Da-sheng-quan: anche Tai- shen-k un, Tai-sing,Ta-shan, Ta-sheng, Ho u-quan, Hou-chuan, Da-sheng-men,Ta-hsing-chuan (Da- xing-quan), o Hou-ying-kun, stile di boxe cinese (Quan-fa).
Questa «boxe della scimmia» è uno dei pilastri del Quan-fa del nord. Le sue radici, come quelle’di tutte le forme scaturite dall’osservazione minuziosa degli animali, sono molto antiche e le mosse riprodotte con un mimetismo stupefacente sono presenti nelle danze tradizionali della Cina (così come in altri patrimoni culturali di altri Paesi del sud-est asiatico) come quelle che sono già segnalate nel classico «Shangshu» (Libro della Storia) che risale a circa 3000 anni fa. I suoi riferimenti sono antichi: un alto personaggio della corte della prima dinastia Han (206 a.C – 220 d.C.), Tan Chang-qing, avrebbe già eseguito una danza della scimmia durante una grande festa, mentre si trovava sotto gli effetti dell’alcol… Del resto si è recuperato da una tomba del periodo Han, di circa 2000 anni fa, nella provincia dello Hunan (a Est di Changsha) un dipinto su seta che rappresenta fedelmente i movimenti della scimmia. Nel III secolo d.C. il celebre medico HuaTo*, uno dei personaggi, più o meno leggendari, che si ritiene abbia posto le prime basi di una tecnica che annuncia il Quan- fa, sviluppò la serie di movimenti detta «dei cinque animali» (Wu-qin-xi) tra cui quelli della scimmia. All’epoca si trattava solo di esercizi fisici destinati a migliorare lo stato di salute. Ma mille anni più tardi, sotto la dinastia Ming (1368-1644), il generale Qi-Ji-Guang (1528-1588) redasse un testo sull’arte della box a mani nude nel quale è semplicemente menzionato lo stile della scimmia e anche il letterato Wang Shiying riferisce, nella sua opera «Un viaggio sulla montagna Songshan» (dove si trova il monastero di Shaolin) di aver visto con i propri occhi un prete esperto di questo stile. Un altro letterato, Zheng Ruozeng, nel 1564, sotto il regno dell’Imperatore Ming Longqing, cita le «36 tattiche dello Hou-quan». Lo stile sembra, allora, praticamente codificato. Se ne trovano tracce per tutta la dinastia Qing (1644-1911),nella provincia dello Shaanxi. In parallelo, la figura del «Re delle scimmie» entrava nel repertorio classico dell’Opera cinese, dove è sempre presente, parte di una mitologia degli animali particolarmente ricca. Da questa lunga storia sono sorte numerose varianti di questo stile, nessuna delle quali può pretendere di essere più ortodossa dell’altra.
Tanto più che le caratteristiche di base rimangono identiche, strettamente ispirate ai gesti e alla mimica dell’animale, che rappresenta la furbizia, l’agilità, la destrezza, la vivacità. I suoi movimenti rapidi, dai bruschi cambiamenti di ritmo, dagli orientamenti inattesi, con salti e saltelli, sconcertano e creano aperture interessanti in combattimento. Del resto, colui che è capace di incatenare una sequenza così dinamica come il Dao della scimmia senza perdere il respiro dà prova di una eccellente condizione fisica
e questa forma di allenamento è perfetta anche solo come esercizio di salute, in grado di mantenere il corpo agile e capace di rapidi movimenti. Si conoscono diverse sequenze (Dao) nella boxe della scimmia: quella della grande scimmia, della scimmia ubriaca, della scimmia perduta, della scimmia di pietra, della scimmia di legno… Le sequenze oggi conosciute sono attribuite a Kao Tzu (Kou Si), che già praticava il Ditang-quan, agli inizi del XX secolo. Si trova anche nella provincia del Fujian una «boxe della scimmia» più antica perché si ritiene che possa risalire al monastero » Shaolin di Quanzhou.
Esistono anche altri stili della scimmia: per esempio il Dashenpigua-men (combinazione di Dasheng- quan e di Pigua-quan). Vi è anche uno Hou-quan più recente, compilazione del XX secolo dovuta a Xiao Ying-peng della provincia meridionale del Sichuan. Questi era considerato, nel suo paese, come uno dei migliori esperti di quest’arte, a partire dalle tecniche classiche ritrovate in numerose varianti dello stile antico (l’arte può essere considerata come una sintesi intelligente moderna a partire da elementi sparsi). Il sifu Xiao Yin-peng era capace di dimostrare questo Tao fino in età avanzata.
Esistono anche in numerosi stili di boxe cinese dei concatenamenti, anche degli interi Dao, che fanno riferimento alla scimmia: per esempio Choy- li-fut, Tang-lang-quan, Hong-jia-quan, Shao- lin-quan…
Non si deve confondere la “boxe della scimmia’’con l’omonimo stile Dacheng-quan.
a cura di FD
Fonte: Gabrielle e Roland Habersetzer – Enciclopedia delle Arti Marziali – Luni Editrice