La spada giapponese e lo iaido
Creare l’emozione attraverso la resistenza all’emozione
Lo iaido ed il kendo sono strettamente collegati. Lo iaido consiste…nell’allenamento base del maneggio della spada, il kendo è l’applicazione pratica di questi movimenti. Perché lo iaido, creato come tecnica per uccidere, sopravvive nella società moderna? L’idea fondamentale dello iaido non è quella di attaccare per primi un avversario; è stato piuttosto concepito quale tecnica di auto-difesa. Salvo un paio di eccezioni, i kata (le forme) sono pensati per rispondere agli attacchi portati da altri e quindi non si attacca mai per primi.
L’essenza dello iaido è nota come Saya no uchi, letteralmente dentro il fodero, per vincere senza sfoderare. Una volta che la spada è sguainata uno dei due combattenti cadrà sicuramente. Ma se si riesce a raggiungere uno stato di armonia con l’altro è possibile evitare un inutile conflitto e viene meno la necessità di estrarre la spada. L’ideale è che il carattere dell’allievo venga forgiato attraverso l’allenamento in modo che, l’avversario perda ogni sentimento di antagonismo ed i due raggiungano l’armonia.
Così come in tutte le arti marziali, all’inizio l’allenamento dello iaido si concentra sulla tecnica per poi passare gradualmente, mano a mano che l’abilità migliora, alla vera disciplina. Un allievo con un allenamento spirituale insufficiente, per quanto bravo tecnicamente, diventerà estremamente nervoso nei momenti critici e verrà sconfitto. Molti tra coloro che venivano considerati maestri dell’arte praticavano regolarmente la meditazione Zen. Vi è un profondo legame tra il concetto buddista Zen di vuoto e lo spirito delle arti marziali. Il vuoto implica il distacco da tutte le cose mondane. Più si desidera vincere o si teme la morte meno il proprio corpo obbedirà alla propria volontà. Se si riesce a raggiungere uno stato di vuoto non ci sarà nulla da perdere e pertanto sia il corpo sia la mente saranno liberi. Uno degli obiettivi della pratica del kendo oggi potrebbe essere il raggiungimento di questa libertà spirituale.
Ogni volta che si termina una lezione di kendo ci si sente calmi e felici. Allontanarsi dallo stress della vita quotidiana per concentrarsi esclusivamente sul maneggio della spada aiuta a ritrovare il gusto per quei piccoli e preziosi momenti che ci rendono felici.
La parola “pace”, in giapponese, si scrive con due ideogrammi che rappresentano rispettivamente la tranquillità e l’armonia. Quando si raggiunge la calma mentale e si armonizza con gli altri, la spada non è più mezzo per uccidere ma tecnica per far vivere, per permettere a sé stessi ed agli altri di continuare a vivere. Da strumento di guerra, il kendo viene trasformato in strumento di pace.
Benché le arti marziali giapponesi tradizionali quali il kendo, lo iaido, il karate, il judo e l’aikido siano sport da combattimento messi a punto per sconfiggere l’avversario, la loro reale essenza consiste nel disciplinare la mente attraverso l’allenamento tecnico.
A cura di Carlo Giordano
fonte: www.benessere.it