La rinascita di Shaolin iniziò nel 1980, dopo la morte di Mao, quando col nuovo corso impresso da Deng-Xiao-Ping, vennero rivalutate le tradizioni cinesi. Le autorità di Pechino riaprirono il Tempio e permisero di ambientarvi un film intitolato II Tempio Shaolin. Il film ebbe uno strepitoso successo, evocando un nuovo entusiasmo per le arti marziali. In sei mesi più di ventimila lettere giunsero al monastero e più di cento ragazzi scapparono di casa, per bussare alle porte del Tempio come nella leggenda. La sonnolenta contea di Deng-Feng fu invasa da una marea di persone che volevano vedere il Tempio sacro e imparare i segreti che vi si conservavano. A quel tempo, gran parte dpi monastero era in rovina e le nuove Divinità di gesso dipinto del Signore Buddha, venivano adorate dai pochi monaci sopravvissuti, ormai vecchi e invalidi. I nuovi dirigenti governativi cinesi si resero conto che il kung-fu era una vera miniera d’oro, ed era assurdo lasciarla sfruttare ad altri che dopotutto, non avevano neanche il Tempio Shaolin. Le arti marziali furono quindi riabilitate dalle autorità cinesi nella forma del Wushu, versione sportiva del kung- fu tradizionale, con lo scopo di farne una disciplina olimpica.
Il governo investì del denaro per il restauro del Tempio Shaolin, che venne ufficialmente riaperto al pubblico. Fu asfaltata la strada che conduce al paesino Shaolin-Cun, messo poi sulla carta turistica della Cina, e furono costruiti alberghi per accogliere i turisti. Vennero ritrovati alcuni monaci anziani sopravvissuti Shi- Xing-Zheng, Shi-Su-Yun, Shi-Su-Xi, Shi-Wan-Heng, Shi-Heng-Li, Feng- Geng-Huai, Shi-De-Chan e Shi-Han-Deng, il monaco che da bambino avevo visto in fotografia, capace di sostenersi, all’età di 82 anni, su un solo dito di una mano. L’attuale abate del Tempio Shi- Yong-Xin, venne nominato da un comitato governativo nel 1986, per sostituire il vecchio abate Shi-Xing-Zheng (1914-1987), suo Maestro. La fama del Tempio Shaolin si estese a tal punto che nel 1987 due milioni di turisti, in maggioranza cinesi, vi fecero visita e attualmente in Cina la gente non può parlare di arti marziali senza menzionare Shaolin.
Coscienti dell’interesse che gli occidentali provano per le arti marziali, nel 1988 le autorità cinesi hanno aperto, con enorme successo, l’«Istituto di Shaolin del Monte Song» per accogliere i praticanti provenienti da ogni parte del mondo. Da allora sono sorte molte organizzazioni per l’insegnamento dello Shaolin in tutto il mondo. Nel nostro Paese è sorta la «Scuola dei Monaci Shaolin Italia», che nel 1990 ha posto una lapide all’ingresso dell’Istituto di Shaolin, sulla quale è stato scritto il seguente aforisma: «Tutti devono tornare all’origine». Per promuovere lo sviluppo e la divulgazione dello Shaolin, nel 1991 è stato istituito a Zhengzou, capoluogo della provincia di Henan, il festival a cadenza annuale dedicato allo Shaolin. Nello stesso anno i monaci Shaolin sono stati invitati per la prima volta in Italia dal Maestro fondatore della scuola Shaolin Italia, Walter Lorini, per una serie di dimostrazioni nelle città italiane e nel 1993, è stato firmato, a Shaolin, un protocollo d’intesa per assicurare una corretta diffusione dello Shaolin nel nostro Paese. I responsabili della scuola italiana, che oggi conta più di un migliaio di praticanti, intraprendono regolarmente viaggi di studio al monastero Shaolin e invitano i monaci in Italia ad insegnare.
Nel 1992, venne ideato, con l’aiuto dell’équipe d’esibizione internazionale dei monaci Shaolin, un progetto per trasmettere al pubblico occidentale in forma di spettacolo, il mistico Shaolin. Dal 1992 a oggi, i monaci-guerrieri contemporanei si sono esibiti in quattro diversi continenti di fronte a dieci milioni di spettatori e sono stati ospiti dei maggiori show televisivi del mondo. National Geographic, Discovery Channel e altre autorevoli agenzie di informazione, stanno presentando decine di documentari sullo Shaolin.
Nel 1996 si è svolta un’imponente manifestazione per festeggiare il 1500° anniversario della fondazione del Tempio Shaolin e in vista delle Olimpiadi di Pechino del 2008, i Maestri Shaolin hanno ideato nuove forme codificate e riordinato 270 tao-lu dello Shaolin, mentre altri 170 sono in via di sistemazione.
Oggi la cultura vedica e quella Shaolin, sono state riconosciute dall’Unesco «Patrimonio culturale dell’Umanità» e si sono ricongiunte nel 2001, quando io e i miei due confratelli Abhima- nyu-Das, Murari-Caitanya-Das siamo stati accettati come discepoli dal Gran Maestro Shi-De-Cheng monaco Shaolin della 31 – generazione. Il Maestro Murari ha fondato recentemente in Veneto, la scuola Ksatriya Dharma dedicata allo Shaolin e al Dhanurveda, mentre io e la Maestra Maria Noemi Regalia abbiamo fondato a Milano, E-Motion Arts Academy il primo luogo ufficiale di insegnamento integrale della cultura Shaolin, cosi com’è descritto in questo libro, in accordo al metodo classico e al principio Shaolin: «L’arte marziale al servizio dello spirito».
a cura di FD
Fonte: Sri Rohininandana Das – LO SHAOLIN , Mistero e magia dei monaci guerrieri – Xenia Edizioni