Tra fine novembre e inizio dicembre scorsi, 13 persone in Italia muoiono per cause diverse, per la maggior parte cardiovascolari: ictus o infarto. Le accomuna un fatto: tutte sono anziane e tutte hanno ricevuto, pochi giorni prima del decesso, una dose del vaccino antinfluenzale Fluad, prodotto dalla Novartis.
Ed è subito il panico. Per precauzione vengono ritirati dal mercato due lotti del vaccino corrispondenti a quelli somministrati ai pazienti deceduti e nel frattempo montano le polemiche sui presunti rischi legati alle vaccinazioni.
Poi tutto si chiarisce. I risultati delle analisi dell’Istituto superiore di sanità e del Comitato di farmacovigilanza europeo sui lotti “sospetti” escludono che il Fluad possa essere la causa dei decessi: il vaccino è sicuro e non è contaminato da sostanze tossiche di alcun tipo.
È bene fare due conti
Non bisogna dimenticare che ogni giorno, secondo i dati Istat, in Italia muoiono in media 1.369 persone di età superiore ai 65 anni: circa il 65% per cause cardio- vascolari, il 13% respiratorie, il 6% gastroenteriche
5% per malattie del sistema nervoso e il restante 11% per altre cause, a prescindere dalle vaccinazioni. Il numero di morti segnalato tra fine novembre e inizio dicembre rientra ampiamente nelle statistiche.
Non vaccinarsi è peggio
«Nel frattempo, però, gli effetti di questi allarmi sì sono fatti sentire, quindi quest’inverno è molto diminuito, rispetto agli anni scorsi, il numero di persone che ha scelto di fare il vaccino antinfluenzale» fa notare il professor Fabrizio Preglia- sco, virologo dell’Università degli Studi di Milano.
«Al vaccino hanno purtroppo rinunciato anche quelle persone che invece dovrebbero farlo perché hanno più di 65 anni oppure perché soffrono di malattie cardiache o respiratorie croniche, e correrebbero molti rischi in caso 1 di complicanze da influenza». Numerosi studi hanno infatti stimato che in Italia l’influenza stagionale causa o”. anno circa 8.000 decessi, di cui 1.000 per polmonite e 7.000 per altre cause. L’84% di queste morti riguarda persone che hanno almeno 65 anni.
Tutto sotto controllo
«Come succede per tutti i farmaci in commercio, arche per i vaccini esiste un controllo di farmacovigilanza: qualsiasi medico o farmacista a cui un paziente riferisce di avere avuto effetti collaterali deve riferirlo all’Agenzia italiana del farmaco che regola l’uso dei medicinali in Italia, a prescindere dal fatto che vi sia poi davvero una correlazione tra il farmaco, o il vaccino, e la reazione avversa» spiega Pregliasco.
«Quasi ogni giorno ci sono allerte su farmaci e loro ritiri dal mercato. Ma con le paure che l’opinione pubblica nutre nei confronti dei vaccini, la notizia di quei decessi ha creato più allarmismo del dovuto, anche perché sopraggiunta nel pieno della campagna vaccinale».
Perché fanno paura
I vaccini sono stati una delle più grandi conquiste della medicina perché ci hanno salvato da terribili epidemie che nei secoli passati decimavano le popolazioni. Grazie ai vaccini, malattie come il vaiolo sono state eliminate. Altre però sono ancora diffuse e possono causare gravi conseguenze, per esempio il morbillo, ehe può complicarsi con polmonite, encefalite (1 su Z000 casi) o portare alla morte.
Ma ad alimentare la diffidenza nei confronti dei vaccini è proprio la natura di questi preparati, come spiega Fabrizio Pregliasco: «Se ho un fortissimo mal di testa prendo un farmaco per farmelo passare, anche se sul bugiardino (il foglietto illustrativo obbligatoriamente presente nella confezione) leggo una serie di possibili effetti collaterali a cui potrei andare incontro: se poi il dolore cessa, la relazione causa-effetto è tangibile.
Il vaccino, invece, è una scommessa che devo accettare, fidandomi di chi me lo propone, perché non posso verificarne l’efficacia: non posso sapere se sono venuto in contatto con un virus contro cui mi sono vaccinato e quindi non saprò mai se un vaccino mi sia davvero servito o no. E se per giunta qualcuno mi ha instillato la paura di effetti collaterali, mi posso chiedere perché, da sano, debba espormi a dei “rischi”».
