PENCAK SILAT (pt. 2)

Un universo di stili
Culla di una tribale arte marziale, l’Indonesia in tutte le sue isole, infonde nella tradizione più pura del Pencak Silat elementi di scienza del combattimento, connotando in un solo termine sia il kung-fu cinese che le discipline giapponesi… Oggi si contano più di 250 stili diversi, i cui nomi possono derivare dall’area geografica, città o distretto, oppure da un animale, un principio spirituale o combattivo, così come dal nome di una persona o di un’azione.

Perisai-diri-silat, deriva dal karate stile shotokan.
Kateda, influenzato dagli stili giapponesi.
Harimau, Menangkabau, Podang, Sterlak, Lintau e Kumango, Silat di Sumatra.
Tjimande, Serak, Tjikalong e Tjigrik, stili di Java: costringono il combattente a muoversi in chiusura contro l’avversario in una posizione diritta.
Undukayam Silat, prende il suo nome dai movimenti che mimano quelli di una gallina che graffia la terra.
Seitia Hati, che vuole dire “cuore fedele” è chiamato per rappresentare un principio spirituale.
Mustika Kwitang, come il distretto di Kwitang nella città di Jakarta.
Serak, dalla persona che fondò lo stile.

Menangkebau Silat, come il relativo gruppo etnico abitante in Menangkebau una delle tre aree a maggiore diffusione in Indonesia.

 

Sterlak Silat, è chiamato come una qualità e vuole dire “attaccare con forza”.

 

Una tattica piuttosto straordinaria è quella usata dallo stile Harimau di Sumatra. In questo sistema, il modello del movimento del combattente deriva dal comportamento della tigre (da cui il nome Harimau), il suo stare vicino alla preda, acquattandosi, giacendo o sedendosi.

Le armi
Dall’intreccio di culture diverse l’Indonesia ha collezionato anche svariati tipi di armi di tutte le dimensioni. Armi di origine indù o cinese, o dalla forma curvilinea chiaramente importate dagli arabi hanno arricchito il patrimonio autoctono.

Bastone lungo “Toya”, lancie
• Bastone e diversi tipi di spada o di machete “Golok”
Coltelli di diverse misure fino a quella minima in cui il manico ha un anello che serve per fissarlo al dito
Frusta “Taléiltra”: si usa una punta fissata a una corda (probabilmente dovuta a influenze cinesi) e si impiega per contrastare attacchi armati, confondendo l’azione o imbrigliando braccia, gambe e testa dell’avversario
Cerbottane con dardi avvelenati, usati soprattutto nelle isole Celebes
Arco e freccia, usati ancora oggi con grande abilità sull’isola di Sumbawa
“Kriss”: a Giava e Bali, l’abito da matrimonio non è completo se dalla cintura non spunta una bellissima arma della lama ondulata
“Cabang” (sai in giapponese): figurano in molti simboli che contraddistinguono le scuole di silat e sono usati con grande abilità soprattutto dagli stili di influenza Indù
A cura di Carlo Giordano

fonte: www.benessere.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *