Kong Zi
551-479 a.C. Anche KungTse o Kong FouTseu («Maestro Kong»,o il «Saggio Kong»), da cui la forma latinizzata dai gesuiti, che lavorarono sulla lingua cinese nel XIX secolo: Confucius (italiano Confucio)… Anche Koshi, o Bunsen-0 in giapponese. Filosofo cinese che lasciò un codice morale basato sulla pietà filiale e la sottomissione all’ordine stabilito e che si espresse mediante una serie di precetti che riguardano tulle le azioni della vita. L’insegnamento confuciano si basa su una stretta etichetta in qualunque campo e sulla cortesia che deve guidare le relazioni umane. Fu introdotto anche in Giappone nel 111 secolo d.C., paese in cui la nobiltà accettò facilmente la nuova dottrina con il nome di Jukyo.
La sua vita
Kong Zi nacque a metà del VI secolo avanti Cristo in una piccola borgata del principato di Lu (Lou) nella Cina del Nord est, figlio di Shu Liang-he (Chou-Leang-Ho), in una famiglia della piccola nobiltà. 11 suo nome di famiglia era Kong, quello personale Qiu (Kieou) e il suo nome pubblico (soprannome) Zhong Ni (Tchong Ni: «Ni il Cadetto»). Cominciò a compiere studi letterari per diventare funzionario, ma a causa del suo carattere indipendente non trovò un impiego sedentario. Viaggiò a lungo attraverso la Cina, insegnando dove capitava. Si racconta che non abbia avuto più paese, impressionando e seducendo con il suo insegnamento basato sul rispetto della tradizione, i valori morali e il senso del dovere. Sotto la dinastia degli Han (206 a.C. – 220 d.C.) se ne era conservato il ricordo come di un’autorità in materia di costumi e di morale, valori di cui il potere centralizzato aveva bisogno per rendere stabili gli effetti della propria impresa. Kong Zi fu allora deificato, considerato come un essere divino la cui venuta sulla terra era stata annunciata da prodigi, e il suo culto fu inserito nel calendario ufficiale. Ne risultò una vera e propria religione di Stato, largamente organizzata e sostenuta dagli Han, considerata ragionevole, responsabile e conveniente, adatta a un potere desideroso di imporre il rispetto della gerarchia. L’influenza del saggio, limitata quando era in vita, diventò di colpo profonda e duratura.
A cura di Carlo Giordano
fonte: Enciclopedia delle arti marziali – Luni editrice