Inoltre, il vaccino non fa neppure pubblicità a sé stesso: «Fino a qualche anno fa» continua Pregliasco «la poliomielite era piuttosto visibile nel nostro Paese, mentre oggi è molto diminuita e una madre potrebbe pensare che non sia più necessario somministrare al proprio figlio un’antipolio contro una malattia che sta scomparendo. Ma se teniamo la poliomielite sempre più lontana, è proprio grazie al vaccino» conclude il virologo.
Gli effetti collaterali
Come tutti i medicinali, anche i vaccini possono provocare reazioni avverse, di solito lievi (febbre, gonfiore in sede di iniezione) e solo molto raramente gravi, fino al caso estremo dello shock anafilattico, che è rarissimo (per esempio, un caso su un milione di dosi nel vaccino trivalente Mpr contro morbillo, parotite e rosolia).
«Nessuna attività umana è sicura: un certo rischio, per quanto piccolo, esiste in tutto quello che facciamo» fanno notare i medici della Società italiana di igiene, curatori del sito www.vaccinarsi.org, che aggiungono: «Se invece per “sicuro” si intende un vaccino che solo molto raramente o eccezionalmente può provocare effetti collaterali seri e tuttavia questi sono considerati accettabili proprio perché quel vaccino difende da un pericolo più grande rappresentato dalla malattia, allora siamo di fronte a una definizione più aderente alla realtà».
Miti infiniti: autismo e mercurio
Uno dei miti più duri a morire è che i vaccini provochino l’autismo. La risposta della comunità scientifica è univoca: l’autismo non è causato dai vaccini, ma si tratta di anomalie nello sviluppo del sistema nervoso che insorgono già nel feto durante i primi mesi di gravidanza.
«I soggetti autistici hanno, a livello dei neuroni, un numero insufficiente di connessioni a lungo raggio che permettono di integrare le informazioni ricevute» spiega Maria Luisa Scattoni del Dipartimento di biologia cellulare e neuroscienze dell’Istituto superiore di sanità.
In barba alla scienza, una sentenza del Tribunale di Milano lo scorso autunno ha però stabilito che il ministero della Salute dovrebbe risarcire con un vitalizio un bambino affetto da autismo al quale, nel 2006, fu somministrato il vaccino esavalente (contro poliomielite, difterite, tetano, pertosse, Haemophilus influenzae ed epatite B).
«Piuttosto, le vaccinazioni che attivano il sistema immunitario potrebbero rendere evidente il malfunzionamento di una rete neurale già difettosa e quindi fare emergere un disturbo autistico che si sarebbe comunque evidenziato» dice Antonio Persico, responsabile neuropsichiatria al Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma.
• Il secondo mito che ogni tanto si rifà vivo: il mercurio tossico nei vaccini, che fino a pochi anni fa contenevano come conservante un composto di mercurio, l’etilmercurio, che però l’organismo elimina prima che si accumuli nei tessuti.
«Oggi per estrema precauzione è stato tolto dai vaccini pediatrici, in modo da evitare comunque ai bambini una sovraesposizione da mercurio» dice il virologo Fabrizio Pregliasco dell’Università di Milano.
L’autorizzazione non è uno scherzo
Prima di essere impiegato su larga scala, un vaccino deve superare dei controlli molto rigidi, dai test in provetta alle simulazioni al computer fino ai test clinici sull’uomo con migliaia di volontari.
Se supera le fasi della ricerca clinica, il vaccino ottiene l’autorizzazione all’uso da parte delle agenzie regolatorie internazionali e nazionali che acquisiscono e valutano indipendentemente i risultati degli studi.
È poi tenuto sotto controllo per rilevare effetti collaterali o problemi eventualmente sfuggiti agli studi dinid precedenti e per valutarne l’efficacia.
Occhio alle bufale
Circolano molte leggende metropolitane sui vaccini. Eccone alcune, smentite da Antonio Ferro del Dipartimento di prevenzione della Ulss 17 di Monselice (Padova) e Serena Miotto del Dipartimento di medicina molecolare dell’Università di Padova, sul sito www.vaccinarsi.org
Le malattie sono inventate dalle case farmaceutiche per vendere vaccini
Le malattie infettive sono vecchie come il mondo! Basti pensare alla lebbra riscontrata nelle mummie egizie, alla tubercolosi ossea trovata in reperti archeologici, alle epidemie di cui si racconta sui sacri testi antichi. Tra l’altro, alle case farmaceutiche il mercato dei vaccini dal punto di vista economico rende molto meno di quello dei farmaci.
