Il Judo del Kodokan
Questo sistema di combattimento si basa sulle antiche tecniche del Ju-jutsu, ma dalle quali Kano ha bandito qualunque forma di violenza inutile e ogni tecnica… pericolosa, sia per chi la esegue, sia per chi la subisce, per farne un sistema educativo, a uso sportivo, per la gioventù del suo paese. Compiendo questo passo, Kano ha trasformato un metodo guerriero e brutale di combattimento a mani nude (Ju-jutsu) in un’arte del Budo, in cui l’etica e la ricerca della padronanza di sé, con lo scopo di sviluppare la propria personalità con lo spirito del Jita-kyoei («Reciproco aiuto e mutua prosperità»), e la tecnica, non erano che un mezzo per sviluppare e quindi affermare uno spirito costruttivo e non violento (Judo). In realtà il nome di Judo era già in uso nella scuola Jikishin-ryu di Ju-jutsu per qualificare le tecniche di combattimento non letali, ma Kano lo riprese e lo estese alla sintesi personale che egli fece partendo dalle sue conoscenze di Tenjin Shinyo-ryu e Kito-ryu, consentendo così a questo concetto di sopravvivere definitivamente. Kano aprì il suo primo Dojo nel 1882: era il Kodokan (= «Scuola per lo studio della Via» o Istituto del Grande Principio), in un annesso del Tempio Eisho-ji del quartiere di Shitaya a Tokyo e i suoi primi allievi vi si iscrissero alcuni mesi dopo. Il Kodokan cambiò sede a più riprese e nel 1866 aveva una cinquantina di allievi. Lentamente, ma inesorabilmente, a colpi di sfide lanciate da altre scuole rivali di Ju-jutsu, gelose del successo dell’impostazione di Kano, e vinte dai campioni del Kodokan, il successo di quest’ultimo si affermò diventando una vera leggenda.Tra i Judoka che la fecero: Saigo Shiro, Yokoyama Sakujiro, Mifune Kyuzo.
A cura di Carlo Giordano