Lo Spirito viene prima della tecnica
Un giorno Tsukahara Bokuden, famoso spadaccino del XVI secolo, decise di mettere alla prova l’abilità dei suoi figli. Per primo chiamò nella sua stanza il figlio più grande, Hikoshiro. Aprendo la porta con una gomitata, Hikoshiro la sentì più resistente del solito, fece scorrere la mano lungo il bordo superiore della porta, scoprì e rimosse un pesante poggiatesta di legno che era stato appoggiato lì e lo rimise poi al suo posto con cura dopo essere entrato nella stanza. Bokuden allora chiamò il secondo figlio, Hikogoro. Quando, ignaro di tutto, egli fece per aprire la porta, il poggiatesta cadde ma lui lo afferrò velocemente e lo rimise ancora una volta nel suo posto originario.
Poi Bokuden chiamò il terzo figlio, Hikoroku. Quando Hikoroku, la cui abilità tecnica superava di gran lunga quella dei suoi fratelli più grandi, spinse con forza la porta per aprirla, il poggiatesta gli cadde in testa sul nodo dei capelli. Con una reazione istantanea, Hikoroku sguainò la spada corta che teneva alla cintura e in un sol colpo tagliò in due l’oggetto prima che toccasse il tatami.
Bokuden disse ai suoi figli: “Hikoshiro, sarai tu colui a cui tramanderò il nostro metodo di spada. Hikogoro, se ti eserciterai senza sosta un giorno potrai raggiungere il livello di tuo fratello. Hikoroku, in futuro tu sarai sicuramente la causa della rovina di questa famiglia e porterai vergogna sul nome di tuo padre. Non voglio avere imprudenti come te in questa casa”. E con questo, lo rinnegò.
L’aneddoto aiuta a comprendere meglio il principio per cui nelle arti marziali le facoltà mentali sono più importanti della tecnica. Le prime devono governare la seconda.
C’è un’altra storia ben nota che può essere usata per illustrare il principio secondo cui “lo spirito viene prima della tecnica”. Tra gli allievi di Bokuden ce n’era uno dotato di straordinaria abilità tecnica. Una volta, mentre camminava per strada, l’allievo passò vicino a un cavallo ombroso che improvvisamente gli sferrò un calcio, ma lui compì un’abile schivata per evitarlo e sfuggì all’incidente. I testimoni presenti dissero: “La sua fama di essere uno dei migliori allievi di Bokuden è pienamente meritata. Bokuden non tramanderà sicuramente ad altri i suoi segreti”.
Ma quando Bokuden seppe di questo incidente si inquietò molto e disse: “Mi sono sbagliato sul suo conto”, poi lo espulse dalla sua scuola. Nessuno degli altri allievi comprese il pensiero di Bokuden, e decisero che non si poteva far altro che imitare il modo in cui il Maestro stesso si sarebbe comportato in simili circostanze. Per fare ciò, attaccarono un cavallo particolarmente bizzoso a un carro sulla strada lungo la quale sapevano che Bokuden sarebbe passato. Spiarono di nascosto la scena da una certa distanza e con grande sorpresa videro Bokuden attraversare la strada per andare dalla parte opposta standosene bene alla larga dal cavallo.
Questo finale colse tutti alla sprovvista e in seguito, dopo aver confessato a Bokuden il loro esperimento, gli chiesero per quale motivo avesse cacciato così all’improvviso il suo discepolo.
Bokuden rispose: “Se una persona ha un’attitudine mentale che la porta a camminare distratta- mente vicino a un cavallo senza considerare le sue possibili reazioni, essa è una causa persa per un insegnante, non importa quanto si applichi allo studio delle tecniche. Credevo che lui fosse una persona dotata di maggior buon senso, ma mi sbagliavo”.
FD
Fonte: Gichin Funakoshi – I venti principi del Karate – l’eredità spirituale del Maestro – Edizioni Mediterreanee