Correre senza farsi male

“La corsa sembra la versione sportiva della guida in stato di ebbrezza: per un po’ vi può andare liscia, e può anche darsi che vi divertiate, ma la catastrofe è sempre dietro l’angolo” scrive il giornalista e runner Christopher McDougall che ha dedicato buona parte del suo libro Born to Run (Mondadori) alla tribù messicana dei Tarahumara, ultramaratoneti per necessità, capaci anche di 100 km al giorno. 

La catastrofe a cui si riferisce sono gli incidenti articolari e muscolari con i quali i runner devono prima o poi fare i conti. Ma cosa c’entrano i Tarahumara? Secondo McDougall, che li aveva visti coprire distanze pazzesche senza inconvenienti, calzando solo dei sandali, la causa dei traumi sta nelle scarpe da running super ammortizzate, che impediscono al piede di fare il suo lavoro di ammortizzatore naturale. 

Avrà ragione? Di certo, è difficile per chi corre avere un trauma improvviso, secco: quelle del runner sono microlesioni progressive, ore e ore di allenamenti, scatti, ripetute che si accumulano su ossa, muscoli, tendini fino a quando… «Se non si ascolta il proprio corpo e non ci si cautela, i semplici stati infiammatori possono diventare cronici e condurre a lesioni vere e proprie, anche serie» spiega il dottor Riccardo Volponi, ortopedico al Gaetano Pini di Milano e convinto runner (è fresco reduce da una 50 km). 

Per esempio, quel dolore che sale dalla base della caviglia e non permette più di camminare è il tendine d’Achille che reclama un po’ di pace. Cosa fare? Ecco, con l’aiuto del medico, una breve guida su come individuare e risolvere i problemi dei runner.

Quella pugnalata improvvisa alla gamba

Sintomi – Un dolore improvviso e lancinante al muscolo, tipo lama alla Kill Bill che penetra nel polpaccio o attraversa a fendente la coscia, seguito da una rigidità sofferente. È una lesione muscolare, cioè il muscolo si stira o si sfilaccia. Stai correndo, magari ancora un po’ “freddino” perché hai tralasciato io stretching e il riscaldamento necessari, e senti questa fitta improvvisa. Il dolore è il “punto finale”, ma sicuramente da giorni accusavi, senza farci caso, un fastidio al quadricipite o al bicipite femorali (i muscoli anteriori e posteriori della coscia) oppure al polpaccio. La causa è, appunto, il sovraccarico di lavoro, i chilometri che hai macinato indomito. 

• L’allungamento pre e post corsa è indispensabile per evitare molte di queste lesioni o stati infiammatori. Come lo shin splints, cioè la patologia da stress della zona mediotibiale, con conseguente dolore sulla porzione interna della gamba. 

 

Come Curarsi I Oltre al ghiaccio sulla parte dolente, è bene mettersi a riposo e seguire i consigli del medico che se necessario ti prescriverà un’ecografia e anche un ciclo di antinfiammatori! Nelle forme cronicizzate (che cioè tendono a ripetersi) sarà lo specialista a consigliarti una tabella con un percorso di riabilitazione.

 

Mi piace correre, ma ho un tallone d’Achille!

Sintomi Il tendine di Achille è il tendine più forte e lungo del corpo umano: parte dal polpaccio e si inserisce sull’osso del calcagno. È uno dei punti deboli dei runner. Il dolore pungente che si avverte nel tallone e che si irradia verso il polpaccio ci avverte che il tendine è infiammato. I sostenitori del barefoot, la corsa a piedi nudi, danno la colpa di questi “incidenti” alla troppa ammortizzazione delle scarpe usate comunemente, visto che il piede è di per sé una complessa e sofisticata macchina ammortizzata.

• Avranno ragione loro? Sia come sia, va fatta una premessa: passati i 30 anni, i tendini, quegli insiemi di fibre che connettono i muscoli alle ossa o alla pelle permettendo, di fatto, i movimenti, iniziano a diventare sempre meno elastici. La maggior parte dei runner in circolazione deve, dunque, imparare a rispettarli.

• Le infiammazioni tendinee che danno problemi a chi corre, oltre al tendine d’Achille (caviglia-piede), sono quelle che colpiscono i tendini del ginocchio (quadricipitale e rotuleo, con dolore anteriore) e i tendini della “zampa d’oca”, con dolo-re/bruciore nella parte inferiore e interna del ginocchio e sulla tibia, dove si inseriscono. Analogo discorso per la sindrome della bandelletta ileo-tibiale, conosciuta anche come “ginocchio del corridore”, una infiammazione nella fascia laterale del femore che si manifesta con un dolore acuto nella parte esterna del ginocchio.

• In agguato anche la fascite plantare, infiammazione dei muscoli della pianta del piede, tipica dei principianti poco allenati e di chi si dedica alle ultramaratone. Meno frequente, la pubalgia. Fa parte delle tendiniti inserzionali, nel senso che gli adduttori si inseriscono nel pube e si infiammano proprio nel punto di inserzione.

• Tutte queste patologie, se acute, si dicono tendiniti. Se diventano croniche, con conseguente degenerazione della struttura (è il caso di buona parte dei corridori over… anta!) si dicono tendinosi.

come curarsi  Si ricorre al ghiaccio, al riposo per alcuni giorni e, soprattutto per le tendinosi, a un ciclo di laser terapia o magnetoterapia (per ridurre l’infiammazione) o a uno di onde d’urto, in modo da ringiovanire il tendine rivascolarizzandolo.

 

 

Quando esageri l’osso fa crack

Sintomi Per chi corre, le fratture da stress più comuni sono al calcagno e ai metatarsali (le 5 ossa che che costituiscono, insieme a e falangi, l’avampiede). Sono subdole si sente un dolore non lancinante (sintomo di una frattura) ma diffuso e che perdura anche dopo la corsa. E sono tipiche di chi ha esagerato con allenamenti e gare. 

• Per questo, la pausa tra un’uscita e l’altra è determinante, come lo sono il controllo del peso corporeo e la preparazione prima dell’allenamento (allungamento e riscaldamento).

Come curarsi In questo caso le misure fai da te valgono poco. L’intervento dell’ortopedico è inevitabile come pure una radiografia. Si risolve con riposo, a volte immobilizzando il piede con il gesso o con un tutore rigido, seguendo poi una lenta e progressiva riabilitazione.

 

 

Occhio alle borse

Sintomi La borsite per i runner è un problema non frequente, ma l’infiammazione delle borse provoca tumefazioni (gonfiore) e dolore provocati dall’aumento del liquido sinoviale. La borsite per eccellenza di chi corre è quella al ginocchio, provocata quando i tendini sfregano ripetutamente su femore e tibia. 

• Ma andiamo con ordine. Le borse sono formate da due strati di tessuto connettivo localizzate nelle sedi di scorrimento tra tendine e osso o tra pelle e osso, e contengono del liquido sinoviale. Le più importanti sono in gomito, spalla, anca e ginocchio.

Come curarsi Il solito ghiaccio sui la parte dolente, rinunciare alla corsa fino a quando non cessa il dolore e prendere antinfiammatori.

 

 

 

 

a cura di FD

Fonte: autore Beppe Ceccato – For Men magazine – Cairo Editore

 

 

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