Gorin-no-sho: conosciuto anche come «Scritto dei cinque cerchi», o «Trattato dei cinque anelli», testo scritto dal maestro di sciabola Miyamoto Musashi al crepuscolo della sua esistenza, tra il 1643 e il 1645. Questo trattato sulla strategia e la via della sciabola (Ken- jutsu) è, sia per le sue indicazioni tecniche, sia per la profondità della riflessione, il tutto basato su un’esperienza unica e incontestabile, un classico della letteratura sulle arti marziali che ogni Budoka* deve possedere nella propria biblioteca.
Storia:
All’età di sessant’anni, dopo aver trascorso gli ultimi anni presso il Daimyo* Hosokawa Tada- toshi, che l’aveva accolto nel suo castello dj T Kumamoto e che divenne suo amico (la sua morte, nel 1640, lo colpì profondamente), a insegnare e dipingere, Miyamoto Musashi nel 1643 decide di ritirarsi dal mondo. Si reca sul monte Iwato, nella rrovincia di Higo (Kyushu) e comincia una vita da eremita in una grotta chiamata Reigendo (o Ungan). Qui egli scrive il Gorin-no-sho, che termina e medica quindi al suo allievo Terao Magonojo (Teruo Nobuyuki) alcune settimane prima della sua morte, venuta nel maggio del 1645. Di seguito un breve estratto dalla prefazione di Musashi: «A trent’anni ho riflettuto sul mio passato. Le mie vittorie non provenivano dalla superiorità della mia tattica.
Forse si trattava di un dono naturale, oppure di un mando del cielo oppure dal fatto che i miei avversari erano carenti dal punto di vista tattico. Così ho deciso di approfondire la Via e ho cercato, mattina e sera, la ragione di queste vittorie. Ho compreso la Via della tattica all’età di cinquantanni e da allora non ho più nessun altra Via da cercare […]. Ho applicato i princìpi della tattica a numerose arti, senza avere mai maestro in alcun campo. Scrivendo questo libro, oggi io non ho seguito la legge del buddhismo oppure l’insegnamento del confucianesimo e nemmeno alcun racconto militare antico […] Ho voluto esprimere il vero spirito della nostra scuola facendo riflettere in essa la Via del Cielo e di Kannon. Ho preso in mano il mio pennello all’ora della tigre, nella notte del 10° giorno del 10° mese, e mi son messo a scrivere» Nell’intitolare questa sorta di testamento spirituale e tecnico «Gorin-no-sho» troviamo una citazione a un aspetto architettonico del buddhismo: nei templi e nei cimiteri giapponesi si trovano piccole riproduzioni di pagode in pietra, i Gorinto (Go = cinque. Rin = ruota. To = pagoda). I cinque piani di queste pagode sono la rappresentazione dei cinque elementi (Gogyo) vi sono, partendo dal basso e salendo: Terra, Acqua, Fuoco, Vento, Vuoto. E in quest’ordine che Musashi raggruppa la sua riflessione, in cinque grandi capitoli, che riproducono l’idea dei cinque elementi che formano tutta la natura, e che permettono di progredire nella filosofia della tattica dal primo all’ultimo livello di comprensione e di sperimentazione. Contenuto:
Capitolo 1: intitolato «Terra»: Musashi vi spiega le linee principali della sua strategia e compara la sua Via a quella del carpentiere.
Capitolo 2: intitolato «Acqua»: come forgiarsi sul piano fisico e spirituale. Musashi vi parla della posizione del combattimento, della vigilanza della mente, dello sguardo nella strategia, della Via della sciabola lunga, del ritmo in combattimento ecc., il tutto con indicazioni preziose che provengono dalla sua lunga esperienza.
Capitolo 3: intitolato «Fuoco»: Musashi spiega la tattica, sia in un duello che sul campo di battaglia, come prendere l’iniziativa, studiare la topografia dei luoghi, emettere il grido in combattimento, muoversi o rimanere immobile come una roccia e così via.
Capitolo 4: intitolato «Vento»: Musashi critica le altre scuole di sciabola e insiste sullo spirito filosofico della sua propria scuola (Niten-ryu).
Capitolo 5: intitolato «Vuoto»: molto breve, è il culmine della tattica di Musashi, che scrive: «Scegliendo il Vuoto come Via, vedrete la Via nel Vuoto».
Da questa «Via da seguire soli», come descritta da Musashi, emergono alcune regole fondamentali, tra le quali:
- Non abbandonare mai la via della tattica.
- Non contravvenire alla Via immutabile.
- Non essere avido e non essere mai geloso.
- Non cercare mai di agire per se stessi.
- Evitare di cercare i piaceri del corpo.
- Non essere mai tentato da alcun altro oggetto diverso dalle armi.
- non provare risentimento o animosità nei confronti di chichessia.
- Dedicarsi alla Via senza temere la morte.
- Venerare i Buddha e gli dei ma senza fare affidamento su di loro.
Musashi Miyamoto è autore anche di alcuni altri testi (Dokkodo, Heidokyo, Heiho Sanjugokao, Seishin-chokkodo) meno conosciuti ma altrettanto fondamentali per avvicinarsi alla sua concezione della Via della sciabola.
a cura di FD
Fonte: Gabrielle e Roland Habersetzer – Enciclopedia delle Arti Marziali – Luni Editrice