WUSHU

Il termine Wushu si può semplicemente tradurre con “arte marziale”; si tratta di una delle prime arti d’origine cinese ad avere una storia millenaria e

presenta al suo interno una serie di nobili discipline. La sua applicazione non si limita alla preparazione fisica ma anche a quella psicologica. Storicamente è stato utilizzato anche come strumento di difesa-offesa durante lotte e battaglie individuali e di massa.

Oggi nella Repubblica Popolare Cinese il Wushu è materia di insegnamento scolastico e gli insegnanti che si laureano presso gli Istituti Universitari di Educazione Fisica di Pechino possono avvalersi della specializzazione Wushu. Una preparazione che consiste nell’affinamento di movimenti che richiedono una centralità ed equilibrio del corpo e che dovranno mantenere sempre alcune caratteristiche fondamentali quali:
• Fluidità
• Morbidezza
• Eleganza
• Rapidità

Storia
Il Wushu ha avuto il suo massimo sviluppo nei periodi detti della “Primavera e dell’Autunno” e/o degli “Stati Combattenti” (771 – 221 a.C.); col tempo ha assunto una valenza di tipo sociale finalizzata perlopiù all’educazione e alla preparazione all’interno del sistema scolastico. La pratica del Wushu si diffuse in maniera capillare negli strati popolari della società cinese; nacquero e si svilupparono numerose scuole con un grande sviluppo delle “forme” in particolare di quelle imitative (animali). Oltre alla pratica marziale parallelamente si affermarono anche lo studio e l’approfondimento della disciplina in chiave teorica e filosofica che riuscirà a fondersi e integrarsi con la cultura, la religione e la filosofia tradizionale.
Fu Bodhidarma (Da Mo), originario dell’India, a dare un importante impulso alle arti cinesi tradizionali; egli ebbe il merito di estendere il buddismo nei confini cinesi e fu ideatore di alcuni esercizi fisici che avevano come obiettivo quello di aiutare i monaci che passavano la maggior parte del loro tempo in meditazione sedentaria; il suo nome venne associato indissolubilmente alle Arti Marziali di tipo esterno. Si può affermare che se i buddisti hanno trovato in Bodhidarma il loro ispiratore, i taoisti hanno avuto come punto di riferimento la figura di Chang San Feng che diede origine agli stili interni. Fu per questi motivi che Bodhidarma viene riconosciuto come il fondatore dello stile Shaolin Quan mentre Chang San Feng viene considerato, invece, colui che contribuì alla codifica del Tai Ji Quan.

Nell’antichità l’arte del Wushu si tramandava di padre in figlio o dal maestro ai suoi discenti. La figura del maestro (Sifu) coincideva con quella del saggio del villaggio che era anche un esperto di medicina tradizionale, dotato di una cultura generalmente superiore alla media della popolazione dei villaggi, considerato e rispettato da tutti.

Dopo il successo ottenuto dal Wushu come disciplina dimostrativa orientale durante i Giochi Olimpici del 1936 a Berlino, vi sono succedute una serie di trasformazioni che hanno riguardato alcuni aspetti tecnici e che hanno consentito di adeguare meglio la disciplina alle esigenze dettate dalla competizione nell’occidente. Da qui il suo inserimento a pieno titolo tra gli sport internazionali con l’obiettivo di diventare un giorno anche sport olimpico.
Dopo l’esperienza dimostrativa delle Olimpiadi del 1936 a Berlino si sono avvicendate le seguenti tappe:
• 1956: istituzione a Pechino della China Wushu Association;
• 1982: organizzazione a Pechino della prima Conferenza Mondiale del Wushu;
• 1985: costituzione del Comitato Promotore della Federazione Mondiale Wushu
• 1990: a Pechino si costituisce l’International Wushu Federation (I.Wu.F.)
• 1994: la I.Wu.F. (Federazione Internazionale) viene riconosciuta dalla G.A.I.F. (General Association International Sport Federation)
• 1999: il C.I.O. (Comitato Olimpico Internazionale) riconosce il Wushu in quanto aderente al I.Wu.F.
• 2002: Il presidente del C.I.O. dà il benvenuto al Wushu nella famiglia olimpica e viene formalizzato il riconoscimento della I.Wu.F. come Federazione Internazionale Olimpica.
Attualmente la I.Wu.F. conta ben 86 Federazioni Nazionali con un numero di praticanti nel mondo che oscilla intorno ai 10 milioni circa.

