BUNKAI (pt. 2)

IL BUNKAI, NEL KARATE SHOKOTAN

Raggiungere un buon livello di padronanza del kata significa conoscerne e soprattutto capirne il ritmo. La dinamica secondo cui si susseguono le tecniche e l’uso del tempo, caratterizzato da… …pause ed accelerazioni, movimenti lenti e combinazioni veloci hanno un preciso significato, non sempre di facile interpretazione.
Una prima basilare forma di bunkai consiste nell’eseguire il kata cercando di visualizzare l’avversario o gli avversari da cui ci si deve difendere e poi contrattaccare quando si eseguono le varie tecniche. Questo tipo di esercizio non è semplice; nell’esecuzione del kata doti fisiche, abilità tecnica e soprattutto la capacità di concentrazione sono già sollecitate ai massimi livelli, aggiungere un altro elemento stressante costituisce sempre un problema ma, come sempre, anche l’unico modo per migliorarsi. Un escamotage per facilitare questo compito può essere quello di studiare il kata eseguendolo avversario per avversario, dividendolo cioè in micro-combinazioni in cui una piccola pausa separa le tecniche dedicate ai vari attaccanti.

“Tra le trappole del valore, la più diffusa e perniciosa è la rigidità, cioè l’incapacità di cambiare il valore dei dati per rimanere fedeli a valori prestabiliti. Nella manutenzione della motocicletta devi riscoprire volta per volta quello che fai”

Eseguire per la prima volta un kata con avversari reali può rivelarsi esperienza sgradevole e frustrante destinata a rimanere tale per lungo tempo.  Questo tipo di allenamento mette a nudo impietosamente le proprie manchevolezze di qualsiasi tipo esse siano. Prima fra tutte l’inefficacia delle tecniche stesse. Movimenti ripetuti migliaia di volta diventano pietosamente incerti: non si riesce più ad eseguire correttamente la sequenza ma non solo, a volte, addirittura a ricordarsela; parate e attacchi risultano così poco reali e l’impressione generale che ne consegue è di profonda inadeguatezza. Ma questa dolorosa sperimentazione serve sempre e comunque, se non altro a porsi delle domande. Ancora una volta, come spesso è accaduto nell’accezione più alta del termine “arte”, cambiando alcuni parametri si sono sconvolti equilibri faticosamente guadagnati.  In alcuni casi il problema può nascere dal fatto di non aver ancora raggiunto un livello tecnico sufficientemente alto per affrontare questo tipo di prova, ma in generale è possibile che il problema sia fondamentalmente diverso. L’allenamento a cui ci si sottopone così a lungo ed intensamente è altamente specializzante e la struttura sia tecnica che mentale che ci si costruisce è speso così compatta e rigida da escludere necessariamente tutto ciò che devia anche leggermente.

“Se non si pensa che si è in procinto di colpire, se non si permette che nascano pregiudizi o riflessioni, se, nell’istante preciso in cui si vede la spada che oscilla, questa visione non invaderà totalmente la mente, si potrà intervenire nell’azione dell’avversario strappandogli la spada”

L’allenamento per il bunkai è strettamente legato al concetto di prontezza, sia fisica che mentale. Ovvero, essere preparati a reagire in qualsiasi situazione, anche la più spiazzante.  Essere pronti a muoversi nello spazio in qualsiasi direzione, retrocedendo o avanzando a seconda dei casi, trasformando una parata in attacco o viceversa. Riuscire a reagire in maniera istintiva e quindi velocissima, grazie al sapere e all’esperienza accumulate durante gli allenamenti.  Essere decisi a reagire in qualche modo e avere la capacità di farlo. Saper fare quello che è corretto ma anche il suo contrario. Essere sempre pronti.

A cura di Carlo Giordano

fonte: www.benessere.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *