabilità online sono estremamente variabili.
F. Opere Biografiche:
- Biografie su Morihei Ueshiba e Figure Chiave: Libri che narrano la vita del Fondatore e dei suoi allievi più influenti aiutano a comprendere il contesto storico, le motivazioni e l’evoluzione personale e tecnica che hanno portato alla nascita e allo sviluppo dell’Aikido.
G. Esperienza Diretta e Tradizione Orale (Kuden):
- Insegnamento nel Dojo: Una componente fondamentale della conoscenza nell’Aikido, come in tutte le arti tradizionali (Budo), è la trasmissione diretta da maestro ad allievo (Kuden – 口伝) all’interno del dojo. Molte sfumature tecniche, principi sottili, aspetti dell’etichetta e dello spirito dell’arte non possono essere pienamente catturati da libri o video, ma vengono appresi attraverso la pratica guidata, l’osservazione attenta e la correzione personalizzata. Pertanto, l’esperienza pratica sotto la guida di un Sensei qualificato è, in un certo senso, la “fonte vivente” più importante.
Avvertenza sulla Valutazione delle Fonti:
È importante approcciare le fonti, specialmente quelle online o non ufficiali, con spirito critico. Verificare sempre l’autorevolezza dell’autore o dell’organizzazione, confrontare diverse fonti e dare priorità a quelle legate alle linee di insegnamento riconosciute e consolidate.
Conclusione sulle Fonti:
La comprensione dell’Aikido si nutre di un insieme composito di fonti: documenti storici, direttive delle organizzazioni centrali, analisi di esperti, risorse nazionali specifiche (come quelle disponibili per i praticanti in Italia) e, imprescindibilmente, l’esperienza viva della pratica nel dojo. Un approccio equilibrato, che combina lo studio di materiali affidabili con la dedizione all’allenamento sotto una guida competente, è la via migliore per approfondire la conoscenza di questa affascinante disciplina.
20. Disclaimer
Avvertenze Legali e Limitazione di Responsabilità
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1. Scopo Puramente Informativo ed Educativo: Le informazioni qui presentate relative all’Aikido (storia, filosofia, tecniche, pratica, sicurezza, controindicazioni, ecc.) sono fornite esclusivamente a scopo informativo, culturale ed educativo generale. Non intendono in alcun modo costituire un manuale di apprendimento pratico, né una guida esaustiva o personalizzata. L’obiettivo è offrire una panoramica introduttiva e di riferimento su questa disciplina.
2. Assenza di Garanzie: Sebbene sia stato fatto ogni sforzo ragionevole per garantire che le informazioni fossero accurate e aggiornate al momento della redazione (Aprile 2025), non viene fornita alcuna garanzia, esplicita o implicita, riguardo l’accuratezza, la completezza, l’attualità o l’idoneità per scopi specifici delle informazioni contenute in questa pagina. Le interpretazioni, le conoscenze e le pratiche relative all’Aikido possono evolvere nel tempo e differire tra scuole e insegnanti. Il contenuto è fornito “così com’è”.
3. Non Costituisce Consiglio Medico: Le sezioni relative alla sicurezza, alle controindicazioni, all’idoneità fisica e ai benefici per la salute non costituiscono in alcun modo consiglio medico, diagnosi o indicazione terapeutica. Non sostituiscono il parere, la diagnosi o il trattamento fornito da un medico qualificato (medico di medicina generale, specialista, medico dello sport). Si raccomanda imperativamente di consultare il proprio medico curante o uno specialista prima di iniziare la pratica dell’Aikido o di qualsiasi altra attività fisica, specialmente in presenza di condizioni mediche preesistenti, dubbi sul proprio stato di salute, gravidanza, o se si assumono farmaci. Non intraprendere o interrompere trattamenti medici basandosi sulle informazioni qui presenti. L’autodiagnosi o l’autovalutazione basate su questo testo sono fortemente sconsigliate e potenzialmente pericolose.
4. Non Costituisce Istruzione Tecnica o Sostituto dell’Insegnamento Diretto: Questo testo descrive aspetti tecnici e pratici dell’Aikido a fini illustrativi e concettuali. Non è assolutamente un manuale per l’autoapprendimento né un sostituto dell’insegnamento diretto impartito da un istruttore di Aikido qualificato e certificato (Sensei) all’interno di un ambiente di pratica sicuro e strutturato (Dojo). Tentare di apprendere o eseguire le tecniche di Aikido basandosi unicamente su descrizioni scritte, immagini o anche video, senza la supervisione diretta e le correzioni di un insegnante esperto, è inefficace e potenzialmente molto pericoloso, esponendo al rischio concreto di infortuni gravi per sé e per gli altri.
5. Assunzione del Rischio: La pratica dell’Aikido, come qualsiasi arte marziale o attività fisica che coinvolga movimento, contatto fisico, cadute e leve articolari, comporta rischi intrinseci di infortuni, che possono variare da lievi (es. contusioni, distorsioni) a gravi (es. fratture, lussazioni, lesioni legamentose o spinali), nonostante l’applicazione dei principi di sicurezza. Chiunque decida di intraprendere la pratica dell’Aikido lo fa consapevolmente e a proprio esclusivo rischio e pericolo.
6. Limitazione di Responsabilità: Nei limiti massimi consentiti dalla legge applicabile, gli autori, i redattori, i fornitori del contenuto o la piattaforma ospitante declinano espressamente ogni e qualsiasi responsabilità, diretta o indiretta, per eventuali danni, perdite, costi, spese o infortuni (inclusi, senza limitazione, danni fisici, materiali, morali o economici) che possano derivare a chiunque: * Dall’affidamento fatto sulle informazioni contenute in questa pagina. * Dall’uso, interpretazione o applicazione, corretta o scorretta, delle informazioni qui presentate. * Dalla pratica dell’Aikido intrapresa conseguentemente o indipendentemente dalla consultazione di questa pagina. * Da omissioni, errori o imprecisioni eventualmente presenti nel testo.
7. Responsabilità Individuale: L’utente è l’unico responsabile delle proprie decisioni e azioni. È responsabilità del lettore valutare criticamente le informazioni, consultare le fonti originali o aggiuntive se necessario, e soprattutto ricercare sempre il consiglio e la guida di professionisti qualificati (medici e istruttori di Aikido certificati) prima di prendere qualsiasi decisione relativa alla propria salute o all’inizio della pratica marziale.
Si ribadisce: la pratica sicura ed efficace dell’Aikido richiede tassativamente la guida di un insegnante qualificato in un dojo adeguato e un preventivo parere medico favorevole.
a cura di F. Dore – 2025