Il Wushu, come accennato sopra, è formato da stili interni ed esterni che, oltre a rappresentare espressioni diverse, appartengono a “scuole” differenti. Quella esterna presuppone l’attacco impetuoso e travolgente in cui si predilige la forza fisica; quella interna si fonda sulla difesa, le proiezioni e i colpi ai punti vitali.

Tra quelli più praticati ci sono il Tai Ji Quan e lo Shaolin. Il primo ha le caratteristiche di arte marziale con movimenti lenti e armoniosi, mira allo sviluppo della forza e della padronanza del proprio corpo, agisce con efficacia nell’elasticità muscolare, consente un miglior controllo della respirazione e della postura e risulta efficace per allentare lo stress. Il secondo è uno stile che riprende il movimento degli animali; utilizza attrezzi e armi, è elegante e armonioso ma nello stesso tempo sviluppa la potenza.
Ulteriori classificazioni si basano su alcune caratteristiche legate al tipo di gesto: molti stili vengono classificati “quan” che vuol dire “pugno, pugilato”, più rari in “men” cioè “insegnamento, scuola”; altri “zhang” che vuol dire “palmo”, “tui” sta per “gamba”, “jiao” sta per “piede”.

Gli stili moderni
La codifica del Wushu moderno è cominciata a partire dagli anni ’50 durante la rivoluzione culturale e si è fondata partendo dagli antichi stili tradizionali. Alcune forme del Wushu moderne appartengono al:
• Chang Quan o Boxe lunga. Ha come caratteristiche l’agilità e la velocità dei movimenti, l’estensione e l’eleganza delle posizioni da sviluppare. Vengono combinati potenza ed eleganza, morbidezza e accelerazioni con effetto scenico molto coreografico.
• Il Nan Quan o Boxe del sud, si caratterizza per le posizioni eseguite mantenendo il baricentro basso in modo da garantire un’ottimale stabilità del corpo. Si usano tecniche corte ed eseguite con gli arti superiori mentre i calci sono ridotti e mirano a bersagli bassi.
• Il Tai Ji Quan
• Sanda o Sanshou che sta per combattimento libero.

Nel Wushu moderno la pratica si suddivide in esercizi da competizione chiamati Jingsai Daolu, che sono caratterizzati da una sequenza di movimenti prestabiliti che simulano il combattimento con avversari immaginari. I Daulo si suddividono in esercizi a mani nude (Quanshu Daolu) oppure esercizi con armi (Binxie Daolu) che utilizzano prevalentemente la sciabola, il bastone, la lancia o la spada dritta. Un altro tipo di pratica del Wushu moderno è caratterizzato dagli esercizi a coppie o in trio (Duilian) i quali imitano combattimenti prestabiliti a mani nude o con armi.

Una versione al femminile vede le donne utilizzare il ventaglio da combattimento cinese; si tratta di uno strumento di appartenenza del Taiji utilizzato per realizzare sequenze di movimenti fluidi, eleganti e molto coreografici. Anche i bambini praticano una forma di Wushu non violenta e non pericolosa, seppur utilizzando attrezzi che riproducono con materiali innocui le antiche armi da combattimento. Per loro tale pratica risulta fondamentale nella costruzione della personalità e per diventare agili, rafforzare il proprio corpo, controllare la propria postura e scaricare l’aggressività .

fonte del testo: www.benessere.it

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