JUDO DEL KODOKAN (pt. 4)

I Kata del Judo del Kodokan 

Kano Jigoro fece anche in modo che le principali tecniche del suo Judo, come quelle del vecchio Ju-jutsu, non utilizzabili nelle gare sportive, venis­sero raggruppate in una specie di… «memoria» centrale, costituita dai Kata, e che potessero essere trasmesse nelle loro forme originarie alle generazioni seguenti. Nel 1908, al Butokukai, davanti a diverse decine di esperti di arti marziali, in parti­colare della polizia, Kano presentò pubblicamente i due primi Kata (Nage-no-kata, e Katame-no- kata) come li aveva codificati per l’uso nel suo Istituto Kodokan. Diventarono i Kata detti «di Randori» (Randori-no-kata), cioè utilizzabili nelle gare sportive senza pericolo, perché fossero ben distinti da Kata dedicati alle «forme di deci­sione» per il combattimento reale (come il Kime-no-kata). Un grande seminario riunì esperti di JUDO del mondo intero il 10 aprile 1960 sotto la presidenza del figlio del fondatore, Kano Risei, presso il Kodokan di Tokyo, con lo scopo di stan­dardizzare i Kata. Ne seguirono altri, per armonizzare e precisare alcuni dettagli. Tuttavia le forme lasciate da Kano Jigoro sono rimaste quasi immutate. Mediante l’esistenza e la trasmis­sione di questi Kata, che si eseguono in due, il Judo di Kano Jigoro rimane al di sopra del carat­tere prettamente sportivo, una tradizione vivente che si ricongiunge a quella di tutte le arti marziali del Budo.

A cura di Carlo Giordano

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