Anche Xiao- zhou-tian, Da-chou-tien,Ta-chou-tien (Daishuten in giapponese): «grande circolazione microcosmica» o «grande circolazione celeste», processo respiratorio nel corso del quale l’energia (Qi),che circola attraverso i 12 meridiani di base (Jing- luo*), giunge fino alle loro ramificazioni più lontane.
È un esercizio di Qi-gong* (Zhou-tian-gong) fondamentale, basato sulla respirazione e la mobilizzazione dei tre «campi di cinabro» (Dan-tian). Essa ha luogo mediante la concentrazione e la meditazione, nell’immobilità, contrariamente al Jing-luo-qi-gong nel quale la stessa ricerca è effettuata con dei movimenti del corpo.
Da-zhou- tian costituisce, con Xiao-zhou-tian (la «Piccola •circolazione celeste»), la pratica della «respirazione microscopica» (trasporto dell’energia interna: Yun-qi) al centro del «corpo sottile taoista», che è il crogiolo, secondo la Tradizione, di una vera alchimia interna che porta l’uomo a comunicare con l’energia dell’Universo.
La «grande circolazione» è un prolungamento della «piccola circolazione» e non deve, né può, essere controllata perfettamente, se non partendo dal controllo della prima. Una volta che l’energia sia stata messa correttamente in movimento e diretta attraverso i due canali centrali Ren-mai e Du-mai è possibile ampliare l’orbita della circolazione di quest’energia che è allora diretta fino alle estremità del corpo, cosa che porta beneficio all’insieme delle cellule dell’organismo.
Aumentando i flussi degli ormoni prodotti dalle ghiandole endocrine messe così «sotto pressione», e che si irradiano fino a fior di pelle, si ristabilisce la circolazione delle energie come l’uomo le ha conosciute nel corso dei primi anni della sua esistenza, non ancora disturbata dallo stress. L’effetto terapeutico è sicuro ma non è l’unica cosa che interessa dell’esercizio. Quest’ultimo corrisponde alla famosa «meditazione in piedi» (Zhan-chan). A partire da Da-zhou-tian, la padronanza assoluta consiste allora nel poter irradiare e indirizzare volontariamente l’energia in tutte le direzioni a seconda delle necessità.
Questa fase, chiamata Lian-qi, è la vera fonte dell’efficacia di chi pratica arti marziali, e non si esaurisce con l’età perché va al di là della semplice, deperibile, forza muscolare. Chun-qi consiste nel rafforzare il proprio corpo con una tale riserva di Qi nel punto desiderato, che nessuna forza muscolare avversa può averne ragione. Si ha a disposizione un vero e proprio scudo, «una corazza di ferro» (Tieh-bu-shan), una blindatura naturale sulla quale si rompe la forza dell’avversario.
a cura di FD
Fonte: Gabrielle e Roland Habersetzer – Enciclopedia delle Arti Marziali – Luni Editrice