Nell’Asia orientale, in paesi come Cina, Giappone, Taiwan o Korea, è uso quotidiano utilizzare appositi timbri al posto della propria firma o, quando richiesto, assieme ad essa. Questi timbri sono incisi o montati su bastoni lunghi un dito, dei più svariati materiali, che hanno un diametro compreso tra i 25 e i 75 millimetri. ll tampone è in realtà una pasta, normalmente rossa, realizzata con inchiostri e pigmenti naturali.
Set completo di Inkan e pasta inchiostrante rossa.
In Giappone essi sono chiamati Inkan (印鑑) oppure Hanko (判子): comunemente ci si riferisce agli Inkan per gli usi più svariati del timbro mentre Hanko è usato per indicare i timbri apposti su documenti importanti. Tra tutti, quelli che riportano nomi utilizzano il Tensho (篆書), l’antico lettering legato all’arte degli Inkan.
Con la stessa funzione di questi timbri, in passato venivano utilizzate le impronte digitali delle dita oppure delle mani, impresse nell’argilla e poi stampate sulla carta. La differenza fondamentale tra questo antico sistema di identificazione e gli attuali timbri è che allora le impronte erano sempre associate ad una persona mentre i timbri sono spesso legati a un’attività o una famiglia, nonostante al giorno d’oggi siano molto comuni anche i timbri personali.
Inizialmente solo l’imperatore e i suoi vassalli più fidati possedevano un Hanko, in rappresentanza del potere dell’imperatore. Successivamente anche i nobili iniziarono a possedere i propri Hanko personali e, durante il periodo feudale, anche i samurai ai quali fu concesso l’uso esclusivo dell’inchiostro rosso. Dopo la modernizzazione iniziata nel 1980 gli Hanko diventano di uso generale in tutta la società giapponese.
Per l’uso personale ci sono almeno quattro tipi di timbri: Jitsuin, Ginkō-in, Mitome-in e Gagō-in, in ordine dal più al meno formale.
Un Jitsuin (実印) è un timbro ufficialmente registrato, necessario per condurre affari e altri eventi importanti o legalmente vincolanti come l’acquisto di un veicolo, di un terreno, per il matrimonio e cosi via. Registrazione e certificazione possono essere ottenuti in un ufficio comunale (per esempio in municipio) dove si ottiene il “certificato di impressione del timbro” conosciuto come Inkan toroku shomei-sho (印鑑 登録 証明書).
Le dimensioni, la forma, il materiale, la decorazione e lo stile di lettering del Jitsuin sono strettamente regolate dalla legge. Ad esempio, a Hiroshima, un Jitsuin è previsto che sia grande da 1,3 a 2,5 cm, quadrato (o raramente di forma rettangolare ma mai rotondo, irregolare o ovale) e deve contenere il nome e il cognome dell’individuo per intero, senza abbreviazioni. La scritta deve essere rossa con uno sfondo bianco (Shubun) e il carattere deve essere scelto tra quelli disponibili, basati su antichi stili di lettering Tensho.
In tutto il Giappone, le norme che disciplinano la progettazione degli Jitsuin sono così severe e ogni progetto è così unico che la stragrande maggioranza delle persone affida la creazione del loro Jitsuin a un professionista, pagando dai 20 ai 100 US $, e lo userà per decenni. Persone desiderose di iniziare un nuovo capitolo della loro vita, (per esempio a seguito di un divorzio, dopo la morte di un coniuge o gravi eventi spiacevoli) fanno realizzare spesso un nuovo Jitsuin. Il materiale con cui è fatto è di solito una pietra dura di alta qualità (raramente Deerhorn, pietra ollare, o giada) e a volte è scolpito a macchina. Quando invece è intagliato a mano, vengono utilizzati un intō (鑿, scalpello), uno specchio e una piccola morsa di legno per la loro realizzazione. Un Jitsuin è sempre custodito in un luogo molto sicuro, come il caveau di una banca o nascosto con cura nella propria casa e conservato in scatole rettangolari rivestite esternamente con tessuto ricamato e iternamente con seta colorata (mentre l’inchiostro è conservato separatamente). Per la somiglianza estetica a piccole bare, essi sono spesso chiamati così dagli appassionati giapponesi e dalle boutique di Hanko.
Un Ginkō-in (銀行 印) è utilizzato specificamente per il settore bancario; Ginko significa “banca”. Il libretto personale di risparmio contiene lo stampo originale del ginkō-in affiancato al timbro di un impiegato di banca. Le regole per le dimensioni e il design variano un po’ da banca a banca ma generalmente contengono il nome completo di una persona giapponese (mentre un occidentale può essere autorizzato ad utilizzare il cognome con o senza un nome abbreviato. La scritta può essere rossa o bianca, in qualsiasi tipo di carattere e con decorazione artistica. La maggior parte delle persone che li hanno, li fanno fare su misura da professionisti o li fanno loro a mano, per maggiore sicurezza. Essi sono in legno o in pietra, conservati in piccole borsine di stoffa o in astucci di plastica e di solito sono nascosti con cura nella propria casa.
Un Mitome-in (認 印) è un timbro utilizzato tipicamente come firma per le consegne postali, fatture, corrispondenza aziendale interna e altre funzioni di uso quotidiano a bassa sicurezza, conservato normalmente nella scrivania dell’ufficio o nel genkan (ingresso) di una residenza.
Le regole che stabiliscono la forma e l’aspetto di un Mitome-in sono poche rispetto a quelle destinate a Jitsuin e Ginkō-in. Tuttavia, anche per il Mitome-in, ci sono delle regole, la più importante delle quali è la dimensione che deve essere maggiore per chi è a capo di un’impresa o attività – rispettando la gerarchia aziendale e sociale – e minore via via per i collaboratori. Il Mitome-in riporta sempre il cognome della persona e raramente il suo nome, è spesso di forma rotonda o ovale stampato in rosso su spazio vuoto (Shubun) o il contrario (hakubun). Mitome-in realizzati in plastica si possono comprare nei negozi di cartoleria a meno di 1 US $ ma sono molto comuni anche quelli in pietra poco costosi.
Un Gago-in (雅号 印) è utilizzato dagli artisti grafici per decorare e firmare il loro lavoro. Le firme sono spesso pseudonimi o soprannomi e le decorazioni sono di solito slogan preferiti o altre frasi molto brevi. Un in Gago-in può essere di qualsiasi dimensione, disegno o forma.
È possibile far realizzare e ricevere il proprio Inkan su diversi siti internet come per esempio su Hamakura Shop o Jun-Gifts e se conoscete il vostro nome in kanji potete visualizzarlo in Tensho su Is-hanko.co.jp
Anche le scatoline delle mie amate Kokeshi riportano l’Inkan dell’artista e, in un alcuni casi, esso è stampato anche direttamente
Purtroppo, al giorno d’oggi, la facilità crescente con cui la tecnologia moderna permette frodi di Hanko sta cominciando a causare qualche preoccupazione all’attuale sistema che così com’è non garantisce lunga sopravvivenza a questa storica tradizione.
a cura di Francesco Dore
fonte: www.kokeshishop.com