Sono migliaia le malattie causate dai vaccini
La maggior parte dei vaccini contiene particelle uccise o inattivate, quindi non si capisce come potrebbero indurre malattie infettive. Anche per i vaccini vivi attenuati non è possibile il contagio e non è mai stata segnalata in maniera scientifica un’epidemia infettiva da vaccino. Inoltre, la scienza ha dimostrato che non c’è legame tra i vaccini e la sclerosi multipla, i tumori, la sindrome di Guillain I Barrè (una paralisi che si rischia di contrarre più con l’influenza che non che non con il vaccino antinfluenzale),.
Le vaccinazioni servono a iniettarci microspie che ci controllano
Una vera assurdità! Per quanto in infinitesimali, non esistono microspie possano essere iniettate con l’ago I da siringa usato nelle vaccinazioni. Pensare poi che tutti siano marcati e seguiti, non si sa da chi e perché al molto poco plausibile.
È meglio prendere la malattia in modo naturale piuttosto che vaccinarsi
Il prezzo pagato per la vaccinazione è solo l’inconveniente di diverse iniezione e il rischio di un braccio dolorante e arrossato, malessere , febbricciola. Quello pagato per una singola infezione naturale è molto superiore: paralisi con la polio, ritardo mentale con l’Hib, cirrosi epatica con l’epatite B, sordità con la parotite, polmonite con la varicella.
I vaccini sono armi
Le malattie infettive, non i vaccini, sono potenziali armi di distruzione di massa: con il bioterrorismo si teme che siano introdotti batteri e virus letali per scatenare guerre biologiche. I vaccini, al contrario sono prodotti per contrastarli.
Sperimentato da più di 200 anni!
Il 14 maggio 1796 il medico inglese Edward Jenner innesta nel braccio di un bambino una piccola quantità di materiale purulento prelevato dalie fer te di una donna malata di vaiolo vaccino, la forma c vaiolo che colpisce i bovini.
Il bambino non ha alcun disturbo e Jenner in questo modo dimostra che il piccolo è diventato immune al vaiolo. A questa pratica viene dato il nome di “vaccinazione”. Superate le diffidenze iniziali, il metodo Jenner ha un’ampia diffusione: nel 1805 Napoleone impone la vaccinazione alle sue truppe e un anno dopo la estende alla popolazione francese. In Italia diventa obbligatoria nel 1888.
Nel 1885 il chimico e microbiologo francese Louis Pasteur crea il vaccino antirabbico.
Negli Stati Uniti, tra il 1947 e il 1950, il medico e ricercatore Albert Sabin, di
(origini polacche, sviluppa il virus contro la poliomielite poi usato con successo in tutto il mondo. Non volle mai trarre guadagni dalla sua scoperta e si rifiutò di brevettarla dicendo che apparteneva a tutti i bambini.
Sì, ma dentro cosa c’è?
Il vaccino è un preparato che stimola l’organismo a produrre anticorpi contro una malattia, per immunizzarlo qualora dovesse entrare in contatto con i microrganismi che causano tale malattia. Può contenere: •I microrganismi (virus o batteri) della malattia da cui ci vogliamo proteggere, però in una forma indebolita (“attenuata”) o completamente inattivata o uccisa, quindi innocua: è il caso dei vaccini contro morbillo, parotite, rosolia, varicella, poliomielite, epatite A. Non scatenano la malattia, ma stimolano il sistema immunitario a produrre gli anticorpi. Con i vaccini prodotti da microrganismi attenuati può capitare raramente che si manifestino sintomi lievi che ricordano la malattia contro cui il vaccino protegge.
- Il vaccino può anche contenere solo alcune componenti del microrganismo, o sostanze da esso prodotte o proteine ottenute sinteticamente.
- Infine, può contenere antigeni, cioè sostanze riconosciute dal sistema immunitario che quindi si attiva a produrre gli anticorpi, con proteine di supporto per aumentare la risposta immunitaria.
(fonte: www.vacdnarsi.org, Società italiana di igiene, Istituto superiore di sanità, ministero della Salute)
fonte: FOR MEN Magazine
FD