TAEKWONDO (pt 3)

Tecniche di rottura

Consiste nella rottura di tavolette di legno o mattoni mediante tecniche di pugno o di calcio. Questo aspetto del Tae Kwon Do non rappresenta però una… vera e propria specialità come possono esserlo le forme o i combattimenti, piuttosto una dimostrazione da utilizzare per far leva sulla spettacolarità e la performance. A livello di apprendimento le tecniche di rottura possono invece costituire un’utile pratica per lo sviluppo della focalizzazione energetica ovvero quella specifica abilità delle arti marziali di concentrare in un unico impatto la massima forza ed energia, il ki (inteso come fonte di energia, spirito, carattere), in un preciso istante. Eseguire una tecnica di rottura senza ferirsi significa aver raggiunto, dopo una lunga pratica, quella particolare disposizione d’animo e di spirito che porta al massimo la concentrazione e il controllo della potenza muscolare.

La filosofia del Tae Kwon Do
Il Tae Kwon Do è molto di più di un combattimento finalizza  to allo sviluppo fisico e tecnico: esso è infatti rivolto soprattutto ad un affinamento etico e morale dei suoi praticanti. L’allenamento per la coordinazione mente-corpo è un modo per entrare in armonia con se stessi attraverso lo sviluppo dell’individuo lungo la via, quel “Do” che significa cammino verso un’arte che si sceglie di seguire. I veri Maestri di Tae Kwon Do sono stimati per la personalità serena che deriva dal loro vivere nel tempo presente le leggi della natura e le energie vitali in completa sintonia con se stessi. Una visione che trae le sue origini dalla filosofia buddista (introdotta durante il regno di Koguryo dalla Cina nel 347 d.C.). Il concetto fondamentale è rappresentato dall’eterno dualismo yin e yang delle antiche arti cinesi ovvero all’equilibrio di due forze opposte e complementari. Se, ad esempio, un avversario si saprà dimostrare aggressivo, il difensore dovrà, invece, procedere con cedevolezza; in questo modo si sfrutterà l’energia negativa dell’aggressore a nostro favore, trasformando ciò che era duro all’inizio in morbido e permettendo all’energia di rigenerarsi come un cerchio che si chiude. Ecco che anche il Tae Kwon Do rivela il suo processo di evoluzione dualistica: duro e morbido, lineare e circolare, fisico e mentale. I Maestri, dunque, si richiamano ad un sistema di etica e morale che motiva ed ispira la loro pratica dall’interno e la guida verso il raggiungimento di livelli ignoti, ben al di là dei confini immediati e ristretti del combattimento fra uomini. I principi formatori del Tae Kwon Do seguono sia la filosofia buddista che l’antico codice d’onore dei guerrieri Hwarang. In questi undici comandamenti traspare la vera essenza da tramandare nell’arte marziale:hwarang

• Fedeltà al tuo paese
• Rispetto dei tuoi genitori
• Fedeltà alla tua sposa
• Rispetto ai tuoi fratelli
• Lealtà verso gli amici
• Rispetto agli anziani
• Rispetto dei tuoi insegnanti
• Non uccidere ingiustamente
• Spirito indomabile
• Fedeltà alla tua scuola
• Termina ciò che inizi

A cura di Carlo Giordano

fonte: www.benessere.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *