I Kata classici del Kodokan
– Nage-no-kata: la forma delle proiezioni…
– Katame-no-kata: la forma dei controlli.
– Kime-no-kata: la forma di decisione.
– Goshinjulsu-no-kata: la forma moderna di difesa.
– Ju-no-kata: la forma della cedevolezza.
– Itsutsu-no-kata: la forma dei 5 princìpi.
– Koshiki- no-kata: la forma antica. –
– Seiryoku-zenyo-kokumin-taiiku-no-kata: la forma per lo sviluppo fisico secondo il principio del miglior uso dell’energia.
Lo Joshi-Judo-goshinho, forme per l’autodifesa delle donne creata al Kodokan soltanto agli inizi degli anni 60 del XX secolo. Lo Gonosen-no-kata o forma delle contro-prese, è un Kata sviluppato dal Dojo dell’Università di Waseda,e non fa parte delle forme classiche codificate dall’Istituto del Kodokan. Ben al di là delle tecniche di combattimento che compongono il Judo, l’essenziale dell’opera di Kano Jigoro risiede nei tre grandi princìpi che informano lo spirito col quale occorre praticare la tecnica: a) il principio della cedevolezza (Ju- no-ri). b) il miglior utilizzo dell’energia (Seiryoku- zenyo). c) aiuto reciproco e mutua prosperità (Jita-kyoei). Così, nella visione di Kano, il suo Judo era un veicolo, al tempo stesso fisico e mentale, per consentire al praticante di imparare a fare un uso migliore della sua energia in tutti i campi della vita, e uno sport capace di educare il corpo e lo spirito della gioventù giapponese, sviluppando al massimo grado le qualità morali di cui aveva allora bisogno il paese in pieno periodo di ricostruzione. Kano implementerà questo concetto del Judo con efficacia tipica dell’uomo capace di occupare, nella sua vita professionale, numerosi posti di responsabilità, come quello di consigliere e poi segretario del ministro dell’Educazione nazionale, o quello di professore alla Scuola Normale Superiore di Tokyo.
A cura di Carlo Giordano