Conosciuto anche come Kun, Kwon, Guen, Gwen, Goen, Guenn, Kouen: bastone, arma del Bing-qi. Spesso il bastone è considerato come l’arma di fortuna del malvivente (un altro significato dei caratteri cinesi «Gun» è quello di canaglia, buono a nulla, malandrino). Tuttavia, se il bastone grezzo rimane attaccato all’immagine della ribellione, sia in oriente, sia in Occidente, esso è anche il simbolo più elevato dell’autorità e del potere. Il bastone spoglio di foglie è quello sul quale si appoggia il soldato in rotta, è il sostegno dell’umile monaco. Il bastone è pertanto onnipresente, in quanto simbolo, dal livello più basso a quello più elevato della gerarchia sociale.
Su un piano più marziale, i cinesi hanno l’abitudine di chiamarlo «madre di tutte le armi» (Mu-ping). Questa connotazione femminile suonerebbe d’altra parte strana, se non si sapesse che il bastone è messo in corrispondenza con Felemerìto Terra nel sistema classico dei Cinque Movimenti dell’energia. Infine il bastone entrava, con un ruolo importante, nei rituali delle società segrete cinesi. Il termine di «bastone rosso» (Hong-gun) vi designava colui che amministrava la giustizia. Esso era anche il segno dell’autorità della polizia imperiale e i suoi ufficiali ricevevano un «bastone Acqua e Fuoco» (Shui-ho-gun-dao), cioè nero e rosso per essere distinto dai bastoni ordinari, che non abbandonavano mai nell’esercizio delle loro funzioni.
Non ci si deve stupire che il bastone continui a rimanere tanto un’arma fondamentale, quanto uno strumento che serve per far lavorare il proprio corpo. Esso collega il tempo e lo spazio, pur rimanendo fuori dal tempo e assumendo forme molto variabili.
Per coloro che seguono la tradizione classica nell’arte marziale cinese (Wushu), esso costituisce allora il passaggio obbligato dal lavoro a mani nude a quello delle armi, poi lo strumento di iniziazione per le altre armi. E opportuno notare che, per quanto riguarda il Qi-gong, si ritrovano, in figure che risalgono al 184 a.C., svariati esercizi che utilizzano il bastone. Ogni scuola possedeva un bastone caratteristico, sia per quanto riguarda il materiale, sia per quanto riguarda peso, lunghezza o forma. Il bastone poteva variare dalla semplice canna fino alla pertica di 4 m di lunghezza; poteva essere di quercia, di bosso, di giunco, di bambù… La particolarità del bastone è di non possedere né impugnatura né guardia. Le posizioni delle mani su di esso sono così molto variabili e si modificano in funzione dello scopo desiderato. Esistono, malgrado tutto, dei «punti di equilibrio» che ne facilitano la sua mobilità o la sua stabilità e che consentono di utilizzarlo con il massimo di potenza e precisione.
La parte al di là della mano anteriore è chiamata «testa» (Tou),la parte al di qua della mano posteriore è chiamata «piede» oppure «tallone» (Jiao, o Chiao), la parte situata tra le due mani è chiamata «corpo» oppure «tronco» (Shen). Classicamente, il bastone è diviso in otto parti uguali, cosa che comporta sette separazioni che sono considerate come «punti di equilibrio». Per esempio, un bastone di 1,80 m sarà pertanto diviso in otto parti da 22,5 cm ciascuna. Il punto di equilibrio centrale o «centro del corpo» (Zhong-shen),sarà situato a 90 cm dalle estremità. Da una parte e dall’altra di questo punto centrale, a 45 cm dalle estremità, saranno localizzati due altri punti di equilibrio… nella parte anteriore il petto (Xiongpu), in quella posteriore la «vita» (Yao). Punti di equilibrio complementari saranno situati a 22,5 cm da ogni estremità: davanti il punto «sopracciglio» (Meimao), dietro il punto «tallone» (Teng). Questi due ultimi punti sono considerati come «punti d’impatto» dove la potenza e la precisione del colpo si manifestano con la massima intensità.
Il bastone può essere tenuto con una mano o con due mani: la mano anteriore è chiamata «Mano del Cielo» (Tian-shou),la mano posteriore è chiamata «Mano della Terra» (Di-shou). Effettivamente, nellq guardia classica, la mano più avanti è posizionata con il palmo leggermente verso il cielo, mentre la mano più indietro è posizionata con il palmo leggermente piegato verso terra; la mano avanti è più alta rispetto a quella indietro. Questa guardia fondamentale viene considerata come «guardia a triangolo», o «guardia dell’uomo». La si trova anche nella pratica del Bo dei Kobudo di Okinawa. Il bastone congiunge anche l’uomo al cielo (mano anteriore) e alla terra (mano posteriore). Questo implica che la mano anteriore sia in posizione leggermente supina (unghie verso il cielo). I polsi rimangono morbidi in modo che il bastone possa operare una rotazione, in particolare durante le stoccate. Esiste una guardia in cui le due mani si trovano entrambe in posizione prona, con le unghie verso il suolo. Questa guardia viene allora definita come «guardia di terra». La «guardia celeste», nella quale le due mani sarebbero in posizione supina, è poco utilizzata, tranne che nei rituali di saluto o nella presentazione dell’arma.
Al di fuori delle cinque manovre di base (tagliare, trafiggere, contrastare, manipolare, bloccare) dello studio, esistono 12 tecniche applicative importanti: 1) Rimbalzare (Tan);2) Battere (Chi); 3) Muovere (Tung);4) Girare (Chuan);5) Infliggere una stoccata (Ta);6) Agganciare (Kou);7) Bloccare (Lan); 8) Tagliare (Ke); 9) Trafiggere (Chuan);10) Rientrare (Ta); 11) Colpire (Sha); 12) Urtare (Chuang).
Alcuni tipi di bastone: – Gun o Kun: bastone. – Qiang o Tsiang: pertica assottigliata. – Shui-huo- gun: bastone «acqua e fuoco». – Yu-liu-gun: bastone taoista «del Drago Celeste». – Shou-kang: canna.
a cura di FD
Fonte: Gabrielle e Roland Habersetzer – Enciclopedia delle Arti Marziali – Luni Editrice